BREMBO (BRE) Strategia rialzista di lungo periodoBREMBO (BRE) Strategia rialzista di lungo periodo
DESCRIZIONE TITOLO:
Brembo S.p.A. è stata fondata nel 1961 e ha sede a Stezzano, in Italia. Brembo S.p.A. è una società controllata da Nuova FourB S.r.l. Brembo S.p.A., insieme alle sue controllate, progetta, sviluppa, produce e vende sistemi e componenti frenanti per auto, moto, veicoli e macchinari industriali. Opera attraverso i segmenti Sistemi a disco, Motociclette e Aftermarket Performance Group. L'azienda offre vari prodotti per applicazioni su auto e veicoli commerciali, tra cui dischi freno, pinze freno, moduli per ruote laterali e sistemi frenanti, oltre a servizi di ingegneria integrata per veicoli commerciali leggeri e industriali pesanti, motociclette e competizioni. Fornisce anche pompe freno, ruote in lega leggera, tubi freno, sistemi frenanti, pastiglie, tamburi, ganasce, kit freno a tamburo e componenti idraulici. Inoltre, l'azienda offre sistemi frenanti per auto e moto da corsa con il marchio Brembo Racing; sistemi frenanti e frizioni per auto da corsa con il marchio AP Racing; ruote in magnesio e alluminio per moto da corsa con il marchio Marchesini. L'azienda opera in Italia, Germania, Francia, Regno Unito, altri Paesi europei, India, Cina, Giappone, altri Paesi asiatici, Argentina, Brasile, Stati Uniti, Messico, Canada e a livello internazionale.
DATI: 28/05 /2023
Prezzo = 14.17 Euro
Capitalizzazione = 4,589B
Beta (5 anni mensile) = 1,38
Rapporto PE ( ttm ) = 14,92
EPS ( ttm ) = 0,95
Target Price BREMBO di lungo periodo:
1° Target Price: 15.28 Euro
2° Target Price: 24.46 Euro
3° Target Price: 39.30 Euro
4° Target Price: 54.15 Euro
5° Target Price: 63.35 Euro
Stocks!
CIGNO NERO, I MERCATI HANNO PAURA?Condivido con voi questo piccolo spunto riguardante l'andamento del VIX e dello SKEW.
Per chi non sapesse cosa rappresentano questi due indici:
VIX (Indice della paura): Misura le aspettative di volatilità del mercato azionario basate sulle opzioni dell'indice S&P 500, scadenze brevi (30 giorni).
Oscilla tra valori che vanno da 8 (minimo registrato) a 96 (massimo registrato).
Con un valore del VIX sopra ai 30, generalmente, siamo in presenza di un mercato con alta volatilità e l’atteggiamento degli investitori inizia ad essere più incerto e timoroso.
Al di sotto della soglia dei 20-15, si parla di mercato poco volatile.
SKEW: Misura le aspettative di volatilità ma la differenza sostanziale, rispetto al VIX, è che lo Skew index si focalizza maggiormente sulle opzioni out-of-the-money, vale a dire quelle che hanno una scadenza molto lontana.
Oscilla attorno ai valori di 100-170.
L’indice ha raggiunto un picco a 158 punti nell’agosto del 2018, alcuni mesi prima dell’inizio della fortissima correzione ribassista che ha interessato i mercati.
Mentre il Vix mostra una certa tranquillità, l'indice SKEW racconta uno scenario diverso.
Il riassunto dell'umore dei mercati può essere questo: Tranquillità nel breve termine ma paura nel lungo termine.
Cos’è un evento "Cigno Nero"?
E' un evento imprevedibile con conseguenze potenzialmente gravi.
Gli eventi "Cigno Nero" si contraddistinguono per la loro estrema rarità.
In questi giorni l'oro sta registrando nuovi massimi annuali a 2020$ l'oncia, ormai prossimo a rompere i massimi storici a 2075$ l'oncia.
Complice di questo movimento rialzista di GC è il movimento ribassista dei rendimenti a 10 anni americani che continuano la loro discesa dopo i dati macroeconomici dei nuovi lavori JOLTs che mostrano un rallentamento.
Per la prima volta da maggio 2021, i job openings sono scesi sotto i 10 milioni mostrando che il mercato del lavoro continua a raffreddarsi.
Questi dati potrebbero spingere la FED a non valutare un ulteriore rialzo di 25 PB.
L'indice FEAR & GREED si trova in territorio neutrale.
Negli ultimi giorni l’indice SKEW è tornato a salire e scambia intorno a 135 punti: vedremo se ritornerà sui valori di dicembre lanciando un nuove segnale di warning.
Buon trading a tutti
TPR pronto a risalitaPossiamo vedere chiaramente come il titolo preso in analisi, dopo una fase di accumulo durante la quale è venuto a crearsi un pattern di analisi tecnica classica molto conosciuto, ovvero il canale discendente, classico segnale che ci dice che i prezzi stanno prendendo un “respiro” prima di proseguire al rialzo, o, in altri casi non appartenenti a quello preso in questione, al ribasso.
Inoltre c’è da notare che, se ci si sposta su un time frame daily è facilmente visualizzabile una trendline ribassista chiaramente rotta al rialzo e che sta subendo proprio in queste ore il ritestamento.
Come è possibile vedere da grafico, i prezzi di arrivo sono intorno ai 49c.a. E ai 53 c.a.
TUTTI RINGRAZIERANNO LA SILICON VALLEY BANK?!La scorsa settimana abbiamo potuto assistere ad un importante fallimento bancario, il più grande dalla crisi finanziaria del 2008.
Parliamo della SVB, Silicon Valley Bank, la 16esima banca degli stati uniti in termini di patrimonio.
Quali sono state le escalation che hanno portato al fallimento la SVB?
