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S&P500 ancora presto per lo short, ma attenzione!L'indice S&P500 sembra iniziare ad accusare i massimi storici, ma finchè il supporto a 2416,5 terrà è rischiosissimo provare ad anticipare il mercato aprendo lo short. Per un'operazione del genere bisognerà quindi attendere la rottura al ribasso di tale supporto ed il consolidamento al di sotto di essa. Da monitorare anche indicatori e oscillatori per darci un'idea dell'importanza del ribasso (qualora avvenisse) ed il time frame di riferimento.
Analizzando il grafico giornaliero possiamo vedere come la media a 20 periodi sia molto vicina ai prezzi ed al supporto, quindi sarà la prima a saltare, più distante invece quella a 50, ma potenzialmente vicina in caso di ribasso.
Dall'analisi degli indicatori possiamo notare come l'indice sia in ipercomprato ormai da diversi giorni con il MACD che invece sembra vicino a filtrare il segnale short.
Attendiamo gli sviluppi in campo politico e Fed di questi giorni per vedere come reagiranno i prezzi.
AUTOGRILL - ritracciamentoIl titolo è in un trend rialzista ma è probabile un breve ritracciamento del prezzo in area 9.73, come primo obiettivo, dovuto alla presenza di due divergenze ribassiste con gli oscillatori CCI ed RSI.
Sarà da monitorare il prezzo in caso di breakout del primo supporto dinamico.
ORO MultidayLa trend line rossa (supporto dinamico) identifica il trend del cross, la trend line nera (resistenza dinamica) ci suggerisce una compressione che pian piano sta terminando. Le resistenze/supporti che ho tracciato mi stanno ad indicare che la prima è stata violata e il prossimo target utile sia a 1250. Tenendo in considerazione gli oscillatori/indicatori presenti sul grafico, non manifestano alcun movimento che faccia capire un eventuale rintracciamento.
Ecstasy of GoldNegli ultimi mesi il prezzo dell’oro è stato messo ripetutamente sotto pressione. L’adeguamento verso l’alto delle aspettative di inflazione misurate dal Forward Inflation Swap 5Y-5Y a seguito dell’esito delle elezioni americane ha portato ad un rialzo dei rendimenti dei Treasury indicizzati all’inflazione (cd. TIPS 10Y) e quindi dei tassi reali (tassi nominali - aspettative di inflazione), tradizionalmente inversamente correlati con l’oro (si veda nella sezione di sinistra del grafico l’andamento dei due asset su TF mensile nell’ultimo decennio, con coefficiente correlazione mediamente inferiore a -0,80). L’incremento della spesa pubblica per infrastrutture promesso dal Presidente Eletto causerebbe infatti un aumento del deficit e al tempo stesso maggiori consumi privati e quindi un aumento del costo della vita (che potrebbe addirittura sfociare in “iperinflazione” vista la massa di liquidità presente nel sistema). Tuttavia qualora le mosse della FED di rialzo del tasso nominale non saranno decise e tante quanto promesse nell’ultimo meeting (almeno 3), il dollaro potrebbe indebolirsi insieme ai tassi reali. La lentezza nell’implementazione delle politiche monetarie, l’incertezza sulla situazione geopolitica Europea con un 2017 pieno di appuntamenti elettorali nonché una probabile correzione dei mercati azionari, uniti alla stagionalità favorevole, potrebbero far salire in modo vertiginoso i prezzi dei metallo giallo di qui ed i prossimi 6 mesi.
Da un punto di vista tecnico (sezione destra del grafico settimanale dal 2015) si nota:
un supporto dinamico di lunghissimo periodo che transita in corrispondenza del 78% di ritracciamento del movimento di discesa da i top 2016 in area 1.115$ (LCS settimane di settembre ’15);
che gli oscillatori sono in ipervenduto da qualche settimana;
che i prezzi sono nella coda della distribuzione prezzi-volume e lontani dal punto di controllo in area 1.190$ dove in passato si sono manifestati compratori;
una candela settimanale che al momento ha le sembianze di una narrow range.
A mio avviso in quest’area potrebbe iniziare una fase di accumulo di qualche settimana. Target Long a 25 settimane 1.450$. Il breakout del lato superiore triangolo di congestione di lungo periodo (TL sui massimi decrescenti da i top storici del 2011) non rotto con il tentativo di luglio anno corrente, darebbe conferme in tal senso. Step intermedi in corrispondenza delle linee rosse (HCR = highest close of resistance).
DAX - Potenziale allungo verso gli 11.700Grafico su TF settimanale. Le linee in blue sono corrispondono alle chiusure mensili, mentre quelle in rosso alle chiusure settimanali. Sebbene la chiusura di ottava del future sia avvenuta sotto gli 11.400 (Round Number), i massimi e le chiusure di novembre 15 sono state violate.
Quindi, pur essendo gli oscillatori sul giornaliero (stoch , william r% e RSI) in ipercomprato e i prezzi a ridosso della TL inferiore del canale rialzista di lungo periodo (che al momento funge da resistenza dinamica), ipotizzo un allungo prima in area 11.650 - 11.700 e successivamente in area 11.900 - 12.000 entro la fine del 2016.
Conferme dell'allungo arriveranno durante il corso della prossima settimana con la tenuta in chiusura di 11.300
OIL .... NON OIL - I tagli avverranno come promesso?ERRONEAMENTE PUBBLICATA SUL PORTALE AMERICANO LA PUBBLICO ANCHE IN QUELLO ITALIANO
I prezzi del petrolio si attestano sui massimi da luglio 2015 e questo appena prima dell’implementazione dei tagli alla produzione che saranno applicati nel mese di gennaio 2017. L’ottimismo degli analisti (Human Contrarian Indicator) sembra sempre più diffuso e la convinzione che i prezzi saliranno ulteriormente si rispecchia nelle decisione dei gestori che riducono le Short Bets ai minimi da luglio 2014.
Nel frattempo però per la seconda settimana consecutiva le scorte aumentano e Trump ha tutta l’intenzione di mantenere la sua promessa di produrre molto di più per soddisfare il fabbisogno interno americano, senza tenere in considerazione il limite delle quote OPEC, pensate per evitare un surplus.
Per quanto mi riguarda non sono così convinto di un ulteriore allungo “tutto di un fiato” del WTI in area 60 $ senza fare prima un fisiologico ritracciamento, complice la stagionalità gennaio marzo degli ultimi 24 anni.
