USDCHF: Short Trigger su 4HBuongiorno a tutti,
nella sera di ieri il mio indicatore LuBot Ultimate mi invia un alert per un segnale di vendita su cui ho effettuato l'ingresso.
Il segnale è a favore della tendenza e della struttura principale di periodo sia sul timeframe in corso che sui timeframe superiori.
L'indicatore fornisce i livelli di uscita che seguirò in quanto penso siano già ottimali per un trade di breve termine.
Lo stop si trova sopra i massimi e lascia un pò di spazio per eventuali spike, e il take profit si trova in area minimi su cui sarebbe opportuno uscire.
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⚠️ Disclaimer: Questo post è a solo scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria. Fai sempre le tue ricerche prima di prendere decisioni di investimento.
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Contiene uno script IO
USAZAR: Short su trigger nel 4HBuongiorno e buon fine settimana a tutti,
oggi porto il grafico della coppia UsdZar che mostra un trigger di vendita tramite il mio indicatore LuBot Ultimate che va a favore della tendenza di breve termine e della struttura del mercato ribassista, sia sul 4H che sul Daily, evidenziata dal colore delle candele in rosso.
Il segnale viene inoltre confermato dai segnali reversal mostrati in alto e da una chiusura al di sotto delle 2 candele precedenti.
L'indicatore mostra in automatico dei livelli di uscita che seguirò per il mio trade in quanto lo stop loss è abbastanza distante da dare spazio al mercato di respirare qualora ne abbia bisogno e di evitare stop inutili. Stop che verrà successivamente avvicinato qualora il mercato si muova nella direzione del trade.
Il take profit è ad una giusta distanza visto che ci troviamo vicini ad una zona di supporto indicata dall'area verde dell'indicatore.
Infine l'indicatore EVE in basso non ha mostrato grossi eccessi di volatilità quindi potremmo aspettarci ancora un forte movimento prima di un eventuale inversione.
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Analisi sul XAUUSD in riflesso al "One Big Beatifu Deal" Il prezzo dell’oro ha interrotto la fase correttiva avviata dal massimo settimanale di 3.366 dollari, beneficiando di un rinnovato interesse da parte degli investitori durante le contrattazioni asiatiche di venerdì. La ridotta liquidità, dovuta alla festività negli Stati Uniti, potrebbe contribuire ad accentuare la volatilità delle quotazioni nel breve termine.
In un contesto di bassa liquidità dovuto alla festività del 4 luglio negli Stati Uniti, il prezzo dell’oro mostra segnali di inversione rispetto ai massimi settimanali, mentre il rafforzamento del dollaro statunitense sembra perdere slancio. A pesare sul biglietto verde sono le rinnovate incertezze legate al cosiddetto "One Big Beautiful Bill"**, la maxi-legge fiscale e di spesa fortemente voluta dal presidente Donald Trump.
Giovedì, la Camera dei Rappresentanti ha approvato il provvedimento con una maggioranza risicata di 218 voti favorevoli contro 214 contrari, evidenziando le divisioni interne anche tra le fila repubblicane. La legge, che include tagli fiscali radicali e misure di contenimento della spesa pubblica, rappresenta un pilastro dell’agenda economica dell’amministrazione Trump e potrebbe avere implicazioni significative sui mercati valutari e sulle aspettative di politica monetaria.
La persistente cautela degli investitori riflette le preoccupazioni circa l’impatto fiscale del disegno di legge promosso dall’amministrazione Trump, che potrebbe incrementare il debito pubblico statunitense di ulteriori 3.400 miliardi di dollari, portandolo a superare i 36.200 miliardi. Tale prospettiva alimenta i timori di un deterioramento degli equilibri di bilancio, contribuendo a frenare la ripresa del dollaro statunitense.
A ciò si aggiungono le rinnovate tensioni commerciali, alimentate dalle dichiarazioni del presidente Trump in merito a possibili dazi, che rappresentano un ulteriore elemento di pressione sul biglietto verde, favorendo al contempo la domanda di oro, tradizionalmente considerato un bene rifugio.
Nella giornata di giovedì, il metallo prezioso ha evidenziato un andamento volatile: dopo aver toccato nuovi massimi settimanali e mantenuto tali livelli nella prima parte della seduta, ha subito un marcato ritracciamento in seguito alla pubblicazione di un report sul mercato del lavoro statunitense sorprendentemente positivo, che ha temporaneamente rafforzato le aspettative di una politica monetaria più restrittiva.
Nel mese di giugno, il dato principale sulle buste paga non agricole negli Stati Uniti ha registrato un incremento di 147.000 unità, superando le attese di consenso fissate a 110.000 e la precedente revisione di 144.000. Parallelamente, il tasso di disoccupazione è sceso inaspettatamente al 4,1%, al di sotto sia della previsione del 4,3% sia del dato di maggio pari al 4,2%.
La solidità del mercato del lavoro ha contribuito a ridimensionare le aspettative di un allentamento aggressivo della politica monetaria da parte della Federal Reserve nel corso dell’anno. Tali dati rafforzano la posizione attendista della banca centrale, rendendo più plausibile una conferma dei tassi di interesse ai livelli attuali nel breve termine.