La crisi di Silicon Valley Bank non è stata una crisi di liquidità, ma una crisi di valutazione.
I timori relativamente al fatto che i bond detenuti dalla banca non fossero valutati correttamente ha fatto insorgere un forte sospetto sulla reale solvibilità della banca stessa che, conseguentemente ha creato una corsa agli sportelli e causato una crisi di liquidità, determinandone l’insolvenza.
Questo ci ricorda in parte il caso Lehman brother, ma ai tempi l'impatto e il coinvolgimento della Lehman non sono confrontabili alla SVB.
La probabilità di un contagio con altre banche è molto basso.
Quantomeno, non ai piani alti.
Il grafico parla chiaro, Silicon Valley Bank è stata vittima della criticità delle banche medio-piccole statunitensi: riserve quasi a zero.
Problema che le grandi banche non hanno, le quali infatti, continuano a navigare nella liquidità in eccesso garantita dalla Fed.
Come si fa a continuare ad alzare i tassi, mentre il mondo trema per le banche che crollano?
Questo è il punto centrale dell'articolo.
Nei grafici precedenti possiamo evidenziare la reazione dei mercati obbligazionari (rendimenti 2-10 anni) all'insolvenza di SVB.
Perchè i bond sono stati scossi così fortemente?
La logica può essere una sola, i mercati si aspettano UNA BANCA CENTRALE MENO AGGRESSIVA.
Il prossimo grafico conferma la nostra teoria, con le aspettative di politica monetaria per settembre 2023 crollate da 5,5% a 4,7%, un taglio di 80 punti base in due giorni.
Nella giornata di ieri è stato rilasciato un report ufficiale da parte della Federal Reserve dove conferma che metterà disposizione ulteriori finanziamenti alle istituzioni.
La reazione dei mercati azionari non poteva che essere ribassista, con pressioni maggiori sul mercato europeo, -5%.
Il Vix schizza a 27, segno della forte incertezza in entrata sui mercati finanziari.
La Silicon Valley Bank potrebbe aver fatto un piccolo regalo ai mercati...era l'unico modo per rallentare l'aumento dei tassi della FED.
L'articolo verrà aggiornato con nuovi punti salienti nei prossimi giorni.
Buon trading a tutti
M&A_FOREX
L'S&P500 può superare quota 4100 durante la settimana del FOMC eL'S&P 500 si avvia verso il miglior gennaio dal 2019, quando ha guadagnato quasi l'8%. Finora, l'indice di mercato è in rialzo del 5,0% quest'anno, dopo una perdita del 19% l'anno scorso. Ma questo rally potrebbe essersi fermato per il momento, poiché il Federal Open Market Committee inizia la sua riunione di due giorni. Dopo di che, si prevede che la Federal Reserve aumenterà i tassi di interesse di 25 punti base. Gli investitori osserveranno con attenzione qualsiasi cambiamento nel sentimento del mercato riguardo a questa previsione nel periodo che precede la decisione. Sebbene l'economia stia iniziando a rallentare, il tasso di disoccupazione negli Stati Uniti è ancora al 3,5% (un minimo da 50 anni) e la crescita dei salari è ancora forte. Ciò significa che il rialzo di 25 punti base non è una conclusione scontata, con 50 punti base come prossima opzione probabile. A complicare le previsioni sull'S&P 500 si aggiunge il fatto che questa settimana oltre il 20% delle società dell'indice presenterà gli utili trimestrali. McDonald's, Apple, Meta Platforms, Amazon.com e Alphabet sono tutti pronti ad aggiornare il mercato.
La domanda da porsi è se l'S&P500 sia finalmente entrato in una fase di inversione o se la tendenza al ribasso di lungo periodo sia ancora in atto. Possiamo anche notare che la candela della settimana precedente si è chiusa al di sopra della linea di tendenza al ribasso e della 200EMA. Tuttavia, possiamo osservare i fake out avvenuti ad agosto e dicembre dello scorso anno, quando le candele si sono chiuse al di sopra della 200 EMA, ma questo non ha portato a una continuazione rialzista.
Possiamo utilizzare l'indicatore Aroon nel tentativo di ottenere alcuni indizi per confermare se la tendenza al rialzo è forte. Attualmente, l'indicatore Aroon registra un forte segnale rialzista, in quanto la linea blu è al di sopra del 70% mentre la linea rossa rimane al di sotto del 30%. Tuttavia, una forte resistenza chiave, segnata intorno all'area di 4100.00, sembra essere un problema significativo per l'S&P 500.
SPX, punti tecnici da monitorareSappiamo tutti che l'indice più importante da monitorare è l'S&P 500.
Sul grafico, con l'ausilio dei livelli Fibonacci ho segnato quelli che secondo me sono i livelli più importanti da tenere d'occhio.
In giallo ho evidenziato 2 livelli di un vettore di lungo periodo, mentre con il colore viola ho segnato 2 livelli di lungo periodo, ricordando che l'analisi è fatto sul grafico W, utile a togliere il rumore di grafici più veloci.
L'indice si è appoggiato sul 50% di lungo periodo, provando ad accennare una ripartenza che non sembra così forte (16%) contro un crollo dall'ATH del 27%.
Per ora sta ancora disegnando dei minimi decrescenti, come evidenziato dalle trend line blu.
Questa situazione non fa essere troppo ottimista nel breve, perché per parlare di inversione dovremmo almeno tornare sotto il massimo relativo toccato in zona 4100$.
Unico segnale positivo è dato dall'incrocio della Tenkan sulla Kijun, anche se è un segnale che ha bisogno delle conferme.
Livelli da controllare:
-Breve periodo: ⬇️ 3800$ ⬆️ 4100$
-Lungo periodo ⬇️ 3500$ ⬆️ 4100$
Calma gesso e tanto studio.
