GOLD | Domenica di studio.Salve traders, come state?
Io per le mie analisi uso le Charts di Capital.com, mi ci trovo molto bene, il grafico è lineare e preciso, ve lo consiglio.
Vi chiedo la gentilezza di Boostare questo post e di seguire il mio profilo così da favorire la mia divulgazione gratuita, a voi costa pochissimo ma per me fa un'enorme differenza.
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Considerata l'analisi di ieri, volevo studiare nel dettaglio la struttura attuale in 15 minuti, così posso farvi capire meglio il ragionamento dietro un'analisi, il post è indirizzato sul formativo.
La struttura attuale in 15 minuti è rialzista, vi ho evidenziato (con l'indicatore di range/prezzo) l'ondata principale e finale dell'attuale trend in questo timeframe.
Notate come, dopo aver iniziato a correggere, ha iniziato a creare una fase laterale, ancora in corso, essa sta creando 2 liquidità sotto i minimi e sopra i massimi, ci troviamo molto alti nella macro struttura, quindi vicini ad una possibile reazione SHORT.
Appunto mi piacerebbe immaginare più una ricerca di liquidità sopra i massimi, prendere zona supply fresca e poi crollare un po'.
Certo, non dimentichiamoci che la struttura è ancora rialzista, questo che significa? che per farlo crollare come si deve vorrò un break della zona che regge il trend, la fresh demand.
Spero che questi livelli possano tornarvi utili.
- Fulmine VERDE: Zona di valutazione LONG;
- Fulmine ROSSO: Zona di valutazione SHORT.
Fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti.
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Operate sempre responsabilmente con il rischio che potete permettervi.
Questa è solo un'analisi che condivido con voi e da cui potete prendere spunto, non consideratelo un segnale.
Buona valutazione e buon trading.
Ciau.
Analisi fondamentale
[Analisi Fondamentale vs Analisi Tecnica nel Forex]Analisi Fondamentale vs Analisi Tecnica nel Forex
Nel Forex trading, la scelta tra analisi fondamentale e analisi tecnica è una delle prime decisioni che ogni trader deve affrontare. Ma la verità è che non sono in conflitto: si completano a vicenda.
Analisi Fondamentale 🔍
L'analisi fondamentale nel mercato valutario
si basa sullo studio di:
• Dati macroeconomici (PIL, inflazione, tassi
d'interesse).
• Politiche monetarie delle banche centrali
(FED, BCE, BOE, ecc.).
• Eventi geopolitici e notizie economiche.
Vantaggi ✅
• Aiuta a comprendere la direzione di
lungo periodo di una coppia valutaria.
• Fondamentale per capire il contesto
macro dietro movimenti importanti.
• Utile per posizionarsi prima di decisioni
chiave (come i Non-Farm Payrolls o le
decisioni sui tassi).
Limiti ⚠️
• Meno efficace per il timing preciso.
• Richiede conoscenze economiche e
aggiornamenti costanti.
Analisi Tecnica 📈
L'analisi tecnica è lo strumento principale per la maggior parte dei trader
retail. Si basa su grafici, price action, pattern e indicatori tecnici come RSI,
MACD, medie mobili, ecc.
Vantaggi ✅
• Perfetta per trading intraday e swing.
• Offre segnali chiari di entrata e uscita.
• Si adatta a qualsiasi coppia valutaria
e timeframe.
Limiti ⚠️
• Non considera eventi economici
improvvisi (es. comunicati stampa).
• Rischio di falsi segnali in mercati
laterali o poco liquidi.
La chiave? L'equilibrio ⚖️
Nel Forex, l'approccio ibrido è spesso il più efficacie:
• Usa la fondamentale per capire dove si muove il mercato.
• Usa la tecnica per sapere quando entrare e uscire.
📌 Esempio :
Se la Fed annuncia un rialzo dei tassi, potresti aspettarti un USD più forte. Ma per entrare long su USD/JPY, aspetti un segnale tecnico chiaro (breakout, pullback, ecc.).
Cosa aspettarsi dal jobs report di settembre 2025Le attese degli analisti indicano che le nuove occupazioni (Non-Farm Payrolls, NFP) cresceranno di circa 75.000 unità, un dato simile ai 73.000 posti aggiunti di luglio, ma ben al di sotto delle cifre più robuste viste nei mesi precedenti. Il tasso di disoccupazione dovrebbe aumentare leggermente al 4,3%, il livello più alto dagli ultimi anni, mentre per il dato della crescita salariale media è previsto un rallentamento a circa il 3,7% su base annua. Questi numeri indicano un mercato del lavoro che sta progressivamente rallentando, in linea con i segnali di una crescita economica più contenuta e una lieve riduzione della pressione inflazionistica sui salari.
Tre scenari possibili per i mercati
La reazione dei mercati dipenderà fortemente dall’esito del report, che può dare luogo a uno di tre scenari distinti, con implicazioni diverse:
1. Scenario con dati superiori alle aspettative:
Se le nuove occupazioni supereranno le 250.000, il tasso di disoccupazione rimarrà sotto il 4% e la crescita salariale oltre il 4,2%, i mercati interpreteranno questo come un segnale di surriscaldamento dell’economia. Ciò potrebbe far sfumare le aspettative di un taglio dei tassi Fed a settembre e frenare i rialzi futuri. Conseguenze tipiche sono il ribasso, short term, degli indici azionari principali (S&P 500 sotto pressione), il rialzo dei rendimenti a 10 anni, il rafforzamento del dollaro e un tono di risk-off sui mercati.
2. Scenario con dati in linea con le aspettative:
Con un aumento dei posti di lavoro tra 25.000 e 250.000, disoccupazione tra 4.0%–4.3% e crescita salariale stabile sotto il 4,1%, si avrà una conferma di una crescita stabile ma non eccessiva. Questo scenario crea condizioni favorevoli per un taglio dei tassi a settembre, sostenendo una ripresa degli indici azionari, soprattutto quelli ciclici e tecnologici, mentre i rendimenti e il dollaro restano stabili o moderatamente in rialzo. È lo scenario migliore per chi fa trading ed investe nel medio termine in quanto i mercati si orientano alla crescita, sopratutto i settori sensibili ai tassi.
3. Scenario con dati inferiori alle aspettative:
Se l’occupazione crescerà di meno di 25.000 posizioni e la disoccupazione supererà il 4.4%, la preoccupazione principale sarà una possibile recessione non ancora scontata dai mercati. Nel breve termine si potrebbe assistere a un “rimbalzo” degli asset risk-on sulla speranza di tagli aggressivi dei tassi, ma nel medio termine l’incertezza e la paura di rallentamento peseranno su azioni e rendimenti a lungo. Dollaro debole e rally dell’oro sono tipici.
Cosa significa per chi fa trading
Il jobs report di oggi sarà lo snodo fondamentale per definire le aspettative sulla politica monetaria della Fed. Una lettura nel range delle aspettative rafforzerà il trend rialzista degli indici, favorirà settori ciclici e tecnologici e stabilizzerà i tassi di interesse. Uno scenario con dati superiori alle aspettative aumenterà la volatilità e spingerà i mercati verso un atteggiamento difensivo, mentre dati inferiori alle aspettative potrebbe generare un rally speculativo nel breve ma aumentare il rischio di correzioni.
Conclusione
Il jobs report USA di settembre 2025 non è solo un dato statistico, ma una bussola cruciale per capire verso quale direzione si muoverà l’economia americana e i mercati globali. Per i trader, la capacità di interpretarne correttamente le sfumature e di reagire rapidamente sarà decisiva per cogliere opportunità e limitare rischi in un contesto di crescente complessità economica.
I fondamentali più importanti del mercato forex Nel mondo del forex, anche chi si affida principalmente all’analisi tecnica non può ignorare l’impatto dei fondamentali economici. I dati di natura fondamentale sono i veri motori dei movimenti valutari e, se ben compresi, possono aiutarti a evitare errori costosi e a cogliere opportunità di trading più solide. Ecco i principali indicatori da monitorare e come usarli concretamente nel tuo trading.
1. Tasso di disoccupazione
Il tasso di disoccupazione misura la percentuale di persone senza lavoro in un paese. Un aumento della disoccupazione segnala una situazione economica debole e tende a indebolire la valuta nazionale. Al contrario, un calo della disoccupazione rafforza la valuta, perché indica crescita e fiducia nel futuro. Seguire i dati mensili sul lavoro (come il Non-Farm Payroll negli USA) e confrontarli con le attese degli analisti. Un dato migliore del previsto può offrire spunti per posizionamenti long sulla valuta interessata.