Da un punto di vista tecnico direi che se domani il WTI riuscisse a chiudere l’ottava al di sotto della HCR di febbraio 2015 in area 52,5 la candela rappresenterebbe una conferma dopo il setup e la signature delle ultime due settimane e lo short potrebbe trovare un senso, con primo target 50,50. Entro un mese un ritorno sulla mediana del canale rialzista in area 48 $ dove transita EMA 21 sembra essere una t r a le ipotesi più accreditate.
Ciò a maggior ragione se teniamo conto che i prezzi si trovano sulla VAH (Value Area High) dal 2015 e gli oscillatori sul daily presentano divergenze ribassiste.
RONALD E DONALD: Destini incrociatiSono state proposte molte similitudini f r a Donald e Ronald da Tampico. Ma la situazione del 2017 è ben diversa da quella esistente nel 1981. Allora Reagan aveva ereditato un’economia anemica con un tasso di inflazione prossimo al 15%. Il suo cavallo di battaglia fu l’ Economic Recovery Tax Act , una legge che prevedeva ampi tagli alle imposte, entrate inferiori per lo Stato e una riduzione della spesa pubblica previdenziale. Di conseguenza, i rendimenti sui Treasury salirono ai massimi di sempre. A quei tempi, il rapporto debito/PIL era di appena il 30%, un livello molto distante dal quasi 100% che Trump sta ereditando oggi.
In sostanza Trump non dispone del margine di cui godeva Reagan per procedere con la Trumpeconomics. La sua proposta di incrementare lo stimolo fiscale e la spesa pubblica per infrastrutture si annuncia sì inflazionistica, ma poco sostenibile sul piano dei conti pubblici.
Dall'altra parte la FED anche sulla base di queste aspettative ha annunciato 3 aumenti dei tassi nel 2017.
La peggior situazione per gli americani sarebbe quella in cui l'inflazione non sale come previsto ma Janet Louise procede con la stretta monetaria. La grande massa di debito pubblico e privato (famiglie e aziende) non si svaluterebbe in termini reali ma d'altro canto la spesa in conto interessi lieviterebbe, deprimendo i conti economici aziendali e i consumi. Situazione che gli USA non possono permettersi.
Per questo credo che il tasso sul decennale americano sia destinato a scendere, la FED a non mantenere del tutto le promesse e il derivato sul T NOTE 10Y a ritornare nel breve in area 127 (punto di controllo) - 129, a maggior ragione se la chiusura della candela mensile avvenisse sopra 124 , "round number", 38% di ritracciamento del trend rialzista di lungo periodo decennale, livello chiave sul quale sono allineati i minimi e gli LCS (lowest close of support) mensili registrati t r a il 2013 e il 2015, minimo dell'area di valore dal 2007. Inutile dirlo per la valenza che hanno, gli oscillatori sono in ipervenduto da oltre un mese.
EUR YEN - Fine del carry trade?Leggendo i recenti verbali della BoJ sembra probabile che nel corso del 2017 Kuroda attui un moderato "tapering", dovuto alla scarsità di titoli di Stato da comprare. Gli acquisti intorno a 80.000 miliardi di yen all’anno, parte del pacchetto attuale, ammontano infatti a più del doppio delle emissioni nette. Tale decisione potrebbe avere come effetto la chiusura delle posizioni in "carry trade" con conseguente discesa dei mercati azionari.
Da un punto di vista tecnico il grafico settimanale evidenzia:
un movimento rialzista di 8 barre settimanali presumibilmente a fine corsa. Trattasi di una stagionalità tipica dell'ultimo trimestre di anno. Movimenti simili sono avvenuti nel 2013 e nel 2014 a sostengo del Santa Claus Rally;
una congestione del cross in area 122,60 - 123,50;
oscillatori sono ipercomprato;
su tf4H la formazione di un possibile testa spalle ribassista.
Tuttavia poiché siamo vicini al 50% di ritracciamento di un'ipotetica onda 3 impulsiva non escludo che l'avidità del mercato spinga il cross fino a 125. Pertanto attenderei chiusure sul settimanale al di sotto di 120,66 per entrare short con primo target in area 116,8.
Sul medio lungo periodo credo che lo YEN debba ancora rafforzarsi contro le altre valute. Ciò corrisponderebbe al completamento del ciclo ribassista partito nel dicembre 2014. L'onda 5 potrebbe avere come target area 104,50.
STOXX BANK 600, croce e delizia del MIBTutti sappiamo quanto le sorti dell'indice domestico siano legate all'andamento ed al momentum del settore bancario. Pertanto in ottica intermarket vale la pena soffermarci sul quadro tecnico del future sulle 600 principali banche europee.
Il Grafico su TF settimanale dal 2015 evidenzia:
un primo tocco short in area 176 (per il quale abbiamo già avuto una conferma con la chiusura della candela della scorsa ottava) corrispondente a dei livelli di prezzo sul quale in passato si sono alternati ed allineati supporti e resistenze, minimi e massimi;
che è stata totalmente azzerata la performance negativa registrata in corso di anno;
che siamo in prossimità della VAH (Value Area High) degli ultimi 2 anni sulla quale in passato si manifestati picchi di volume con più venditori che compratorI;
che ci troviamo sul 50% di ritracciamento del movimento da i massimi 2015 e piuttosto distanti dal POC posto in area 145;
inutile dirlo ma che gli oscillatori si trovano ormai da qualche settimana in ipercomprato.
Come per EUROSTOXX l'AT (e direi anche l'analisi fondamentale legata agli eventi che nelle prossime sedute potrebbero provocare turbolenze sul settore) fanno pensare alla fine o almeno all'esaurimento del trend che ha caratterizzato gli ultimi due mesi.
Primo Target SHORT 159.
BUND - Probabile ripresa del trend di medio lungoBUND 10Y, grafico su TF settimanale, linee in blue corrispondenti alle chiusure mensili. L'impostazione di medio lungo periodo (al di là delle prese di beneficio post 8 settembre) rimane saldamente rialzista. La tenuta del canale fornisce conferme in tal senso. Oscillatori in iper venduto e chiusure sul mensile sopra area 160,25 - 160,90 mi spingono ad ipotizzare uno scenario rialzista per i primi mesi 2017, con ritest di area 166,20. I flussi in acquisto sul Bund (ed in generale sui govies AAA) potrebbero essere compensati da altrettante vendite su Azionario Europa.
