Indice
Pianificazione per le prossime settimane - S&P500Gli ultimi giorni sono stati particolarmente significativi per il mercato azionario, con l'S&P che ha reagito in maniera particolarmente decisa agli annunci dei banchieri centrali, che continuano a mostrarsi particolarmente aggressivi nella lotta all'inflazione con la consapevolezza di dover determinare una situazione recessiva.
In particolare possiamo notare come l'indice abbia fallito la tenuta dell' EMA200 e la rottura della trendline ribassista, tuffandosi in un movimento di accelerazione al ribasso.
Tutto ciò determina dei segnali che è necessario cogliere.
L'impostazione dei movimenti mi costringe a tenere aperta, per la parte di portafoglio ETF a lungo periodo, una copertura con vendita allo scoperto dell'indice per immunizzarmi da un'ulteriore accelerazione ribassista. In questa maniera mi è possibile mantenere aperte le posizioni di portafoglio, coprendomi comunque dalle perdite grazie alla posizione Short sull'indice.
Per quanto riguarda la programmazione del trading intraday, i livelli individuati tramite i segmenti tratteggiati sembrerebbero essere abbastanza rilevanti, per cui la mia ricerca sarà prevalentemente per setup short.
Sarà importante seguire il movimento e capire se i minimi del 13 ottobre saranno violati al ribasso, dando ulteriore spunto al perdurare del mercato orso.
Per quanto riguarda l'attività di stock picking, resto ancora al palo, ma continuando a monitorare aziende che, malgrado tutto, esprimono numeri interessanti.
Indice tecnologico cinese in via di recupero? Forse...SI!Buongiorno a tutti. Nelle ultime settimane si è tanto parlato del mercato cinese, in particolare di quello tecnologico.
Sono tante le domande che si susseguono tra noi, tra le quali la più famosa :”è arrivato il momento di acquistare nuovamente i colossi tech cinesi”? Una risposta chiara e certa non esiste, tuttavia il mio processo prevede la creazione di alcuni indicatori che mi indichino quando, statisticamente, un mercato tende a performare bene.
Con questa analisi ho deciso di condividerne uno con voi, accompagnandovi con una spiegazione che spero sia chiara il più possibile. Detto questo, iniziamo!
L’IDEA CHE MI HA PORTATO ALLA CREAZIONE DELL’INDICE: COME HO SFRUTTATO LO SPREAD BTP-BUND
La mia idea è partita da un ragionamento “intermarket”: qualche giorno fa, come avrete letto, ho pubblicato un’analisi riguardante lo spread BTP-BUND, rimarcando il fatto che la stabilità dei Paesi Europei poteva essere stabilita mettendo in relazione (attraverso una differenza, o “spread”) i rendimenti dei decennali degli stessi Stati Europei al rendimento del Bund tedesco costituendo quest’ultimo un mezzo di paragone perfetto vista la forza e la stabilità dell’economia tedesca. Il concetto fondamentalmente è questo: un Paese è “stabile” quanto più questa sua “stabilità” si avvicina a quella tedesca.
Trovate l’articolo al link:
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Ogni qualvolta imparo ed assimilo un concetto provo a riapplicarlo in altri contesti; talvolta questo mio modo di pensare mi premia, facendomi ottenere dei risultati, mentre altre volte no; sono tuttavia molto appassionato della materia, ragion per la quale mi ostino nelle mie ricerche, e il concetto che sta alla base dello spread BTP-BUND mi ha fatto riflettere su un qualcosa:
“posso utilizzare questo concetto facendo una trasposizione dal mercato obbligazionario al mercato azionario?”
Ed ecco che è nata l’idea. Per crearmi un indice capace di indicarmi quando statisticamente il mercato azionario tecnologico cinese tende a performare bene, ho pensato di paragonare lo stesso all’indice tecnologico più forte e conosciuto del nostro pianeta; la scelta è ricaduta facilmente sul Nasdaq, indice tech americano composto da vari colossi quale Apple, Microsoft, Nvidia, Adobe e tanti altri.
Ricapitolando, ho pensato:” come è vero che paragono i rendimenti del BTP italiano a quelli del Bund (che è il riferimento) per capire se l’Italia è considerata stabile o no, posso allo stesso modo sostituire all’equazione l’indice tech cinese al posto del BTP e l’indice tech americano come riferimento al posto del Bund?
L’INDICE DI FORZA RELATIVO INVESCO CHINA TECHNOLOGY ETF (CQQQ)/TECHNOLOGY SELECT SECTOR SPDR FUND(XLK)
Ho creato un indice di forza relativo (e non uno spread, come nel caso del BTP-BUND) tra due etf:
• L’INVESCO CHINA TECHNOLOGY ETF, le quali prime 10 partecipazioni sono costituite da:
1. Alibaba
2. Tencent
3. Meituan
4. Amperex Tech
5. Baidu
6. Netease
7. Nio
8. Jd.com
9. Xiaomi
10. Yangtze Power
• Il TECHNOLOGY SELECT SECTOR SPDR FUND, le quali prime 10 partecipazioni sono rappresentate da:
1. Microsoft
2. Apple
3. Visa
4. Mastercard
5. Nvidia
6. Broadcom
7. Adobe
8. Accenture
9. Cisco
10. Salesforce
Se qualcuno si chiedesse come mai non abbia considerato direttamente il Nasdaq come riferimento tech americano, rispondo che ho preferito l’etf XLK in quanto ci opero molto spesso.
L’indice di forza relativo scaturito dai due etf:
*essendo CQQQ al numeratore e XLK al denominatore dell’indice di forza significa che quando quest’ultimo sale è il tech cinese a dimostrarsi il più “forte”; è vero il contrario a parti invertite
COME HO RAPPORTATO L’INDICE TECNOLOGICO CINESE ALL’INDICE DI FORZA
Creato l’indice, ho pensato :”quando l’indice di forza relativo si rafforza, denunciando una superiorità del tech cinese rispetto al riferimento americano, quali sono le reali performance dell’etf sul settore tech cinese CQQQ”?