2. Prezzi delle case
L’andamento dei prezzi immobiliari riflette la domanda e la fiducia dei consumatori. Prezzi in crescita segnalano un’economia in salute e rafforzano la valuta, mentre un mercato immobiliare in crisi è spesso un campanello d’allarme. Monitorare i report mensili o trimestrali sui prezzi delle case, soprattutto nei paesi sviluppati. Un’accelerazione dei prezzi può anticipare rialzi dei tassi da parte della banca centrale.
3. Inflazione
L’inflazione misura la variazione dei prezzi di beni e servizi. Un’inflazione alta erode il potere d’acquisto e, se fuori controllo, indebolisce la valuta. Tuttavia, un’inflazione moderata è spesso segno di crescita. Seguire i dati CPI (Consumer Price Index) e PPI (Producer Price Index). Se l’inflazione supera le attese, la banca centrale potrebbe alzare i tassi, rafforzando la valuta.
4. Politica monetaria
Le decisioni delle banche centrali su tassi d’interesse e quantità di moneta in circolazione sono il driver principale dei cambi valutari. Tassi più alti attirano capitali esteri, rafforzando la valuta. Tassi bassi la indeboliscono. Seguire le riunioni delle banche centrali (come la Fed, la BCE o la BoE) e le dichiarazioni dei governatori. Le aspettative sui tassi spesso muovono il mercato più dei dati effettivi.
5. Stabilità politica
Le decisioni politiche, le elezioni e le crisi geopolitiche possono creare forte volatilità. Instabilità politica o incertezza sulle politiche economiche tendono a indebolire la valuta.
Monitorare le notizie politiche e i principali eventi globali. In caso di instabilità, valuta strategie difensive o riduci l’esposizione su valute a rischio.
Conclusione
I fondamentali sono la bussola del forex. Imparare a leggerli e interpretarli permette di anticipare i movimenti più importanti e di operare con maggiore sicurezza. Anche se si predilige l’analisi tecnica, integrare i fondamentali nella strategia farà la differenza tra un trading casuale e un trading professionale.
Il Kelly Criterion nel tradingIl Kelly Criterion è una formula matematica sviluppata da John L. Kelly Jr. nel 1956, originariamente concepita per ottimizzare le puntate nelle scommesse e successivamente adattata al mondo degli investimenti e del trading. La sua principale funzione è determinare la porzione ideale del capitale da rischiare in una singola operazione per massimizzare la crescita del capitale nel lungo termine, bilanciando opportunità di guadagno e rischio di perdita.
Nel trading, il Kelly Criterion si basa su due elementi fondamentali: la probabilità di vincita (W) di una singola operazione e il rapporto tra guadagni medie perdite medie (R). La formula originale del capitale da investire o rischiare è K=W − .
L’obiettivo è massimizzare il logaritmo del profitto atteso, evitando di rischiare troppo in una singola operazione e mantenendo un equilibrio che promuova una crescita esponenziale e sostenibile del capitale.
Per applicare il Kelly Criterion nel trading reale, un trader dovrebbe analizzare la propria performance storica, calcolando la percentuale di operazioni vincenti e perdenti e la media dei risultati positivi e negativi. Ad esempio, se un trader vanta un 60% di operazioni vincenti e un rapporto tra guadagni e perdite di 1.5, applicando la formula otterrà una quota di capitale da rischiare intorno al 20% per trade. Tuttavia, tale valore rappresenta un limite teorico. Molti esperti consigliano di “frazionare” tale valore (ad esempio rischiando un quarto o metà del Kelly suggerito) per minimizzare la volatilità e le perdite potenziali nei periodi di drawdown.
Il Kelly Criterion aiuta a evitare errori comuni come il sovra-investimento o l'assunzione di rischi eccessivi sulla base di percezioni emozionali, fornendo una strategia scientifica di money management. Inoltre, consente di adattare dinamicamente la dimensione della posizione alle condizioni di mercato e al proprio sistema, a differenza di metodi statici (ad esempio rischio fisso in percentuale senza considerare la probabilità e il rapporto di vincita).
Tuttavia, ci sono alcune limitazioni pratiche nell’uso del Kelly Criterion nel trading. Prima di tutto, la stima accurata di probabilità e rapporto guadagno/perdita è complessa, perché il mercato è influenzato da fattori variabili e molteplici. Inoltre, il Kelly pieno può portare a oscillazioni di capitale troppo marcate, soprattutto in mercati volatili o in strategie a breve termine. Per questo motivo, la maggior parte dei trader applica una versione “half-Kelly” o “quarter-Kelly”, riducendo la frazione calcolata per ridurre i rischi psicologici e finanziari.
Un uso appropriato del Kelly consente di gestire meglio le sequenze di perdite, preservando il capitale durante periodi difficili e sfruttando le serie vincenti per far crescere esponenzialmente il capitale. In questo senso, il Kelly Criterion diventa uno strumento potente per coniugare matematica e disciplina emotiva, due elementi indispensabili per la riuscita nel trading.
Rischio di credito FRANCIA: 2 barometri decisiviDall’annuncio del voto di fiducia dell’8 settembre 2025, la situazione politica francese è precipitata in una forte incertezza. Il primo ministro François Bayrou, alla guida di un governo di minoranza, si trova di fronte a un’opposizione determinata che ha già annunciato che voterà contro, rendendo la sua permanenza a Matignon molto improbabile. Questa fragilità politica ha immediatamente pesato sulla fiducia dei mercati: il premio di rischio e i costi di finanziamento aumentano per il governo e per le imprese francesi.
In caso di caduta del governo, l’ipotesi di elezioni anticipate e la prospettiva di nuove tensioni sociali, con mobilitazioni previste già dal 10 settembre, accentuano le preoccupazioni. In questo contesto, le autorità cercano di rassicurare affermando che la Francia rimane economicamente solida e che un bilancio per il 2026 sarà adottato nei tempi previsti, forse con l’istituzione di un cosiddetto governo “tecnico” anziché una nuova dissoluzione dell’Assemblea nazionale.
Questa incertezza può esercitare pressione sui tassi di interesse sovrani francesi e destabilizzare così banche e imprese francesi, con un effetto di contagio a livello dell’Eurozona.
La situazione peggiorerà o, al contrario, migliorerà in questo mese di settembre per la Francia e l’Eurozona?
Ecco due barometri di mercato da tenere sotto stretta osservazione e che saranno molto rilevanti per misurare l’evoluzione positiva o negativa di questo rischio “Francia”.
1. Primo barometro del rischio “Francia”: lo spread sui tassi a 10 anni tra Francia e Germania
Lo spread dei rendimenti obbligazionari a lungo termine tra Francia e Germania rappresenta il barometro di rischio definitivo per il debito pubblico francese. Più si amplia questo spread, più il mercato anticipa difficoltà per le finanze pubbliche francesi.
Attualmente tengo questo indicatore sotto stretta sorveglianza, poiché la sua traiettoria rialzista potrebbe diventare preoccupante oltre una certa soglia. Al contrario, se l’incertezza politica in Francia diminuisse, questo spread si ridurrebbe, rappresentando un segnale positivo per gli attivi finanziari europei.
Il grafico seguente mostra, in chiusura giornaliera, lo spread a 10 anni tra Francia e Germania:
2. Barometro secondario da seguire: il valore del rendimento francese a 10 anni rispetto al rendimento italiano a 10 anni
Un secondo barometro interessante è la differenza assoluta tra il rendimento sovrano francese a 10 anni e quello italiano. Mai il rendimento francese è stato superiore a quello italiano, e se ciò dovesse accadere, sarebbe un segnale di mercato molto negativo per la Francia, le sue banche e le sue imprese. Attualmente il rendimento francese rimane inferiore a quello italiano.
Il grafico seguente mostra i rendimenti francesi e italiani a 10 anni in forma di candele giapponesi quotidiane:
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I principali attori che muovono il mercato ForexIl mercato Forex rappresenta il più grande mercato finanziario al mondo, con milioni di partecipanti di varia natura. Per comprendere davvero come funziona questo mercato, è fondamentale conoscere chi sono i principali attori che lo influenzano e ne determinano i movimenti più rilevanti.