Ad un’analisi più approfondita, i dati sul mercato del lavoro statunitense si sono rivelati meno solidi di quanto suggerissero le cifre principali. Sebbene l’economia abbia registrato un incremento di 147.000 posti di lavoro non agricoli nel mese di giugno, una quota significativa di tali assunzioni è riconducibile al settore dell’istruzione pubblica, tradizionalmente considerato un indicatore meno affidabile della dinamica occupazionale sottostante e della sostenibilità della crescita economica.
Parallelamente, il tasso di disoccupazione è sceso inaspettatamente dal 4,2% al 4,1%, contro attese di un rialzo al 4,3%. Tuttavia, tale calo è stato in larga parte determinato da una contrazione della forza lavoro, con circa 130.000 individui che hanno abbandonato il mercato del lavoro, attenuando così il segnale positivo del dato.
Pertanto, sebbene i numeri aggregati abbiano inizialmente suggerito una performance robusta, l’analisi dei dettagli evidenzia un quadro più eterogeneo.
D’altro canto, come segnalato all’inizio della settimana, le revisioni al rialzo dei dati occupazionali dei mesi precedenti hanno sorpreso positivamente. Tuttavia, la dinamica salariale ha mostrato segnali di rallentamento: le retribuzioni orarie medie hanno registrato una flessione sia su base mensile che annuale, segnando il ritmo di crescita più contenuto dallo scorso anno. Questo sviluppo rappresenta un elemento favorevole per la Federal Reserve nel suo percorso di disinflazione, contribuendo ad allentare le pressioni sui prezzi.
Secondo il FedWatch Tool del CME Group, la probabilità implicita di un taglio dei tassi da parte della Fed nel meeting di settembre è scesa al 68%, rispetto a circa il 72% registrato prima della pubblicazione dei dati. I mercati, tuttavia, continuano a prezzare con elevata probabilità un primo intervento espansivo già nel mese di luglio.
Il repentino cambiamento delle aspettative di politica monetaria da parte della Federal Reserve, in direzione più restrittiva, ha innescato un ampio rally di sollievo del dollaro statunitense. Tale movimento ha esercitato una pressione ribassista sul prezzo dell’oro, penalizzato in contesti di rafforzamento del biglietto verde e di tassi d’interesse più elevati, ma tale reazione si è subito raffreddata.
Analisi tecnica del prezzo dell'oro: daily chart
Come si può ben vedere, la media mobile (EMA) a 50 periodi sta fungendo da supporto dinamico al prezzo dell'asset, con un andamento rialzista.
Dopo circa tre settimane al di sopra della Kijun Sen, il prezzo è sceso al di sotto e si è tenuto nel range tra la Kijun e la Tenkan Sen, a dimostrare un lieve raffreddamento dell'impulso rialzista. Il continuo intersecarsi delle predette linee dell'indicatore Ichimoku delinea un trend che da rialzista inizia ad avere qualche sfumatura di neutralità. Nonostante tutto, affinché la price action rimane al di sopra della kumo e sopra la EMA a 50 periodi, rimarrà la propensione al rialzo.
Una chiusura settimanale al di sopra della Tenkan Sen, potrebbe aprire spazi a nuovi massimi nella prossima settimana.
** Il provvedimento è stato approvato definitivamente dal Congresso degli Stati Uniti. Si tratta della principale misura economica del secondo mandato di Trump e ha suscitato un ampio dibattito politico e sociale.
Di seguito un breve flash riepilogativo del predetto provvedimento:
Tagli fiscali permanenti per le fasce di reddito più alte e per imprese/investitori.
Riduzioni alla spesa pubblica, in particolare:
Tagli a Medicaid e ad altri programmi sanitari.
Tagli ai fondi per energia pulita e incentivi alle auto elettriche.
Aumento del debito pubblico stimato in circa 3.300 miliardi di dollari in 10 anni.
Altri ambiti toccati: immigrazione, spesa militare, esplorazione spaziale, politica commerciale (con possibili nuovi dazi).
Il provvedimento è oggetto di dibattito acceso tra analisti e democratici dell'opposizione in quanto:
la legge è vista come un vantaggio per i ricchi, con rischi per la copertura sanitaria di milioni di cittadini;
la legge porterà ad ulteriori disagi al debito pubblico.
USDCAD: Short su triggerBuon pomeriggio a tutti,
oggi l'indicatore LuBot Ultimate mostra questo trigger Short su cui ho aperto una posizione.
Il segnale compare favorevole al trend ribassista del momento confermato dalla trendCloud rossa e dal colore rosso della struttura delle candele.
Proprio con la candela odierna vediamo ritornare il colore rosso che conferma il nuovo ciclo ribassista sul timeframe daily.
Riguardo l'uscita inserisco uno stop sopra gli ultimi massimi, e il take profit nella prima area di supporto più vicina.
Nel caso in cui dovesse esserci un ritracciamento dei prezzi prima dell'arrivo all'area target, aggiungerò un ulteriore posizione che terrò fino alla seconda area target a 1,3440 qualora la dinamica ribassista continui in modo chiaro.
BTC fa il matto. Ma c'è di peggio. Con PipGuard.
“BTC fa il matto. Ma c'è di peggio. Con PipGuard.”
Hola, ciao amici miei! Come state? Spero alla grandeeee!
Oggi facciamo due chiacchiere su Bitcoin, che ne dite?
Lo ammetto: stavolta ho toppato e ho preso il grafico USDT spot invece di USD… ma heeeey, sono pigro e cambia poco. L’importante è il trend, GIUSTOOOO?
