SP500 - Short per area 4580Dal mio punto di vista abbiamo raggiunto la conclusione di ITM Max (il tempo ideale scade tra il 21 e 22 gennaio). Mi aspetto successivamente una discesa dei prezzi per la conclusione di ITM Indice, previsto concludersi tra fine gennaio e la prima ottava di Febbraio.
Su conferma di Max inferiore intorno al 23 / 24 febbraio, mi aspetto successivamente un ulteriore correzione (su questo punto sono consapevole che molti si attendono in Marzo un max maggiore, per cui direi di monitorare con attenzione il max successivo che si formerà in febbraio)
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Il Playbook settimanale del trader: Guardando al mese di marzoSuperati i comunicati dell'IPC e dell'IPP statunitensi, il mercato si è convinto ancora di più che il ciclo di allentamento della Fed inizierà a marzo, con un taglio di 25 pb previsto per ogni riunione a partire da quel momento.
Le curve dei rendimenti si stanno irripidendo (la curva degli Stati Uniti a 2 anni non è più invertita), trainate dalla parte corta dove i rendimenti dei Treasury statunitensi a 2 anni sono scesi per sei giorni consecutivi, perdendo 23 pb sulla settimana.
I tassi reali statunitensi a 5 anni (ossia i Treasury statunitensi a 5 anni aggiustati per l'inflazione prevista nei prossimi 5 anni) hanno registrato nuovi minimi del ciclo e si trovano al rendimento più basso dal maggio '23.
Alcuni hanno sostenuto che la stampa dell'IPC statunitense lascia alla Fed meno spazio per un allentamento a marzo. Forse... ma se prendiamo le componenti dell'IPC e dell'IPP che confluiscono nel calcolo del PCE core (pubblicato il 27 gennaio), e ci troviamo di fronte a una stima dello 0,2% circa su base annua, che vede il tasso annualizzato a 6 mesi del PCE core intorno al 2% - e dato che il PCE core è quello su cui la Fed ha impostato la politica - bingo, abbiamo una chiara giustificazione del perché il mercato obbligazionario e dei tassi ritiene che marzo sia il punto di partenza.
Il discorso di martedì (mer 03:00 AEDT) di Christopher Waller, membro della Fed, sarà uno dei punti focali di questa settimana, in cui si ricorda che ha dato il via al rally di fine novembre con la definizione di una tempistica e di un percorso di taglio dei tassi, che ha sostanzialmente dato il via al pivot della Fed e al rally del rischio di fine anno.
Con le voci di un inizio anticipato del tapering del QT e i rendimenti obbligazionari statunitensi più bassi, è sorprendente che il dollaro USA stia resistendo così bene, con il DXY che segue un range laterale tra 102,70 e 102,10. In settimana la GBPUSD è stata la migliore performer del G10, con il prezzo che si è spinto fino a 1,2800, mentre il BRL ha avuto la meglio nello spazio FX EM.
L'oro ha visto una sorta di rinascita in questo contesto, dove sul grafico a 4 ore il prezzo ha chiuso al di sopra della recente tendenza al ribasso, mentre sul grafico giornaliero il prezzo ha chiuso al di sopra dell'EMA a 5 giorni. La debolezza delle vendite al dettaglio negli Stati Uniti potrebbe dare nuova linfa ai rialzisti dell'oro, con un obiettivo di prezzo a 2075.
Il quadro è stato misto nel mondo delle azioni, con un'attenzione particolare per il JPN225 che ha guadagnato un enorme 6,9%, anche se il rapporto rischio/rendimento suggerisce di astenersi da nuovi long e di aspettare che il movimento si esaurisca. A parte un RSI di 80, l'87% dei titoli si trova al di sopra della MA a 50 giorni e il 68% dei titoli ha chiuso ai massimi di 4 settimane. Un segno di euforia e un segnale per i contrarian o una partecipazione solida e quindi rialzista? Io propendo per la seconda ipotesi.