Di conseguenza, metaforicamente parlando, ho pensato che quando il tech cinese sovraperformava quello americano, ossia l’indice di riferimento, era probabile che le stesse performance sul settore tech cinese fossero di rilevante importanza. Per capire se effettivamente potesse essere così, ho backtestato il tutto:
Come spiego all’interno delle tre grafiche condivise, ho operato in questo modo:
• Ho intercettato le tendenze rialziste nell’indice di forza dai minimi ai massimi successivi di ogni impulso e successivamente ho misurato le performance dell’indice tech cinese in quelle stesse aree, in valor percentuale
CONCLUSIONI
Paragonare l’indice tech cinese a quello americano così come si paragona il rendimento del BTP a quello del BUND si è rivelata una scelta azzeccata. Ogni qualvolta l’indice tech cinese si è dimostrato più forte rispetto al riferimento mondiale, le sue performance sono state degne di nota, testimoniate dalle grafiche con voi condivise.
La domanda che vi starete ponendo in questo momento è questa:
È iniziato un nuovo trend rialzista sull’indice di forza vista la tendenza ad un mese e mezzo positiva e visti i due minimi rialzisti consecutivi? Questo non posso saperlo. Quello che è certo è che è necessario conoscere bene il termine “tendenza” e tutti quegli strumenti che permettono di identificarne un suo inizio ed una sua fine.
Voi conoscete questi strumenti? Ditemelo nei commenti.
Buona giornata, Matteo Farci
SPREAD OBBLIGAZIONARIO AD ALTO RENDIMENTO: LA SUA IMPORTANZA Salve lettori! Prosegue la guida al mercato obbligazionario iniziata il 16 febbraio 2022. I temi trattati sono stati:
• Introduzione al mercato obbligazionario
• Move Index e le sue correlazioni
• Correlazione tra obbligazioni e dollaro americano in diversi scenari economici finanziari
• Correlazione tra mercato obbligazionario e mercato azionario
• Forza e debolezza di uno stato espresso dai ratings e dalle obbligazioni
• Indice di forza relativo capace di anticipare un segnale di recessione
• La correlazione tra obbligazioni e materie prime
• Obbligazioni societarie: investment grade e high yield
Spero di aver trattato i diversi argomenti in maniera chiara e semplice, in maniera da fornirvi una visione più semplice e chiara dei mercati finanziari (dopotutto, l’obiettivo primo è proprio questo).
In questa analisi mi concentrerò su un argomento riagganciandomi all’ultima analisi in cui trattavo le obbligazioni societarie: lo spread obbligazionario ad alto rendimento.
E’ un argomento che potrebbe creare qualche problema di comprensione, per cui cercherò di trattarlo in maniera semplice. Per qualsiasi dubbio, contattatemi pure.
Iniziamo!
COS’E’ UNO SPREAD OBBLIGAZIONARIO?
Come spesso ho spiegato, uno spread non è altro che una differenza; se si tratta di spread obbligazionario, sarà una differenza tra i rendimenti di due obbligazioni diverse tra loro; in particolare esse:
• Possono appartenere alla stessa classe dello stesso Paese emittente (esempio: titoli di stato del tesoro americano, come lo spread “US10Y-US02Y”)
• Possono appartenere alla stessa classe ma derivare da emittenti statali diversi (come ad esempio il famoso spread “btp-bund”)
• Possono appartenere a diversa classe, derivanti da emittenti diversi (obbligazioni statali e obbligazioni corporate).
Gli spread sono espressi in termini di punti percentuali o punti base.
SPREAD OBBLIGAZIONARIO AD ALTO RENDIMENTO: CHI IL MINUENDO E CHI IL SOTTRAENDO DELLA DIFFERENZA?
Uno spread obbligazionario ad alto rendimento è la differenza tra il rendimento di un’obbligazione ad alto (minuendo) e una a basso rendimento (sottraendo).
Per l’uguaglianza di cui parlo spesso “RISCHIO = RENDIMENTO”, sarà quindi il differenziale tra un’obbligazione rischiosa ed una meno rischiosa; infatti, tenete bene a mente:
• Più è alto il rischio che un emittente non riesca ad onorare il compito di debitore (più è alta la possibilità che un emittente non riesca a ripagare l’interesse dell’obbligazione) più il creditore (un investitore, ad esempio) richiederà un alto rendimento per essersi assunto tale rischio
• Più è alta la possibilità che l’emittente riesca a onorare l’obbligazione assunta, minore sarà il rendimento richiesto dal creditore.
Ricordo brevemente:
• Le obbligazioni ad alto rendimento sono quelle che tipicamente vengono definite “junk bonds” (obbligazioni spazzatura), ai quali emittenti appartengono ratings da BB+ a D (emittenti considerati “poco capaci” di rispettare i propri doveri di debitori)
• Le obbligazioni a basso rendimento sono quelle che vengono definite “investment grade”, ai quali emittenti appartengono ratings AAA fino ad arrivare a BBB- (emittenti considerati in linea generale “capaci” di rispettare le obbligazioni assunte)
Gli emittenti di obbligazioni high yield sono rappresentati tipicamente da società o da Paesi Emergenti, mentre quelli di obbligazioni investment grade da Paesi come Stati Uniti e Germania.
In questa analisi prenderò in considerazione lo spread tra obbligazioni high yield emesse da società americane e obbligazioni del tesoro americano.
RISK ON E RISK OFF
Nella precedente analisi che trovate qui su tradingview dal titolo "obbligazioni societarie: investment grade e high yield" elencavo alcuni etf che replicavano il movimento di obbligazioni high yield a diversa scadenza.
Questi erano l’ISHARES 0-5 YEAR HIGH YIELD CORPORATE BOND ETF (SHYG):
e l’ISHARES IBOXX $ HIGH YIELD CORPORATE BOND ETF (HYG):
Avevo giustificato le recenti discese dei due etf basandomi sul concetto di risk-off dei mercati: quando l’avversione al rischio da parte degli investitori è bassa, essi tipicamente ruotano i loro capitali da asset più rischiosi ad asset meno rischiosi; era quindi piuttosto normale che si sarebbe verificato un deflusso di capitali da questi etf replicanti movimenti di obbligazioni molto rischiose, non credete?
Questo è solo uno dei tantissimi modi per capire quale sia il sentiment del mercato. Un altro è quello di paragonare tra loro i rendimenti di obbligazioni con stessa scadenza appartenenti a diversa classe, emesse da diversi emittenti, con diverso rischio, attraverso uno spread.
