MAL-BENEDETTA VOLATILITA'Era da marzo 2019 che i prezzi del Bitcoin non registravano una contrazione delle oscillazioni oltre le 12 settimane. Anche se in un contesto decisamente diverso da quello attuale, la fase laterale si concluse con una esplosione di volatilità di oltre il 370 per cento nelle settimane successive, facendo arrivare i prezzi a sfiorare i $14mila (a). In soli tre mesi, dalla fine di marzo al top di fine giugno 2019, i prezzi moltiplicarono oltre 3 volte il proprio valore, stabilendo il massimo più alto degli ultimi 2,5 anni.
Per ritrovare nel passato una fase simile bisogna risalire al 7 gennaio 2013, quando la volatilità giornaliera da 0.86 punti - il livello più basso registrato negli ultimi 10 anni - poco tempo prima lo scoppio della prima vera crisi che si è abbattuta sul Bitcoin a causa del fallimento dell’exchange Mt.Gox, salì di oltre 16 volte arrivando a toccare 14.59 punti il 29 aprile per poi crollare nuovamente nei mesi successivi, tornando sotto 1.7 il 19 agosto 2013. Un periodo storico diverso da quello attuale con oscillazione dei prezzi del Bitcoin tra minimo di 12 e massimo di 260 dollari.
Restringendo il periodo di riferimento, dall’inizio del 2016 l’indice di volatilità giornaliera su base mensile è sceso tre volte sotto la soglia di 1.5 punti:
1) 1.25 punti il 19 dicembre 2016: con prezzi del Bitcoin a 788 dollari, già dentro un trend rialzista iniziato dai minimi toccati il 2 agosto a 465 dollari, nelle tre settimane successive i prezzi registrarono il cosiddetto rally di ‘fine anno’ con un rialzo superiore al 45% rivedendo per la prima volta le quotazioni di fine 2013, oltre i 1100 dollari. Tecnicamente un perfetto ‘doppio massimo assoluto’ che fece prevalere le prese di profitto e un ritorno dei prezzi ai livelli di partenza dopo sette giorni.
Per l’intero anno 2017 più volte la volatilità ha superato la soglia della media storica dei 5 punti, arrivando a toccare il massimo a 7.71 punti il 1° gennaio 2018, due settimane dopo aver sfiorato i 20mila dollari, attualmente il massimo storico assoluto.
2) 1.43 punti il 5 novembre 2018 (1 sul grafico): con il Bitcoin a 6430 dollari, dopo una fase laterale durata due mesi (2 sul grafico), con prezzi costretti in un range di 600 dollari, la rottura del supporto tra 6150 e 6250 avvenuta 10 giorni dopo (15 novembre), generò un crollo dei prezzi del 51% in un mese (15 dicembre) arrivando a toccare i 3122 dollari (3). Attualmente il livello dei prezzi più basso degli ultimi tre anni.
3) 1.42 punti il 25 marzo 2019 (4 sul grafico): dopo la fase di incertezza che seguì il periodo appena descritto, i prezzi del Bitcoin oscillarono tra un massimo di 4380 e minimo a 3415 dollari per oltre 14 settimane consecutive (5). Pochi giorni prima la rottura dei massimi a 4380 dollari, avvenuta il 2 aprile, la volatilità inizio ad aumentare arrivando a toccare il picco a 6.71 punti il 15 luglio 2019 (6), pochi giorni dopo aver visto i prezzi sfiorare i $14mila (a).
Conclusioni: nel corso degli ultimi 4 anni, con la volatilità inferiore a 1.5 punti, due volte su tre il periodo si è concluso con un movimento verso l’alto. Nel 2016, dopo l’incertezza del primo mese, il rialzo continuò a rafforzarsi nelle successive 7 settimane (inizio marzo) registrando un aumento oltre il 70%. Nel 2019 la corsa non conobbe soste per 9 settimane consecutive mettendo a segno un rialzo oltre il 250%. L’unica volta che la direzione ha preso la strada del ribasso (nov 2018) il movimento si realizzò in cinque settimane, accumulando una perdita di valore superiore al 50%.
A differenza dei tradizionali mercati finanziari la velocità dei movimenti dei prezzi Bitcoin , sia al rialzo che al ribasso, registra intensità simili.
“C’è nei mercati una categoria di trader che gode di ‘eventi rari inversi’, per i quali cioè la volatilità porta spesso buone notizie. Perdono soldi frequentemente ma in piccole somme, e ne guadagnano di rado ma in somme consistenti. Li chiamano ‘cacciatori di crisi’.”
(N.N. Taleb)