Analisi di SentimentIl veloce retrofront a cui abbiamo assistito negli ultimi giorni desta non poche preoccupazioni, complice una pubblicazione non troppo compiacente di dati macroeconomici.
In primis la questione del colosso Cinese che per colpa dell'inflazione, oggi stenta a ingranare la marcia e che Lunedí ha zavorrato tutte le altre piazze mondiali.
Successivamente abbiamo visto pubblicare in America i dati sui nuovi lavori che hanno battuto abbondantemente le attese, rilevazione che in questo contesto risulta per nulla positiva. Basti pensare che la FED piú volte ha sottolineato che uno dei problemi per cui l'inflazione é persistente é dato anche da un mercato del lavoro troppo solido, confermato anche dal dato sulle richieste iniziali di sussidi di disoccupazione che si mantengono sotto il dato previsto.
Dall'analisi del Sentiment emergono delle criticitá degne di nota, esaltate con forza dallo SKEW Index
Purtroppo negli ultimi anni ogni qual volta abbiamo registrato sullo SKEW un valore maggiore di 150 accompagnato da un VIX in area di compiacenza, a breve si sono registrate inversioni importanti che hanno generato profonde correzioni.
Spero vivamente di sbagliarmi, ma purtroppo se é vero che nel grafico c'é una fetta di futuro, allora prepariamoci all'evenienza di uno storno!
Altro indicatore che sta segnalando un indebolimento del sentiment sulle equities é il Ratio VVIX/VIX
Il Ratio PUT/CALL invece é ancora in situazione di neutralitá ma qualora inizi a creare una tendenza rialzista, allora confermerebbe quanto detto.
Negli ultimi giorni ho letto diversi articoli di importanti economisti a riguardo dell'innalzamento del tetto del debito e possibili implicazioni ed ho trovato delle tesi molto interessanti, alcune condivisibili, altre meno.
Sono curioso di sapere la tua a riguardo e se credi che sia verosimile che nei prossimi anni l'America possa veder scoppiare la Bolla del Debito!
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VVIX
Pannello volatilità L'analisi del pannello della volatilità, malgrado tutte le implicazioni e le premesse del periodo, vede il mercato azionario americano, alle prese con un rientro in valori accettabili dei vari indicatori.
In maniera particolare il VIX fa segnare una compressione dei valori del 50% circa rispetto allo scoppio del conflitto, dando quindi vita ad un rimbalzo generalizzato degli indici statunitensi.
Anche la stabilità della volatilità, misurata dal VVIX, scende del 20% circa, piazzandosi su valori che seppur alti, sono di maggior confidenza rispetto ai recentissimi high.
In attenuazione anche volatilità storica ed ATR, nonché il tentativo del sistema di medie mobili a indirizzarsi verso un riallineamento.
Sarà importante verificare nei prossimi giorni l'andamento dei mercati ed a mio avviso, tenere d'occhio i livelli di forza relativa dei vari settori, per scoprire quali proveranno a "tirare" o quantomeno a far meglio degli indici di riferimento.
Pannello volatilità - Siamo ancora su valori alti.Prima di valutare l’ingresso in qualsiasi posizione, un’attenta analisi che svolgo con una cadenza di ogni 15 giorni circa, fa riferimento agli indicatori del mio pannello della volatilità.
Per quanto riguarda la selezione di singole azioni, continua la bassa propensione al rischio. Non riesco a far combaciare strategie di trend following di medio periodo con i setup tecnici su aziende valutate attentamente dal punto di vista dei fondamentali. Questo significa, per la mia operatività, rimanere flat e non aprire nuove posizioni. Come indicai in una recente idea, cerco di non restare bloccato nel loop del revenge trading (solo per il gusto di provare a recuperare il drawdown), pertanto negli ultimi 15 giorni sul mercato americano non ho effettuato nuove operazioni, ma continuo nella gestione delle operazioni al momento aperte.
L’indice Vix è in fase di risalita su valori alti, così come il VVIX mostra una “instabilità della volatilità”. Le condizioni del mercato caratterizzate da volatilità elevata ed instabile, sono decisamente inadatte ad un’operatività di tipo trend following su segnali di breakout, considerato il rischio elevatissimo di falsi segnali.
In risalita anche il put call ratio, probabile segnale di un incremento delle opzioni aperte di tipo Put (visione non rialzista del mercato).
Per quanto mi riguarda, altra settimana di studio e di monitoraggio delle aziende e dei mercati che potrebbero dare dei “segnali”.
Pannello volatilità - UpdateSettimana decisamente interessante, all’insegna della volatilità e dei posizionamenti tattici.
Vix su valori vicini a 20, nel pannello della volatilità il 22/11 ha intersecato la banda superiore del canale di bollinger, con candela del 24 novembre che è orientata decisamente al ribasso. Stesso discorso per il VVIX, che misura la stabilità della volatilità. Dopo un periodo di salita ha trovato un’ area di respiro in zona 110.
I movimenti dei giorni scorsi potrebbero essere stati determinati dal timore dei nuovi lockdown e dalle manovre delle banche centrali che si teme potranno essere più tempestive di quanto non ci si aspetti.
Tuttavia analizzando alcuni indicatori, come ATR e Volatilità Storica, notiamo come essi avessero nei giorni scorsi raggiunto valori minimi dove ciclicamente tendono a risalire.