Governi
I governi sono i principali attori macroeconomici che influenzano il Forex attraverso le loro politiche economiche e politiche. Definiscono gli obiettivi economici nazionali e, tramite regolamentazioni e interventi, cercano di stabilizzare o indirizzare il valore delle valute per sostenere le esportazioni, controllare l’inflazione o favorire la competitività internazionale. Le azioni governative possono avere un impatto significativo sui mercati valutari soprattutto in termini di feedback politico o interventi diretti.
Banche centrali
Le banche centrali sono gli esecutori delle strategie governative e hanno un ruolo cruciale nel mercato Forex. Utilizzano strumenti come il controllo dell’offerta di moneta, la definizione dei tassi di interesse e le politiche creditizie per influenzare la domanda e l’offerta di valute. Intervengono attivamente nei mercati per stabilizzare o modificare il valore della propria valuta, utilizzando riserve in valuta estera e oro come leve di controllo. La Banca dei regolamenti internazionali e le maggiori banche centrali mondiali, tra cui la Federal Reserve americana, la BCE, la Banca del Giappone e la People's Bank of China, detengono enormi asset che condizionano fortemente il mercato Forex.
Banche commerciali
Le banche commerciali sono responsabili della maggior parte delle transazioni Forex quotidiane, soprattutto grazie alla gestione dei pagamenti internazionali per aziende e clienti privati. Secondo dati recenti, oltre il 70% del volume totale del Forex riguarda operazioni tramite banche commerciali. Oltre alla gestione del flusso di valuta, molte banche sono attive sul fronte speculativo, utilizzando sofisticate strategie di trading per trarre profitto dalle fluttuazioni valutarie.
Imprese multinazionali
Le grandi imprese operanti a livello globale sono costantemente impegnate in operazioni di cambio valuta per gestire flussi di capitale tra le filiali, pagamenti a fornitori o ricavi da mercati esteri. Le multinazionali svolgono anche attività di copertura ("hedging") per proteggersi dal rischio di oscillazioni valutarie che potrebbero influire negativamente sui loro bilanci. La loro partecipazione costante contribuisce a mantenere un flusso costante di scambi, conferendo liquidità ai mercati.
Fondi di investimento e hedge funds
I fondi di investimento professionali, incluse le grandi società di gestione patrimoniale e gli hedge funds, rappresentano gli investitori istituzionali più sofisticati attivi nel Forex. Questi operatori maneggiano capitali spesso enormi e impiegano tecniche avanzate di analisi quantitativa, trading algoritmico e gestione del rischio. La loro attività speculativa può influenzare significativamente i movimenti di prezzo, creando spinte nei mercati sia a breve che a medio termine.
Conclusioni
Il mercato Forex è un ecosistema complesso, governato dall’interazione dinamica di diversi tipi di partecipanti, ciascuno con obiettivi e funzioni differenti. I governi e le banche centrali detengono il potere strategico e normativo, mentre le banche commerciali e le multinazionali gestiscono il flusso fondamentale delle valute. I fondi di investimento e gli hedge funds aggiungono volatilità e movimenti speculativi. Conoscere questi attori permette ai trader di comprendere meglio le dinamiche di mercato e di affinare la propria strategia tenendo conto delle diverse influenze presenti sui mercati valutari.
L’impatto del dato Unemployment Claims sui mercati finanziariIl dato Unemployment Claims rappresenta uno degli indicatori più monitorati per comprendere lo stato di salute dell’economia statunitense. Misura il numero di persone che richiedono per la prima volta il sussidio di disoccupazione settimanale, offrendo così un aggiornamento rapido sul mercato del lavoro. Un dato più alto del previsto segnala un peggioramento del mercato del lavoro, mentre un dato più basso suggerisce un’economia in miglioramento. Questo risultato influenza profondamente i mercati valutari (forex) e delle materie prime, poiché riflette le aspettative sulla crescita economica, sulla politica monetaria e sui rischi di recessione.
Possibili scenari per l’oro (GOLD)
L’oro ha una relazione inversa con la forza dell’economia e dei tassi d’interesse reali. Quando le Unemployment Claims aumentano, suggerendo un peggioramento dell’occupazione e dunque un possibile rallentamento economico, le banche centrali possono stimolare l’economia con politiche monetarie più accomodanti (taglio dei tassi, espansione della massa monetaria). Questo favorisce l’oro, considerato un bene rifugio e una protezione dall’inflazione e dall’incertezza. Al contrario, un miglioramento del mercato del lavoro e delle Unemployment Claims porta spesso a rialzi dei tassi, riducendo l’appeal dell’oro e spingendo i prezzi verso il basso.
Un dato Unemployment Claims più alto del previsto potrebbe far salire il prezzo dell’oro in zona 3416. Un dato più basso, invece, potrebbe portare ad un calo fino alla zona 3310 - 3325.
Possibili scenari su EUR/USD
Per la coppia EUR/USD, il dato Unemployment Claims riflette la forza relativa dell’economia americana. Un dato peggiore del previsto è generalmente ribassista sul dollaro USA, causando un deprezzamento del dollaro rispetto all’euro e quindi una possibile salita della coppia EUR/USD. Un dato migliore rafforza il dollaro, favorendo ribassi della coppia EUR/USD. Al contempo, la situazione economica europea e le politiche della BCE influenzano il cambio, ma i dati statunitensi restano il driver principale. Un dato Unemployment Claims peggiore può portare a un rialzo di EUR/USD fino alla zona 1,1760. Al contrario, un dato migliore potrebbe spingere il cross al ribasso fino alla zona 1,1450.
Possibili scenari per le coppie con dollaro australiano (AUD/CHF, AUD/NZD, AUD/CAD)
Il dollaro australiano è sensibile ai dati del mercato del lavoro statunitense, oltre che all’andamento globale e al contesto di rischio. Un peggioramento delle Unemployment Claims USA, accompagnato da attese di rallentamento globale, spesso pesa sul dollaro australiano, considerato una valuta correlata al movimento delle materie prime.
Un aumento dei sussidi di disoccupazione USA potrebbe accentuare le pressioni ribassiste su queste coppie. Un dato invece sotto le attese potrebbe supportare un rimbalzo del dollaro australiano.
Possibili scenari su GBP/USD
Sulla coppia GBP/USD, un aumento delle Unemployment Claims USA (indicazione di rallentamento negli USA) può deprimere il dollaro e sostenere il prezzo della sterlina. Al contrario, dati in discesa sulle Unemployment Claims rafforzano il dollaro e possono far scendere GBP/USD. Le zone di attenzione sono 1,36 in caso di dati peggiori delle aspettative e 1,33 in caso di dati migliori delle attese.
Analisi del dato preliminare del PMI statunitense 08/2025I dati preliminari dei PMI statunitensi di agosto 2025 mostrano un quadro economico solido, indicativo di una crescita che potrebbe accelerare nel terzo trimestre. Questi dati, pubblicati da S&P Global, offrono indicazioni concrete sulle dinamiche di domanda, produzione, inflazione e mercato del lavoro negli Stati Uniti.
Secondo Chris Williamson, chief business economist di S&P Global Market Intelligence, il PMI flash combinato manifatturiero e servizi ha raggiunto livelli che indicano una crescita dell’economia americana a un tasso annualizzato del 2,5%. Si tratta di un miglioramento significativo rispetto alla crescita media dell’1,3% rilevata nei primi due trimestri dell’anno. Segnale importante è il rafforzamento della domanda, presente sia nel settore manifatturiero sia in quello dei servizi, che però sta mettendo sotto pressione la capacità produttiva delle aziende. In particolare, la crescita delle vendite ha causato un accumulo di lavori arretrati a livelli non visti dal picco delle limitazioni legate alla pandemia del 2022. Questi arretrati, insieme a un aumento record delle scorte di prodotti finiti, suggeriscono che le imprese stanno cercando di prepararsi a possibili difficoltà nelle catene di approvvigionamento future, un tema ricorrente dato il contesto di tensioni commerciali e tariffe. Dal punto di vista dell’inflazione, il quadro è chiaro e preoccupante per i mercati. Le aziende stanno trasferendo ai clienti i maggiori costi causati da tariffe e da una crescita dei prezzi degli input, portando a un aumento dei prezzi di vendita di beni e servizi al livello più alto degli ultimi tre anni. Questo suggerisce che l’inflazione dei prezzi al consumo potrebbe continuare a salire oltre il target del 2% fissato dalla Federal Reserve nei prossimi mesi.