Ma prima… boostami e commentami <3
📈 Il Trend è tuo amico... finché non ti sfotte
🔼 Se sale, sale
BTC è ancora in un trendone rialzista a lungo termine.
Nessuna novità? Forse, ma se continua… lo fa per fare nuovi massimi. Semplice.
E se non lo fa ora, lo farà domani. Fatti tuoi se lo perdi.
🧠 Tieni sempre un occhio sulle supposizioni e l’altro sull’oggettività. Il mercato ti ringrazierà.
🔽 Se scende... meglio essere pronti
E se decide di andare giù?
Eccoli i target: 102k , 100k , e quel delizioso 94k che spero tanto di vedere.
Perché? Perché anche le cripto hanno bisogno di una pausa.
E ogni livello è potenzialmente un punto di inversione , lo sai già, no?
🧱 Supporti, resistenze... e debiti tuoi
• Resistenza: 109k (arrotondato come quei 100€ che mi devi ahah)
• Supporto serio: 78k
• Supporto più coccoloso: 88k
• Tutto il resto è rumore.
• Trend ancora forte, sì. Ma se non apri l’occhio… ti aprono il portafoglio.
🔥 Il mercato oggi? In fiamme, come sempre
• BTC ha fatto il solito numeretto: toccato 106k , poi giù sotto 103k
• Liquidazioni? BOOM 💣: oltre 450 milioni di dollari solo in long
• Il mercato ha tremato come un noob al primo short
🌍 Guerra, hack e caos: il BTC ringrazia
• Israeliani in giro per l’Iran a bombardare
• Iraniani che rispondono a colpi di missili
• Hacker israeliani che entrano su Nobitex e... BRUCIANO 90M in crypto
• La Casa Bianca in silenzio stampa, ma intanto gli USA hanno una "Bitcoin Reserve"
• Risultato? BTC vola, poi crolla, poi vola, poi... fai tu
🐍 GOSSIP di quelli belli sporchi
• A New York due crypto-bros han preso un poveraccio italiano di Rivoli e l’hanno torturato per 17 giorni per estorcergli la password del wallet
• Elettroshock. Sega elettrica. Sesso “wild” con madam & friends
• Il tutto tra party, bondage e sedie a rotelle
• Il tizio, vivo per miracolo, è diventato il nuovo simbolo della frase “non dare la tua chiave a nessuno”
📊 Riepilogo tecnico
🧱 Resistenza: 109k
🪨 Supporti: 88k / 78k
💣 Liquidazioni: +450M long
📉 Range Prezzo: 106k ➝ sotto 103k
🌍 Geopolitica: Bombe vere & BTC
😈 Gossip: Crypto-bros sotto torchio 😱
😂 Si chiude il teatrino…
Mi fanno male le dita. E non solo per scrivere… ops l’ho detto? L’ho fatto.
Se ti sei divertito, boosta e commenta .
Se non lo fai… la prossima volta ti do supporto a 69k, così impari.
Un abbraccio dal tuo fido disturbato, PipGuard 🤣🧨
Tesla fine del ribasso ?L'analisi volumetrica ci propone una chiara tenuta del POC disegnato con il preciso indicatoredi TW e passante al prezzo di 282. Lo scarico di vendita sulla barra di giovedi scorso, ha permesso di scrollarsi di due importanti chisure cicliche , mensile e trimestrale con un minimo fatto a 60 periodi. Da queste quote in area 300 la view torna per consentire a TESLA di allinearsi nuovamente per attaccare i massimi di periodo. TItolo che va monitorato costantemente ma che puo dare soddisfazione nel breve e medio periodo.
NASDAQ WD GANN CYCLE long termIl setup di massimo di giugno si è attivato come previsto.
Tuttavia, lo scenario più atteso e rilevante resta proiettato verso marzo 2026.
In quella finestra temporale convergono diverse proiezioni Prezzo/Tempo, calcolate da minimi e massimi significativi: 2020, 2021, 2022, 2023 e 2025.
Grazie allo studio delle geometrie e delle strutture cicliche, è evidente come marzo 2026 rappresenti il setup più atteso degli ultimi anni, e potenzialmente il più impattante.
Una risonanza rafforzata anche da aspetti naturali e astronomici, che coincidono con cicli che si ripetono ogni 30 anni.
Il livello ideale di equilibrio Prezzo/Tempo si colloca in area 16.832.
Non si tratta di una previsione direzionale, ma di un punto critico attorno al quale si gioca la prossima fase strutturale.
Marzo 2026 ospiterà diverse configurazioni di rilievo, tra cui — ne cito solo una — il passaggio di Saturno in Ariete, accompagnato da una congiunzione con il Sole.
L’ultima volta in cui Saturno ha varcato nuovamente l’Ariete risale al 1996. Il prossimo ingresso sarà attorno al 2055.
Un ritorno che segna, da sempre, la chiusura e la ripartenza di un ciclo di circa 29-30 anni, spesso osservabile anche su larga scala economica e finanziaria.
Alcune strutture simili si sono manifestate anche in passato, in corrispondenza di fasi storiche ben note:
– 1929, massimo assoluto prima del collasso;
– 1987, rottura secca dopo un’estensione;
– 2000, fase distributiva dopo i massimi;
– 2008, chiusura di un ciclo iniziato all’inizio del decennio.
