NEWSLETTER#67: USD e CHFDOLLARO IN RIPRESA?
I flussi di fine trimestre (Q3 2024) potrebbero continuare ad offrire al dollaro un modesto supporto oggi, salvo sorprese negative nei dati statunitensi.
Oggi è il turno delle richieste iniziali di sussidi di disoccupazione e del PIL.
Sono necessari dati statunitensi più forti per convincere i mercati ad abbandonare le scommesse sul taglio di 50 punti base entro dicembre 2024.
Le volatilità più alte le potremo vedere domani con il rilascio della lettura inflazionistica PCE.
TASSI BNS
La Banca Centrale Svizzera ha tagliato i tassi d’interesse di 25 punti base nella riunione odierna.
“La pressione inflazionistica in Svizzera è nuovamente diminuita in modo significativo rispetto al trimestre precedente.
Potrebbero verificarsi ulteriori tagli del tasso di riferimento della BNS nei prossimi trimestri per garantire la stabilità dei prezzi nel medio termine”.
Notizie macroeconomiche della giornata
- Richieste iniziali di sussidi di disoccupazione (14:30) (USD)
- PIL Trimestrale (14:30) (USD)
Buon trading a tutti
Chf
NEWSLETTER#64: BANCHE E PMI BNS E RBA BANKS
Questa settimana è il turno di altre due banche centrali: Banca centrale australiana e banca centrale svizzera.
Le previsioni degli economisti sono orientate verso un mantenimento del tasso al 4,35% per la RBA e un taglio di 25 punti base per la BNS.
Se così fosse per la BNS, mi aspetto un ulteriore indebolimento del franco svizzero.
Attualmente è una delle economie con il tasso d’interesse più basso.
PMI E NMI BRUTTI
L’agenzia statistica segnala forti rallentamenti sul lato dei servizi per quasi tutti i paesi.
Commento PMI EURO:
“L’eurozona si sta dirigendo verso la stagnazione.
il PMI Composito di settembre ha registrato il calo più elevato degli ultimi 15 mesi.
Il notevole calo dei nuovi ordini e le previsioni sempre più pessimistiche da parte delle aziende, suggeriscono che questo brutto periodo è tutt’altro che finito”.
Notizie macroeconomiche della giornata
- Indice manifatturiero IHS (15:45) (USD)
Buon trading a tutti
NZDCHF - LONGQuesta coppia di valuta è arrivata ad un supporto importante sulla quale ha già rimbalzato.
Apro una posizione long da 0.52100 con SL 50 pip e TP almeno 300 pip. Sul broker che utilizzo ha uno swap positivo e potrebbe essere interessante tenerla per un periodo medio lungo.
Non ci sono altre novità, il mercato in estate è "farlocco" in quanto i fondi di investimento maggiori vanno in prevalenza in copertura e quindi le fluttuazioni sono derivate dalle "macchinette".
CHF/JPY, Occasione in vista, parliamone! Signori, dobbiamo assolutamente parlare del cambio CHF/JPY. 😉
In un contesto macroeconomico in cui le banche centrali di tutto il mondo stanno preparando adeguamenti ai propri tassi d'interesse, quest'anno ci si aspetta un'alta volatilità nel mercato forex, creando così numerose opportunità di trading, molto più di quanto avviene durante periodi di tassi d'interesse stagnanti.
Ecco cosa facciamo oggi: cominciamo, come sempre, con un'analisi macro per individuare le opportunità a medio termine.
Poi passiamo all'analisi tecnica sui grafici: pattern, stagionalità, prezzo, eccetera.
Come ho già spiegato qualche settimana fa, parlando del cambio USD/JPY, la Banca Centrale del Giappone (BOJ) sembra finalmente pronta a tagliare i tassi dopo oltre un anno di attesa e di speculazioni. Questa volta sembra che sia quasi certo che avverrà. Potrebbe accadere già durante la prossima riunione di questo mese (19 marzo), o forse durante la successiva riunione prevista per il 25 o il 26 aprile.
