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EUR/USD ore decisiveSi è verificato un triangolo tra la trend line di lungo termine ribassista e la trendline delle ultime settimane rialzista, che bisognerà attendere nelle prossime ore se romperà bullish o bearish. Con le pubblicazioni dei prossimi utili si potrebbe dare un volto al trend che ne conseguirà.
📈 ORO: ANALISI E TRADING!Per prepararci alla prossima operatività sull' Oro (anche in un'ottica di medio periodo) andiamo a considerare il time frame settimanale, sempre con la nostra metodologia di Price Action Naked, e notiamo che c'è un duplice scenario da poter prendere in considerazione uno di più breve periodo, sempre in ottica "weekly" e l'altro di più lungo termine. Il primo ci mostra un movimento di ribasso all'interno del canale discendente iniziato lo scorso mese di marzo, e che ha visto come minimo relativo la candela di due settimane fa in area 1.620$, a fronte del quale potremmo ricercare dei segnali in vendita nella zona superiore di questo canale e cioè in corrispondenza della resistenza intermedia 1.740$ con obiettivo di take profit in zona 1.550$. Il secondo scenario, di più lungo periodo, ci mostra invece una tendenza nettamente rialzista all'interno della quale il precedente canale short così come l'anteriore lateralità in vigore dal 2020 non rappresentano altro che una fase di pausa/correzione. In virtù di questo sarebbe quindi possibile andare a ricercare dei segnali di acquisto ma solo dopo il ritorno e la rottura rialzista della resistenza 1.800$ con nuovi segnali di trading anche nel giornaliero in modo da seguire il nuovo uptrend che si formerebbe fino al massimo storico 2050$. Attendiamo quindi sviluppi in termini di Price Action nei prossimi giorni.
Maurizio Orsini
EUR/USD SIAMO VERSO IL LONG?La formazione del pattern armonico nel grafico FX:EURUSD ci permette di capire grazie ai ritracciamenti di Fibonacci dove effettivamente ci troviamo.
Presumo che il livello 0.96474 potrebbe dar vita ad un rimbalzo molto importante per il cambio più tradato. Un primo possibile target potremo averlo in area 1.00000, dunque alla parità, un secondo target più nel lungo periodo verso area 1.03000.
[SHORT] GN è il tuo momentoNulla di più semplice.
Correlati su questi livelli abbiamo:
- Trendline ribassista multi year
- Livello psicologico 2.0000
- Fib. maggiore 786
È chiaro che qui il mio interesse si fa vivo, soprattuto visto il modo con la quale abbiamo raggiunto nuovamente questo livello.
Ora da qui, la mia operatività entra in focus sui timeframe inferiori per ricercare strutture di rischio valide per eseguire e gestire i miei posizionamenti.
La visione di mercato con la quale ho intenzione di entrare è su setup short che abbiano un livello di stop loss corto ed un rendimento che mi permetta di liquidare profitto parziale (sopra al 1:2) entro i 200 pips. L'obiettivo qui è di posizionarmi con più entry a rischio contenuto, portate a breakeven e parzializzate, per poi lasciar correre la rimanenza ed aprire trade di copertura long al raggiungimento dei punti più critici (di supporto o possibile supporto).
Il processo di analisi, di esecuzione e di gestione lo lascio a voi... in quanto il vostro trading è una vostra responsabilità! ;-)
Buon trading a tutti.
Il trading su CFD a margine comporta un rischio elevato.
Assicurati di comprendere a pieno i rischi.
Le idee pubblicate non vogliono essere consigli finanziari.
Possibile SHORT AUD/CHF sulla resistenza a 0.65Di seguito le confluenze per questo possibile trade:
-swing importanti precedenti, poco volume
- livello che cade sul ritracciamento del 50 di fibonacci weekly/daily
- MA200 H4
- livello 0.65 è una soglia psicologica
- il trend è ribassista e si sta muovendo molto bene
monitorare!
EUR AUD 4 ORE. Previsione SHORT !FX:EURAUD
Come possiamo vedere dagli indicatori ci troviamo in un momento dove la candela sta per incontrare una RESISTENZA molto importante.
Possiamo vedere che il livello di ATX è molto basso e il Plot del Wave Trend supera il +60.0000 (troviamo anche un RSI con valore sopra la media).
La mia previsione è un SHORT deciso.
EUR/USD possibile SHORT su livello 0.99, precedente resistenzaDi seguito le confluenze per questo possibile trade:
- swing precedente, poco volume
- MA200 H4
- MA 20 daily
- ritracciamento sul 50 fibonacci daily\weekly
- trend ribassista
- livello 99 psyco che in precedenza ha fatto da supporto per il prezzo
Monitorare!
Analisi EUR/USDCiao Traders,
Analizzando il grafico eur/usd in 4h , ho evidenziato,secondo i miei criteri,il supporto e la resistenza e come potrebbe continuare il trend ribassista in atto , così da poter studiare una strategia per entrare a mercato seguendo il trend in corso.
Ricordo sempre che le mie sono semplici analisi e non certezze,il mercato cambia ogni secondo, non bisogna mai entrare a mercato per semplici deduzioni o copiare altri, bisogna seguire la propria strategia e analizzare bene l’ingresso e l’uscita dal mercato.