Mentre gli utili statunitensi continuano ad arrivare e il processo elettorale americano prende ufficialmente il via in Iowa, la Cina torna al centro della scena con le vendite al dettaglio, il PIL del quarto trimestre e le vendite immobiliari. L'azionario Cina/HK rimane in difficoltà, ma il nastro sta girando e gli short stanno vedendo segnali che indicano la possibilità di passare da una posizione di trend a una di consolidamento, in cui la strategia potrebbe essere il range trading nei mercati CHINAH, HK50 e CN50. Staremo a vedere, ma se i dati dovessero risultare più deboli o se non dovessimo vedere il livello di allentamento della politica monetaria che è stato prezzato, allora è probabile che si verifichino nuovi flussi di vendita.
L'assetto degli indici azionari statunitensi sembra equilibrato con il rischio a 2 settimane - i rialzisti del rischio vorranno naturalmente che l'US500 superi i 4800 e il NAS100 i 17k, ma con la scadenza delle opzioni sul VIX, sull'indice e sui singoli titoli questa settimana (il calendario è riportato di seguito), ci si chiede se vedremo una maggiore volatilità dopo la scadenza. Una considerazione ovvia per la gestione del rischio.
Buona fortuna a tutti.
Gli eventi principali che i trader dovranno affrontare questa settimana:
I mercati statunitensi sono chiusi per il MLK Day (lunedì) - parziale commercio dei futures.
L'anticipazione dei mercati sulla data di inizio dell'allentamento e sull'entità dei tagli prezzati negli swap
Tasso MLF a 1 anno in Cina (15 gennaio 12:20 AEDT) - la PBOC dovrebbe tagliare il Medium-Lending Facility di 10 pb al 2,4% (dal 2,5%), con la possibilità di un taglio di 15 pb al 2,35%. Qualsiasi taglio inferiore a 10 pb potrebbe pesare su CHINAH, CN50 e HK50. Restiamo inoltre in attesa di un taglio del coefficiente di riserva bancaria (RRR) della Cina.
Occupazione e salari nel Regno Unito (16 gennaio 18:00 AEDT) - per quanto riguarda i salari, l'opinione comune è che l'Average Weekly Earnings 3M/YoY sia moderato al 6,8% (dal 7,2%). Il risultato influirà sulla determinazione dei tassi nel Regno Unito, dove il primo taglio di 25 pb è previsto per maggio. GBPUSD sembra trovare una buona offerta a 1,2800, quindi i rialzisti della sterlina vorranno vedere una rottura di chiusura qui per aggiungere long. Favorire EURGBP a 0,8560.
PIL cinese del 4° trimestre (17 gennaio, ore 13:00) - la stima mediana degli economisti prevede che il PIL del 4° trimestre cresca dell'1% a livello trimestrale e del 5,2% a livello annuale (dal 4,9% del 3° trimestre) - il PIL è per sua natura un dato retrospettivo, ma data la mancanza di fiducia dei money manager internazionali nell'investire in Cina, ritengo che l'esito del rapporto sul PIL cinese possa avere un impatto sulla volatilità del mercato.
Produzione industriale cinese, investimenti fissi, vendite al dettaglio, vendite immobiliari (17 gennaio 13:00) - il mercato si aspetta che questi dati si attestino rispettivamente al 4,5%, 2,9%, 8% e -9,5%. Certamente il mercato osserverà con attenzione i dati sulle vendite immobiliari alla ricerca di ulteriori prove di un calo delle vendite.
CPI del Regno Unito (17 gennaio 18:00 AEDT) - un potenziale evento volatile per i trader della sterlina, quindi monitorare l'esposizione su questo dato - il mercato vede il CPI principale al 3,8% a/a (dal 3,9%) e il CPI core al 4,9% (5,1%). La volatilità implicita a 1 settimana di GBPUSD si attesta al 6,67% (17° percentile dell'intervallo a 12 mesi) e prezza un movimento di -/+ 105 pip dal livello di chiusura di venerdì.
Vendite al dettaglio negli Stati Uniti (18 gennaio 00:30 AEDT) - il consenso mediano vede le vendite in crescita dello 0,4% su base mensile, con l'elemento del "gruppo di controllo" allo 0,2%. Il mercato sceglie e si affida a questo dato, ma ritengo che un calo delle vendite su base annua, se dovesse verificarsi, potrebbe avere un impatto sul sentiment e favorire i venditori di USD.