MatPizzini
FALSA PARTENZA PER IL DOLLAROLa prima settimana di contrattazioni del 2023 vede ancora una volta come protagonista il dollaro.
L'indice del dollaro americano ha iniziato la settimana mostrando i denti, arrivando a registrare il +2%, situazione che ha portato a ribasso i principali asset forex.
La fase euforica rialzista del dollaro è durata poco a causa dei dati macroeconomici di venerdì, andando a riassorbire tutto il movimento rialzista della settimana e chiudendo a +0.4%.
Analizziamo i dati macroeconomici usciti la scorsa settimana:
Il tasso di disoccupazione ha sorpreso le aspettative a ribasso; Le proiezioni degli economisti prevedevano un dato superiore a quello precedente (da 3,6% a 3,7%), ma il dato rilasciato dalla Bureau of labor statistics è stato del 3,5%.
Disoccupazione ai minimi pre-pandemia.
Non Farm Payroll 223K contro 256K precedente e 200k previsto.
Mercato del lavoro che rallenta ad un ritmo inferiore rispetto le aspettative.
Guardando al passato, ogni volta che la Banca Centrale Americana ha intrapreso il cammino dei rialzi dei tassi, il mercato del lavoro ha segnalato forti rallentamenti, arrivando a registrare decrementi superiori a -200k.
Nuovi lavori JOLTs 10,458M contro 10,512M precedente e 10,000 previsto.
Jobs openings più forti delle aspettative.
La strada per raffreddare il mercato del lavoro sembra quella giusta ma il percorso è ancora lungo.
L'indice ISM non manifatturiero scende per la prima volta sotto la soglia dei 50 da maggio 2020.
Il settore dei servizi ha registrato un calo, principalmente dovuto dalla diminuzione dei nuovi ordini.
Sempre nella stessa settimana è stato rilasciato anche il Purchasing Manager Index, ovvero l'indice che monitora la salute del settore manifatturiero.
Il continuo deterioramento di questo indice continua, arrivando a registrare 48,4 contro il 49 precedente.
Gli indici azionari venerdì hanno colto l'occasione della debolezza del dollaro, apprezzandosi di oltre il 2% e frenando il movimento ribassista di dicembre.
Vi ricordo che Dicembre 2022 è stato l'anno peggiore per gli indici azionari dal 2008.
Buon Trading
M&A_Forex
Bitcoin: il rally natalizio è una barzelletta?Il rally natalizio potrebbe dare una spinta anche al mercato crypto. Allo stesso modo le paure riguardo l'aumento della de-correlazione dell'andamento del prezzo di BTC con l'S&P500 spaventa i nostri trader riguardo un possibile ulteriore collasso del settore.
Il rally natalizio del mercato azionario
Storicamente però il mercato azionario mostra chiaramente una certa attitudine a performare positivamente nel mese di dicembre anche se il vero rally natalizio sembra prevalentemente iniziare a novembre.
La media dei "dicembri" passati si è mostrata mediamente positiva e il 25th percentile (la parta bassa della distribuzione) si mostra comunque positiva in conclusione del mese.
Tipicamente quindi si nota un decremento dei prezzi nei primi 15 giorni di dicembre per poi recuperare negli ultimi giorni di dicembre come se i manager dei fondi si facessero un piccolo regalo di natale. In molti però scelgono di lavorare sulla volatilità del mercato in quanto il VIX a dicembre tende a essere maggiore rispetto che nelle altre mensilità. Rappresenta una statistica controintuitiva in quanto il mese di dicembre è anche uno dei mesi con volumi di contrattazione più scarsi .
BTC e S&P500: una strana de-correlazione
L'indice di correlazione fra Bitcoin ed S&P500 storicamente supera lo 0.6. Da novembre l'andamento dei due mercati si mostra però discordante. Ciò potrebbe essere dovuto all'intensificarsi dei rischi intrinsechi al mondo DeFi successivi al fallimento di FTX e di molte altre colonne portanti del settore. Sebbene quindi in molti sperino in un rally di natale per il mercato azionario non è detto che possa essere una buona notizia anche per il mercato crypto.
Cosa aspettarsi sulle crypto a dicembre?
Visto che il tasso di correlazione ha raggiunto valori minimi che tipicamente indicando la fine della de-correlazione molti analisti si aspettano nel breve di tornare a una situazione di "normalità". Se il mercato S&P500 dovesse tornare a performare come indicato dalle statistiche sarebbe plausibile attendersi una ripartenza, seppur di breve, anche nel mercato crypto sulla quale poter far trading. Allo stesso modo i nostri trader vedono in questa decorrelazione pessime notizie: l'indipendenza dell'andamento di BTC dall'indice azionario statunitense S&P500 indica che i rischi legati a un crollo sistemico del comparto DeFi sono più alti di quanto al momento si possa constatare. In molti quindi preferiscono giocare sul sicuro e lavorare con derivati per speculare sulla variazione della volatilità sui mercati.
Dax verso i 14000Una view che potremmo dire azzardata ma al momento il mercato sta faticando a reggere i prezzi anche se la dinamica sul daily rimane ancora in congestione. La rottura dei minimi settimanali potrebbe portare il Dax a fare un bel movimento ribassista ma effettivamente al momento c'è il rischio di rimanere ancora in congestione.
La mia view vede comunque un ribasso di Dax verso i 14000 come primo target e i 13900 come seconda area target
TARGET 1: 14000
TARGET 2: 13900
TARGET 3: 13600 (nel corso delle prossime giornate)
DISCLAIMER: Le analisi e le informazioni contenute in questo articolo non rappresentano ALCUNA RACCOMANDAZIONE a forme di investimento e trading. La responsabilità circa l'utilizzo di queste informazioni rimane in capo ai titolari di conti di investimento o trading
I MERCATI STANNO MENTENDO?!Condivido con voi gli aggiornamenti relativi alle ultime due settimane "caldissime", con l'inflazione e la FED che ancora una volta fanno da protagonisti in una storia che difficilmente vedrà un lieto fine.