FTSE MIB - SIAMO "AL FRONTE"Grafico su TF settimanale. Le linee in blue sono i livelli corrispondenti alle chiusure mensili.
Il livello con il quale "sta giocando" adesso il MIB è di particolare importanza in quanto in prossimità con un "big round number" ovvero 19.000
Gli oscillatori sul giornaliero (stoch, william r% e RSI) sono abbondantemente in iper. C'è stato un primo tocco "short" nel finale di ottava con chiusura sotto livello .
Le ipotesi per la prossima settimana sono due:
- inizio dell'allungo per area 21.300. In questo caso è necessaria una chiusura della prossima ottava sopra i 19.090 con break out della TL superiore del canale ribassista di medio periodo proveniente dai massimi di luglio 2015;
- pullback con primo target in area 18.600. Scenario molto più probabile visto il setup ribassista che si è venuto a creare venerdì in TF 4H sul FIB scadenza marzo '17.
E' evidente che il mancato BO del canale comprometterebbe la prosecuzione del momentum rialzista con la possibilità di rivedere l'indice entro il primo semestre del 2017 sulla TL inferiore del canale.
D'altro canto salite "violente" simili a quella attuale, si sono già verificate nel passato recente, in particolare nei i primi 4 mesi del 2015, che hanno visto il MIB segnare 10 candele verdi consecutive.
Il futuro dell'indice italiano è tutt'altro che scontato e di fronte ad un bivio.
AUDJPY downtrend terminato?AudJpy credo che continuera' a salire...i volumi mi confermano questa mia visione e quindi, i prossimi eventuali ingressi short devono essere fatti in prossimita' dei livelli specificati con i cerchi che corrispondono ad importanti livelli di resistenza sia dinamica che statica. Aggiungo inoltre che gli oscillatori mi danno divergenze rialziste, quindi il mio target finale lo posiziono in area 84.50
Analisi ciclica sull’indice S&P 500A sinistra, su timeframe 2 ore, vediamo lo sviluppo del ciclo trimestrale dell’indice future S&P 500. Il ciclo è iniziato sul minimo del primo agosto a 6250 punti circa. Il primo sotto-ciclo mensile è stato abbastanza neutrale e si è concluso all’inizio di settembre attorno ai 6375 punti (freccia grigia). Ne è seguito un forte impulso rialzista che ha portato all’inizio di ottobre a dei massimi superiori ai 6800 dollari. Il successivo minimo in area 6550, prodotto dalla violenta correzione del 10 ottobre, anche se in anticipo sui tempi, potrebbe costituire l’inizio di un nuovo ciclo trimestrale. I prezzi infatti, dopo una prima settimana interlocutoria tra il 13 e il 22 ottobre, sono ripartiti al rialzo con buona forza. L’incrocio del price oscillator con la sua signal line (freccia arancione in basso) sembrerebbe confermare questa ipotesi di inizio di un nuovo ciclo.
Nel grafico a destra, con timeframe 15 minuti, vediamo lo sviluppo dell’ultimo ciclo settimanale, iniziato il 22 ottobre (freccia gialla) e che potrebbe essersi concluso nella giornata di venerdì 31 ottobre.
Se lo scenario delineato fosse confermato, potremmo assistere a una prima parte del mese di novembre caratterizzata da nuovi rialzi. L’alternativa, che per ora sembra meno probabile, prevede un allungamento del ciclo trimestrale fino alla metà di novembre, con minimi ciclici che a quel punto potrebbero essere attorno ai 6500 punti già toccati il 10 ottobre.
Indicatori utilizzati
- Fascio di medie mobili, settate con tempi ciclici
- Price oscillator, settato con tempi ciclici
Analisi ciclica sull'indice S&P 500A sinistra, su timeframe orario, vediamo il ciclo mensile dell’indice future S&P 500. Il ciclo è iniziato sul minimo del 2 settembre a 6395 punti e ha mostrato grande forza fino al 23 settembre, con le medie mobili più brevi costantemente al di sopra di quella di riferimento, color ciano. Ha quindi trovato un minimo di un certo rilievo il 25 settembre a 6651 punti. I tempi sono ora maturi per l’inizio di un nuovo ciclo mensile e l’incrocio del price oscillator con la sua signal line potrebbe essere una conferma che un nuovo ciclo è già iniziato.
A destra, su timeframe 15 minuti, vediamo in dettaglio i cicli settimanali. Sul minimo del 25 settembre è sicuramente partito un ciclo settimanale. Qui possiamo fare due ipotesi. O il minimo del primo ottobre a 6698 punti (cerchiato in arancione) corrisponde alla partenza di un nuovo ciclo settimanale e contemporaneamente all’inizio di un nuovo ciclo mensile. Oppure si potrebbe trattare solo di un minimo centrale e il ciclo settimanale dovrebbe trovare la sua conclusione entro l’inizio della prossima settimana; in questo secondo caso sarebbe da posticipare anche l’inizio del ciclo mensile, con l’indice potrebbe tornare in area 6680-7000 per poi ripartire.
In entrambi gli scenari, coerentemente con lo sviluppo di un ciclo mensile laterale-rialzista, ci si può comunque aspettare forza sull'indice almeno fino alla metà del mese di ottobre, con l'aggiornamento di nuovi massimi assoluti.
Indicatori utilizzati:
- Fascio di medie mobili, settate con tempi ciclici: aiutano a capire la forza del ciclo in esame.
- Price oscillator, settato con tempi ciclici: serve a confermare l’inizio e la fine di un ciclo.
GLMRUSDT new bullish trend? GLMR, after having overcome the bullish flag, rose near the resistance at 0,4800. Will the resistance broken for a new bullish run? The short term indicators and oscillators set positively. Above 0,4800 we have a strong bullish signal with target at 0,56 and 0,6200. For the long term the chart the graph seems to show a long cumulative phase.
Only the market is always right!
Tech in bilico: Nasdaq tra consolidamento e breakout imminentePanoramica finanziaria del NASDAQ
Il NASDAQ conferma il proprio ruolo di barometro dell’innovazione globale e dell’appetito per il rischio sull’azionario USA, alimentato da flussi istituzionali e forti movimenti nel comparto tecnologico.
A novembre 2025, l’indice si colloca in una fase strategica di consolidamento, immersa in un contesto macro-denso di incognite tra politiche monetarie restrittive, revisione delle prospettive di crescita e volatilità elevata sulle maggiori piazze mondiali.