Rapporto sull'occupazione in Australia (18 gennaio, ore 11:30 AEDT) - la stima mediana è di 15.000 posti di lavoro creati, con un tasso U/E invariato al 3,9%. I futures sui tassi d'interesse australiani quotano la riunione della RBA di giugno come probabile primo taglio, quindi questo prezzo potrebbe essere messo in discussione, ma ci vorrebbe un movimento del tasso di disoccupazione per farlo.
CPI nazionale del Giappone (19 gennaio, ore 10:30 AEDT) - il mercato si aspetta che il CPI principale del Giappone si riduca al 2,6% (dal 2,8%) e che il CPI core raggiunga il 3,7% (3,8%). Dopo il calo del -3% dei salari reali della scorsa settimana e il calo dell'inflazione in Giappone, in un momento in cui si prevede che le altre banche centrali del G10 inizieranno un ciclo di tagli, difficilmente la BoJ sarà incentivata ad alzare i tassi.
Relatori della Fed - Waller (17/1 03:00 AEDT), Williams, Bostic, Daly
Altri fattori che potrebbero influenzare il sentimento del mercato:
Guadagni delle società statunitensi - È una settimana tranquilla sul fronte dei guadagni negli Stati Uniti, con circa il 3% della capitalizzazione di mercato dell'US500 che presenta relazioni. Goldman Sachs e Morgan Stanley attireranno l'attenzione, mentre diverse banche regionali presenteranno i loro numeri, per cui è bene tenere d'occhio l'ETF KRE.
Politica USA - Lunedì si conosceranno i risultati dei caucus dell'Iowa: Trump è quasi certo di vincere la nomination per il Partito Repubblicano, ma Nikki Haley potrebbe guadagnare un po' di slancio da portare alle primarie del New Hampshire del 23 gennaio?
Scadenza opzioni USA - Scadenza indici azionari USA (16 gennaio), scadenza opzioni VIX (17 gennaio), scadenza opzioni azionarie (19 gennaio)
Un fattore di criticità per il 2024Buongiorno a tutti e buon 2024. L’analisi che inaugura l’anno ha l’obiettivo di esaminare un fattore che potrebbe avere un impatto significativo sui mercati finanziari nel corso dell’anno. Vi auguro una buona lettura.
1. LA COMUNICAZIONE SUL TASSO DI INFLAZIONE
La notizia più rilevante della settimana è stata indubbiamente il tasso di inflazione. Come illustrato nella figura seguente:
• Il tasso di inflazione tradizionale, misurato su base annua, ha registrato un incremento al 3.4% dal 3.1% precedente
• Il tasso core, anch’esso misurato su base annua, ha mostrato un rallentamento al 3.9%, rispetto al precedente 4%
I due tassi di inflazione, misurati rispetto all’anno precedente. Grafico mensile
La figura precedente è di particolare interesse in quanto evidenzia come il processo di disinflazione, relativamente al tasso di inflazione che include nel paniere cibo ed energia, sia attualmente in stallo; infatti, il minimo è stato raggiunto nel giugno 2023, al 3%. Questo non si verifica se si considera l’inflazione core: in questo caso, il processo di disinflazione è pienamente in corso.
Le due grafiche che seguono illustrano le variazioni mensili dei due dati macroeconomici:
• Il dato tradizionale ha mostrato un incremento del +0.3%, rispetto al +0.1% del mese precedente
• Il dato core ha registrato un +0.3%, invariato rispetto al mese precedente
Tasso di inflazione su base mensile. Fonte: Trading Economics
Tasso di inflazione core su base mensile. Fonte: Trading Economics
La tabella rappresentata nella figura successiva evidenzia le variazioni percentuali di tutti i beni e servizi inclusi nel dato macroeconomico.
Variazione percentuali del CPI. Fonte: Bureau of Labor Statistics
È interessante notare come il costo degli alloggi (indicato come “riparo” nella figura) sia aumentato del +0.5% a dicembre 2023 e del +6.2% rispetto all’anno precedente. Anche il costo dell’elettricità ha registrato un aumento a dicembre, del +1.3%, e del +3.3% rispetto all’anno precedente, mentre il costo dell’energia ha mostrato un incremento mensile del +0.4%, ma una diminuzione del -2% rispetto a dicembre 2022.
