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LARGE, MID E MICROCAP: ANALISI DEI TREND E CORRELAZIONI MACROL’obiettivo dell’analisi è quello di analizzare i trend delle società a grande (S&P500), media (Russel 2000) e micro-capitalizzazione (ETF di iShares “IWC”), con focus su alcuni indici di forza e correlazioni macroeconomiche.
1. LE “LARGE-CAP”
Come si è conclusa la settimana “dell’inflazione al 5.3% e dei tassi di interesse rimasti invariati”? Osserviamolo nella grafica successiva reperita da Finviz.com:
Tutti i settori in positivo. Il podio è riservato al settore tecnologico (+4.11%), al settore ciclico (+3.66%) e al settore dei materiali di base (+2.9%). Essendo i primi due settori quelli maggiormente acquistati in una condizione di propensione al rischio, è possibile affermare come la settimana passata sia stata di “risk-on”.
Volendo essere ancora più precisi, di seguito i migliori cinque sottosettori:
La grande propensione al rischio è ben testimoniata dai livelli del VIX che hanno raggiunto valori di 13 punti e mezzo circa (valori che non si osservavano dal febbraio del 2020):
Ricordate:
• Il VIX è definito come l’indice di paura dell’S&P500 dal momento in cui esso tende a registrare degli incrementi al manifestarsi di ribassi (più o meno violenti) del benchmark. Importante la soglia dei 20 punti, considerata lo spartiacque tra la “tranquillità” (risk on, < 20) e “l’incertezza” (risk off, > 20)
Analizziamo l’S&P500 dal punto di vista tecnico:
Il benchmark ha definitivamente superato la resistenza dei 4300$ (superando, di fatto, il massimo del “mini bull market” di agosto 2022 e confermando la rottura al rialzo del triangolo ascendente) e ora si dirige verso la successiva struttura dei 4600$; da non escludere un ritracciamento del prezzo a causa di potenziali prese di profitto e di territorio di ipercomprato (RSI a valori di 73 punti).
La distanza dai massimi storici si attesta a poco più di 9 punti percentuali.
E il Russel 2000?
2. LE MID-CAP: IL RUSSEL 2000
La forza espressa dal Russel 2000 (ticker “RUT”) è notevolmente inferiore rispetto a quella dell’S&P500:
• Il suo prezzo si ritrova all’interno di un canale di lateralizzazione da più di un anno, tra la struttura a 1690$ e quella a 1900$; è possibile affermare come esso sia ancora testimone di un mercato ribassista
Nell’immagine successiva è possibile osservare le più importanti strutture di prezzo:
La maggior forza del benchmark principale rispetto a quest’ultimo è esplicitato dall’indice di forza SPX/RUT:
Perché questa maggior forza?
Il Russel 2000 è più sensibile all’intensità economica di quanto lo sia l’S&P500.
• Il Russel 2000 è l’indice azionario rappresentativo delle società a media capitalizzazione di mercato. Le loro attività sono principalmente concentrate all’interno dell’area degli Stati Uniti, a differenza delle società dell’S&P500, formato da tante società multinazionali che, come dice il nome stesso, godono di commerci più “geograficamente” diversificati.
Il Russel 2000 è quindi dipendente dalla domanda interna dei consumatori statunitensi: se quest’ultima aumenta, le società all’interno dell’indice registreranno maggiori vendite, maggiori utili e quindi dei rialzi in borsa. Dal momento che i consumi sono il principale catalizzatore dell’economia americana, ne conviene la correlazione Russel-PIL.
Dimostriamo tutto ciò, osservando le correlazioni positive esistenti tra l’indice azionario stesso, il PMI manifatturiero e l’indice dell’attività economica sui servizi:
Esse sono positive! Correlando i due dati macroeconomici al prodotto interno lordo statunitense anno/anno, abbiamo la conferma di ciò che è stato espresso precedentemente.
Per chi non sapesse a cosa si riferiscono i due dati macroeconomici:
• PMI MANIFATTURIERO: Il PMI manifatturiero è un indicatore capace di esplicitare la forza o la debolezza dell’omonimo settore attraverso il sentiment dei direttori agli acquisti del settore stesso.
Quando il dato si trova al di sopra dei 50 punti, il settore è da considerarsi “in espansione”; in caso contrario, in “contrazione”
Ho parlato in maniera specifica del dato nell’analisi al link:
• INDICE BUSINESS ACTIVITY DELL’ISM SUI SERVIZI: è un rapporto che fornisce una panoramica sull’attività commerciale nel settore dei servizi; come per il PMI manifatturiero, esso oscilla tra valori superiori o inferiori a 50 punti, dove questi ultimi rappresentano lo spartiacque tra l’espansione ( >50) e contrazione (<50) del settore stesso
I settori manifatturiero e dei servizi sono fondamentali per l’economia statunitense (non per altro sono state osservate le correlazioni positive nella figura precedente).
3. LE MICROCAP
Osserviamo l’andamento di prezzo dell’ETF di iShares “IWC”, che replica un indice composto da società statunitensi a micro-capitalizzazione:
Grafico molto simile al Russel 2000:
• Dopo l’enorme rialzo dal minimo del marzo 2020 ai massimi dell’anno dopo, il prezzo ha visto una lateralizzazione terminata con un breakout ribassista a gennaio 2022. Il prezzo, negli ultimi mesi, si ritrova ad oscillare tra la resistenza dei 130$ - 137$ e l’importante supporto (più volte testato) dei 100$. Interessante la formazione di un triangolo discendente, figura di analisi tecnica ribassista
Calcoliamo ora l’indice di forza relativa tra Russel 2000 e IWC (RUT/IWC):
Lampante la forza maggiore espressa dal Russel 2000 rispetto alle micro-cap. Perché?
• Se è vero che le large-cap operano su scala globale e le mid-cap su scala nazionale, è altrettanto vero che le micro-cap presentano “un raggio di azione” ancora più ristretto, talvolta regionale.
Questo significa che esse saranno ancora più impattate dalla ciclicità dell’economia rispetto alle due precedenti
Quest’ultimo punto è ben osservabile se si osservano le correlazioni tra i due dati macroeconomici citati nel paragrafo precedente e “IWC”:
Paragonando le correlazioni dei dati macroeconomici con “RUT” (RUSSEL) e con “IWC” vi renderete conto di come quelle osservabili per quest’ultimo siano più intense nel tempo, proprio a denotare una ciclicità superiore.
In un processo di rallentamento economico (quello attuale, nella fattispecie) saranno gli utili delle micro-cap ad essere impattati più negativamente rispetto alle mid-cap: da questo ne deriva un indice di forza “RUT/IWC” rialzista.
Abbiamo dunque le società a larga capitalizzazione che sovraperformano quelle a media; queste ultime, a loro volta, sono più forti delle micro.
Cosa vorrà mai dire questo?
Ciò sarà l’argomento della prossima analisi, in cui andremo ad analizzare variabili correlate e un potenziale scenario di investimento.
Qualora qualche concetto non fosse stato chiaro, commentate pure. Buona settimana!
EUR/USD: IL GRAFICO DA SEGUIRE PER OPERARE SUL TASSO DI CAMBIOL’obiettivo dell’analisi è quello di costruire un indice (uno spread, in particolare) da seguire attentamente per capire quali saranno le prossime tendenze del tasso di cambio.
1. LE PAROLE DELLE DUE BANCHE CENTRALI
Federal Reserve e Banca Centrale Europea hanno parlato:
• La Federal Reserve ha mantenuto come da attese il tasso di interesse invariato al 5%-5.25% suggerendo la possibilità di ulteriori due aumenti da 25 punti base in questo 2023. Per l’ennesima volta ha dichiarato come le prossime decisioni saranno catalizzate dall’andamento dei dati macroeconomici, con focus principale sul tasso di inflazione core che, il giorno prima, aveva visto un valore del +5.3% anno/anno.
• La BCE ha alzato il tasso di interesse di 25 punti base, portandolo al 4%. Ha confermato come, da luglio, stopperà i reinvestimenti dei titoli in scadenza acquistati precedentemente nel Quantitative Easing e ha dichiarato come il processo di inasprimento della politica monetaria non sia terminato (“a meno di cambiamenti radicali dello scenario, continueremo ad alzare i tassi” – Lagarde)
In base a queste informazioni, quale potrà essere il destino di euro/dollaro? Quale grafico seguire?