Dopo i “new highs” di periodo, l’indice sta mostrando segnali di pausa e riassestamento, con l’attenzione dei trader rivolta ai livelli chiave di supporto e resistenza, e ai movimenti degli operatori istituzionali.
Il sentiment resta costruttivo: la permanenza sopra la media mobile a 50 periodi e l’incanalamento dei prezzi lungo la regressione lineare di medio termine sono segnali tecnici che mantengono la struttura rialzista, pur in presenza di un RSI che oscilla su valori di neutralità (zona 49), a testimoniare una condizione di mercato in equilibrio precario, pronto a reagire a nuovi impulsi macro o micro-settoriali.
Asset tecnologico sotto i riflettori
Negli ultimi sei mesi, l’indice Nasdaq ha vissuto una progressione costante con un trend rialzista solido, complice l’euforia legata a trimestrali tech e le prospettive di una nuova stagione di investimenti in AI e hardware. Il rally è stato sostenuto da:
• Prospettive Fed: Le attese sui tassi USA e il “wait and see” della Fed sul ciclo di strette hanno tenuto basso il costo-opportunità per gli investimenti azionari.
• Dati macro USA: Il rallentamento del jobs market, con disoccupazione in lieve aumento e payrolls sottotono, ha ridotto i timori di rialzi aggiuntivi dei tassi.
• Volatilità: L’alternarsi di correzioni tecniche rapide e recuperi pronti, alimentato da dati macro-discordanti e volatilità implicita storicamente elevata.
Sul breve, il Nasdaq 100 oscilla tra i livelli critici di 24.600 (supporto principale) e 25.660–26.180 (resistenze strategiche), con il pivot giornaliero calendarizzato in area 23.074 punti. Break tecnici sopra le resistenze potrebbero innescare nuove onde rialziste, mentre la tenuta dei supporti rappresenta la condizione essenziale per la prosecuzione del trend positivo. Il recente aumento dell’ATR segnala una volatilità sostenuta e impone disciplina nella gestione della leva e nella definizione di stop-loss.
Focus sul NASDAQ
Il NASDAQ, replicando la dinamica del listino tecnologico, evidenzia una configurazione altrettanto interessante, con un’impostazione tecnica che conferma la forza relativa del comparto.
Nella seconda metà del 2025, la crescita dei prezzi è stata accompagnata da sostenuti volumi rialzisti, con la media mobile a 21 giorni a fare da magnete per i compratori.
L’RSI a 14 giorni oscilla nella fascia medio-alta, ad indicare una progressiva saturazione del movimento rialzista e la potenziale vicinanza ad un’area di ipercomprato.
Livelli tecnici chiave
• Supporto principale: 24.500 punti
• Resistenza primaria: 26.000 punti
• Target breakout: 27.500 punti
• Livello di allerta in scenario ribassista: 23.000 punti
La struttura dei prezzi mostra la formazione di un triangolo ascendente: tipico pattern di accumulazione, favorito dalla partecipazione delle mani forti e dall’ingresso di nuovi capitali nei momenti di consolidamento.
Una rottura della resistenza a 26.000-26400 punti, specie se accompagnata da crescenti volumi, rappresenterebbe il segnale di una nuova gamba rialzista, con estensione plausibile fino a 27.500-28000 punti.
Al contrario, una rottura convinta del supporto a 24.500 riposizionerebbe il quadro tecnico in ottica di pullback, con obiettivo in area 23.000 e incremento della pressione ribassista.
Scenario e prospettive
Il contesto attuale suggerisce disciplina e tempestività: strategie long sulle rotture confermate delle resistenze, implicano una massima gestione attiva del rischio tramite stop loss stretti.
Sul lato opposto, la perdita decisa dei supporti chiave aprirebbe a fasi correttive e potenziali inversioni di breve/medio periodo, con la necessità di monitorare i pattern di prezzo e il comportamento degli indicatori di momentum (RSI, MACD).
Considerazioni finali
Il Nasdaq si conferma trainante nei portafogli tech-oriented, ma il quadro resta sensibile agli sviluppi macro (politica Fed, dati NFP) e alle dinamiche geopolitiche globali. In questa fase, la gestione della volatilità e la lettura multi-timeframe rappresentano gli strumenti essenziali per intercettare i cambi di scenario e ottimizzare le performance, in ottica sia tattica che strategica.
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Oro: Pronto al breakout? Ecco i livelli da monitorare!Panoramica finanziaria dell’ORO
L’ORO continua a rappresentare un’indicazione fondamentale della fiducia globale nei mercati finanziari e nella gestione del rischio geopolitico. Nel novembre 2025, l’ORO si posiziona in una zona tecnica cruciale, alimentata da sviluppi macroeconomici, politiche monetarie aggressive e tensioni internazionali, con i prezzi vicini ai massimi storici e una volatilità crescente sulle principali borse mondiali. Dopo aver superato quota 4.250 dollari l’oncia nel primo semestre, il metallo prezioso ha avviato una fase di consolidamento, con correzioni verso l’area 3.800–3.950 dollari, considerate da molti analisti come opportunità di accumulo strategico.
La domanda di riserva da parte di banche centrali e fondi istituzionali rimane sostenuta, con flussi record negli ETF e una crescente allocazione in oro come copertura contro l’instabilità valutaria e l’eccessiva concentrazione del mercato azionario USA. Il fenomeno FOMO (fear of missing out) ha contagiato anche gli operatori professionali, spingendo figure come Gundlach e Wilson a rivedere i modelli di asset allocation, con proposte che includono fino al 25% di esposizione in oro.
Sul fronte macro, le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, i segnali di rallentamento economico e le prospettive di tagli dei tassi da parte della Federal Reserve alimentano la ricerca di protezione. Parallelamente, la debolezza del dollaro e la progressiva de-dollarizzazione delle riserve globali rafforzano il ruolo dell’oro come asset strategico in un contesto di transizione finanziaria globale
Asset Rifugio sotto i Riflettori
Nell’arco degli ultimi sei mesi, l’ORO ha registrato una crescita costante con una tendenza rialzista solida, favorita dall’acuirsi dell’incertezza globale e dal deterioramento dei dati macro USA. Il rally dell’oro è stato supportato da:
• Attese sulla Federal Reserve: A inizio novembre, i dati sul mercato del lavoro USA hanno deluso le aspettative, con un peggioramento del sentiment dei consumatori e segnali di rallentamento economico. Sebbene l’inflazione resti “sticky”, le probabilità di un taglio dei tassi a dicembre si mantengono elevate (>64%), alimentando flussi verso asset difensivi come l’oroFinanzaOnline+1.
