Bitcoin (Criptovaluta)
Trading #Bitcoin 📉 - Analisi del 18-2-2022Il sistema Algotrading Multiday è : short dalla chiusura del 17/02/2022
performance posizione: 1,02%
performance YTD: -11,02%
performance 1 anno: 258,00%
Numero operazioni chiuse ultimo anno 32
Profit/loss medio per operazione ultimo anno 8,06%
Percentuale trade in gain ultimo anno 59,38%
Percentuale trade in loss ultimo anno 40,63%
Oggi primo tentativo di rottura del supporto, nei prossimi giorni possibile anche piccolo ribalzo, ma in ogni caso il trend ribassista sembra si stia organizzando per portare stabilmente sotto 40K.
Supporti:
1° 39670
2° 37600
Resistenze:
1° EMA 50
2°44200
Mi raccomando osservare, discutere, Like se via piace, ma come sempre per l'operatività usare sempre la propria testa!!
Trading #Bitcoin 📉 - Analisi del 17-2-2022Il sistema Algotrading Multiday entra short in chiusura del 17/02/2022
performance YTD: -11,81%
performance 1 anno: 251,47%
In chiusura
Numero operazioni chiuse ultimo anno 32
Profit/loss medio per operazione ultimo anno 7,86%
Percentuale trade in gain ultimo anno 59,38%
Percentuale trade in loss ultimo anno 40,63%
Commento
Crollo molto importante nella giornata odierna; a livello grafico se perde il supporto in zona 39600 la discesa potrebbe continuare in modo molto deciso
Supporti:
1° 39670
2° 37600
Resistenze:
1° EMA 50
2°44200
Mi raccomando osservare, discutere, Like se via piace, ma come sempre per l'operatività usare sempre la propria testa!!
Ethereum: Trendline di lungo periodo confermata.Anche Ethereum come Bitcoin e molte altre criptovalute che in questo periodo storico stanno facendo fronte ad un forte ritracciamento, stanno reggendo la trendline logaritmica di lungo periodo.
A nostro avviso si tratta di un forte segnale di consolidamento del trend di lungo raggio. Per quanto il mercato criptovalutario soffra da sempre periodi di fortissimo ritracciamento, sino ad oggi questi hanno sempre rispettato il ciclo di crescita dalla loro quotazione.
Questi tipi di analisi che proponiamo con cadenza settimanale devono aiutare l'investitore (che al momento potrebbe trovarsi in forte perdita) a non farsi prendere dall'emotività ma nel mantenere le proprie scelte di investimento anche in una fase di mercato così delicata.
Nonostante l'importante correlazione che ad oggi si riscontra con il Nasdaq e con il periodo negativo che i mercati finanziari stanno vivendo, l'impostazione di lungo periodo su ethereum e molte altre criptovalute si conferma essere rialzista.
Per chi invece preferisce restare prettamente speculativo la rottura al rialzo dei $ 3000 per token potrà rivelarsi un importante spartiacque nelle prossime settimane. È probabile che il prezzo oscilli diverse volte intorno a questo delicato numerario per poi prendere una direzione di medio periodo.
L'ultima considerazione che vogliamo portare alla luce dei nostri lettori consiste nel fatto che nelle ultime settimane i volumi di contrattazione di ETH si stanno comprimendo sempre più. L'analisi statistica ci suggerisce che nel giro di poche settimane potrebbe essere presa una direzionalità più marcata.
Report by
Matteo Bernardi
Dominance BTC, com'è la situazione?Una dato spesso sottovalutato è la Dominance di BTC all'interno del mercato Crypto.
Ormai da maggio 2021 il 50% del totale della capitalizzazione di mercato delle crypto è sulle altcoin, piuttosto che su BTC.
Siamo entrati in un range che oscilla tra i il 40% ed il 50%.
Ma perché è può essere un dato importante?
In caso di bear market forte ci potrebbe essere il sell off su molte delle altcoin più rischiose e con i fondamentali "più deboli".
Al contrario, una continuazione di trend ribassista della Dominance dimostrerebbe maggior forza delle altcoin contro Bitcoin.
Calma, gesso e tanto studio.
MatPizzini
Analisi Ciclica 16/02/2022 (Ciclo settimanale)Salve Trader
Aggiornamento ciclico settimanale
Ciclo intermedio
Le strutture cicliche dell' intermedio o trimestrale(90 giorni )come da foto sono poco chiare , abbiamo due ipotesi di partenza del ciclo 8 gennaio che sino ad ora sto considerando valida ,e il 24 gennaio dove se btc dimostra forza saro costretto a rivedere i calcoli .
Invece sui sottocicli pare ci sia piu ordine specialmente sul settimanale dove sta rispettando ad oggi armonia ciclica .
Necessita spero in settimana un aggiornamento di questo ciclo
Ciclo settimanale
abbiamo avuto due settimanali con un po di forza e molto correlati con i btplan questo non vuol dire che abbiamo la bacchetta magica,in mercati in generale non hanno strutture geometriche fisse ma variabili , possono in certi momenti avere armonia ma immediatamente dopo perderla e ritrovarsi in confusione come il ciclo intermedio di cui ho accennato sopra.
In realta il nostro caro ciclo settimanale che stiamo osservando partito il 14 febbraio sembra avere meno forza rispetto hai precedenti si deve portare sopra 45865k per smentire la mia affermazione entro il 20 febbraio dove in base alle regole cicliche inizia la fase di debolezza alla ricerca della chiusura prevista il 24 febbraio circa.
Conclusioni
Ricordiamoci sempre che eventi esogeni improvvisi non sono scritti sui prezzi ,la situazione generale e molto incerta .
sicuramente BTC sembra essere un po piu resiliente rispetto al passato ha dimostrato nelle fasi di ribasso dei mercati tradizionali maggiore forza .
Continua la stretta correlazione Btc / shitcoin che amplificano i movimenti e la volatilità per chi ha esposizioni su di esse.
Sul ciclo in esame non mi aspetto grossi movimenti la struttura sia tecnica sembra essersi incanalata in un barra di congestione laterale .
Supporto importante 41619k dove eventuali rotture a ribasso compromettono il ciclo rialzista settimanale la rottura in tempi idonei della resistenza dei 45865k potrebbe confermare un inversione di trend ribassista .
la velocità ciclica sembra essere in aumento la sua media sta per attraversare la linea di equilibrio dello zero ma purtroppo questi movimenti sono caratterizzati da pochi volumi che non mi danno conforto.
Spero possa essere utile.
Le vostre considerazioni e commenti sono molto gradite.
Un vostro Like o commento mi stimola con il nuovo percorso che abbiamo iniziato.
Tutti i mercoledi ho preso l'impegno di pubblicare aggiornamenti ciclici settimanale grazie a Voi che mi stimolate .