La Bank of Japan aveva bisogno di prove che salari più alti potessero alimentare l'inflazione, e questo sta avvenendo. Inoltre, sembra che alcuni funzionari della BOJ siano favorevoli a un aumento dei tassi già a marzo.
Se ti stai chiedendo perché l'aumento dei salari sia ora correlato all'inflazione, te lo spiego velocemente. Lo riassumo in due concetti:
1. Se le aziende devono pagare salari più alti ai propri dipendenti, i loro costi di produzione aumentano. Questo può portare le aziende ad aumentare i prezzi dei loro beni e servizi per mantenere i margini di profitto, contribuendo così all'aumento dell'inflazione.
2. Se i salari medi aumentano, le persone hanno più denaro da spendere. Questo può portare a un aumento della domanda complessiva, cioè la domanda totale di beni e servizi nell'economia. Se la domanda supera l'offerta disponibile, i prezzi tendono ad aumentare, generando inflazione.
Detto questo, sottolineo nuovamente che non sappiamo ancora quando avverrà l'aumento dei tassi, ma quando accadrà, sarà un evento storico visto che la BoJ non fa un aumentato tassi d'interesse dal febbraio 2007.
Guardando anche ai dati del COT, le posizioni short sullo Yen sono al livello più alto degli ultimi sei anni. Questo è un dato interessante.
Inoltre, in seguito ai possibili tagli da parte della BOJ, abbiamo visto anche una buona performance nelle ultime settimane dei titoli bancari giapponesi, come:
-MITSUBISHI UFJ FINANCIAL GROUP -SUMITOMO MITSUI FINANCIAL GROUP INC
-MIZUHO FINANCIAL GROUP
Detto tutto ciò, è probabile che lo Yen si rafforzi nei prossimi mesi!
FRANCO SVIZZERO
D'altra parte, ci aspettiamo un indebolimento del Franco svizzero. Perché? Molto probabilmente la BNS (Banca Nazionale Svizzera) sarà la prima a tagliare i tassi d'interesse! Attualmente si trovano al 1,75% e potrebbero effettuare il primo taglio di 25 punti molto presto.
L'inflazione continua a scendere, come dimostrano gli ultimi dati pubblicati il 4 marzo con un tasso all'1,2%, il valore più basso dall'ottobre 2021.
Se guardiamo all'inflazione core, che esclude i cambiamenti dei prezzi dei beni volatili come il cibo e l'energia, è ancora più bassa, pari all'1,1% a febbraio, in discesa dal febbraio 2023.
La Svizzera è stato il paese che ha raggiunto l'intervallo target per l'inflazione più rapidamente rispetto a tutte le altre grandi banche centrali.
Il Franco svizzero ha avuto una performance straordinaria soprattutto l'anno scorso, ma ora credo che la situazione possa iniziare a cambiare.
In sostanza, le banche centrali non vogliono vedere le proprie valute apprezzarsi troppo, ma nemmeno svalutarsi troppo.
Su CHF/JPY, ci troviamo proprio di fronte a una situazione del genere, in cui lo Yen è troppo svalutato e deve guadagnare forza, mentre il Franco svizzero potrebbe indebolirsi.
Queste decisioni delle banche centrali, completamente opposte, potrebbero creare ottime opportunità su questo tasso di cambio.
ANALISI TECNICA
Guardando il grafico, vediamo chiaramente che si è formata una fase di accumulazione dall'inizio dell'anno, con il prezzo che si è mosso in un range compreso tra 171.800 e 169.200 (Rettangolo Verde), range rotto proprio il 7 marzo.
Se facciamo uno zoom out sul grafico, notiamo che negli ultimi 3 anni questo cambio ha registrato una performance del +43%!
C'è anche una notevole divergenza sull'indicatore Wyckoff, iniziata addirittura a metà giugno 2023. Inoltre, noto anche la rottura di una trend line di lunga data.
Attualmente sono in posizione short, con un primo target a 163.000 e un target finale per fine anno a quota 140.000 circa!
Ovviamente, gestirò le posizioni in maniera attiva e come sempre vi terrò aggiornati.
