INVESTIRE IN AZIONI E OBBLIGAZIONI CON LA MACROECONOMIABuongiorno.
L’obiettivo dell’analisi è quello di analizzare alcuni importanti dati macroeconomici a livello europeo che rappresentano due fari per l’economia ma anche un buon punto di partenza per pianificare delle strategie in azioni e obbligazioni.
I protagonisti dell’analisi:
• PMI manifatturiero
• PMI sui servizi
• Fiducia dei consumatori
• Vendite al dettaglio
• Prodotto interno lordo
• STOXX 600
• ETF obbligazionario “IBGS”
• ETF obbligazionario “IBGL”
Buona lettura!
1. LA DEBOLEZZA DEI SETTORI MANIFATTURIERO E DEI SERVIZI
Mercoledì 23 sono stati rilasciati dei dati macroeconomici chiave che ben raffigurano il livello di intensità economica a livello europeo: i due PMI, quello manifatturiero e quello sui servizi. Osserviamo nella grafica successiva quelli che monitorano l’andamento dell’euro area:
• Il manifatturiero a 43.7 punti, superiore alla lettura precedente (42.7 punti)
• Quello sui servizi a 48.3 punti, inferiore alla lettura precedente (50.9 punti)
Consideriamo ora la Germania, prima economia nell’Unione Europea:
• Settore manifatturiero in pesante contrazione, a 39.1 punti, ma in leggero recupero rispetto alla lettura precedente (38.8 punti)
• Anche il settore dei servizi ha registrato una lettura negativa a 47.3 punti (ben inferiore al dato precedente che si attestava a 52.3 punti)
Anche la Francia, seconda economia nell’Unione, palesa delle debolezze in entrambi i settori:
• PMI manifatturiero a 46.4 punti (dato precedente: 45.1)
• PMI sui servizi a 46.7 punti (dato precedente: 47.1)
L’importante informazione da estrapolare è la seguente:
• Dopo i settori manifatturieri, anche quelli sui servizi hanno registrato una contrazione, andando al di sotto della soglia “spartiacque” dei 50 punti
I due PMI ricoprono un’enorme importanza in ambito macroeconomico per un semplice motivo: sono costruiti attraverso dei sondaggi posti ai direttori degli acquisti degli omonimi settori e sono la risultante della media di diverse variabili.
Per il settore manifatturiero le stesse sono rappresentate dai nuovi ordini, produzione, occupazione, consegne e scorte:
• La variabile sui nuovi ordini misura la quantità di ordini ricevuti dai clienti; essa può essere considerata come “la forza della domanda dei consumatori”
• La variabile “produzione” misura la quantità di beni prodotti nei settori
• L’occupazione si riferisce alla quantità di posti di lavoro creati o persi
• Le consegne misurano il tempo nel quale i fornitori consegnano le merci ai settori oggetti dell’indagine
• Le scorte indicano la quantità di merci detenute all’interno dei magazzini
Per quanto riguarda il settore dei servizi, le variabili sono:
• L’attività commerciale, che fornisce una panoramica riguardante la salute del settore
• L’indice dei prezzi, riferito ai prezzi pagati dalle aziende
• Occupazione
• Nuovi ordini
• Consegne
Le due grafiche seguenti mostrano a livello grafico l’enorme importanza dei PMI: essi sono correlati positivamente al prodotto interno lordo:
Utilizziamo ora un po’ di logica. Visto l’impatto dei due dati macro sulla ricchezza totale prodotta, cosa potrebbe accadere qualora gli stessi continuassero a rimanere in territorio di contrazione? A tal proposito, si osservi la grafica successiva:
Ogni qualvolta entrambi hanno registrato delle contrazioni si sono verificati scenari drammatici:
• La crisi immobiliare del 2008
• La crisi del debito sovrano
• La pandemia
• La crisi energetica del 2022
Quale scenario per il 2023? I dati fanno riflettere. Qual è il vostro pensiero a riguardo?
2. IL DATO SULLA FIDUCIA DEI CONSUMATORI
Lo stesso 23 agosto è stato rilasciato un altro (fondamentale) dato macroeconomico che, personalmente, osservo sempre attentamente (tra poco capirete i motivi): quello sulla fiducia dei consumatori, osservabile nella grafica successiva:
Esso ha registrato un valore di -16 punti, inferiore alla lettura precedente (-15.1) e alla previsione degli analisti (-14.3).