Il messaggio è che la cosiddetta “reflazione”, cioè crescita economica accompagnata da inflazione in aumento, è probabilmente l’orizzonte più realistico per i mesi a venire. In questo scenario, le probabilità di un taglio dei tassi già a settembre si riducono drasticamente. I dati in arrivo, tra cui i Nonfarm Payrolls (NFP) e il Consumer Price Index (CPI) della prima settimana di settembre, saranno fondamentali per confermare questa tendenza. NFP deboli o un CPI superiore alle attese potrebbero azzerare definitivamente le aspettative di allentamento monetario.
In sintesi, i dati PMI di agosto sottolineano un’economia in buona salute ma con un’inflazione ancora sostenuta. Ciò significa adottare strategie che tengano conto di tassi elevati e potenziali sfide inflazionistiche e gestire con attenzione il rischio in vista di possibili movimenti repentini del mercato nei giorni cruciali di inizio settembre.
Lo scandalo “Salad Oil”Nel novembre del 1963, Wall Street venne scossa dallo scandalo finanziario noto come il "Salad Oil Scandal". Anthony De Angelis, un abile truffatore, riuscì a ingannare banche e investitori convincendoli a prestare denaro garantito da un inventario di olio di soia inesistente. Il trucco era semplice ma geniale. L’olio galleggia sull’acqua. Durante le ispezioni, i controllori trovavano olio in superficie nei serbatoi, ma sotto c’era solo acqua. La frode venne alla luce quando le banche iniziarono a scoprire che le garanzie su cui avevano basato i prestiti erano false. American Express, tramite la sua controllata specializzata in logistica e magazzinaggio, aveva emesso ricevute per l’inventario inesistente, finendo così coinvolta nello scandalo. Le perdite per le banche furono ingenti e il titolo di American Express crollò vertiginosamente. La reputazione dell’azienda, costruita sulla fiducia, sembrava irrimediabilmente compromessa. La maggior parte degli investitori pensava che fosse la fine per la storica società. In questo clima di panico generale, Warren Buffett adottò un approccio completamente diverso. Mentre Wall Street vendeva in massa, Buffett decise di fare ricerca sul campo. Visitò ristoranti e negozi nella sua Omaha natale, ponendo una semplice domanda ai gestori: “State ancora accettando carte American Express?”. La risposta fu sorprendentemente univoca: sì, i clienti continuavano a usare le carte AmEx e i commercianti le accettavano regolarmente. Il business core di American Express non era stato intaccato dallo scandalo. Questa capacità di vedere ciò che gli altri non vedevano, Buffett la definisce "variant perception", ovvero la capacità di avere un’opinione differente e più accurata rispetto al consenso generale. Mentre gli altri investitori vendevano, Buffett acquistava, arrivando a investire quasi metà del suo fondo in American Express, violando tutte le regole convenzionali di diversificazione. La pazienza fu la chiave del successo. Oggi, Berkshire Hathaway detiene oltre il 20% di American Express, con una quota valutata più di 25 miliardi di dollari. La maggior parte degli investitori tende a confondere i titoli sensazionalistici con i fondamentali reali, vendendo nel momento peggiore, quando il panico domina il mercato. La chiave è saper distinguere tra problemi temporanei e declino permanente, e avere la pazienza di aspettare che il mercato riconosca il valore reale. Il caso American Express insegna che la paura e il panico possono offuscare il giudizio degli investitori, mentre un approccio disciplinato e contrarian può trasformare una crisi in un’opportunità di lungo termine.
Luglio 2025. Il mese dei record per Nasdaq e S&P 500Luglio 2025 è stato un mese storico per gli investitori, in particolare per i mercati azionari statunitensi. Il Nasdaq Composite ha raggiunto ben 14 nuovi massimi storici di chiusura durante il mese, un record senza precedenti per un luglio. Questo numero è doppio rispetto al totale registrato in tutto il 2024 e supera i precedenti record stabiliti nel luglio del 1977 e 1997. Contemporaneamente, anche l’S&P 500 ha siglato 10 nuovi massimi assoluti, un risultato di rilievo che in passato si è visto solo in due altre occasioni. L’anno in corso si distingue per la sua forza sui mercati: da inizio anno, l’S&P 500 ha chiuso a nuovi massimi storici in 15 occasioni, attestandosi come il secondo anno più positivo dal 2021, dietro al 2024 che aveva visto 57 nuovi record. La spinta al rialzo è stata supportata da vari fattori chiave. Il buon andamento della stagione degli utili societari, con molte grandi aziende che hanno superato le attese degli analisti, e segnali positivi sull’economia statunitense, come la resilienza dei consumi e aspettative di politica monetaria relativamente accomodante. Il settore tecnologico ha guidato il rally, con titoli di grandi dimensioni legati all’intelligenza artificiale e all’innovazione che hanno trainato il Nasdaq verso nuovi traguardi. Per chi opera in modo strategico e disciplinato, il contesto attuale rappresenta un’opportunità significativa, pur mantenendo sempre attenzione alla gestione del rischio.
Chi sarà il prossimo presidente della Fed dopo Powell?Il mandato di Jerome Powell alla guida della Federal Reserve (FED) scade nel maggio 2026. La questione della sua successione è già in corso ed è attivamente perseguita dall'attuale amministrazione Trump, che sta cercando di modificare la governance della Fed al fine di abbassare nuovamente il tasso dei federal funds statunitensi.
1) Il FOMC (Federal Open Market Committee) stabilisce la politica monetaria della FED
La FED è la principale istituzione di politica monetaria della più grande economia del mondo. Il suo presidente è la figura di riferimento (ma si noti che il suo voto conta solo per 1, come per gli altri 11 membri votanti del FOMC) di un'istituzione che agisce in modo indipendente come garante della stabilità finanziaria, della lotta all'inflazione e della gestione dei cicli economici. In un contesto di debito pubblico massiccio, tensioni geopolitiche persistenti e guerra commerciale, sarà decisiva la scelta del successore di Powell, che sta resistendo alle pressioni “dovish” del Presidente Trump, che vuole che la Fed riprenda il taglio dei tassi, fermi dal dicembre 2024.
Il Federal Open Market Committee (FOMC) ha 12 membri votanti:
- 7 membri del Consiglio dei Governatori della FED:
o Sono nominati dal Presidente degli Stati Uniti e confermati dal Senato.
o Il loro mandato è lungo (14 anni al massimo) per garantire l'indipendenza della banca centrale.
o Tra questi, il Presidente della FED (attualmente Jerome Powell) e il Vicepresidente partecipano automaticamente al FOMC.
- 5 Presidenti regionali della Federal Reserve (dei 12 esistenti):
o Il Presidente della Fed di New York ha un seggio permanente.
o Gli altri 4 seggi ruotano ogni anno tra le altre 11 banche regionali.
o I Presidenti regionali sono nominati dal Consiglio di amministrazione di ciascuna Federal Reserve regionale, ma la loro nomina deve essere approvata dal Consiglio dei governatori.
Per prendere la decisione di riprendere a tagliare il tasso dei federal funds è necessaria la maggioranza, ossia 7 voti su 12. Il Presidente della FED ha un solo voto e non ha diritto di veto. D'altra parte, ha una forte influenza sugli altri membri del FOMC, ed è qui che il suo impatto è decisivo.
Cliccando sull'immagine sottostante, potete accedere al nostro articolo sull'attuale equilibrio di potere tra i 12 membri votanti del FOMC.
La procedura è quindi chiara: il Presidente degli Stati Uniti nomina il futuro Presidente della FED, che è poi soggetto a conferma da parte del Senato. Il mandato è di quattro anni, rinnovabile, e spesso si basa sulla continuità istituzionale piuttosto che sulla rottura con il passato. Poiché il mandato di Powell scade nel maggio 2026, l'amministrazione Trump ha avviato il processo di sostituzione, esercitando al contempo una forte pressione sulla Fed affinché tagli i tassi di interesse più volte da qui alla fine dell'anno.
2) Christopher Waller è attualmente il candidato favorito per sostituire Jerome Powell a partire dalla primavera del 2026
Il sito Polymarket ci permette di seguire in tempo reale le aspettative del mercato sul futuro presidente della Fed. C'è una probabilità non trascurabile che Trump annunci la sua scelta prima della fine del 2025, un altro modo per mettere pressione a Jerome Powell, che dovrebbe lasciare il suo incarico nel maggio 2026.
