Incertezza per il GoldDue settimane fa avevo ipotizzato una reazione del Gold dopo essersi appoggiato al livello di 3120 ora, dopo esser arrivati alla seconda resistenza del movimento ipotizzato (3350), ci siamo fermati ed abbiamo avuto una settimana di sostanziale lateralità tra area 3350 ed area 3280.
Come scritto nel titolo lo scenario è incerto, infatti nonostante il trend di medio-lungo sia indiscutibilmente long, non possiamo di certo ignorare sia la lunga salita finora effettuata, ne tantomeno le solite resistenza sia statiche che volumetriche sopra le quotazioni attuali.
Per esser maggiormente precisi:
- Come resistenza abbiamo la vicina area 3350 che già ha fermato le quotazioni nelle scorse sedute, per poi proseguire sopra verso area massimi a 3420.
- Al contrario sotto abbiamo area 3280 prima, per poi proseguire sino a 3200 ed area 3120 infine (minimi di Maggio).
Per ora, in assenza di una direzione di breve, suggerirei di operare con un classico long sui supporti (da preferire) e short sulle resistenze, tutto questo ovviamente in concomitanza di pattern ed a ridosso dei livelli segnalati; solo la rottura di questi livelli estremi potrebbe riportare una certa direzionalità del derivato.
Contiene uno script IO
Settimana interlocutoria per Euro-DollaroAnalisi breve questo weekend perchè come potete vedere le quotazioni hanno oscillato tra le due zone volumetriche più vicine a 1,122 lato supporto e 1,14 lato resistenza.
La dashboard riporta entrambe le valuta deboli nel breve termine, con un Euro più forte nel medio-lungo, in linea con il trend più ampio in atto.
Un uscita da questi livelli potrebbe spingere l'Euro in area massimi di periodo (area 1,155) oppure, se rotti lato short, ripiegare verso 1,115 prima ed 1,092 poi; difficile ipotizzare una eventuale discesa più ampia.
Settimana entrante piena di eventi importanti, con focus principale la BCE giovedì ed NFP venerdì.
Ci tengo a far notare in ultimo, che il presidente Trump, venerdì sera ha annunciato il raddoppio dei dazi sull'acciaio e alluminio da Mercoledì 4 Giugno, vedremo come reagiranno i mercati alla riapertura Lunedì.
DAX: Arrivo chirurgico su livello importante...fine dei ribassi?Venerdì di ribassi per il Dax, in conseguenza dell'annuncio del presidente Trump della minaccia di applicare dazi al 50% nei confronti dei paesi europei.
Ci tengo a far notare con questa analisi la precisione chirurgica che c'è stata nell'andare a sporcare al ribasso il livello dei precedenti massimi (segnato con la linea bianca), per poi recuperare sempre in giornata e chiudere ben 250 punti sopra; insomma ribasso decisamente violento, ma è innegabile che in quel livello ci siano state anche molte prese di profitto.
Cosa possiamo aspettarci in questa settimana? Dipende:
- Se il mercato ritiene reale la minaccia dei dazi al 50% e non un altra provocazione, allora potrebbe scendere sotto il livello segnato e proseguire ulteriormente con i ribassi
- Al contrario, se attenderà qualcosa di più "ufficiale" e per il momento deciderà di ignorare la minaccia, allora quello di venerdì potremmo considerarlo come zona valida dove poter effettuare qualche timido acquisto e riprendere la salita.
Da monitorare in sintesi il comportamento del mercato su quel livello.
Ci tengo a far presente che il Dax sia a livello settimanale, che a livello giornaliero è pieno di divergenze e che il mercato, oltre ad aver corso molto è anche decisamente tirato; insomma, come al solito, stop loss e cautela nelle size.
Nuovo attacco al supporto per Dollaro-YenQualche settimana fa ipotizzavo una possibile ripartenza per il Dollaro nei confronti dello Yen poichè eravamo arrivati a ridosso di un livello sensibile, ora dopo un timido rimbalzo, la situazione sembra di nuovo precaria.
Partiamo dall'unica nota positiva che potrei trovare in questo grafico (nota positiva per i rialzisti ovviamente), ovvero, a livello volumetrico area 141,5 prima ed 138,5 poi sono molto ben presidiate, con zone volumetriche belle toste.
La dashboard al contrario mostra un Dollaro estremamente debole in tutti i timeframe, invece lo Yen, perlomeno nei timeframe centrali, si difende abbastanza bene.
Le ultime due candele settimanali sono state davvero bruttine e questo, in aggiunta al fatto, che i massimi precedenti (a livello di trend) hanno tenuto non è un buon segnale.
Se anche l'oscillatore dovesse arpionare al ribasso questo sarebbe una ulteriore conferma della debolezza del Dollaro.