Chi utilizza con disciplina la metodologia di Gann ha il vantaggio di poter leggere in anticipo queste strutture.
Marzo 2026 non sarà un mese qualunque.
Aplifon, sentiamoci chiaro"L'obiettivo del nuovo piano di buyback è dotare Amplifon di azioni proprie in portafoglio per servire: piani di incentivazione azionaria, sia esistenti sia futuri, riservati ad amministratori, dipendenti e/o collaboratori di Amplifon o delle sue controllate" .
Sarà vero? Il piano di buyback annunciato nel giorno in cui il titolo tocca scende al livello di marzo 2020 (ricordate il COVID?) mi fa sospettare più ad un tentativo di sostentamento del prezzo, per altro riuscito come da manuale.
A meno di sorprese di questo pomeriggio chiuderà la settimana sopra la EMA20, che interpreto come un segnale di voglia di emergere da parte del prezzo di AMP. Un'apertura di candela settimanale in verde potrebbe essere un segnale rialzista (debole, se non sostenuto da forti volumi nei primi giorni della settimana).
Nel caso penso ad un ingresso attorno ai massimi di questa settimana (19-23 maggio) con uno stop loss cortissimo (ingresso sopra 19,48 € e Stop Loss appena sotto 19,185 €, ovvero il minimo attuale della candela odierna). Ovviamente pochissimo capitale con eventuali ingressi ulteriori in caso di conferma della mia idea. primo target 20,50 € con riposizionamento degli obiettivi attorno ai 22,50 € nel caso il primo livello fosse "bucato" nettamente (a mio avviso sarà una resistenza ostica, visto che lo è già stata in passato e ha fatto più volte da supporto)
Una chiusura di candela sotto 19,20 € oggi, venerdì 23 maggio, invaliderebbe questo mio ragionamento.
PS: scusate il grafico. E' il più pasticciato della mia WL, ma tutte quelle righe per me hanno un'importanza
Il WTI disegna un doppio minimo- ANALISI DEL TREND E FASI DI MERCATO
Il WTI apre la settimana con gli acquisti che riportano i prezzi sotto la resistenza, la struttura in h4 sembri voler disegnare un doppio minimo ma ne avremo la certezza solo dopo aver completato il pattern con una candela la cui chiusura sia al di sopra del livello identificato come swing nel grafico al prezzo di 64.88$, nota anche come neckline del pattern. La media a 21 inizia il suo incrocio con quella a 100, confermando la voglia dei compratori di voler portare i prezzi più in alto.
- ANALISI VOLUMETRICA
Dal volume profile presente sulla sinistra del grafico, che comprende i volumi da inizio aprile sino ad oggi si evidenziano i Lvn (low volume node) a 61.5$ e 60.17$ che rappresentano possibili punti di swing dove i compratori potrebbero prendere il controllo del mercato e riportare i prezzi verso l'alto. La LVA (low volume area) del volume profile annuale (quello ancorato sulle destra del grafico) che rappresenta la parte bassa dell'area ad alti volumi del composito al momento svolge la funzione di resistenza.
- STRATEGIE E DECISIONE DI TRADING
I LVN sopra indicati rappresentano livelli dove poter valutare ingressi long dopo aver avuto la conferma dalla formazione di pattern che dimostrino la voglia di acquisti. È mio dovere ricordare che il trend in atto ribassista si può definire terminato solo dopo aver rotto al rialzo e fatto accettazione il livello di swing a 64.88$, in alternativa si potrebbe anche verificare una fase di lateralità che sarebbe terreno fertile per gli swing trader.
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Buon trading
Pietro Perrino
IL GOLD SOFFRE IL RISK ON -ANALISI DEL TREND E FASI DI MERCATO
Il Gold apre la settimana con un ampio Gap down, dopo aver fatto da principale asset rifugio durante l'ultimo periodo dove la paura e l'incertezza ha fatto da padrone, il ritornato mood di risk on (almeno per il momento) e la forza del dollaro non beneficiano il metallo giallo. Tecnicamente i prezzi si stanno chiudendo in un triangolo delimitato dalla parte superiore dalla trendline ribassista e dalla parte inferiore dal supporto dei 3200 $ evidenziato in grafico con il rettangolo di colore verde. Nel grafico h4 i prezzi al momento hanno superato al ribasso la media a 200 nonostante il fascio di medie sia ancora aperto al rialzo, mentre su timeframe più bassi come l'h1 il fascio di medie inizia la sua inversione al ribasso.
-ANALISI VOLUMETRICA
Il volume profile ad intervallo fisso presente sul grafico h4 che comprende i volumi da inizio Aprile ad oggi evidenzia molto chiaramente i livelli d'interesse come i LVN (low volume node), il primo quello in corrispondenza del supporto a quota 3200$, il secondo al prezzo di 3276$ brekkato al ribasso proprio questa mattina in apertura della sessione europea, ed il terzo al momento molto più in alto a quota 3376$. Questi tre Lvn delimitano le tre distribuzioni principali (cluster) con i relativi HVN (high volume node) che rappresentano i livelli a maggiori scambi volumetrici ovvero livelli attrattivi dei prezzi.