2. ANALISI TECNICA EURO/DOLLARO
Il tasso di cambio ha visto un trend discendente dal massimo relativo dell’11 febbraio 2022 (a 1.14950) al minimo del 28 settembre 2022 (a 0.93360). Da quel punto ha ritrovato forza riuscendo a raggiungere a inizio febbraio 2023 il valore di 1.10330. Quella è, ad oggi, la struttura di prezzo più importante. Essa, trasformatasi da resistenza e testata dal prezzo tre volte, costituisce il lato superiore del triangolo ascendente evidenziato nella figura di color blu, figura di analisi tecnica rialzista.
Cosa spinge il tasso di cambio al rialzo e al ribasso?
3. DIVERGENZE TRA POLITICHE MONETARIE
È possibile affermare come il trend di EURUSD sia catalizzato dalle aspettative degli investitori sulle mosse di politica monetaria futura delle due banche centrali. Ora saranno chiariti i motivi.
Sappiamo come i tassi di interesse di una banca centrale influenzino i prestiti, finanziamenti, mutui e…le emissioni obbligazionarie (agendo sui rendimenti). Si dice sempre:
“Un aumento dei tassi di interesse tende a rendere più attrattiva una valuta”
Perché?
Gli stessi tassi di interesse rendono più attraenti i bond, vedendo essi un aumento dei loro rendimenti. A maggiori rendimenti corrisponderà maggior domanda degli stessi, acquistati con la loro valuta di denominazione. Maggior domanda di bond, maggior domanda di valuta di denominazione e…rafforzamento di quest’ultima, per la legge supply and demand.
Ho trattato questo argomento in maniera più approfondita in un’analisi pubblicata un mese fa circa, al link:
Qualora desideriate una migliore spiegazione su questo tema scrivetelo nei commenti.
Il rendimento della curva (dei rendimenti) più influenzato da una banca centrale è quello a scadenza due anni. Prendiamo in considerazione la BCE:
L’influenza dei tassi di interesse sul rendimento del bund a quella scadenza è lampante. Più interessante la grafica successiva, che mostra come il rendimento dello stesso bond tenda ad anticipare le future mosse della BCE, comportandosi dunque da “leading indicator”:
Lo stesso discorso è ovviamente applicabile al bond governativo a scadenza due anni statunitense con le mosse della relativa FED:
Possiamo concludere affermando che i due rendimenti siano ottimi indicatori per capire le aspettative degli investitori sulle future mosse di politica monetaria.
Come è possibile stabilire quale delle due banche applicherà azioni più restrittive? O, viceversa, più espansive?
È utile applicare uno spread. Osserviamo la figura successiva:
Lo spread di color nero è stato ottenuto dalla differenza tra i tassi di interesse USA e quelli europei. Ad una tendenza rialzista dello stesso corrisponderanno tassi di interesse in America più alti, al contrario tassi di interesse maggiori in Europa. La linea di color blu rappresenta invece le aspettative sulle due politiche monetarie (ottenute dalla differenza tra il rendimento a 2 anni del bond USA e del 2 anni del Bund) che, come mostra la figura successiva, tende ad essere un ottimo segnale anticipatore.
3. IL GRAFICO DA SEGUIRE
Avendo analizzato il tasso di cambio dal punto di vista tecnico e il rapporto tra aspettative di politiche monetaria esplicitato dallo spread tra i rendimenti dei due bond, perché è stato citato qualche riga fa come EURUSD sia influenzato proprio da quest’ultimo aspetto?
Perché, come mostra la grafica successiva, lo stesso tasso mostra una correlazione positiva proprio con lo spread!
Esplicitiamo le informazioni della figura:
• EURUSD ha realizzato il trend ribassista evidenziato dal canale discendente di colore rosso perché il mercato prezzava una FED più aggressiva della BCE
• EURUSD è riuscito ad invertire la tendenza di breve periodo (realizzando il rialzo evidenziato dal canale rialzista di color giallo) quando gli investitori hanno iniziato ad intravedere una pausa ai rialzi dei tassi USA e un continuo rialzo di quelli nell’euro zona (a causa del processo di disinflazione più “accelerato” negli Stati Uniti)
La correlazione tra spread e tasso di cambio è, da novembre 2022, fortemente positiva. Se il coefficiente di correlazione si manterrà tale è possibile, ad oggi, affermare che:
• Se il mercato prezzerà una FED più aggressiva della BCE lo spread scenderà verso il basso e, vista la correlazione, il dollaro sovraperformerà l’euro
• Se il mercato prezzerà una BCE più aggressiva della FED, lo spread salirà verso l’alto, trasportando il tasso di cambio in territorio rialzista.
Euro/dollaro non rappresenta l’unico tasso di cambio catalizzato dalla tematica discussa. Qualora desideriate un’analisi su altri tassi di cambio “simili”, scrivetelo nei commenti.
Buona settimana.
Gold e Silver, curiosità importanti."Le materie prime hanno influenzato l'intera storia umana, hanno causato guerre, portato la pace, stimolato spedizioni in terre sconosciute, dato vita a incredibili operazioni di spionaggio, stabilito nuovi equilibri fra paesi e uomini".
Antonio Giraudo.
Chiunque, io per primo, rileggendo articoli che liquido per scontati, scopro che molte volte c'è sempre qualcosa che ancora devo apprendere. Ma il lavoro svolto, è in particolar modo indirizzato a chi approccia il mondo finanziario-economico ed il trading on line, offrendo una didattica semplice nel linguaggio e facile da comprendere per approcciare l'operatività.
Premessa dovuta per consigliare, al compimento dei primi passi, di iniziare studiando pochi, pochissimi strumenti finanziari per comprenderne a fondo tutti gli aspetti. Troppi asset assieme non permettono, o quantomeno confondono, l'apprensione dello strumento. Questo non vuol dire evadere il tanto lavoro che viene richiesto per poter trarre profitto da questa disciplina. Quando iniziai non vi era tutto il materiale che oggi si reperisce in rete, studiai libri, (non ricordo quanti), rimasi sveglio giorno e notte per osservare il minimo movimento dei prezzi nei grafici e comprenderne le motivazioni, osservarne i modelli che si ripetevano con sistematicità. Voglio dire che scegliendo uno o due asset e approfondendoli, non si rischia di perdere il focus principale. Nulla vieta, a seguire, di aggiungere ed acquisire la conoscenza di nuovi strumenti.
Oro e Argento sono due metalli preziosi, correlati fra loro, ma se dovessimo trovare una differenza in campo analitico fondamentale potremmo definire l'argento più industriale dell'oro. Di conseguenza si evince che l'argento risponde bene sia visto come bene rifugio che come materia prima industriale. Per far comprendere quanto l'argento possa essere legato anche ad un analisi di carattere fondamentale basti vedere la discesa avuta l'11 maggio 2023, all'uscita di trimestrali sotto le attese, di aziende che ne fanno domanda.
L'argento rispetto all'oro è un mercato tendenzialmente più volatile e bisogna sapere che è 4 volte più piccolo per dimensione, (sappiamo quanto è preziosa la volatilità per tutti i colleghi traders). In qualsiasi caso sono due metalli molto legati al fattore domanda/offerta. L'argento viene utilizzato in una miriade inimmaginabile di campi: vi sono i vettori spaziali che lo utilizzano in maniera importante, le autovetture ne posseggono buona quantità, se poi consideriamo le automobili elettriche ancor più; viene utilizzato nella depurazione dell'acqua, negli specchi, all'interno dei pannelli fotovoltaici, nell'elettronica, in campo odontotecnico, l'argento viene utilizzato quasi dappertutto. Qual è la differenza rispetto all'oro? L'Argento viene recuperato in minima parte, mentre l'oro come ben si può immaginare ha un recupero importante. Basti pensare che a parte qualche tonnellata affondata assieme ai galeoni spagnoli, la quasi totalità dell'oro estratto è a tutt'oggi fruibile.
Guardiamo cosa influenza sensibilmente questi due metalli.
- Non credo di dover spendere molte parole sui tassi d'interesse, è materia dei giorni nostri. Stiamo osservando come l'aumentare dei tassi da parte delle banche centrali per combattere l'inflazione stia influenzando gli interi mercati azionari, obbligazionari, delle valute e non fanno sicuramente eccezione i mercati delle commodities.