Con l'ultimo intervento del 2 novembre la FED ha confermato un ulteriore rialzo di 75 punti base, portando il tasso d'interesse al 4%.
I mercati subito dopo la conferma di un rialzo di 75 pb, ampiamente scontati in anticipo, hanno tirato un sospiro di sollievo, viste le forti preoccupazioni derivate dalla possibile finestra dei 100 punti base.
Powell, mezz'ora dopo dall'uscita dei dati, ha smorzato ogni ottimismo, parlando di un possibile atterraggio scomodo, fuori dai piani della Banca Centrale.
Il dollaro durante la scorsa settimana ha continuato a galoppare a rialzo, fino a quando i dati sull'inflazione non si sono presentati alle porte.
Le previsioni sul CPI americano di questo giovedì 10 novembre, vedevano un'inflazione scendere all'8,0% dall'8,2% precedente.
Con grande sorpresa il dato ha rotto le aspettative a ribasso, registrando un'inflazione headline al 7,7%.
All'interno dei mercati si sono generate grandissime volatilità, con gli indici azionari che hanno chiuso la giornata di giovedì con performance superiori al 5%.
I mercati obbligazionari sono esplosi a rialzo, con i rendimenti a 2 anni che sono scesi di oltre il 6%.
Le materie prime hanno registrato rialzi di oltre il 2%, così come il mercato valutario.
Nell'ultima giornata di contrattazioni, venerdì 11 novembre, i mercati spinti dall'ottimismo della giornata precedente, hanno continuato a rialzo, nonostante le banche americane fossero chiuse per il "veterans day".
La domanda sorge spontanea, gli investitori pensano che il peggio sia passato?
Andando ad analizzare diverse correlazioni e andamenti passati(1970-2022) qualcosa non torna, sia dal punto di vista dell'inflazione sia dal punto di vista delle performance dei mercati.
Analizzando il comportamento degli indici azionari rispetto all'aumento dei tassi d'interesse passati, possiamo evidenziare qualcosa di interessante.
Nel 1970, l'SP500 ha toccato il "fondo" nel momento in cui la banca centrale americana aveva già incominciato a tagliare i tassi, portati oltre l'8% per quasi un anno.
Nel 1974 si ripropone la stessa situazione, così come nel 1982, 2000, 2008 e 2020.
Attualmente la banca centrale americana, con il rialzo dei tassi d'interesse non ha ancora raggiunto il target finale e i primi tagli sono previsti a settembre del 2023.
Questo ci può indicare che la fase attuale dei mercati azionari sia esclusivamente un ritracciamento in cerca di ulteriori investitori euforici pronti a comprare.
Continuiamo la nostra analisi andando a prendere la correlazione tra il tasso di disoccupazione e gli indici azionari.
Nel 1970 mentre i mercati stavano registrando i minimi annuali, il tasso di disoccupazione stava salendo velocemente, arrivando a toccare il 6,2%.
Nel 1974 lo scenario è lo stesso, mercato azionario che registra i minimi di oltre 20 anni e tasso di disoccupazione che segna il 9%.
Nel 1982,2000, 2008 e 2020 la situazione è sempre la stessa.
Andiamo ora a prendere lo scenario dei giorni nostri.
Il tasso di disoccupazione si trova ai minimi storici, quindi una situazione completamente disallineata da quello che i dati storici ci hanno mostrato.
Non dimentichiamo che durante la scorsa settimana si sono tenute le votazioni di midterm in America, dove sappiamo, sempre dalle fonti passate, che i mercati in questo periodo tendono ad avere dei ritorni positivi.
Un'altra correlazione che sicuramente non dobbiamo dimenticare è quella tra inflation rate e andamento delle materie prime.
Le materie prime influiscono sul calcolo del CPI finale in quanto portando pressioni inflazionistiche sui prezzi alla produzione, di conseguenza portano un aumento dei prezzi per il consumatore.
Nelle ultime settimane il DJP ha recuperato terreno a rialzo, questo potrebbe comportare ulteriori pressioni inflazionistiche nelle prossime letture.
L'idea che mi posso creare da queste analisi è che la FED, probabilmente, non avrà intenzione di essere più accomodante finchè le materie prime e il tasso di disoccupazione non cambieranno rotta.
Una FED aggressiva potrebbe smorzare ogni tipo di ottimismo sui mercati, e questo potrebbe far scattare una forte vendita da parte degli investitori.
La fase euforica rialzista, a dicembre, con la riunione della banca centrale potrebbe avere fine.
Buon trading a tutti
M&A_Forex
Nike INC - Un titolo da -50?Nell'ultima settimana di contrattazioni, il titolo Nike ha perso circa il 13% del proprio valore, facendo registrare dai massimi di novembre 2021, uno storno del 53% circa.
In ottica di ricerca di aziende con importanti storni delle quotazioni, ma con un marchio universalmente riconosciuto e con una comprovata storia, aggiungo il titolo in watchlist, attendendo una segnale dalle quotazioni, sempre con un occhio ai fondamentali.
Nike ha oggi una capitalizzazione di borsa di 132 miliardi di dollari, fatturato per 46 miliardi ed utili per circa 6 miliardi. Conta circa 79.000 dipendenti, posseduta all'82% da investitori istituzionali.
L'ultima trimestrale ha centrato il consensus, ma tuttavia al mercato non è piaciuto il dato delle scorte di magazzino in aumento.
Questo potrebbe indicare l'attuazione di politiche di "alleggerimento" e vendite a sconto per migliorare il dato.
Al limite il dato dell'indebitamento che nonostante la capacità dell'azienda di far fronte ai flussi di cassa, vede un rapporto tra debito ed equity a 0,62.