Cordiali Saluti
Peppetronic
Trading #Bitcoin 📈 - Analisi del 15-2-2022Il sistema Algotrading Multiday è : long dalla chiusura del 06/02/2022
performance posizione: 3,95%
performance YTD: -4,29%
performance 1 anno: 314,23%
Numero operazioni chiuse ultimo anno 31
Profit/loss medio per operazione ultimo anno 10,14%
Percentuale trade in gain ultimo anno 61,29%
Percentuale trade in loss ultimo anno 38,71%
Commento
siamo alla prova del 9, stiamo entrando in area di forti resistenze, che se superate direi che confermano definitivamente la ripresa del trend rialzista di medio periodo:
1) prima resistenza area blu
2) EMA 200 daily
3) 47000$
Supporti:
1° 43500
2° EMA 50
Resistenze:
1° 45700 $
2° EMA 200
Mi raccomando osservare, discutere, Like se via piace, ma come sempre per l'operatività usare sempre la propria testa!!
Trading #Bitcoin 📈 - Analisi del 14-2-2022Il sistema Algotrading Multiday è : long dalla chiusura del 06/02/2022
performance posizione: 0,55%
performance YTD: -7,42%
performance 1 anno: 295,35%
In chiusura
Numero operazioni chiuse ultimo anno 31
Profit/loss medio per operazione ultimo anno 9,53%
Percentuale trade in gain ultimo anno 61,29%
Percentuale trade in loss ultimo anno 38,71%
Commento
Dal mio punto di vista la direzione verrà presa solo al superamento di 45700 (trend rialzista) e 40900 (trend ribassista)
Supporti:
1° 43500
2° EMA 50
Resistenze:
1° 45700 $
2° EMA 200
Mi raccomando osservare, discutere, Like se via piace, ma come sempre per l'operatività usare sempre la propria testa!!
NATO-Russia? La prospettiva dei mercati crypto e tradizionaliNelle ultime settimane è tornata a salire la tensione internazionale per la questione ucraina. Le origini della crisi risalgono al 2014, quando alcuni gruppi di ribelli filo-russi provenienti da diverse province orientali dell’Ucraina occuparono le sedi istituzionali locali proclamando l’indipendenza. La vicenda è passata alla storia come la guerra del Donbass (prendendo il nome dalla omonima regione orientale ucraina) ed ha coinvolto gli oblast di Donetsk, Lugansk e Charkiv, nonché la Crimea, da allora considerata una vera e propria regione russa a seguito di un referendum popolare (sebbene la NATO e l’Unione Europea non l’abbiano mai riconosciuta come tale). Dopo l’annessione russa della Crimea, la guerra di fatto è diventata una vera e propria guerra di posizione, che ha visto da un lato lo schieramento di forze russe al confine e dall’altro l’esercito ucraino, supportato da diversi contingenti militari occidentali. La situazione è rimasta inalterata fino alle ultime settimane, quando la tensione è tornata a salire a causa di un rafforzamento delle truppe sia russe che occidentali.
L’Ucraina, fin dai tempi più remoti, ha sempre rappresentato una zona strategica nei rapporti di forza globali. Questa è considerata un ponte naturale per la connessione dell’Europa all’Asia e in molti conflitti della storia antica e moderna è stata protagonista di invasioni straniere, dalle scorrerie mongole dell’Orda d’Oro del XIII secolo d.C. all’Operazione Barbarossa condotta dalla Germania nazista durante la Seconda guerra mondiale. Oltre alla sua posizione strategica, l’Ucraina rappresenta anche un vasto territorio ricco di risorse, dal grano (di cui è il terzo esportatore mondiale) ai vasti giacimenti di carbone, gas e petrolio, ma anche per le floride industrie siderurgiche e agricole (a maggior parte situata proprio nell’oblast di Donetsk). Inoltre, dopo la Turchia, l’Ucraina rappresenta il secondo Stato per influenza sul Mar Nero, questo almeno fino al 2014 e all’occupazione russa della Crimea, che ha privato lo Stato ucraino di uno dei suoi porti più importanti, ovvero Sebastopoli. Inoltre, occorre menzionare come gran parte dei gasdotti russi che riforniscono l’Europa di gas naturale passino proprio dal territorio ucraino.
Attualmente, gli interessi e gli attori internazionali coinvolti nella questione ucraina sono diversi, tanto che il conflitto si è spinto ben oltre la singola contesa territoriale tra Russia e Ucraina. I due schieramenti contrapposti vedono da un lato la coalizione tra Russia e Cina, mentre dall’altro l’Ucraina sostenuta dalla NATO, in particolare dagli Stati Uniti e dall’Unione europea. Facciamo ora una breve rassegna delle posizioni dei soggetti internazionali coinvolti:
L’Ucraina per tutto il ‘900 è stata sempre sottoposta all’influenza russa, prima come Repubblica dell’Unione Sovietica e poi come Stato satellite russo. Dal 1991, dopo la dissoluzione dell’URSS, l’Ucraina ha iniziato a guardare all’occidente, stringendo rapporti sempre più stretti con la Comunità europea e con la NATO, senza però entrarvi mai a farne parte. A partire dal 2013 vi furono aspre proteste pro-europee della popolazione contro l’ex Presidente filo-russo Janukovyč che portarono alla caduta del governo e alla elezione di Porošenko di vedute notoriamente europeiste. L’elezione del nuovo presidente fu il fattore scatenante delle rivolte armate in Crimea e Donbass da parte della popolazione filo-russa. Dopo le elezioni del 2019, che hanno visto trionfare Zelenskyj, la linea politica del governo ucraino non è cambiata e ancora oggi l’Ucraina porta avanti i rapporti per l’integrazione nell’Unione europea e nella NATO, che attualmente è prevista tra il 2024 ed il 2030.
La Russia, dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica, ha comunque mantenuto rapporti “feudali” con diverse ex-Repubbliche sovietiche, in primis Bielorussia, Ucraina e Kazakistan. Questo creava una sorta di zona cuscinetto tra l’espansione europeista e la neonata Federazione Russa. Tuttavia, con l’annessione all’Unione della Finlandia nel 1995 e delle Repubbliche Baltiche e Polonia nel 2004, questa zona si è ridotta notevolmente. Con i moti europeisti del 2014 in Ucraina, il Presidente russo Putin si è fortemente opposto ad un ulteriore allargamento dell’UE e della NATO verso est, ritenendolo una minaccia per Mosca.
L’Unione europea viaggia invece su due binari differenti: se da un lato le istituzioni europee condannano fortemente le attività russe in Ucraina, i singoli Stati membri si dimostrano più cauti, in particolare Germania e Francia, che stanno cercando di mantenere rapporti amichevoli con Putin per evitare escalation militari irreversibili.
Anche la NATO, e in particolare gli Stati Uniti, condanna le azioni di Putin in Ucraina e minaccia forti ritorsioni in ambito economico e politico qualora la Russia intraprenda l’invasione del territorio ucraino. È di queste ore la notizia di come Biden abbia invitato i cittadini americani a rimpatriare perentoriamente prima di una escalation militare. Così come durante la Guerra Fredda, ancora una volta emerge come i rapporti tra USA e Russia siano tornati a preoccupare l’intera comunità mondiale.