- Molto importante domanda e offerta, una forte domanda fa lievitare il prezzo mentre scarsa domanda lo abbassa. Stesso discorso per l'offerta, se vi è gran quantità di prodotto il prezzo è basso, se il prodotto scarseggia, se la produzione è bassa, il prezzo aumenta.
- L'avversione al rischio è facilmente spiegabile con l'apprezzamento dell'oro quando vediamo mercati molto nervosi, ancor più se vi sono motivazioni geopolitiche. L'oro è la materia prima per eccellenza che negli anni si è sempre continuata ad apprezzare, di conseguenza quando gli investitori non vogliono rischiare, acquistano oro. Lo S&P 500 possiamo affermare che è il benchmark per eccellenza dell'azionario, (riskon), se sale, per le dinamiche spiegate in precedenza, scende l'oro, se scende, viceversa, sale l'oro (riskoff). Non dimentichiamo che è strettamente correlato inversamente anche al Dollaro americano; l'oro si paga in dollari, un dollaro debole rafforza l'oro, un dollaro forte indebolisce l'oro.
- I prezzi energetici non credo si prestino a particolari domande. E' normale che se aumenta il prezzo del petrolio, del gas, del carbone, necessari all'estrazione, il trasporto e la lavorazione dei metalli preziosi, di conseguenza viene impattato il costo della materia prima.
- Quello che magari bisogna approfondire un po' è la stagionalità, mentre con altre commodities ha un impatto diretto, con i metalli è soprattutto legata al precedente fattore elencato, ovvero i prezzi energetici, per la stessa ragione che se aumenta il gas impatta oro e argento. Esempio: il gas vive di costi in base alla stagionalità. In estate vi è poca domanda che cresce d'inverno. Come si evince è tutto collegato; ma tutto estremamente importante al fine di fare le proprie valutazioni operative.
Se si vuole fare del trading la propria professione, (io affermo sempre, un aiuto al vostro stipendio mensile sicuro, o ancora, una forma d'investimento alternativo), tutte questi meccanismi di mercato bisogna farli propri.
Cot e panoramica generale dei mercati in vista del Fomc !! Ciao,
ogni settimana sviluppo un report basato sulle posizioni che gli Istituzionali hanno ancora aperte a mercato. Rilevo i dati, che poi studio, direttamente dalla Commodity Futures Trading Commission del Chicago Mercantile Exchange.
Condivido volentieri in modo del tutto gratuito i miei lavori ed i miei studi per poter crescere consapevolmente insieme con i miei amici ed insieme a tutti coloro che come me amano il trading.
REPORT N.65
Sabato 10 Giugno 2023
(COT DEL 7 GIUGNO 2023)
Analisi del Cot e panoramica generale dei mercati in vista del Fomc !!
Ciao,
questa settimana parto da una panoramica generale dei mercati che ci serve per poi avere un quadro più completo dello scenario economico molto particolare che stiamo vivendo e che ci servirà per trarre le conclusioni finali di questo Cot Report.
Gli indici rimango al momento tutti long. Questa settimana sia Sp che Nasdaq hanno raggiunto le aree di tp che avevamo individuato insieme la settimana scorsa ma senza romperle quindi saranno ancora possibili ritracci di liquidità con oscillazioni anche ampie nel tentativo di costruire una base solida che dia la giusta propulsione al movimento.
Il Dax si è avvicinato al suo tp ma è rimasto in una Flag di compressione Daily molto importante sopra l’area di accumulazione dei 15.900. Fintanto che questa area dovesse tenere, una rottura al rialzo della Flag spingerebbe di nuovo il Dax a tentare per la seconda volta l’ attacco ai massimi a 16300 circa, ovviamente per gradi passando prima dal muro che ha sopra la testa tra i 16.080 e i 16.115 circa. Altrettanto ovviamente una violazione a ribasso della fascia dei 15.900 farebbe momentaneamente cambiare lo scenario.
Il Dow non lo trado mai e lo guardo anche poco ma non posso non notare la sua struttura Weekly rialzista veramente interessante alle prese con la fascia di resistenza forte ancora difesa dagli shortisti (che a mio avviso si sta indebolendo) in zona 34.300. Ovviamente prima dovrà rompere con una chiusura Weekly il cuneo di compressione che passa sopra i massimi di questa settimana.
Di seguito i grafici di Sp, Nasdaq, Dax e Dow, poi come sempre durante la settimana li seguiremo maggiormente da vicino.
GRAFICO WEEKLY SP:
GRAFICO WEEKLY NASDAQ:
GRAFICO WEEKLY DOW:
GRAFICO DAILY DAX:
Euro rompe nel Daily la base di lateralizzazione/accumulazione che abbiamo visto e seguito durante la settimana tra 1.0660 e 1.0700 momentaneamente lasciandosi in dietro l’ area di tenuta Weekly testata la scorsa settimana e che avevamo individuato nel report (sempre di settimana scorsa) tra 1.0600 e 1.0635.
Il grafico di Euro/Dollaro dove troverete tutto evidenziato lo vediamo dopo…
Sterlina chiude una bellissima candela Weekly di forza sopra la supply zone tra 1.2500 e 1.2545 che la porta di nuovo al test della ribassista che ci accompagna da ben 2 anni e che iniziò con precisione lo scorso 31 maggio 2021. La sua rottura definitiva darebbe un grosso impulso alla ripresa del trend long. Nel grafico ho evidenziato meglio quanto detto:
Il dollaro Australiano rimane fortemente indietro rispetto ai cugini Euro e Sterlina e dopo vedremo perché. Al momento, comunque, da un segnale di forza che non può essere ignorato riportandosi definitivamente sopra la fascia tra 0.65500 e 0.65850. Di seguito il grafico di Aud/Usd (Nzd è molto simile per cui neanche lo metto) :
Vediamo ora il Cot cercando di andare veloci:
Come avevamo già notato qualche report fa il Cot Normalizzato ci aveva aiutato ad individuare con facilità che il Cot di Euro era cresciuto costantemente senza soluzione di continuità a partire dallo scorso 14 marzo che probabilmente eravamo arrivati ad un “iper comprato” che aveva bisogno di stornare. Ora siamo arrivati, dal picco del 16 maggio scorso, alla terza settimana consecutiva di ritracciamento con uno storno pari circa al 15% degli 0.88 che deve considerarsi come uno storno sano e fisiologico.
Nel grafico dell’ indicatore del Cot di Euro invece notiamo che l’ indicatore arriva con questo ritracciamento a colpire perfettamente il supporto della media a 21 che generalmente tende ad essere sentita.
Dal grafico delle Forze relative degli indicatori invece notiamo che il dollaro pur avendo ritracciato long rimane comunque all’ interno del canale sovrastato da Euro, Sterlina, Franco Svizzero e New Zeland. Al contempo notiamo che gli istituzionali scaricano le loro posizioni su Aud Cad e Jpy
Se uniamo queste indicazioni a quanto abbiamo visto nella prima parte potremmo provare a sbilanciarci dicendo che il ritracciamento innescato dagli Istituzionali su Euro / Dollaro potrebbe essere arrivato momentaneamente al termine e questo ci da conferma e supporto sulla possibile validità delle aree di demand Weekly e Daily che avevamo, probabilmente in modo corretto, individuato insieme nello scorso Report e che abbiamo rivisto sopra.
Come avevo anticipato venerdì mattina dopo il break out di giovedì scorso euro molto probabilmente ora ha bisogno di ritestare la fascia degli 1.0730 prima di proseguire la salita. Al momento questa area potrebbe dare buone opportunità di acquisto ma…….
……… occhio questa settimana perché abbiamo davanti a noi una settimana intensa piena zeppa di notizie macro che potrebbero confermare l’ attuale situazione, come ribaltare tutto !!!
Prima di proseguire di seguito trovate il grafico Daily di Euro / Dollaro con le tre zone importanti che già durante la settimana avevamo visto insieme che ho indicato con 3 quadrati dove il quadrato verde più alto indica la proiezione del primo quadrato verde che lo porta esattamente all’ area di supply a 1.0830 che già tante volte abbiamo nominato durante la discesa.
Al momento solo chiusure Weekly sopra questa fascia e tenuta della stessa darebbero reale sostegno alla fine del ritracciamento di Euro.