• Banche centrali: Gli acquisti da parte delle banche centrali, in particolare dei paesi emergenti, continuano a sostenere la domanda. JP Morgan ha recentemente rivisto al rialzo le proiezioni, ipotizzando massimi oltre 5.000 USD/oncia entro il 2026.
• Volatilità azionaria: Lo stallo degli indici equity, con prese di profitto sui tecnologici e una crescente vulnerabilità dei rendimenti obbligazionari, ha rafforzato il ruolo dell’oro come bene rifugio privilegiato nei portafogli istituzionali.
Sul breve, l’ORO oscilla tra i livelli chiave di 4.100 e 4.155 USD/oncia, con la soglia di 4.100 che ha agito da resistenza tecnica multipla a ottobre e ora rappresenta un punto di snodo per il prossimo impulso. Il breakout recente ha attivato una nuova onda impulsiva di breve termine, ma il momentum mostra segnali di indebolimento. Il volume nella congestione è in calo, tipico delle fasi di attesa prima di una mossa direzionale di rilievo.
Scenario di Mercato
• Struttura grafica L’ORO mostra una configurazione di flag rettangolare in fase di completamento, coerente con una pausa tecnica dopo il rally di ottobre. Il prezzo si attesta attorno ai 4100/4.009 USD, con escursione giornaliera tra 3.981 e 4.035 USD. L’RSI (14) è in zona neutra a 55.02, con inclinazione moderatamente rialzista. L’ADX (14) si colloca a 20.63, indicando una fase di trend debole. La media mobile a 21 giorni (MA21) è posizionata a 4.007 USD, agendo da supporto dinamico.
• Livelli di prezzo chiave
• Supporto principale: 4.000 USD (base del consolidamento e MA21)
• Supporto secondario: 3.950 USD (area di rimbalzo tecnico e Fibonacci 38.2%)
• Resistenza primaria: 4.050 USD (massimo recente)
• Resistenza estesa: 4.100–4.155 USD (zona di congestione e ex supporto di ottobre) Una chiusura sopra 4.050 USD, accompagnata da volumi in aumento, confermerebbe la ripresa del movimento direzionale con obiettivi progressivi a 4.168/4.180 USD, in linea con le proiezioni di JP Morgan per il 2026.
• Zona di congestione critica Il range 4.035–4.050 USD rappresenta un’area ad alta probabilità di falsi breakout, con volatilità latente e momentum debole. In questa fascia, l’RSI tende a oscillare senza direzionalità e il volume si riduce, segnalando indecisione tra gli operatori.
• In caso di rottura ribassista sotto 3.950 USD, si aprirebbero scenari correttivi verso 3.850 USD, con potenziale inversione a medio termine. È essenziale monitorare eventuali divergenze negative su RSI e MACD, che potrebbero anticipare pressioni ribassiste.
Analisi Multi-Timeframe – ORO
Daily Chart (D1)
• Contesto: Il grafico giornaliero mostra una fase di consolidamento post-rally, con struttura laterale tra 3.950 e 4.050 USD. La candela del 11 novembre evidenzia indecisione, con corpo ristretto e volumi in calo.
• Indicatori:
o RSI (14): 55.02 – neutro, con lieve inclinazione rialzista
o ADX (14): 20.63 – trend debole, in fase di costruzione
o MA21: 4.007 USD – supporto dinamico confermato
• Osservazioni: La compressione dei prezzi e la riduzione della volatilità suggeriscono una fase di accumulo. La tenuta del supporto a 4.000 USD è cruciale per mantenere la struttura tecnica favorevole.
4-Hour Chart (H4)
• Contesto: Il timeframe H4 evidenzia una congestione più stretta tra 4.000 e 4.035 USD, con volumi decrescenti e candele inside bar. La struttura è coerente con una pausa tecnica in attesa di catalizzatori macro.
• Indicatori:
o RSI (14): 48.7 – neutro, senza divergenze
o MACD: piatto, con histogramma in contrazione
o SuperTrend: flat, senza segnale direzionale
• Osservazioni: Il timeframe H4 conferma la mancanza di momentum e la necessità di un evento esogeno (dati macro, news geopolitiche) per attivare una nuova fase direzionale.
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Eventi Chiave e News Recenti
• FOMC e Politica Monetaria USA Le minute del FOMC pubblicate il 7 novembre hanno confermato un orientamento prudente da parte della Federal Reserve. Pur riconoscendo segnali di rallentamento economico, il board ha evitato toni esplicitamente dovish, lasciando aperta la possibilità di un taglio dei tassi di 25–50 punti base nelle riunioni di fine anno. Le dichiarazioni di Powell hanno evidenziato una crescente attenzione alla tenuta del mercato del lavoro e alla stabilità finanziaria, elementi che rafforzano la funzione dell’ORO come asset difensivo in contesti di transizione monetaria.
• Occupazione USA e Dati NFP I dati sul Non-Farm Payrolls (NFP) di inizio novembre hanno mostrato una crescita occupazionale inferiore alle attese, con revisioni al ribasso per i mesi precedenti. Il tasso di disoccupazione è salito al 4.1%, mentre la crescita salariale ha rallentato. Questi segnali di debolezza hanno alimentato timori recessivi e rafforzato la domanda di ORO come copertura contro scenari di stagflazione e perdita di potere d’acquisto.
• Accumulo Istituzionale e CME I flussi verso l’ORO da parte di fondi pensione, hedge fund e riserve strategiche sono in forte aumento. Secondo i dati CME, l’open interest sui contratti GCZ5 ha raggiunto livelli record, con volumi in crescita e una netta prevalenza di posizioni long. Gli ETF sull’oro hanno registrato acquisti netti per 146 tonnellate nel solo mese di settembre, pari a 17,3 miliardi di dollari, segnalando una riallocazione strutturale nei portafogli globali.