-STRATEGIE E DECISIONE DI TRADING
Il vero segnale per posizioni short è la rottura del LVN (supporto) dei 3200$ e con la formazione del pattern BAR, consentirebbe di rientrare nell'area ad alti volumi del composito annuale, con un primo target l'HVN a quota 3160 e poi eventualmente più in basso fino al POC annuale (target di lungo periodo).
Per lo scenario long bisognerebbe uscire dal triangolo sopra descritto, rompendo al rialzo sia il Lvn a quota 3376$ che la trendline ribassista.
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Buon trading
Pietro Perrino
Analisi DXY - la Cina come "Sputnik moment".Analisi settimane macroeconomica e prospettive future.
Il dollaro statunitense ha registrato il terzo guadagno settimanale consecutivo, proseguendo il suo recupero dai minimi pluriennali raggiunti a metà aprile. L’indice del dollaro (DXY) ha consolidato ulteriormente la propria posizione al di sopra della soglia chiave di 100,00, un livello psicologico rilevante che, tuttavia, non è stato ancora superato con decisione.
Dopo aver subito una flessione di quasi il 9% rispetto ai massimi di marzo, con un temporaneo calo sotto quota 98,00 il mese scorso, il biglietto verde ha messo a segno un progressivo rafforzamento nelle ultime settimane. Tale ripresa è stata agevolata dal miglioramento del clima nelle relazioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, con sviluppi immediati attesi già nel fine settimana, in occasione di un incontro tra rappresentanti delle due nazioni in Svizzera.
L’apprezzamento della valuta statunitense è stato inoltre sostenuto dall’incremento dei rendimenti dei Treasury, che hanno raggiunto nuovi massimi su più scadenze nella seconda parte della settimana. Sebbene il movimento rialzista del dollaro sia rimasto contenuto, l’aumento dei rendimenti ha contribuito a consolidarne la forza, specie dopo che la Federal Reserve (Fed) ha deciso di mantenere invariati i tassi di interesse mercoledì, con il Presidente Jerome Powell che ha ribadito un approccio prudente e improntato alla stabilità monetaria.
Questa settimana, la Casa Bianca ha evitato l’introduzione di nuovi dazi, ma il contesto commerciale ha subito un'evoluzione significativa. L’attenzione si è concentrata sulle crescenti speculazioni riguardo a una possibile riduzione dell’imponente tariffa del 145% sulle importazioni statunitensi di prodotti cinesi, precedentemente annunciata dal presidente Donald Trump. Tale ipotesi rappresenterebbe un allentamento sostanziale rispetto alla sua precedente strategia protezionistica. In un intervento preliminare a un importante incontro di sabato, il presidente ha suggerito che un’aliquota più contenuta, intorno all’80%, potrebbe essere "adeguata", lasciando intravedere un potenziale cambio di rotta nella politica commerciale americana.
A rafforzare il sentiment positivo sul dollaro statunitense, Washington e Londra hanno svelato giovedì un nuovo quadro commerciale bilaterale. L’intesa prevede un miglioramento delle condizioni di accesso al mercato e una semplificazione delle procedure doganali per le esportazioni statunitensi destinate al Regno Unito, mentre la Gran Bretagna beneficerà di un’esenzione tariffaria limitata su specifici settori, tra cui automotive, acciaio e alluminio.
Tuttavia, la reazione dei mercati è rimasta relativamente contenuta. Molti analisti hanno giudicato l’accordo di portata ridotta, considerandolo più un insieme di concessioni reciproche che una revisione strutturale delle relazioni commerciali bilaterali. In effetti, gli Stati Uniti manterranno un dazio di base del 10% sulla maggior parte dei prodotti britannici, rafforzando l’idea che un ritorno ai livelli tariffari precedenti al cosiddetto "Giorno della Liberazione" sia improbabile, indipendentemente dagli accordi in corso.
L’apparente ammorbidimento della postura commerciale di Trump segnerebbe un ulteriore ripensamento rispetto alle posizioni precedentemente rigide, in risposta alla volatilità dei mercati finanziari. Nelle ultime settimane, il presidente ha ridimensionato le minacce di imposizione generalizzata di nuovi dazi a seguito di una forte correzione azionaria, ha moderato le critiche rivolte al presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, e ha esaltato i successi commerciali ottenuti con Canada e Messico—risultati che, tuttavia, si sono rivelati prevalentemente simbolici.
Gli economisti avvertono che, sebbene una revisione delle tariffe possa alleviare alcune pressioni sui prezzi, le persistenti barriere commerciali continuano a rappresentare un fattore di rischio per l’economia globale. I potenziali effetti inflazionistici derivanti da tali misure potrebbero infatti indebolire la domanda dei consumatori e rallentare la crescita economica. Qualora i rischi di ribasso si acuissero, la Federal Reserve potrebbe trovarsi nella posizione di dover riesaminare il proprio approccio monetario prudente e basato sui dati.
Mercoledì, la Federal Reserve ha deciso di mantenere invariati i tassi di interesse, in linea con le aspettative del mercato, ma ha evidenziato l’emergere di rischi crescenti sia sul fronte inflazionistico che occupazionale nei prossimi mesi.
Nel comunicato diffuso al termine della riunione, la banca centrale ha sottolineato che l’economia statunitense continua a espandersi a un ritmo sostenuto. Tuttavia, la crescita più contenuta registrata nel primo trimestre è stata in larga parte attribuita all’incremento delle importazioni, poiché consumatori e imprese hanno cercato di anticipare l’impatto dei nuovi dazi imposti.
