Stoxx 600 - Toccato il massimo storicoFinisce un'altra settimana rialzista con l'indice che tocca il suo massimo storico (526.66) salvo poi ripiegare in chiusura di giornata. Siamo ancora all'interno del trading range 510-526 con un movimento rialzista che dura da dieci giorni; volumi non eccelsi ma continui giornata dopo giornata con lo StochRSI ad 89 gg che si è riportato in territorio positivo. Stagionalità e volumi al momento lasciano qualche dubbio sulla reale possibilità di un breakup; anche il fatto che questo livello sia stato toccato 4 volte negli ultimi mesi dà la conferma della forza di questa resistenza. Si chiude il gap con lo S&P 500 che staziona praticamente sui massimi assoluti senza al momento accelerare al rialzo. In forte difficoltà il Nasdaq che fa un massimo decrescente, confermando il momento non positivo del settore tecnologico. I trend dei vari timeframes son tornati tutti positivi; quelli sul breve-medio periodo però evidenziano una scarsa forza mentre sul weekly l'indice si mantiene sopra la SMA40. Il modello di gestione di portafoglio riduce la quota azionaria al 76% mentre quello a breve la alza ancora e la porta al 74%. I settori anticiclici, Telco, Healthcare, Real Estate, Retail, Financials ed Utilities restano positivi mentre dimostra grandissima forza Insurance e recuperano un po' Banks e Constructions. Qualche settore ciclico dà segnali di miglioramento come Basic Resources, Chemicals e Auto; prematuro però parlare di svolta positiva. Tutti i settori però sono positivi in base al momentum a breve a parte Oil&Gas, Real Estate e Retail, con forza del trend per molti settori non molto alta. I bond stanno ancora lateralizzando; il trend rialzista resta pienamente confermato anche se in questo momento sono i Treasuries quelli che evidenziano un buon momentum.
Settori
Stoxx 600 - recuperata quota 500Chiusura di settimana con l'indice che recupera e consolida quota 500 arrivando a 511. A questo punto la domanda è: siamo stati in presenza di uno spike ribassista od è stato un allargamento del range laterale che dura ormai da diverse settimane? Siamo ad Agosto, mese che solitamente non è molto affidabile, e pertanto queste situazioni vanno un po' prese con le molle; la reazione c'è stata (sul daily la SMA200 ha fatto al momento da muro) ma nei prossimi giorni, se il livello di 500/510 sarà mantenuto, potremmo definire il movimento passato come un falso breakout (e solitamente dopo un falso breakout avviene un forte movimento in senso contrario). I trend di breve e medio sono negativi (il momentum a brevissimo però è tornano positivo) mentre resiste il trend di lungo col weekly che recupera la banda superiore di oscillazione della SMA40. Situazione invariata per S&P500 che ha solo il trend di breve negativo mentre quelli di medio e lungo restano positivi. Il modello di gestione di portafoglio rialza la quota azionaria al 84% (quella del momentum a breve rialza al 57%). L'andamento dei vari settori conferma la momentanea situazione positiva dei settori anticiclici rispetto a quelli ciclici. Svettano ancora Telco e Healthcare, recupera Retail e si mantengono Real Estate, Utilities, Insurances e Financials. I bonds confermano il trend rialzista.
Stoxx 600 - Punto critico raggiunto al 19.7Continua la fase di debolezza dell'Europa con lo Stoxx 600 che ritorna al livello critico di 510 (toccato già 3 volte) al di sotto del quale si aprirebbe una vera e propria fase correttiva (livelli a 495 e 481 come successivi step) che interromperebbe la fase laterale che dura da poco più di 3 mesi. Al momento nulla è compromesso e si può tranquillamente parlare di correzione di uptrend (mentre resta degna di nota la perdita di forza relativa rispetto allo S&P 500, la cui situazione, dopo la pessima chiusura di venerdì 19, desta un poi' di preoccupazione). Lo StochRSI ad 89 gg continua a restare in territorio negativo confermando la fase di debolezza. Dall'analisi multitimeframe al momento non emergono grossi impatti (gli altri trend più lunghi si mantengono tutti rialzisti ed anche la SMA40 con le relative bande di oscillazione è ben al di sotto dell'indice). I volumi confermano il momento di debolezza. Dall'analisi settoriale generalmente emerge un'assenza di trend marcati, coi momentum in fase di stanca. L'unico settore che dà un segnale di forza è quello delle Telco mentre dimostrano un buon momentum Banks, Construction e Health care. Qualche timido segnale da Real estate, Utilities e Financials. Ritorna in difficoltà Technology (che passa dal quadrante Leading a Weak). Il modello di gestione del portafoglio si mantiene forte con una percentuale da investire nell'ambito della quota azionaria del 100% del valore (che si abbassa all'89% se lo si riscontra col momentum a breve), mantenendo pertanto una view rialzista. Sia i treasury che il bund sembrano continuare la corsa al rialzo. Piccola curiosità: dal minimo del 2022 i settori che hanno corso di più sono Banks, Retail, Construction e Technology. Sono convinto che finchè i tassi ufficiali si manterranno copra il 2% il settore bancario manterrà la leadership. Nei sottosettori menzione speciale per le aziende collegate agli armamenti.