Sicuramente, tuffarsi su singoli titoli, in questa fase non è semplice e richiede grande strategia, tuttavia è importante analizzare azioni che nel corso degli anni hanno dato soddisfazioni agli investitori e che potrebbero essere giudicate come "ipervendute" dal mercato rispetto alla loro capacità di generare profitti.
TORNA LA PAURA SUI MERCATI?!Condivido con voi gli aggiornamenti relativi ai dati sull'inflazione americana pubblicati ieri e i movimenti relativi dei diversi asset finanziari.
Il dato pubblicato ieri dalla U.S Bureau of Labor Statistics mostra dei dati chiari, l'inflazione in America non si sta abbassando velocemente quanto si aspettavano gli economisti.
I dati mostrano un lieve calo per la lettura dell'inflazione annuale, 8,3% contro 8,5% precedente ma superiore rispetto le attese (8,1%).
Quello che ha sorpreso a rialzo gli economisti sono state le letture delle componenti CORE, dove sia su base annuale che su base mensile hanno registrato dei dati superiori a quelli precedenti.
Le reazioni dei diversi asset sono state forti e volatili.
Analizziamo le probabilità dei prossimi rialzi dei tassi d'interesse americani rilasciate sul sito CME group.
La scorsa settimana le carte sul tavolo mostravano due possibili scenari, un rialzo di 50 punti base o un rialzo di 75 punti base.
Dopo l'uscita dei dati di ieri le carte in gioco sono cambiate, i 50 punti base sono stati spazzati via e si è aperta la possibilità di un prossimo rialzo di 100 punti base.
La reazione dell'indice del dollaro è stata rialzista, con un movimento forte in direzione dei massimi annuali.
In vista di una FED più aggressiva il movimento rialzista del dollaro era prevedibile.
Ricordo come i mercati finanziari tendono a scontare prima gli effettivi dati; In linea con le previsioni i mercati si aspettavano delle letture sull'inflazione in ulteriore calo, infatti i movimenti visti nei giorni precedenti al CPI sono stati in territorio negativo per il dollaro.
La reazione dei mercati obbligazionari è stata chiara, sell-off di obbligazioni di breve termine.
Lo spread tra i rendimenti a 10 anni e quelli a 2 anni è sceso, rimanendo in territorio negativo, sotto lo 0.
Movimento del VIX rialzista, tornando sui livelli di 27.
Le incertezze sui mercati e le paure si riflettono in questo indice, dove vediamo chiaramente che da diversi mesi a questa parte non riesce a rimanere per diverso tempo sotto la soglia dei 20 (zona di tranquillità).
Questa incertezza si riflette sui mercati azionari che ieri segnano delle grosse perdite.
Il deprezzamento giornaliero avuto dai mercati azionari nella giornata del 13 settembre è il più grande dal 2020.
Dal mio processo personale questa settimana, come quella passata, sto cercando posizionamenti short su EUR/USD, GBP/USD e XAU/USD.
Le uniche zone interessanti sono state trovate su EUR/USD e lavorate lunedì in vista del dato di martedì.
Come confluenza alla mia visione ribassista ho utilizzato i posizionamenti istituzionali .
Operazione su EUR/USD attualmente in running in vista dei dati sui prezzi alla produzione americani di oggi pomeriggio.
Una parte dei profitti sono stati presi e lascio correre a rischio zero.
IL VIX RIMBALZA, PETROLIO DI NUOVO IN CALO!Aggiornamento della situazione attuale dei mercati finanziari.
Questa settimana abbiamo visto l'indice della volatilità (VIX) ritornare su livelli di 27.
Nelle scorse analisi abbiamo evidenziato la correlazione tra il VIX, SP500 e BITCOIN.
Come da manuale nel momento in cui il VIX è ritornato in livelli scomodi, ovvero sopra i 20, l'indice azionario americano e BITCOIN hanno incominciato a perdere terreno.
Ovviamente non basta trovare una correlazione per determinare le cause di un movimento ribassista o rialzista; nelle ultime settimane le voci di un possibile rialzo di 75 punti base sono schizzate a rialzo, comportando ulteriori pressioni negative per gli indici azionari.
Sempre per le motivazioni sopra elencate, le notizie riguardanti i tassi d'interesse stanno spingendo a rialzo il dollaro, riportandolo a livelli dei massimi annuali.
Questo venerdì verranno rilasciati i dati riguardanti il Non Farm Payroll, dati importantissimi per la FED.
Il mercato del lavoro dagli ultimi dati è ancora troppo caldo, nuovi lavori JOLTs che superano le aspettative a rialzo e jobless claims che nelle ultime settimana stanno segnando un rallentamento.
La forza del dollaro sta mettendo sotto pressione diversi asset.
USOIL perde oltre l'8% da inizio settimana, complice la volatilità dei prezzi con la presenza di molteplici forze contrapposte che spingono i prezzi.
Da una parte sono elevati i rischi legati all’offerta, anche in vista di un taglio della produzione da parte dell’Opec+; dall'altra sono in aumento i rischi di una guerra in Libia e proseguono gli scontri in Iran.
Il calo del petrolio sta influenzando l'andamento del dollaro canadese.
L'indice del dollaro canadese sta perdendo oltre lo 0,8% questa settimana, spingendo USDCAD a rialzo.
Il calo dell'oro nero non sta influenzando in maniera negativa solo il dollaro canadese, ma come vediamo nel grafico precedente anche il dollaro neozelandese e il dollaro australiano sono in territorio negativo.
Mercati azionari, petrolio e "crisi energetica"!Aggiornamenti della situazione attuale dei mercati azionari e delle due materie prime che stanno facendo discutere molto, petrolio e Natural gas.