Buon Trading a tutti
📈 Petrolio, obiettivo entrare nel canale short!Il grafico giornaliero del petrolio ci mostra ormai da alcuni mesi un bel movimento discendente che ha formato un chiaro canale ribassista dopo il "quasi" doppio massimo in area 125 di inizio giugno. La quotazione permane, praticamente stabilmente, al di sotto della EMA21 la quale è stata proprio in questo momento di nuovo raggiunta dalla quotazione nella mini fase di correzione tecnica. Proprio in questa zona dinamica, e a conferma del falso movimento di rialzo di ieri, sarebbe ideale riscontrare un segnale di Price Action short per entrare nella tendenza principale con primo target sul supporto 76 e, in un'ottica settimanale e di continuazione del canale, anche sul successivo e più importante livello di supporto 65.
Maurizio
EUR/USD in parità e poi a ribassoCi siamo, abbiamo concluso in profitto con un'analisi impeccabile con pattern ABCD con profitti sui massimi e minimi di tutti i target, ora mancano gli ultimi due step: ripresa dell'euro in zona di parità e conseguente dump con retest dei minimi a 0.95 per via dei dati macro economici molto sfavorevoli all'Europa.
LA MIA VISIONE SU USDCAD E SETTORE ENERGY: ANALISI INTERMARKETBuongiorno a tutti.
Il 23 settembre 2022 pubblicavo un’analisi dal titolo “EURUSD: il grafico guida da seguire per chi vuole speculare sul cambio valutario”, ai link:
•
Nella stessa andavo a creare uno spread, “ZQZ2022-IZ2022”. Esso aveva diverse funzioni:
• Utile per trovare dei punti di entrata ed uscita a mercato sul cambio EURUSD (all’interno dell’analisi spiego come)
• Utile per confermare la tendenza della stessa copia forex
• Utile per ricercare delle divergenze che successivamente si sarebbero potute ripercuotere su EURUSD
Nell’analisi di oggi proporrò numerosi grafici utili per chi vuole investire:
• Sul tasso di cambio USDCAD (Dollaro Americano/Dollaro Canadese)
• Sul settore energetico statunitense (ETF XLE)
Illustrerò i seguenti concetti:
• La correlazione tra dollaro canadese e petrolio
• Perché il dollaro canadese è considerata una valuta risk on?
• Analisi del ciclo economico nel quale ci ritroviamo
• La correlazione tra dollaro statunitense e aggressività della Federal Reserve
• Il dollaro USA come bene rifugio
• La mia visione di breve periodo sul cambio USDCAD
• Le correlazioni del settore energetico
• La mia visione di breve periodo sul settore energetico
Buona lettura.
LA CORRELAZIONE TRA DOLLARO CANADESE E PETROLIO
Una delle correlazioni intermarket più chiacchierate nell’incrocio tra mondo valutario e quello delle materie prime è senz’altro quella tra dollaro canadese (ticker 6C1!) e petrolio (ticker CL1!):
Il grafico settimanale mostra come la valuta e la materia prima siano legati da una correlazione positiva (all’apprezzarsi di uno, si rafforza l’altro), specialmente dal 2004 ai giorni nostri.
Il motivo è presto spiegato grazie alle informazioni datate 2021 reperibili nel sito ufficiale della Energy Information Administration (EIA,https://www.eia.gov/international/analysis/country/CAN), la principale agenzia del sistema statistico federale degli Stati Uniti responsabile della racconta, analisi e diffusione delle informazioni sull’energia (carbone, petrolio, natural gas, energie elettriche, rinnovabili e nucleari):
• Il Canada è un esportatore netto della maggior parte delle materie prime energetiche. Il Paese risulta il quarto produttore mondiale di petrolio. La grafica sottostante mostra come i livelli di produzione della stessa materia prima energetica siano aumentati negli ultimi anni
• Il 97% delle esportazioni di petrolio greggio del Canada sono state inviate negli Stati Uniti, il 2% in Europa, 0.2% nell’America centrale e del sud mentre il restante 0.2% in altri paesi
• Si stima che il 10% del PIL canadese sia dipendente proprio dall’esportazione del crude oil. Da questo dovrebbe convenire il fatto che lo stesso prodotto interno lordo sia correlato ai prezzi del petrolio; questo è visualizzabile a livello grafico? Vediamolo insieme, servendoci del future sul petrolio CL1! E CAGDP (Canada gross domestic product) messi a disposizione da Tradingview:
La correlazione diretta tra i due è lampante:
• Dal 2000 al 2008 il prezzo del petrolio aumentò da 26$ circa a 146$, con il contemporaneo aumento del PIL canadese da 674B a 1.52T
• Dal 2008 al 2009, complice la recessione indotta dai mutui sub-prime, il petrolio crollò perdendo oltre il 70% del suo valore; il CAGDP arrivò a valori di 1.38T
• La successiva ripresa economica (2009-2014) fece rialzare il crude oil che oscillò a valori superiori degli 80$, con aumento del PIL canadese a 1.84T
• Dal 2014 al 2016 la successiva caduta dell’oro nero accompagnò il ribasso del pil canadese che arrivò a valori di 1.51T
• La stessa situazione si ripete negli archi 2016-2019, recessione 2020 e successiva ripresa economica 2020-2021
È doveroso sottolineare come il prezzo della materia prima energetica sia un “leading indicator” per il GDP canadese. Per chi non lo sapesse, un leading indicator non è altro che un indicatore anticipatore in grado di “predire” l’evolversi di un particolare contesto economico (in questo caso, il CAGDP).