Di seguito il grafico Daily con evidenziato quanto detto:
Come già ho accennato la prossima settimana sarà piena zeppa di notizie macro e veramente piena di Market Mover con mercati probabilmente nervosi e con volatilità alta:
- Martedì Ipc Germania, Prezzi al consumo e inflazione Americana
- Mercoledì Pil Gran Bretagna, Ipp Usa + Fomc e decisione sul tasso di interesse sempre Usa
- Giovedì Pil New Zeland Tasso di interesse Europa + conferenza stampa Bce, richieste inziali sussidi di disoccupazione e vendite al dettaglio Usa
- Venerdì inflazione Europa
Notizie importantissime che faranno la differenza.
A questo aggiungo la particolare condizione energetica che vede coinvolto da vicino il petrolio, che dopo l’ accordo al taglio della produzione da parte dell’ Opec ha risentito dell’ aumento delle scorte di carburante degli Stati Uniti e dalla contrazione dell’ economia Cinese che ha probabilmente influenzato lo scarico di posizioni long su Australia che abbiamo osservato nel Cot prima. Per questo motivo all’ inizio ho sottolineato l’ importante tentativo di Aud di riportarsi sopra la zona di demanda perché ha avuto la forza di ritornare su nonostante una approssimata analisi fondamentale contraria che da ancora più valore all’ impulso long che abbiamo registrato questa settimana.
CONCLUDENDO:
Il mercato sembra essere molto carico e con, a mio personalissimo avviso, forze rialziste importanti che potrebbero rientrare in campo riaffacciandosi sempre più anche nella parte azionaria (questo potrebbe comportare anche la ripresa e l’ allineamento delle società più piccole all’evidente percorso di ripresa già intrapreso dalle big cap). Anche se diciamo contro tendenza sapete che ho più volte detto che non credo ad una recessione forte ed i dati oggettivi che continuo a rilevare dal mercato continuano a non farmi allineare con la maggioranza delle voci. Questo non vuol dire che non possa accadere anzi ed io per primo sarò pronto a prenderne atto posizionandomi short seguendo come sempre esclusivamente le indicazioni del prezzo che come sempre indicheranno quali dei due scenari sarà conveniente seguire!!
Occhio pertanto a questa settimana in quanto dati contrari alle attese potrebbero sovvertire e ribaltare, almeno nel breve / medio termine, le impostazioni attuali spinta rialzista che sembra stia caratterizzando i mercati.
Questa settimana sono andato un po' più affondo perché il momento lo richiedeva.
Spero come sempre sia utile.
Ciao Emi 😊
p.s.
come sempre durante la settimana aggiornerò il presente report seguendo passo passo i mercati e l' andamento dei prezzi.
Il presente Cot Report ha il solo scopo di condivisione gratuita di analisi e studi meramente didattici/informativi basati sull’elaborazione di una serie di dati, notizie, ricerche ed analisi dei mercati finanziari. Tutte le informazioni pubblicate non devono essere considerate un servizio di consulenza o una sollecitazione al pubblico risparmio o la promozione di alcuna forma di investimento o raccomandazioni né personalizzate né generiche. L’ autore non avrà alcuna responsabilità per le eventuali perdite subite dal lettore per aver utilizzato i dati contenuti nelle informazioni ricevute e/o per aver fatto affidamento sulle previsioni fornite. Qualsiasi eventuale decisione operativa presa dal lettore di questo report in base alle informazioni e strategie pubblicate qui è da considerarsi assunta in piena autonomia decisionale e a proprio esclusivo rischio e pericolo.
POWELL RALLENTA MA LE PROIEZIONI DICONO ALTRO!Condivido questo piccolo articolo dopo la riunione di ieri sera di Jeremy Powell.
"Quasi tutti i responsabili politici ritengono che ulteriori rialzi dei tassi saranno appropriati quest'anno", ha detto il presidente della Federal Reserve Jerome Powell.
Nonostante questa dichiarazione, la banca centrale ha mantenuto invariato il suo tasso di riferimento, interrompendo la sua striscia di 10 rialzi consecutivi in 14 mesi.
Dopo 1 anno di continui rialzi dei tassi d'interesse, i rappresentanti del FOMC hanno scelto di non aumentare di ulteriori 25 punti base, l'attuale tasso al 5,25%.
Normalmente una mossa di questo tipo è vista come possibile punto di pivot (inversione), ma qui lo scenario sembra diverso.
Analizzando le proiezioni aggiornate, si possono evidenziare cambiamenti peggiorativi rispetto le proiezioni di marzo.
Il tasso di disoccupazione è stato rivisto al ribasso, dal 4,5% al 4,1%.
Questo è il riflesso di un mercato del lavoro, che nonostante i tassi d'interesse alzati a livello record, rimane resiliente (vedi ultimi dati NFP).
Il PIL è stato rivisto a rialzo dallo 0,4% all'1%, con un occhio ottimista sulla crescita del paese.
Nonostante l'inflazione Headline continua a scendere, l'inflazione core pce è stata rivista a rialzo, dal 3,6% precedente al 3,9% attuale.
Nelle proiezioni economiche del Federal Open Market Committee, l'aspettativa mediana per il tasso dei fondi federali di fine 2023 è aumentata al 5,6%, dal 5,1% della riunione di marzo.
Questo ci mostra che ulteriori 25-50 punti base potrebbero essere presi in considerazione dai membri FOMC.
Punti salienti della riunione:
-Powell ha sottolineato che nessuno dei membri del FOMC ha previsto un taglio dei tassi per il 2023.
-Guardando all'inflazione PCE core negli ultimi sei mesi, non ci sono stati molti progressi.
-La Fed sta osservando gli immobili commerciali con molta attenzione, ha detto.
Gran parte di questo è nelle banche più piccole, ma è ben distribuito. Quelle banche che hanno un'alta concentrazione di prestiti CRE saranno le più colpite.
Come stanno reagendo i principali asset?
- Il dollaro ha registrato un apprezzamento dello 0,5% subito dopo la notizia.
- I rendimenti americani hanno ripreso a salire, portando a ribasso la curva 10-2 anni
- Gli indici azionari hanno aperto le prime contrattazioni in territorio negativo.
Conclusione?
Lo scenario che potremo vedere nelle prossime settimane rimane lo stesso di questo mese, un dollaro che rimane in territorio di apprezzamento con i principali asset forex in sofferenza (EUR/USD e GBP/USD).
Vi ricordo che oggi pomeriggio sarà il turno della BCE.
Per quanto riguarda l'oro, dopo questi dati, lo vedo leggermente in sofferenza, con i rendimenti e i tassi reali che salgono.
Buon Trading a tutti
LA POSSIBILE SPIEGAZIONE DEI TREND RIALZISTI DEI LISTINI EUROPEIL’obiettivo dell’analisi è quello di cercare di spiegare il trend rialzista dei principali listini europei attraverso un’analisi macroeconomica. Come scoprirete, alcuni dati macroeconomici hanno la capacità di influenzare l’andamento dei listini europei.
Con la BCE alle porte, si potrà presto assistere ad un nuovo impulso ribassista del DAX, FTSEMIB, CAC40 e IBEX35?
Argomenti dell’analisi:
• L’importanza del dato sulla fiducia dei consumatori
• Il suo impatto sul PIL e su altri dati macroeconomici
• La sua correlazione con i listini europei
• Il catalizzatore “tasso di inflazione”
• Lo ZEW: un importante leading indicator per il futuro degli indici azionari
Buona lettura.
1. L’IMPORTANZA DEL DATO SULLA FIDUCIA DEI CONSUMATORI E IL SUO IMPATTO SULL’INTENSITA’ ECONOMICA E SUI QUATTRO INDICI AZIONARI EUROPEI
Il dato macroeconomico sulla fiducia dei consumatori, misurato dall’European Commission, è tra i più importanti.
Esso fornisce una misura della fiducia dei consumatori dell’Area Euro nell’attività economica e viene elaborato grazie ad un’indagine effettuata su circa 2300 consumatori dell’omonima area, dove gli intervistati rispondono a quesiti riguardanti le prospettive economiche correnti e future. Esso è mostrato nella grafica seguente:
Perché il dato è così importante da osservare? È probabile che la figura successiva chiarisca il motivo:
Esso è fortemente correlato (positivamente) al prodotto interno lordo dell’omonima area misurato anno/anno; quest’ultimo è il dato principale per stabilire il livello di intensità economica (in base alla ricchezza prodotta).