Sembra che Christopher Waller sia attualmente il candidato favorito a succedere a Jerome Powell, essendo attualmente uno dei membri più dovish del FOMC. Naturalmente, queste probabilità possono cambiare molto rapidamente e noi le seguiremo regolarmente su TradingView, quindi non esitate a seguire il nostro account per essere avvisati delle nostre prossime analisi.
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Cos’è la volatilità dei mercatiLa volatilità di mercato è una delle caratteristiche essenziali che spiegano perché alcuni strumenti finanziari si muovono rapidamente e in modo imprevedibile, mentre altri appaiono lenti e poco mossi.
Cos’è la volatilità di mercato
La volatilità è definita come il grado di variazione del prezzo di un asset finanziario in un dato intervallo di tempo. In pratica, misura quanto rapidamente e quanto ampiamente il prezzo di uno strumento può salire o scendere. Un’alta volatilità indica grosse oscillazioni di prezzo in brevi periodi, con ritmi rapidi e movimenti spesso imprevedibili. Al contrario, una bassa volatilità si traduce in movimenti più lenti e regolari, con variazioni contenute. Questo spiega perché alcuni mercati o strumenti sembrano più "veloci" o "dinamici", mentre altri risultano più stabili e "lenti" nel loro andamento.
Cause della volatilità
Le principali cause di volatilità sono eventi economici e geopolitici. Fattori come instabilità politica, conflitti, disastri naturali e pubblicazioni di dati economici influenti possono scatenare reazioni forti e spesso caotiche nei mercati, aumentando così la volatilità. Ad esempio, durante la pandemia di Covid-19, si sono viste variazioni rapide e intense, come nel caso della coppia GBP/USD che ha subito grosse cadute guidate da paura e panico. Al contrario, la mancanza di notizie rilevanti o periodi di relativa stabilità generalmente portano a mercati meno volatili.
Come misurare la volatilità
Il più diffuso tra i trader è l’indicatore ATR (Average True Range), che calcola la media delle variazioni di prezzo su un determinato periodo, mostrando quanto un asset tende a muoversi quotidianamente. Tuttavia, per i principianti, interpretare indicatori complessi può risultare difficile. Un modo semplice per valutare la volatilità è osservare l’azione del prezzo e in particolare le candele sul grafico. Barre di grandezza significativa, ben più ampie della media delle candele usuali, indica forte volatilità. Movimenti repentini e alternati verso l’alto e il basso, testimoniano un mercato altamente volatile, con pressioni di domanda e offerta molto dinamiche.
Opportunità o rischio
Un mercato altamente volatile è una sfida da gestire. Per i trader alle prime armi, la forte variabilità è spesso un segnale di allarme. Movimenti rapidi possono far scattare stop loss prematuramente e richiedono un monitoraggio costante e un’adeguata esperienza nella gestione del rischio. D’altra parte, mercati con scarsa volatilità sono spesso percepiti come "noiosi" e portano guadagni modesti, poiché i prezzi si muovono lentamente e offrono meno spunti per operazioni profittevoli. La soluzione migliore per molti è cercare mercati o strumenti con volatilità media, dove il movimento dei prezzi è sufficiente per creare opportunità ma non così estremo da sfuggire al controllo e alla gestione del rischio.
Conclusioni
Conoscere la propria tolleranza alla volatilità è un passo fondamentale per costruire una strategia di trading efficace e sostenibile. Valutare preventivamente il grado di volatilità di uno strumento aiuta a evitare mercati troppo rischiosi o troppo fermi, adattare la dimensione delle posizioni e scegliere correttamente le tecniche di gestione del rischio.
Analisi del dato CPI U.S.A. del 12 agosto 2025Nel luglio 2025, l’inflazione misurata dall’Indice dei Prezzi al Consumo (CPI) è rimasta stabile al 2,7%, leggermente al di sotto delle aspettative degli analisti fissate al 2,8%. Tuttavia, mentre l’inflazione generale è rimasta invariata, l’inflazione core, che esclude i prezzi dell’energia e degli alimentari volatili, ha mostrato una crescita a 3,1%, superando le attese del 3,0% e segnando il primo rialzo sopra il 3% da febbraio 2025. Questo dato indica una pressione inflazionistica sottostante più persistente di quanto il dato complessivo lascerebbe intendere.
Pressioni inflazionistiche su beni e servizi essenziali
Nonostante il tasso generale del CPI sembri contenuto, l’inflazione su molte categorie di beni e servizi di prima necessità continua a essere elevata, aggravando il costo della vita per i consumatori. Tra i settori con maggiori aumenti percentuali si evidenziano:
- Gas naturale per uso domestico: +13,8% su base annua, uno degli aumenti più significativi che pesa notevolmente sulle utenze domestiche.
- Riparazioni auto: +6,5%, riflettendo sia l’aumento dei costi delle componenti, sia le tariffe di manodopera.
- Servizi ospedalieri: +5,8%, indicativo delle pressioni crescenti nel settore sanitario.
- Elettricità: +5,5%, un altro segmento energetico in aumento.
- Assicurazioni auto: +5,3%, influenzate da dinamiche di mercato e rischi assicurativi.
- Carne e uova: +5,2%, riflettendo i costi più alti di produzione e approvvigionamento.
- Proprietà immobiliare: +4,1%, con implicazioni su mutui e costi di mantenimento della casa.
- Consumi fuori casa: +3,9%, che impatta il budget quotidiano delle famiglie.
- Affitti: +3,5%, una componente importante del costo abitativo.
Questi incrementi mostrano come la pressione inflazionistica sia concentrata soprattutto su spese fondamentali e fisse per molte famiglie americane, contribuendo a un impatto reale ben superiore al dato aggregato.
Tendenze recenti e contesto economico
Va sottolineato che l’inflazione core è in aumento da tre mesi consecutivi, un fenomeno che non si vedeva da settembre 2022. Questo indica che, nonostante i dati generali più moderati, i prezzi di beni e servizi al netto della componente energetica e alimentare stanno consolidando una crescita più stabile e una possibile resistenza alle politiche monetarie restrittive adottate dalla Federal Reserve.
Implicazioni per il mercato e il trading
Per trader e investitori, questi dati confermano un contesto di inflazione persistente, che può influenzare le decisioni relative ai tassi di interesse.
Un’inflazione core più robusta potrebbe indurre la banca centrale a mantenere, o anche irrigidire, la politica monetaria più a lungo del previsto.
I mercati energetici e dei beni di consumo fondamentali tenderanno a mostrare maggiore volatilità, offrendo sia opportunità che rischi.
I settori sensibili ai costi di energia, trasporti e sanità potrebbero subire pressioni sui margini aziendali o rialzi di prezzi che si riverberano sulle valutazioni azionarie.
Il surplus commerciale della Cina in crescitaNegli ultimi 12 mesi, la Cina ha registrato un surplus commerciale complessivo di oltre 1,2 trilioni di dollari, un record storico che segna un raddoppio rispetto a cinque anni fa. Questo aumento straordinario riflette il forte rimbalzo delle esportazioni cinesi a livello globale, anche escludendo gli Stati Uniti, e la crescita del surplus manifatturiero che ha raggiunto i 2 trilioni di dollari, superando i livelli storici mai visti in nazioni esportatrici come Germania e Giappone.
La dinamica del surplus commerciale
Il surplus commerciale, ossia la differenza positiva tra esportazioni e importazioni di beni, è significativamente cresciuto negli ultimi anni grazie alla capacità della Cina di rafforzare le sue esportazioni verso mercati diversi dagli Stati Uniti. Negli ultimi 18 mesi, le esportazioni cumulative verso il resto del mondo (escluso il mercato americano) sono cresciute di circa 400 miliardi di dollari, toccando un record di circa 3,2 trilioni di dollari Questa espansione commerciale si è realizzata nonostante le crescenti tariffe statunitensi imposte durante la disputa commerciale tra le due superpotenze. Le aziende cinesi hanno saputo diversificare i mercati di destinazione, incrementando le spedizioni verso paesi dell’Asia sud-orientale, l’Unione Europea e altre regioni, mitigando l’impatto dei dazi e mantenendo un flusso di export solido e crescente.
Surplus manifatturiero ai massimi storici
Oltre al surplus commerciale generale, la Cina ha battuto un altro record storico nel suo surplus manifatturiero, arrivando a 2 trilioni di dollari. Questo dato evidenzia il ruolo dominante della Cina come “fabbrica del mondo”, con una produzione industriale altamente competitiva e un’esportazione di prodotti manifatturieri che supera ampiamente quella di paesi noti per la loro capacità produttiva avanzata. Il surplus manifatturiero cinese supera non solo i livelli di Germania e Giappone, due riferimenti globali storici, ma sottolinea anche l’enorme peso della manifattura cinese nell’economia mondiale, confermando la posizione del Paese come leader indiscusso nelle esportazioni di beni industriali.