PERCHE’ IL DOLLARO CANADESE È CONSIDERATA UNA VALUTA RISK ON?
All’interno delle mie analisi faccio spesso dei riferimenti a due climi di mercato opposti tra loro:
• Il risk on, caratterizzato dall’appetito al rischio
• Il risk off, caratterizzato da una bassa (o nulla) propensione allo stesso
L’influenza di questi due particolari scenari non impatta solamente sui mercati azionari e obbligazionari, bensì anche sul mondo del forex. Il dollaro canadese, nella fattispecie, è considerato “risk on”, ossia tende ad essere acquistato e ad apprezzarsi quando gli investitori sono propensi a “rischiare”. Il motivo è spiegato dalle correlazioni che ora vi mostrerò.
• CORRELAZIONE TRA DOLLARO CANADESE E VIX
Uno degli strumenti prìncipi utilizzati per misurare l’umore sui mercati è senz’altro il VIX, l’indice di volatilità dell’S&P500, conosciuto come l’indice di “paura”; il motivo? I ribassi del benchmark azionario sono accompagnati da un contemporaneo apprezzamento del VIX stesso.
Correlando (a livello settimanale) l’indice con la currency è possibile osservare una correlazione inversa specialmente marcata dal 2008 al 2016 e dal 2018 ad oggi.
Da questo ne conviene che il dollaro canadese si apprezza in quei momenti nei quali la volatilità sull’S&P500 (e quindi la paura) tende a scendere, motivo per il quale può essere etichettata come “valuta risk on”.
• CORRELAZIONE TRA PETROLIO E INDICE DI RISCHIO XLY/XLP
Un altro motivo per il quale il CAD è considerata una valuta ad alto rischio è legato alla sua correlazione con il petrolio, osservata precedentemente. È vera l’affermazione secondo la quale anche la materia prima energetica ha carattere risk on? Dalla grafica in alto sembrerebbe di sì vista la sua correlazione positiva con l’indice di rischio XLY/XLP. Il motivo per il quale esiste quest’ultima correlazione è da ricercare nei cicli economici:
La seconda metà della fase 2, la 3, la 4 e la prima metà della fase 5 del ciclo economico sono da considerarsi risk on; all’interno delle stesse i settori ciclici, che beneficiano di uno slancio economico positivo, vanno a sovraperformare le aziende del settore dei beni di prima necessità, o difensivi. Da ciò cosa ne conviene?
• Nelle fasi “2.5”,3 ,4 e nella prima metà della 5 l’indice di rischio XLY/XLP tende ad avere carattere rialzista
All’interno dello stesso contesto economico il petrolio tende ad avere lo stesso tipo di carattere. Il motivo? Uno slancio economico positivo si traduce in un aumento di domanda da parte di imprese e consumatori e, basandosi il crude oil sulla legge della domanda e dell’offerta:
• Quanto più alta è la domanda, tanto più il prezzo del petrolio tenderà a mostrare carattere rialzista
Vista la correlazione tra il dollaro canadese e petrolio e tra petrolio e indice di rischio XLY/XLP, ne conviene che anche il CAD dimostrerà forza negli stessi contesti economici della materia prima e dell'indice di rischio, ossia in tutti quei momenti risk on del ciclo economico; spero di aver chiarito il concetto!
I MOTIVI PER IL QUALI IL DOLLARO CANADESE È RIBASSISTA
Qual è il motivo per il quale il CAD è ribassista? È senz’altro l’ambiente risk off che attanaglia i mercati e che si ripercuote in maniera diretta sul petrolio. Esso, a sua volta, ha intrapreso un trend ribassista da giugno 2022, scontando una minor domanda a causa di possibili recessioni che andrebbero a colpire varie parti del mondo. C’è un motivo ulteriore, come ho spiegato nel paragrafo precedente: la fase del ciclo economico! Infatti:
Ci ritroviamo ora all’interno della fase 6 del ciclo economico all’interno della quale le tre principali asset classes registrano cattive performance. Questo è confermato dal grafico successivo:
Azioni, obbligazioni e materie prime sono ribassiste!
LA CORRELAZIONE TRA DOLLARO STATUNITENSE E AGGRESSIVITA’ DELLA FED
Nella precedente analisi riguardante EURUSD spiegavo come il dollaro fosse strettamente dipendente dalla politica monetaria della Federal Reserve, con particolare riferimento alla sua aggressività. Questo è mostrato da due correlazioni:
• CORRELAZIONE TRA DOLLARO E FUTURE FEDERAL FUND SCADENZA DICEMBRE 2022
La correlazione inversa tra il dollaro americano e il future federal fund scadenza dicembre 2022 mostra come la stessa valuta sia dipendente dalle scelte di politica monetaria della Federal Reserve; infatti, quanto più il future segnava (a partire da marzo-maggio 2021) nuovi minimi, tanto più il dollaro si rafforzava.