Il legame tra i due dati macroeconomici è presto spiegabile:
• Se i consumatori sono fiduciosi, è altamente probabile che spenderanno denaro in beni durevoli, non durevoli, servizi e investimenti
Non è un caso che la correlazione tra l’indice di sentiment e le vendite al dettaglio, come mostra la grafica successiva, sia positivo:
Un aumento del dato sulle vendite al dettaglio è da legare ad un aumento della domanda dei consumatori: all’aumentare di quest’ultima, aumenterà sicuramente la produzione delle industrie. Questo è mostrato dalla correlazione positiva nella grafica successiva:
I dati rappresentati nella grafica contribuiscono poi, in positivo o in negativo, all’intensità economica, e questo è dimostrato dalle correlazioni positive osservabili nella grafica successiva:
Chi andrebbe a beneficiarne di un sentiment positivo dei consumatori e del loro relativo aumento di domanda e di spesa? Sicuramente le società che, all’aumentare dei volumi di vendita, aumenteranno gli utili realizzati. Il fatto andrebbe a catalizzare il sentiment degli investitori che, con prospettive di utili futuri in crescita, andranno ad acquistare azioni di società quotate in borsa.
Questo è vero?
Andiamo a scoprirlo osservando le quattro grafiche successive, nelle quali al dato sulla fiducia dei consumatori sono correlati i quattro indici europei principali:
• DAX tedesco
• FTSEMIB italiano
• CAC40 francese
• IBEX35 spagnolo
Ogni indice azionario è correlato in maniera fortemente positiva al dato macroeconomico.
L’impatto dell’indice di sentiment sul mercato azionario è dunque da considerarsi forte. Interessante l’ultima grafica di questo paragrafo:
I principali quattro indici azionari hanno realizzato il tanto discusso ultimo rialzo (con DAX e CAC40 ai massimi storici) proprio in concomitanza del rialzo del dato macroeconomico.
2. DATI MACROECONOMICI IN RALLENTAMENTO MA INDICE DI SENTIMENT DEI CONSUMATORI RIALZISTA. PERCHE’?
Osservando le grafiche precedenti è facile osservare delle importanti divergenze: i dati macroeconomici denotano debolezza al contrario della fiducia dei consumatori, rialzista.
La domanda sorge spontanea:
“Come è possibile che, nonostante i dati macroeconomici siano in rallentamento e nonostante la Germania e, più in generale l’Area Euro, siano entrati in recessione tecnica, l’indice di fiducia si mantiene in territorio rialzista?”
Questo potrebbe suggerirlo la grafica successiva, con un importante correlazione negativa: quella tra indice di fiducia e tasso di inflazione dell’euro area:
Un mese prima del processo di disinflazione, discusso a gran voce dai media, il sentiment dei consumatori trovava il suo minimo (a settembre 2022); un mese dopo il tasso di inflazione misurato a/a vedeva il suo massimo.
Uno dei principali catalizzatori dell’aumento dei prezzi a livello europeo era stato l’enorme aumento dei prezzi del natural gas europeo, “gonfiato” dalla crisi energetica come conseguenza del conflitto in territorio ucraino:
Ciò che potrebbe aver catalizzato in positivo il sentiment dei consumatori è la grave recessione che si pensava potesse investire l’omonima area. Al calmierarsi di questa potenziale possibilità che, come ben ricorderete, era stata data quasi per certa, sembra che i consumatori abbiano tirato un sospiro di sollievo. Un potenziale recessione, particolarmente intensa e duratura, avrebbe sicuramente impattato in maniera fortemente negativa sugli utili delle società europee.
Quindi, se la fiducia dei consumatori dovesse mantenere il suo trend, sarebbe possibile osservare un continuo rialzo degli indici? A tal proposito, si osservi la figura successiva:
Essa mostra la correlazione positiva tra l’indice di fiducia dei consumatori e l’euro area ZEW economic sentiment index.
• L’euro area ZEW economic sentiment index è un indicatore costruito attraverso dei sondaggi posti a circa 350 investitori istituzionali e analisti tedeschi sulle prospettive economiche a sei mesi per l’omonima area
Esso ricopre una grande importanza dal momento in cui, negli ultimi 23 anni, è stato spesso un leading indicator del dato sul sentiment dei consumatori:
Osserviamo ora l’ultima grafica:
Il “leading indicator” ha creato una nuova gamba ribassista; vista la sua funzione anticipatrice, anche l’indice della fiducia dei consumatori invertirà nuovamente la sua tendenza al ribasso? Se ciò accadrà, anche gli indici percorreranno la stessa traiettoria viste e considerate le correlazioni osservate precedentemente?
3. LO SPETTRO DELLA BCE
Domani, alle ore 14:15, sarà comunicata la decisione sul tesso di interesse della BCE. Nella grafica successiva è possibile osservare come le aspettative siano di un aumento di 25 punti base (dal 3.75% al 4%):
Più la politica monetaria sarà restrittiva, altrettanto più alta sarà la possibilità di osservare una contrazione dei dati macroeconomici. Infatti, ricordate bene:
• I tassi di interesse sono innalzati in modo tale da “combattere” l’inflazione. In questo modo, l’accesso al credito diviene più oneroso (in gergo, aumenta il costo del denaro): a questo punto, consumatori e aziende tenderanno a non creare debito per spese e investimenti; a spese e investimenti in calo corrisponderà una decrescita economica e una…diminuzione dei prezzi.
Se ciò dovesse sfociare in una recessione, che sarà discussa e ridiscussa da tutti i mass media, i consumatori dell’euro area saranno altrettanto “positivi”? E se così non fosse, che destino per i listini europei?
Commenteremo assieme lo svilupparsi della situazione. Qualora qualche concetto fosse stato poco chiaro o per un’opinione personale commentate pure.
Buona giornata!
ANALISI S&P500: UN INDICATORE PER VALUTARE LA REALE TENDENZAQual è la reale forza del mercato azionario americano?
Buongiorno a tutti, in questa analisi andrò a condividere un interessante indicatore capace di esplicitare la reale forza del mercato azionario americano o, se preferite, dell’S&P500.
Molti di voi si chiederanno:
“Scusa, non basterebbe osservare l’andamento dell’S&P500, il benchmark di riferimento”?
Ebbene…buona lettura.
1. I SEGNALI DISCORDANTI DELLO SPY
Nella seduta di venerdì 9 giugno l’S&P500 riesce a raggiungere i massimi del 16 agosto 2022, entrando ufficialmente in “bull market”; dal 13 ottobre del 2022, infatti, il benchmark azionario riesce a realizzare una performance positiva di oltre 20 punti percentuali.
Questo è ben rappresentato nella figura seguente, dove viene condiviso il famoso ETF “SPY” che, come tanti di voi sapranno, mira a replicare le prestazioni dello Standard and Poor.
Nella parte destra della grafica viene riportata una scheda sui principali componenti dell’ETF che, in diversa ponderazione percentuale, sono:
• Apple: 7.39%
• Microsoft: 6.72%
• Amazon: 3.02%
• Nvidia: 2.58%
• Alphabet: 3.82%
• Berkshire Hathaway: 1.69%
• Tesla: 1.69%
• Meta: 1.64%
• UnitedHealth: 1.26%
Il peso totale di queste società all’interno del benchmark è pari al 29,81%. Fa riflettere il fatto che Apple e Microsoft rappresentano il 14.11% del totale. È importante questa informazione?
• La percentuale in peso di un componente all’interno di un ETF rappresenta l’influenza che lo stesso esercita sull’andamento generale di un indice; quanto più alto sarà il peso di una società in un paniere di azioni, tanto più la stessa sarà capace di catalizzare, più di altre, il movimento di un ETF
Possiamo quindi affermare come le prestazioni di Apple e Microsoft siano più responsabili del movimento di SPY di quanto lo siano Tesla e Meta.
Il fatto che un ETF sia “sbilanciato” rappresenta un problema. Quale? Lo stesso potrebbe lanciare dei segnali “discordanti”.
Poniamo il caso in maniera estremamente semplice:
• Se le prime 9 società del paniere sono fortemente rialziste mentre le restanti sono neutrali, l’S&P500 mostrerà una tendenza rialzista
Avremmo dunque un falso segnale! Nonostante lo SPY si mantenga in “forte salute”, non tutti i suoi componenti saranno altrettanto “sani”.