In sintesi, monitoriamo la situazione su Dollaro-Yen, personalmente se dovesse nuovamente avvicinarsi al supporto precedente nella fascia 140$ non tenterò il long questa volta; allo stesso tempo parlare di short non garantisce qui un adeguato RR.
EUR-USD: Il forte long settimanale ci riporta sulle resistenzeSettimana forte per l'Euro che parte deciso già da Lunedì, in scia al declassamento del debito Usa di Venerdì scorso (in serata), per poi proseguire in rialzo sino all'ultima zona di resistenza che avevo segnalato la scorsa settimana, ovvero 1,132, prima di ripiegare sino ad 1,126 ed infine chiudere la settimana sui massimi dopo un venerdì thriller in seguito alla minaccia di dazi all'Europa al 50% da parte del presidente Trump.
Partiamo con il dire che dovremmo iniziare ad abituarci a questi forti swing dovuti alle minacce e successivi ripensamenti (che suppongo ci saranno) da parte del presidente, tutto ciò presumo mirato ad ottenere maggiore forza negoziale in sede di trattativa.
Detto questo, per quanto possibile, proviamo ad imbastire un approccio tecnico per la prossima settimana per il cambio in questione:
- Partiamo con il dire che la dashboard non è brillante per nessuna delle due valute, tuttavia è decisamente meno amara per l'Euro, specie nel brevissimo e nel settimanale.
- A livello volumetrico, siamo in H4, la tendenza di fondo è long ed abbiamo supporti in area 1,123 dove ci sono aree di acquisto ed a 1,115 dove invece in precedenza sono state chiuse posizioni short; al contrario abbiamo appena sopra i prezzi attuali in area 1,135 una bella zona di resistenza dove in precedenza sono stati chiusi i long ed area successiva di resistenza a 1,142.
- L'oscillatore in basso si sta avvicinando in ipercomprato senza tuttavia arpionare al ribasso, segnando probabilmente la voglia di continuare la salita.
- In ultimo, vorrei far notare la penultima candela H4 che segnala forza, specie a ridosso di un livello di resistenza, potrebbe essere preparatoria ad una rottura.
Detto questo, la settimana è stata decisamente direzionale, suggerisco di guardare la chiusura di candela settimanale (chiara candela Long); a livello operativo non suggerisco di prendere treni in corsa ed entrare a questi livelli (chiaramente long), tuttavia un ritracciamento verso i livelli indicati potrebbe rappresentare una buona occasione per entrare long in ottica 1,142 prima, per poi eventualmente provare un allungo sino ad area massimi di periodo a 1,155.
Occhio alle size viste le dichiarazioni di periodo, buona Domenica.
ALTCOIN KO? I cicli parlano chiaro - Analisi Ciclica 2.0📉 In questo video analizziamo con l’Analisi Ciclica 2.0 tre protagoniste del mercato altcoin: Solana, XRP ed Ethereum. Dai grafici emerge una possibile partenza di cicli inversi importanti (trimestrali o semestrali) proprio dai massimi recenti.
⏳ Tuttavia, il vero segnale arriverà solo con la chiusura del ciclo mensile lato indice, che ci dirà se ci sarà abbastanza forza per rompere i massimi e vincolare l’inverso al ribasso — segnale che indicherebbe una nuova fase rialzista.
⚠️ Attenzione però: le altcoin mostrano una forza relativa inferiore rispetto a Bitcoin, che in questo ciclo sta catalizzando l’attenzione:
Entrate istituzionali tramite ETF
Adozione da parte di aziende strategie come quella di MicroStrategy
Decisioni strategiche di stati sovrani come gli Stati Uniti, che ora considerano Bitcoin una riserva di valore
📌 In un ciclo così dominato da Bitcoin, è fondamentale essere prudenti con le altcoin. Il rischio/rendimento non è più quello dei cicli passati: Bitcoin oggi è il vero leader.
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📅 Data di pubblicazione: 25/05/2025
Nota: Le informazioni fornite in questo video sono a scopo educativo e non costituiscono consigli finanziari. Investire in criptovalute comporta rischi e dovresti fare le tue ricerche prima di prendere decisioni di investimento.
BITCOIN: siamo al TOP? E' come il ciclo del 2021? NOIn questo video analizziamo se il ciclo attuale del Bitcoin è davvero simile a quello del 2021… oppure no.
✅ Esaminiamo 5 indicatori chiave per capire se BTC ha già toccato un top o se c’è ancora margine di salita.
📊 Scopri cosa ci dicono:
- Golden Cross sul grafico giornaliero
- Il comportamento storico post-Golden Cross
- Il funding rate, il fear and gread index, e persino i dati di interesse pubblico
📈 Passiamo poi all'Analisi Ciclica 2.0 dove identifichiamo la nascita di un nuovo ciclo biennale e segnaliamo l’imminente chiusura del ciclo T+2 (mensile), con possibili movimenti da monitorare già dalla prossima settimana.