• CORRELAZIONE TRA DOLLARO E RENDIMENTO DEL TITOLO DI STATO USA A 2 ANNI
La correlazione diretta tra la valuta e il rendimento del titolo di stato a 2 anni conferma ciò che ho espresso precedentemente. Il motivo? Il rendimento del titolo di stato a 2 anni è influenzato dalle decisioni di politica monetaria della FED; più nel particolare, alla sua aggressività è associato un rialzo del rendimento e viceversa, ad un suo atteggiamento più passivo, un rendimento in calo; dunque, il rialzo del dollaro in concomitanza al rialzo del rendimento indica come la valuta sia fortemente influenzata dalla Federal Reserve.
Se qualcuno avesse dubbi sul fatto che “US02Y” sia influenzato da Jerome Powell e dalla sua “organizzazione”, osservi la seguente grafica:
Fatte tutte le dovute considerazioni, qual è il catalizzatore che al momento sta influenzando il dollaro americano? Sicuramente la Federal Reserve! Ma anche…il VIX!
IL DOLLARO USA COME BENE RIFUGIO
Non è più una novità il fatto che il dollaro sia diventato, negli ultimi mesi, il miglior bene rifugio in circolazione. Questo è dimostrato dalla sua correlazione diretta con il VIX:
• Quanto più aumentano le incertezze e le paure da parte degli investitori, tanto più sale il VIX e, vista la correlazione positiva, tanto più si rafforza il dollaro, comportandosi dunque da bene rifugio.
CONCLUSIONI SU USDCAD: LA MIA VISIONE DI BREVE PERIODO
Ci tengo a specificare che, per breve periodo, intendo da qualche settimana a pochi mesi.
Osservato il fatto che il dollaro canadese:
• È correlato positivamente al petrolio e quest’ultimo è ribassista
• È correlato inversamente al VIX ed esso si mantiene dal 2022 al di sopra dei 20 punti (spartiacque tra l’alta e la bassa volatilità)
• È correlato positivamente all’indice di rischio XLY/XLP ed esso è ribassista:
• Non dovrebbe statisticamente restituire buone prestazioni visto il ciclo economico che stiamo attraversando
Osservato il fatto che il dollaro americano:
• È dipendente dalla politica monetaria della Federal Reserve e quest’ultima si sta dimostrando di mese in mese aggressiva
• Ha una correlazione positiva con il VIX
• Si sta comportando da bene rifugio
• Ha una correlazione inversa con l’indice di rischio XLY/XLP
Sperando di avervi trasmesso tutto ciò di cui ho discusso attraverso l’analisi intermarket, quale potrà mai essere la mia visione sul cambio USDCAD con un arco temporale di qualche settimana/pochi mesi?
• Long USD
• Short CAD
Da questo ne conviene il fatto che se volessi cercare delle opportunità su USDCAD, le cercherei in long e non in short!
LE CORRELAZIONI NEL SETTORE ENERGETICO
Per fornirvi una mia visione sul settore energetico statunitense andrò a sfruttare le correlazioni che ora vi mostrerò:
• LA CORRELAZIONE DIRETTA TRA XLE E PETROLIO
Il grafico settimanale mostra la forte correlazione positiva tra petrolio e settore energetico; cosa si può dedurre da ciò?
• Le aziende che appartengono al settore energetico sono fortemente dipendenti dal prezzo del crude oil
• LA CORRELAZIONE POSITIVA TRA SETTORE ENERGETICO E ASPETTATIVE DI INFLAZIONE A 10 ANNI
Esiste una correlazione positiva tra settore energetico e aspettative di inflazione; in particolare:
• Il settore energy tende ad avere buone performance quando le aspettative di inflazione aumentano
Il motivo è da ricercare all’interno delle fasi del ciclo economico, infatti:
Le aspettative di inflazione si innalzano durante le fasi di slancio economico, identificate dall’aumento di domanda di beni e servizi da parte di aziende e consumatori; nelle stesse fasi il petrolio, per i motivi spiegati nei paragrafi precedenti, tende ad avere delle buone performance.
Per cui:
Esiste una correlazione diretta tra settore energetico e aspettative di inflazione a 10 anni perché queste ultime si muovono in maniera diretta rispetto al petrolio, al quale, come abbiamo visto, il settore energetico è correlato positivamente. Infatti:
CONCLUSIONI SUL SETTORE ENERGETICO: LA MIA VISIONE DI BREVE PERIODO
La mia visione di breve periodo sul settore è short perché:
• Se il petrolio è ribassista e il settore energy è pesantemente correlato ad esso, non potrò avere una visione rialzista su quest’ultimo
• Le aspettative di inflazione a 10 anni sono ribassiste, influenzate in negativo dal pesante rialzo dei tassi di interesse che hanno proprio lo scopo di combattere il consumer price index:
Buon weekend, Matteo Farci
📈 Usd-Cad: anche un controtrend è stuzzichevole!Nel video di oggi vediamo una delle tendenze più belle del Forex ed in particolare dove trarre vantaggio da questo uptrend e (perchè no!) come eventualmente approfittare di un movimento contrario alla tendenza.
Non perdetevi il video di oggi con tutti gli spunti operativi sul Loonie!