Sullo sfondo, ma non di minor rilevanza, vi sono poi altri attori coinvolti, in primis la Cina, la quale ha stretto proprio recentemente nuovi accordi con la Federazione Russa sulle forniture di gas tra i due Stati. È noto come Xi Jinping nutra una certa simpatia per il Presidente russo, tanto che più volte si è dimostrato concorde con le idee e le preoccupazioni russe, in particolare sull’allargamento della NATO, considerato una minaccia anche per la prima economia asiatica. Inoltre, la Cina si sta trovando a vivere una situazione analoga dall’altra parte del mondo, con la recente annessione di Hong Kong e le mire espansionistiche rivolte verso Taiwan, principale produttore mondiale di semiconduttori. Oltre alla Cina, un altro attore da non sottovalutare è la Turchia, membro NATO che però negli ultimi anni ha coltivato una particolare ambizione imperialista in Medio Oriente e in Nord Africa. Anche Erdogan, così come Xi Jinping, si è dimostrato particolarmente aperto ad accordi sul gas russo e attualmente, nonostante la posizione della NATO, rappresenta lo Stato più neutrale nei confronti della crisi ucraina. Infine, occorre analizzare la questione kazaka. Anche in Kazakistan, recentemente, vi sono stati diversi moti rivoluzionari contro il Governo che hanno portato il Presidente Tokayev a richiedere l’intervento dell’esercito russo, confermando come anche il Kazakistan resti fortemente allineato con Mosca.
Alla luce delle varie posizioni dei diversi Stati, è possibile ipotizzare quali potrebbero essere le conseguenze di un eventuale conflitto in Ucraina, soprattutto sui mercati. In caso di una guerra tradizionale, come accadde durante la Seconda guerra mondiale, è ipotizzabile come vi possa essere una forte correzione del mercato, con conseguente aumento dei prezzi di materie prime e inflazione. Tuttavia, difficilmente questa correzione potrebbe tradursi in un cambio di trend, anche se non è da sottovalutare il peso dell’attuale situazione economica americana ed europea, già fortemente provata dall’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 e alla necessità delle banche centrali di alzare i tassi d’interesse. Qualora invece all’invasione russa seguano solo sanzioni di tipo economico da parte dei paesi occidentali (tra cui l’espulsione dai mercati finanziari occidentali delle compagnie e delle banche russe), la contromossa russa potrebbe essere quella di tagliare l’esportazione di gas in Europa, andando ad aggravare ulteriormente il rincaro energetico che già sta colpendo l’intera economia europea. In questo caso, è possibile ipotizzare un cambio di trend dei mercati del vecchio continente, che sarebbe necessario per adeguare la finanza all’economia reale. Probabilmente, da questa situazione a giovarne sarebbero i mercati asiatici, che si troverebbero a godere delle risorse energetiche russe a basso costo e al rallentamento delle economie europee. Anche gli Stati Uniti potrebbero giovare di tale situazione, grazie soprattutto alla possibilità di aumentare le importazioni di gas in Europa, prendendosi una grande fetta di mercato. Più complicata sarebbe invece la situazione in caso di deterioramento dei rapporti tra Xi Jinping e Biden, che comunque non è un’opzione da escludere.
Con riferimento al mercato crypto, ad oggi il rincaro energetico sta già portando diversi miners a sospendere le attività di estrazione. Come abbiamo già trattato in altri articoli, emerge come Bitcoin sia correlato ai mercati finanziari tradizionali soprattutto nei momenti di crisi e nei crolli (come si è potuto vedere anche nel recente crollo di marzo 2020 causato dall’emergenza sanitaria). Oltre a ciò, occorre ricordare come ad oggi il 70% dei miners di Bitcoin si trovi in quattro Stati: USA, Kazakistan, Russia e Canada. Si tratta di Stati in cui l’approvvigionamento energetico non costituisce un problema primario, poiché tutti questi paesi godono di grandi riserve energetiche che difficilmente porteranno a rincari energetici troppo elevati. Anzi, in caso di espulsione della Russia dai mercati tradizionali, Bitcoin potrebbe dimostrarsi uno strumento valido per permettere alla Federazione Russa di partecipare ai mercati globali.
Report a cura di:
Tommaso Martinelli
BITCOIN - POSSIBILE RITRACCIAMENTO SELLSiamo difronte ad una struttura tecnica di BTC che è molto propensa ad un ritracciamento imminente in area 40.000$.
Da tenere d'occhio il grafico settimanale in quanto la continua curvatura al ribasso delle medie mobili 21, 50 e 70 porterebbe ad un ritorno mirato in area 30.000$. Da segnalare inoltre la stabilizzazione della MA200 in W1 a 20.000$.
Personalmente vedo e continuo a portare avanti la mia tesi di UP e DOWN continui con +-30% di BTC nell arco medio di 3 settimane.
Quando si sale, si deve vendere e quando si scende si deve comprare, sfruttando al massimo questa volatilità causata dalla situazione macro che stiamo vivendo. L'inflazone dovrà tornare bassa e il covid dovrà esserre soltanto un ricordo, prima di vedere nuovi ATH di BTC nel lungo periodo. Mettendo le mani avanti, posso dire di aspettare ed accumulare ora fino al 2024 (Halving BTC).
A breve altri aggiornamenti in W1 chart.
++
Non è un consiglio finanziario ma analisi personale
INFLAZIONE: LA REAZIONE DEI MERCATI AL DATO PIU' CALDO DAL 1982Buongiorno ragazzi. L’obiettivo di questa idea è analizzare la reazione avuta dai mercati prima, durante e dopo la lettura del dato inflazionistico più alto dal 1982: +7,5% anno/anno.
L’analisi è lunga e molto ricca di contenuti e opinioni per cui vi dividerò la stessa in 3 parti in maniera tale da permettervi di leggere quella che più vi interessa:
1. La reazione dei mercati prima della lettura del dato
2. La reazione dei mercati durante la lettura del dato
3. La reazione dei mercati il giorno dopo la lettura del dato
Vi suggerisco di leggere tutto perché è fondamentale capire in giornate simili quali siano i posizionamenti degli investitori. Capirlo aiuta a prendere decisioni sulla nostra operatività per massimizzare i profitti.
Prima di iniziare l’analisi vi comunico il fatto che sto ultimando un blog dal titolo “macrofinance” in cui condividerò tante altre idee. Pochi giorni e quando sarà ultimato, vi avviserò rispettando le linee guida imposte da tradingview.
IL DATO SULL’INFLAZIONE
Gli analisti si attendevano un dato dal +7,3% (in accelerazione rispetto al precedente) ma, come spesso è accaduto negli ultimi due anni, sono stati smentiti: +7,5% anno su anno, +0,6% mese/mese.
Entriamo nel sito ufficiale del US Bureau Labor of Statistic (ente che rilascia il dato) ed esaminiamo l’aumento dei prezzi categoria per categoria:
www.bls.gov
Vi riporto i punti salienti:
• I prezzi dell'energia sono aumentati del 29,3%; i prezzi della benzina sono aumentati del 49,6% dopo essere scesi del 15,2% nel 2020; quelli del gas naturale sono aumentati del 24,1% nel 2021, molto più dell'aumento del 4,1% nel 2020. Il prezzo dell’elettricità è aumentata del 6,3% nel 2021.