Dai minimi annuali di giugno 2022 abbiamo visto i mercati azionari riprendere fiato SP500 (+17%), Down Jones (+15%), Nasdaq (+22%).
Molte variabili hanno influenzato questo ritracciamento, ma quest'oggi voglio soffermarmi su 3 in particolare (volatilità, dollaro e sentiment).
Partiamo con il primo grafico che raffigura la correlazione tra gli indici azionari e l'indice della volatilità (VIX).
Esattamente dal 10 giugno le volatilità, dopo aver toccato i valori di 34, si sono riassorbite.
Dopo 68 giorni dai massimi di giugno, il VIX ha raggiunto i livelli che reputo chiave per operare in condizioni "comode", ovvero sotto l'area dei 20.
Inevitabilmente questo riassorbimento ha allontanato diverse incertezze portando gli indici azionari a tirare un sospiro di sollievo.
Volatilità alte portano pressioni scomode sui mercati, ne sa qualcosa BITCOIN, che anche lui sta agevolando di volatilità inferiori per recuperare terreno (24500).
Come spiegato precedentemente volatilità alte portano incertezza e paura sui mercati.
L'indicatore Fear and Greed è uscito, dopo diversi mesi, dal territorio di FEAR (paura) e attualmente si trova sui livelli di 57, ovvero livello GREED (avidità).
Per chi non sapesse cosa fosse l'indicatore in questione, è un indicatore che misura i livelli di paura e avidità attraverso una scala che va da 0 a 100.
Il valore minimo rappresenta una situazione in cui la paura è il sentimento predominante.
Al contrario, se l’indicatore dovesse oscillare verso il massimo, ciò significherebbe che sul mercato vige un sentimento di avidità.
Per il risultato finale vengono presi in considerazione sette differenti valori: volatilità, momentum, forza del prezzo, volume, opzioni, obbligazioni e richiesta di buoni del tesoro (per valutare i livelli di tolleranza del rischio degli investitori).
L'uscita di questo indicatore dai territori di paura ha portato una ripresa dei mercati azionari, ma attenzione a confondere ritracciamenti da cambi strutturali.
Per quanto riguarda i miei processi i mercati azionari si trovano ancora in territorio ribassista.
L'ultima analisi su cui mi soffermo per capire meglio cosa sta succedendo sui mercati ho preso in considerazione l'indice del dollaro.
Da luglio 2022 il dollaro ha perso terreno (-5%), portando a rialzo diverse valute come EURO e STERLINA.
Perchè un deprezzamento del dollaro potrebbe aver influito sul rialzo dei mercati azionari?
Gli ultimi dati rilasciati del lavoro americano (Non Farm Payroll) hanno rotto le aspettative a rialzo facendo presagire una presa di posizione più aggressiva da parte della FED.
Subito dopo sono usciti i dati riguardanti l'inflazione americana, rompendo le aspettative a ribasso, da 9,1% a 8,5%.
Questa notizia ha creato diversa volatilità giornaliera all'interno dei mercati, portando gli indici azionari a rialzo, dollaro a ribasso e i rendimenti a ribasso.
Un'inflazione che rallenta più delle aspettative potrebbe portare la FED a rialzi di tassi d'interesse meno aggressivi, agevolando gli indici azionari che già stavano scontando prese di posizione più aggressive.
Sempre nella settimana dei dati sull'inflazione, ha parlato la governatrice della Fed di San Francisco, proclamando che è troppo presto per dichiarare vittoria nella guerra contro l'inflazione.
Come se avessero letto queste parole, gli indici di Wall Street, dopo una partenza positiva delle contrattazioni giornaliere, hanno chiuso in territorio negativo.
I protagonisti di questa settimana sono il Natural gas e il petrolio, con due perfomance differenti, petrolio -6%, natural gas americano +7%, natural gas tedesco +10%.
Secondo le stime di Gazprom, compagnia russa dell'energia "il prezzo del gas in Europa potrebbe aumentare del 60% nel prossimo inverno superando anche i 4 mila dollari per mille metri cubi.
Notizia che inevitabilmente ha fatto schizzare a rialzo i futures del natural gas.
Attualmente il peso di questa possibile "crisi energetica" non si fa ancora sentire sui consumatori e sulle economie, ma con l'arrivo dell'inverno la situazione potrebbe cambiare drasticamente.
Infine, anche la situazione del petrolio è interessante da analizzare.
La banca centrale cinese ha tagliato i tassi sui prestiti per rilanciare la domanda, mentre l’economia ha rallentato inaspettatamente a luglio.
“I prezzi delle materie prime su tutta la linea sono stati sotto pressione, poiché i dati economici cinesi di luglio hanno dipinto un quadro di crescita più negativo del previsto, il che ha suscitato rinnovate preoccupazioni sulle prospettive della domanda”
Inoltre i prezzi del petrolio sono appesantiti dalle possibili nuove forniture dell'Iran e dall'aumento dell'offerta dei produttori OPEC.
Pare chiaro come, con l'avvicinarsi dell'ultimo quarter dell'anno, la situazione macroeconomica potrebbe deteriorarsi ulteriormente, in vista di tassi d'interesse sempre più alti e meno liquidità all'interno dei mercati.
M&A_Forex
Analisi Macroeconomica scenario di mercato.Confrontando le aziende value (S&P 500) con quelle growth (Nasdaq), notiamo come da inizio anno le prime hanno sempre sovraperformato sulle seconde istaurando uno scenario di risk off (paura del rischio da parte degli investitori ) giustificato dalle forti tensioni (economiche politiche finanziari ) che caratterizzavano il primo semestre di quest’anno , scenario che , come possiamo notare dal grafico (Nasdaq/S&P500), nel ultima settimana sembra cambiare: favorendo l’acquisto di titoli growth (azioni con grande potenziale di crescita futura) e facendo intuire quindi, una possibile fase di risk on (fiducia nei mercati da parte degli investitori quindi maggiore propensione ad investimenti più rischiosi).