Maurizio
Aggiornamento gbp audPerfetta! Forse ho chiuso un po' troppo presto .. ma va bene cosi'! Prima entrata di rito nella zona, seconda se testa il 75, cosa che non ha fatto.. ma va bene così.. questa è l'ultimo tp di settimane.. ovviamente non è tutto rosa e fiori, chiudo la settimana in largamente in profit con queste tre analisi, 2 stop (usd che e Nasdaq). a breve vi giro gi aggiornamenti di questa week.
EURUSD verso il target della simmetria ribassistaQuesta simmetria con relativo ribasso, l’ho segnalata il 15 Agosto, e come si può vedere dal grafico, il prezzo di eurusd batteva 1,027.
Da allora il trend ribassista ha iniziato a concretizzarsi in modo rapido e lineare.
Il target di arrivo è tra 0,85 e 0,90. Ipotizzava anche un prima fermata, con possibile rimbalzo, invece l’ha fatto un po’ più in alto, a 0,987$. Ha rimbalzato ma si è fermato presto alla resistenza, di 1,012.
Adesso sta scendendo deciso verso il target.
Dollaro verso i massimi del 2000Il dollaro, come evidenzia il grafico, sta andando verso i massimi degli anni 2000.
Fino a quel momento, ammesso che il livello possa fungere da resistenza, non cercherei alcuno short su questo asset.
Come ben sappiamo il mercato crypto, è fortemente collegato al dollaro.
Tenete bene a mente questo livello, una volta raggiunto PROBABILMENTE potremmo godere di un pò di respiro e cercare dei long.
I miei non sono consigli finanziari, andare a prendere una posizione long sul dollaro in questo momento è abbastanza pericoloso, come potrebbe esserlo mettere un sell limit al livello indicato.
Cercate sempre una conferma con dei volumi accettabili prima di prendere qualsiasi tipo di posizione.
Non possiamo escludere altri scenari, questo è (per il mio punto di vista) uno dei più probabili.
EUR/USD: LO SPREAD DA SEGUIRE PER CHI VUOLE SPECULARE Buongiorno a tutti.
Qual è il motivo per il quale il dollaro statunitense si palesa molto più forte rispetto all’euro dagli inizi di giugno 2021? Quale catalizzatore seguire per avere un indicatore oggettivo di “sentiment” sul tasso di cambio EURUSD? Questo è l’obiettivo dell’analisi: cercare di fornirvi un “grafico guida” che possa indirizzarvi qualora decideste di aprire operazioni a mercato sulla stessa copia forex.
Prima di trattare l’argomento riguardante il grafico guida cercherò di trasmettere i seguenti concetti:
• Il rapporto diretto tra tassi di interesse applicati dalla Federal Reserve e rendimenti dei titoli di stato americani
• Come i tassi di interesse rendono più attraenti i titoli di stato USA
• Il rapporto tra titoli di stato, U.S Dollar e tassi di interesse
• Lo spread tra i Federal Funds Futures scadenza dicembre 2022 e i Three Month Euribor Futures scadenza dicembre 2022
• Come ho utilizzato lo spread per speculare sul tasso di cambio
Buona lettura.
IL RAPPORTO DIRETTO TRA TASSI DI INTERESSE E RENDIMENTI DEI TITOLI DI STATO
All’interno della grafica potete osservare due linee di prezzo:
• Quella in nero rappresenta il livello dei tassi di interesse applicati dalla Federal Reserve dall’estate del 1971 ad oggi (ticker “USINTR”)
• Quella in rosso mostra i rendimenti del decennale americano (ticker “US10Y”)
Ogni qualvolta la FED ha innalzato i tassi di interesse (all’interno dei rettangoli di color azzurro) i rendimenti sui titoli di stato a 10 anni sono, di pari passo, aumentati. È anche vero il contrario (all’interno dei rettangoli di color verde): ai ribassi degli stessi il rendimento del decennale ha sofferto, creando degli impulsi ribassisti.
Il coefficiente di correlazione conferma ciò appena discusso: il rapporto tra i due si mantiene dagli anni ’80 in territorio diretto, salvo qualche breve picco in territorio inverso (ognuno dei quali indicato da dei rettangolini di color verde).
Che informazione chiave bisogna trarne? Che i tassi di interesse e i rendimenti del decennale americano hanno un rapporto diretto tra loro:
• All’apprezzarsi di uno corrisponde il rafforzamento dell’altro
Prendendo in considerazione il rendimento del titolo di stato a due anni (quello che più risponde a dinamiche riguardanti le politiche monetarie), possiamo osservare una correlazione ancora più forte:
I picchi di correlazione inversa che mostra il rapporto tra “US02Y” e i tassi di interesse hanno intensità notevolmente inferiore rispetto a quelli osservati nella grafica precedente. Il motivo è semplice: come ho scritto qualche riga fa, il rendimento del titolo di stato a due anni è più correlato alle decisioni di politica monetaria.
COME IL RIALZO DEI TASSI DI INTERESSE RENDONO PIU’ ATTRAENTI I TITOLI DI STATO AMERICANI
Un titolo di Stato è un titolo di debito emesso dal governo di una particolare Paese. Per quale motivo uno Stato emette queste particolari obbligazioni? Per finanziarsi.
Il meccanismo di funzionamento degli stessi è estremamente semplice ed intuitivo.