E’ possibile costruirne uno prendendo in considerazione obbligazioni high yield societarie e obbligazioni investment grade emesse dal governo statunitense? Si. L’ICE BofA US High Yield
ICE BOFA US HIGH YIELD: LO SPREAD OBBLIGAZIONARIO AD ALTO RENDIMENTO
Lo spread ICE BofA US High Yield, con ticker “BAMLH0A0HYM2”, esprime il differenziale tra i rendimenti di obbligazioni high yield di società americane e i rendimenti del tesoro americano (con tutte le obbligazioni con scadenze superiori all’anno solare). Possiamo esprimere il segno “-“ della differenza come metro di paragone tra i due termini dello spread; molti di voi si chiederanno:
”che senso avrebbe paragonare i rendimenti obbligazionari societari con quelli dei titoli di stato”?
La spiegazione è da ricercare nell’affidabilità di debitore degli Stati Uniti: i suoi titoli di stato vengono considerati dal mercato come “esenti da ogni rischio” (avendo l’USA come rating AAA) vista la forza economica dello Stato e l’inesistente possibilità di default da parte sua; il rischio praticamente assente si riflette sui rendimenti che, per l’uguaglianza RISCHIO = RENDIMENTO, saranno bassi. Ciò fa degli stessi rendimenti un ottimo strumento di riferimento, in particolare come sottraendo dello spread.
Come minuendo dello spread vengono invece utilizzati gli high yield delle società americane che, in questo modo, vengono paragonati ai rendimenti dei titoli del tesoro:
• Se lo spread sale verso l’alto (ossia si “allarga”) significa che i rendimenti delle obbligazioni societarie stanno sovraperformando i rendimenti dei titoli di stato USA
• Se lo spread scende verso il basso (ossia si “contrae”) significa che i rendimenti delle obbligazioni societarie stanno sottoperformando i rendimenti dei titoli di stato USA
Come tutti sappiamo, il rendimento di un’obbligazione è correlato inversamente al suo prezzo, per cui:
• Se lo spread si allarga significa che c’è una maggior vendita di junk bonds societari rispetto alla vendita di titoli di stato USA. Ciò è da interpretare come una preferenza del mercato verso obbligazioni più sicure (US Treasury Bonds) rispetto a quelle high yield
• Se lo spread si restringe, significa che c’è una preferenza in acquisto di junk bonds rispetto a titoli di stato USA. Gli acquisti si concentrano più su strumenti ad alto rischio che su quelli a basso rischio (dal momento che il rendimento delle obbligazioni societarie scende maggiormente rispetto a quello delle obbligazioni statali)
Capire questi ultimi 4 punti è di fondamentale importanza, in quanto:
• Se il mercato si concentra su strumenti a più alto rischio rispetto ad altri a meno rischio, possiamo affermare il fatto di essere in clima di risk-on; graficamente, tale situazione viene rappresentata dal restringimento dello spread:
• Se il mercato si concentra su strumenti a più basso rischio rispetto ad altri a più alto rischio, possiamo affermare il fatto di essere in clima di risk-off; graficamente, tale situazione viene rappresentata dall’allargamento dello spread:
Per certificare queste mie ultime due affermazioni, correlo lo spread all’andamento dell’S&P500, utilizzando come etf l’SPX:
Osservate: ogni qualvolta il mercato preferisce acquistare junk bonds societari rispetto a titoli di stato, l’S&P500 tende ad avere ottime performance: il motivo è da ricercare nel clima risk-on, ossia quella particolare condizione in cui gli investitori si concentrano su asset finanziari rischiosi che offrono alti rendimenti. E in clima di risk off?
Quando l’avversione al rischio è bassa, gli investitori preferiscono concentrarsi su strumenti a più basso rischio (come titoli di stato) lasciando da parte strumenti ad alto rischio: è cosi che, in tale situazione, lo spread si allarga, con conseguenti discese più o meno brusche da parte del benchmark azionario (fatta eccezione per il periodo 1997-2000, in cui questo evento non si è verificato).
I grafici in cui correlo lo spread e il benchmark azionario sono utili per capire un qualcosa di necessario:
• Più lo spread si allarga raggiungendo percentuali sempre più alte, più l’avversione al rischio da parte degli operatori di mercato diminuisce
• Più lo spread si restringe raggiungendo percentuali sempre più basse, più l’avversione al rischio degli investitori aumenta
Per spiegare in maniera ancora più semplice questi ultimi due concetti mi servirò di una grafica in cui andrò a ricreare quattro situazioni di rischio diverse:
1. Grafico 1
Nel piano cartesiano rendimento (asse y) e tempo (asse x) ritroviamo i rendimenti dei titoli del tesoro (1%) e gli high yields dei junk bonds (4%). Lo spread, calcolato come differenza, è:
SPREAD AD ALTO RENDIMENTO = RENDIMENTO JUNK BONDS – RENDIMENTO TITOLI DI STATO
SPREAD AD ALTO RENDIMENTO = (4 – 2)% = 2%
Il grafico 1 riporta quella particolare condizione in cui gli operatori a mercato sono più avversi al rischio, in quanto lo spread è il più ristretto di tutti i quattro che vedremo
2. Grafico 2
In questo caso lo spread si allarga, raggiungendo valori del 3.6%, infatti:
SPREAD AD ALTO RENDIMENTO = RENDIMENTO JUNK BONDS – RENDIMENTO TITOLI DI STATO
SPREAD AD ALTO RENDIMENTO = (6 – 2.4)% = 3.6%
Con uno spread in aumento di 1.6 punti percentuali rispetto al caso precedente, il mercato inizia ad avere meno appetito al rischio
3. Grafico 3
Spread al 6.4%, in aumento di 4.4 punti percentuali rispetto al caso 1 e di 2.8 rispetto al caso 2. Allargandosi lo spread, l’appetito al rischio inizia a restringersi sempre di più
4. Grafico 4
Esso descrive la situazione tra le quattro diverse in cui gli operatori sono meno propensi a concentrarsi su strumenti ad alto rischio, visto lo spread a valori di 8 punti percentuali.
Spero di essere stato ancora più chiaro con questi ultimi 4 esempi.
ALCUNE CORRELAZIONI INTERMARKET
• CORRELAZIONE TRA SPREAD OBBLIGAZIONARIO AD ALTO RENDIMENTO E PIL POCO PRIMA E IMMEDIATAMENTE DOPO UNA RECESSIONE
Sapete quanto io reputi importante l’analisi intermarket e la correlazione tra le varie asset classes.