Nonostante l’indice dei prezzi al consumo sia stato il principale catalizzatore dei mercati negli ultimi tre anni, questa volta non ha avuto lo stesso impatto. Infatti, come illustrato nella figura successiva, non ha influenzato significativamente il sentiment degli investitori.
Il consumer price index non ha agito da market mover. Grafico a 30 minuti
Dalle 14:00 alle 22:00 di giovedì, ora italiana:
• L’indice Nasdaq ha inizialmente registrato un calo, per poi risalire, chiudendo la sessione di negoziazione con un incremento del +0.12%
• Il rendimento del titolo di stato a due anni ha mostrato un calo, indicando un interesse da parte degli investitori per i bond governativi a tale scadenza
Ricordiamo che:
• Un dato inflazionistico tende a essere negativo per il mercato obbligazionario, poiché, come ho spiegato nel mio libro “Investire in Obbligazioni for Dummies”, il tasso di inflazione rappresenta un rischio che può erodere i rendimenti di questi specifici titoli di debito
• Al contrario, un dato deflazionistico o disinflazionistico tende a essere positivo per la ragione opposta
2. UN FATTORE DI CRITICITA’ PER I MERCATI FINANZIARI
Ora passiamo a descrivere un elemento critico che potrebbe influenzare i mercati finanziari nel 2024. È fondamentale ricordare che i prezzi delle varie classi di asset sono determinati dalle aspettative degli investitori. Sappiamo anche che i tassi di interesse sono uno dei principali catalizzatori dell’economia. Quindi, quali sono le aspettative degli operatori in questo senso? Esaminiamo la grafica successiva.
Probabilità sui tassi di interesse. Fonte: CME FedWatch Tool
Il mercato prevede ben SETTE tagli dei tassi di interesse, ciascuno di 25 punti base (0.25%), per un totale di 175 punti base. Ciò che mi colpisce personalmente è l’intensità di queste aspettative, dato che le percentuali sono elevate.
L’ultimo dot-plot chart, al contrario, indicava che le aspettative dei membri del FOMC riguardo ai tassi di interesse per il 2024 prevedevano tre tagli, per un totale di 75 punti base.
Se assumiamo tagli dei tassi di interesse di 25 punti base, le aspettative dei membri del FOMC suggeriscono tre possibili tagli per il 2024.
Sembra che gli investitori siano eccessivamente ottimisti. Questo è un aspetto molto importante da considerare, poiché sono proprio queste aspettative a catalizzare le tendenze rialziste dei mercati azionari e obbligazionari (saranno particolarmente soddisfatti coloro che gestiscono passivamente il famoso portafoglio 60% azioni e 40% obbligazioni).
Tutto ciò che ho appena descritto è illustrato nella grafica successiva.
Il catalizzatore dei rialzi dei mercati azionari e obbligazionari sono le aspettative sui tassi di interesse, esplicitate dall’indice di sentiment LQDH/LQD. Grafico giornaliero
Ciò che potrebbe destabilizzare i mercati sarebbe un cambiamento nelle aspettative attuali. Infatti, se le correlazioni mostrate nelle grafiche precedenti rimanessero invariate, LQDH/LQD inizierebbe a salire nuovamente, indicando aspettative di una politica monetaria più restrittiva per un periodo prolungato. Di conseguenza, SPY (ETF sull’S&P500) e TLT (ETF sui bond governativi a lunga scadenza) inizierebbero a scendere.
Potreste chiedervi perché il mercato preveda un taglio così drastico dei tassi di interesse, distribuito nell’arco dell’anno. Se pensate che il mercato stia prezzando una recessione, lo escluderei. In tal caso, avremmo dovuto osservare un aumento del mercato obbligazionario (a basso rischio) e una diminuzione del mercato azionario (ad alto rischio), poiché ciò avrebbe innescato una condizione di “risk off”. Personalmente, ritengo che l’aspettativa del mercato di un taglio così significativo sia guidata da altre previsioni: quelle di un rallentamento dell’inflazione verso l’obiettivo prefissato. Questa mia ipotesi è supportata dall’ultimo grafico: TIP/IEF, l’indice delle aspettative sull’inflazione, è in tendenza ribassista.