🎯 Concludiamo con uno scenario operativo su timeframe piccoli, utile per anticipare se ci sarà un’ultima spinta verso l’alto o una chiusura ciclica prima di una nuova fase rialzista.
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📅 Data di pubblicazione: 24/05/2025
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Aplifon, sentiamoci chiaro"L'obiettivo del nuovo piano di buyback è dotare Amplifon di azioni proprie in portafoglio per servire: piani di incentivazione azionaria, sia esistenti sia futuri, riservati ad amministratori, dipendenti e/o collaboratori di Amplifon o delle sue controllate" .
Sarà vero? Il piano di buyback annunciato nel giorno in cui il titolo tocca scende al livello di marzo 2020 (ricordate il COVID?) mi fa sospettare più ad un tentativo di sostentamento del prezzo, per altro riuscito come da manuale.
A meno di sorprese di questo pomeriggio chiuderà la settimana sopra la EMA20, che interpreto come un segnale di voglia di emergere da parte del prezzo di AMP. Un'apertura di candela settimanale in verde potrebbe essere un segnale rialzista (debole, se non sostenuto da forti volumi nei primi giorni della settimana).
Nel caso penso ad un ingresso attorno ai massimi di questa settimana (19-23 maggio) con uno stop loss cortissimo (ingresso sopra 19,48 € e Stop Loss appena sotto 19,185 €, ovvero il minimo attuale della candela odierna). Ovviamente pochissimo capitale con eventuali ingressi ulteriori in caso di conferma della mia idea. primo target 20,50 € con riposizionamento degli obiettivi attorno ai 22,50 € nel caso il primo livello fosse "bucato" nettamente (a mio avviso sarà una resistenza ostica, visto che lo è già stata in passato e ha fatto più volte da supporto)
Una chiusura di candela sotto 19,20 € oggi, venerdì 23 maggio, invaliderebbe questo mio ragionamento.
PS: scusate il grafico. E' il più pasticciato della mia WL, ma tutte quelle righe per me hanno un'importanza
Timidi segnali di ripartenza per il GoldDopo la forte salita degli ultimi tempi per l'oro, abbiamo avuto un meritato scarico che ha riportato le quotazioni fino a 3120 $ l'oncia, prima di effettuare un veloce recupero e chiudere la settimana in area 3200$.
Partiamo da una premessa, il trend di medio e di lungo termine è ancora indiscutibilmente long, lo scarico ha cambiato solamente lo scenario di breve termine, configurando, a mio avviso, la discesa attuale come una semplice presa di profitto dopo la lunga salita.
Ragionando per livelli, 3150$ rappresenta un buon livello volumetrico dove potrebbe essersi fermata la discesa, in caso di recupero i primi ostacoli sarebbero 3270, 3360 poi ed infine area 3450; al contrario, in caso di mancata tenuta del livello 3150, potremmo avere discese che potrebbero estendere fino a 3060 prima e 3000/2980 poi, livello volumetrico e psicologico.
Da notare che nonostante l'interessante pattern rialzista, preferirei vedere anche il segnale dall'oscillatore a conferma del trade (cosa non ancora avvenuta).
Ripartenza short post ritest per il Crude OilSecondo ritest del supporto rotto per il Petrolio, che nuovamente ritorna in area 64 prima di ripiegare e tornare a scendere.
Dopo il recupero l'oscillatore ha arpionato nuovamente al ribasso sul daily, segnando la volontà di continuare a scendere; mi aspetto, vista l'importanza del livello rotto, che la discesa continui e porti nel medio-lungo periodo le quotazioni prima in area 55$ (già raggiunta nei scorsi giorni), poi 51$ ed infine in area 40$, target finale di questo movimento nel lungo periodo.
Solo uno stabile ritorno sopra i 70$ farebbe venir meno questo movimento.
Scossoni in riapertura per Euro-Dollaro?Buonasera, partenza subito in ribasso Lunedì per Euro-Dollaro che arriva sino ad area 1,107 (come segnalato la scorsa settimana), prima di iniziare il recupero fino ad 1,127 di mercoledì e proseguire la settimana nella zona centrale del range settimanale.
Ci tengo a notare prima di fare analisi che venerdì in serata è arrivato il declassamento del rating USA da parte di Moody's, vedremo come reagiranno i mercati alla riapertura a questa notizia.
Cosa possiamo aspettarci per prossima settimana?
- Partiamo dal presupposto che un declassamento del rating Usa dovrebbe portare indebolimento del Dollaro nei confronti dell'Euro e potrebbe portare un pò di volatilità nel cambio nel breve termine.
- La dashboard mostra debolezza Euro nei confronti del Dollaro, ad eccezione del timeframe settimanale, in linea con l'evidenza di un Euro forte nel medio-lungo.