Se l'analisi vi è piaciuta, lasciate un Mi piace, doveroso questa volta! 🤘
CHFJPY SHORT 170.450Trade puramente accademico sviluppato sui pattern armonici. Siamo ad un punto dove si evidenzia uan zona di supply interessante, lo yen sta vivendo momenti confusionali dovuti anche alle calamità avverse che si sono verificate negli ultimi giorni.
I trade intraday non hanno un supporto strategico pe ril lungo periodo ed hanno una validità di 30/50 di range operativo.
USDCHF LONG - 0.87650Nonostante il dollaro stia vivendo una partita infelice negli ultimi giorni, direi settimane, penso che abbia raggiunto dei livelli interessanti per una ripresa. Nel lungo periodo non vedo un dollaro forte, ci sono molte problematiche che si stanno ingigantendo ma non sono ancora esplose. CHF moneta in disparte utilizzata assieme ad oro come bene rifugio in periodi di guerre o disfatte politiche potrebbe in questo momento perdere un aparte del suo potere che ha trasmesso ad oro.
Apro posizione long e rinfozo se scende di 100 pip.
EURCHF SHORT📊EURCHF 0.99450 📉 0.98700
Mattinata partita a scossoni per l'Europa che nonostante le apparenti confermi dell'acquisizione di Credit Suisse da parte di UBS siano confermate, sono anche circolate smentite.
In un momento cosi delicato per il mercato anche le "fake news" possono far muovere verso la direzione opposta.
Inserisco un pending short.
#analisi #forex #trading
USDCHF SHORT📊USDCHF 0.92780 📉 0.91600
La notizia dell'acquisizione di Credite Suisse da parte di UBS, prima banca svizzera per importanza e grandezza, porta il franco svizzero in un aspetto migliore. Potremmo assistere a movimenti bruschi derivati dal cambio di posizionamento, dalla fiducia o dalla sfiducia degli investitori, il mio punto di vista è un rafforzamento seppur momentaneo della valuta svizzera.
#analisi #forex #trading
AUDCHF SHORT 📊AUDCHF 0.61750 📉 TP💲.061000
L'Australia è un grande paese esportatore di materie prime che in questi giorni e soprattutto negli ultimi tempi hanno registrato degli incassi record in diversi settori. Basta pensare al settore edilizio che impiega grandi quantità di leghe di acciaio ed il continente dei "canguri" è uno dei principali produttori di ferro. Detto ciò questa coppia era dominata dalla forza del sistema bancario svizzero che dopo le avvisaglie di un problema nelle settimane scorse nessuno avrebbe pensato che ci potesse essere un crollo. Abbiamo assistito alla disfatta di due banche americane e c'è la possibilità per un problema legato al sistema svizzero. Dubito che l'Europa con le sue stringenti regolamentazioni possa avere un problema simile a quello americano.
Per questo motivo ho un pending short (già attivato mentre scrivo)
#analisi #forex #trading
CADCHF LONG 📊CADCHF 0.68000📈 TP💲0.68400
Il dollaro canadese è in recupero dopo la notizia del rinvio al divieto delle auto a combustione a partire dal 2030.
Il franco svizzero non ha particolari incertezze e mantiene la sua forza.
Ho segnato un area di interesse proprio al raggiungimento dei 0.68000 che può fungere da rimbalzo prima di una ulteriore discesa se non viene violato il livello 0.68550.
Inserito un pending long da 0.68000
GBP/CHF è uno short lungo termine ? AnalizziamoAllora come si può vedere abbiamo una struttura h1 long, ma struttura daily e h4 short, siamo vicini ad una supply, e in correlazione ad GBP/USD, si potrebbe valutare uno short, ma prima se ci da evidence si può valuare anche un long , ma attenzine al doppio minimo!!!
Carrellata di Major del 12/06/22Sguardo al mercato forex analizzando i principali cambi contro il Dollaro.
Livelli di supporto e resistenza, conformazioni grafiche e Volume profile.
Sempre a caccia di opportunità sui mercati finanziari!
Buon trading!!!