Le aspettative sul tasso di inflazione sono ribassiste. Grafico giornaliero
Quindi, prestate attenzione al prossimo grafico e ricordate: le decisioni di acquisto e vendita sono basate sulle aspettative, esplicitate dagli indici di sentiment.
Attenzione a LQDH/LQD e a TIP/IEF. Grafico giornaliero
A presto!
Ultima salita prima di una discesa semestrale/annualeCOINBASE:BTCUSD
Dai minimi di oggi massimo di domani potremmo avere un rimbalzo fino al massimo 22.12.2023 - 23.12.2023 escludendo qualche movimento falso ovvero una lingua di Bayer per superare i livelli segnati tra il 40k e 44k
Ad ogni modo dai top di dicembre avremmo un altro crollo probabilmente sotto 35600 con estensione sotto 34k nella zona dei 32k. Sotto i top dovremmo rimanere almeno un trimestrale e poi valuteremo un altro rimbalzo.
Prima rivalutazione settimana prossima per conferme e poi le successive settimane per valutare un ingresso sell di medio periodo minimo un mensile
BTC: triangolo ascendente e un GARTLEY.Sono stati scoperti un triangolo ascendente e un GARTLEY.
Lunedì c'è la possibilità di verificare i livelli menzionati in aula dopo la risposta della SEC.
Una replica di oltre 35.200 è possibile anche prima della dinamica vendita della casa
+ Il ROC del territorio è positivo
Analisi della Criptovaluta LBC (Library Credit)La criptovaluta LBC è al centro dell'attenzione grazie alla sua associazione con il social decentralizzato Odyssey. In questa analisi, ci concentreremo sull'osservazione del grafico giornaliero, con particolare attenzione alla formazione del pattern testa e spalle.
Contesto del Progetto:
LBC è la moneta nativa di Odyssey, un social decentralizzato che sta guadagnando popolarità.
L'ecosistema di Odyssey e l'utilizzo di LBC potrebbero contribuire al successo a lungo termine della criptovaluta.
Analisi del Grafico Giornaliero:
La formazione del pattern testa e spalle è un segnale tecnico significativo.
La testa si è formata tra i giorni X e Y, con spalle chiaramente delineate nei giorni precedenti e successivi.
L'identificazione di questo pattern potrebbe suggerire una potenziale inversione di tendenza.
Obiettivo di Guadagno:
In base alla teoria del pattern testa e spalle, il guadagno potenziale potrebbe essere del 100% o più.
Questo obiettivo è calcolato considerando la proiezione dalla testa alla neckline e l'estensione al di sopra della neckline.
Approccio al Trading:
Considerando il periodo attuale e il desiderio di evitare rischi di liquidazione, l'approccio in spot sembra ragionevole.
L'accumulo in caso di caduta del prezzo è una strategia prudente per sfruttare eventuali opportunità di acquisto a prezzi più bassi.
In conclusione, la formazione del pattern testa e spalle sul grafico giornaliero di LBC potrebbe rappresentare un'opportunità di trading interessante.
Oggi i Non Farm PayrollsQuesta prima settimana dell’anno, analizzando le diverse price action, appare un po’ caotica, nel senso che c’è stato un aumento di volatilità sostanziale nei diversi asset, in assenza però di direzionalità specifica, con movimenti e contro movimenti che hanno solo generato scompiglio. Fondamentalmente, gli investitori e gli operatori di mercato sono ancora alla finestra, e aspettano dati macro e dichiarazioni che garantiscano certezze nelle aspettative di politica monetaria, certezze che non possono esserci perché i dati che stanno uscendo sono misti e spesso contraddittori.
I dati US di ieri, per esempio, relativi all’ADP e ai Jobless si sono rivelati migliori dei Jolts Openings e dei Pmi di mercoledì, e questo non ha fatto alto che creare tensione, movimenti erratici ma tutto sommato non direzionali, perché correttivi rispetto alle price action della scorsa settimana. Wall Street ha vissuto una pausa di riflessione con i tre indici principali che hanno chiuso misti, il Dow in leggerissimo rialzo mentre S&P e Nasdaq in rosso, ma con movimenti insignificanti da un punto di vista percentuale anche se nel brevissimo, volatili.