Ragionando sul fatto che il mondo obbligazionario è strettamente legato all’economia di un Paese, ho pensato che probabilmente potesse esistere una correlazione tra lo spread discusso in questa analisi e il pil statunitense; la forte correlazione è presto ritrovata intorno alle aree ombreggiate di color celeste, che indicano le recessioni americane dal 1997 ad oggi:
• Ogni qualvolta lo spread si è mosso al di sopra dei 9 punti percentuali (tutti i punti temporali sono stati cerchiati di rosso) siamo stati protagonisti di una recessione
• Aiutato da delle frecce di color nero e arancio, vi ho indicato come il dato macroeconomico e lo spread si correlino in maniera indiretta immediatamente prima e immediatamente dopo una recessione: osservate come ai crolli del prodotto interno lordo del 2000, 2008 e 2020 lo spread si sia mosso in maniera inversa, in particolare verso l’alto; al contrario, durante le successive riprese economiche, osservate il suo restringimento; perché ciò è accaduto?
Lo spread si è allargato durante i crolli economici in quanto, come ho detto prima, gli investitori in risk-off preferiscono strumenti meno rischiosi che più rischiosi; una massiccia vendita di obbligazioni high yield si riflette sui relativi rendimenti che “esplodono” verso l’alto, con effetto diretto sullo spread, che va ad allargarsi. Caso contrario per quanto riguarda le successive riprese economiche, in cui abbiamo assistito ad un restringimento visti gli acquisti di strumenti rischiosi ai danni di quelli meno rischiosi.
• CORRELAZIONE TRA SPREAD OBBLIGAZIONARIO AD ALTO RENDIMENTO E INDICE DI VOLATILITA’ DEL MERCATO AZIONARIO VIX
A metà analisi analizzavo la correlazione tra lo spread e l’S&P500, sottolineando come l’allargamento dello spread trascinasse al ribasso il benchmark e il suo restringimento lo riaccompagnasse al rialzo; la stessa correlazione appare molto più chiara correlando allo stesso spread il VIX, ossia l’”indice di paura” dell’S&P500. La correlazione tra i due appare diretta, per cui possiamo affermare che:
• Una preferenza di obbligazioni meno rischiose rispetto ad altre più rischiose coincide con un momento di incertezza e “paura” degli operatori: ciò si riflette sul VIX che in questo modo aumenta in valor percentuale, con la conseguente discesa del benchmark azionario
• Una preferenza di obbligazioni più rischiose rispetto ad altre meno rischiose coincide con un momento di “tranquillità” degli operatori: ciò si riflette in un ribasso del VIX con conseguente salita del benchmark
• CORRELAZIONE TRA SPREAD OBBLIGAZIONARIO AD ALTO RENDIMENTO E INDICE DI FORZA TRA SETTORE DEI BENI DI PRIMA NECESSITA’ E DEI BENI DISCREZIONALI
Possiamo ritrovare un’ulteriore correlazione diretta se paragoniamo lo stesso asset protagonista dell’analisi all’indice di forza relativa tra il settore dei beni di prima necessità e quello dei beni discrezionali:
Il motivo sta nella diversa natura dei due settori azionari:
• Quello dei beni di prima necessità ha natura difensiva e tipicamente sovraperforma quello dei beni discrezionali in momenti di risk-off, ossia quando si verifica l’allargamento dello spread. Al contrario, quello dei beni discrezionali, avendo natura ciclica (ossia essendo più dipende dal corso economico) ha la meglio in risk-on, ossia quando il rischio percepito dal mercato diminuisce, testimoniato dal restringimento dell’Ice BofA US High Yield
• CORRELAZIONE TRA SPREAD OBBLIGAZIONARIO AD ALTO RENDIMENTO E INDICE DI FORZA TRA ORO ED S&P500
Applicando gli stessi concetti espressi nella precedente correlazione, ritroviamo un’altra correlazione diretta, stavolta utilizzando come metro di paragone l’indice di forza tra oro ed S&P500:
Questa correlazione positiva nasce dal momento che l'oro, essendo un asset risk-off, va ad apprezzarsi all'allargamento dello spread obbligazionario, spingendo l'indice di forza al rialzo; contraria la situazione per l'S&P500 che, essendo un asset risk-on, va ad apprezzarsi invece al restringimento dello stesso spread, spingendo al ribasso l'indice di forza.
IL RAPPORTO TRA LO SPREAD OBBLIGAZIONARIO AD ALTO RENDIMENTO E LO SPREAD TRA I RENDIMENTI DEI TITOLI DI STATO DEL TESORO AMERICANO A 10 E 2 ANNI
Esiste un modo per anticipare l’allargamento dello spread obbligazionario con successiva recessione? Osservando la grafica che segue, sembrerebbe di si. E’ necessario utilizzare come metro di riferimento lo spread tra i rendimenti dei titoli di stato del tesoro americano a 10 e 2 anni. Perché?
La discesa dello spread US10Y-US02Y al di sotto dello 0% (ossia quando la curva dei rendimenti ha invertito) è stata sempre seguita dall’allargamento dell’ICE BofA US High Yield , culminata poi con periodi di recessione evidenziati nella grafica con dei rettangoli di color azzurro.
Si dimostra quindi utile il paragone tra i due spread, in quanto sembra che l’uno possa anticipare le successive mosse dell’altro.
L’analisi termina qua. E’ abbastanza lunga, ma volevo essere preciso in tutti i diversi paragrafi discussi.
Grazie per l’attenzione, Matteo Farci
S&P500 : La Price Action indica rialzi L'indice americano più importante mostra questo fine settimana una chiusura che chiama un possibile allungo nei prossimi giorni/settimane.
Abbiamo infatti avuto un chiaro sell off che ha toccato i minimi importanti a 4.300/4.100 poi recuperato formando una dinamica interessante in ottica di trading.
Come mi comporterò?
Cercherò delle conferme operative in linea con il metodo di lavoro su grafico daily soprattutto tra 4.220 e 4.450.
La struttura tecnica verrebbe a fallire solo con una chiusura sotto 4.100, livello ora davvero importante per il proseguo del trend di medio/lungo termine al rialzo.
Per oggi è tutto, vi auguro un buon trading SIMPLE!
Gann di Lungo Periodo su DaxIl #Dax sembrerebbe essere arrivato alla barra.. È l'ora di dire tutta la verità... il comportamento della 1/1 (linea della vita di #Gann) proveniente dal minimo mensile di fine 2014 dirà tante cose sul proseguimento del percorso... Chi vivrà vedrà.. Voi cosa ne pensate....?