Impatto e contesto globale
Il sorpasso e l’espansione del surplus commerciale cinese avvengono in un contesto di crescenti tensioni commerciali con gli Stati Uniti, che hanno imposto tariffe significative sulle merci cinesi negli ultimi anni. Tuttavia, la Cina è riuscita a bilanciare questa pressione attraverso accordi commerciali con altri paesi e strategie di diversificazione. I dati più recenti evidenziano che, sebbene le esportazioni verso gli Stati Uniti siano diminuite – con un calo del 20% circa negli ultimi mesi – quelle verso altre regioni come Europa, Giappone e Corea del Sud sono aumentate sensibilmente. Questa resilienza sottolinea la robustezza e l’adattabilità della produzione cinese.
La capacità della Cina di continuare a espandere il surplus dipenderà da fattori quali la gestione delle relazioni commerciali con gli Stati Uniti, l’evoluzione della domanda globale e la sua strategia di crescita economica interna ed esterna.
Confirmation bias nel tradingNel trading, uno degli errori cognitivi più comuni e dannosi, specialmente tra i trader alle prime armi, è il confirmation bias o bias di conferma. Questo fenomeno psicologico porta il trader a cercare, interpretare e valorizzare solo le informazioni che confermano le sue convinzioni preesistenti, ignorando o sminuendo invece quelle che le contraddicono. Comprendere questo meccanismo è essenziale per migliorare la capacità di analisi e prendere decisioni più equilibrate e redditizie.
Cos’è il confirmation bias
Il confirmation bias è una tendenza naturale della mente umana a confermare le proprie idee, evitando il disagio di doverle mettere in discussione. In ambito trading, ciò significa che un investitore convinto, ad esempio, della bontà di un asset come Bitcoin, tenderà a selezionare dati e notizie che supportano un’aspettativa rialzista, mentre minimizzerà o ignorerà segnali ribassisti o critiche valide. Questa distorsione porta spesso a perseverare in errore, mantenendo posizioni in perdita più a lungo del necessario, con conseguenze finanziarie rilevanti.
Sintomi e comportamenti collegati
I principali segnali del confirmation bias includono:
1) Negligenza dei fatti oggettivi e dati contrari.
2) Interpretazione delle informazioni sempre a favore delle proprie convinzioni.
3) Considerazione esclusiva dei dati che confermano il proprio punto di vista.
4) Ignoranza completa o rifiuto di informazioni sfidanti o contrarie.
Impatti sul trading
Il confirmation bias può compromettere gravemente la qualità delle decisioni sul mercato. Può portare a:
Gestione del rischio inefficace, come mantenere posizioni perdenti troppo a lungo.
Sovrastima eccessiva delle proprie previsioni, che alimenta euforia ingiustificata.
Mancata percezione di inversioni o cambiamenti di trend, perdendo opportunità di uscita o ingresso.
Rigidità mentale che impedisce di adattare la strategia alle nuove condizioni di mercato.
Come contrastare il confirmation bias
Per evitare questa trappola mentale, il trader deve allenarsi a osservare il mercato da prospettive diverse, valutando con equilibrio sia segnali rialzisti sia ribassisti. Alcune strategie utili includono:
Analizzare il mercato dal punto di vista sia dei compratori sia dei venditori, cercando di valutare quale forza prevalga.
Mantenere sempre aggiornate le proprie opinioni e pronti a rivederle in base ai nuovi dati.
Sviluppare un piano di trading chiaro con criteri oggettivi di ingresso, uscita e gestione del rischio, attenendosi alle regole.
Utilizzare strumenti e indicatori che forniscono segnali oggettivi e quantitativi, riducendo l’intervento emotivo.
Tenere un diario di trading per analizzare i propri errori di giudizio e riconoscere quando si cade nella trappola del bias.
Conclusioni
Il confirmation bias è un ostacolo psicologico potente nel trading che può portare a decisioni irrazionali e perdite finanziarie significative. Riconoscerlo è il primo passo per superarlo. L’approccio consigliato è quello di adottare una mentalità flessibile e critica, bilanciando sempre le proprie convinzioni con dati oggettivi e considerazioni alternative. Solo così un trader può migliorare la propria capacità decisionale e costruire nel tempo una strategia più efficace e sostenibile.
Il debito delle famiglie AmericaneNegli Stati Uniti, il secondo trimestre del 2025 segna un nuovo record storico sul fronte del debito delle famiglie. Secondo i dati della Federal Reserve Bank di New York, a giugno la somma totale dei debiti detenuti dalle famiglie americane ha raggiunto 18.390 miliardi di dollari, un incremento di 185 miliardi rispetto al trimestre precedente e di 592 miliardi rispetto a un anno fa. È un segnale chiaro di quanto gli americani stanno accumulando debiti a ritmi sempre più sostenuti, soprattutto per affrontare le spese della vita quotidiana.
Composizione del debito.
Mutui immobiliari.
Il debito per le case è cresciuto di 131 miliardi nel trimestre, toccando il massimo storico di 12.940 miliardi di dollari. Il mercato immobiliare resta sostenuto nonostante prezzi elevati e costi dei mutui in aumento.
Carte di credito.
Il debito su carte è salito di 27 miliardi e ora si avvicina nuovamente al record di 1.210 miliardi di dollari. In media, ogni americano con debiti su carta di credito ha un saldo superiore a 10.000 dollari. Si segnala inoltre un incremento dei limiti concessi dalle banche, segnale che gli istituti di credito rimangono "generosi" nonostante i rischi.
Prestiti auto.
Anche i finanziamenti per l’acquisto di veicoli sono aumentati (+13 miliardi nel trimestre), raggiungendo anch’essi un record di 1.660 miliardi di dollari. I prezzi elevati delle auto nuove e usate spingono molti consumatori a finanziarsi per periodi sempre più lunghi.
Prestiti degli studenti.
I prestiti per l’istruzione sono saliti di 7 miliardi, toccando i 1.640 miliardi di dollari. Dopo la ripresa dei pagamenti, si osserva una crescita significativa dei casi di morosità e ritardi nei pagamenti.
Cosa significa tutto questo per l’economia
L’ondata di debito ha effetti diretti sulla salute finanziaria delle famiglie. Per molti, il peso delle rate e degli interessi si traduce in minori risparmi e consumi più prudenti. Si segnala una crescita nei tassi di morosità, soprattutto su prestiti studenteschi e automobili. Questo aumento del rischio, unito all’erosione della capacità di spesa da parte delle famiglie, può influenzare negativamente il PIL e il mercato del lavoro nei prossimi trimestri. Settori sensibili al consumo interno (retail, auto, banche) potrebbero registrare maggiore volatilità in caso di peggioramento degli indicatori di credito e consumo. Se il debito dovesse limitare la spesa, la Fed potrebbe rallentare o sospendere rialzi futuri, con ricadute su tassi, dollaro e obbligazioni. Attenzione ai dati sulle insolvenze. Il monitoraggio dei tassi di default (soprattutto su carte di credito e prestiti auto/studenti) può offrire preziosi segnali anticipatori su possibili correzioni di mercato o stress bancari.
Breakout TradingIl breakout trading è una delle strategie più diffuse tra i trader di tutti i livelli di esperienza. La teoria alla base appare semplice: bisogna individuare un livello chiave di supporto o resistenza e posizionare un trade nel momento in cui avviene la rottura (breakout) di quel livello, con l’aspettativa di un movimento impulsivo del prezzo nella direzione della rottura. Tuttavia, mettere in pratica questa tattica è ben più complesso e richiede disciplina, analisi e pazienza. Di seguito vengono illustrati sette passi fondamentali per affrontare il breakout trading in modo efficace.
1. Identificazione dei livelli chiave
La prima e più importante sfida per un breakout trader è riconoscere livelli chiave di supporto e resistenza o linee di tendenza significative. È fondamentale utilizzare timeframe maggiori come il daily o il weekly per garantire la rilevanza del livello. Questi livelli rappresentano barriere psicologiche che, una volta rotte, possono innescare movimenti significativi.