La presente è la mia visione e non rappresenta un incentivo ad operare, investire o disinvestire.
Riposizionamento, rottura o formazione di uno swing high?L'ultima settimana di negoziazioni, è stata particolarmente interessante, con un inizio abbastanza tonico, lunedì 7 e martedì 8 le chiusure sono state particolarmente positive.
Successivamente sembrava essere iniziata una fase di respiro dopo l'inversione ribassista venutasi a creare nel trend minore a cavallo tra il 31/10 ed il 01/11, con le quotazioni che sembravano essere destinate al test dell'area 3600.
Tuttavia, come noto, lo scorso giovedì ha visto il rilascio di dati macro, in particolare il dato sull'inflazione, che seppur di poco, è risultato migliore rispetto alle attese. La diffusione di questa notizia, porta l'S&P500 a chiudere con un guadagno di 200 punti d'indice, andando decisamente a puntare e raggiungere l'area 4000.
In questo contesto, sembrerebbero aver reagito meglio proprio i settori che più hanno sofferto negli ultimi periodi ed in particolare:
- XLK: Settore tecnologico con una performance settimanale del 9.88%;
- XLC: Settore delle comunicazioni con un guadagno dell'8.76%.
Il mercato ha sicuramente lanciato un segnale importante, gli investitori dopo aver vissuto mesi di "sofferenza", sentono il bisogno di riposizionarsi e sono in attesa di un segnale positivo.
Difficile indovinare quanto questi rialzi siano frutto di emotività e scommessa sul bottom di mercato o se effetto di un flusso sistematico di acquisti da riposizionamento di portafoglio.
La prossima settimana sarà davvero interessante, con le quotazioni al test sia della media esponenziale a 200 periodi, che della trendline ribassista creatasi da gennaio 2022.
Da notare come l'RSI si stia avvicinando ad una zona d'ipercomprato, bisogna pazientare qualche giorno, a mio avviso, per vedere se verrà a crearsi uno swing high con un top failure swing su RSI.
CINA: I MIGLIORI SETTORI DEL MERCATO AZIONARIOBuongiorno. Dopo aver illustrato attraverso un’analisi con l’aiuto di svariati grafici tecnici la superiorità che il mercato azionario cinese sta mostrando nei paragoni di Stati Uniti ed Europa, che potete leggere al link:
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Stamani voglio mostrarvi con l’aiuto di diversi indici di forza relativa quali sono i migliori settori all’interno dello stesso mercato cinese.
Per qualsiasi domanda commentate. Buona lettura!
QUALI SONO I SETTORI CHE SOVRAPERFORMANO IL CSI300?
Come capire quali sono i migliori settori del mercato cinese? E’ piuttosto semplice, in quanto ci viene in aiuto l’analisi intermarket: si vanno a creare degli indici di forza relativa con lo scopo di paragonare i diversi settori azionari di una nazione con il loro benchmark di riferimento che, trattandosi di Cina, non è altro che il CSI300. I settori che sovraperformano l’indice di riferimento sono da considerare i “migliori”, quelli che sottoperformano lo stesso sono da considerare “deboli”.
• SETTORE TECNOLOGICO VS CSI300
Come potete osservare in alto a sinistra della grafica, abbiamo l’etf “CHIK” del settore tecnologico dell’indice di forza al numeratore e l’etf “000300” del CSI300 al denominatore dello stesso indice: questo significa che quando la linea di prezzo si muove al rialzo, è il settore tecnologico a sovraperformare il benchmark di riferimento; viceversa, con una linea di prezzo in ribasso, sarà il benchmark a sovraperformare il settore. Questa piccola precisazione appena fatta sarà valida per tutti gli indici di forza che osserverete in questa analisi.
Tornando a noi, possiamo osservare come il settore tech stia sovraperformando il benchmark da più di un mese a questa parte; per questo motivo, possiamo considerare lo stesso come uno dei migliori settori.
• SETTORE DEI BENI CICLICI VS CSI300
Il settore dei beni ciclici sovraperforma il rifermento da addirittura un mese e mezzo circa, dall’11 marzo 2022; ne consegue dunque una grande forza, superiore al settore tech. Il settore ciclico è da annoverare tra i migliori.