• I prezzi dei veicoli nuovi sono aumentati dell'11,8% dopo un aumento del 2,0% nel 2020. I prezzi delle auto e degli autocarri usati sono aumentati del 37,3% dopo essere aumentati del 10,0% nel 2020. Il recente aumento di 12 mesi è stato il più grande cambiamento da dicembre a dicembre nella storia di questo indice.
• I prezzi di carne, pollame, pesce e uova sono aumentati del 12,5% dal 2020 al 2021, quasi il triplo dell'aumento del 4,6% nel 2020. I prezzi delle bevande analcoliche sono aumentati del 5,2%.
• Aumentano i prezzi dell’abbigliamento con un +5,8%.
A tal proposito vi invito a leggere l’idea pubblicata da me il 27 ottobre 2021 riguardo questo argomento, in cui analizzavo l’azienda “Ralph Lauren” descrivendo come i prezzi di cotone, petrolio e fibre sintetiche avrebbero successivamente impattato sull’inflazione e sulle revenue dell’azienda:
• Non si riscontrano aumenti nei farmaci da prescrizione
PARTE 1: LA REAZIONE DEI MERCATI PRIMA DELLA LETTURA DEL DATO
Riscontrato tutto ciò, possiamo quindi capire come il picco inflazionistico non sia ancora arrivato.
Detto ciò, cosa si aspettava il mercato qualche giorno prima? Una lettura del dato superiore o inferiore alle stime? Cerchiamo di capirlo attraverso l’analisi degli asset che più rispondono a questa tematica: mondo obbligazionario, Fed Funds, Dollaro Americano e Oro.
MONDO OBBLIGAZIONARIO
RENDIMENTO DEI TITOLI DI STATO A 10 ANNI
Vi condivido un grafico orario per maggior concretezza. Prendiamo in analisi tutta la settimana iniziata il 7 febbraio fino ad arrivare alla candela antecedente la pubblicazione del dato:
Come potete osservare, i rendimenti sul decennale si sono mossi poco e niente. Questo a parer mio significa che gli investitori stavano aspettando la lettura del dato, incerti su quale potesse essere.
Perché vi ho condiviso i rendimenti sul decennale? Perché, come dico sempre, un rialzo di esso è legato a prospettive di crescita economica e prospettive inflazionistiche alte. Dal momento che l’economia è in fase di rallentamento, il rialzo è unicamente causato dalla spirale inflazionistica. Come possiamo però osservare, il decennale non ha anticipato nulla, né un dato superiore alle attese tantomeno il contrario; ipotizzando che il mercato si aspettasse un dato superiore alle attese, probabilmente avremmo visto un decennale aumentare il rendimento i giorni prima, viceversa decrementare. Invece non si è mosso. Questo è chiaramente solo uno dei diversi indicatori da considerare quando si esaminano questo tipo di dinamiche. Vediamo gli altri.
RENDIMENTO DEI TITOLI DI STATO A 2 ANNI
Anche in questo caso condivido un grafico orario.
La stessa analisi compiuta per il decennale può essere applicata anche al due anni in quanto i grafici sono tra loro molto simili: candele molto ristrette e volatilità tanto bassa. Ricordiamo che il rendimento del titolo di stato a 2 anni risponde però a diverse dinamiche: esso è fortemente dipendente dalle mosse di politica monetaria. La logica quindi dice che se gli investitori stessero scontando i giorni prima un dato al di sopra o al di sotto delle aspettative, il rendimento sarebbe aumentato o diminuito gli stessi giorni (questo perché un dato superiore alle aspettative avrebbe probabilmente reso la FED ancora più aggressiva visto anche il dato sul mercato del lavoro molto positivo; lo stesso vale per l’esatto contrario). Questo non è accaduto, segno del fatto che gli operatori fossero incerti.
Concludendo, posso affermare che il mercato obbligazionario ci ha trasmesso un messaggio di “incertezza” nei riguardi del possibile valore del dato.
I FED FUNDS
Ricordo che i Fed Funds sono dei future scambiabili sul CME che rappresentano l’opinione che gli investitori hanno riguardo il valore che i tassi di interesse potrebbero avere ad una determinata data. E’ un future molto utile per diversi motivi:
• Dà una visione riguardante il sentiment che gli operatori di mercato hanno riguardo le scelte di politica monetaria futura e ciò assume particolare rilevanza dal momento che i mercati finanziari sono influenzati direttamente e indirettamente da essa .
• Permette la possibilità a noi traders di assumere posizioni speculative sulle future mosse da parte della Federal Reserve.
Ho parlato di questo argomento in maniera più approfondita in una precedente idea, vi consiglio di leggerla per capirne di più:
Tornando a noi, condividiamo il grafico (ancora orario) e studiamo i posizionamenti degli investitori:
Come nei precedenti casi, anche qui gli investitori ci hanno fatto capire come fossero incerti: il grafico ha lateralizzato per tutta la settimana, indicazione del fatto che essi, appunto, fossero abbastanza incerti. Perché dico ciò?
Considerate il fatto che se si fossero aspettati una lettura più alta delle stime probabilmente avremmo visto i giorni prima un grafico scendere verso il basso (perché un’inflazione più alta delle attese avrebbe sicuramente rinforzato l’idea di un aumento più massiccio dei tassi a marzo, probabilmente di oltre 25 punti base) in caso contrario salire verso l’alto se il CPI fosse stato più basso delle aspettative. Abbiamo invece visto una lateralizzazione. Ricordate sempre che una lateralizzazione, in analisi tecnica, non è altro che un momento incerto in cui gli investitori attendono prima di prendere una posizione, al rialzo o al ribasso che sia; viceversa, può anche essere considerato come quel momento temporale in cui gli investitori caricano il prezzo aggiungendo delle posizioni, prima di farlo esplodere o verso l’alto o verso il basso; per chi non lo sapesse, il “caricare” le posizioni è una strategia atta a massimizzare un profitto.
DOLLARO AMERICANO
Vediamo se il dollaro statunitense poteva fornirci un’indicazione diversa rispetto agli altri asset. Utilizziamo gli stessi parametri temporali:
Stessa identica situazione: lateralizzazione. Quali potevano essere gli scenari? Se gli operatori si aspettavano in anticipo un dato eccessivamente caldo il valore del dollaro sarebbe salito (in quanto, come ho descritto in precedenza, un dato superiore alle attese avrebbe probabilmente reso la Fed più aggressiva con una diretta conseguenza sul rialzo dei tassi che sarebbe andato a rafforzare il rendimento del dollaro), viceversa sarebbe sceso. Invece il grafico non ha preso una vera e propria direzionalità.
ORO
Nel grafico orario del future sull’oro possiamo notare una direzionalità, in particolare verso l’alto:
A parer mio ciò non è dovuto al fatto che gli investitori stessero scontando un dato positivo o negativo.
