[DIFFERENZA TRA ACCUMULAZIONE E DISTRIUZIONE]La fase di accumulazione è quel momento in cui il prezzo viene da un forte impulso ribassista ed inizia poi a lateralizzare
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
La fase di distribuzione , al contrario, è quel momento in cui il prezzo viene da un forte impulso rialzista e inizia poi a lateralizzare
Distribution
Wyckoff Logic & Road Map of the Price Richard Wyckoff ha descritto vari aspetti di grande profondita' di analisi come il rapporto prezzo volume , ed ha individuato uno schema di comportamento ripetitivo , ha individuato delle fasi , a livello generale sono 2 fasi : CAUSA & EFFETTO , queste due fasi a sua volta hanno delle sottoclassi : causa che genera un trend long ( mark up ) = accumulazione ( minimo) / causa che genera un trend short ( mark down ) = distribuzione . Insito nel suo studio vi e' una suddivisione degli attori del mercato nelle varie fasi , nelle cause vi e' una preponderanza di attivita' dei big player , i veri volumi secondo la logica di Wyckoff sono nelle cause , gli effetti sono una conseguenza della causa , gli effetti sono degli squilibri di domanda ed offerta . Comprendere queste dinamiche ripetitive che sono concettualizzate nello schema proposto riduce l'attivita' di analisi in poche semplici domanda : in quale fase siamo adesso ? Osservare il grafico su time frame daily - weekly e con l'ausilio di strumenti di analisi comprendere in quale fase dello schema ( Road Map ) e' il prezzo .
Richard Wyckoff has described various aspects of great depth of analysis such as the price / volume ratio, and has identified a pattern of repetitive behavior, has identified phases, in general there are 2 phases: CAUSE & EFFECT, these two phases in turn have of subclasses: cause that generates a long trend (mark up) = accumulation (minimum) / cause that generates a short trend (mark down) = distribution. In his study there is a subdivision of the market players in the various phases, in the causes there is a preponderance of activities of the big players, the real volumes according to Wyckoff's logic are in the causes, the effects are a consequence of the cause , the effects are supply and demand imbalances. Understanding these repetitive dynamics that are conceptualized in the proposed scheme reduces the activity of analysis in a few simple questions: in what phase are we now? Observe the graph on the daily - weekly time frame and with the aid of analysis tools understand in which phase of the scheme (Road Map) the price is.
4. Didattica: teoria di Dow e fasi di mercato (II)Le sei fasi di mercato della teoria di Dow individuano nella loro essenza due movimenti primari i quali, il primo rialzista e il secondo ribassista, costituiscono un ciclo di mercato completo. Dato che i movimenti non avvengono mai in linea retta, spesso avviene che le fasi di espansione, così come le fasi di flessione, siano durante il loro svolgimento intervallate da temporanei movimenti laterali, definiti come fasi di “riaccumulazione” o di “redistribuzione”.
Si tratta di situazioni di congestione nelle quali i prezzi tendono a muoversi (oscillare) in un delimitato spazio orizzontale (sideways trend) e dove si realizzano prese di beneficio da parte di alcuni soggetti che avevano operato subito nella prima fase del movimento di mercato.
Questa impostazione generale del ciclo di un mercato azionario è stata via via arricchita dagli analisti tecnici discepoli di Dow, con la formalizzazione di veri e propri modelli di evoluzione grafica (pattern) riferibili ai diversi momenti cruciali che caratterizzano lo stato di un mercato. In sostanza sono state codificate configurazioni tipiche per ogni fase; tali modelli grafici saranno illustrati successivamente in apposite sezioni.
3. Didattica: teoria di Dow e fasi di mercato (I)La teoria di Dow distingue ogni ciclo completo di mercato in sei fasi caratteristiche:
a) accumulazione: quando la maggioranza degli investitori è ancora convinta di essere in un mercato al ribasso, le cosiddette “mani forti” (gli investitori professionali e gli insider) iniziano ad acquistare a prezzi decisamente convenienti, nella consapevolezza che la fase ribassista risulta ormai in esaurimento. Gli acquisti, essendo molto consistenti in termini di controvalore, vengono fatti gradualmente, in modo da non muovere il listino al fine di non destare attenzione. Si forma così una serie di movimenti laterali, detta anche base o bottom;
b) convinzione: in questa seconda fase si diffonde nell’ambiente finanziario la convinzione che un nuovo mercato toro (rialzista) abbia ormai avuto inizio. Le quotazioni salgono e comincia a serpeggiare l’ottimismo;
c) speculazione: è l’ultima fase del rialzo. L’ottimismo è ormai alle stelle e si assiste ad una rapidissima crescita delle quotazioni. Entrano sul mercato anche le cosiddette “mani deboli”, tipicamente i piccoli risparmiatori, i quali immancabilmente decidono di comprare quando i prezzi sono vicini ai loro massimi, incoraggiati anche dall’enfasi che i mezzi di comunicazione pongono nel descrivere il boom borsistico in corso;
d) distribuzione: gli operatori dominanti nel mercato comprendono che il mercato toro è giunto ormai alla fine e cominciano ad alleggerire le proprie posizioni lunghe (cioè al rialzo). Questa fase avviene non istantaneamente ma nell’arco di un certo periodo, in modo da dare la possibilità alle mani forti di uscire dal mercato. La fase espansiva risulta, di conseguenza, indebolita e si crea un movimento laterale simile a quello formatosi precedentemente ai minimi di mercato, detto tetto o top;
e) panico: si manifesta all’improvviso un brusco declino dei prezzi. Dal momento che tutti si accorgono che il mercato non ha più nulla da dare gli operatori vendono al meglio (cioè al prezzo al quale il mercato risulta disposto in quel momento a comprare) per salvarsi dal ribasso generale;
f) frustrazione: questa è l’ultima fase del mercato orso, in cui gli ultimi soggetti rimasti con i titoli in mano li vendono a prezzi minimi assoluti. Normalmente si tratta proprio di quei piccoli risparmiatori che avevano acquistato sui massimi, durante la fase di speculazione. L’indebolimento di quest’ultima fase di flessione coincide con un nuovo processo di accumulazione.