Vi chiederete il motivo per il quale il dato ricopre un’enorme importanza. Essa può essere riassunta in due punti:
• È un indicatore anticipatore del ciclo economico
• Ricopre una grande importanza negli investimenti
Proseguiamo con ordine:
• Il dato fornisce una misura della fiducia dei consumatori dell’Area Euro nell’attività economica e viene elaborato grazie ad un’indagine effettuata su circa 2300 consumatori, dove gli intervistati rispondono a quesiti riguardanti le prospettive economiche correnti e future.
Per maggior trasparenza, le due grafiche mostrano alcuni dei quesiti posti ai consumatori sulle loro prospettive (a livello italiano):
È possibile osservare come il sondaggio fornisca informazioni “coincident” (domanda 5) e “leading” (domanda 13)
Torniamo a noi. La logica vuole che i consumatori spenderanno del denaro per beni e servizi in base alle loro aspettative, in particolare:
• Se essi saranno fiduciosi, è altamente probabile che spenderanno denaro in beni durevoli, non durevoli, servizi e investimenti
Non è un caso che il dato macroeconomico sia correlato positivamente a quello sulle vendite al dettaglio:
Concludiamo dunque affermando che per Paese è fondamentale avere dei consumatori fiduciosi, capaci di spendere denaro e di trainare, in questo modo, l’economia. Da qui deriva la correlazione positiva PIL-Consumer Sentiment:
Da non dimenticare un concetto fondamentale che chiarifica la grafica precedente (qualora ci fossero dei dubbi):
• Nella formula di calcolo del PIL (con il metodo della spesa) è presente la variabile C, consumi! Più i consumatori saranno in fiducia e più consumeranno aumentando in tal modo la variabile stessa e…il prodotto interno lordo (essendo quella formula di calcolo una somma)
3. FIDUCIA DEI CONSUMATORI, PMI MANIFATTURIERO, MERCATO AZIONARIO E OBBLIGAZIONARIO
Se il consumer sentiment è strettamente legato alle vendite al dettaglio e al PIL, a cos’altro sarà legato? Sicuramente agli utili societari:
• All’aumentare di essi, aumenterà il prezzo delle azioni
Questo spiega un’altra fondamentale correlazione: quella tra fiducia dei consumatori e STOXX 600:
Concentriamoci sulla prossima grafica:
Il benchmark azionario europeo tende a realizzare delle buone prestazioni durante le fasi in cui cresce l’ottimismo dei consumatori.
Il grafico sul dato macroeconomico è particolarmente utile in quanto tende a muoversi creando delle tendenze ben definite, rialziste e ribassiste.
Lo stesso trend ci permette ipoteticamente di creare dei punti di acquisto e vendita sul benchmark.
Quali sarebbero state le prestazioni ottenute acquistando lo STOXX600 ad un “cross over” del dato macroeconomico su una media mobile semplice a 8 periodi (applicata al dato stesso) e vendendolo al successivo “cross down”?
Osserviamo le due grafiche successive (consumer sentiment in nero e STOXX600 in blu):
• 10 profitti
• 4 perdite
Per applicare strategie di questo tipo servirebbero sicuramente altre indagini, ma i due esempi rappresentano comunque un buon punto di partenza.
Un altro grafico da utilizzare per la ricerca di conferme di entrate e uscite a mercato (da abbinare, dunque, al consumer sentiment) potrebbe essere rappresentato dal PMI manifatturiero. Perché? Osserviamo la grafica successiva:
I due dati macro sono correlati positivamente tra loro.
Il motivo è presto spiegato:
• Essi si influenzano tra loro
Infatti:
• Ad un aumento dell’attività manifatturiera sarà legato un aumento dell’occupazione e dunque, un aumento del reddito dei consumatori: a maggior reddito, maggiori spese
• A maggiori spese corrisponderà una maggior produzione del settore e un aumento dei nuovi ordini
Inoltre:
• Più la domanda dei consumatori sarà forte e più le imprese saranno incentivate ad investire capitali per acquistare nuovi impianti di produzione (contribuendo all’aumento della variabile I della formula di calcolo del PIL)
Tre punti che possono essere riassunti in un concetto:
• I due dati macroeconomici presentano le stesse tendenze all’interno delle sei fasi del ciclo economico
E se invece ci fossero delle divergenze? Osserviamo l’immagine successiva:
• Da febbraio 2009 a marzo 2011 e da luglio 2012 a dicembre 2017 il benchmark azionario registrava ottime performance, accompagnato al rialzo dai due dati macro, convergenti tra loro. Sarebbe stato “più sicuro” investire
• Da settembre 2022 ad agosto 2023 buone performance del benchmark ma divergenza tra i due dati; sarebbe stato “meno sicuro” aprire delle posizioni long
Un trend rialzista di un indice azionario sarà dunque ritenuto più “sano” quanto più sarà accompagnato al rialzo da dati macroeconomici chiave.