S&P 500 vicinissimo ai massimi storici.. e adesso?I prezzi dell'S&P500 chiudono la settimana vicinissimi ai massimi storici registrati il 18 marzo 2021 a quota 3978,50.
Tale resistenza va osservata con attenzione perché diverse indicazioni operative potrebbero risultare da essa.
La candela del 25 marzo era un chiaro invito ad una ripresa delle quotazioni ed infatti il mercato accelera al rialzo chiudendo a 3964,75 nella sessione seguente.
Ora però ci si deve chiedere se il listino avrà ulteriore forza da far segnare un nuovo massimo o seguirà una fase di lateralità.
Dall'analisi del volume profile ad intervallo visibile si può osservare come da inizio anno ad oggi la value area sia compresa tra 3941 e 3799 con Poc a 3908,50 praticamente la base della candela di chiusura settimana.
Nelle precedenti occasioni le candele che hanno segnato nuovi massimi non hanno avuto enormi volumi, massimi arrotondati sono stati la caratteristica principale, elevata volatilità ed elevati volumi si sono registrati sempre nei movimenti di recupero dagli storni.
COT REPORT
I dati derivanti dalle posizioni della scorsa settimana di Commercial e Non Commercial sembrano più orientati ad una visione di vendita dello strumento finanziario, open interest in calo, ma massima attenzione perché i dati derivati dal CFTC sono sempre riferiti al martedì della settimana precedente e non rappresentano una scienza esatta del comportamento futuro dei prezzi
STAGIONALITA'
Il +47% di pattern long per I prossimi 10 giorni prendendo in esame gli utili 15 anni
LIVELLI
3978,50 resistenza massimo storico del 18 marzo 2021
3843,25 supporto minimo del 25 marzo 2021 candela rialzista
3720,50 supporto minimo del 4 marzo 2021
3656,50 supporto minimo del 1 febbraio 2021
Buon trading a tutti!!!
MARR: Mangiare dobbiamo comunqueSituazione tecnica simile a quella UCG pubblicata in precedenza. L'azienda del gruppo Cremonini è leader italiana della distribuzione alimentare, lo sta facendo ora e in particolare per la ristorazione che penso, finita la quarantena, sarà un settore in buona ripresa data la voglia di uscire che non mancherà di certo. Anche qui entro con mezza posizione con primo TP sul POC azzurro e SL sotto il minimo del 16 marzo.
Dax: Pin Bar in Area OffertaIl Dax tedesco si trova in una zona chiave di offerta 13.000/13.600 punti.
Nel grafico mensile troviamo una informazione di price action chiara: Pin Bar con falsa rottura dei massimi a 13.600.
Nelle prossime settimane cercherò di trovare delle conferme sui prezzi dal grafico settimanale al daily per shortare l'indice.
In questo modo andrei a migliorare il profilo di redditività del trade ma anche l'affidabilità del possibile deal.
Vi auguro un buon TRADING SIMPLE!
short indice DJ il prezzo è arrivato su 1resistenza già testata in passato non riuscendo a rompere ha rimbalzato e tornato giù andando a formare untriangolo assimetrico , vediamo sè all'apertura continuerà questa sua discesa ci aiuta anche l rsi puntato in giù può ess 1 ottimo investimento short , operazione dal R/R 1:1.9
SP500 il più forte, ma indecisoCon la chiusura di stasera l'SP500 si conferma l'indice dei mercati USA più forti.
L'ultimo ritracciamento si ferma al bordo superiore dell'area che avevo indicato, in oltre supportato da buone strutture di prezzo che corrispondono anche a livelli chiave quali media a 50 periodi e ichimoku.
Attualmente la visione è sicuramente rialzista, ha tenuto molto rispetto agli altri indici che hanno visto ritracciamenti importanti, e c'è sicuramente da aspettarsi belle sorprese nel prossimo movimento di rialzo in sinergia col resto del mercato, tenendo tuttavia in conto che il prossimo fine settimane si potrebbe assistere a un minimo ciclico di breve termine.
S&P500 resistenze molto vicine.S&P500 ha giocato molto sui massimi nelle ultime settimane, ma il grafico mostra un probabile H&S (testa e spalle) nel grafico weekly. Livelli chiave di questo periodo sono senza dubbio il 2930 come resistenza, ma anche il 2950 che andrebbe a creare un doppio massimo. L'idea attuale è quella di un possibile tracciamento finale fin zona 2930-2950 con la successiva ribalta verso zona 2750 - 2700. La rottura del 2870 - 2850 darà un'idea più chiara. La chiusura di aprile è stata positiva, infatti si attende ancora della crescita nei prossimi giorni. Aggiornamenti seguiranno nei prossimi giorni.
Ftse Mib: viva il nuovo!Di Fabio Pioli, trader professionista, fondatore di CFI Consulenza Finanziaria Indipendente
Ormai lo sapete anche voi: il mercato oscilla sempre.
Oscilla sempre tra supporti e resistenze e lateralizza nel 90% del tempo, di modo che per chi SPERA nel rimbalzo diventi difficile prenderlo.
Ecco che è da sette settimane che i prezzi hanno cessato di scendere e non salgono, oscillando all’ interno del laterale 18.500 – 19.500 circa ( Figura 1 ).
Fig 1. Future Ftse Mib 40 – Grafico settimanale.
In questo modo hanno permesso alle resistenze di abbassarsi, precisamente in area 20.000 punti le prime, da 20.500 circa che erano ( Figura 2 )
Fig 2. Future Ftse Mib 40 – Grafico settimanale.
e rendendo la vita molto difficile a chi abbia comprato facendo i conti senza l’ oste.
Cosa succederà infatti? Il mercato salirà da qui rendendo possibile un pareggio oppure rimarrà ancora in laterale facendo scendere ancora le resistenze e arrivando, nel suo picco, a prezzi ancora in perdita?
Sì perché è dopo che verrà il bello: dopo il rimbalzo vi sarà il nuovo movimento forte e chi ha comprato, in caso di partenza di un nuovo giovane e vigoroso movimento ribassista rischia di trovarsi con il cesto pieno di frutti maturi che non potranno far altro che andare a male.
Viceversa le resistenze potrebbero venire rotte al rialzo, dimostrando la partenza di un nuovo, giovane e vitale movimento rialzista.
In tal caso si entrerà long mentre nel primo caso si entrerà short.
Strumenti di analisi: supporti e resistenze statici e dinamici.