Contestualizzo questo rialzo facendo riferimento alla crisi geopolitica creatasi da ormai qualche tempo tra Stati Uniti e Russia. L’oro, essendo bene rifugio, è lecito che si apprezzi in situazioni come quella appena descritta. Proprio a causa di questo “rumore di fondo”, non reputo quindi questo rialzo attendibile ai fini dell’anticipazione del CPI.
S&P500 E NASDAQ
Gli indici più importanti come hanno reagito nella settimana presa in esame fin’ora? Dalle analisi credo che gli investitori avessero già scontato un aumento dei tassi a marzo e una lettura dell’inflazione non più alta delle stime. Vediamo perché:
I grafici sono molto simili tra loro: i primi giorni della settimana continuavano a scrollarsi di dosso il rapporto sul non farm-payrolls che è stato importante ai fini della future scelte di politica monetaria, come spiego nell’idea pubblicata qualche giorno fa:
in contemporanea, i livelli del VIX per l’S&P e del VXN per il Nasdaq continuavano a salire, sintomo del fatto che gli investitori fossero “impauriti” (ricordate che gli indici di volatilità sono conosciuti come gli “indici di paura”). Dopo tutto è cambiato: dal 9 febbraio (giorno prima dell’uscita del CPI), entrambi i bechmark sono saliti e, in contemporanea, entrambi gli indici di paura sono scesi, arrivando a toccare valori di relativa tranquillità (20 punti per il VIX e 25 per il VXN). La domanda è: se gli investitori si aspettavano un dato che superava le aspettative, avremmo visto questo comportamento da parte degli indici? Assolutamente no, specie per il Nasdaq, essendo fortemente growth (e quindi molto più penalizzato in quanto le aziende growth facenti parte dell’indice avrebbero avuto le loro revenue future erose dall’inflazione). Avremmo visto probabilmente gli indici della paura salire e contemporaneamente i benchmark scendere. La loro tranquillità è dimostrata dalla volatilità in contrazione.
Riassumendo il tutto, abbiamo quindi avuto dei segnali contrastanti:
• Gli investitori obbligazionari erano incerti
• Gli investitori sul dollaro erano incerti
• Quelli sull’oro avevano la loro attenzione non solo sull’uscita del dato, bensì più sul fronte geopolitico
• Quelli sugli indici scontavano un dato relativamente “tranquillo” (dico relativamente perché un’inflazione intorno al 7% è eccessivamente dannoso per un sistema economico).
Posso concludere questa prima parte dicendo che il mercato, in generale, era abbastanza incerto. Affermo ciò in quanto le mie analisi sono state contrastanti tra loro.
PARTE 2: LA REAZIONE DEI MERCATI DURANTE LA LETTURA DEL DATO
Vediamo ora la reazione alla lettura del dato: condividerò per ognuno degli asset un grafico orario, cercando di commentare i perché e i per come delle reazioni:
S&P500 E NASDAQ
Come era prevedibile, il +7,5% anno/anno ha scosso i due bechmark, che hanno tuttavia riportato perdite diverse:
• All’uscita del dato e per la mezz’ora successiva (ossia il momento della giornata con più volatilità) l’S&P ha perso il -0,9% mentre il Nasdaq il -1,47%. Questa differenza è da ricercare nella diversa asset class degli indici: il Nasdaq essendo pesantemente tecnologico ne ha logicamente risentito di più dal momento che le revenue delle sue aziende, essendo orientate nel futuro, sono minacciate dalla stessa inflazione; l’S&P invece, avendo maggiormente aziende value, ne ha risentito di meno.
• Alle 22, alla fine delle contrattazioni, quello a perdere di più (per gli stessi motivi sopracitati) e il Nasdaq, che segna un -2,16% (l’S&P chiude con un -1,78%)
• Notate i volumi: come è normale che sia, all’uscita di un dato del genere si crea il caos in cui alcuni investitori (o retail) aprono e chiudono posizioni (per speculazione o per copertura), e ciò si riflette poi nella quantità di volumi scambiati
• Il dato ha creato paura ed emotività: questo è dimostrato dagli indici di volatilità. Il VIX segna un +19% mentre il VXN un +9%
In conclusione, come possiamo riassumere il tutto? La notizia non è stata presa affatto bene.
MONDO OBBLIGAZIONARIO
Sul mondo obbligazionario c’è ben poco da dire; esso si è comportato da manuale:
• Il rendimento sul decennale è esploso al rialzo, spinto da paure inflazionistiche persistenti (e infatti, come dico ormai a sfinimento, tale rendimento risponde proprio a quel tipo di dinamica): +3,42% all’uscita della notizia e un +6,5% dall’uscita del dato alla chiusura delle contrattazioni. Superato il 2% di rendimento.
• Stesso discorso per il 2 anni. Un aumento sopra le attese avrebbe significato una Fed più aggressiva (con tassi di interesse applicati più alti). Gli investitori hanno rispettato le attese? Direi di si: +7,33% all’uscita del dato e un +21,5% dall’uscita del dato alla chiusura delle contrattazioni.
DOLLARO AMERICANO
Nel dollaro possiamo notare tanto nervosismo. Come era normale che fosse, la lettura del dato ha portato tanta volatilità, permettendo al prezzo dapprima di aumentare del +0,47%, per poi rimangiarsi tutto con le candele delle 16:00 e delle 17:00. Verso fine sessione abbiamo poi riassistito a un nuovo impulso rialzista.
Da notare anche i volumi: sono aumentati vertiginosamente alle 14:30, per poi diminuire via via che ci si avvicinava alla fine della sessione di contrattazioni.
Per quanto riguarda la mia opinione, esso non si è proprio comportato da manuale. Come ho spiegato nella parte 1, una lettura del dato sopra le stime avrebbe significato sicuramente una FED ancora più aggressiva nella quantità e nell’entità dei rialzi dei tassi di interesse (visto anche l’ottimo rapporto sul mercato del lavoro) che avrebbe dovuto quindi rinforzare la valuta (una valuta con tassi di interesse più alti è più attraente per gli investitori esteri). Questo però non è accaduto; la valuta ha sicuramente chiuso la giornata in positivo, ma non come mi aspettavo. E’ forse cresciuta di valore il giorno dopo? Se volete saperlo, leggete anche la parte 3!
ORO
Stessa sorte è toccata all’oro. Eccessivo nervosismo dalle 14:30 alle 15:00, e ciò è dimostrabile dalle grandi upper e lower shadows della candela oraria delle 14:00. Nelle ore dopo il metallo prezioso ha provato ad apprezzarsi riuscendoci, per poi tuttavia chiudere la giornata in negativo. Da notare i volumi superiori alla media: più si avvicinava la fine della seduta delle contrattazioni, più diminuivano.
I volumi si sono comportati in maniera quasi speculare a quelli visti sul dollaro americano. Sapete cosa significa questo loro decremento graduale? Che gli operatori su questi due asset avevano assorbito la notizia e si stavano semplicemente “calmando”; come ho spiegato prima, la lettura di questi dati macroeconomici porta a mercato tanto nervosismo ed emotività: un modo efficace per capire se queste sono in fase di diminuzione è studiare i volumi: essi, in questo senso, non mentono mai!