Acquistare un titolo di stato equivale a prestare del denaro al Paese emittente, che definiremo debitore; il creditore (ossia chi acquista il titolo di debito) guadagnerà attraverso degli interessi, riconosciuti sotto forma di cedola e successivamente, alla scadenza dell’obbligazione, si vedrà restituito l’intero ammontare di denaro prestato precedentemente; a titolo di esempio:
• Immaginiamo di acquistare un titolo di stato a 100$ con scadenza a 1 anno con tasso di interesse al 2%: il nostro guadagno, dopo un anno, sarà di 102$
Negli ultimi 13 anni abbiamo avuto archi temporali con tassi di interesse americani relativamente bassi:
Dal 16 dicembre 2008 al 30 novembre 2015 gli stessi rimanevano ancorati a 25 punti base in maniera tale da permettere un più facile accesso al credito (e quindi ai prestiti) con lo scopo di rafforzare l’economia che usciva dalla pesante crisi dei mutui-subprime. Nello stesso arco temporale, l’oscillazione del rendimento del decennale è stata di 2.65 punti percentuali.
Stessa situazione tra il 2020 e il 2022:
Dal 15 marzo 2020 al 28 febbraio 2022 i tassi di interesse presentavano un valore tradotto in 25 punti base (tanto bassi per permettere all’economia americana di riprendersi dopo la terribile pandemia che tutto il mondo ha vissuto); nello stesso arco temporale, il rendimento del decennale ha avuto un’escursione media di 1.38 punti percentuali.
Consideriamo ora archi temporali coincidenti con degli aumenti dei tassi:
Tra il 2015 e il 2019 essi vennero aumentati da 25 a 250 punti base.
I rendimenti del decennale oscillarono tra valori percentuali di 1.5 e 3.2, con oscillazione media del 2.37%.
Consideriamo ora il ciclo dei rialzi 2004-2006, quando essi passarono da 100 a 525 punti base:
In quei due anni il rendimento del decennale oscillò tra il 3.9% e il 5.2%, con oscillazione media intorno ai 4.5 punti percentuali.
Guardando ai giorni nostri? Da marzo 2022 al 21 settembre la Fed traduce la sua aggressività in un innalzamento dei tassi da 25 a 325 punti base:
In quei pochi mesi l’oscillazione media si è attestata a 2.65 punti percentuali.
Arriviamo ora al vero concetto da estrapolare da questo paragrafo: perché il rialzo dei tassi di interesse rende più attraenti i titoli di stato per gli investitori? Perché gli stessi, acquistando i titoli di debito a rendimenti più alti, guadagnerebbero di più dalle cedole!
Infatti:
• Acquistando titoli di stato dal 2008 al 2015 (quando i tassi stagnavano a 25 punti base) avrebbero guadagnato attraverso interessi di circa 2.65 punti percentuali
• Acquistando titoli di stato dal 2020 al 2022 (con tassi stagnanti a 25 punti base) avrebbero guadagnato attraverso cedole di circa 1.38 punti percentuali
• Durante il ciclo di rialzi da 25 a 250 punti base del 2015-2019 il guadagno medio si sarebbe attestato intorno al 2.37%
• Tra il 2004 e il 2006, prima della bolla immobiliare, gli interessi pagati sarebbero stati intorno a valori del 4.5% (con rialzi dai 100 ai 525 punti base)
• Da marzo 2022 al 21 settembre 2022 gli interessi medi pagati avrebbero sfiorato il 3%
È quindi scontato come i titoli di stato siano più convenienti quando forniscono interessi più elevati.
Tuttavia...attenzione!
Ho spesso espresso il concetto del “RISCHIO=RENDIMENTO”:
• Quanto maggiore è l’interesse o il rendimento riconosciuto su un’obbligazione, tanto più è grande il rischio al quale ci si espone acquistandola
Questa eguaglianza non vale se si parla di titoli di stato governativi americani. Il motivo?
Il Paese America presenta rating AAA, giudizio che indica la quasi totale impossibilità che la stessa nazione registri un default e non riesca a rispettare le obbligazioni con i creditori. Gli USA sono considerati talmente tanto stabili dal punto di vista creditizio tanto che i titoli di stato emessi dal tesoro, in particolare proprio il decennale preso in considerazione negli esempi, rappresentano un bene rifugio, ossia un asset che tende ad apprezzarsi durante momenti di crisi finanziarie/economiche/geopolitiche (come, ad esempio, l’oro).
L’eguaglianza “RISCHIO=RENDIMENTO” vale per tutte quelle obbligazioni che presentano rating inferiore alla “tripla A”, ossia per quelli emittenti che non garantiscono una credibilità finanziaria tanto forte quanto quella americana.
IL RAPPORTO TRA IL DOLLARO AMERICANO, TITOLI DI STATO E TASSI DI INTERESSE
È probabile che dagli inizi del 2022 sentiate o leggiate la frase:
“L’aumento dei tassi di interesse impatta positivamente su una valuta, rafforzandola”
Che significato ha questa frase? Provo a spiegarlo.
Abbiamo visto come il rialzo dei tassi di interesse impatti “positivamente” sui titoli di stato, aumentandone il relativo rendimento e rendendoli più appetibili; quanto più essi saranno attraenti, tanto la domanda degli investitori aumenterà; non parlo propriamente di investitori americani, bensì di investitori provenienti da ogni angolo del globo.