Un ulteriore “problema” deriva dalla ponderazione percentuale degli 11 diversi settori all’interno dell’ETF stesso; infatti, osservando la grafica successiva, è possibile osservare come il benchmark sia composto principalmente da società del settore tech (il 27.5%) e pochissimo dai settori immobiliare e dei materiali (4.92%) che, come molti di voi sapranno, sono fortemente ciclici.
Sarebbe dunque di fondamentale importanza avere un indicatore capace di esplicitare l’effettiva forza di tutte le società dell’S&P500. Esiste un indicatore di questo tipo?
2. S&P 500 STOCKS ABOVE 50-DAY AVERAGE
Ecco l’indicatore con quel tipo di funzionalità, rappresentato nella figura seguente: l’S&P500 STOCKS ABOVE 50-DAY AVERAGE.
L’indicatore riporta la percentuale di società all’interno del benchmark che si trovano al di sopra della loro media mobile a 50 periodi. Per questo motivo, lo stesso varia all’interno di un range compreso tra 100 e 0.
Esso ricopre una grande importanza per un semplice motivo:
• Uno dei diversi modi per valutare la forza del trend di una particolare società X è l’applicazione di una media mobile a 50 periodi al suo prezzo; quando quest’ultimo si ritrova al di sopra di essa fornisce un segnale di forza del trend; viceversa, di debolezza
Possiamo considerare l’indicatore come un indice di sentiment poiché lo stesso mostra una correlazione inversa con il VIX, l’indice di paura dell’S&P500:
• Al salire delle paure e delle incertezze degli investitori salirà il VIX e, vista la correlazione inversa, un numero X di società dell’S&P500 scenderà al di sotto della media mobile a 50 periodi
• Al salire del sentiment del risk on, scenderà il VIX e, al contrario, saliranno una quantità di società X al di sopra della stessa “moving average”
Diamo uno sguardo ad oggi:
Solo il 54.98% delle 500 società dell’S&P si ritrovano sopra la 50-day moving average. È possibile addentrarci ancora più nello specifico:
Dal 30 novembre 2022 una quantità sempre maggiore di società registra “debolezza”; in quella data, 462 delle 500 totali mostravano un’impostazione rialzista, mentre oggi una quantità di 275.
La prima figura dell’analisi ha mostrato come lo SPY sia nuovamente giunto ai massimi registrati nel precedente 16 agosto 2022; questo, però, non è avvenuto per l’indicatore:
Questo è da interpretare come un segnale di divergenza:
• Le società “con forza” il 16 agosto erano molto più numerose di quelle di oggi (91.84% contro il 54.98%)
Ed ecco il segnale di divergenza: indicatore ribassista ed S&P500 rialzista. Questo è il segnale di “discordanza” citato qualche riga fa:
Possiamo dunque concludere affermando che il risk-on che ha accompagnato lo SPY ai massimi relativi di venerdì 9 non è stato tanto “forte” quanto lo era stato quello del 16 agosto 2022; la mancanza di forza è rappresentata da tutte quelle società che, stavolta, non hanno spinto al rialzo.
È un segnale di un possibile crollo dei mercati finanziari? No!
È semplicemente un indicatore utile a stabilire la salute di una tendenza, rialzista o ribassista che sia.
Ricordate:
• Quante più società spingeranno al rialzo un benchmark, tanto più la tendenza dello stesso potrà essere considerare “forte” e “affidabile”
Sarà interessante riesaminare l’indicatore dopo la comunicazione del dato sull’inflazione americana (di martedì 13) e sulla decisione riguardante i tassi di interesse (del giorno dopo).
Tutto ciò trattato nell’analisi ha riguardato l’S&P500. È possibile utilizzare lo stesso approccio per ognuno degli 11 settori che compongono lo stesso? Si!
Discuterò prossimamente l'argomento in forma video.
Per qualsiasi domanda commentate pure.
Buona giornata!
Euro, nuovo Cot ed Analisi del prezzo, come leggerli insieme? Ciao,
ogni settimana sviluppo un report basato sulle posizioni che gli Istituzionali hanno ancora aperte a mercato. Rilevo i dati, che poi studio, direttamente dalla Commodity Futures Trading Commission del Chicago Mercantile Exchange.
Condivido volentieri in modo del tutto gratuito i miei lavori ed i miei studi per poter crescere consapevolmente insieme con i miei amici ed insieme a tutti coloro che come me amano il trading.
REPORT N.64
Sabato 03 Giugno 2023
(COT DEL 30 MAGGIO 2023)
Cot ed Analisi del prezzo, come leggerli insieme?
Ciao,
in questi anni ho imparato che cancellare tutto e ripartire da zero è bello. In realtà non ripartiamo da zero perché portiamo con noi le nostre esperienze e la nostra consapevolezza che inevitabilmente è cambiata ed è proprio grazie a questo cambiamento che ripartire ad analizzare una situazione guardandola come se fosse la prima volta può portarci a nuovi risultati che sino a due secondi prima ci sfuggivano. La stessa identica cosa la applico sui grafici. Spesso cancello tutte le aree, i livelli e gli studi che ho fatto per ripartire da un grafico pulito. Spesso analizzo grafici diversi senza interessarmi di cosa siano solo per esercitarmi a trovare aree, livelli e studiare i comportamenti di prezzo.
Guardiamo insieme questo grafico, non ci interessa il time frame o cosa sia, potrebbe essere un grafico a 5 minuti come un h1:
Ho individuato tre livelli (per me anche i livelli sono più o meno aree, pips più, pips meno) abbastanza chiari e precisi che ho chiamato A B e C ed una fascia di prezzo che ho chiamata H in cui ogni volta che il prezzo ci entra o si avvicina si comporta da area di lateralizzazione / resistenza / supporto.
Il livello di prezzo B che faceva da supporto è stato rotto e poi riassorbito con decisione e forza dalla candela verde che ho indicato con una freccia.
Sia la candela verde con la freccia che la candela rossa precedente si sono appoggiate su un livello di prezzo importante che appunto abbiamo chiamato C.
Se leggiamo insieme sia la candela verde con la freccia che la candela rossa precedente, ci accorgiamo che formano un pattern di inversione molto famoso in analisi tecnica chiamato Engulfing. Generalmente quando un Engulfing si presenta alla fine di un trend (in questo caso ribassista) e proprio su un livello già confermato in passato (in questo caso il livello C di supporto) può rappresentare un punto di swing ed inversione importante.
Al momento quindi il prezzo è rientrato tra i livelli A e B e trova resistenza nella fascia di lateralizzazione H. Qui dovrà costruire una nuova base, ritestare e far diventare solido il livello B affinché questo possa sostenere il prezzo con sufficienti acquisti che gli permettano di andare ora all’ attacco della fascia H.
Cosa non deve rifare ora il prezzo? Non deve tornare sotto il livello B in modo deciso, lo può testare, sporcare, appoggiarcisi sopra ma non lo deve fracassare altrimenti lo scenario cambierebbe.
Quanto può durare questo processo? E non lo sappiamo, diciamo che deve starci il tempo necessario affinché il mercato si convinca che li sotto c’è un base solida di contratti long che non mollano e che sono disposti a “difendere” i loro interessi ogni volta che il prezzo torna sul livello B.
Tutto chiaro sin qui?
Bene teniamoci a mente tutta ‘sta roba che riprenderemo dopo e passiamo ora a vedere il Cot di questa settimana:
Come si nota con chiarezza dal Cot normalizzato dopo “l’eccesso” di acquisto di Euro che commentavamo tre settimane fa a 0,88 continuiamo a scendere mentre il Cot normalizzato del Dollaro buca la media degli 0.14 che abbiamo visto settimana scorsa ma rimane comunque lì intorno al momento in una fascia di range accettabile.
L’ indicatore del Cot di Euro torna al test della media a 21, ancora non la tocca e potrebbe fargli da resistenza:
Il grafico delle forze relative al contrario vede una presa di forza di Sterlina e di Cad che trattengono il dollaro ancora nella fascia centrale del mercato delle valute. Anche Aud si rinforza mentre crolla il Jpy che potrebbe spingere la coppia usd/jpy già questa settimana al target dei 142:
Ricapitolando quindi il Cot è in una fase di ritracciamento che vede ancora di fondo forza di Euro con il Dollaro che sta rinvigorendosi ma ancora nei range di oscillazione ammissibili frenato anche dalla forza del mercato espressa dalle altre valute che stanno al momento calmierando un po' la cosa.