Durante la conferenza stampa successiva alla riunione, il presidente della Fed, Jerome Powell, ha ribadito la solidità strutturale dell’economia statunitense, pur riconoscendo l’aumento dell’incertezza. Ha precisato che le future decisioni di politica monetaria saranno strettamente legate all’evoluzione dei dati macroeconomici e che il percorso della Fed potrebbe includere una riduzione dei tassi o un prolungato periodo di stabilità.
"La traiettoria futura potrebbe prevedere un allentamento monetario o il mantenimento dell’attuale livello dei tassi", ha dichiarato Powell, sottolineando l’adozione di un approccio più flessibile da parte della banca centrale, in un contesto caratterizzato da tensioni commerciali e da fattori di rischio globali che potrebbero influenzare le prospettive economiche.
Nelle ultime sedute, il dollaro statunitense ha mostrato segnali di stabilizzazione, attenuando le preoccupazioni legate alla stagflazione (una condizione economica caratterizzata da crescita debole e inflazione persistente) e fornendo un temporaneo impulso al sentiment degli investitori. Tuttavia, la valuta americana continua a essere soggetta a pressioni ribassiste, influenzata da un insieme di fattori avversi, tra cui l’impatto dei dazi, il rallentamento della crescita economica interna e il deterioramento della fiducia degli operatori di mercato.
L’inflazione rimane al di sopra dell’obiettivo del 2% fissato dalla Federal Reserve, con gli ultimi dati relativi all’indice dei prezzi al consumo (IPC) e al PCE che confermano la persistenza delle pressioni inflazionistiche. A complicare ulteriormente il quadro di politica monetaria della Fed è la tenuta del mercato del lavoro, che continua a mostrare una resilienza superiore alle attese, riducendo le probabilità di imminenti interventi di allentamento sui tassi di interesse.
In aggiunta, le aspettative di inflazione al consumo hanno registrato un incremento. L’ultimo sondaggio condotto dalla Fed di New York indica che gli americani prevedono un aumento dei prezzi del 3,6% nel prossimo anno, in rialzo rispetto al 3,1% di febbraio, il livello più elevato da ottobre 2023. Tuttavia, le aspettative di lungo periodo restano ben ancorate, segnale di una persistente fiducia nella capacità della Fed di contenere le pressioni inflazionistiche.
Sul fronte occupazionale, il mercato del lavoro ha mantenuto una relativa stabilità ad aprile, con il numero di occupati non agricoli (NFP) rivisto a 177.000 e il tasso di disoccupazione fermo al 4,2%. Tuttavia, gli analisti avvertono che tali dati potrebbero non riflettere ancora pienamente l’impatto delle misure tariffarie introdotte dopo il "Giorno della Liberazione", un elemento che potrebbe emergere con maggiore evidenza nelle prossime rilevazioni.
Nel complesso, il dollaro statunitense continua a muoversi in un contesto di elevata volatilità, influenzato da un mix di inflazione persistente, incertezza sulle politiche commerciali e indebolimento dei fondamentali macroeconomici. Di conseguenza, i mercati si preparano a una fase di turbolenza prolungata, con un andamento prudente per la valuta americana.
Nella prossima settimana, l’attenzione dei mercati sarà focalizzata sui dati relativi all’inflazione, con la pubblicazione dei report di aprile sull’Indice dei Prezzi al Consumo (IPC) e sull’Indice dei Prezzi alla Produzione (IPP). Questi indicatori forniranno elementi chiave per valutare l’evoluzione delle pressioni inflazionistiche e il loro impatto sulle prospettive di politica monetaria della Federal Reserve. In un contesto caratterizzato da inflazione persistente e segnali economici contrastanti, tali dati potrebbero risultare determinanti per le aspettative sui futuri interventi della banca centrale in materia di tassi di interesse.
Contestualmente, un ampio gruppo di esponenti della Fed è atteso per una serie di interventi che manterranno alta l’attenzione degli investitori sulla comunicazione della banca centrale, in seguito all’ultima riunione del Federal Open Market Committee (FOMC). Le dichiarazioni dei funzionari potrebbero offrire ulteriori indicazioni sulla traiettoria della politica monetaria e sulla valutazione dei rischi macroeconomici.
Oltre alle dinamiche legate alla Fed, i mercati continueranno a monitorare con attenzione gli sviluppi sul fronte commerciale, con particolare riferimento ai negoziati tra Stati Uniti e Cina.
Nonostante le aspettative di progressi, le trattative hanno finora registrato risultati limitati, alimentando incertezza sulle prospettive delle relazioni economiche tra le due principali economie globali.
Analisi tecnica DXY
L' indice del dollaro statunitense ha continuato la sua ripresa costante, seppur lenta, chiudendo la terza settimana di rialzo registrando un +0,39% e un +0,78% da inizio mese.
Sul grafico giornaliero, una rottura sostenuta al di sopra del livello psicologico di 100,00, chiudendo la sessione giornaliera al di sopra delle Kijun Sen, potrebbe aprire la strada a un test della media mobile semplice (SMA) a 50 giorni a 102,60, seguita dalla più significativa SMA a 200 giorni a 104,30, appena al di sotto del massimo del 26 marzo di 104,6.