Indicatore PUT /CALL in sostanziale risalita, con una maggior forza lato PUT, a testimonianza di una maggior propensione alla copertura e di un deterioramento delle aspettative rialziste nel breve (l’indicatore è tuttavia ancora sotto la parità).
Ragionando in termini di forza relativa tra mercato azionario e indice materie prime, notiamo ancora una curvatura della media a 200 periodi verso le materie prime.
Lo studio del sistema di medie mobili sull’SP500 infine ci permette di guardare la tendenza dei prezzi, eliminando il rumore di fondo. Resta sempre apprezzabile sia l’impostazione che l’inclinazione e la distanza delle medie.
Considerate anche le festività del ringraziamento, ne approfitterò per la gestione delle posizioni, per lo studio delle dinamiche intermarket e per l’idealizzazione di diversi scenari macro.
Pannello volatilità - Risk onSettimana particolarmente ricca dal punto di vista delle pubblicazioni macroeconomiche, almeno per quanto riguarda il contesto americano.
Nell’ordine abbiamo visto l’indice ISM dei direttori degli acquisti del settore manifatturiero, con valore pari a 60,8 superiore alle aspettative ed in territorio positivo, seguito a ruota dal Purchase Manager Index e dall’incremento degli ordinativi alle fabbriche nel mese di settembre dello 0.2%.
Il livello di occupazione non agricola ha letteralmente “sorpreso in positivo” le stime degli analisti, così come le richieste di sussidi di disoccupazione in decisa diminuzione.
In questo contesto, è stato semplice per la Fed annunciare l’avviamento del tapering, anche se per il momento in misura soft. Prima di passare per l’aumento dei tassi d’interesse, bisognerà attendere una sostanziosa riduzione del ritmo di acquisto dei titoli di stato, che potrebbe impiegare 4/6 mesi circa. Solo allora sarà possibile agire in maniera diretta sui tassi di riferimento. (Non ha senso alzare i tassi, durante una fase di impegno di acquisto di titoli di stato).
Queste notizie, probabilmente già scontate dagli operatori, hanno fatto vivere due settimane di mercati in decisa crescita, soprattutto in settori che durante un periodo inflazionistico non avrebbero dovuto performare.
Il pannello della volatilità è in linea con quanto sopra descritto, con il VIX su valori decisamente bassi, volatilità della volatilità particolarmente stabile (VVIX), rapporto tra opzioni put e call in favore di quest’ultime (visione non ribassista del mercato), forza relativa tra SPY e materie prime seppur ancora al di sotto della media a 200 periodi, in deciso recupero in favore del comparto azionario.
In questa settimana ho aperto alcune posizioni in settori che hanno dimostrato una forza relativa particolarmente elevata, come consumer cyclical e tecnologico, tuttavia senza abbandonare le posizioni già aperte nell’energetico e finanziario.
Seguirà una successiva analisi settoriale, dove noteremo l’interessante impostazione del Russel 2000
Analisi della volatilità e del sentiment.
Condivido il mio layout per l’analisi della volatilità corrente sui mercati finanziari. Grazie a questo monitoraggio, decido la modalità Risk On/ Risk Off per l’apertura di operazioni long di breve/medio periodo sull’azionario. Gli strumenti utilizzati sono:
• VIX: Volatilità dell’S&P stimata sul prezzo delle opzioni, primo grafico;
• VVIX: Conosciuta come “volatilità della volatilità” ,secondo grafico a destra;
• PUT/CALL Ratio: Rapporto tra il volume delle opzioni Put e Call nel mercato, terzo grafico;
• Forza relativa tra SPY (ETF su S&P500) e GC1! (Future sull’oro), quarto grafico.
A questi strumenti applico degli indicatori statistici come le bande di bollinger e le medie mobili.
In generale il livello di allerta aumenta nel momento in cui sia il VIX che il VVIX incrociano al rialzo la banda superiore di bollinger. In questo caso si prospetta una fase di volatilità elevata ed instabile.
E’ facile notare come in corrispondenza di questi valori, il mercato tenda a “respirare” e ritracciare.
Da inizio settembre è possibile apprezzare la tendenza in crescita del VIX.
Il Put/Call ratio esprime il rapporto tra il volume delle opzioni Put e Call. Esso può assumere valori superiori o inferiori ad uno.
Livelli di quest’indicatore superiori ad 1 esprimono un maggior volume di opzioni PUT (Opzioni di vendita, visione “non rialzista” del mercato).
Valori inferiori ad 1 indicano un maggior volume di opzioni Call (Opzioni di acquisto, visione “non ribassista”). In condizioni di normalità e per operazioni long, preferisco l’indicatore su valori inferiori ad 1 o decrescenti. Possiamo notare come in corrispondenza dei recenti ribassi del mercato, il Put/Call ratio abbia raggiunto il valore di 1,12. In piena crisi Covid addirittura il rapporto 1,8.
Infine valuto la forza relativa tra lo SPY ed il gold. In uno scenario ottimale, preferisco vedere la forza relativa dell’azionario maggiore rispetto a quella dell’oro, con l’indicatore crescente o in recupero rispetto ad un precedente minimo. Le fasi nelle quali il gold è più forte dell’azionario, potrebbero essere indicative di un clima di maggior preoccupazione da parte degli operatori.
Situazioni nelle quali 3 o più indicatori si trovano nella condizione ottimale, determinano una valutazione di “Risk On”.
Qualora i criteri di cui sopra non dovessero essere rispettati, la modalità è Risk Off per operazioni long su azionario.