Analisi che, collegata alla crescita del settore obbligazionario delle ultime settimane, va a supportare un possibile scenario positivo ma allo stesso tempo, mancano ancora molti tasselli del puzzle per poter confermare una ripresa dei mercati.
1.2 Titoli Azionari - Rendimento Azioni.I titoli azionari, come già detto, consentono di partecipare ai risultati dell’impresa, a fronte di un capitale investito che subirà i denominati “rischi imprenditoriali”.
Le azioni sono quindi “titoli a reddito variabile”, in quanto il loro rendimento dipenda principalmente dall’utile netto prodotto dall’azienda emittente.
Se l’assemblea dell’azienda lo accorda, gli utili verranno poi distribuiti trimestralmente tramite i cosiddetti “dividendi”.
In un ottica di ricerca azionaria, bisogna però tener conto di quanto la remuneratività non dipenda solo da politiche aziendali (quali distribuzione dividendi), ma anche dalla prospettiva di conseguire i “capital gains”, cioè guadagni derivanti dalla vendita dei titoli azionari ad un prezzo superiore rispetto quello investito per l’acquisto iniziale.
Potremmo riassumere quanto appena descritto, affermando il rendimento di un titolo azionario dipenda simultaneamente da:
-I flussi di cassa, generati da dividendi periodicamente assegnati agli investitori.
-Guadagni/Perdite in conto capitale conseguiti dalla differenza PA e PV. (Prezzi Acquisto/Vendita).
Di conseguenza, la validità di un investimento non dipende esclusivamente dal valore di mercato dell’azione, che si basa sul valore della società in sé, quindi capacità reddituale e solidità patrimoniale dell’azienda. Maggiori sono le prospettive circa l’incasso di utili, più elevato sarà il valore di mercato della relativa azione.
Le società che raggiungono questi risultati, facoltativamente, li distribuiscono appunto tramite i dividendi, altrimenti gli utili vengono nuovamente investiti e l’azienda auto finanzia con essi le sue necessità di sviluppo.
Valutare investimenti che si riveleranno profittevoli, è più semplice a dirsi che a farsi, in quanto il diretto interessato non debba solo ipotizzare future performance dell’azione, ma combinare esse alle probabilità che determinati eventi si verifichino. Ottimi strumenti sono rappresentati dagli “indici sintetici”, che mettono a confronto il prezzo di mercato delle azioni con alcuni dati estrapolati dal bilancio dell’azienda emittente. Non sono impeccabili, in quanto si tratti di strumenti analitici i quali prendono in oggetto una realtà complessa, ma possono rappresentare un ottimo punto di riferimento.
Indici sintetici più utilizzati:
1- “P/E Ratio” ed è dato dal rapporto tra Price (prezzo) e Earnings (utili).
Sostanzialmente riflette quante volte l’utile di esercizio rientra nel prezzo di mercato, di conseguenza, più alto è il P/E, più è confermata l’aspettativa di crescita di mercato, in termini di redditività. Si rivela molto utile anche nell’identificare un eventuale sopra/sotto valutazione del titolo azionario.
2- “Earning Per Share” si calcola dividendo gli utili per il numero di azioni che compongono il capitale sociale.
3- “P/CF” ovvero Price/Cash Flow, dove quest’ultimo si ottiene sommando l’utile per azione agli ammortamenti ed accantonamenti relativi l’ultimo bilancio di esercizio, e dividendo il tutto per il numero di azioni che compongono il capitale sociale.
4- “Dividend Yield o D/P Dividend/Price” pone in rapporto dividendo dell’azione e il prezzo di mercato della stessa, fornendo un'indicazione circa il rendimento immediato dell’azione, in quanto esprime in termini percentuali il guadagno percepito dall’investitore in seguito alla distribuzione dei dividendi.
5- “Payout Ratio” invece si presenta come il rapporto tra utili distribuiti nei dividendi ed utili complessivi conseguiti.
6- “DDM Dividend Discount Model” spiega il prezzo dell’azione con riferimento ai dividendi e al rendimento richiesto per l’azione: secondo questo modello infatti, il prezzo delle azioni dipende solamente dal valore attuale dei dividendi, e tenderà verso la stima del valore dei dividendi futuri. A parità di stima circa i dividendi futuri, al crescere del tasso di rendimento richiesto per l’azione, il prezzo teorico della stessa si abbassa. Al DDM si associa il “Modello Di Gordon”, secondo il quale i dividendi vivono una crescita futura perenne e costante.
1.0 Titoli Azionari - Generalità.Sono strumenti fina. che rappresentano partecipazioni (standardizzate) al capitale sociale di imprese quali: S.P.A., società per azioni; S.A.P.A., società in accomandita per azioni o società cooperativa per azioni a responsabilità limitata.
Il capitale della società è suddiviso in un insieme di parti di uguale valore, le quali rappresentano un azione e conferiscono ai proprietari di esse uguali diritti.
1 Azione = unità minima indivisibile di partecipazione al capitale sociale
I titoli azionari devono essere sottoscritti da uno degli amministratori della società, e devono necessariamente contenere:
-Denominazione, sede e durata della società.
-Data dell’atto costitutivo e della sua iscrizione.
-Valore nominale (o in alternativa, il numero di azioni emesse) e capitale sociale.
-Diritti ed obblighi particolari derivanti da essi.
Il titolo azionario attesta il suo possessore della qualifica di socio, pertanto esso ha 2 funzioni:
-Funzione di legittimazione.
-Funzione di trasferimento.
Nel titolo azionario, è possibile distinguere:
-Valore nominale, uguale alla parte del capitale che il titolo rappresenta.
-Valore effettivo, o valore di borsa, che riflette il valore di mercato del titolo.