Tradotto basandoci esclusivamente sul Cot per la settimana prossima potremmo aspettarci ulteriori affondi di Eur/Usd alternati a tentativi di risalita che rispecchierebbero esattamente le oscillazioni del Cot che abbiamo appena visto.
Ora tornando indietro alla prima parte del report ricordate ancora quanto abbiamo visto e detto su quel grafico sconosciuto con time frame sconosciuto?
Ci credete se vi dico che in quel grafico avete davanti a voi tutta la vita di Euro Dollaro dall’ inizio sino ad oggi su time frame trimestrale?
Guardate ora lo stesso grafico su time frame Weekly al quale ho aggiunto un Area Weekly (tra 1.0617 e 1.0635 ) e vediamo se riusciamo a farci tornare le cose:
Riconoscete i livelli A,B,C e la fascia H?
Vedete come corrispondono precisamente ai movimenti di prezzo che stiamo vivendo in queste settimane?
Vi ricordate del livello B che non va rotto in modo deciso per evitare che venga inficiata la salita? Lo vedete che corrisponde esattamente con un probabile doppio minimo a 1.0524 che da ormai qualche tempo abbiamo visto insieme?
È certo che andremo a fare il doppio minimo? No! Anche se è probabile dobbiamo seguirlo su time frame più piccoli per questo ho tracciato sul Weekly un’area abbastanza chiara che al momento ci ha trattenuto con una candela di indecisione che rispecchia esattamente tutto quello che abbiamo visto sin ora Cot compreso.
L’ analisi grafico rispecchia esattamente l’ analisi del Cot che abbiamo fatto con ancora salva la forza di Euro (Engulfing sul grafico che abbiamo visto all’ inizio) sino a prova contraria, per cui nel Daily dovremmo procedere con pazienza aspettando la costruzione di una solida base di ripartenza ed al contempo dovremo tenerci sempre a mente il quadro generale di oscillazione sui time frame superiori per non perdere la bussola di dove stiamo andando in modo da rimanere calmi e centrati nelle nostre scelte e nella gestione delle nostre posizioni a medio / lungo termine.
Riguardo agli indici che come sempre seguiremo durante la settimana, rimangono nel Weekly tutti Long (anche se molto tirati) e vicino a probabili tp che per Sp potrebbe essere area 4.300, per Nasdaq area 14.670 prima e 14.850 dopo e per Dax area 16.150.
Ciao Emi 😊
Il presente Cot Report ha il solo scopo di condivisione gratuita di analisi e studi meramente didattici/informativi basati sull’elaborazione di una serie di dati, notizie, ricerche ed analisi dei mercati finanziari. Tutte le informazioni pubblicate non devono essere considerate un servizio di consulenza o una sollecitazione al pubblico risparmio o la promozione di alcuna forma di investimento o raccomandazioni né personalizzate né generiche. L’ autore non avrà alcuna responsabilità per le eventuali perdite subite dal lettore per aver utilizzato i dati contenuti nelle informazioni ricevute e/o per aver fatto affidamento sulle previsioni fornite. Qualsiasi eventuale decisione operativa presa dal lettore di questo report in base alle informazioni e strategie pubblicate qui è da considerarsi assunta in piena autonomia decisionale e a proprio esclusivo rischio e pericolo.
IMPATTO DEL PMI MANIFATTURIERO SULL'ECONOMIA E INVESTIMENTIL’obiettivo dell’analisi è quello di spiegare l’importanza del PMI manifatturiero e il suo impatto sull’economia statunitense e sulle scelte di investimento.
1. ISM MANIFATTURIERO: COS’E’?
L’ISM manifatturiero è un dato macroeconomico rilasciato a cadenza mensile dall’Institute for Supply Management che ha lo scopo di fornire un output sulle condizioni del settore manifatturiero statunitense.
Esso si basa su dei sondaggi posti ai direttori degli acquisti del settore manifatturiero (che sono i responsabili della gestione dell’approvvigionamento nelle società omonime) di oltre 400 aziende. Questi ultimi rispondono a 10 quesiti riguardanti il settore stesso indicando se c’è stata una crescita, una decrescita o se la condizione sia rimasta invariata.
I quesiti riguardano dieci diverse aeree:
• Produzione
• Occupazione
• Tempi di consegne dei fornitori
• Scorte (inventari)
• Scorte dei clienti
• Prezzi
• Portafoglio ordini
• Importazioni
• Nuovi ordini di esportazione
Il compito dell’Institute for Supply Management è quello di raccogliere i dati e successivamente creare, per ognuno di essi, un grafico:
Dalla media delle prime cinque variabili elencate precedentemente viene elaborato il più conosciuto PMI, Purchasing Manager’s Index, che è possibile osservare nella grafica seguente:
Il valore del dato macroeconomico oscilla tra valori di 0 e 100 punti; il “50” rappresenta lo spartiacque tra l’espansione (> 50) e la contrazione (< 50) economica.
Si può dunque affermare che il PMI manifatturiero è un indicatore capace di esplicitare la forza o la debolezza dell’omonimo settore attraverso il sentiment dei direttori agli acquisti.
2. L’IMPORTANZA DEL DATO
Per capire l’importanza che il dato ricopre in ambito macroeconomico è necessario osservare la sua correlazione (a livello mensile) con il prodotto interno lordo statunitense, misurato anno/anno:
La loro correlazione, dal 1949 ad oggi, è positiva. Per questo motivo, è possibile affermare che:
• Il PMI manifatturiero può essere utilizzato come barometro economico. Ad un suo trend rialzista corrisponderà una crescita economica, al contrario una contrazione (o rallentamento)
La forte correlazione può essere spiegata attraverso l’importanza che il settore manifatturiero ricopre per gli Stati Uniti: esso, infatti, contribuisce per il 10% della ricchezza totale.
3. LA LETTURA DEL 1° GIUGNO 2023
L’ultima comunicazione del dato (PMI) è avvenuta giovedì 1° giugno. Osserviamo la grafica seguente:
La comunicazione si è attestata a 46.9 punti, in territorio di contrazione: questa debolezza ha avuto inizio nel marzo del 2021. Al trend del dato macroeconomico è stata applicata una media mobile a 12 periodi utile a visualizzare la media delle misurazioni comunicate nell’ultimo anno; il fatto che il PMI manifatturiero si trovi al di sotto della sua stessa media è un’ulteriore prova della sua debolezza.
I 46.9 punti rilevati sono importanti da discutere per un motivo molto semplice. Osserviamo la grafica successiva:
Un PMI in contrazione è spesso coinciso con una recessione.
4. LA CORRELAZIONE DEL DATO MACROECONOMICO CON GLI UTILI DELLE SOCIETA’ DELL’S&P500
Il movimento dell’S&P500 è correlato agli utili della società che compongono l’indice stesso. Questi ultimi, a loro volta, sono influenzati dalle diverse fasi di un’economia:
• Le società tenderanno a generare maggiori vendite e dunque utili più alti in condizioni economiche favorevoli
• Le stesse, al contrario, vedranno i loro guadagni indebolirsi in condizioni economiche avverse
In questo contesto, è molto interessante osservare la correlazione esistente tra il dato macroeconomico e la crescita degli utili aggregati delle società dell’S&P500:
La loro correlazione appare positiva, confermando il fatto che gli utili delle società sono influenzati dalle diverse fasi del ciclo economico, rappresentate in questo caso dalle diverse tendenze del PMI. Tuttavia, l’informazione più importante da catturare da quest’ultima grafica è la seguente:
• Il PMI manifatturiero tende ad anticipare una ripresa o contrazione degli utili societari. Infatti, la linea di color blu all’interno del grafico tende ad anticipare i movimenti di quella di color rosso.
La domanda più coerente con l’argomento trattato potrebbe essere la seguente:
“Se è vero che il PMI anticipa gli utili societari ed esso si ritrova in territorio di contrazione e al di sotto della sua media mobile a 12 periodi (come precedentemente osservato), sarà possibile osservare nel futuro un nuovo minimo sul mercato azionario?”
La risposta è: chissà.
