SP500 – Rialzo Vero o “FALSO”? Il Livello 6.778 Decide TuttoIl rialzo dello SP500 è reale… o solo una finta destinata a crollare? In questo video analizziamo il livello chiave 6.778$, decisivo per capire se è un vero segnale di forza o l’ultima trappola dei mercati.
Metodo Ciclico 3.0.
⚠️ Lo SP500 è arrivato a un punto di verità: il livello 6.778$ può confermare un rialzo autentico… oppure smascherare un movimento “falso”, tipico da lingua di Bayer o swing di Giuda (ICT)
In questa analisi spiego cosa osservare nei prossimi giorni per distinguere una semplice continuazione rialzista da un imminente ribaltamento strutturale.
📊 Punti chiave dell’analisi:
• Il minimo del 21 novembre può essere un T+3… oppure un T+4 in massima estensione.
• La salita ha toccato solo lo swing di un T+3, non di un T+4 → attenzione massima.
• Possibile lingua di Bayer (metodologia ciclica) o swing di Giuda (ICT).
• Il 30 dicembre è una data affollata di Gann → possibile massimo relativo.
• Il livello 6.778$ è lo spartiacque:
– Sopra → struttura rialzista intatta
– Sotto → rischio attivazione annuale inverso
• Il massimo a 6.920 è la conferma per invalidare la lingua di Bayer. Se superato e poi perso → probabile forte inversione ribassista.
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📅 Pubblicato il: 07/12/2025
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WisdomTree - Tactical Daily Update - 09.12.2025La tregua in Ucraina si allontana di nuovo: salgono azioni della difesa.
Domani la decisione della FED: mercati convinti di un taglio di 25 bps.
Oro, argento, rame e altri metalli industriali verso i record dell’anno!
USA: Segretario di Stato Bessent euforico: crescita reale sopra il +3%.
Le Borse europee hanno archiviato l’8 dicembre con passo incerto, mentre gli investitori continuano a puntare i riflettori sulla riunione della Federal Reserve di mercoledì, cruciale per confermare o deludere le attese di un taglio dei tassi.
I principali listini del Vecchio Continente si sono mossi in ordine sparso: Francoforte ha chiuso leggermente positiva (+0,07%), Parigi è rimasta sostanzialmente piatta (-0,08%), Madrid ha trovato un minimo slancio (+0,11%) e Londra ha ceduto -0,23%. Un quadro nel complesso fiacco, che riflette più attesa che direzione.
A brillare davvero è stato invece l’indice Stoxx Aerospace&Defense, miglior performer della seduta con +1,6%, che porta l’avanzata del 2025 a un poderoso +55%. A sostenere il comparto tre fattori intrecciati: il ritorno di interesse per i temi difensivi, prospettive geopolitiche complesse e un quadro macro che continua a spingere i capitali verso settori ritenuti resilienti.
Sul fronte macro, infatti, gli ultimi dati Usa mostrano un raffreddamento del mercato del lavoro, con un rapporto del settore privato debole e indicatori che segnalano un rallentamento generale dell’occupazione. Il tutto accompagnato da un PCE core in ulteriore decelerazione, confermando che l’inflazione continua a convergere verso l’obiettivo della Federal Reserve.
Con un taglio da 25 bps ormai ampiamente scontato, l’attenzione degli operatori si concentra sulle mosse del 2026, quando la banca centrale avrà anche un nuovo Chairman.
A complicare il quadro geopolitico, e a giustificare parte del movimento nel settore difesa, sono le notizie sull’Ucraina. La pace resta tutt’altro che vicina. Secondo indiscrezioni riportate da Politico Europe, gli Stati Uniti starebbero spingendo perché Kyiv ceda il Donbass, ipotesi che il presidente Zelensky continua a respingere. Le pressioni americane avvengono mentre in Europa cresce il dibattito su come gestire una nuova fase del conflitto.
Sul fronte europeo, la Germania si prepara intanto a un massiccio salto di qualità sul piano militare: il Bundestag dovrebbe approvare 29 contratti di appalto per 52 miliardi di euro, un importo record destinato a trasformare la Bundeswehr nella forza convenzionale più potente del continente.