• SETTORE ENERGETICO VS CSI300
Guardando la grafica avrete già la risposta: il settore energetico sovraperforma il CSI300 da più di un anno. Le due trendline rialziste di color rosso continua e tratteggiata ne sono la prova.
Il settore energetico rientra dunque tra i migliori settori dell’azionario cinese.
• SETTORE IMMOBILIARE VS CSI300
Il settore del real estate non riesce a sovraperformare il benchmark. Questo è dimostrato dal trend discendente dell’indice di forza a testimoniare una debolezza relativa dell’immobiliare; per questo motivo lo stesso non verrà preso in considerazione per la scelta dei migliori settori.
• SETTORE UTILITY VS CSI300
Stesso discorso anche per il settore utility: non verrà preso in considerazione in quanto l’indice di forza testimonia il fatto che il settore non sta sovraperformando il benchmark.
• SETTORE INDUSTRIALE VS CSI300
Anche il settore industriale non verrà preso in considerazione per la scelta dei settori migliori. La sua debolezza rispetto al CSI300 è ben definita dal canale parallelo discendente sull’indice di forza.
• SETTORE DEI BENI PRIMARI VS CSI300
Il grafico di prezzo non indica una vera e propria forza del settore dei beni primari rispetto al CSI300. Tuttavia, i due minimi rialzisti consecutivi e il triangolo ascendente potrebbero suggerire il fatto che i titoli del settore consumer staples possano continuare a performare bene (essendo i segnali tecnici rialzisti); per questo motivo, il settore può essere considerato, a parer mio, tra i migliori.
• SETTORE HEALTHCARE VS CSI300
Anche il settore healtcare rientra tra i migliori settori vista la sovraperformance, seppur debole, rispetto al CSI300 iniziata il 9 maggio 2022.
• SETTORE FINANZIARIO VS CSI300
Grande debolezza del settore finance rispetto al CSI300, denotata dal testa e spalle ribassista. Lo stesso sarà escluso per la scelta dei settori migliori.
• SETTORE DELLE COMUNICAZIONI VS CSI300
Il triangolo ascendente e i minimi consecutivi rialzisti dell’indice di forza denotano una forza superiore (se non troppo) del settore delle comunicazioni rispetto al CSI300. Il settore rientra dunque tra i migliori.
• SETTORE DEI MATERIALI VS CSI300
Grande forza del settore dei materiali certificata dalla trendline rialzista di color rosso applicata all’indice di forza. Da agosto 2021, tuttavia, la linea di prezzo crea un triangolo simmetrico, con massimi via via decrescenti; tuttavia ciò non mi fa cambiare idea: vista la forza espressa dal settore nel lungo periodo, lo stesso si presenta “coerente” per la scelta dei migliori settori.
Quali sono stati dunque i settori migliori, ossia quelli che hanno dimostrato maggior forza rispetto al benchmark di riferimento?
• SETTORE TECH
• SETTORE DEI BENI DISCREZIONALI
• SETTORE ENERGETICO
• SETTORE DEI BENI PRIMARI
• SETTORE HEALTHCARE
• SETTORE DELLE COMUNICAZIONI
• SETTORE DEI MATERIALI
Nella prossima analisi andrò a selezionare il miglior settore in assoluto tra i migliori sette.
Spero abbiate apprezzato il lavoro, vi auguro una buona giornata.
Matteo Farci
ANALISI SETTORIALE E COEFFICIENTI BETA. COSA SUCCEDE SUI MERCATIBuongiorno a tutti. La scorsa settimana ho letto tanti articoli secondo cui la stessa è stata tra le più difficili per quanto riguarda i trader e i loro relativi trade ed investimenti. Io, tuttavia, non la penso così. Credo sia importante saper leggere il mercato e studiare come gli investitori tendenzialmente reagiscono ai giorni di alta volatilità e cosa preferiscono vendere o comprare; tuttavia, riagganciandomi allo stesso discorso, credo che l’ultima sia quindi stata una settimana fondamentale sotto questi aspetti. Attraverso determinati grafici cercherò di spiegare il motivo, analizzando l’S&P500 e il Nasdaq con le rispettive volatilità, il livello di opzioni presenti sul mercato per capire ancora più da vicino il sentiment e, successivamente, analizzerò ogni singolo settore, spiegando cos’è il coefficiente beta e come può essere utile in certe condizioni di mercato, condividendo una mia operazione andata in profitto.
VIX E VXN: VOLATILITA’ AD ALTI VALORI
Voglio ricordare a chi non lo sapesse cosa si intende per volatilità dei mercati : essa non è altro che uno strumento che misura la variazione di prezzo di un asset in un dato periodo. Può assumere dei valori bassi o viceversa alti (per il VIX , indice di volatilità dell’S&P 500, lo spartiacque tra bassa ed alta volatilità sono i 20 punti mentre per il VXN, indice di volatilità del Nasdaq, 25 punti) a seconda delle particolari condizioni di mercato.