FED FUNDS
Comportamento da manuale dei Fed Funds. Come vi ho illustrato nella grafica, alla lettura del dato il future ha perso il -0,15%. Ciò in termini più pratici cosa significa?
Come ho scritto in un’idea pubblicata qualche settimana fa, per capire l’entità dei tassi di interesse scontati dagli operatori, bisogna applicare la semplice differenza:
100 (TASSI DI INTERESSE ALLO 0%) – VALORE DEL FUTURE
Sottraiamo ora alla quantità 100 la differenza tra 100 e il -0,15% (cioè quello scontato dal mercato alla lettura del dato):
100 – (100 -0,15%) = 0,15 PUNTI BASE
Quindi, in conclusione, cosa ci ha riferito il grafico sui Fed Funds? Che, dopo la lettura del dato sull’inflazione più alta dal 1982, il mercato si aspetta un ulteriore rincaro dei tassi di interesse di 15 punti base. Tutto chiaro?
Se non lo fosse, vi invito a leggere l’idea riguardante i Fed Funds:
oppure cercarmi in privato!
BITCOIN
Essendo la crypto uno degli asset più volatiliti del mercato, non deve stupire la sua escursione di 3 punti percentuali, al rialzo e al ribasso. L’asset si è comportato in maniera simile all’oro, andando a perdere alla lettura del dato un -2.7%, recuperando dopo con tre candele rialziste dal +4,1% per poi rimangiarsi tutto a fine seduta. Grande aumento dei volumi, seguentemente diminuiti all’avvicinarsi della chiusura delle contrattazioni.
PARTE 3: LA REAZIONE DEI MERCATI IL GIORNO DOPO LA LETTURA DEL DATO
In quest’ultima parte andrò ad esaminare essenzialmente la chiusura di tutti i principali mercati, per capire quale sia stata la reazione finale al dato sul CPI. Partiamo dai due benchmark di riferimento.
S&P500 E NASDAQ
Direi che dalla lettura del dato alla chiusura della settimana entrambi abbiano performato molto male, soprattutto il Nasdaq con un -5,06% (S&P500 un -3,5% circa). Interessanti gli indici di paura, incrementati in maniera preoccupante: +44,3% per il VIX e un +27% per il VXN. Questi valori potrebbero significare alta volatilità e paura anche la prossima settimana e questa mia ipotesi è rafforzata da un fatto particolare: focalizzate la vostra attenzione sui volumi. Notate come essi siano andati in crescendo verso la fine della sessione di venerdì? Ecco, questo significa grande volontà da parte degli investitori di portare il prezzo a valori ancora più bassi. Vedremo la prossima settimana in cosa si tradurrà questa loro azione.
ANALISI SETTORIALE: QUALI SONO STATI I MIGLIORI SETTORI DOPO LA LETTURA DEL CPI?
In basso vi riporto le performance settore per settore dopo il comunicato del US Bureau of Labor Statistics.
Mi vorrei soffermare in particolare su 3 settori:
1. Settore dei beni discrezionali
2. Settore dei beni di prima necessità
3. Settore tecnologico
• Riferendomi a chi utilizza l’analisi intermarket come me, vi siete chiesti il motivo per il quale il settore dei beni discrezionali abbia registrato delle performance inferiori al 4%? Perché è il settore più vicino all’economia essendo esso fortemente ciclico. Come spiegavo in una mia precedente idea, le aziende facenti parte dell’etf di questo settore operano nel campo della vendita al dettaglio (specialità, multilinea, Internet e marketing diretto); alberghi, ristoranti e tempo libero; tessili, abbigliamento e beni di lusso; beni durevoli per la casa; automobili; componenti per auto; distributori e prodotti per il tempo libero (ossia dei beni discrezionali, non essenziali); tutti questi settori vanno a performare bene in periodi economici stabili e forti, mentre vanno a soffrire quando un’economia inizia a vacillare. Come vi ho detto precedentemente, un’alta inflazione va a danneggiare un sistema economico e quindi appare piuttosto normale ai miei occhi vedere il settore XLY performare peggio di altri. Tutto chiaro?
• Continuando il senso del discorso, appare quindi piuttosto scontato il fatto che il settore dei beni di prima necessità sia stato quello a soffrire di meno. Esso è il settore difensivo per eccellenza: le aziende all’interno dell’etf operano nei settori della vendita al dettaglio di prodotti alimentari e di base, bevande, tabacco, prodotti per la casa e prodotti personali (quindi beni di prima necessità); le performance di questo settore vanno a “difendersi” piuttosto bene in periodi economici di rallentamento o comunque incerti in quanto le loro revenue rimangono piuttosto “stabili” dal momento che il loro modello di business si basa sulla vendita di prodotti di cui la popolazione non può farne a meno; ed ecco quindi che la lettura caldissima del CPI non è andato troppo ad intaccare le sue performance, in quanto se esso in un futuro andrà a far vacillare l’economia statunitense (come sta tutt’oggi facendo), queste aziende non soffriranno troppo (o per lo meno, soffriranno meno di altre).
• Per quanto riguarda il settore tecnologico, applichiamo lo stesso ragionamento fatto fin’ora riferendoci al Nasdaq: tutte le aziende facenti parte del settore tech sono per lo più growth, ossia non basano i loro guadagni nel presente ma, avendo una visione di crescita nel lungo periodo, basano i loro fatturati in periodi spostati nel tempo. Un’alta inflazione, per definizione, và ad erodere i guadagni. Per cui: se le prospettive di inflazione (anche per il futuro) rimangono alte, è abbastanza normale che gli investitori non acquistino azioni (o comunque derivati di azioni) per speculare sulla loro crescita futura, in quanto l’inflazione limiterebbe fortemente la loro crescita. Ecco quindi che il settore tecnologico perde più rispetto agli altri settori. Attenzione però: con questo non voglio dire che il settore tecnologico non crescerà più fin tanto che i dati sul CPI rimarranno alti, dico solo che sarà più penalizzato se confrontato ad altri settori (come, ad esempio, il settore dei beni di prima necessità).
Come ultimo settore da analizzare ritroviamo quello energetico, l’unico in territorio positivo. Che dire? La fortissima correlazione con il petrolio sta permettendo performance che ad ora, per altri settori, sono proibitive.
Sarà di estrema importanza studiare le prossime mosse della OPEC (organizzazione mondiale dei paesi produttori di petrolio) per poter avere una visione più chiara delle performance che l’energy sector potrà offrirci nelle prossime settimane. Come opinione personale posso affermare che in tempi di alta inflazione il settore energy performa piuttosto bene grazie al fatto che il petrolio, in cicli economici di questo tipo, tende a sovraperformare. Da non dimenticare il fatto che esso è value, caratteristica settoriale che sta tendendo a sovraperformare da dicembre 2021 il suo “rivale” growth, come è possibile osservare nella grafica che segue:
MONDO OBBLIGAZIONARIO
Vi condivido come ho fatto fin’ora i due rendimenti dei titoli di stato USA più conosciuti: il 2 anni e il 10 anni. Successivamente analizzo il loro spread:
Dopo il grande impulso rialzista segnato alla lettura dell’inflazione (se lo aveste fatto vi consiglio di leggere anche la parte 1 e 2 in cui spiego tutto), entrambi i rendimenti l’ultimo giorno di contrattazioni della settimana hanno rintracciato brevemente. Mi aspetto un ulteriore incremento da parte dei due in quanto le tensioni inflazionistiche continuano a permanere (il picco inflazionistico non è stato ancora raggiunto) e perché confido in una FED ancora più aggressiva che in un modo o nell’altro, attraverso la politica monetaria, cercherà di calmierare una situazione macroeconomica oramai sfuggita di mano.