Protagonista del rally borsistico è stata Rheinmetall (+3,5%), che ha annunciato un nuovo ordine di munizioni da 120 mm per i carri armati Leopard 2, nell’ambito di un contratto quadro da 4 miliardi valido fino al 2030.
Brilla anche l’Italiana Fincantieri, salita +4% grazie alle indiscrezioni di una maxi-commessa da 3 miliardi per tre fregate Fremm Evo destinate al Portogallo.
Dalla Cina arrivano segnali macro positivi: la bilancia commerciale di novembre supera i US$ 1.000 miliardi, e le esportazioni crescono +5,9% annuo, compensando il crollo verso gli Stati Uniti (-28,6%). Le importazioni aumentano dell’1,9%, contribuendo a sostenere gli indici domestici. Interessante anche la fotografia del Wall Street Journal sulla manifattura cinese, che continua ad ampliarsi a livello globale, col colosso dell’e-commerce Temu torna ai vertici delle app più scaricate negli USA.
Sul mercato valutario l’euro arretra leggermente a 1,1622 contro dollaro (-0,15%), mentre contro yen sale a 181,13. Il biglietto verde resta debole, schiacciato dall’aspettativa di un’imminente riduzione dei tassi.
Le borse asia-pacifico del 9 dicembre si muovono senza una direzione definita. Cina in rosso (CSI300 -0,6%, Hang Seng di Hong Kong -1,3%, con l’attenzione catturata dal messaggio in cui Donald Trump comunica di aver autorizzato Nvidia a spedire alcuni chip AI h200 in Cina “a condizioni di sicurezza nazionale adeguate”, affermazione che ha ricevuto una risposta positiva dal presidente Xi.
Il Nikkei giapponese avanza 0,1% dopo un’asta dei titoli di Stato giapponesi poco brillante, mentre aumentano le attese per un rialzo dei tassi BoJ entro l’anno. In India pesa la minaccia di dazi USA sul riso, mentre a Seoul il Kospi (+50% in sei mesi) conferma la leadership globale del settore semiconduttori, cresciuto addirittura dell’80%.
Sul versante delle materie prime, il petrolio apre la settimana in flessione (-1,2%). Non si prevedono scossoni legati alla Fed, mentre sul fronte geopolitico G7 ed EU discutono la sostituzione del price cap sul greggio russo con un più severo divieto ai servizi marittimi. Il Cremlino, dal canto suo, ribadisce che l’India continuerà a comprare petrolio russo “ai prezzi migliori disponibili”.
Il gas naturale USA ritraccia dopo aver toccato un massimo di 5,49 dollari, complice la notizia della ripresa delle spedizioni di GNL russe verso la Cina dal terminal di Portovaya.
L’oro resta in moderata correzione, in area 4.170 dollari, frenato dal piccolo rimbalzo del dollaro e in attesa della Fed.
I rendimenti dei Treasury risalgono: decennale 4,18%, trentennale 4,83%, biennale 3,60%. Le previsioni degli economisti puntano su tagli molto limitati, e questo spiega parte dell’aggiustamento al rialzo. Per il Tesoro USA, la crescita resta robusta: il Segretario Scott Bessent ha definito la stagione natalizia “molto forte”, prevedendo un PIL reale al 3%.
Infine, il calendario delle banche centrali si fa intenso: oltre alla Fed, arriveranno le decisioni della Bank of England e della BCE il 18 dicembre, mentre la BoJ chiuderà la stagione con il meeting del 19.
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L'analisi su S&P500 - giovedì 4 dicembreLe borse statunitensi sono avanzate mercoledì, sostenute da un inaspettato indebolimento del mercato del lavoro che, pur evidenziando nuove crepe nel comparto occupazionale, ha rafforzato ulteriormente le aspettative di un taglio dei tassi da parte della Federal Reserve nella riunione della prossima settimana.
Il contratto future sul principale benchmark azionario americano ha terminato le contrattazioni a 6.864 punti, in rialzo di circa lo 0.3%.