Spesso gli indici di volatilità sono definiti “gli indici di paura” in quanto un loro incremento è spesso associato ad uno storno del mercato. I mercati ad alta volatilità sono caratterizzati da bruschi movimenti di prezzo che vanno a caratterizzare l’elevata imprevedibilità di quel mercato mentre i mercati a bassa volatilità sono più stabili e hanno fluttuazioni di prezzo contenute.
Vediamo a livello grafico i valori che questi due indici hanno raggiunto:
Come possiamo vedere, essi hanno raggiunto valori simili a quelli avuti tra fine novembre-inizi dicembre 2021 dovuti alla scoperta della variante omicron. Come ho specificato prima, un’alta volatilità spesso accompagna uno storno dei mercati; vediamo come hanno reagito l’S&P500 e il Nasdaq, i due benchmark di riferimento:
Vediamo come entrambi gli indici siano stati pesantemente ribassisti: l’S&P si è discostato dai suoi massimi di circa il -8,5%, mentre il Nasdaq ancora di più, segnando un -13,5%.
Quello che mi interessa farvi notare sono due segnali tecnici: il primo riguarda il fatto che i due indici sono riusciti a rompere al ribasso e con decisione la media a 200 periodi; questo evento non accadeva dal 29 giugno 2020 per quanto riguarda l’S&P e dal 9 marzo 2020 per quanto riguarda il Nasdaq da quasi, si fa per dire, un’eternità.
Il secondo segnale è dato dal profilo del volume settato tra luglio 2021 ed oggi: notate nella parte destra di entrambi i grafici i rettangolini da me segnati di color grigio? Ecco, notate come all’interno i volumi siano notevolmente inferiori rispetto agli altri? Quelle zone vengono chiamate “vuoti volumetrici” e in essi, tipicamente, il prezzo non trova grandi ostacoli. Questo può significare che potremmo vedere, almeno nel breve periodo, l’S&P a valori intorno a 4200$/4300$ e il Nasdaq intorno ai 14000$. Vedremo i prossimi giorni cosa succederà. Ora vi condivido gli andamenti dei due benchmark e la loro correlazione con le rispettive volatilità:
La domanda è: la volatilità continuerà? E’ probabile, dal momento che la prossima settimana la FED si riunirà (mercoledì); il mercato sconta dai tre ai quattro rialzi dei tassi di interesse quest’anno, tuttavia la FED ha gradualmente cambiato atteggiamento nei confronti di tale argomento, essendo diventata ultimamente “imprevedibile”. Come dico sempre, i mercati sono impauriti dalle incertezze e imprevedibilità e non dalle certezze per cui, a parer mio, la prossima settimana, almeno da lunedì a mercoledi, saremo soggetti a volatilità. Vedremo cosa succederà, probabilmente lo commenterò poi nel mio profilo.
UN INDICATORE PARTICOLARE: IL RAPPORTO PUT/CALL RATIO SU SINGOLE AZIONI
Per chi non lo sapesse, il rapporto Put/Call è un indicatore che mostra il volume delle opzioni put relativo al volume delle opzioni call. Le opzioni put vengono utilizzate per diversi motivi: per proteggersi dai ribassi del mercato o per scommettere su un ribasso. Le opzioni call, al contrario, vengono utilizzate per proteggersi dai rialzi del mercato o per scommettere su un rialzo. Il rapporto Put/Call è superiore a 1 quando il volume delle put supera il volume delle call e inferiore a 1 quando il volume delle call supera il volume delle put.
Io utilizzo questo indicatore per capire il sentiment del mercato: quest’ultimo lo considero pessimista quando l’indicatore supera i livelli di 1 e ottimista quando scende al di sotto dello stesso livello; questi giorni ho notato qualcosa di molto particolare, che ora vi farò notare:
Nell’ultima settimana abbiamo assistito ad un picco di 1.14; ciò significa che la quantità di put piazzate a mercato erano ben superiori alle quantità di call. Per tornare a valori simili dobbiamo ritornare allo scoppio della pandemia, ossia a marzo 2020. Questo a parer mio sta ad indicare il fatto che gli operatori, stavolta, hanno realmente paura e sono incerti sul futuro a breve termine (non come, talvolta, si vociferava nel 2020-2021 quando il mercato stornava del 2%-3%) e, di conseguenza, acquistano massicce quantità di put per coprirsi, come ho spiegato all’inizio del paragrafo.
Monitorerò nei prossimi giorni questo indicatore, assieme ad altri di cui parlerò tra poco, per vedere il tipo di opzioni che gli investitori piazzeranno a mercato in maniera da avere un quadro più o meno generale sul sentiment.