- A livello volumetrico area 1,107 potrebbe essere ancora un buon livello di supporto dove poter tentare dei long in caso di formazione in concomitanza del livello di validi pattern rialzisti; al contrario, al rialzo 1,128/1,13 ed 1,132 sarebbero ottime occasioni per prendere profitto, con 1,121 primo target intermedio dei long.
Per riassumere, salvo forti reazioni alla notizia, mi aspetto una settimana interlocutoria tra i livelli di 1,107 ed 1,128/1,13 dove poter operare in controtendenza.
Il WTI disegna un doppio minimo- ANALISI DEL TREND E FASI DI MERCATO
Il WTI apre la settimana con gli acquisti che riportano i prezzi sotto la resistenza, la struttura in h4 sembri voler disegnare un doppio minimo ma ne avremo la certezza solo dopo aver completato il pattern con una candela la cui chiusura sia al di sopra del livello identificato come swing nel grafico al prezzo di 64.88$, nota anche come neckline del pattern. La media a 21 inizia il suo incrocio con quella a 100, confermando la voglia dei compratori di voler portare i prezzi più in alto.
- ANALISI VOLUMETRICA
Dal volume profile presente sulla sinistra del grafico, che comprende i volumi da inizio aprile sino ad oggi si evidenziano i Lvn (low volume node) a 61.5$ e 60.17$ che rappresentano possibili punti di swing dove i compratori potrebbero prendere il controllo del mercato e riportare i prezzi verso l'alto. La LVA (low volume area) del volume profile annuale (quello ancorato sulle destra del grafico) che rappresenta la parte bassa dell'area ad alti volumi del composito al momento svolge la funzione di resistenza.
- STRATEGIE E DECISIONE DI TRADING
I LVN sopra indicati rappresentano livelli dove poter valutare ingressi long dopo aver avuto la conferma dalla formazione di pattern che dimostrino la voglia di acquisti. È mio dovere ricordare che il trend in atto ribassista si può definire terminato solo dopo aver rotto al rialzo e fatto accettazione il livello di swing a 64.88$, in alternativa si potrebbe anche verificare una fase di lateralità che sarebbe terreno fertile per gli swing trader.
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Buon trading
Pietro Perrino
IL GOLD SOFFRE IL RISK ON -ANALISI DEL TREND E FASI DI MERCATO
Il Gold apre la settimana con un ampio Gap down, dopo aver fatto da principale asset rifugio durante l'ultimo periodo dove la paura e l'incertezza ha fatto da padrone, il ritornato mood di risk on (almeno per il momento) e la forza del dollaro non beneficiano il metallo giallo. Tecnicamente i prezzi si stanno chiudendo in un triangolo delimitato dalla parte superiore dalla trendline ribassista e dalla parte inferiore dal supporto dei 3200 $ evidenziato in grafico con il rettangolo di colore verde. Nel grafico h4 i prezzi al momento hanno superato al ribasso la media a 200 nonostante il fascio di medie sia ancora aperto al rialzo, mentre su timeframe più bassi come l'h1 il fascio di medie inizia la sua inversione al ribasso.
-ANALISI VOLUMETRICA
Il volume profile ad intervallo fisso presente sul grafico h4 che comprende i volumi da inizio Aprile ad oggi evidenzia molto chiaramente i livelli d'interesse come i LVN (low volume node), il primo quello in corrispondenza del supporto a quota 3200$, il secondo al prezzo di 3276$ brekkato al ribasso proprio questa mattina in apertura della sessione europea, ed il terzo al momento molto più in alto a quota 3376$. Questi tre Lvn delimitano le tre distribuzioni principali (cluster) con i relativi HVN (high volume node) che rappresentano i livelli a maggiori scambi volumetrici ovvero livelli attrattivi dei prezzi.
-STRATEGIE E DECISIONE DI TRADING
Il vero segnale per posizioni short è la rottura del LVN (supporto) dei 3200$ e con la formazione del pattern BAR, consentirebbe di rientrare nell'area ad alti volumi del composito annuale, con un primo target l'HVN a quota 3160 e poi eventualmente più in basso fino al POC annuale (target di lungo periodo).
Per lo scenario long bisognerebbe uscire dal triangolo sopra descritto, rompendo al rialzo sia il Lvn a quota 3376$ che la trendline ribassista.