Debolezza dell’occupazione privata spinge le attese di allentamento monetario
Il rapporto ADP ha aggiunto ulteriore slancio alla narrativa “dovish”: secondo i dati, il settore privato ha tagliato 32.000 posti di lavoro a novembre, sorprendendo nettamente al ribasso rispetto al consenso che attendeva un incremento modesto.
I mercati monetari assegnano ormai quasi il 90% di probabilità a un taglio dei tassi di 25 punti base nella riunione del FOMC della prossima settimana.
L’attenzione quindi ora si sposta sui dati di oggi relativi alle richieste iniziali di sussidi di disoccupazione e all’aggiornamento ufficiale dei prezzi al consumo — il PCE core in uscita venerdì — che rappresenta la misura di inflazione di riferimento per la Federal Reserve, anche se questo rifletterà un quadro dati non aggiornato per via dello shutdown di settembre.
S&P500 future, quali livelli monitorare ora?
Dopo i rialzi della scorsa settimana, in questa ottava il future su S&P500 si sta muovendo lateralmente cercando di consolidare al di sopra dei 6.800 punti.
Quali sono i livelli da monitorare con più attenzione in questo contesto?
Supporti principali
Primo supporto: 6.860
Questo livello rappresenta per oggi la prima area da difendere in ottica rialzista; se il mercato dovesse scendere sotto questa soglia, potremmo scendere fino a 6.830 punti, zona di reazione dopo il pullback di ieri.
Secondo supporto: 6.810
Questo livello rappresenta per questa settimana la principale area da difendere in ottica rialzista; se il mercato dovesse scendere sotto questa soglia, probabili vendite dapprima fino a 6.773 punti ed in estensione a 6.730 punti, zona di probabile minimo settimanale.
Terzo supporto: 6.700
Qui passa la media mobile a 80 giorni (6.849 circa), che spesso funge da "airbag" nelle fasi di volatilità elevata. Una rottura decisa sotto i 6.700 aprirebbe spazio a ribassi potenzialmente fino a 6.550, con volatilità in aumento.
Resistenze principali
Prima resistenza: 6.900
Siamo a un soffio dal massimo storico di 6.950. Le prese di profitto si concentrano tra 6.900 e 6.930—solo una chiusura sopra questi livelli potrebbe innescare nuovi acquisti e short covering, spingendo il future verso nuovi record.
Per oggi una salita verso area 6.900 punti sarà probabile se supereremo quota 6.880 punti, livello significativo di resistenza intraday.
Seconda resistenza: 7.000 (psicologica)
Livello tondo, amato dagli algoritmi e dagli investitori istituzionali: non ci aspettiamo in questo momento una mossa sopra tale livello, ma è chiaro che il superamento dei 7.000 potrebbe scatenare un rally emotivo, anche se va prestata attenzione ai falsi breakout.
Molto probabile che il mercato farà fatica a trovare una direzionalità marcata prima della riunione della Fed di settimana prossima, dove Powell sarà chiamato a dare indicazione sulla guidance della banca centrale in vista del 2026.
Sintesi Operativa
Sopra 6.920: spazio a nuovi massimi storici, con volatilità che potrebbe esplodere
Tra 6.700 e 6.900: fase laterale di consolidamento, adatta a strategie range-bound
Sotto 6.700: rischio di accelerazione ribassista, con volatilità in ulteriore aumento
Fine del QT della Fed: quale impatto sull’S&P 500?La Federal Reserve statunitense (Fed) dovrebbe porre fine al suo programma di quantitative tightening (QT) il 1° dicembre 2025. Questo passaggio segna l’interruzione della riduzione del suo bilancio, dopo anni dedicati a ritirare liquidità dal sistema finanziario per combattere l’inflazione post-COVID. Storicamente, la fine di un ciclo di QT ha spesso coinciso con un miglioramento della tendenza dell’S&P 500. Tuttavia, pur essendo un segnale piuttosto favorevole, merita un’analisi sfumata, in un contesto in cui l’indice si trova già a livelli di valutazione storicamente elevati.