SETTORE PER SETTORE: I MIGLIORI E I PEGGIORI
Ora analizzerò tutti i settori dell’S&P500 ricorrendo all’utilizzo di diversi etf che ora mostrero’:
A sinistra vediamo il settore finanziario, mentre a destra quello energetico. Entrambi in territorio negativo (-6,5% circa per quello finance mentre un -3,2% per quello energy), i due settori value si sono comportati in maniera diversa, dal momento che il finance ha perso il doppio rispetto all’altro; questo è dovuto al fatto che parte delle banche d’affari presenti in quell’etf hanno presentato delle trimestrali deludenti. A queste appartengono sicuramente JPMORGAN e GOLDMAN SACHS:
Mentre l’etf sul settore finance è stato spinto giù dalle grandi banche, il settore energetico ha invece attutito i colpi grazie ad un petrolio che non è crollato come altri asset, infatti:
Notate inoltre la grande forza del settore energetico, al contrario di tutti gli altri che poi mostrerò: la lontananza del prezzo dalla media a 50 periodi indica una grande forza al contrario di tutti gli altri settori che, come vedrete, hanno rotto al ribasso la media a 200 periodi, segnale di grande debolezza.
Ora analizziamo il settore industriale e dei materiali:
Quello dei materiali si è dimostrato più debole rispetto a quello industriale (-5,36% contro un -4,39%) tuttavia, in chiave tecnica, vediamo come l’industrial abbia dapprima rotto la media a 200 periodi e, successivamente, abbia confermato quest’ultima con un’ulteriore candela ribassista (quella di venerdì) al contrario del settore materials che non ha avuto un’ulteriore conferma di rottura della stessa media. A livello tecnico ciò che ho appena detto si traduce in una debolezza più forte del settore industrial.
Anche il settore del Real Estate è stato venduto:
Nell’ultima settimana ha perso un -2,90% e, nell’ultimo mese, un -9,5%. Vi ho segnato con dei segmenti orizzontali le strutture per me più importanti; tuttavia, tracciando l’intervallo fisso volumetrico nel periodo di lateralizzazione compreso tra giugno e dicembre 2021, mi sono reso conto di come ci sia un vuoto volumetrico (indicato in quel rettangolo di color rosa): è possibile quindi che se il prezzo riuscisse a rompere al ribasso con forza la media a 200 periodi, potrebbe poi trovare pochi ostacoli nel rivisitare la struttura di prezzo intorno ai 44$. Vedremo cosa accadrà.
Adesso andremo a considerare i settori difensivi:
A primo impatto si può vedere come questi settori abbiano sofferto molto meno di altri. In particolare, direi più i settori dei beni di prima necessità e delle utilities, che hanno perso intorno al punto percentuale, a differenza del settore sanitario, che ha sfiorato il -3,5%.
In conclusione, quindi, possiamo ancora una volta vedere come i due settori difensivi per eccellenza abbiano costituito una sorta di “porto sicuro”.
Molto male i settori tecnologico, dei beni discrezionali e delle comunicazioni, con le performance raffigurata nella grafica di sotto:
Detto questo, abbiamo visto le performance di ogni settore all’interno dell’S&P500. All’inizio di questo articolo scrivevo di come i giornali finanziari di tutto il mondo parlassero di un momento molto difficile per gli investitori per quanto riguardava i loro trade e i loro investimenti, specificando che non la pensavo così. Credo sia fondamentale essere sempre pronti a qualsiasi situazione di mercato, specie nei giorni di alta volatilità. Sapete qual è uno dei parametri da poter considerare per capire meglio come ci si può muovere in mercati con volatilità simili? E’ il concetto di “coefficiente beta”.
IL BETA NEI MERCATI AZIONARI
Il coefficiente Beta è una grandezza che misura la variazione attesa del rendimento di un certo titolo per ogni variazione di un singolo punto percentuale del mercato di riferimento. Il valore di questo coefficiente tende a muoversi intorno a 1: nello specifico, se il Beta di un’azione è pari a 1, questa tenderà a muoversi in linea con il mercato di riferimento, senza amplificare o ridurre i movimenti dello stesso. Quando il Beta di un’azione è maggiore di 1, invece, si è davanti a un titolo “aggressivo”, che amplifica i movimenti del mercato, l’attività è considerata quindi più rischiosa. Se il Beta è compreso tra 0 e 1, si ha di fronte un’azione “difensiva”, la quale tende a muoversi in modo meno proporzionale all’indice di riferimento.
Fatta questa piccola premessa, vi elenco i valori dei Beta di ogni singolo etf settoriale che ho preso in considerazione precedentemente.