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Buon trading
Pietro Perrino
Non Perdere il Prossimo Upswing dell'S&P 500 - Analisi CiclicaPreparati a cogliere il prossimo upswing dell’S&P 500 con un’analisi ciclica avanzata su tre timeframe chiave:
8 giorni: identificazione del potenziale ciclo quadriennale lato indice
1 giorno: conferma del minimo di partenza del T+4 e proiezioni di rialzo fino agli swing T+3 e T+4
12 minuti: setup operativo per un ingresso long sfruttando il vincolo del quinto settimanale inverso
In questo video approfondirai:
Il segnale di avvio del nuovo ciclo T-3, valutato sui dati giornalieri
Proiezioni di prezzo fino al completamento degli swing ciclici
Confronto con il DAX per mostrare il “ritardo” dell’S&P 500
Strategia a brevissimo su 12 minuti
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#SP500 #AnalisiCiclica #Timeframe #Upswing #Mercati
📅 Data di pubblicazione: 11/05/2025
Nota: Le informazioni fornite in questo video sono a scopo educativo e non costituiscono consigli finanziari. Investire in criptovalute comporta rischi e dovresti fare le tue ricerche prima di prendere decisioni di investimento.
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Analisi DXY - la Cina come "Sputnik moment".Analisi settimane macroeconomica e prospettive future.
Il dollaro statunitense ha registrato il terzo guadagno settimanale consecutivo, proseguendo il suo recupero dai minimi pluriennali raggiunti a metà aprile. L’indice del dollaro (DXY) ha consolidato ulteriormente la propria posizione al di sopra della soglia chiave di 100,00, un livello psicologico rilevante che, tuttavia, non è stato ancora superato con decisione.
Dopo aver subito una flessione di quasi il 9% rispetto ai massimi di marzo, con un temporaneo calo sotto quota 98,00 il mese scorso, il biglietto verde ha messo a segno un progressivo rafforzamento nelle ultime settimane. Tale ripresa è stata agevolata dal miglioramento del clima nelle relazioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, con sviluppi immediati attesi già nel fine settimana, in occasione di un incontro tra rappresentanti delle due nazioni in Svizzera.
L’apprezzamento della valuta statunitense è stato inoltre sostenuto dall’incremento dei rendimenti dei Treasury, che hanno raggiunto nuovi massimi su più scadenze nella seconda parte della settimana. Sebbene il movimento rialzista del dollaro sia rimasto contenuto, l’aumento dei rendimenti ha contribuito a consolidarne la forza, specie dopo che la Federal Reserve (Fed) ha deciso di mantenere invariati i tassi di interesse mercoledì, con il Presidente Jerome Powell che ha ribadito un approccio prudente e improntato alla stabilità monetaria.
Questa settimana, la Casa Bianca ha evitato l’introduzione di nuovi dazi, ma il contesto commerciale ha subito un'evoluzione significativa. L’attenzione si è concentrata sulle crescenti speculazioni riguardo a una possibile riduzione dell’imponente tariffa del 145% sulle importazioni statunitensi di prodotti cinesi, precedentemente annunciata dal presidente Donald Trump. Tale ipotesi rappresenterebbe un allentamento sostanziale rispetto alla sua precedente strategia protezionistica. In un intervento preliminare a un importante incontro di sabato, il presidente ha suggerito che un’aliquota più contenuta, intorno all’80%, potrebbe essere "adeguata", lasciando intravedere un potenziale cambio di rotta nella politica commerciale americana.
A rafforzare il sentiment positivo sul dollaro statunitense, Washington e Londra hanno svelato giovedì un nuovo quadro commerciale bilaterale. L’intesa prevede un miglioramento delle condizioni di accesso al mercato e una semplificazione delle procedure doganali per le esportazioni statunitensi destinate al Regno Unito, mentre la Gran Bretagna beneficerà di un’esenzione tariffaria limitata su specifici settori, tra cui automotive, acciaio e alluminio.
Tuttavia, la reazione dei mercati è rimasta relativamente contenuta. Molti analisti hanno giudicato l’accordo di portata ridotta, considerandolo più un insieme di concessioni reciproche che una revisione strutturale delle relazioni commerciali bilaterali. In effetti, gli Stati Uniti manterranno un dazio di base del 10% sulla maggior parte dei prodotti britannici, rafforzando l’idea che un ritorno ai livelli tariffari precedenti al cosiddetto "Giorno della Liberazione" sia improbabile, indipendentemente dagli accordi in corso.
L’apparente ammorbidimento della postura commerciale di Trump segnerebbe un ulteriore ripensamento rispetto alle posizioni precedentemente rigide, in risposta alla volatilità dei mercati finanziari. Nelle ultime settimane, il presidente ha ridimensionato le minacce di imposizione generalizzata di nuovi dazi a seguito di una forte correzione azionaria, ha moderato le critiche rivolte al presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, e ha esaltato i successi commerciali ottenuti con Canada e Messico—risultati che, tuttavia, si sono rivelati prevalentemente simbolici.
