Massa Monetaria, velocità e crescita della inflazioneUna breve premessa sugli aggregati di politica monetaria che si dividono in M0; M1; M2; M3. Su questi elementi lavorano le politiche monetarie delle Banche Centrali, principalmente influenzano la M1, gli altri tre per conseguenza..
M0 detta base monetaria (banconote e monete circolanti).
M1 (M0 + Conti correnti).
M2 = M1+ depositi con durata prestabilita fino a due anni, depositi rimborsabili con preavviso fino a tre mesi.
L'M2 è utilizzato come indicatore di possibili aumenti o cali dei livelli di inflazione.
I vari QE avevano ed hanno questo obiettivo, riattivare l’inflazione, ma senza l’aiuto delle politiche fiscali degli stati, la sola massa monetaria abbiamo visto che non basta.
La velocità di circolazione della moneta è la frequenza media con cui un’unità di moneta è spesa in uno specifico periodo di tempo. Tale concetto mette in relazione le dimensioni dell’attività economica con una data offerta di moneta. Nell’equazione dello scambio, la velocità della moneta, dato dall'aumento delle scambio di quella unità di moneta, che non deve restare ferma sui conti correnti per intenderci, è una delle variabili che determina l’inflazione.
Nel grafico abbiamo i dati del mercato USA e vediamo che la M2 è decollata negli ultimi anni, la borsa ha seguito pedissequamente la M2, mentre velocità di circolazione della moneta è scesa.
Ciò vuol dire che non c’è stata la reazione sperata da parte della inflazione, cosa ormai nota che abbiamo sentito più volte.
Questo schema grafico sarà da monitorare per vedere se avremmo delle indicazioni per l’aumento della inflazione, da più parti supposto oltre che auspicato.
Ricordo che alcuni elementi confermano questo trend, in primis il movimento delle commodities che in passato ho già analizzato.
La medesima situazione l’abbiamo sul mercato europeo ed ovviamente a cascata anche sull’Italia.
N.B: attenzione all’inflazione che in tanti vogliono. L’aumento dei prezzi a parità di reddito impoverisce i singoli, esaspera la perdita di Pil ed influisce negativamente sul costo del lavoro.