WisdomTree - Tactical Daily Update - 03.01.2023

Il 2023 parte bene per le borse europee: bicchiere mezzo pieno?
Nel 1’ semestre previsti stagnazione e tassi in rialzo, con l’incognita cinese...
Inflazione in calo e ammorbidimento banche centrali potrebbero aiutare...
Molta attesa e speranza per i dati sull’inflazione in Europa a dicembre.

Pur senza il “faro illuminante” e l’attivita’ indotta da mercati ed investitori Usa, le Borse europee hanno esordito con solidi rialzi nella prima seduta del 2023. Non bastera’ a dimenticare i disastri, sia per azioni che bond, del 2022, ma e’ comunque un buon inizio, come se gli operatori volessere ridimensionare i fattori di preoccupazione.

In una seduta caratterizzata da volumi di scambio ridotti, acquisti robusti hanno spaziato dalle azioni energetiche a quelle dei beni di consumo, automobilistici e banche, permettendo di chiudere sui massimi con visibili progressi: Milano +1,6%, Francoforte +1,3%, Parigi +1,2%, e Madrid +1,0%. Londra era chiusa per festivita’.

A dare una mano ai mercati azionari ci ha pensato il dato di dicembre sull'attività manifatturiera europea: il suo noto misuratore PMI (Purchasing Managers Index), pur restando in area di contrazione (ovvero sotto 50), è migliorato a 47,8 punti dai 47,1 di novembre, segnado il miglior livello da 3 mesi.

L'istituto Ihs-Markit che lo calcola sottolinea che «durante l’ultimo mese del 2022 e’ diminuita l’intensità della contrazione del settore manifatturiero dell’Eurozona, grazie all’attenuazione delle pressioni inflazionistiche e a condizioni più stabili degli approvvigionamenti. Restano tuttavia deboli i nuovi ordini ricevuti, cosa che ha favorito il calo di quelli inevasi.

Le imprese guardano comunque avanti con ragionevole ottimismo, e mantengono livelli occupazionali vicino ai massimi storici, confermando livelli di produzione che vanno ad alimentare le giacenze di semilavorati e di prodotti finiti: era dall’estate del 2020 che non si sentiva parlare di ri-costituzione di scorte quindi, tutto sommato, bene!

Sempre sul fronte macro, notiamo che in Germania il tasso di disoccupazione è rimasto stabile a 5,5% a dicembre, con una diminuzione di 13 mila disoccupati.

Musica un po’ diversa, ed in peggio, in Cina, dove invece a dicembre l’attività manifatturiera si e’ indebolita per il 5’ mese consecutivo: l’indice PMI manifatturiero e’ sceso a 49,0 punti dai 49,4 di novembre.

Segnali di normalizzazione nel quadro dei prezzi delle materie prime energetiche: proseguendo i forti cali degli ultimi giorni, il prezzo del gas metano europeo e’ sceso ieri, 2 gennaio, sino a 70 Euro/megawattora, per poi risalire a circa 76: volatilita’ molto alta dunque, ma prezzi che sono ¼ del picco di giugno a quota 300.
A sua volta quello del greggio WTI (West Texas Int.) oscilla attorno 80 Dollari/barile.

Ieri, 2 gennaio, alla positivita’ dei mercati azionari europei si e’ aggiunta la “tranquillita’” di quello obbligazionari, con rendimenti in leggero calo, e l’incoraggiante restringimento (per l’Italia) dello spread di rendimento tra il BTP decennale italiano e l’omologo Bund tedesco a 211 punti base, col BTP decennale benchmark che rende 4,56%, - 12 bps rispetto al 4,68% del 30 dicembre scorso.

Proprio sul tema della sostenibilita’ del debito pubblico italiano si e’ espresso il maggior quotidiano finanziario Usa Financial Times, secondo il quale l'Italia potrebbe essere il Paese più vulnerabile a possibili crisi di fiducia dei mercati nella prospettiva di nuovi rialzi del costo del denaro da parte della Banca Centrale Europea.

Stamane, 3 gennaio, sul mercato valutario si osserva una svolta radicale, per alcuni un semplice rimbalzo tecnico, nel trend recente del cambio Euro/Dollaro: la valuta unica si indebolisce verso il biglietto verde scivolando in area 1,05, -1,2%: si comporta similmente la Sterlina britannica, che col -1,1% odierno scende a 1,19 nel cross verso Dollaro.

Prosegue l’apprezzamento della valuta giapponese: il cambio Dollaro/Yen scende sotto la soglia 130,0 da 130,7 di ieri, al livello piu’ alto da 5 mesi, sull’ipotesi che la Banca centrale giapponese possa discontinuare la politica monetaria ultra-espansiva attuale: a suffragare tale scenario e’ la decisione dicembrina di alzare il limite di tolleranza dei Titoli di Stato JGB decennali a +0,50% dal precedente +0,25%.

Le Borse asiatiche stamani hanno chiuso in rialzo la prima seduta del 2023, noncuranti dei nuovi picchi di contagi Covid e dei dati delidenti sulla produzione industriale cinese. Con Tokyo ancora chiusa per festività, notiamo i progressi di Hong Kong +1,8%, Shanghai +0,9%, Shenzhen +0,9%, Mumbai +0,2%, e la marginale debolezza di Seul, -0,3%.

Dopo un avvio incerto, i principali indici azionari europei sono migliorati e chiudono la mattinata con progressi medi di +1,0%, come se avessero ormai metabolizzato il rallentamento economico e l’ulteriore aumento del costo del denaro nella 1’ parte dell’anno, sposando invece uno scenario di netto miglioramento congiunturale, minore inflazione e politica monetaria piu’ morbida nella 2’.

Intonazione positiva anche per i futures su Wall Street che anticipano riaperture positive di circa +0,8% per tutti i maggiori indici. Sarebbe un segnale incoraggiante di fiducia per il nuovo anno, dopo che il 2022 e’ stato il peggior dal 2008, con Nasdaq e S&P500 che hanno perso rispettivamente -33 e -20%!

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