Ricordate ancora una volta:
1. Le decisioni di politica monetaria vanno ad impattare sui rendimenti dei titoli a 2 anni
2. Le tensioni inflazionistiche sui rendimenti del decennale
Per quanto riguarda lo spread, esso continua a contrarsi.
Per chi non conoscesse questo spread e volesse capirne di più, consiglio la lettura di questa idea da me pubblicata in cui parlo dell’argomento:
Tornando a noi, esso ora si attesta al 0.41%. Ricordo che lo 0% sarebbe il segnale di una possibile recessione.
Ragionando in maniera logica, cosa dovrebbe succedere affinchè lo spread arrivi a livelli dello zero? Essendo una sottrazione, i rendimenti del 2 anni dovrebbero crescere maggiormente rispetto a quelli a 10 anni. Perché accada ciò, dovremmo vedere quindi una FED più aggressiva, tanto da far esplodere i rendimenti a 2 anni ,appunto. Questo potrebbe accadere nel caso in cui la banca centrale sorprendesse gli investitori con una politica monetaria ancora più aggressiva (ciò con rialzi di tassi di interesse più aggressivi sia in quantità che in intensità). Allora, a quel punto, potremmo vedere uno spread contrarsi ancora di più. E se fosse, spiegato in termini più pratici, cosa potrebbe accadere all’economia? Un rialzo molto aggressivo dei tassi di interesse potrebbe bloccare pesantemente essa in quanto i privati e le imprese non avrebbero più facilità di accesso al credito, e questo si rifletterebbe in maniera diretta sulla fiducia dei consumatori, che andrebbe a calare ulteriormente. A cosa si andrebbe incontro se le condizioni diventassero tali? Un rallentamento delle vendite al dettaglio che, successivamente, porterebbero chiaramente ad un ulteriore rallentamento economico che sfocerebbe poi in una recessione. Avete capito ora il motivo per cui è importante dare sempre un’occhiata a questo spread? Le dinamiche che ci stanno dietro sono simili a quelle da me descritte.
MATERIE PRIME
Cercate il miglior asset in assoluto di questi ultimi mesi? Guardate l’ETN di Bloomberg sulle materie prime, che racchiude un paniere di tutte le commodities (in cui una parte rilevante è riservata alle energetiche):
L’ultimo impulso rialzista, ancora non terminato, è nato agli inizi di dicembre 2021 circa. Nella grafica spiego come sia ancora conveniente, a parer mio, investire in materie prime; il motivo è da ricercare nel rapporto tra le performance delle varie asset class e i cicli economici. Mi spiego meglio.
Un cambio di ciclo economico non è anticipato unicamente dai dati macroeconomici e dal mercato obbligazionario, bensì anche dal trend delle principali asset classes, ossia azioni, obbligazioni e materie prime. Quando ci avviciniamo a un cambio di ciclo economico (come sta accadendo ora, da espansione economica a rallentamento economico) i primi asset ad invertire la loro tendenza sono le obbligazioni, che passano da essere rialziste ad essere ribassiste (e infatti, se andate a vedere i grafici dei titoli di stato, essi sono tutti ribassisti):
Successivamente è il mercato azionario ad invertire il suo trend; è quello che sta succedendo dal momento che i mercati americani (e non solo) stanno soffrendo pesantemente? E’ probabile.
Dopo l’inversione del mercato azionario, arriva quello delle materie prime. Credo che esse abbiano ancora spazio per correre al rialzo dal momento che non si ha ancora la certezza schiacciante che il ribasso dei mercati azionari degli ultimi tempi siano imputabili proprio al cambio di ciclo economico. Staremo a vedere.
Continuando il nostro discorso sulle materie prime, come ha chiuso infine la settimana il Gold? Direi piuttosto bene:
Riesce a raggiungere i 1860$, impresa da non poco vista l’eccessiva difficoltà riscontrata in tutto il 2021 (considerate che il metallo prezioso è riuscito a raggiungere tale prezzo soltanto 4 volte dagli inizi del 2021). C’è da contestualizzare il tutto. La candela dal +1,77% di venerdì trova origini probabilmente dalle parole di Powell di venerdì, parlando di una possibile guerra mondiale se la Russia fosse arrivata alle armi. E l’oro che fa? Si comporta da manuale. Essendo bene rifugio anche per quanto riguarda le crisi geopolitiche, mette a segno una performance giornaliera strabiliante. Sarà necessario monitorare da vicino il susseguirsi della vicenda USA-Russia-Ucraina, perché l’oro sta rispondendo alla crisi in maniera abbastanza diretta.
DOLLARO AMERICANO
Dopo il nervosismo di giovedì 10, gli investitori hanno ripreso coscienza e, da manuale, hanno fatto apprezzare il biglietto verde. Come altre tante situazioni che vi ho già mostrato nell’idea, anche questa è degna di un manuale di analisi fondamentale: abbiamo già detto che un’alta inflazione probabilmente rafforza l’idea della FED di una politica ancora più aggressiva, con tassi di interesse più aggressivi sia in quantità che in entità: a ciò corrisponde il rafforzamento del dollaro, che aumenterebbe di conseguenza il suo tasso di rendimento e quindi il suo appeal nei riguardi degli investitori esteri. La domanda che tutti si pongono è: il trend rialzista riprenderà con forza? Questo lo vedremo, ma la mia visione è long.
FED FUNDS
Nella parte 2 avevamo visto come l’emotività degli operatori avesse scontato all’uscita del dato sull’inflazione un ulteriore aumento dei tassi di interesse di 15 punti base per la riunione di marzo. Ebbene, il giorno dopo parte dell’emotività è stata rimangiata dal momento che i Fed Funds hanno segnato un rialzo dello 0,11%. In termini prettamente pratici ciò significa che se il prezzo del future scadenza marzo 2022 si attesta a 99.71, possiamo utilizzare la differenza di cui ho parlato precedentemente per verificare, ad oggi, quale sia il tasso di interesse che il mercato si aspetta:
100 (tasso di interesse allo 0%) – 99.70 (prezzo del future scadenza marzo 2022) = 0.30 punti base
Ad oggi, quindi, il mercato si aspetta (a marzo 2022) un tasso di interesse allo 0.30%
BITCOIN
Come ultimo asset analizzo il Bitcoin. Anche esso sembra aver risentito del dato sull’inflazione vista la candela rossa dal -4,05% di venerdì alla chiusura della settimana. Ad ora siamo in un trend ribassista dal momento che lo stesso prezzo si ritrova sotto entrambe le medie mobili da me utilizzate (quella veloce, a 50 periodi, e quella lenta, a 200 periodi). Ci sono alcuni aspetti tecnici che voglio mostrarvi:
1. Il prezzo potrebbe continuare la sua salita fino ad arrivare a livelli di prezzo coincidenti con i rintracciamenti di Fibonacci di 0.38%, 0.5% e 61.8% per poi riprendere la sua discesa. Tuttavia troverebbe diversi ostacoli: entrambe le medie mobili ma soprattutto il point of control volumetrico, coincidente proprio con gli stessi rintracciamenti.