Dipingiamo ora uno scenario: immaginiamo che diversi investitori europei, inglesi e giapponesi vogliano acquistare titoli di stato del tesoro americano ad alti rendimenti; le loro valute di riferimento saranno l’euro, la sterlina britannica e lo yen giapponese, mentre la valuta di riferimento per i titoli di debito desiderati è senza dubbio il dollaro americano; questo cosa vuol dire? Gli stessi investitori dovranno cambiare le loro valute di riferimento (euro, yen e sterline) in dollari americani, in quanto le stesse obbligazioni sono commercializzate attraverso quest’ultima valuta. Questo a cosa equivale? Ad un aumento di domanda di valuta statunitense. Basandosi essa (anche) sulla legge della domanda e dell’offerta, quanto più essa viene richiesta, tanto più il suo valore, in linea teorica, dovrebbe incrementare.
Da ciò si può dedurre dunque che un aumento dei tassi di interesse impatti positivamente sui titoli di stato, apprezzandone i relativi rendimenti che, come conseguenza, andrebbero a valorizzare a loro volta il dollaro americano. Questo è vero? Proviamo a spiegarlo attraverso una grafica che metta in rapporto l’aumento degli interest rates con il US Dollar:
Ho utilizzato dei rettangoli di color azzurro per indicare tutti i cicli di rialzi dei tassi di interesse e le relative correlazioni con il dollaro.
La correlazione tra loro appare “mista”, ossia a tratti diretta e ad altri inversa; questo significa che è vero che i tassi di interesse impattano su una valuta, ma non sono l’unico “catalizzatore” da considerare, dal momento in cui la currency stessa risente dell’influenza di altri fattori, tra i quali, ad esempio, il suo ruolo di bene rifugio.
IL “GRAFICO GUIDA” DA SEGUIRE QUALORA SI VOLESSERO APRIRE POSIZIONI SUL CAMBIO EURO/DOLLARO
Quali sono i motivi per i quali il dollaro statunitense si palesa molto più forte rispetto all’euro dagli inizi di giugno 2021? A parer mio sono tre:
• Decisioni di politica monetaria
• Dollaro come bene rifugio
• Conflitto Russia-Ucraina
Per quanto riguarda il primo punto, possiamo affermare con certezza che la Federal Reserve sia sempre stata, nell’ultimo anno, più “aggressiva” della Banca Centrale Europea; ciò in cosa si è tradotto? In un aumento dei tassi di interesse più aggressivo in America (325 punti base) che in Europa (125 punti base).
Per quanto riguarda il secondo punto, è risaputo come il dollaro americano sia un bene rifugio, ossia un asset acquistato in momenti di turbolenza sui mercati; a conferma di questa ipotesi giunge in aiuto la correlazione diretta tra la stessa
valuta e il VIX:
Dall’estate del 2021 la valuta e l’indice di volatilità dell’S&P500 sono correlati positivamente, per cui:
• Al salire delle turbolenze, il dollaro si apprezza
Per quanto riguarda il terzo punto, è scontato che l’Europa sia più esposta al conflitto di quanto non lo sia l’America viste le diverse dipendenze dal gas, motivo per il quale è lecito aspettarsi una debolezza maggiore sull’euro rispetto al dollaro (dal momento che la forza espressa da una valuta è chiaramente dipendente dalla stabilità dello Stato che la emette).
Quando ho deciso di creare un grafico guida ho pensato essenzialmente a questi tre punti, in particolare:
“Come posso crearmi una guida che possa inglobare al suo interno questi tre “market movers”?
La risposta è stata:
Lo spread tra i Federal Funds Futures scadenza dicembre 2022 e i Three Month Euribor Futures scadenza dicembre 2022 (ZQZ2022-IZ2022)
I due futures appena citati sono contratti finanziari che rappresentano l’opinione del mercato su dove si troverà il tasso di interesse applicato dalla banca centrale al momento della scadenza del contratto (in questo caso, a dicembre). In particolare:
• Il tasso sui Fed Funds è il tasso sui prestiti interbancari overnight per le riserve in eccesso delle banche commerciali
• Il tasso di interesse Euribor a 3 mesi è l’interesse al quale le banche europee si prestano in maniera reciproca fondi in euro con scadenza a 3 mesi
Perché ho il parere che questi due futures abbiano inglobato i tre punti trattati precedentemente?
Sono dei futures e, come tali, è possibile specularci. Gli investitori che hanno mosso gli stessi contratti alla stessa scadenza a determinati valori (95.9 per i federal fund e 97.7 per gli euribor) avranno sicuramente tenuto conto delle diverse influenze che il mondo economico/finanziario/geopolitico ha nei riguardi dell’America e dell’Europa, ragion per cui:
• Nelle speculazioni sugli Euribor avranno sicuramente tenuto conto del conflitto Russia-Ucraina al quale si collega il relativo prezzo del gas europeo, della probabile pesante recessione che potrebbe avvolgere la stessa nazione e ciò, tradotto, si materializza in un prezzo del contratto scadenza dicembre 2022 a 97.7
• Nelle speculazioni sui Federal Funds avranno tenuto conto di altri fattori come, ad esempio, l’aggressività della FED, trascinando il prezzo del contratto scadenza dicembre 2022 a 95.9
È doveroso considerare un ulteriore aspetto: la libertà di rialzo dei tassi di interesse della Federal Reserve è ben più ampia rispetto a quella della Banca Centrale Europea. Il motivo è legato al fatto che, al momento, è più probabile una pesante recessione in Europa che non in America; se nutriste dei dubbi, pensate al fatto che l’America, al contrario dell’Europa, non sta combattendo una crisi energetica.
