Nel precedente intervento sono state avanzate alcune considerazioni relative a Telecom Italia (TLIT). La previsione formulata si è rivelata accurata, poiché il titolo ha evidenziato una crescita del 30% nell’ultimo trimestre. A partire dal 2025, le azioni di Telecom Italia (TIT) hanno registrato un incremento pari all’85% dai minimi, configurandosi come una delle migliori performance sul mercato italiano e distinguendosi anche in Europa tra le large cap. Dopo un prolungato periodo di stagnazione, diversi operatori iniziano a ipotizzare una possibile rinascita industriale e l’avvio di una nuova fase per l’ex monopolista. Tuttavia, al di là dell’entusiasmo diffuso, permane un rischio significativo. In seguito alla decisione di Vivendi di rinunciare al ricorso contro la vendita della rete a KKR, il titolo ha ulteriormente accelerato il proprio rialzo.
Il recente rally non è stato determinato da una crescita degli utili o da una rivoluzione industriale. Il principale fattore tecnico è stata la possibilità di ritorni straordinari per gli azionisti delle azioni di risparmio, in relazione a una riconciliazione tra diverse categorie azionarie. Si tratta quindi di una motivazione occasionale, non collegata al business di lungo periodo. Inoltre, molti analisti considerano ora il tema dell'eccesso di debito come superato, a seguito dell'operazione di scorporo della rete.
Analizzando i dati più recenti, il P/E ratio risulta pari a 1,16x, valore che può risultare interessante in presenza di utili stabili o in crescita. Tuttavia, il margine netto si attesta su -3,14%. Nel 2021 la situazione era peggiore, ma il margine rimane negativo. Il fatturato è in calo dal 2022. Il livello di debito è considerato sotto controllo, mentre gli utili sono bassi o assenti. Il ROE si posiziona sull’1% e il Free Cash Flow per azione è pari a 0,15 euro, un dato che non consente di sostenere una crescita organica significativa né di generare un effetto compound rilevante sui profitti futuri.
La vicenda di Telecom potrebbe non configurarsi come una storia di autentica crescita o di redistribuzione del valore agli azionisti tramite dividendi rilevanti. Si tratta piuttosto di un rimbalzo tecnico, sostenuto da una narrazione favorevole e da aspettative prevalentemente di carattere politico piuttosto che finanziario. Il rischio principale consiste nel fatto che, esaurita la fase di entusiasmo, gli investitori possano trovarsi in possesso di un titolo privo di fondamentali solidi a sostegno delle quotazioni attuali.
Pertanto, sebbene la situazione possa apparire negativa, nel medio termine le prospettive risultano meno sfavorevoli e, come noto, in ambito borsistico ciò che prevale è la valutazione delle potenzialità future di un titolo rispetto al suo presente.
Dopo la vendita di NetCo avvenuta nell'estate precedente, Tim sta proseguendo l'espansione con una base clienti stabile e un settore Enterprise (B2B) che potrebbe registrare crescita grazie alle iniziative governative. Tim Brasile rappresenta ancora una risorsa significativa posizionata in un mercato caratterizzato da dinamiche di crescita stabili. Il target di 0,50 fissato lo scorso anno si sta avvicinando, e si prevede che possa essere raggiunto entro il 2025, in particolare nel caso di reintroduzione del dividendo e dell'ingresso di Telecom nel settore energetico. In presenza di questi cambiamenti, il valore delle azioni potrebbe aumentare nei prossimi anni.
Dal punto di vista tecnico, la situazione si presenta particolarmente solida: il trend rialzista è sostenuto da volumi superiori alla media e i prezzi rimangono stabilmente al di sopra della media mobile a 200 periodi. Questo scenario favorisce l'interesse continuo degli investitori verso l'acquisto delle azioni.
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Il recente rally non è stato determinato da una crescita degli utili o da una rivoluzione industriale. Il principale fattore tecnico è stata la possibilità di ritorni straordinari per gli azionisti delle azioni di risparmio, in relazione a una riconciliazione tra diverse categorie azionarie. Si tratta quindi di una motivazione occasionale, non collegata al business di lungo periodo. Inoltre, molti analisti considerano ora il tema dell'eccesso di debito come superato, a seguito dell'operazione di scorporo della rete.
Analizzando i dati più recenti, il P/E ratio risulta pari a 1,16x, valore che può risultare interessante in presenza di utili stabili o in crescita. Tuttavia, il margine netto si attesta su -3,14%. Nel 2021 la situazione era peggiore, ma il margine rimane negativo. Il fatturato è in calo dal 2022. Il livello di debito è considerato sotto controllo, mentre gli utili sono bassi o assenti. Il ROE si posiziona sull’1% e il Free Cash Flow per azione è pari a 0,15 euro, un dato che non consente di sostenere una crescita organica significativa né di generare un effetto compound rilevante sui profitti futuri.
La vicenda di Telecom potrebbe non configurarsi come una storia di autentica crescita o di redistribuzione del valore agli azionisti tramite dividendi rilevanti. Si tratta piuttosto di un rimbalzo tecnico, sostenuto da una narrazione favorevole e da aspettative prevalentemente di carattere politico piuttosto che finanziario. Il rischio principale consiste nel fatto che, esaurita la fase di entusiasmo, gli investitori possano trovarsi in possesso di un titolo privo di fondamentali solidi a sostegno delle quotazioni attuali.
Pertanto, sebbene la situazione possa apparire negativa, nel medio termine le prospettive risultano meno sfavorevoli e, come noto, in ambito borsistico ciò che prevale è la valutazione delle potenzialità future di un titolo rispetto al suo presente.
Dopo la vendita di NetCo avvenuta nell'estate precedente, Tim sta proseguendo l'espansione con una base clienti stabile e un settore Enterprise (B2B) che potrebbe registrare crescita grazie alle iniziative governative. Tim Brasile rappresenta ancora una risorsa significativa posizionata in un mercato caratterizzato da dinamiche di crescita stabili. Il target di 0,50 fissato lo scorso anno si sta avvicinando, e si prevede che possa essere raggiunto entro il 2025, in particolare nel caso di reintroduzione del dividendo e dell'ingresso di Telecom nel settore energetico. In presenza di questi cambiamenti, il valore delle azioni potrebbe aumentare nei prossimi anni.
Dal punto di vista tecnico, la situazione si presenta particolarmente solida: il trend rialzista è sostenuto da volumi superiori alla media e i prezzi rimangono stabilmente al di sopra della media mobile a 200 periodi. Questo scenario favorisce l'interesse continuo degli investitori verso l'acquisto delle azioni.
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Declinazione di responsabilità
Le informazioni ed i contenuti pubblicati non costituiscono in alcun modo una sollecitazione ad investire o ad operare nei mercati finanziari. Non sono inoltre fornite o supportate da TradingView. Maggiori dettagli nelle Condizioni d'uso.
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