1) Uno sguardo alla storia: un punto di svolta spesso favorevole
Nei precedenti episodi, in particolare nel 2012 e nel 2019, la fine del QT ha coinciso con una stabilizzazione e poi una progressiva accelerazione dei mercati azionari. La logica economica è abbastanza intuitiva: quando la Fed smette di ridurre la liquidità, la pressione sulle condizioni finanziarie diminuisce. Gli investitori anticipano quindi un ambiente monetario più prevedibile, talvolta preludio di un ciclo di allentamento. Questo miglioramento del sentiment ha spesso sostenuto gli indici statunitensi nei mesi successivi.
Non si tratta di un legame meccanico, ma di una tendenza osservata: la fine del QT funge da sollievo, eliminando un fattore di restrizione monetaria che pesava sui multipli di valutazione.
2) Perché restare prudenti nonostante questo segnale?
Il contesto attuale differisce per diversi aspetti. Innanzitutto, alla fine del 2025 l’S&P 500 mostra livelli di valutazione vicini ai suoi record, sostenuti da poche grandi capitalizzazioni tecnologiche. Questa concentrazione implica che una parte del potenziale rialzo futuro è già scontata nei prezzi. Inoltre, anche se la Fed pone fine al QT, ciò non garantisce né un rapido calo dei tassi né un immediato ritorno a una politica monetaria molto accomodante. La banca centrale potrebbe preferire mantenere una postura restrittiva finché l’inflazione non convergerà in modo duraturo verso il suo obiettivo.
Infine, gli investitori dovranno affrontare incertezze persistenti: rallentamento della crescita globale, margini sotto pressione in alcuni settori e tensioni geopolitiche che potrebbero generare volatilità.
3) Perché mantenere un orientamento ottimista?
Nonostante queste cautele, diversi elementi giustificano un cauto ottimismo. La fine del QT elimina un significativo vento contrario per le azioni. Se l’inflazione continua a normalizzarsi, la Fed disporrà di maggiore flessibilità, il che potrebbe migliorare le prospettive economiche e sostenere gli utili aziendali. In sintesi, la fine del QT non è una garanzia, ma rappresenta un catalizzatore positivo in un contesto in cui è presente il rischio di valutazioni di mercato eccessive.
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triangolo simmetrico su sp500triangolo simmetrico su sp 500, è molto probabile una rottura al rialzo verso 6890 per poi formare una divergenza ribassista.
la media del tick a 50 giorni sul nyse è a -96, e anche sul nasdaq gli ultimi giorni ha fatto registrare chiusure molto basse che indicano vendite consistenti, il che fa pensare ad uno stallo del bull market per i prossimi mesi
SPX. Chiuso 2 gap nel mese. Rally o prese di profitto in arrivo?L’indice S&P 500 (SPX) ha chiuso la seduta di venerdì scorso sui massimi di giornata, andando a coprire integralmente il gap down lasciato aperto in apertura giovedì 13 novembre. Questo movimento arriva al termine di un novembre caratterizzato da forte volatilità ma anche da un robusto recupero delle quotazioni.
I due gap di novembre
Nel corso del mese l’indice aveva già chiuso un primo gap down, quello lasciato aperto il 4 novembre, evidenziato sul grafico con il cerchio bianco di sinistra. In quell’occasione, una volta colmato il vuoto di prezzo, lo S&P 500 aveva avviato una fase di ritracciamento durata alcuni giorni, segno che l’area di gap aveva funzionato come zona di presa di profitto per il mercato.
Rottura della trend line
Prima di chiudere il gap del 13 novembre, i prezzi hanno rotto al rialzo la trend line ribassista tracciata sui massimi discendenti, rappresentata sul grafico dalla linea blu. Il breakout è stato seguito da un pull back di conferma in chiusura di mercoledì 26 novembre, messo in evidenza dal cerchio giallo, da cui è ripartito l’attuale impulso rialzista che ha spinto l’indice verso i massimi di fine mese.