• Geopolitica e Escalation Commerciali Le tensioni in Medio Oriente, con nuovi focolai tra Israele e Libano, e le minacce di dazi fino al 100% tra USA e Cina
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L’Oro al Centro della Volatilità Globale
L’ORO continua a catalizzare l’attenzione dei mercati globali, confermandosi asset strategico in un contesto di transizione monetaria e instabilità geopolitica. La configurazione tecnica attuale riflette un equilibrio delicato tra persistenza del trend rialzista e rischio di consolidamento laterale, con la price action compressa tra 4.135 e 4.155 USD. Questo intervallo rappresenta una zona di snodo cruciale: la sua violazione con volumi significativi potrebbe definire la direzione del prossimo impulso.
Dal punto di vista macro, le attese sui tassi USA, la debolezza del mercato del lavoro e l’aumento delle tensioni internazionali rafforzano il ruolo dell’ORO come bene rifugio privilegiato. L’interesse istituzionale, confermato dai dati CME e dagli afflussi negli ETF, suggerisce una riallocazione strutturale nei portafogli difensivi, con esposizioni crescenti al metallo giallo.
In questo scenario, l’approccio analitico richiede disciplina e pazienza operativa. La conferma tecnica di una rottura direzionale – al rialzo o al ribasso – dovrà essere validata da volumi crescenti, momentum coerente e assenza di divergenze. Fino ad allora, la gestione del rischio e la lettura multi-timeframe restano strumenti essenziali per navigare una fase di mercato ad alta sensibilità esogena.
Il materiale fornito in questo contesto non è stato redatto secondo i requisiti legali destinati a promuovere l’indipendenza della ricerca in materia di investimenti e, pertanto, è considerato una comunicazione di marketing. Non è soggetto a divieti di negoziazione prima della divulgazione della ricerca d’investimento, ma non cercheremo di trarne vantaggio prima di fornirlo ai nostri clienti.
Pepperstone non garantisce che le informazioni qui fornite siano accurate, aggiornate o complete e pertanto non dovrebbero essere considerate come tali. Queste informazioni, provenienti da terzi o meno, non devono essere interpretate come una raccomandazione, un’offerta di acquisto o vendita, o una sollecitazione all’acquisto o vendita di alcun titolo, prodotto finanziario o strumento, né come invito a partecipare a una specifica strategia di trading. Non tengono conto della situazione finanziaria o degli obiettivi d’investimento dei lettori. Consigliamo a chiunque legga questo contenuto di cercare una consulenza personale. La riproduzione o la ridistribuzione di queste informazioni non è consentita senza l’approvazione di Pepperstone.
Battaglia sulle Valute: EUR/USD tra Tensioni e Dati ChiaveTensione sui cambi
Il mercato valutario si trova in una fase di grande incertezza, con l’EURUSD che nelle ultime 24 ore ha vissuto oscillazioni rilevanti su fondamenti macro e segnali tecnici contrastanti.
Le dichiarazioni di membri della Federal Reserve hanno confermato un atteggiamento di attesa e di decisioni basate sui dati (orientamento “data dependent”) fino a fine anno, influenzando la forza relativa del dollaro. In particolare, i rendimenti dei Treasury USA a 10 anni sono saliti a 4,9%, spingendo gli investitori verso la valuta americana come rifugio sicuro in vista dei dati sul mercato del lavoro USA attesi per venerdì.
Sul fronte europeo, le minute interne della BCE hanno evidenziato divisioni nette tra i membri del Consiglio: mentre una parte del board auspica un primo taglio dei tassi nel secondo trimestre 2026, altri membri preferiscono mantenere una linea attendista in attesa di conferme sull’andamento dell’inflazione. Questo ha provocato una pressione sull’EURUSD, che ha arrestato il rialzo consolidandosi attorno a 1,1650, dopo aver toccato massimi di settimana intorno a 1,1725.
La tenuta di quota 1,1500 è stata favorita però da un certo arretramento del dollaro, influenzato da timori di uno shutdown governativo statunitense, che riduce la pressione sul cambio. I dati macro europei, come le vendite al dettaglio, non hanno finora fornito impulsi di rilievo, mantenendo un clima di indecisioneEURUSD ha mostrato una dinamica di consolidamento sopra quota 1.1500, sostenuto da un parziale arretramento del biglietto verde dovuto alle preoccupazioni legate alla crisi politica e al rischio shutdown negli Stati Uniti. La BCE mantiene un profilo prudente: nessuna indicazione di taglio imminente dei tassi, mentre i dati macro europei – come le vendite al dettaglio – hanno avuto impatto limitato sugli scambi..
Dal punto di vista tecnico, la coppia si mantiene sopra la media mobile a 20 periodi (attorno a 1,1485) e l’indicatore RSI ha recuperato dalla soglia di 40 a 44, segnalando una momentanea riduzione del momentum ribassista. Resistenze chiave si collocano a 1,1520 e 1,1550, mentre i supporti immediati sono 1,1500 e 1,1450, livelli che possono influenzare l’andamento nei prossimi giorni in attesa di importanti dati macro.
La struttura tecnica del cambio euro-dollaro evidenzia un progressivo indebolimento del recupero rialzista iniziato a inizio settimana. Le medie mobili a 20 e 50 periodi si sono avvicinate e potrebbero convergere a breve, indicando un momentum ridotto e una possibile fase di consolidamento laterale o prossima inversione. La resistenza tra 1,1710 e 1,1730 è un ostacolo consolidato, dove nelle ultime sessioni si sono formate candele con ombre superiori marcate — chiaro segnale di pressione di vendita in questa fascia tecnica. La volatilità nelle ultime 24 ore è stata contenuta, con un range intraday ristretto di circa 60 pips, indice di un mercato in attesa e compressione.
Dal lato fondamentale, l’indice PMI dei servizi nell’Eurozona si è attestato a 51,4, leggermente sotto le attese di 51,8, causando un temporaneo indebolimento della valuta unica. Negli Stati Uniti, l’ultimo dato ADP sui nuovi occupati privati è uscito a +123.000, inferiore ai +143.000 previsti, ma non abbastanza da innescare una correzione profonda del dollaro. Questo mantiene aperto il dibattito sulla futura strategia della Fed, che almeno per ora lascia il mercato in un’atmosfera di attesa cauta.
Indicatori come lo Stochastic e RSI mostrano segnali tecnici misti: lo Stochastic è rimbalzato da zona di ipervenduto al livello medio, suggerendo ancora spazio per un rimbalzo tecnico, mentre l’RSI si muove in una zona neutrale. Entrambi indicano potenziale per momenti di breve termine di forza relativa dell’euro, ma la struttura complessiva rimane vulnerabile.