Tuttavia, i rischi al ribasso rimangono evidenti. Una nuova inversione ribassista potrebbe riportare in gioco il minimo del 2025 a 97,92, segnato il 21 aprile, con il minimo di marzo 2022 a 97,92.
Per ora, è probabile che la pressione al ribasso persista finché l'indice rimarrà al di sotto delle medie mobili.
Riflessioni finali.
La politica tariffaria adottata dall’amministrazione Trump non deve essere interpretata esclusivamente in chiave protezionistica, ma anche come uno strumento volto a fronteggiare criticità economiche di rilevante entità, che gli Stati Uniti potrebbero aver sottovalutato per troppo tempo. L’attuale governo si trova a dover affrontare una serie di sfide cruciali:
• Gestione del debito pubblico, con l’obiettivo di rifinanziare le scadenze dell’anno in corso a rendimenti più contenuti.
• Controllo dell’inflazione, cercando di mantenere la stabilità dei prezzi in un contesto di crescente pressione sui costi.
• Prevenzione della stagflazione, evitando una combinazione di crescita economica debole e inflazione elevata.
Tali obiettivi, senza un intervento diretto sul sistema fiscale—ipotesi considerata solo in ultima istanza dall’amministrazione Trump—appaiono perseguibili principalmente attraverso l’imposizione di dazi, misura che verrà comunque implementata. L’applicazione di tariffe doganali potrebbe rappresentare l’unico strumento efficace per mitigare gli effetti derivanti dall’elevata domanda interna e dal forte impulso ai consumi registrato negli ultimi anni.
Naturalmente, questa strategia ha un impatto significativo sulla politica monetaria della Federal Reserve, che si trova a dover bilanciare il difficile compito di contenere l’inflazione senza alimentare rischi di stagflazione. Inoltre, la banca centrale deve gestire le pressioni esercitate dal presidente Trump, il quale ha più volte sollecitato un orientamento più accomodante, con toni particolarmente incisivi. In questo contesto, la Fed dovrà mantenere un approccio prudente, basato sull’analisi dei dati economici e sulla valutazione delle implicazioni derivanti dalle misure tariffarie.
Il processo di de-dollarizzazione sta assumendo un ruolo sempre più rilevante nel panorama economico globale, con implicazioni significative per i mercati finanziari e valutari. Dall’inizio dell’anno, il dollaro statunitense ha registrato un progressivo indebolimento, accompagnato da una flessione dei mercati azionari americani. In contrasto, l’Europa ha mostrato una dinamica più favorevole, con la Germania che, nell’ultima settimana, ha raggiunto nuovi massimi storici.
Negli Stati Uniti, il mercato azionario è stato sostenuto principalmente dagli investitori retail, mentre gli investitori istituzionali di lungo termine hanno mantenuto un atteggiamento prudente, segnando l’undicesima settimana consecutiva di performance negativa. Tale scenario ha determinato una sovraperformance dell’Europa rispetto agli Stati Uniti, sia in termini di mercato azionario che di forza valutaria. Per la prima volta, l’euro mostra un vantaggio competitivo così marcato rispetto al dollaro e potrebbe riportare gli investimenti all’estero verso il Vecchio Continente.
A far leva su un ritorno in patria degli investimenti, da parte dell’investitore europeo, sul fronte delle valutazioni azionarie (multipli), i mercati europei risultano molto più convenienti rispetto a quelli americani, alimentando l’interesse degli investitori verso il Vecchio Continente. La de-dollarizzazione, dunque, appare come un fenomeno in evoluzione, con dinamiche che sembrano essere in parte influenzate dagli stessi Stati Uniti. L’obiettivo implicito dell’amministrazione americana è, infatti, quello di indebolire il dollaro per favorire la competitività delle esportazioni americane, mantenendo al contempo l’economia fortemente ancorata alla valuta statunitense.
Nel contesto delle tensioni commerciali, Scott Bessent sta assumendo un ruolo di mediazione nelle trattative sui dazi, mentre l’accordo commerciale raggiunto in settimana tra Stati Uniti e Regno Unito sembra, in fin dei conti, avere come obiettivo strategico la Cina. Tale intesa tra i due Pesi, infatti, se la si legge tra le righe, mira a incidere sulla supply chain cinese destinata al mercato britannico, con possibili ripercussioni sulle dinamiche commerciali globali.
Quindi verrebbe, infine, da definire la Cina stessa come un vero e proprio “Sputnik moment” nei confronti del mondo ma soprattutto verso gli USA, confermandosi sempre più attore centrale nello scenario economico internazionale. Dopo le restrizioni sui semiconduttori e le recenti misure riguardanti l’intelligenza artificiale, il Paese continua a essere al centro delle strategie economiche e geopolitiche globali, con implicazioni di vasta portata per il commercio e la tecnologia.
SEGNALE INCROCIATO!Bellissimo questo segnale incrociato, in stile fratelli Derrick di Holly e Benji!!
Andando ad analizzare questa coppia, USDJPY, ed utlizzando solamente queste due indicatori che sono: l'HEINKIN ASHI WAPPO (ma io lo uso sulla candele "normali" e non su quelle heikin ashi) ed il MSB (Market Structure Break & Order Block) che li trovo semplicemente fantastici!
Al momento in cui mi è arrivato questo doppio segnale, dalla stessa parte e quindi LONG, molto spesso capita che i due indicatori non sono allineati tra di loro...ho deciso di entrare con una piccola size con uno stop stretto di circa 40pips ed un target messo sopra il massimo registrato il 2 maggio.