Cosa osservare ora
Nelle prossime sedute sarà cruciale monitorare la tenuta della vecchia trend line discendente, che ora assume il ruolo di supporto dinamico, per capire se il pull back resterà valido. In alternativa, un’estensione dei prezzi sopra i massimi dell’ultimo gap chiuso aprirebbe spazio a nuovi massimi di periodo, confermando la forza del recupero di novembre sul principale indice azionario statunitense
Analisi S&P500 future dopo il taglio della FedGli investitori statunitensi hanno accolto con favore la decisione della Federal Reserve di ridurre nuovamente il tasso di riferimento, una mossa ampiamente prevista ma accompagnata da un elemento inatteso: le nuove proiezioni macroeconomiche del Comitato indicano una crescita significativamente più robusta per il prossimo anno, mentre l’inflazione dovrebbe continuare ad essere moderata.
La reazione sui mercati è stata immediata. Il Dow Jones Industrial Average ha toccato i livelli più alti da metà novembre — quando l’indice aveva messo a segno un nuovo massimo storico — chiudendo in progresso dell’1,05% a 48.057,75 punti. L’S&P 500 ha archiviato la seduta con un guadagno dello 0,67% a 6.886,68, mentre il Nasdaq 100 è avanzato dello 0,42% chiudendo a 25.776,44 punti.
Top e flop nell'S&P 500
Tra i titoli azionari più performanti dell'indice S&P 500 figurano Western Digital (+7,32% a 181,95 dollari), LKQ (+7,21% a 30,20 dollari), Eastman Chemical Company (+6,13% a 64,96 dollari) e SanDisk (+6,11% a 232,86 dollari).
Tra i titoli più deboli ci sono invece DoorDash (-4,21% a 220,30 dollari), Netflix (-4,14% a 92,71 dollari), HCA (-4,05% a 468,73 dollari), T-Mobile US (-2,99% a 195,32 dollari) e AppLovin (-2,94% a 703,28 dollari).
Analisi tecnica S&P500 future
Dopo la brillante performance registrata nella seduta di ieri, il future sull’S&P 500 sta mostrando un fisiologico arretramento nella sessione di giovedì. Al momento della scrittura, il contratto cede quasi l’1%, riportandosi in area 6.800 punti, dopo la chiusura di mercoledì a 6.891 punti.
L’analisi del grafico daily evidenzia con chiarezza come, nelle ultime giornate, il mercato abbia incontrato una resistenza significativa in prossimità dei 6.900 punti. Sul fronte degli acquisti in questi due ultimi giorni di contrattazione della settimana riteniamo che un’accelerazione al rialzo sarà possibile in caso di ritorno sopra i 6.890 punti, con primo target 6.925 punti, poco al di sotto dei precedenti massimi storici.
Nonostante la correzione odierna, lo scenario di fondo rimane costruttivo; in tale contesto, le correzioni intraday continuano a configurarsi come opportunità di ingresso in ottica long, finché la struttura tecnica non mostrerà segnali di deterioramento.
Un primo campanello d’allarme arriverebbe solo in caso di ritorno sotto i 6.780 punti, condizione che dovrebbe favorire l’avvio di una fase correttiva più estesa, con primo supporto rilevante in area 6.725 punti.
S&P 500 — QE tecnico vs. QE classicoLa Federal Reserve degli Stati Uniti (FED) ha annunciato ieri la sua ultima decisione di politica monetaria dell’anno, con un taglio del tasso dei federal funds al 3,75%. Jerome Powell ha tenuto una conferenza stampa e la FED ha aggiornato le sue proiezioni macroeconomiche per il 2026.
C’è ormai un equilibrio totale tra l’obiettivo sul tasso di disoccupazione e quello sull’inflazione. Ricordiamo anche che il programma di Quantitative Tightening (QT) è sospeso dal lunedì 1° dicembre e che la FED è pronta a utilizzare lo strumento del proprio bilancio per ridurre ogni tensione emergente nel mercato interbancario e monetario e per garantire che i rendimenti obbligazionari non mettano sotto pressione lo Stato o le imprese.