2. Attendere il breakout confermato
Non basta vedere il prezzo oltrepassare un livello per considerare valido un breakout. Occorre una conferma, che tipicamente si basa sulla chiusura della candela oltre (o sotto) il livello di riferimento, sempre sul timeframe principale in cui è stato definito. Tale criterio riduce i falsi segnali, comuni nelle fasi di mercato volatile. Ad esempio, una chiusura decisa sopra una resistenza su timeframe settimanale è un segnale molto più affidabile rispetto a un tentativo di rottura su timeframe intraday.
3. Attendere il retest del livello rotto
Dopo il breakout, è frequente che il prezzo torni a testare il livello appena rotto, trasformato in supporto o resistenza (a seconda della direzione della rottura). Questo retest rappresenta un’ottima opportunità di ingresso con un rischio più contenuto, grazie a un miglior rapporto rischio/rendimento. Sebbene non tutti i breakout vengano retestati, rinunciare a questa fase può compromettere la redditività a lungo termine.
4. Definire con precisione il target
Al momento di aprire la posizione sul retest, è essenziale stabilire obiettivi realistici di profitto basati su livelli strutturali rilevanti, quali supporti/resistenze successivi o aree di consolidamento precedenti. Evitare di impostare target eccessivamente ambiziosi o basati su desideri personali è cruciale per mantenere una strategia sostenibile nel tempo.
5. Impostare uno stop loss efficace
La gestione del rischio è altrettanto importante dei potenziali guadagni. Lo stop loss deve essere posto in modo logico, generalmente sotto (o sopra) un livello minore di struttura che possa fungere da ultima linea di difesa (“last line of defense”). In questo modo si evita lo stop hunting, ovvero quei movimenti artificiali del prezzo volti a far scattare gli stop, e si protegge il capitale da perdite ingiustificate.
6. Avere pazienza nel trade
Dopo aver aperto il trade con target e stop loss prefissati, il trader deve mantenere la calma e la disciplina, evitando di interferire con la posizione. Spesso il mercato può consolidare o muoversi lateralmente prima di partire in maniera impulsiva. La pazienza è una delle qualità fondamentali per il successo nel breakout trading.
7. Uscire solo ai livelli prestabiliti
La tentazione di modificare stop loss e take profit per tentare di salvare un trade o aumentare i guadagni può essere allettante, ma spesso è controproducente. Rispettare i livelli originari e non lasciarsi guidare dall’emotività aiuta a costruire una strategia sostenibile e ad aum
Analisi conferenza stampa di POWELL del 30 Luglio 2025Il discorso di Jerome Powell del 30 luglio 2025 rappresenta un passaggio cruciale per comprendere lo stato attuale e le prospettive della politica monetaria degli Stati Uniti.
Le parole chiave di Powell.
Powell ha ribadito che l’attuale politica monetaria “ci lascia in una posizione ben bilanciata”. In altre parole, la Federal Reserve non è intenzionata a muovere i tassi in tempi brevi. La FED preferisce attendere nuovi dati, valutare il quadro economico ed essere pronti a reagire solo in caso di necessità. Il tasso sui fed funds resta invariato tra il 4,25% e il 4,5%. L’obiettivo è mantenere la massima occupazione e riportare l’inflazione al target del 2% nel lungo periodo.
Crescita più lenta e consumi deboli.
Il centro dell’analisi risiede nel rallentamento della crescita. Il PIL nella prima metà dell’anno è cresciuto del 1,2%, contro il 2,5% del 2024. Questo calo riflette soprattutto una frenata della spesa dei consumatori, che rimane il principale motore dell’economia statunitense.
Settori in sofferenza e rischio inflazione.
Il settore immobiliare continua a essere debole. Al tempo stesso, l’inflazione resta “piuttosto elevata”, con l’indice PCE totale al 2,5% e quello “core” al 2,7% su base annua. Nonostante questo, la componente dei servizi sta lentamente rallentando mentre i dazi imposti dal governo stanno spingendo al rialzo i prezzi di alcune categorie di beni. Powell ha sottolineato come l’impatto dei dazi potrebbe essere temporaneo o trasformarsi in pressione inflazionistica persistente. In questo scenario, la Fed preferisce essere prudente.
Fed spaccata, mercato incerto.
Per la prima volta da oltre trent’anni, due membri (Bowman e Waller) hanno votato contro la decisione di mantenere i tassi fermi, chiedendo invece un taglio. Questo segnala una crescente spaccatura interna nella Fed, sintomo dell’elevata incertezza che domina la politica monetaria.
Nuovi dazi e tensioni geopolitiche
Nel giorno della decisione, nuovi dazi sono stati annunciati dal Presidente Trump, ovvero 40% sul Brasile e 50% sull’import di prodotti in rame. Queste mosse accentuano la pressione sui costi di produzione e lasciano prevedere che la trasmissione dei rincari ai consumatori possa continuare nei prossimi mesi, mantenendo alta l’inflazione e rinviando ogni eventuale taglio dei tassi.
In conclusione, Powell mantiene una posizione attendista e la Fed non appare pronta a tagliare i tassi a breve. Per i mercati e per i trader ciò implica maggiore selettività, attenzione alla volatilità e all’esposizione ai diversi rischi macro e geopolitici. È un periodo in cui la prudenza, la gestione del rischio e la capacità di adattarsi rapidamente al mutare delle condizioni saranno fattori chiave di successo sui mercat
Perché sovrastimare una singola operazione è un erroreNel percorso di ogni trader uno degli errori psicologici più frequenti riguarda la sovrastima dell’impatto di una singola operazione di trading. Questo atteggiamento, se non riconosciuto e corretto, può minare la disciplina, la fiducia nel proprio sistema e, di conseguenza, la redditività complessiva nel tempo.
La dinamica dell’errore
Durante l’andamento di una posizione aperta, i trader possono spesso sentirsi ansiosi o frustrati nel vedere il prezzo avvicinarsi al proprio stop loss o approcciare il take profit senza però raggiungerlo. Questa tensione emotiva comune spinge molti a prendere decisioni impulsive come allungare arbitrariamente lo stop loss con la speranza che il mercato torni a favore, o chiudere parzialmente o totalmente la posizione troppo presto per “salvare” un guadagno potenziale o limitare una perdita.
Tali azioni, però, spesso peggiorano il risultato finale.
Perché sovrastimare una singola operazione è un errore
Il trading è un’attività che si misura nel lungo periodo e non nei risultati di una singola operazione. Come affermò il celebre investitore Peter Lynch: “In questo lavoro, se sei bravo, hai ragione sei volte su dieci. Non sarai mai nella giusta direzione nove volte su dieci.” Questo concetto sottolinea l’importanza di considerare l’insieme delle operazioni piuttosto che focalizzarsi sull’esito di una singola posizione. Il mercato è influenzato da una moltitudine di fattori imprevedibili, economici, politici, psicologici e tecnici, che rendono impossibile vincere costantemente ogni trade. Questo non significa che si debba accettare l’approccio casuale, ma piuttosto che un trader di successo sviluppa e calibra una strategia che produce risultati complessivamente positivi e consistenti nel tempo.
Effetti della sovrastima del singolo trade
Una percezione eccessiva dell’importanza di una singola perdita può portare a:
Rimodellare arbitrariamente la strategia, facendo modifiche impulsive alle regole consolidate, spesso con esiti peggiori.
Abbandonare il piano di trading, interrompendo la disciplina e l’aderenza al sistema, rischiando la coerenza e la gestione del rischio.
Comportamenti emotivi e irrazionali come overtrading, revenge trading o stop loss non rispettati, che aumentano la volatilità emotiva e finanziaria.
Come imparare a gestire l’impatto delle singole perdite
Adottare una visione a lungo termine. Considerare ogni operazione come un “mattoncino” di un edificio molto più grande. La ricchezza nel trading si costruisce nel tempo, attraverso una serie continua di scelte coerenti.
Tenere un diario di trading dove annotare motivazioni, risultati e stato emotivo di ogni operazione. Ciò aiuta a mantenere la lucidità e a ridimensionare le perdite.
Stabilire aspettative realistiche. Un buon sistema non deve vincere sempre, ma deve avere un rapporto rischio/rendimento favorevole e una percentuale di successo basata su regole testate.
Rispettare sempre il piano di trading. Le deviazioni dal sistema colpiscono la profittabilità più delle singole perdite. La disciplina è la chiave per il successo.