Ftsemib future: livelli chiave per la giornata di oggiRocambolesca seduta negativa per il Ftsemib future che “strappa” in apertura un ottimo allungo rialzista con destinazione con partenza 19.400 punti.
Purtroppo l'attacco dei compratori ha vita breve e un nuovo impulso ribassista travolge completamente il fronte acquirente, raggiungendo prima quota 19.200 punti, poi dopo solo un ora di di resistenza oltrepassa anche 19.030.
L'harami bottom disegnato in chiusura di settimana unito alla long black di oggi delineano dunque un fosco quadro tecnico, caratterizzato da potenziale tracollo dell'ultimo baluardo posizionato in prossimità 18.700, che aprirebbe scenari di avvitamento devastanti con obiettivi quota 18.420 subito e 18.170 in seguito.
Il doppio minimo crescente disegnato dai prezzi e visibile sul grafico orario, potrebbe lasciare qualche speranza di recuperare almeno i valori d’apertura di oggi oltre i 19.000 punti, ma sono necessarie ben altre estensioni rialziste per configurare una qualche parvenza di recupero.
Anche l'analisi dell indicatore di trend Cci conferma la solidità del canale ribassista evidenziando la probabile violazione attesa per domani del supporto sotto quota 18.500 punti.
Strategia intraday
Per le posizioni long : dopo la prima mezzora di contrattazione, collocare un ordine condizionato a ridosso della fascia di prezzo compresa tra 18.880 e 18.945, dopo eventuali fasi correttive in apertura, rischiando come stop loss massimo 80 punti e target oltre i 19.130 punti.
Il livello di rischio dell’operazione è alto in quanto la volatilità dei prezzi aumento le probabilità di esecuzione dello stop loss.
Per le posizioni short: collocare ordini pendenti a ridosso della resistenza di 19 240, con stop loss di massimo 100 punti e target 19.940 punti.
FtseMib: cosa sappiamo?LONG & SHORT
Fabio Pioli
In questi giorni il piccolo risparmiatore si sta accorgendo che il mercato ha regole oscillatorie.
Come è salito, in precedenza, adesso scende ( Figura 1 )
Figura 1. Future FtseMib40 – grafico settimanale.
Poi ci sarà, dopo la discesa, un rimbalzo, e dopo ancora si prenderà la direzione definitiva.
Sarà al rialzo oppure al ribasso?
Per adesso non lo sappiamo.
Sappiamo però dove sono le resistenze ( Figura 2 ) e sappiamo che c’è un gap (di solito i gap vengono chiusi) a 21.400 punti.
Figura 2. Future FtseMib40 – grafico giornaliero.
Quindi, ricapitolando, non sappiamo quando rimbalzerà, non sappiamo da dove rimbalzerà, non sappiamo fino a dove rimbalzerà (le resistenze si abbassano gradualmente con il tempo) ma sappiamo che rimbalzerà e sappiamo cosa fare quando rimbalzerà.
Si vedrà.
Ftse Mib: un cavallo irrequieto.Di Fabio Pioli, trader professionista, presidente dell’ Associazione Italiana Traders e Piccoli Risparmiatori e fondatore di CFI Consulenza Finanziaria Indipendente
Siamo alle prese con gli importanti supporti di 20.000 punti di future sull’ indice Ftse Mib 40.
E’ in arrivo una bella opportunità long oppure una bella opportunità short?
Di sicuro il mercato è come un cavallo irrequieto. Non può stare troppo tempo fermo: più sta fermo, più deve iniziare a correre.
Ormai questo laterale, dal quale il mercato scapperà, si mostra a due livelli.
Il primo è area 23.000 – 21.800 (no, non perché i prezzi sono a 20.000 vuol dire che si sia necessariamente usciti da tale laterale: è più difficile di così, ci sono anche le forme) di Figura 1 .
E’ un laterale che abbraccia gli ultimi mesi e che trova obiettivi e supporti proprio nell’ area di prezzi attuale, area 20.000.
Fig 1. Future Ftse Mib 40 – Grafico mensile.
Il secondo è un laterale ben più ampio. Va da area 24.000 a 15.000 da quasi 10 anni ( Figura 2 ).
Anche da questo si uscirà, l’ oscillazione sarà più ampia, i tempi più lunghi all’ inizio, più veloci alla fine.
Fig 2. Future Ftse Mib 40 – Grafico mensile.
Quindi i prezzi usciranno al galoppo al rialzo o al ribasso, probabilmente presto, prima dal laterale di Figura 1 .
Noi di CFI siamo pronti a prenderci questa corsa ma solo se risponderà ai requisiti di minor rischio e di tranquillità operativa che ci caratterizzano.
Lasciamo come al solito ognuno libero di fare qualcosa sulla paura o sull’ emotività, o con poche o deboli informazioni.
Strumenti di analisi: supporti e resistenze statici.
FTSE MIB: a passo di danzaLONG & SHORT
Fabio Pioli
1-2-3-4-5?
No, non sono passi di danza ma il numero dei movimenti che sembra avere fatto il mercato italiano (future sull’ indice Ftse Mib 40) dal massimo di 24.175 punti del 7 Maggio scorso al minimo di qualche giorno fa (esattamente il 2 Ottobre) di 20.140 punti ( Figura 1 ).
Figura 1. Future FtseMib40 – grafico settimanale.
Se ciò dovesse risultare vero (sappiamo che Elliott, a cui l’ analisi delle onde si rifà è un metodo di analisi e non di probabilità ed è quindi sempre vero ex-post, mai ex- ante) allora il ribasso sarebbe appena partito.
Figura 2. Future FtseMib40 – grafico settimanale.
Attenzione però ad agire in questa ipotesi senza segnale; l’ analisi tecnica non è probabilistica.
Ftse Mib: tac, la trappola del gatto morto a Piazza Affari.Di Fabio Pioli, trader professionista, presidente dell’ Associazione Italiana Traders e Piccoli Risparmiatori e fondatore di CFI Consulenza Finanziaria Indipendente
Quanto è accaduto la scorsa settimana è l’ emblema e la dimostrazione inconfutabile di quanto andiamo predicando con grande costanza da anni:
1) le notizie non influenzano le borse e non contano;
2) il risparmiatore perde perché è nella sua testa e non vede la realtà;
3) senza essere nella realtà non guadagni.
Andiamo per punti.