Analisi
Il quadro generale tecnico mostra una leggera pressione ribassista con supporti chiave tra 1,1620 e 1,1600. Una rottura netta e sostenuta sotto questa soglia potrebbe esporre il cambio a movimenti verso livelli critici di 1,1550 e 1,1500, dove si sono consolidate zone di compratori verso la fine di ottobre. D’altro canto, un recupero convincente sopra 1,1730 potrebbe riaprire prospettive rialziste con target su 1,1780 e 1,1820, livelli raggiunti solo una settimana fa.
La lateralità tecnica degli ultimi giorni fa pensare a una pausa che potrebbe preludere a un movimento più deciso, ma su volumi ancora insufficienti e con bassa partecipazione istituzionale, ogni tentativo di breakout appare fragile. Solo un cambiamento di scenario, come un cambiamento netto nella narrativa Fed o un’accelerazione significativa dell’inflazione europea, potrà rompere questo equilibrio precario.
Comparazione tecnica con DXY
L’indice del dollaro USA (DXY) ha perso slancio rispetto ai massimi di inizio settimana, calando a 104,65 dagli oltre 105 punti. Lo shutdown governativo USA e la conseguente incertezza sui piani futuri della Fed pesano sull’indice, che ha mostrato una debolezza negli ultimi giorni. Essendo l’euro la componente maggioritaria del DXY, una sua stabilità o debolezza può influenzare direttamente il valore complessivo del dollaro nell’indice.
Negli ultimi due giorni la debolezza relativa del dollaro ha permesso a EURUSD di stabilizzarsi sopra i supporti critici, in attesa dei futuri dati macroeconomici USA, in particolare l’atteso report sul mercato del lavoro che potrebbe polarizzare nuovamente il sentiment e far oscillare l’indice DXY e la coppia EURUSD in modo più netto.
La relazione inversa tra EURUSD e DXY rimane cruciale: quando il DXY sale, il cambio euro-dollaro subisce pressione ribassista, e viceversa. Attualmente entrambi si trovano ancora in zone di prezzo tecnicamente sensibili, dove la stabilità o la rottura di certi livelli possono cambiare direzione velocemente.
Prossimi eventi macro chiave
Le prossime sessioni saranno particolarmente ricche di eventi macro che potrebbero fornire impulsi decisivi per EURUSD e DXY:
1. Dati sull’occupazione USA (Friday, 8 novembre): Il report ufficiale sul mercato del lavoro statunitense, con il tasso di disoccupazione e la creazione di nuovi posti di lavoro (Non Farm Payrolls), sarà il driver principale. Attese per +180K nuovi posti di lavoro e una disoccupazione stabile al 3,8%. Dati più forti potrebbero rafforzare il dollaro, mentre risultati deludenti potrebbero spingere EURUSD verso l’alto.
2. Decisione BCE sulla politica monetaria (prevista il 14 novembre): Attesa una conferma sulla linea prudente con possibile revisione delle prospettive inflazionistiche. Un segnale di maggior cautela o di rallentamento del ciclo restrittivo può rafforzare l’euro.
3. Rapporto sull’inflazione nell’Eurozona (CPI, atteso entro la prossima settimana): I dati sull’inflazione saranno cruciali per valutare la possibilità di tagli tassi o la permanenza di una politica monetaria restrittiva da parte della BCE.
4. Riunioni e interventi Fed: Qualsiasi indicazione da parte dei membri Fed nei prossimi giorni, in particolare in vista del FOMC di dicembre, sarà monitorata per anticipare eventuali aggiustamenti nella strategia monetaria.
5. Situazione politica USA: Lo sviluppo dello shutdown governativo e i negoziati sul budget federale potrebbero influenzare il sentiment del mercato e la forza del dollaro.
Questi eventi rappresentano potenziali catalizzatori per la volatilità su EURUSD e DXY, e potrebbero determinare rotture significative sui livelli tecnici visti in questa analisi.
Conclusione
L’EURUSD si mantiene in una “zona cuscinetto” tra 1,1600 e 1,1730 dove prevale la cautela, con un dollaro ancora protagonista ma con spazi limitati a causa delle incertezze politiche e macroeconomiche. Le prossime uscite macro saranno decisive per definire la traiettoria di breve termine. La compressione della volatilità potrebbe preludere a un movimento esplosivo, guidato dagli eventi chiave elencati.
Questa visione integrata di tecnica, fondamentali e correlazioni di mercato offre una base dettagliata per monitorare i prossimi sviluppi e prendere decisioni consapevoli nel trading di EURUSD.
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Il materiale fornito in questo contesto non è stato redatto secondo i requisiti legali destinati a promuovere l’indipendenza della ricerca in materia di investimenti e, pertanto, è considerato una comunicazione di marketing. Non è soggetto a divieti di negoziazione prima della divulgazione della ricerca d’investimento, ma non cercheremo di trarne vantaggio prima di fornirlo ai nostri clienti.
Pepperstone non garantisce che le informazioni qui fornite siano accurate, aggiornate o complete e pertanto non dovrebbero essere considerate come tali. Queste informazioni, provenienti da terzi o meno, non devono essere interpretate come una raccomandazione, un’offerta di acquisto o vendita, o una sollecitazione all’acquisto o vendita di alcun titolo, prodotto finanziario o strumento, né come invito a partecipare a una specifica strategia di trading. Non tengono conto della situazione finanziaria o degli obiettivi d’investimento dei lettori. Consigliamo a chiunque legga questo contenuto di cercare una consulenza personale. La riproduzione o la ridistribuzione di queste informazioni non è consentita senza l’approvazione di Pepperstone.
EURUSD trattiene il fiato sulla “linea di trincea” 1,1570-1,1530EURUSD: Cosa Succede?
Il mercato valutario è sospeso tra due fronti cruciali: la recente svolta della Federal Reserve e la posizione strategica della BCE, che oggi ha lasciato intendere una prudenza quasi ferrea. Solo pochi giorni fa, il 29 ottobre, la Fed ha deciso un taglio di 0,25 punti base, una mossa attesa che ha provocato una reazione immediata sulle piazze globali.
L’annuncio ha rafforzato il dollaro, consolidando la sua posizione di valuta rifugio e spingendo l’EURUSD sulle soglie di supporto chiave.
Ma la vera onda si è propagata fino a oggi — quando la BCE, davanti a dati di inflazione in rallentamento e una crescita europea superiore alle attese, ha scelto di mantenere una linea di massima cautela.