Esprimo questa considerazione per un semplice motivo: sappiamo che il rialzo dei tassi di interesse ha lo scopo di rallentare un’economia con la funziona di abbassare l’inflazione. Se è vero ciò, come potrebbe la BCE alzare in maniera pesante il costo del denaro dal momento in cui si potrebbe prospettare una pesante recessione? È improbabile lo faccia.
In cosa si traduce questo? In quello che stiamo vivendo da inizi 2022: tassi di interesse americani ben più alti rispetto a quelli Europei.
Nel terzo paragrafo dell’articolo spiegavo come il valore di una valuta è legata al tasso di interesse applicato dalla sua banca centrale di riferimento per la serie dei motivi che voi stessi avete osservato.
Se è vera questa informazione e se fosse vero il fatto che i futures mostrati inglobano all’interno di essi tutte le informazioni precedentemente descritte, uno spread tra questi ultimi potrebbe essere correlato al cambio Euro/Dollaro?
Direi di sì. La correlazione tra lo spread ed EURUSD è positiva, tranne qualche picco di correlazione negativa episodico.
Alcune informazioni sullo spread:
• Quanto più esso registra dei ribassi, tanto più il mercato sconta una FED più aggressiva rispetto alla BCE
• Quanto più esso registra dei rialzi, tanto più il mercato sconta una FED meno aggressiva rispetto alla BCE
• Lo spread ingloba al suo interno le aspettative sulle politiche monetarie americane ed europee, influenzate a loro volta dal conflitto Russia-Ucraina, dai livelli di inflazione e dalle probabilità di recessione
I primi due punti possono essere spiegati dalla grande correlazione diretta tra lo stesso spread e lo spread tra i rendimenti dei titoli di stato tedeschi a due anni e gli stessi americani alla stessa scadenza (DE02Y-US02Y):
Come spesso sottolineo, sono i titoli di stato a scadenza due anni che subiscono più di altri l'influenza delle politiche monetarie, infatti:
• Quanto più lo spread registra dei ribassi, tanto più il mercato sconta una FED più aggressiva della BCE, tanto più il rendimento del titolo di stato USA a 2 anni sovraperforma quello tedesco alla stessa scadenza
• Quanto più lo spread sale, tanto più il mercato sconta una BCE più aggressiva della FED, tanto più il rendimento del titolo di stato tedesco a 2 anni sovraperforma quello americano alla stessa scadenza
Lo spread potrebbe essere utilizzato per diversi scopi, tra i quali:
• Come conferma della tendenza del cambio Euro/Dollaro
• Per ricercare delle divergenze che potrebbero ripercuotersi successivamente sul cambio valutario
Cosa voglio intendere con questi ultimi due punti? Avendo capito ciò che lo spread ingloba al suo interno, è lecito pensare che se EURUSD dovesse continuare a rimanere correlato allo stesso, continuerebbe a seguire lo stesso “binario”; se dovessero iniziare a crearsi delle divergenze tra i due? A quel punto sarebbe lecito pensare che, a titolo di esempio, esista la possibilità che il cambio valutario stia iniziando a seguire nuovi “sentiment”, non più necessariamente legati alle diverse aggressività della FED e della BCE o legati a tutti i diversi punti trattati in precedenza.
COME HO UTILIZZATO LO SPREAD PER SPECULARE SUL TASSO DI CAMBIO
Arriviamo dunque all’ultimo paragrafo, dove descriverò passo passo una strategia di trading basata proprio sullo spread descritto, in cui ho impostato dal 2021 delle operazioni al ribasso sulla copia forex.
La stessa è simile ad una che avevo pubblicato sul Bitcoin, che potete trovare al link:
•
1. Ho selezionato lo spread "ZQZ2022-IZ2022" e ho applicato allo stesso due medie mobili:
• Una a 15 periodi (in blu)
• Una a 30 periodi (in verde)
2. Ho calcolato il coefficiente di correlazione tra lo spread ed EURUSD in maniera tale da intercettare i “momenti” di correlazione positiva tra i due. Essi iniziano il 3 marzo 2021:
Il passaggio della media veloce al di sotto di quella lenta (death cross) mi forniva il punto di entrata a mercato su EURUSD (in short); il successivo passaggio della media veloce al di sopra di quella lenta (golden cross) mi forniva il punto di chiusura della posizione precedentemente aperta.
Il mio obiettivo era quello di intercettare una forte tendenza al ribasso su EURUSD dal momento in cui la moneta statunitense avrebbe offerto tassi di interesse ben più alti di quelli che avrebbe offerto, da lì a qualche mese, l’euro. L’operazione potrebbe essere ricondotta ad una di “carry trade”:
Grazie per l’attenzione, Matteo Farci