I dati sull’Adp, ci hanno detto che l’economia Usa ha aggiunto 164.000 posti di lavoro a dicembre, ben al di sopra delle aspettative, mentre le richieste di sussidi di disoccupazione sono scese ai minimi degli ultimi due mesi. Oggi il mercato attende, con grande interesse, il rapporto sui Non Farm Payrolls, le cui aspettative sono per un incremento di 171.000 posti di lavoro. Riusciranno a smuovere i mercati in modo da farli entrare in un trend direzionale, oppure dovremo aspettare ancora?
La sensazione è che l’incertezza sia ai massimi livelli proprio perché i dati usciti fino ad oggi non garantiscono alcuna direzionalità, in ragione del fatto che stiamo uscendo lentamente da politiche monetarie super restrittive che fino ad oggi, sorprendentemente, non hanno creato recessione. Ma fino a quando durerà?
Si vive quindi tra la speranza di un rallentamento gestibile e la paura che però i tassi non scendano, in un mercato estremamente nervoso. Paradossalmente qualcuno vorrebbe una mild recession pur di avere la garanzia di tornare a veder scendere i tassi, che altrimenti potrebbero, rimanendo ai livelli attuali, causare un rallentamento ben più marcato. E l’altro dubbio e su quando questa svolta, che sia soft o hard landing, avverrà.
VALUTE
Sui cambi si assiste ad un ritorno del UsdJpy che nell’ultima settimana lavorativa ha recuperato 500 pip dai minimi, oltre il 3%, e si è avvicinato ai livelli chiave di 145.80 che potrebbe rappresentare una nuova inversione rialzista di medio termine con obiettivi anche a 150.00. Solo sotto 142.80, potremmo riparlare di trend decisamente al ribasso.
EurUsd ha corretto dopo il test di 1.0980, ma il movimento è stato assai contenuto con un massimo a 1.0972 e incapacità di rompere anche le prime resistenze. Cable che si è mosso allo stesso modo dell’euro con oscillazioni contenute e poco significative. Estrema forza di franco svizzero che spinge i cross CadChf, EurChf, NzdChf, Gbpchf e AudChf al ribasso per non parlare della salita impulsiva di ChfJpy che nel 2023 da 137.40 è salito fino a 170.40, oltre il 20%.
Difficile ora fare qualunque previsione, se non che si devono aspettare movimenti, rotture di punti e dichiarazioni di banchieri centrali che chiariscano il caos attuale e diano una direzionalità ai mercati. Anche il petrolio, che sembrava risalire dopo che erano emerse tensioni in medio oriente, si è sgonfiato in seguito al rapporto dell’EIA, sull’aumento delle scorte di greggio negli Usa e un calo generalizzato della domanda.
Per oggi massima attenzione perché si tratta del dato più importante di tutti, quello che spesso si è rivelato in passato, quello che ha spostato gli equilibri.
Buona giornata e buon trading.
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FTSEMIB - SHORT SEAttendo la violazione della trendline rossa (rosa) indicata, obiettivo area 29800 / 29900 entro 22 / 27 Dicembre. In caso di salita del Prezzo incrementerò in area 30700 / 30800, lasciando il target di uscita sotto il minimo del 7 Dicembre che secondo me deve essere violato prima del 27 Dicembre
Quale valuta dominerà il primo trimestre?Quale valuta dominerà il primo trimestre?
Cerchiamo di fare chiarezza sugli ultimi avvenimenti.
(Articolo 1/3)
GBP:
La sterlina è stata la valuta del G10 a beneficiare meno delle difficoltà dell'USD lo scorso mese, poiché i mercati monetari del Regno Unito hanno mostrato le aspettative di allentamento della BoE più in linea con quelle della Fed a seguito dei dati britannici inferiori al consenso.
Ma attenzione, l’economia del Regno Unito potrebbe alla fine resistere un po’ meglio di quanto temuto.
A questo proposito, i dati flash PMI del Regno Unito del mese scorso hanno offerto alcuni segnali incoraggianti, in quanto l’indice dei servizi è cresciuto più del previsto (53.4 contro 50.9 precedente).
Di seguito lascio il commento di Tim Moore riguardante l'ultimo report markit:
"I dati di dicembre indicano che il settore dei servizi nel Regno Unito ha chiuso lo scorso anno in positivo, con una crescita dell'attività commerciale che ha accelerato ai livelli più rapidi degli ultimi sei mesi, mentre la ripresa degli ordini ha acquisito slancio.