STORNA IL DOLLARO AMERICANOANALISI RETAIL DEL 20.05.2022
Giunge finalmente lo storno del dollaro americano, che dopo sei settimane di rialzi consecutivi sta per giungere alla prima chiusura in territorio negativo, rompendo i minimi della scorsa settimana e attaccando i primi supporti a 103.00 figura. Il movimento di ribasso dettato dal dollaro americano ha immediatamente attirato una gran parte dei traders retail che hanno preso posizione lunga.
I lotti long sul basket dollari sono passati difatti da 16028 di ieri mattina agli attuali 19337, sbilanciando cosi le percentuali da un modesto 31% long di ieri all’attuale 37%.
Permane dunque il sentiment predominante corto da aprte dei traders al dettaglio e quasto ci conferma ancora la view di più lungo respiro pro dollaro, che al momento non è stata invalidata, ne da notizie esogene, ne tanto meno da dati macro economici.
Restano quindi aperte le occasioni per acquisti di biglietto berve, che tuttavia potrebbe vedere ulteriori ribassi tecnici, fino ai primi veri supporti , posti in area 102.359 prima e 100.50 poi, livelli che se raggiunti non invaliderebbero ancora il quadro tecnico rialzista del dollaro americano.
Come già detto ieri, ripartono le valute cosidette rifugio, ovvero yen giapponese, ma più di tutte il franco svizzero, che ieri ha messo a segno un ottima performance, portando il futures sui livelli di massimo precedente a 1.0328. la spinta rialzista ha subi innescato l’interesse dei retail che dono passati dal 51% corti al 66% attuale, dando chiaro segnale di ricerca di mean reverting, in un momento di forte risk off.
Respira finalmente l’euro , che alla luce di maggiori prospettive di rialzi tassi nel prossimo luglio , inizia a godere di interesse da aprte degli investitori, andando come di consueto ad attrarre i traders retail in posizioni corte di mean revertig, che sono passate da un timido 40% di eiri ad un 47% attuale sull’intero basket, mentre sul cambio principale eurusd si passa da un 66% long ad un 57% attuale, segno che sui primi rialzi sono pronti ad uscire dalle posizioni long, per dare spazio al consueto posizionamento contrarian, che sarà benzina utile per eventuali partenze di trend, confermate dal break out dei massimi di 1.0610 per estensioni possibili fino 1.0950.
Il dollaro storna contro tutto e anche le oceaniche ne beneficiano in un movimento rialzista che porta audusd alle porte di 0.7075, con i retail ancora al 57% long, ma già pronti ad incrementare le posizioni corte, che stanno procedendo a rialzo nelle ultime ore, un break out dei massimi di ieri porterebbe i prezzi ad estenszioni fino alle arre di 0.7270 prima di valutare ulteriori ingressi short.
Con la caduta del dollaro americano e la partenza del franco svizzero il cambio usdchf non poteva che vedere profondi ribassi , passando dai assimi di 1.0080 a 0.97 figura, con un immediato ribaltamento del sentiment retail, che passa leggermente positivo con un 51% retail long. Dopo settimane di posizionamenti corti alla caccia di storni. La struttura ribassista fa sperare in allunghi , che troverebbero migliori prezzi di ingresso su eventuali storni nelle aree di 0.98 figura, area dove convergono le mm21 e 100 in h4 oltre ad una serie di resistenze statiche.
Siamo a venerdi e sarà interessante monitorare le chiusure settimanali, per valutare le potenziali proiezioni che ci condurranno alla fine di questo mese di maggio 2022.
Buona giornata e buon trading
Salvatore Bilotta
SELL OFF E IL DOLLARO VOLABUONGIORNO FOREX DEL 24.02.2022
Non sono giunti ad un lieto fine i tentativi di un accordo diplomatico tra Russia ,Ucraina e America, a poco sono serviti i pacchetti di sanzioni imposti dai paesi europei alla Russia , dopo che ieri sera il presidente ucraino ha dichiarato la sua intenzione di entrare a far parte della Nato, la risposta del presidente Putin è stata immediata.
Stanotte alle 4.00 ora italiana il territorio Ucraino ha visto l’ingresso delle truppe russe, che secondo le dichiarazioni del presidente Putin sono entrate nel paese per “smilitarizzarlo”, e sostituire i suoi leader, innescando cosi una delle maggiori crisi geopolitiche dopo la seconda guerra mondiale.