Il risultato, di questo trade, è quello che si vede...target ampiamente raggiunto e superato e man mano che questo saliva verso lo spazio ho modificato il mio stop alzandolo pian piano fino a farlo diventare uno stop profit che, per fortuna, non è mai arrivato!!
QUESTO è UN MERO COMMENTO AD UN'OPERAZIONE FATTA ED ESEGUITA DIETRO UNO STUDIO E OPERANDO CON CAPITALE PROPRIO E PRENDENDO IL GIUSTO RISCHIO, NON VUOLE ESSERE UN INVITO A FUTURI INVESTIMENTI.
I RISULTATI PASSATI NON SONO GARANZIA DI RISULTATI FUTURI!
Andata e Ritorno per Euro-Dollaro questa settimana Buonasera, settimana interessante su Euro-Dollaro che parte lunedì con la rottura della mini congestione di scorsa settimana, aggiorna i massimi di periodo nella prima seduta della settimana a 1,1572 per poi ripiegare velocemente fino a 1,1307 nella notte tra martedì e mercoledì e continuare a lateralizzare sopra 1,13 per tutta la restante parte di settimana.
Partiamo con il dire che la dashboard in basso a sinistra è abbastanza contrastata, non vede una netta predominanza di una valuta rispetto all'altra, nei timeframe minori il Dollaro si difende meglio, prevale la forza dell'Euro nei lunghi (dopotutto veniamo da una forte salita).
A livello volumetrico dobbiamo fare delle distinzioni:
- nel timeframe daily appare chiaro che l'impostazione è indiscutibilmente rialzista, dove siamo anche in presenza di una forte zona volumetrica tra l'area attuale fino a 1,1275, quindi la zona attuale consente una valida base per tentare dei long.
- nei timeframe minori (ad esempio H1) abbiamo una prima area di supporto a 1,134, prima di ritrovarsi nella ben più solida area già citata ad 1,1275; tuttavia anche sopra abbiamo delle piccole zone di resistenza come 1,139 prima, 1,143 poi ed eventualmente infine 1,154.
Valuterei dei pattern rialzisti in area 1,134 prima ed 1,13/1,1275 poi per aprire delle piccole posizioni long con target i livelli sopracitati.
La settimana entrante sarà piena di dati importanti (dati inflazione UE oltre ai NFP e la disoccupazione USA di venerdì) in grado di movimentare le quotazione del cambio, tenendo sempre presente che qualsiasi dichiarazione da parte del presidente Trump potrebbe influenzare pesantemente le quotazioni.
Punto della situazione sul DaxSiamo arrivati ad un punto importante per il Dax, infatti dopo un forte rimbalzo da area 19000, le quotazioni si sono riportate in area 21600, che per il momento sta facendo da tappo ad ulteriori rialzi.
In primo luogo, diciamo che prima di parlare di ripresa del trend rialzista vorrei vedere superata area 22.200, infatti anche superando 21.600 per ora io ragionerei in ottica di rimbalzo; secondo, per maggiore serenità operativa, in ottica di long di medio termine, mi piacerebbe veder tornare il VSTOOX sotto la zona psicologica dei 20, altrimenti le quotazioni resterebbero troppo nervose.
Ora invece ragioniamo lato short, un mancato superamento di area 21600 potrebbe riaprire la strada per i ribassisti ed eventualmente riportare le quotazioni in area 20500/450 prima, per poi eventualmente espandere in area 19500 ed infine allungare sino a 19000 dove è presente una valida zona supportiva.
Importante supporto rotto per il crude oil ma.....?Il supporto in area 65$ che durava e sosteneva il prezzo del crude oil da ormai 3 anni è stato rotto questo mese, solitamente un ribasso di questo tipo preannuncia un segnale di rallentamento della domanda e spesso anche una recessione in arrivo.
I forti ribassi sono iniziati il 2 Aprile con l'annuncio dei dazi da parte del presidente Trump; infatti in poche sedute i prezzi del crude oil sono passati dai 70$ dollari al barile, fino a scendere ai 55$ dollari, prima di tentare un rapido recupero, anche in scia alla pausa dei dazi annunciata dallo stesso presidente.
Ciò che è interessante valutare ora è il futuro movimento dei prezzi dell'oro nero, infatti un recupero, preferibilmente entro fine mese, della soglia 65$ dollari potrebbe comportare un annullamento del movimento ribassista in corso e rimettere tutto in discussione, al contrario a livello tecnico questo movimento di recupero potrebbe configurarsi come il più classico pullback dopo la rottura ribassista, con successivo ritest del livello, per poi riprendere la via della discesa verso obiettivi più bassi.
Inutile dire che molti di questi movimenti saranno alimentati dalle mosse e dalle dichiarazioni del presidente americano e, di conseguenza, dalle implicazioni economiche che queste avranno, tuttavia ritengo interessante monitorare ciò che avverrà nelle prossime settimane a ridosso del livello spartiacque a 65$.
Un rapido recupero potrebbe riportare i prezzi verso il livello dei 75$ (nel medio termine), al contrario una conferma del cedimento aprirebbe la strada verso ulteriori ribassi che avranno come target 51$ prima ed un secondo obiettivo di medio termine in area 40$.






