E ad una fiducia dei consumatori ribassista cosa preferire? Scopriamolo nella grafica successiva:
Il grafico correla il dato macroeconomico (in blu) a un indice di forza: quello tra SXXP (STOXX 600, al numeratore) e IBGS (al denominatore), in nero.
IBGS è un ETF che replica l’andamento di un paniere di obbligazioni europee a bassa duration (di 1.71 anni, per la precisione).
La correlazione tra i due grafici è positiva, motivo per il quale:
• Ad un ribasso del dato macroeconomico (e quindi, ad una situazione economica di risk-off) è meglio preferire bond ad azioni
Vi chiederete il motivo per il quale ho inserito un ETF obbligazionario a bassa duration rispetto ad uno a più alta volatilità. Il motivo è semplice:
• Un ETF ad alta duration potrebbe ritrovarsi a perdere più di un benchmark azionario qualora una condizione di risk off sia innescata da un aumento dei tassi di interesse (come nel 2022)
La conferma arriva nella grafica successiva, sostituendo IBGS con IBGL (ETF con le stesse obbligazioni ma a lunga duration, di 16 anni):
Qualora ci fossero dei dubbi commentate pure. Ci tengo a precisare che l’analisi non rappresenta un consiglio di investimento ma una “piccola guida”.
A presto!
Idee operative EUCCI
LA POSSIBILE SPIEGAZIONE DEI TREND RIALZISTI DEI LISTINI EUROPEIL’obiettivo dell’analisi è quello di cercare di spiegare il trend rialzista dei principali listini europei attraverso un’analisi macroeconomica. Come scoprirete, alcuni dati macroeconomici hanno la capacità di influenzare l’andamento dei listini europei.
Con la BCE alle porte, si potrà presto assistere ad un nuovo impulso ribassista del DAX, FTSEMIB, CAC40 e IBEX35?
Argomenti dell’analisi:
• L’importanza del dato sulla fiducia dei consumatori
• Il suo impatto sul PIL e su altri dati macroeconomici
• La sua correlazione con i listini europei
• Il catalizzatore “tasso di inflazione”
• Lo ZEW: un importante leading indicator per il futuro degli indici azionari
Buona lettura.
1. L’IMPORTANZA DEL DATO SULLA FIDUCIA DEI CONSUMATORI E IL SUO IMPATTO SULL’INTENSITA’ ECONOMICA E SUI QUATTRO INDICI AZIONARI EUROPEI
Il dato macroeconomico sulla fiducia dei consumatori, misurato dall’European Commission, è tra i più importanti.
Esso fornisce una misura della fiducia dei consumatori dell’Area Euro nell’attività economica e viene elaborato grazie ad un’indagine effettuata su circa 2300 consumatori dell’omonima area, dove gli intervistati rispondono a quesiti riguardanti le prospettive economiche correnti e future. Esso è mostrato nella grafica seguente:
Perché il dato è così importante da osservare? È probabile che la figura successiva chiarisca il motivo:
Esso è fortemente correlato (positivamente) al prodotto interno lordo dell’omonima area misurato anno/anno; quest’ultimo è il dato principale per stabilire il livello di intensità economica (in base alla ricchezza prodotta).
Il legame tra i due dati macroeconomici è presto spiegabile:
• Se i consumatori sono fiduciosi, è altamente probabile che spenderanno denaro in beni durevoli, non durevoli, servizi e investimenti
Non è un caso che la correlazione tra l’indice di sentiment e le vendite al dettaglio, come mostra la grafica successiva, sia positivo:
Un aumento del dato sulle vendite al dettaglio è da legare ad un aumento della domanda dei consumatori: all’aumentare di quest’ultima, aumenterà sicuramente la produzione delle industrie. Questo è mostrato dalla correlazione positiva nella grafica successiva:
I dati rappresentati nella grafica contribuiscono poi, in positivo o in negativo, all’intensità economica, e questo è dimostrato dalle correlazioni positive osservabili nella grafica successiva:
Chi andrebbe a beneficiarne di un sentiment positivo dei consumatori e del loro relativo aumento di domanda e di spesa? Sicuramente le società che, all’aumentare dei volumi di vendita, aumenteranno gli utili realizzati. Il fatto andrebbe a catalizzare il sentiment degli investitori che, con prospettive di utili futuri in crescita, andranno ad acquistare azioni di società quotate in borsa.
Questo è vero?