I mercati non si sono fatti attendere, il sell off è stato immediato, l’indice tedesco ha raggiunto il -5.0% sfondando di forza le aree dei 14000 punti per approdare sui minimi di questa mattina di 13800 area.
Il mercato ha assunto i toni del panic selling, con gli operatori che hanno cercato rifugio nel dollaro americano, spingendo il dollar index fino alle aree di 97e 1/4 , portando con se gli ovvi ribassi di tutte le majors, special modo di euro e starlina, mentre le oceaniche hanno mostrato nella sessione europea maggior tenuta dei minimi.
Il sentiment dei retail si è immediatamente impostato contrarian, in netto risk on,, con forti acquisti di euro, e pesanti vendite sia di dollari americani , con un 78% dei traders retail short, che di franchi svizzeri dove i traders al dettaglio sono attualmente al 74% corti.
Movimenti decisamente direzionali per le majors, eurusd sotto i colpi di un dollaro super star è passato da 1.13-1.1275 area di supporto di ieri , agli attuali minimi di 1.1150, con i trader al dettaglio pronti a comprare in mean reverti il movimento e posizionarsi all’83% long. Attenzione dunque a possibili ulteriori allunghi ribassisti che vedono l’area di primo supporto a 1.1130-25, al di sotto della quale ritroviamo i prezzi visti nel gennaio 2019.
Estrema debolezza anche per il cable, che ha rotto a ribasso il supporto di 1.35 figura e in un movimento unidirezionale si è portato fino alle aree di 1.34-1.3375, primi veri supporti. Anche in questo caso il sentiment retail si è sbilanciato contrarian long, con un 83% di posizioni , portando il cable oltre i pmc degli shortisti posti a 1.34060.
La forza del biglietto verde si è espressa anche contro lo yen che pur svolgendo la sua funzione di valuta rifugio, viene penalizzato dalla fame di dollari che si sta sviluppando, lasciando di fatto usdjpy fermo alle aree di 114.75, mentre molto più evidente la forza dello yen contro l’euro e la sterlina, cross che hanno visto movimenti del -1.34% per gbpjpy e del -1.46% per eurjpy, spingendo i traders retail al consueto posizionamento contrarian e a sviluppare un’inversione di sentiment che ora è lunga al 60% su gbp jpy e all’82% su eurjpy.
La forza del dollaro non poteva on manifestarsi anche su usdcad, che ha rotto a rialzo le resistenze di 1.2775-1.28, per portarsi fino ai massimi di 1.2850, portando con se le posizioni contrarian short dei retail che speravano in una tenuta delle aree di resistenza, ora divenute supporto, pronte a rilanciare i prezzi verso nuovi massimi.
Il quadro è chiaramente in risk off, e se le notizie provenienti dal fronte ucraino non dovessero cambiare in meglio, sarà difficile trovare un cambio di rotta sui mercati. Rimaniamo pertanto cauti e seguiamo con attenzione le dinamiche delle prossime ore , che detteranno i ritmi di risk off e risk on sul mercato.
Buona giornata e buon trading
Salvatore Bilotta
CAD/CHF segnale rialzista?Buongiorno a tutti i trader da SEGNALFOREX sulla coppia CAD/CHF si sta formato un segnale rialzista.
Il prezzo testando area 0.71900 ha reagito formando il 3 gennaio una pin sopra la media mobile .
Personalmete proverò una operazione rialzista se il prezzo di oggi chiude sopra il massimo di ieri con uno stop loss in area 0.71700 e obbiettivo area 0.73000
GLI ASSET MIGLIORI NEI GIORNI DI ALTA VOLATILITA'Ciao ragazzi, in questi giorni di alta volatilità ho deciso di pubblicare questa idea in cui vado ad analizzare diversi asset ed in particolare le loro performance, in maniera da scovare quelli che hanno performato meglio e peggio per sfruttare, magari nel prossimo futuro, altri giorni di alta volatilità come questi in maniera da massimizzare i profitti e contenere le perdite.