Punto 1: le notizie non contano: la settimana scorsa abbiamo scritto di aver un segnale di uscita dal nostro long. Un segnale di uscita è una manifestazione oggettiva che ti dice, parafrasando: “guarda che se non esci, io, mercato, ti posso fare del male”.
E così, ovviamente, abbiamo fatto. Come facevamo a sapere che poi il mercato sarebbe crollato? Semplicemente non lo sapevamo ma sapevamo, perché abbiamo avuto un segnale di uscita, che ciò sarebbe potuto avvenire. Prima non era possibile (probabile sarebbe la parola più consona); adesso era invece possibile. E infatti, essendo una possibilità, è avvenuto, perché il mercato non è semplice. Le notizie quindi, non centrano niente: il movimento era nuovamente una possibilità, la variazione negativa e il rischio erano già “nei prezzi”.
Punto 2: questo il risparmiatore non lo ha neanche capito. Chi è rimasto al rialzo (se avesse avuto i nostri segnali ovviamente non lo avrebbe fatto ma si sarebbe portato a casa il guadagno e avrebbe azzerato il rischio) non era al corrente che il crollo era probabile. Questi pochissimi che ancora pensano di guadagnare, non conoscono le probabilità. Avevano lo 0% di probabilità di guadagnare, ma non sapendolo non hanno provato paura, terrore, rispetto ma “sembrava” loro che il mercato “salisse”. Erano, paradossalmente, a loro agio prima del disastro finanziario.
Ora possono dare la colpa alla notizia della loro oggettiva ignoranza.
Punto 3: senza un metodo non puoi guadagnare. Noi e Goldman Sachs sapevamo di non avere probabilità di guadagnare se fossimo rimasti al rialzo; il piccolo risparmiatore di cui al punto 2 no. La scorsa volta abbiamo detto che questo si chiama “conoscere i numeri”. Ebbene ecco un altro numero: sapete quale probabilità ha un piccolo risparmiatore di fare 21 operazioni consecutive in utile (come abbiamo fatto noi nell’ operatività >70% su eur/usd (è solo un esempio))? Se avesse il 50% di fare operazioni in utile (percentuale sovrastimata perché spesso, anche se non lo sa, ha meno), avrebbe lo 0,00005% di probabilità.
La differenza tra chi guadagna in borsa e che prende i soldi dalle banche americane e quindi superiore come ordine di grandezza di decine di migliaia di volte rispetto al piccolo risparmiatore.
E ai gestori di fondi: c’è da stupirsi che più dell’ 80% di loro sia perdente rispetto al benchmark (Fonte: studio annuale S&P e Dow Jones come riportato da Il Corriere delle Sera, inserto “L’economia” del 6 novembre 2017)?
Non è così facile come pensano. Il risultato però è oggettivo: lo vedono concretamente sul loro portafoglio. Questa è la concreta e tangibile realtà.
Cosa centra il gatto morto nel titolo?
La configurazione cerchiata in Figura 1 si chiama “rimbalzo del gatto morto”.
Serve a dare l’ impressione che il mercato sia forte e serve dunque a tirare dentro in questo modo l’ investitore che non riconosce né la configurazione né le probabilità. Quindi egli rimane automaticamente al rialzo.
Fig 1. Future Ftse Mib 40 – Grafico giornaliero.
Dopo la trappola del gatto morto cosa succederà?
Il mercato ha battuto, se ci si fa caso, e di qui il nostro segnale di uscita, l’ utile e lo “scarico” del rischio di tutti i nostri utenti, su livelli di resistenza del trend ribassista (il trend quindi è ancora ribassista) ( Figura 2 ).
Fig 2. Future Ftse Mib 40 – Grafico settimanale.
e, come detto la scorsa settimana, ha fatto sino ad ora due onde di ribasso (la 1 e la 3 di Figura 3 ).
Cosa succederà? Farà anche la terza (onda 5) a rompere al ribasso i 20.000 punti di fib?
Fig 3. Future Ftse Mib 40 – Grafico settimanale.
Non lo sappiamo.
La borsa è molto più facile, come detto: l’ unica garanzia nostra e l’ unica grande certezza che da massima tranquillità è che faremo qualcosa solo quando avremo altissime probabilità a favore di successo nella prossima operazione.
E questo non ce l’ ha nessuno.
Strumenti di analisi: supporti e resistenze statici, analisi onde di Elliott.
FTSE MIB: le magnifiche sorti e progressiveFabio Pioli
Quali saranno le “magnifiche sorti e progressive” del mercato italiano?
Come si vede da Figura 1 , dopo essere stati in laterale 24.000 – 21.800 circa dal Luglio 2017 al Luglio 2018, i prezzi sono fuoriusciti al ribasso appoggiandosi ai 20.000 punti per poi rimbalzare.
Figura 1. Future FtseMib40 – grafico settimanale.
Adesso è proprio ad area 21.700 – 21.800 che bisogna guardare perché vengano decise le “magnifiche sorti e progressive” del mercato italiano al rialzo o al ribasso.
Se il verdetto sarà rialzo, si supereranno in un certo modo tali livelli ( Figura 2 ).
Figura 2. Future FtseMib40 – grafico settimanale.
Se il verdetto sarà ribasso, allora i prezzi verranno respinti, proprio come sta accadendo in questo momento e si scenderà ( Figura 3 ).
Figura 3. Future FtseMib40 – grafico settimanale.
Quel che sia, quel che non sia, mai fare niente senza avere prima un segnale.
Ftse Mib: non sappiamo dove va quindi guadagniamo.Di Fabio Pioli, trader professionista, presidente dell’ Associazione Italiana Traders e Piccoli Risparmiatori e fondatore di CFI Consulenza Finanziaria Indipendente
Molti ci hanno chiesto, dopo aver letto l’ articolo della scorsa settimana “Ftse Mib: in rimbalzo o in rialzo”, come facevamo a sapere che il mercato sarebbe salito.
Molto semplice: non lo sapevamo.
Molti altri ci hanno chiesto: “Ma come, aspettavate un ribasso e invece siete entrati al rialzo?”. Risposta nostra: “Certo: ci mancherebbe altro”.
Semplicemente, come avevamo scritto nell’ articolo stesso, “era giusto entrare al rialzo perché si era avuto un segnale”.
Noi non sappiamo dove va il mercato, e per questo guadagniamo, Come detto più volte, non sappiamo mai e non vogliamo assolutamente sapere (altrimenti saremmo il piccolo risparmiatore) dove andrà il mercato ma, di contro, sappiamo sempre che cosa fare. Ed è per questo anche che siamo così tranquilli. E siamo tranquilli che anche la prossima volta che avremo un segnale avremo più dell’ 80% di probabilità di guadagnare e quindi saremo ancora più tranquilli.