Ad oggi, il dato si trova in territorio di contrazione e non fornisce segnali concreti di una nuova ripartenza al rialzo, palesando lo stato di rallentamento economico, lo stesso che precede una…recessione.
5. PMI MANIFATTURIERO IN OTTICA INVESTIMENTO: SETTORI AZIONARI E OBBLIGAZIONI
E’ utile specificare che i dati macroeconomici sono importanti in ottica investimento dal momento in cui misurano la forza dell’intensità economica che, a sua volta, impatta sugli utili aziendali, sul mercato obbligazionario e, più in generale, sulle scelte degli investitori.
Come può essere utile il PMI in ottica investimento?
La sua tendenza rialzista o ribassista è in grado, per i motivi specificati precedentemente, di influenzare l’andamento dell’S&P500 e dei suoi settori. Partiamo da quello più legato al manifatturiero dei diversi 11, il settore dei materiali.
Come mostra la grafica successiva, esso è responsabile della produzione, fornitura e lavorazione di materie prime che, successivamente, vengono utilizzate dalle industrie manifatturiere:
Per fare un esempio:
• La lavorazione di acciaio, alluminio e metalli da costruzione sono poi utili al settore automobilistico per la produzione di veicoli
• I prodotti chimici lavorati sono poi utilizzati dalle industrie manifatturiere per la produzione di specifici prodotti: un esempio può essere rappresentato dal settore dei fertilizzanti
• La produzione e successiva lavorazione di legname è poi utile nel campo dell’edilizia per la produzione di mobili
La figura successiva mostra la correlazione positiva tra PMI manifatturiero e XLB (settore dei materiali)
La grafica è chiara:
• Il settore “materials” tende a registrare buone prestazioni quando il dato macroeconomico si trova in tendenza rialzista
Anche il settore “retail” è legato al dato macroeconomico essendo esso fortemente ciclico:
In generale, come è possibile osservare nella prossima figura, ad una forza del dato (e ad uno “slancio” economico) beneficeranno i settori più ciclici, come XLY (settori dei consumi discrezionali), al contrario quelli più difensivi, come XLP (settore dei beni di prima necessità):
E per quanto riguarda le obbligazioni?
Si dice spesso che il mercato obbligazionario è quello più ciclico. I motivi?
• Alcuni dei diversi rischi che presenta l’asset class (in particolare quello “inflazione” e “tassi di interesse) sono capaci di impattare fortemente sull’attività economica.
Quali sono le obbligazioni che vengono preferite negli scenari economici di crescita e quali nei scenari di rallentamento/contrazione?
Osserviamo la figura successiva:
L’indice di forza tra HYG/IEI (obbligazioni ad alto rendimento/titoli di stato americani) è correlato positivamente al PMI:
• In condizioni economiche favorevoli gli investitori, propensi al rischio, acquisteranno bond dall’alto grado di rischio
• In condizioni avverse, gli acquisti si concentreranno su bond dal basso grado di rischio
È importante ricordare un concetto fondamentale:
• I dati macroeconomici hanno talvolta la capacità di agire da market movers, catalizzando nel brevissimo periodo (minuti, ore) il movimento di particolari asset. La stessa affermazione è vera anche per il lungo periodo ed è confermata dalle correlazioni osservate nelle figure precedenti. Per questo stesso motivo, indici di forza come XLY/XLP e HYG/IEI possono essere considerati a tutti gli effetti “indici di sentiment del mercato”
Buona giornata.
Euro gli istituzionali aumentano gli Short Ciao,
ogni settimana sviluppo un report basato sulle posizioni che gli Istituzionali hanno ancora aperte a mercato. Rilevo i dati, che poi studio, direttamente dalla Commodity Futures Trading Commission del Chicago Mercantile Exchange.
Condivido volentieri in modo del tutto gratuito i miei lavori ed i miei studi per poter crescere consapevolmente insieme con i miei amici ed insieme a tutti coloro che come me amano il trading.
REPORT N.63
Sabato 26 Maggio 2023
(COT DEL 23 MAGGIO 2023)
IL COT DI EURO SCENDE !
Ciao,
iniziamo subito dall’ indicatore del Cot di Euro:
Come abbiamo visto nel Report della settimana scorsa eravamo arrivati a testare la seconda delle resistenze rosse che questa settimana ci ha puntualmente bloccato. Ovviamente il trend rimane indiscutibilmente Long almeno sino ad ora.
Per settimana prossima mi attendo ancora un ulteriore ritraccio anche sino alla media a 21 rossa.
Dal grafico delle Forze relative degli Indicatori del Cot ci rendiamo ancora meglio conto che la situazione macro degli Istituzionali rimane ancora sostanzialmente invariata.
Dopo Euro Sterlina Nzd e Chf rimango le più forti rispetto a Aud Jpy e Cad.
Il Dollaro nonostante il recupero di posizioni di questa settimana rimane ancora in posizione centrale.
Di seguito il grafico:
Diamo un occhio ora alla tabella degli Open Interest e dei Cot Normalizzati:
Come mi sembra commentavo 3 settimane fa, il Cot di Euro era in zona di iper comprato e dopo 10 settimane consecutive in cui non ha fatto che crescere arrivando a 0.88 era normale che stornasse.
Fondamentalmente stabile invece il Dollaro per il quale ho calcolato la media semplice dei Cot normalizzati delle ultime 11 settimane che vedete in tabella e che risulta proprio essere pari a 1.1480. Questo vuol dire che ci siamo riavvicinati questa settimana come valore a quello medio delle ultime settimane e se tanto mi da tanto per settimana prossima potremmo anche sforare la media a rialzo. Ovviamente è solo una supposizione che comunque rimane statisticamente probabile .
Ricapitolando tutto quello che abbiamo appena visto, tutti gli elementi del Cot rimangono al momento fondamentalmente a favore di Euro.
Rimane tra me e me una sensazione di dubbio su quanto stiamo osservando dovuta allo strano comportamento del Cot del Dollaro in quanto il trend Long che ci sta accompagnando da ottobre 2022 sin ora è stato sempre caratterizzato e causato da una presa di forza di Euro ma non ci è stata mai una vera perdita di forza del Dollaro che ripeto non è stato mai venduto a mani basse e questo non mi lascia del tutto tranquillo …… ma vediamo ed aspettiamo prima di trarre conclusioni affrettate.
Detto questo passiamo ad analizzare il grafico del Futures di Euro Dollaro.
Nel daily Euro ha raggiunto la media a 200 periodi che ci ha fermato proprio a fine settimana. Nel Weekly siamo arrivati precisi al ritest della rialzista senza ancora romperla. Se questi livelli non fossero sufficiente a farci ripartire, l’ area più probabile dove potrebbero rientrare i long sarebbe sul Futures a 1.0680 circa e se anche questa non dovesse bastare si andrebbe ad un doppio minimo in zona 1.0530 (purtroppo al momento non escludo che possa servire arrivare sin li prima di tornare in trend).
Importantissima sarà la prossima settimana che dimostrerà o no la tenuta della rialzista e degli attuali livelli che al momento rimango una importante area di supporto sul quale si potrebbe iniziare a costruire una base daily robusta sempre che prima questa non venga distrutta a ribasso.
Di seguito il Daily del Futures di Euro/ Dollaro con la tenuta della 200 e della rialzista Weekly:
Durante la settimana cercheremo di vedere insieme i nuovi sviluppi e seguire il più possibile da vicino le dinamiche.
N.b. Lunedì le borse americane rimarranno chiuse per il Memorial Day.
Ciao Emi 😊
Il presente Cot Report ha il solo scopo di condivisione gratuita di analisi e studi meramente didattici/informativi basati sull’elaborazione di una serie di dati, notizie, ricerche ed analisi dei mercati finanziari. Tutte le informazioni pubblicate non devono essere considerate un servizio di consulenza o una sollecitazione al pubblico risparmio o la promozione di alcuna forma di investimento o raccomandazioni né personalizzate né generiche. L’ autore non avrà alcuna responsabilità per le eventuali perdite subite dal lettore per aver utilizzato i dati contenuti nelle informazioni ricevute e/o per aver fatto affidamento sulle previsioni fornite. Qualsiasi eventuale decisione operativa presa dal lettore di questo report in base alle informazioni e strategie pubblicate qui è da considerarsi assunta in piena autonomia decisionale e a proprio esclusivo rischio e pericolo.