La ripresa della domanda dei clienti è stata attribuita alle speranze di minori oneri finanziari e un contesto economico globale in miglioramento nel 2024.
Tuttavia, molte aziende hanno continuato a citare le difficili condizioni economiche sottostanti a causa della stagnazione dell'economia britannica e della forte pressione sui margini derivante dall'aumento del costo del lavoro.
Le aspettative sull'attività economica per il prossimo anno sono ora le più ottimistiche dallo scorso maggio, supportate da segnali di ripresa della propensione a spendere dei clienti.
Le forti pressioni salariali hanno alimentato un altro mese di sostanziali aumenti dei costi di produzione nel settore dei servizi.
L'inflazione complessiva dei prezzi di produzione è aumentata per il secondo mese consecutivo,
nonostante il sollievo derivante dalla riduzione delle bollette di trasporto e dei costi delle materie prime.
Molte aziende hanno notato vincoli sul loro potere di determinazione dei prezzi a causa della ristrettezza dei budget di famiglie e imprese".
Dando uno sguardo ai dati macro nell'immagine precedente, l'indice Halifax, ovvero l'indice dei prezzi delle case, ha registrato forti deprezzamenti negli ultimi mesi dell'anno.
La correlazione tra l'indice dei prezzi delle case e l'indice manifatturiero può variare a seconda di diversi fattori economici ma in generale esiste una relazione (Tassi di interesse, ciclo economico etc..).
Questa relazione ci aiuta ad evidenziare meglio lo stato di salute dell'economia.
AUD:
I fattori chiave, degli ultimi movimenti del dollaro australiano, sono i prezzi delle materie prime e lo spread dei tassi a breve termine australiani.
I prezzi del minerale di ferro sono balzati al livello più alto in quasi 2 anni sulla scia delle speranze degli investitori che la Cina adotti misure più significative per rilanciare il suo mercato immobiliare in difficoltà.
Questa speculazione è stata ulteriormente alimentata dal discorso di Capodanno del presidente Xi Jinping, in cui ha promesso che il governo lavorerà per consolidare e rafforzare lo slancio della ripresa economica e per raggiungere uno sviluppo economico stabile e a lungo termine. Uno Yuan cinese più forte nelle ultime contrattazioni dell'anno ha anche incoraggiato l’accumulo di scorte di minerale di ferro.
Correlazione tra AUD e il minerale di ferro.
Tuttavia la crescita della Cina potrebbe continuare a rallentare dal 5,2% nel 2023 al 4,4% nel 2024.
Parte di questo rallentamento è strutturale, ma un’altra parte più ampia è ciclica poiché l’economia continua a digerire lo scoppio della bolla immobiliare residenziale con solo modesti stimoli da parte del governo.
Ciò potrebbe fungere da freno al rally del dollaro australiano nel 2024.
Il calo dello spread del tasso a breve termine tra Australia e Stati Uniti segue i verbali del FOMC, che non sono stati così accomodanti come la conferenza stampa del presidente Jerome Powell.
Ritengo che il mercato stia sopravvalutando i tagli dei tassi della Fed per marzo 2024, il che potrebbe portare ad un calo delle principali valute contro il dollaro nel breve termine.
Mentre la Fed taglierà i tassi, la RBA li manterrà fermi o, nella migliore delle ipotesi, li taglierà verso la fine del 2024.
L’inflazione australiana sarà più vischiosa di quella degli Stati Uniti?
I dati sull’inflazione australiana per il quarto trimestre che verranno pubblicati il 31 gennaio costituiranno un dato chiave per AUD.
Il ciclone Jasper e le inondazioni che colpiscono un’area chiave per la coltivazione della frutta nel Queensland porteranno a un aumento dei prezzi dei prodotti alimentari nel quarto e nel primo trimestre, ma i prezzi alle pompe di benzina, che diminuiranno di oltre il 15% durante il quarto trimestre, influiranno sull’inflazione nella direzione opposta.
Sarà un numero di inflazione difficile da prevedere.
La Banca centrale australiana naviga a vista...