Conclusioni
I trade persi sono inevitabili e fanno parte del “gioco”. Sovrastimare il loro impatto significa compromettere la capacità di mantenere sangue freddo, disciplina e coerenza strategica. Il vero obiettivo di un trader è sviluppare una strategia calibrata per produrre risultati positivi e consistenti sul lungo termine, non evitare ogni singola perdita. Accettare l’inevitabilità delle perdite e focalizzarsi sulla performance aggregata è uno dei maggiori passi avanti verso la maturità e la sostenibilità nel trading.
Cicli di mercato. Come riconoscerli e sfruttarli nel tradingTutti i mercati finanziari attraversano cicli di espansione e contrazione. Comprendere queste fasi è fondamentale per chi fa trading, perché permette di evitare errori comuni e cogliere le migliori opportunità.
Fase di espansione (Uptrend)
Caratterizzato da ottimismo, fiducia, avidità.
I prezzi salgono, l’entusiasmo cresce e sempre più investitori entrano sul mercato, spesso spinti dalla paura di “perdere il treno”. Quando l’euforia prende il sopravvento, si possono creare bolle speculative. In questa fase, molti comprano senza valutare il valore reale degli asset, convinti che i prezzi saliranno all’infinito. Quando tutti parlano di un asset e i media sono pieni di notizie positive, spesso il rischio di inversione aumenta.
Distribuzione
È la fase in cui gli investitori più esperti (smart money) iniziano a vendere gradualmente, mentre gli investitori meno esperti continuano a comprare. A volte questa fase è poco visibile e il mercato passa direttamente al ribasso. Volumi elevati senza nuovi massimi nei prezzi possono essere un segnale di distribuzione.
Contrazione (Downtrend)
Caratterizzato da ansia, negazione, panico.
I prezzi iniziano a scendere. All’inizio molti non vogliono accettare la fine del trend rialzista (“tornerà su!”). Quando i ribassi accelerano, subentrano paura e panico. Molti vendono in perdita vicino ai minimi, in quella che viene chiamata capitolazione.
Non bisogna restare convinti della speranza che il mercato torni subito a salire. Spesso il recupero richiede tempo.
Accumulo
Dopo la capitolazione, la volatilità diminuisce e i prezzi si muovono lateralmente. In questa fase, gli investitori più pazienti e informati iniziano ad accumulare posizioni in vista di una futura ripresa. Volumi in aumento su movimenti laterali, notizie ancora negative ma prezzi che smettono di scendere.
Come sfruttare i cicli di mercato nel trading
1. Imparare a riconoscere le emozioni dominanti. Seguire il sentiment di mercato (ottimismo estremo = rischio alto - pessimismo diffuso = opportunità). Usare indicatori come Fear & Greed Index o l’analisi dei volumi per capire in che fase ci si trova.
2. Non inseguire il mercato. Evitare di comprare in euforia o di vendere nel panico. Pianificare le entrate e le uscite in base a segnali oggettivi, non all’emotività.
3. Diversificare e gestire il rischio. In fase di espansione, prendere profitto gradualmente. In fase di contrazione, considerare strategie di copertura o ridurre progressivamente l’esposizione. Usare sempre stop loss per proteggere il capitale.
4. Essere pazienti nelle fasi laterali. L’accumulo richiede tempo. Studia i fondamentali e attendi segnali di inversione prima di aumentare le posizioni.
Conclusione
I cicli di mercato sono inevitabili e riconoscerli è la chiave per un trading di successo. Non farsi guidare dalle emozioni della massa. Osservare, analizzare ed agire con disciplina. Ricorda che le migliori opportunità spesso nascono nei momenti di maggiore pessimismo, ma solo chi ha un piano chiaro e una gestione del rischio efficace saprà coglierle.
L’analisi Top-DownL’analisi Top-Down rappresenta una delle strategie più efficaci per analizzare e operare nei mercati finanziari, permettendo al trader di orientarsi partendo da una visione macro per arrivare a decisioni dettagliate e precise. Questo approccio consiste nell’esaminare diverse scale temporali in modo sequenziale, al fine di individuare le zone di prezzo più significative e di decidere quando e come entrare in posizione.
Time frame settimanale
Il primo passaggio dell’analisi Top-Down riguarda il time frame settimanale. Su questa scala temporale, il trader osserva l’azione di prezzo degli ultimi anni, individuando le principali zone di domanda e offerta e tracciando la direzione di lungo termine del mercato. Questi livelli rappresentano, infatti, le aree dalle quali spesso partono i movimenti più forti e definitivi. Tuttavia, va ricordato che su questo time frame la dinamica è molto lenta, con il prezzo che rimane spesso lontano da queste zone chiave per settimane o mesi. L’obiettivo principale è quindi mappare questi livelli, che fungono da punti di riferimento fondamentali per le successive analisi.
Time frame giornaliero
Successivamente, si passa al time frame giornaliero, che offre una prospettiva a medio termine, mostrando l’andamento del prezzo nell’ultimo anno circa. Anche a questo livello la priorità è riconoscere trend e livelli chiave. In questa fase, il trader inizia a focalizzarsi su livelli di supporto e resistenza più attuali, impostando alert su almeno due cluster di prezzo vicini per anticipare i potenziali punti di ingresso o di inversione.
Time frame 4 ore (4H) e 1 ora (1H)
L’ultimo stadio riguarda l’analisi su time frame intraday, in particolare quelli a 4 ore (4H) e 1 ora (1H). Qui il trader osserva l’azione di prezzo più dettagliata, concentrandosi sui pattern candlestick e sulle figure di analisi tecniche che possono segnalare la reazione del mercato ai livelli precedentemente individuati. L’obiettivo è trovare segnali di conferma che attestino la validità di un livello di supporto o resistenza, come breakout di trend line o di necklines orizzontali. Questi segnali sono fondamentali per decidere il momento esatto di apertura di una posizione, poiché indicano la reale volontà degli attori di mercato di comprare o vendere in quelle zone.
Questa metodologia combinata permette di bilanciare il quadro complessivo con le dinamiche a breve termine, minimizzando il rischio di false entrate e massimizzando le possibilità di operare in accordo con la direzione prevalente del mercato, sia per seguire trend sia per cogliere inversioni. L’uso di alert e una gestione attenta del timing, unita a un’accurata identificazione delle zone chiave e dei pattern intraday, rappresentano i pilastri di una corretta strategia Top-Down.
Analisi del PMI USA Luglio 2025Il dato PMI è un indicatore chiave della salute economica di un Paese perché misura la variazione dell’attività manifatturiera e dei servizi.
PMI manifatturiero: 49,5 (in netto calo dai 52,9 di giugno), sotto la soglia critica di 50 che separa espansione da contrazione.
PMI dei servizi: 55,2 (in aumento rispetto ai 52,9 di giugno), segnala un forte slancio del comparto.
PMI composito: 54,6 (in crescita da 52,9), indica un’accelerazione dell’attività economica generale guidata dai servizi.
Questa espansione appare “preoccupantemente disomogenea”. Difatti il settore dei servizi è in netta crescita, mentre il manifatturiero mostra segni di debolezza per la prima volta nel 2025.
Il PMI manifatturiero sotto 50 segnala che l’industria sta tornando in fase di contrazione.
La perdita di slancio è attribuibile al calo degli ordini dopo l’effetto temporaneo generato da nuove tariffe, davanti alle quali molte aziende avevano anticipato acquisti e produzione nei mesi precedenti.
L’occupazione manifatturiera (secondo ISM) è in contrazione da 18 degli ultimi 20 mesi, con una perdita di 82.000 posti in un anno. Oggi il peso degli occupati nel manifatturiero è solo l’8% dei non-farm payrolls, un minimo storico.
Questo quadro segnala che il comparto industriale statunitense è sotto pressione.
Il settore servizi traina la crescita grazie alla domanda interna; il suo PMI è su livelli massimi da sette mesi. Sia le aziende manifatturiere sia quelle dei servizi riportano aumenti di costi e prezzi di vendita, attribuiti ai dazi e al rincaro del lavoro.
L’incremento dei prezzi registrato a luglio è tra i più elevati degli ultimi tre anni e potrebbe avere impatti diretti sull’inflazione al consumo, che resterà ben sopra il target del 2% della Federal Reserve nei prossimi mesi.
Le aziende stanno ancora cercando di assorbire una parte dei costi attraverso le scorte, ma questo “buffer” non durerà a lungo. Quando finirà, è probabile che i rincari vengano maggiormente trasferiti sui consumatori.