Gli economisti avvertono che, sebbene una revisione delle tariffe possa alleviare alcune pressioni sui prezzi, le persistenti barriere commerciali continuano a rappresentare un fattore di rischio per l’economia globale. I potenziali effetti inflazionistici derivanti da tali misure potrebbero infatti indebolire la domanda dei consumatori e rallentare la crescita economica. Qualora i rischi di ribasso si acuissero, la Federal Reserve potrebbe trovarsi nella posizione di dover riesaminare il proprio approccio monetario prudente e basato sui dati.
Mercoledì, la Federal Reserve ha deciso di mantenere invariati i tassi di interesse, in linea con le aspettative del mercato, ma ha evidenziato l’emergere di rischi crescenti sia sul fronte inflazionistico che occupazionale nei prossimi mesi.
Nel comunicato diffuso al termine della riunione, la banca centrale ha sottolineato che l’economia statunitense continua a espandersi a un ritmo sostenuto. Tuttavia, la crescita più contenuta registrata nel primo trimestre è stata in larga parte attribuita all’incremento delle importazioni, poiché consumatori e imprese hanno cercato di anticipare l’impatto dei nuovi dazi imposti.
Durante la conferenza stampa successiva alla riunione, il presidente della Fed, Jerome Powell, ha ribadito la solidità strutturale dell’economia statunitense, pur riconoscendo l’aumento dell’incertezza. Ha precisato che le future decisioni di politica monetaria saranno strettamente legate all’evoluzione dei dati macroeconomici e che il percorso della Fed potrebbe includere una riduzione dei tassi o un prolungato periodo di stabilità.
"La traiettoria futura potrebbe prevedere un allentamento monetario o il mantenimento dell’attuale livello dei tassi", ha dichiarato Powell, sottolineando l’adozione di un approccio più flessibile da parte della banca centrale, in un contesto caratterizzato da tensioni commerciali e da fattori di rischio globali che potrebbero influenzare le prospettive economiche.
Nelle ultime sedute, il dollaro statunitense ha mostrato segnali di stabilizzazione, attenuando le preoccupazioni legate alla stagflazione (una condizione economica caratterizzata da crescita debole e inflazione persistente) e fornendo un temporaneo impulso al sentiment degli investitori. Tuttavia, la valuta americana continua a essere soggetta a pressioni ribassiste, influenzata da un insieme di fattori avversi, tra cui l’impatto dei dazi, il rallentamento della crescita economica interna e il deterioramento della fiducia degli operatori di mercato.
L’inflazione rimane al di sopra dell’obiettivo del 2% fissato dalla Federal Reserve, con gli ultimi dati relativi all’indice dei prezzi al consumo (IPC) e al PCE che confermano la persistenza delle pressioni inflazionistiche. A complicare ulteriormente il quadro di politica monetaria della Fed è la tenuta del mercato del lavoro, che continua a mostrare una resilienza superiore alle attese, riducendo le probabilità di imminenti interventi di allentamento sui tassi di interesse.
In aggiunta, le aspettative di inflazione al consumo hanno registrato un incremento. L’ultimo sondaggio condotto dalla Fed di New York indica che gli americani prevedono un aumento dei prezzi del 3,6% nel prossimo anno, in rialzo rispetto al 3,1% di febbraio, il livello più elevato da ottobre 2023. Tuttavia, le aspettative di lungo periodo restano ben ancorate, segnale di una persistente fiducia nella capacità della Fed di contenere le pressioni inflazionistiche.
Sul fronte occupazionale, il mercato del lavoro ha mantenuto una relativa stabilità ad aprile, con il numero di occupati non agricoli (NFP) rivisto a 177.000 e il tasso di disoccupazione fermo al 4,2%. Tuttavia, gli analisti avvertono che tali dati potrebbero non riflettere ancora pienamente l’impatto delle misure tariffarie introdotte dopo il "Giorno della Liberazione", un elemento che potrebbe emergere con maggiore evidenza nelle prossime rilevazioni.
Nel complesso, il dollaro statunitense continua a muoversi in un contesto di elevata volatilità, influenzato da un mix di inflazione persistente, incertezza sulle politiche commerciali e indebolimento dei fondamentali macroeconomici. Di conseguenza, i mercati si preparano a una fase di turbolenza prolungata, con un andamento prudente per la valuta americana.
Nella prossima settimana, l’attenzione dei mercati sarà focalizzata sui dati relativi all’inflazione, con la pubblicazione dei report di aprile sull’Indice dei Prezzi al Consumo (IPC) e sull’Indice dei Prezzi alla Produzione (IPP). Questi indicatori forniranno elementi chiave per valutare l’evoluzione delle pressioni inflazionistiche e il loro impatto sulle prospettive di politica monetaria della Federal Reserve. In un contesto caratterizzato da inflazione persistente e segnali economici contrastanti, tali dati potrebbero risultare determinanti per le aspettative sui futuri interventi della banca centrale in materia di tassi di interesse.