COS’E’ LA VOLATILITA’?
Per chi non lo sapesse, è bene che spieghi in poche parole a cosa si riferisce la volatilità: essa non è altro che uno strumento che misura la variazione di prezzo di un asset in un dato periodo. Può assumere dei valori bassi o viceversa alti (per il VIX, indice di volatilità dell’S&P 500, lo spartiacque tra bassa ed alta volatilità sono i 20 punti mentre per il VXN, indice di volatilità del Nasdaq, 25 punti) a seconda delle particolari condizioni di mercato.
Spesso gli indici di volatilità sono definiti “gli indici di paura” in quanto un loro incremento è spesso associato ad uno storno del mercato.
I mercati ad alta volatilità sono caratterizzati da bruschi movimenti di prezzo che vanno a caratterizzare l’elevata imprevedibilità di quel mercato mentre i mercati a bassa volatilità sono più stabili e hanno fluttuazioni di prezzo contenute.
Come grafici principali ho condiviso i due indici di volatilità più famosi: a sinistra il VIX e a destra il VXN. Con i due rettangoli gialli ho evidenziato le aree di “tranquillità” Vediamo dai grafici come entrambi abbiano superato gli ultimi 3 giorni la soglia dei 20 e dei 25 punti. In particolare, notiamo come il VIX si sia mosso in media del +33,60% circa, a differenza del VXN, che ha registrato in media un +11,8%.
LE PERFORMANCE DELL’S&P 500 E DEL NASDAQ
Per prima cosa, andrei ad analizzare gli indici principali, ossia l’S&P 500 e il Nasdaq.
Per quanto riguarda il primo, vediamo come nelle ultime 3 sessioni abbia perso circa il -2,64%; se il VIX non riuscisse a tornare a valori inferiori ai 20 punti è probabile che il prezzo vada a rivisitare la struttura segnata con un segmento di color nero a 4547$.
Il Nasdaq ha perso circa il -2,48%. Così come per l’S&P 500, anche per il Nasdaq è probabile che potrebbe andare a rivisitare la struttura a 15702$ se la volatilità del VXN non si abbassasse.
Dopo aver visto le perdite in percentuali dei due indici principali, andiamo ad addentrarci settore per settore per vedere le relative performance utilizzando vari etf, mentre successivamente analizzeremo il mondo delle materie prime, quello obbligazionario ed infine il forex.
SETTORE ENERGETICO XLE
Sappiamo come il settore energetico americano sia fortemente dipendente dal prezzo del petrolio, di cui parleremo però tra poco. La caduta del petrolio (e del natural gas) è andata ad influenzare chiaramente il settore, che nelle ultime sedute ha visto un tracollo del -6,85% circa (peggior indice settoriale) . Il prezzo è andato a rompere il rettangolo di distribuzione che aveva creato tornando a rivisitare la media a 50 periodi, che sembra per il momento non aver costituito un punto di supporto. Sarà interessante vedere come si comporterà il crude oil nel breve periodo (vi ricordo le riunioni OPEC di oggi e del 2 dicembre in cui si discuterà sulle future strategie da adottare, anche a fronte della nuova variate omicron).
SETTORE FINANZIARIO XLF
Anche questo settore è andato a rompere il rettangolo di distribuzione in cui si era incastonato segnando nelle ultime sessioni un brusco -5,43%. Il prezzo ha rotto con buoni volumi la media a 50 periodi al ribasso, proiettandosi ora verso la media a 200 periodi. Ci arriverà? In questo senso sarà interessante vedere come si comporterà il mondo obbligazionario, in quanto esiste la correlazione diretta tra gli asset finanziari e i rendimenti dei titoli di stato. Ho approfondito questa correlazione in una mia precedente idea, ve la allego in maniera che possiate approfondire.
SETTORI INDUSTRIALE E DEI MATERIALI
Anche questi settori si sono comportati come quello finanziario ed energetico. L’industriale ha perso il 4,87% circa, mentre quello dei materiali il 3,44%. Al momento della scrittura di questa idea (18:30 del 30/11) il prezzo di XLI si trova schiacciato sulla media a 200 periodi mentre XLB sulla media a 50 periodi. Vedremo prossimamente se tali medie andranno a costituire punti di supporto.