Andiamo a scoprirlo osservando le quattro grafiche successive, nelle quali al dato sulla fiducia dei consumatori sono correlati i quattro indici europei principali:
• DAX tedesco
• FTSEMIB italiano
• CAC40 francese
• IBEX35 spagnolo
Ogni indice azionario è correlato in maniera fortemente positiva al dato macroeconomico.
L’impatto dell’indice di sentiment sul mercato azionario è dunque da considerarsi forte. Interessante l’ultima grafica di questo paragrafo:
I principali quattro indici azionari hanno realizzato il tanto discusso ultimo rialzo (con DAX e CAC40 ai massimi storici) proprio in concomitanza del rialzo del dato macroeconomico.
2. DATI MACROECONOMICI IN RALLENTAMENTO MA INDICE DI SENTIMENT DEI CONSUMATORI RIALZISTA. PERCHE’?
Osservando le grafiche precedenti è facile osservare delle importanti divergenze: i dati macroeconomici denotano debolezza al contrario della fiducia dei consumatori, rialzista.
La domanda sorge spontanea:
“Come è possibile che, nonostante i dati macroeconomici siano in rallentamento e nonostante la Germania e, più in generale l’Area Euro, siano entrati in recessione tecnica, l’indice di fiducia si mantiene in territorio rialzista?”
Questo potrebbe suggerirlo la grafica successiva, con un importante correlazione negativa: quella tra indice di fiducia e tasso di inflazione dell’euro area:
Un mese prima del processo di disinflazione, discusso a gran voce dai media, il sentiment dei consumatori trovava il suo minimo (a settembre 2022); un mese dopo il tasso di inflazione misurato a/a vedeva il suo massimo.
Uno dei principali catalizzatori dell’aumento dei prezzi a livello europeo era stato l’enorme aumento dei prezzi del natural gas europeo, “gonfiato” dalla crisi energetica come conseguenza del conflitto in territorio ucraino:
Ciò che potrebbe aver catalizzato in positivo il sentiment dei consumatori è la grave recessione che si pensava potesse investire l’omonima area. Al calmierarsi di questa potenziale possibilità che, come ben ricorderete, era stata data quasi per certa, sembra che i consumatori abbiano tirato un sospiro di sollievo. Un potenziale recessione, particolarmente intensa e duratura, avrebbe sicuramente impattato in maniera fortemente negativa sugli utili delle società europee.
Quindi, se la fiducia dei consumatori dovesse mantenere il suo trend, sarebbe possibile osservare un continuo rialzo degli indici? A tal proposito, si osservi la figura successiva:
Essa mostra la correlazione positiva tra l’indice di fiducia dei consumatori e l’euro area ZEW economic sentiment index.
• L’euro area ZEW economic sentiment index è un indicatore costruito attraverso dei sondaggi posti a circa 350 investitori istituzionali e analisti tedeschi sulle prospettive economiche a sei mesi per l’omonima area
Esso ricopre una grande importanza dal momento in cui, negli ultimi 23 anni, è stato spesso un leading indicator del dato sul sentiment dei consumatori:
Osserviamo ora l’ultima grafica:
Il “leading indicator” ha creato una nuova gamba ribassista; vista la sua funzione anticipatrice, anche l’indice della fiducia dei consumatori invertirà nuovamente la sua tendenza al ribasso? Se ciò accadrà, anche gli indici percorreranno la stessa traiettoria viste e considerate le correlazioni osservate precedentemente?
3. LO SPETTRO DELLA BCE
Domani, alle ore 14:15, sarà comunicata la decisione sul tesso di interesse della BCE. Nella grafica successiva è possibile osservare come le aspettative siano di un aumento di 25 punti base (dal 3.75% al 4%):
Più la politica monetaria sarà restrittiva, altrettanto più alta sarà la possibilità di osservare una contrazione dei dati macroeconomici. Infatti, ricordate bene:
• I tassi di interesse sono innalzati in modo tale da “combattere” l’inflazione. In questo modo, l’accesso al credito diviene più oneroso (in gergo, aumenta il costo del denaro): a questo punto, consumatori e aziende tenderanno a non creare debito per spese e investimenti; a spese e investimenti in calo corrisponderà una decrescita economica e una…diminuzione dei prezzi.
Se ciò dovesse sfociare in una recessione, che sarà discussa e ridiscussa da tutti i mass media, i consumatori dell’euro area saranno altrettanto “positivi”? E se così non fosse, che destino per i listini europei?
Commenteremo assieme lo svilupparsi della situazione. Qualora qualche concetto fosse stato poco chiaro o per un’opinione personale commentate pure.
Buona giornata!