• XLE: 1,67
• XLI: 1,24
• XLY: 1,18
• XLF: 1,17
• XLB: 1,10
• XLK: 1,05
• XLC: 1,01
• XLU: 0,38
• XLV: 0,81
• XLP: 0,58
• XLRE: 0,7
Notiamo come gli etf con un beta superiore ad 1 siano quello energetico, industriale, dei beni discrezionali, dei finanziari, dei materiali, quello tecnologico e quello delle comunicazioni. Con un beta inferiore ad 1 invece troviamo il settore delle utilities, dei sanitari, dei beni di prima necessità e il settore immobiliare.
Per fare un esempio pratico, prendendo il beta di XLU, ossia 0.38, ci possiamo aspettare che a un movimento del +1% dell’S&P500 corrisponda un +0,8% del settore utilities. O, viceversa, a un movimento del -5,69% da parte dello Standard and Poor corrisponda un -6.7% da parte del settore tecnologico. E’ quello che è realmente successo questi giorni? Ebbene si. Se andate a moltiplicare il beta di ogni settore per la performance del bechmark di riferimento vedrete con buona approssimazione che tutto ciò risulta.
Ora capite perché conoscere i beta dei diversi settori (o comunque delle diverse azioni) è di per sé un indicatore fondamentale?
Ci è utile innanzitutto per capire quali potrebbero essere, ad esempio, le migliori opportunità short (sfruttando il fatto che il più delle volte la volatilità porti ribassi), e anche per posizionare stop loss e take profit nelle operazioni.
Spero che questo concetto sul coefficiente beta vi schiarisca le idee, e soprattutto spieghi il perché, in giorni di alta volatilità, alcuni settori performano diversamente da altri. Questo a me ha aiutato tanto nell’operatività.
Ho ad esempio chiuso in profitto un’operazione su Amazon in vendita, aperta alla rottura di un canale:
Avevo essenzialmente 3 segnali: rottura al ribasso di un canale contrassegnato dai segmenti neri paralleli, alti volumi al momento della rottura e un vuoto volumetrico dato dal visible range di tutto il momento di lateralizzazione dell’azienda. Ora vi spiego come ho ragionato: dopo aver avuto questi 3 segnali, ho controllato il beta di Amazon, che è di 1,12. Ciò significa che il prezzo dell’azienda, dal giorno dell’apertura della posizione short, si sarebbe mossa più veloce del benchmark Nasdaq di 1,12 volte. Approfittando del fatto che il settore dei beni discrezionali (a cui appartiene AMZN) ha un beta alto (1.18), ho aperto la posizione, che mi è andata in profitto in pochissimi giorni. Se non avessimo avuto alta volatilità non avrei mai aperto una posizione a causa del fatto che tra pochi giorni ci saranno gli earnings dell’azienda (e l’operazione quindi mi sarebbe potuta andare immediatamente in perdita); avendo invece alta volatilità (quindi range delle candele molto ampi) e beta alto, ho aperto l’operazione con tranquillità perché mi aspettavo di raggiungere il take profit (o lo stop loss) in breve tempo.
Spero che questo esempio vi possa schiarire le idee.
Per quanto riguarda i valori dei coefficienti beta, potete notare come XLE, con un beta superiore a tutti, non abbia rispettato le aspettative; come vi ho già spiegato, esso è fortemente dipendente dal petrolio che, appunto, è andato bene la scorsa settimana se rapportato ad altri asset.
Come ultimo grafico riguardante questo paragrafo vi condivido il rapporto tra le azioni ad alto e basso beta, il tutto associato al vix:
Fissate l’attenzione in basso, dove vedete il Vix: il rettangolo rosso vi è utile per visualizzare quanto la volatilità sia stata alta nelle ultime settimane. Adesso, considerando il rapporto tra le azioni ad alto beta e quelle a basso beta, notate come queste ultime stiano sovraperformando le altre? Questa è la chiara dimostrazione di tutto quello che ho provato a spiegare fin’ora.
Tuttavia ho considerato solo quello che gli investitori hanno scaricato o venduto. Vediamo anche quello che hanno acquistato.
VALUTE RIFUGIO: YEN GIAPPONESE E FRANCO SVIZZERO
Vediamo come dall’inizio della settimana (dal 18 gennaio) lo yen si sia rafforzato in maniera costante, formando un canale ascendente. Che dire? Ha confermato il suo ruolo di valuta rifugio in giorni di turbolenza. Il franco svizzero, ugualmente in positivo, ha formato addirittura un doppio minimo: questa è una particolare situazione a me molto cara, in cui si sono andate ad intrecciare analisi tecnica e fondamentale: tecnica per quanto riguarda il pattern, che è rialzista, e fondamentale in quanto il franco, in qualità di bene rifugio, avrebbe dovuto apprezzarsi. Tutto questo è accaduto.