Alcune persone, sempre in numero più sparuto, fortuna per loro, fanno esattamente il contrario. Non sanno minimamente cosa fare ma non se ne rendono conto perché pensano di sapere dove andrà il mercato. Se lo stanno immaginando, Quello che pensano non è la realtà, è costantemente solo dentro la loro testa, ma essendo completamente all’ interno della testa non se ne rendono neanche conto.
Un esempio: ho sentito una persona, che esattamente il giorno in cui noi tutti di CFI, tutti i nostri numerosissimi utenti, siamo entrati long, da solo è entrato short.
Pensate il dramma: aveva più dell’ 80% di probabilità di perdere eppure lui pensava (in base a elaboratissimi pensieri e personali analisi tecniche) che il mercato sarebbe sceso. E la prossima volta il dramma si ripeterà, per lui, se non smette di operare, perché ancora entrerà in posizione senza sapere il da farsi ma avendo tantissimi pensieri non oggettivi. Le speranze facilmente si esauriranno insieme al conto in banca.
Ma ancora peggiore è il dramma di chi ha fatto esattamente il contrario ossia è entrato dalla nostra parte, ossia la rialzo, non su un segnale ma sulla base di intricatissimi personalissimi pensieri, magari di analisi tecnica o per lettura di articoli (come il nostro). Il dramma è che ha guadagnato. Avendo guadagnato, penserà di aver pensato bene e quindi nulla gli impedirà di rifarlo anche la prossima volta: entrerà nuovamente facendo gli stessi pensieri ed ottenendo gli stessi risultati: un’ operazione di cui non conoscerà niente ma immaginerà tanto. C’è da stupirsi se ha sempre perso in passato e ancora perderà costantemente?
C’è da avere paura perché, paradossalmente, la prima persona, perdendo subito, è più fortunata perché ci penserà bene prima di fare la prossima operazione a caso; la seconda è più sfortunata perché non ci penserà molto.
La verità è che la borsa non è semplice.
Queste persone dell’ esempio, una vera e una inventata, sono sempre meno e sempre più sparute in numero, per fortuna, perché in fondo lo sanno benissimo: ogni volta che fanno qualcosa rischiano di mettersi contro di noi che invece non facciamo MAI niente se non abbiamo almeno l’ 80% di probabilità di successo, quindi rischiano ogni volta di avere magari lo 0, magari il 10, magari il 15% di probabilità di vincere ma soprattutto, ogni volta che comprano o vendono un’ azione rischiano di mettersi contro colossi come Goldman Sachs che sono costantemente in posizione conoscendo precisamente al centesimo le loro probabilità di successo, come noi ma non come loro.
Infatti, tutte le possibilità di guadagnare costantemente sui mercati finanziari si riducono ad una cosa sola: un semplicissimo numero.
Se hai un numero guadagni, se non hai un numero perdi.
Chi non conosce il suo numero (per noi è superiore a 80), un numero che non deve essere frutto dell’ immaginazione ma che deve derivare dall’ averlo riscontrato su almeno minimo 500 operazioni (meglio se di più), non può riuscire a guadagnare, non può trarne un reddito aggiuntivo, né salvare il proprio capitale dalla batosta ma è destinato a perdere.
Pensate, vi do un altro numero, che deriva da uno studio annuale di Standard & Poor’s e Dow Jones (non certo le ultime società di elaborazione dati al mondo): l’83% dei fondi attivi, anche su un arco di tempo di 15 anni, fa peggio o ugualmente dei vari indici di riferimento azionari (Fonte: Il Corriere delle Sera, inserto “L’economia” del 6 novembre 2017).
Se i “professionisti” farebbero meglio a stare fermi perché, sulla base dei loro complicatissimi e informatissimi (spendono decine di migliaia di euro/dollari per essere costantemente aggiornati sulle notizie) calcoli e valutazioni mentali e pensieri perdono di vista cosa è fare trading, ossia confidare nella matematica, che speranza hanno i piccoli risparmiatori a stare nella propria testa?
La borsa è oggettiva e se non hai un numero, non hai i numeri.
Dopo aver detto le cose importanti, sarei tentato a non dare “appigli” di analisi tecnica ai pensieri perché in questo modo so che farò più male che bene.
Però, qualche informazione che possa almeno ridurre le probabilità di farsi male da soli forse può essere data
1) siamo arrivati agli obiettivi del ribasso (punto (1) in Figura 1 ) e
2) siamo rimbalzati (punto 3 in Figura 1 )
Fig 1. Future Ftse Mib 40 – Grafico settimanale.
3) le resistenze forti sono in area 21.600 – 21.800 ( Figura 2 );
4) i supporti forti sono in area 20.800 ( Figura 2 )
Fig 3. Future Ftse Mib 40 – Grafico settimanale.
5) ci prepariamo ad effettuare un long o uno short su tali livelli solo dietro indicazione di segnale.
State ben attenti a non fare niente se non avete un numero a supporto perché potreste trovarvi sia contro le probabilità sia contro Goldman Sachs.
C’è da avere ne paura.
Strumenti di analisi: supporti e resistenze statici.
FTSE MIB: il punto della situazioneLONG & SHORT
Fabio Pioli
La scorsa settimana avevamo scritto che le sorti del mercato italiano sarebbero dipese dal completamento o meno della terza onda di ribasso (quinta onda di Elliott, tecnicamente) del movimento che da 24.175 punti del future sul Ftse Mib misurati nel Maggio scorso ha portato ai minimi di 20.215 punti segnati fine Agosto.
Ecco che adesso, “magicamente”, ci troviamo proprio nel punto dal quale questa quinta onda può più facilmente partire o non partire ( Figura 1 ).
Figura 1. Future FtseMib40 – grafico settimanale.
nfatti, come dice il citato Elliott (la cui analisi, beninteso, NON è un metodo, quindi è sempre vera ex-post e mai e ex-ante), onda 4 non può andare oltre la fine di onda 1, ossia oltre i 21.335 punti, se guardiamo il grafico settimanale di Figura 1 .
Noi siamo pronti e liquidi, dopo essere usciti da un’ operazione long, a farci indicare quale sarà la direzione.
Figura 2. Future FtseMib40 – grafico settimanale.