Nessuna fretta nel modulare la politica monetaria, ma piuttosto il tentativo di rassicurare i mercati, difendere la stabilità del sistema euro e frenare ogni eccesso speculativo proprio in prossimità delle aree 1.1570-1.1530, la nuova “linea di resistenza” dell’Euro sul mercato globale.
Questa doppia dinamica, fatta di iniziativa americana e difesa europea, ha cristallizzato l’attenzione degli operatori: da qui, il destino dell’EURUSD si giocherà sugli equilibri tra politica monetaria, speculazione e dati macroeconomici, in un clima che oggi non concede tregua né margini di errore.
Sul fronte tecnico, la situazione non lascia spazio a illusioni: le medie mobili evidenziano una chiara pressione ribassista e il prezzo fatica a riconquistare i livelli lasciati alle spalle. Il Momentum, fotografato da un RSI stabile tra zona neutrale e ribassista, riflette un mercato bloccato tra indecisioni e volatilità ridotta. Le candele degli ultimi giorni, brevi e strette, raccontano una guerra di nervi dove predominano tatticismo e attesa, senza alcuna formazione grafica decisiva all’orizzonte.
Parallelamente, le cronache macroeconomiche alimentano il clima d’incertezza. La BCE prosegue nella sua linea prudente, appesantita dalla necessità di gestire un’inflazione in raffreddamento e un’economia che sorprende per il vigore inatteso. Negli Stati Uniti, la Federal Reserve ha deciso di fermarsi dopo il taglio di 0,25 punti base a fine ottobre, lasciando intravedere un 2025 senza ulteriori accomodamenti monetari. Il dollaro, saldo e difensivo, continua così a esercitare pressioni sull’Euro. I dati contrariati dal fronte USA — con PMI manufatturiero sotto attese ma un biglietto verde ancora dominante — bloccano di fatto qualsiasi tentativo di ripresa dell’Euro, inchiodandolo su livelli critici.
Analisi tecnica
Il confronto tra supporti e resistenze si fa ogni giorno più intenso. La zona dei 1.15 rappresenta l’ultimo baluardo dei compratori, mentre 1.18-1.19 resta una muraglia ardua da espugnare per i rialzisti.
La regressione dei prezzi suggerisce una leggera inclinazione ribassista e paventa ulteriori affondi verso aria 1.13-1.14. Mancano però volumi decisi e pattern tecnici di svolta: l’impressione è quella di un mercato immobilizzato in attesa del prossimo input macro o geopolitico capace di rompere l’equilibrio.
Conclusione
La “trincea” fra 1.1570 e 1.1530 reggerà l’urto dei ribassisti o assisteremo all’inizio di una nuova fase discendente per l’Euro? Il sentiment generale resta improntato alla cautela: in un simile scenario solo la prontezza nella lettura dei segnali di mercato e una gestione oculata della velocità d’azione potranno fare la differenza. La tensione resta palpabile, perché ogni nuova seduta potrebbe rivelarsi quella capace di cambiare il panorama valutario europeo.
Il materiale fornito in questo contesto non è stato redatto secondo i requisiti legali destinati a promuovere l’indipendenza della ricerca in materia di investimenti e, pertanto, è considerato una comunicazione di marketing. Non è soggetto a divieti di negoziazione prima della divulgazione della ricerca d’investimento, ma non cercheremo di trarne vantaggio prima di fornirlo ai nostri clienti.
Pepperstone non garantisce che le informazioni qui fornite siano accurate, aggiornate o complete e pertanto non dovrebbero essere considerate come tali. Queste informazioni, provenienti da terzi o meno, non devono essere interpretate come una raccomandazione, un’offerta di acquisto o vendita, o una sollecitazione all’acquisto o vendita di alcun titolo, prodotto finanziario o strumento, né come invito a partecipare a una specifica strategia di trading. Non tengono conto della situazione finanziaria o degli obiettivi d’investimento dei lettori. Consigliamo a chiunque legga questo contenuto di cercare una consulenza personale. La riproduzione o la ridistribuzione di queste informazioni non è consentita senza l’approvazione di Pepperstone.
Analisi ciclica sul gas naturaleNel grafico a sinistra, con timeframe orario, vediamo lo sviluppo dei cicli mensili sull’Henry Hub Natural Gas future. Il primo ciclo, iniziato sul minimo del 25 agosto in area 2,6$, si è mosso lateralmente, terminando il 23 settembre. Il minimo di agosto (linea verticale gialla) è molto importante perché costituisce anche l’avvio del ciclo di ordine superiore, quello trimestrale. Il secondo ciclo mensile ha avuto più forza del precedente, portando i prezzi a dei massimi superiori a 3,5$, ma si è chiuso nuovamente al di sotto dei 3$. L’ultimo ciclo mensile, partito a metà ottobre, ha visto un buon rialzo dei prezzi, con massimi di periodo sopra i 4$.
Il ciclo settimanale, che vediamo nel grafico di destra, con timeframe 15 minuti, è partito sul minimo del 24 ottobre (freccia gialla), sembra destinato nel breve a portare a ulteriori rialzi dei prezzi e a chiudersi con una fase di debolezza solo nella seconda metà della prossima settimana.
Indicatori utilizzati
- Fascio di medie mobili, settate con tempi ciclici
- Price oscillator, settato con tempi ciclici
Analisi ciclica sull’oroSul grafico, con timeframe orario, vediamo il ciclo trimestrale del Gold Futures, partito alla fine di luglio. Attorno al 20 agosto (freccia gialla), in area 3350$, è iniziato un forte trend rialzista, ancora in essere, che ha portato ai nuovi massimi assoluti oltre i 4000$ l’oncia, senza che ci sia mai stata alcuna correzione di rilievo. Possiamo notare come i prezzi siano ormai da quasi due mesi pressoché costantemente al di sopra del fascio di medie mobili. I tempi ciclici ci suggeriscono a questo punto una possibile correzione, dal momento che andiamo verso la chiusura del ciclo trimestrale. Entro al fine del mese è lecito dunque attendersi una fase correttiva che riporti i prezzi al di sotto della fatidica soglia dei 4000$. Area 3900$ potrebbe costituire un buon supporto da cui ripartire verso nuovi massimi.
Indicatori utilizzati
- Fascio di medie mobili, settate con tempi ciclici
- Price oscillator, settato con tempi ciclici






