Buon trading a tutti
ACCELERA IL SELL OFF DELL’AZIONARIO.La discesa dei listini prosegue anche in questo terzo giorno operativo del 2024, con ribassi che si sono rivelati più importanti di quanto ci si potesse aspettare. I dati macro usciti nel pomeriggio e relativi ai Jolts openings, hanno mostrato una contrazione di circa 62 mila unità rispetto al mese di Novembre, al di sotto delle aspettative di mercato. In contrazione il settore delle assunzioni nei trasporti, nei grandi magazzini e nei servizi pubblici. Contestualmente è uscito l’Ism manifatturiero Pmi, leggermente migliorato a 47.4 rispetto al 46.7 del mese precedente, pur rimanendo nel 14 esimo mese di contrazione dell’attività industriale. La sorpresa viene dal fatto che in questo caso dati negativi hanno spinto la borsa al ribasso, negando, finalmente ci vien da ricordare, il mantra con cui abbiamo convissuto per mesi, ovvero quello per cui a dati macro inferiori alle attese, si associavano acquisti in borsa per via delle speranze di stop al rialzo dei tassi. Se la borsa comincia a perdere quota in concomitanza con dati negativi, la correlazione ritorna ad essere “sana”, e analisti e investitori cominciano a guardare agli effetti negativi sugli utili aziendali, che un peggioramento della congiuntura, potrebbe generare. E così Wall Street ha ceduto con ribassi per i tre indici principali. Il Dow ha perso lo 0.76%, l’S&P lo 0.8% e il Nasdaq l’1.18%, al quarto giorno di discesa consecutiva. Gli unici settori a chiudere in positivo sono stati quelli energetici per via del rialzo del prezzo del petrolio. Ben 8 settori su 11 hanno invece chiuso in ribasso all’interno dell’S&P.
VALUTE.
Sui cambi, Usd sugli scudi in qualità di asset rifugio, in concomitanza con un indice Vix che torna sopra i 14 punti, e un decennale Usa che è tornato a rendere quasi il 4%. EurUsd sotto quota 1.0900, mentre il Cable ha tenuto leggermente meglio per effetto della rottura dei supporti di EurGbp che ha violato l’area di 0.8645 e punta decisamente a 0.8595 area ora. UsdJpy che attacca quota 144.00, ma in questa fase di accumulazione non si potrebbe neppure escludere 145.00. Franco svizzero che sale contro Euro con la Snb che sembra scomparsa. EurChf a 0.9285 e i cross del Franco che perdono ancora quota. UsdCad vicino ai punti chiave di 1.3400 per cui a breve forse qualche storno del biglietto verde potremmo anche vederlo.
VERBALI DEL FOMC.
Sono stati pubblicati i verbali dell’ultima riunione della Fed, da cui si evince che ci sono stati, nell’ultimo periodo, chiari progressi sull’inflazione, ma dall’altro lato le diverse componenti sono apparse disomogenee, come quella dei servizi primari, i cui prezzi hanno continuato ad aumentare. L’economia tiene ma dovrà affrontare rischi al ribasso e la politica monetaria dovrà per forza tenerne conto, anche se altri membri sembra siano rimasti conservativi, nel senso che vorrebbero mantenere la politica restrittiva ancora per qualche tempo. Ecco perché da qui in avanti diventeranno cruciali i dati macro, in relazione ai quali la Fed prenderà poi le decisioni adeguate. In definitiva, quindi, sembra di poter dire che la banca centrale americana, resta tendenzialmente prudente e ha bisogno di conferme prima di avventurarsi in una riduzione del costo del denaro.
PETROLIO.
Tentativi di recupero per l’oro nero, in seguito alle proteste in Libia e all’aumento delle tensioni in Medio Oriente, che ovviamente spingono ad alimentari i timori di una riduzione dell’offerta. In Libia le proteste hanno causato il blocco della produzione in alcuni importanti giacimenti, mentre le tensioni in Mar Rosso per le navi commerciali attaccate dai ribelli Houti non si placano. Wti a 73.30 e Brent tornato nelle vicinanze degli 80 dollari. Vedremo molto probabilmente reazioni dell’Opec nelle prossime ore, magari atte a stabilizzare la produzione. Buona giornata e buon trading.
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