Gli altri asset acquistati dagli investitori sono state le obbligazioni, sia a breve che a lunga scadenza.
Come dico sempre, le obbligazioni sono asset a rischio molto più basso se paragonate alle azioni, quindi in settimane di alta volatilità si po' verificare un loro acquisto da parte di chi vuole preservare il denaro. Ma attenzione, non è sempre così, in quanto un aumento della volatilità, spesso, è causata proprio dalle forti vendite nello stesso mercato obbligazionario, con conseguente rialzo dei rendimenti che, come ho specificato diverse volte, apre tutta una serie di questioni riguardanti, in particolare, il settore growth (trovate tutte le informazioni a riguardo sul mio profilo, vi consiglio di dare un’occhiata oppure, per maggiori dettagli, contattatemi pure).
BITCOIN: ROTTURA TESTA E SPALLE E RIMBALZO SU POINT OF CONTROL DEL VISIBLE RANGE
Nella mia precedente idea avevo correlato il Bitcoin all’economia, allo spread tra i rendimenti dei titoli di stato a 10 e 2 anni e agli altri etf settoriali:
Quello che voglio aggiungere a questa idea è che il Bitcoin, anche nella passata settimana, ha continuato a muoversi in trend ribassista, visto il momento di risk-off sui mercati:
La crypto ha perso il -18% circa al momento della scrittura. Questo era abbastanza prevedibile vista la correlazione positiva che sta presentando ultimamente con alcuni settori, in particolare quello tech. Vi voglio far notare due cose: la rottura del testa e spalle ribassista e il successivo rimbalzo della candela di sabato 22 nel point of control del visible range settato nel periodo inizi 2021- 23 gennaio 2022. Il prezzo scenderà al sotto? Vedremo. Da considerare la grande quantità di volumi presenti in quella fascia di prezzo; ciò si traduce con il fatto che il prezzo stesso potrà incontrare molti ostacoli.
Spero che quest’idea vi possa aiutare a prendere delle scelte migliori in futuro.
Non ho menzionato l’oro poiché ho intenzione di scrivere i prossimi giorni un’idea a parte.
Le mie idee non costituiscono consigli finanziari, sono soltanto delle analisi che condivido per cercare di portare forti contenuti all’interno di tradingview e della sua community. Ognuno deve crearsi il proprio metodo. Per qualsiasi informazione o chiarimento sono disponibile per tutti.
Buona settimana.
Matteo Farci
Analisi settoriale e di forza relativa - 07.11.2021Come ogni fine settimana, dedico una parte importante delle mie analisi alla valutazione ed all’ impostazione dei vari settori dell’economia americana. In particolare, per la mia attività di trading, do grande risalto alla comparazione della forza relativa dei vari settori rispetto al mercato di riferimento.
Dal 25/10 alla giornata odierna, possiamo notare dai grafici come i settori che hanno corso di più sono:
• XLY – Consumi discrezionali: + 6.95%
• XLK – Tecnologia: + 5,13%
Performances quasi doppie rispetto a quella dell’S&P500 che chiude la settimana con un rialzo del 2,85%. Scendendo nel dettaglio, le industrie dei consumi discrezionali che sovraperformano il mercato sono: grandi magazzini, beni di lusso, servizi e agenzie di viaggio, manifatturiero (tessile, auto), abbigliamento ed accessori, ristorazione.
Con riferimento alla tecnologia, osserviamo una ripresa forte di tutto il comparto dei semiconduttori, componentistica elettronica, distribuzione elettronica.
Passando ai grafici, sotto possiamo vedere la bellissima dimostrazione di forza del settore dei consumi discrezionali, tanto imponente, quanto particolarmente estesa.
Continua ad essere interessante l’impostazione del settore tecnologico (grafico a seguire)
Da menzionare anche il Russel2000, che dopo la fase di consolidamento (già affrontata con un’analisi tempo fa) rompe la struttura al rialzo. Tempismo da orologio svizzero, considerando che anche lo scorso anno, nel mese di novembre, iniziò l’inarrestabile corsa del Russell.
Attualmente il mio portafoglio trading è così composto:
• 12% Settore Finanziario;
• 15% Settore Energetico;
• 15% Settore Comunicazioni;
• 16% Settore Healthcare;
• 26% Settore Tecnologico;
Purtroppo, come potrete notare, per il momento non sono riuscito a costruire posizioni nell’ambito del consumer discretionary, soprattutto a causa della mia tiplogia di operatività, che predilige analisi nel fine settimana; il movimento è stato decisamente esplosivo e le giornate lavorative in questo periodo troppo “piene” per permettermi l'individuazione di corretti segnali su singoli titoli. Questo è uno dei motivi che mi stanno portando ad approfondire dei modelli di analisi e di operatività di tipo meccanico.