SETTORI REAL ESTATE E TECNOLOGICO
Entrambi i settori perdono intorno al -2,2% / -2,8% come si evince dai due grafici. Ricordiamo che i due settori sono diversi tra loro: il real estate è uno di quei settori che tendenzialmente performano bene in periodi di media/alta inflazione, mentre il settore tecnologico è legato in maniera indiretta all’inflazione stessa in quanto essa erode i guadagni futuri, e siccome nel settore tech XLK molte aziende sono growth, esse vanno a risentirne, nonostante le grandi performance fatte nel 2020/2021. Se vogliamo trovare una correlazione, vi suggerisco di guardare la fragilità che dimostra il settore in quelle sedute in cui i rendimenti dei titoli di stato a 10 anni aumentano in maniera repentina ed improvvisa.
SETTORI CONSUMER STAPLES E SANITARIO
I due settori si comportano all’incirca come tutti quelli che vi ho già descritto. I loro prezzi oscillano sempre tra i 2 punti percentuali e mezzo circa.
SETTORE DELLE COMUNICAZIONI
Il settore delle comunicazioni è uno di quelli che ha performato peggio, arrivando a segnare in intraday un -3,95%, rompendo dapprima la struttura a 78,75$ e successivamente, con molta forza, anche la media a 200 periodi.
SETTORE CONSUMER DISCRETIONARY
Il settore XLY perde tanto quanto il settore consumer staples, ossia il -2,90% circa.
E’ interessante vedere che questo settore si dimostra tanto forte, essendo l’unico di tutti quelli che ho analizzato a trovarsi a distanza rilevante dalla media a 50 periodi (questo è sinonimo di grande forza del trend)
Concludendo con l’analisi sui settori del mondo azionario statunitense, possiamo affermare che la volatilità è nemica del rialzo del prezzo. In questo senso, la teoria sulla volatilità conferma gli studi: in periodi di alta volatilità, è molto più probabile che un prezzo scenda in maniera anche aggressiva anziché salire; questo significa il fatto che gli investitori non hanno spostato i loro capitali nelle equities, bensì hanno probabilmente chiuso le loro posizioni rialziste per andarsi a proteggere su altri asset. Questi asset possono essere le materie prime? Direi proprio di no.
Vi condivido uno degli etf più famosi sulle materie prime, ossia il bloomberg commodity index, che contiene al suo interno il paniere appunto delle commodities con un peso rilevante riservato a quelle energetiche.
Come si evince dal grafico, l’indice è arrivato a perdere addiritura il -8,62% al momento della scrittura, ben peggio di tutti gli indici azionari analizzati. Utilizzando l’analisi volumetrica, notiamo come il prezzo si sta ora poggiando su l’importante point of control dell’ultimo impulso rialzista formato dal prezzo; se riuscirà a romperlo al ribasso , è probabile che andrà a finire sulla media a 200 periodi (non ricordo ora l’ultima volta in cui il prezzo abbia rivisitato tale struttura data la sua enorme forza da marzo 2020).
Vorrei fare una menzione importante sul petrolio, in quanto esso nel biennio 2020-2021 non aveva mai perso (in tre sole sedute) il 16% del suo valore. Ciò è chiaramente dovuto alla nuova variante del covid scoperta il giorno del black friday, in quanto va a minacciare la ripresa economica globale ma soprattutto la domanda di petrolio stesso (dal momento che diverse rotte aeree sono già state interrotte). La paura di possibili nuovi lockdown ha fatto liquidare tantissime posizioni long dei non-commercials (sarà interessante studiare il prossimo cot report per analizzare quante effettive posizioni long siano state chiuse) e, di tutta risposta, il prezzo è crollato. E’ interessante dal lato tecnico vedere che il prezzo ha prima rotto la struttura a 71,15 dollari dove presumibilmente erano posizionati tanti ordini long qualora il prezzo ci fosse tornato a far visita (come ho dichiarato nella mia precedente idea), successivamente ha rotto al ribasso il point of control della lateralizzazione di fine maggio-fine settembre e successivamente addiritura la media a 200 periodi. Il mercato secondo voi ha paura di tutto ciò? A tal proposito vi ho condiviso anche l’indice di volatilità del crude oil, ossia l’OVX, che in 3 sedute ha segnato un +167%. Credo che questo lasci davvero pochi commenti, fa impressione!