Categorie di azioni.
Le azioni conferiscono ai possessori uguali diritti: questa affermazione può considerarsi vera solo finché esse appartengono alla stessa categoria azionaria.
-Azioni Ordinarie: conferiscono ai soci uguali diritti di partecipazione attiva alla vita della società.
-Azioni Privilegiate Nella Distribuzione Degli Utili: a cui vengono riconosciute, rispetto alle prime, quote maggiorate o proprietà temporali favorevoli nei confronti degli utili.
-Azioni Privilegiate Nel Rimborso Di Capitale In Caso Di Fallimento Della Società: Rimborso anticipato o maggiore rispetto a quello conferito ai possessori di azioni ordinarie.
-Azioni Prive Di Diritto Di Voto O A Diritto Di Voto Limitato: non possono superare il 50% del capitale sociale.
-Azioni Di Godimento.
-Azioni A Favore Di Prestatori Di Lavoro.
-Azioni Di Risparmio: Tutelano il piccolo risparmiatore. Non conferiscono diritto di voto, possono essere al portatore e devono essere nominative quando attribuite a componenti dell’amministazione.
Aumento del tasso di interesse: Cosa è successo sui mercati? Ieri giovedì 5 maggio la Banca Centrale Americana ha confermato le aspettative di rialzo del tasso di interesse da 0,5 punti percentuali ad un punto percentuale. Non solo, nella conferenza stampa che si è tenuta a seguito del rilascio del dato, il presidente della Federal reserve Jerome Powell ha dichiarato che vi saranno ulteriori aumenti del tasso di interesse nel 2022 in favore di una prosecuzione di restrizione della politica monetaria.
Durante tutta la settimana i mercati finanziari sono rimasti in attesa di questo dato, registrando bassi volumi di contrattazione a causa dell'incertezza che ha avvolto gli operatori nelle ultime ore borsistiche.
Il fatto curioso è stato che nonostante la Banca Centrale Americana abbia confermato l'aumento del tasso di interesse tutti gli asset finanziari hanno registrato un'importante oscillazione al rialzo.
I mercati azionari, obbligazionari, materie prime e criptovalute dopo alcune ore di lateralità e incertezza hanno invertito al rialzo in maniera molto violenta andando contro le aspettative di molti operatori che di fronte ad un aumento dei tassi si aspettavano un mercato ribassista.
L'S&P 500 ha chiuso una tra le migliori sessioni intraday degli ultimi anni, proprio in un contesto così delicato. Le motivazioni possono essere varie, una tra queste potrebbe trovare risposta nel fatto che molti istituzionali avevano paura che il rialzo dei tassi fosse addirittura superiore alle aspettative.
Come tutti gli altri mercati anche il settore delle criptovalute ha registrato un'importante oscillazione al rialzo, con Bitcoin che è tornato a toccare i quarantamila dollari per poi riscendere.
Nonostante il primo movimento sia stato rialzista, non dobbiamo dimenticare che cosa significa un aumento dei tassi di interesse a livello fondamentale per il sistema economico. Per quanto possano esserci dei forti ritracciamenti, il trend è al ribasso e pertanto potrebbe essere saggio aspettarsi oscillazioni in tal senso.
La dichiarazione di Powell di un continuo aumento dei tassi di interesse nel 2022 si traduce nel fatto che la Banca Centrale Americana stia cercando in ogni modo di combattere l'alta inflazione che caratterizza questo periodo storico.
Report by
Matteo Bernardi
Tenaris: che rally!Ciao Traders,
Vediamo al volo un titolo che mi è sempre stato a cuore - Tenaris - eccellenza italiana e leader mondiale nella produzione di tubi e servizi per l'esplorazione e la produzione di gas e petrolio.
Da analisi tecnica, il titolo ha sofferto molto tra il 2019 e il 2020 attivando una sequenza short conclusasi al di sotto della nostra prima zona di liquidità.
Il titolo ha quindi reagito alla 200esima estensione della sequenza, e dai minimi di Ottobre 2020 ha fatto un rally di oltre il 300%, rompendo oltremodo il rintracciamento opposto e dandoci ulteriore conferma di essere in fase bull.
Vedremo cosa succederà, anche in virtù del momento incandescente per tutto ciò che è collegato alle commodities, gas e petrolio su tutte.
NIO BUYNIO è una società che opera in un settore in forte sviluppo, ovvero quello delle auto elettriche che con l'aumento del prezzo del carburante ha visto aumentare la domanda e le prenotazioni come per le auto TESLA sono slittate addirittura di mesi. L'unico svantaggio è che la società è cinese e quindi vista con sfavore dagli investitori americani dati i recenti sviluppi geopolitici con il continente asiatico.
graficamente ho individuato un testa e spalle rovesciato che preannuncia un inversione di trend.
la società è sotto l'occhio mediatico , quindi ciò comporta che molti investitori se vedono un trend rialzista, presi dalla FOMO entrerebbero in massa spingendo le quotazioni ancora più in alto.
è presente un GAP di mercato precisamente sulla TESTA, segno sfavorevole che potrebbe impedire il completamento della figura rialzista.
Proprio per questo ho deciso di modulare la mia strategia su 2 ingressi. il primo sulla punta più bassa della seconda testa e il secondo alla chiusura del GAP di mercato.
Buy 50% della posizione a 18,4$ stop loss (del 19%) a 14,8$ e senza take profit, secondo buy del 50% a 16$ con stop a 14,8$ (con stop da 8%) e take profit a 27,3$ ( 70%)
Con un ipotetica posizione di 1000€ se va in stop loss perdi 130€, rendimento massimo se chiudi la prima a 27 e la seconda la lasci correre è oltre il 150%
questa analisi non consiste in un consiglio all'investimento. ognuno opera assumendosi la piena responsabilità dell'operazione.