Analisi settoriale - Update al 28/10/2021Negli ultimi dieci giorni abbiamo assistito ad un S&P particolarmente tonico, con quasi tutti i settori sostanzialmente orientati al rialzo, al netto delle comunicazioni ed energetici.
Guidano la crescita:
• Settore Consumer Discretionary: +5,7%. Guidato soprattutto dai rialzi dell’industria dei produttori di auto e luxury goods;
• Settore Real Estate: +4%
• Settore Healthcare: +3,9%
• Settore Utilities e Tecnologico: +3%
Analizzando gli ETF settoriali, notiamo come XLY Consumer Discretionary sia particolarmente orientato al rialzo. Chi ha strategie di breakout, in questi giorni è riuscito a trovare occasioni particolarmente interessanti nei beni di consumo ciclici.
Malgrado le performance positive, non apprezzo l’impostazione di Real Estate, Healthcare ed Utilities, personalmente al momento non intendo valutare posizioni particolari in questi ambiti (salvo cambiamenti nei prossimi giorni). Da tenere sotto osservazione, invece, il posizionamento del settore tecnologico, alle prese con i tentativi di rompere i massimi (probabilmente guidato anche dall’effetto trimestrali).
Dopo i rialzi e la forza delle ultime settimane, sembrano voler rifiatare il settore finanziario ed energetico.
Continua la pressione in vendita sui bond a 10 e 30 anni, con l’incremento degli yield e la riduzione del pezzo delle obbligazioni.
Analisi Settoriale: aggiornamento dal 04/10/2021 al 08/10/2021L’ultima settimana ha visto l’S&P500 rialzare la testa, dopo i cali degli ultimi periodi. Il principale indice americano fa segnare una performance dell’ 1,84%, guidata in particolare da alcuni settori:
• Settore Energetico: + 3,91%. Per l’ennesima settimana, il settore energetico fa segnare una performance positiva, confermando ancora una volta la sua forza;
• Settore Tecnologico: + 2,41%. Tra i giorni del 6 e del 7 di ottobre, abbiamo assistito ad un rialzo dei titoli tecnologici, guidati dall’industria della componentistica elettronica (escluso semiconduttori) e dell’infrastruttura software. Sarà interessante monitorare l’andamento del settore, sotto pressione nell’ultimo periodo;
• Settore finanziario: +2,33%. L’incremento dei rendimenti dei titoli di stato americani (ad oggi il decennale rende circa l’ 1,615% ,ci troviamo al di sopra della soglia psicologica dell’1,50%) mette l’industria finanziaria sotto la lente d’ingrandimento: i bancari infatti potranno trarre beneficio sia da questa condizione, sia da un’ipotesi d’incremento dei tassi d’interesse. In successive analisi pubblicherò idee su alcuni titoli finanziari valutando possibilità di operazioni.
• Settore Industriale: +2,03%. L’incremento è dovuto al settore ferroviario e dei trasporti su rotaie, conglomerati industriali, gestione dei rifiuti, difesa e materiale elettrico.
Analizzando gli ETF rappresentativi dei settori, quelli meglio impostati sembrerebbero continuare ad essere energetico e finanziario.
In generale quasi tutti i settori hanno dimostrato un rendimento positivo questa settimana (il grafico indica il Real Estate come unico negativo), tuttavia in alcuni ambiti il “rimbalzo” sembrerebbe essere tecnico piuttosto che guidato da un vero flusso di acquisti o da posizionamenti strategici.
Analisi settoriale: aggiornamento dal 27/09 al 01/10La settimana appena trascorsa, ha visto molte prese di beneficio e riposizionamenti sui portafogli.
Nel grafico vengono riportati i rendimenti settimanali dei vari settori.
Si può subito notare come quasi tutti i settori abbiano chiuso la settimana in negativo, eccezion fatta per l’industria energetica, in particolare quella correlata all’Oil, Gas, Coke.
A fronte di un rendimento dell’S&P500 negativo del 2% circa, si registrano:
• Settore Energetico: + 2,13%
• Settore Comunicazioni: -1.08%
• Settore Finanziario: - 1,54%
• Settore Real Estate: - 1,75%
• Settore Materie Prime: - 1,98
• Settore Consumer Staples: - 2,25%
• Settore Healthcare: - 2,26%
• Settore Tecnologico: - 2,27%
• Settore Industriale: - 2,29%
• Settore Utilities: -2,48%
• Settore Consumer Discretionary: -2,56%
Sarà interessante verificare nei prossimi giorni se il mercato continuerà a stornare e se sarà ancora il settore energetico a farla da padrone.