Contestualmente, un ampio gruppo di esponenti della Fed è atteso per una serie di interventi che manterranno alta l’attenzione degli investitori sulla comunicazione della banca centrale, in seguito all’ultima riunione del Federal Open Market Committee (FOMC). Le dichiarazioni dei funzionari potrebbero offrire ulteriori indicazioni sulla traiettoria della politica monetaria e sulla valutazione dei rischi macroeconomici.
Oltre alle dinamiche legate alla Fed, i mercati continueranno a monitorare con attenzione gli sviluppi sul fronte commerciale, con particolare riferimento ai negoziati tra Stati Uniti e Cina.
Nonostante le aspettative di progressi, le trattative hanno finora registrato risultati limitati, alimentando incertezza sulle prospettive delle relazioni economiche tra le due principali economie globali.
Analisi tecnica DXY
L' indice del dollaro statunitense ha continuato la sua ripresa costante, seppur lenta, chiudendo la terza settimana di rialzo registrando un +0,39% e un +0,78% da inizio mese.
Sul grafico giornaliero, una rottura sostenuta al di sopra del livello psicologico di 100,00, chiudendo la sessione giornaliera al di sopra delle Kijun Sen, potrebbe aprire la strada a un test della media mobile semplice (SMA) a 50 giorni a 102,60, seguita dalla più significativa SMA a 200 giorni a 104,30, appena al di sotto del massimo del 26 marzo di 104,6.
Tuttavia, i rischi al ribasso rimangono evidenti. Una nuova inversione ribassista potrebbe riportare in gioco il minimo del 2025 a 97,92, segnato il 21 aprile, con il minimo di marzo 2022 a 97,92.
Per ora, è probabile che la pressione al ribasso persista finché l'indice rimarrà al di sotto delle medie mobili.
Riflessioni finali.
La politica tariffaria adottata dall’amministrazione Trump non deve essere interpretata esclusivamente in chiave protezionistica, ma anche come uno strumento volto a fronteggiare criticità economiche di rilevante entità, che gli Stati Uniti potrebbero aver sottovalutato per troppo tempo. L’attuale governo si trova a dover affrontare una serie di sfide cruciali:
• Gestione del debito pubblico, con l’obiettivo di rifinanziare le scadenze dell’anno in corso a rendimenti più contenuti.
• Controllo dell’inflazione, cercando di mantenere la stabilità dei prezzi in un contesto di crescente pressione sui costi.
• Prevenzione della stagflazione, evitando una combinazione di crescita economica debole e inflazione elevata.
Tali obiettivi, senza un intervento diretto sul sistema fiscale—ipotesi considerata solo in ultima istanza dall’amministrazione Trump—appaiono perseguibili principalmente attraverso l’imposizione di dazi, misura che verrà comunque implementata. L’applicazione di tariffe doganali potrebbe rappresentare l’unico strumento efficace per mitigare gli effetti derivanti dall’elevata domanda interna e dal forte impulso ai consumi registrato negli ultimi anni.
Naturalmente, questa strategia ha un impatto significativo sulla politica monetaria della Federal Reserve, che si trova a dover bilanciare il difficile compito di contenere l’inflazione senza alimentare rischi di stagflazione. Inoltre, la banca centrale deve gestire le pressioni esercitate dal presidente Trump, il quale ha più volte sollecitato un orientamento più accomodante, con toni particolarmente incisivi. In questo contesto, la Fed dovrà mantenere un approccio prudente, basato sull’analisi dei dati economici e sulla valutazione delle implicazioni derivanti dalle misure tariffarie.
Il processo di de-dollarizzazione sta assumendo un ruolo sempre più rilevante nel panorama economico globale, con implicazioni significative per i mercati finanziari e valutari. Dall’inizio dell’anno, il dollaro statunitense ha registrato un progressivo indebolimento, accompagnato da una flessione dei mercati azionari americani. In contrasto, l’Europa ha mostrato una dinamica più favorevole, con la Germania che, nell’ultima settimana, ha raggiunto nuovi massimi storici.
Negli Stati Uniti, il mercato azionario è stato sostenuto principalmente dagli investitori retail, mentre gli investitori istituzionali di lungo termine hanno mantenuto un atteggiamento prudente, segnando l’undicesima settimana consecutiva di performance negativa. Tale scenario ha determinato una sovraperformance dell’Europa rispetto agli Stati Uniti, sia in termini di mercato azionario che di forza valutaria. Per la prima volta, l’euro mostra un vantaggio competitivo così marcato rispetto al dollaro e potrebbe riportare gli investimenti all’estero verso il Vecchio Continente.