Deduciamo da queste ultime analisi che nemmeno il mondo delle materie prime ha avuto delle belle giornate a cui tutti noi eravamo abituati. Il mondo delle commodities è già di per sé volatile, quindi è abbastanza scontato che gli investitori non mettessero i soldi in un asset simile perché, come ho spiegato all’inizio dell’idea, “I mercati ad alta volatilità sono caratterizzati da bruschi movimenti di prezzo che vanno a caratterizzare l’elevata imprevedibilità di quel mercato”. Detto in poche parole, in momenti di alta volatilità le commodities si comportano come uno strumento troppo imprevedibile e ciò non piace al mercato, così come le notizie improvvise, come quella della nuova variante.
Quali sono stati quindi i “beni rifugio” (ossia quegli asset che in periodi instabili tendono ad incrementare il proprio valore) di queste ultime giornate volatili? Sicuramente il mondo obbligazionario, che è meno volatile rispetto alle azioni e alle commodities anche se offre dei rendimenti inferiori e, nel mondo del forex, il franco svizzero e lo yen giapponese. Andiamo a vederli.
MONDO OBBLIGAZIONARIO
Vi ho condiviso un titolo di stato a breve scadenza, quello a 5 anni, e uno a lunga scadenza, ossia quello a 10 anni. Vediamo come quello a 5 anni abbia superato il punto percentuale, mentre quello a 10 anni abbia segnato addiritura un +2,25%.
Come ho spiegato prima, è probabile che gli investitori abbiano utilizzato le obbligazioni come bene rifugio dato che, come assets, sono meno volatili delle equities anche se, come ho già detto, non offrono gli stessi rendimenti; sono i tipici asset che possono performare bene in periodi di “risk off”, ossia quando la tendenza al rischio e bassa.
FOREX: YEN GIAPPONESE E FRANCO SVIZZERO
Sappiamo che queste due valute sono dei beni rifugio: lo yen probabilmente perché il debito del Giappone è per il 90% nelle mani dei giapponesi stessi, per cui è più difficile assistere ad attacchi speculativi sul debito del paese, mentre il franco svizzero perché la Svizzera è sempre stato visto come un porto sicuro, con un’economia e un sistema politico stabile.
Guardando i due grafici che vi ho condiviso, vediamo come i due future valutari si siano apprezzati e abbiano effettivamente agito da beni rifugio di breve periodo, andando a momenti a superare entrambi il 2%.
ORO
Il bene rifugio per eccellenza è l’oro che curiosamente, al momento della scrittura, si trova in territorio negativo rispetto alle 3 sessioni precedenti. Didatticamente mi sarei aspettato un prezzo molto superiore, ma ciò stavolta non è avvenuto.
LE MIE CONCLUSIONI
Innanzitutto, mi scuso se la mia idea è stata troppo lunga. Mi sono dilungato perché mi piace affrontare con voi di questa community questo tipo di analisi intermaket. Non avevo mai condiviso un’idea correlata alla volatilità nei mercati finanziari, e di conseguenza ho agito per proporre nel mio profilo delle idee sempre diverse, con spunti sempre diversi ed interessanti. Spero di “lavorare” bene, è la mia passione. Per quanto mi riguarda, condivido sempre l’importanza che hanno questo tipo di analisi, specie in giorni particolari. Se è vero che nei mercati finanziari si studia sempre il passato per capire il futuro, era importante capire per me la reazione dei diversi asset a quest’alta volatilità. Questo significa che se prossimamente, a parità di condizioni economiche e sociali, si dovesse ripresentare una volatilità di questo tipo, saprò dove rifugiarmi. Buona giornata.
MATTEO FARCI