Trump ha giuratoIl tycoon americano ha giurato e si è insediato alla Casa Bianca. Nel primo discorso che ha tenuto, ha toccato molti temi, tutti con l’obiettivo di rendere l’America nuovamente prospera. Ha parlato di dazi, che serviranno ad arricchire i cittadini USA, di lotta all’inflazione, di aumento della produzione di petrolio per rendere gli USA un paese esportatore.
Ha toccato la questione dell’immigrazione illegale, della lotta alle gang criminali e all’immigrazione clandestina, senza dimenticare la volontà espressa di riprendersi Panama. La reazione del mercato, inizialmente, ha visto l’indice del dollaro scendere di circa l'1% a 108,3, anche in ragione del fatto che un rapporto della WSJ, confermato anche da Trump, indicava che il Presidente intende dare istruzioni alle agenzie federali di rivedere le politiche commerciali e valutare le relazioni commerciali degli Stati Uniti con la Cina e i suoi vicini continentali.
Ciò aveva portato ottimismo sui mercati, unitamente alla discesa del biglietto verde, in pieno risk on. Durante la sessione notturna, invece, il dollaro si è ripreso, almeno in parte. Con i mercati azionari e obbligazionari statunitensi chiusi per la festa di Martin Luther King Jr., la reazione è stata più evidente nel mercato dei cambi. Le reazioni sugli altri asset le vedremo oggi.
VALUTE
I movimenti più importanti sono stati visti sul USD/CAD, che all’inizio, sull’onda dell’entusiasmo per le notizie che facevano pensare a un accantonamento dei dazi, è sceso fino a 1.42665, per poi riemergere e salire nuovamente a 1.4450, per poi sfondarlo e salire fino a 1.4517. Ora lo ritroviamo a 1.4440, con movimenti estremamente erratici.
Anche EUR/USD è salito a 1.0435, dopo aver violato 1.0350 per poi ritornare a 1.0375. Su tutte le valute abbiamo assistito a un’iniziale caduta del biglietto verde e a una ripresa significativa. Ciò significa che l’incertezza prevale e, fino a quando la nuova amministrazione non rilascerà il proprio programma sulle tariffe, sarà difficile vedere movimenti unilaterali, ma esclusivamente alta volatilità in price action bilaterali. Le preoccupazioni sui dazi restano.
LISTINI ASIATICI
Nella notte i mercati asiatici sono saliti, ma con estrema cautela, senza quell’euforia che aveva caratterizzato i primi momenti del discorso di Trump. I primi resoconti avevano fatto pensare a un ritardo dell’imposizione dei dazi, ma non è così. Di fatto poi si è capito che verranno imposti a Canada, Messico, Cina e UE.
Sarà estremamente interessante attendere la giornata di oggi, per assistere alle reazioni dei mercati europei e USA questo pomeriggio.
PETROLIO
I future sul WTI sono saliti a circa 77 dollari al barile martedì, in concomitanza con le parole del presidente degli Stati Uniti Donald Trump dopo la sua inaugurazione. Tra questi c'era un piano per imporre tariffe del 25% sulle importazioni da Canada e Messico a partire dal 1° febbraio, smorzando le aspettative degli investitori che speravano in un ritardo.
Tuttavia, Trump ha rimandato la presentazione di imposte specifiche sulla Cina, il principale importatore di petrolio al mondo, mantenendo i mercati in bilico. Gli operatori stanno anche aspettando ulteriori dettagli sulle sanzioni che colpiscono i principali esportatori di petrolio, tra cui Russia, Iran e Venezuela.
Lunedì, i prezzi del greggio sono scesi di oltre l'1%, dopo che Trump aveva annunciato i piani per aumentare la produzione di petrolio e gas degli Stati Uniti dichiarando un'emergenza nazionale. Nonostante tutto, il risk off si è attenuato, specie dopo il cessate il fuoco e l'accordo di rilascio degli ostaggi tra Israele e Hamas.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani
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