2. Abbiamo avuto un segnale rialzista dato dal golden cross, ossia lo scavallamento della media mobile a 50 periodi a danni di quella a 200 periodi
3. Si è parlato tanto della correlazione tra la crypto e il Nasdaq: in basso, utilizzando il coefficiente di correlazione, vi mostro come essa stia svanendo. Basterà questo per far risalire la crypto?
Insomma, gli ostacoli che Bitcoin incontrerà qualora volesse rivisitare valori di 50K dollari o 60K dollari sono tanti. Vi ho mostrato alcuni accorgimenti a cui prestare attenzione.
LE PAROLE DI BIDEN SU UNA POSSIBILE GUERRA MONDIALE HANNO SCOSSO I MERCATI?
Il venerdì pomeriggio è giunta a noi attraverso i media una notizia alquanto raccapricciante: Biden ipotizza una clamorosa guerra mondiale nel caso la Russia puntasse le armi. C’è effettivamente stata una reazione dei mercati a questa notizia? Proviamo a capirlo studiando i prezzi dei beni rifugio Oro, Yen giapponese, Franco Svizzero e Dollaro Usa (bene rifugio di breve termine) confrontandoli con l’S&P500 in un timeframe a 30 minuti.
L’idea termina qua. E’ lunghissima (24 pagine) ma credo che sia fondamentale capire l’impatto che un dato macroeconomico come quello dell’inflazione può avere prima, durante e dopo la sua uscita. Ho fatto uno sforzo non indifferente per poter contribuire in questa community con un’analisi del genere, quindi spero possiate apprezzare.
MATTEO FARCI
$BTC, prezzi compressiWeek end di massima indecisione su $BTC.
Situazione geopolitica molto tesa, gli indici più importanti chiudono la settimana con una giornata in rosso (SPX -1,90% e NSX -3,13%).
Ricordiamoci che nell'ultimo periodo il settore Crypto, Bitcoin per primo ha una stretta correlazione con i 2 principali indici americani.
Stiamo a vedere come riapriranno domani le borse.
Calma, gesso e tanto studio.
MatPizzini
Ribasso a breve termine su BTC; dopodiché rialzoNel passato Bitcoin ha visto dei pattern analoghi, seguiti da rialzi sostanziali ma in questo caso vediamo come gli orsi riescano spesso a prendere il controllo.
L'analisi ci mostra come la conformazione discendente abbia avuto i suoi effetti.
L'MACD sembra promettente ma le candele in rialzo del 3 Feb sono sempre state succedute da ulteriori rialzi, ma non in questo caso.
Bitcoin potrà vedere correzioni fino al 7%, toccata la zona di supporto il prezzo rimbalzerà verso l'alto, come è sempre accaduto in passato sui massimi annuali.
Trading #Bitcoin 📈 - Analisi del 11-2-2022Il sistema Algotrading Multiday è : long dalla chiusura del 06/02/2022
performance posizione: 0,20%
performance YTD: -7,74%
performance 1 anno: 299,09%
In chiusura
Numero operazioni chiuse ultimo anno 31
Profit/loss medio per operazione ultimo anno 9,65%
Percentuale trade in gain ultimo anno 61,29%
Percentuale trade in loss ultimo anno 38,71%
Commento
Il primo tentativo di superamento della resistenza a 45,7K è andato decisamente male; le quotazioni stanno cercando l'appoggio sull'EMA 50 che sarebbe molto importante mantenere in chiusura odierna.
Supporti:
1° 43500
2° EMA 50
Resistenze:
1° 45700 $
2° EMA 200
Mi raccomando osservare, discutere, Like se via piace, ma come sempre per l'operatività usare sempre la propria testa!!
Trading #Bitcoin 📈 - Analisi del 10-2-2022Il sistema Algotrading Multiday è : long dalla chiusura del 06/02/2022
performance posizione: 5,29%
performance YTD: -3,06%
performance 1 anno: 348,61%
In chiusura
Numero operazioni chiuse ultimo anno 31
Profit/loss medio per operazione ultimo anno 11,25%
Percentuale trade in gain ultimo anno 61,29%
Percentuale trade in loss ultimo anno 38,71%
Commento
Ottimo allungo che ha portato le quotazioni in un'area piuttosto impegnativa visto che troviamo l'ema 200; chiaramente il superamento porterebbe importanti conferme per il trend rialzista.
Supporti:
1° 43500
2° EMA 50
Resistenze:
1° 45700 $
2° EMA 200
Mi raccomando osservare, discutere, Like se via piace, ma come sempre per l'operatività usare sempre la propria testa!!
BITCOIN, LIVELLO SEMPRE PIÙ' GOLOSO!Dopo la rottura rialzista dell'area 40.000 il Bitcoin si avvicina ad un livello molto importante di resistenza, soprattutto in un'ottica settimanale!
Ti spiego tutto nel video di oggi, evidenziando le possibili opportunità di trading dei prossimi giorni.
Buon trading, Maurizio.
Trading Bitcoin 📈 - Analisi del 9-2-2022Il sistema Algotrading Multiday è : long dalla chiusura del 06/02/2022
performance posizione: 4,27%
performance YTD: -3,99%
performance 1 anno: 328,49%
In chiusura
Numero operazioni chiuse ultimo anno 31
Profit/loss medio per operazione ultimo anno 10,60%
Percentuale trade in gain ultimo anno 61,29%
Percentuale trade in loss ultimo anno 38,71%
Commento
Scusate l'interruzione di questi giorni, da adesso in poi dovrei riprendere regolarmente le pubblicazioni su Trading View.
Attualmente BTC sulla resistenza di 61,8 FIBO, il superamento potrebbe portare accelerazione verso 45,7K.
Molto importante la tenuta in questi giorni dell'EMA 50
Supporti:
1° EMA 50
2° 40500 $
Resistenze:
1° 43500 $
2° 45700 $
Mi raccomando osservare, discutere, Like se via piace, ma come sempre per l'operatività usare sempre la propria testa!!
$BTC, alle prese con la prima resistenzaCon un bel primo segno di forza $BTC si ferma, per ora sotto la prima resistenza.
Siamo ancora sopra MA 50 e sopra la trend line di lungo periodo che passa per i minimi di luglio '21.
Difficile anche rompere la Span B per entrare nella nuvola.
Potrebbe il Super Bowl del prossimo week-end far fare un altra leg-up al prezzo di Bitcoin?
Calma, gesso e tanto studio.
MatPizzini