A far leva su un ritorno in patria degli investimenti, da parte dell’investitore europeo, sul fronte delle valutazioni azionarie (multipli), i mercati europei risultano molto più convenienti rispetto a quelli americani, alimentando l’interesse degli investitori verso il Vecchio Continente. La de-dollarizzazione, dunque, appare come un fenomeno in evoluzione, con dinamiche che sembrano essere in parte influenzate dagli stessi Stati Uniti. L’obiettivo implicito dell’amministrazione americana è, infatti, quello di indebolire il dollaro per favorire la competitività delle esportazioni americane, mantenendo al contempo l’economia fortemente ancorata alla valuta statunitense.
Nel contesto delle tensioni commerciali, Scott Bessent sta assumendo un ruolo di mediazione nelle trattative sui dazi, mentre l’accordo commerciale raggiunto in settimana tra Stati Uniti e Regno Unito sembra, in fin dei conti, avere come obiettivo strategico la Cina. Tale intesa tra i due Pesi, infatti, se la si legge tra le righe, mira a incidere sulla supply chain cinese destinata al mercato britannico, con possibili ripercussioni sulle dinamiche commerciali globali.
Quindi verrebbe, infine, da definire la Cina stessa come un vero e proprio “Sputnik moment” nei confronti del mondo ma soprattutto verso gli USA, confermandosi sempre più attore centrale nello scenario economico internazionale. Dopo le restrizioni sui semiconduttori e le recenti misure riguardanti l’intelligenza artificiale, il Paese continua a essere al centro delle strategie economiche e geopolitiche globali, con implicazioni di vasta portata per il commercio e la tecnologia.
Nuovo attacco ai massimi per Sterlina-Dollaro Neozelandese?Ci siamo appoggiati sul livello 2,22, che già in più occasioni ha fatto da pavimento a delle prese di profitto, per poi ripartire e chiudere la settimana in zona massimi (settimanali ovviamente).
Nelle ultime settimane abbiamo avuto una forte corsa di questo cambio che è giunto ad un massimo di 2,3355, per poi ripiegare fino ad area 2,22 e lateralizzare in attesa di nuovi spunti.
La dashboard segnala una Sterlina forte in maniera netta nei confronti del Dollaro Neozelandese, a confermare la bontà del trend in atto; la colonna verde all'altezza del minimo di Martedì indica una forte area supportiva, dal quale poi è partito il rimbalzo.
In ultimo l'oscillatore sembra aver ripreso la salita in direzione ipercomprato, perlomeno è di nuovo tornato verde.
Nell'analisi di metà Marzo di questo cambio ipotizzavo come possibile target finale di questo trend rialzista di medio/lungo area 2,45, vediamo se riusciremo ad arrivarci; per il momento una chip long la metto, stop loss chiusura di candela sotto 2,22, primo target 2,28, per poi proseguire fino ai massimi di periodo in area 2,35 per infine (se superati) tentare l'approdo al livello di 2,45.
Prime vere prese di profitto per Euro-DollaroFacciamo un attimo di distinzione alla luce di questa settimana su Euro-Dollaro tra ciò che può accadere settimana prossima e ciò che potrebbe accadere tra Maggio e Giugno.
Come dicevo scorsa settimana in caso di rottura di 1,1275 avremmo potuto avere un tentativo di ribasso di breve termine di Euro-Dollaro, senza che ciò vada a scalfire il movimento di medio periodo ed il trend in atto; dopo la rottura avvenuta giovedì abbiamo avuto come da manuale un ritest del supporto rotto e la formazione di una shooting all'altezza del vecchio livello che lascerebbe presagire una voglia di ripartire verso il ribasso, direzione 1.115 prima, 1,107 dopo e 1,095 in ultimo.
Questo possibile scarico ricordo non andrebbe ad inficiare la mia visione per il cambio, che lo vede ancora impostato al rialzo nel medio/lungo termine.
Continua il recupero del Dollaro nei confronti della YenSettimana scorsa avevo pubblicato un analisi su questo strumento spiegando i motivi che mi inducevano a pensare ad un tentativo di rimbalzo.
Bene, una settimana dopo aggiorniamo la situazione:
- La settimana è iniziata in calo poi abbiamo avuto un forte recupero del dollaro durante la settimana per chiudere nella parte alta di candela
- L'oscillatore in basso continua a recuperare e ad uscire dall'ipervenduto
- La Dashboard, in basso a sinistra, mostra netta forza del Dollaro nei confronti dello Yen su gran parte dei timeframe
- A livello volumetrico abbiamo una forte area supportiva in area 140/142
Avremo cambiamento di scenario e quindi stop loss in caso di chiusura di candela sotto area 140/142, mentre al rialzo i target sono confermati in 149,5 in prima istanza, per poi proseguire fino a 151,8 ed infine 156; per chi volesse adottare un approccio più conservativo e mettere qualcosa in cassaforte primo target potrebbe impostare 146,5, primo piccolo ostacolo per il recupero.