Mentre l’indice S&P 500 si muove sui suoi massimi storici e occorre giustificare un livello di valutazione senza precedenti, un “QE tecnico” della FED nel 2026 sarebbe sufficiente per contenere i tassi d’interesse a lungo termine e sostenere il mercato azionario?
È fondamentale comprendere che un “QE tecnico” non è un programma classico di Quantitative Easing (QE) e che il suo impatto sui tassi a lungo termine resta limitato. In questo senso, un QE tecnico apporta liquidità a breve termine, ma non rappresenta un sostegno strutturale.
Concretamente, un QE tecnico consiste soprattutto nel stabilizzare il funzionamento del mercato monetario: operazioni di repo, aggiustamenti temporanei del bilancio, interventi mirati in caso di tensioni. Ciò impedisce che i tassi a breve schizzino all’improvviso, ma non implica che la FED entri in un ciclo massiccio di allentamento. Gli investitori devono quindi evitare di sovrainterpretare il termine “QE”: qui l’obiettivo è operativo, non macroeconomico.
Mentre un QE classico comprime l’intera curva dei rendimenti, stimola il credito e alimenta un vero ciclo di appetito per il rischio, un QE tecnico funge da “ammortizzatore” più che da motore. Previene una crisi di liquidità, ma non crea un nuovo slancio strutturale. Per un mercato azionario già sui suoi massimi storici, la sfumatura è fondamentale.
Va quindi minimizzato? Non proprio. In un contesto in cui le valutazioni sul mercato USA sono molto elevate e in cui il minimo stress sui tassi può innescare prese di profitto violente, la semplice capacità della FED di intervenire in modo chirurgico per calmare i mercati può bastare a mantenere un clima di fiducia. Un QE tecnico non è carburante per una nuova gamba rialzista, ma può impedire turbolenze che indebolirebbero gli indici americani.
In sintesi, mentre un QE classico crea un ambiente espansivo, un QE tecnico crea soprattutto un ambiente stabile. E per un S&P 500 sui massimi, la stabilità potrebbe già essere un sostegno non trascurabile.
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SPY SPX L'indice S&P500 alla prova di una resistenza chiaveBuon mercoledì 26 Novembre 2025 e bentornati sul canale con un nuovo contributo di aggiornamento tecnico sull'indice S&P500.
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Perchè sono SHORT sull'Sp500? Negli ultime settimane il prezzo ha completato un’estensione significativa e sta iniziando a mostrare i primi segnali di esaurimento del momentum. Ho applicato le proiezioni e i ritracciamenti di Fibonacci sull’ultimo swing rialzista e il quadro tecnico suggerisce livelli di attenzione molto chiari.
🔍 Zone Tecniche Principali
1️⃣ Livello di ritracciamento ottimale: 5500-6000 pt (ricordiamoci di avere un pò di elasticità quando si parla di target)
Il livello dei 5500-6000 punti corrisponde alla zona di ritracciamento ideale, data dalla confluenza tra:
-Il Fib 0.618 dell'intero movimento rialzista,
-Un’area volumetrica precedentemente attiva,
-Il punto mediano dei precdente ritracciamenti dopo i massimi, calcolati con le proiezioni di fibonacci
-Come ulteriore conferma ho deciso di buttare sul grafico una sinusoide e le barre cicliche, e come per magia tutto coincide, siamo al picco della sinusoide e siamo ormai a metà inoltrata della barra ciclica attuale, oltretutto vorrei segnalare una ulteriore conferma data da una divergenza su TF1W sull'RSI14.
Come mostrato sul grafico si può vedere come a ulteriore supporto ci sia anche il canale rialzista che si è andato a creare dopo il covid e da ormai 5 anni l'SP500 sta seguendo alla perfezione.
Se con tutte queste conferme tecniche c'è ancora qualche analista che crede nella teoria del random walk, tanti auguri!
Da notare con la EMA20/50/100 siano già violate e il POC, l'ultimo grande supporto volumetrico, ormai sia stato perso.
L'ultimo grande supporto rimane la EMA200 che a mio avviso ci troveremo esattamente sulla banda inferiore del canale quando l'indice riprenderà la corsa verso l'alto (ricordiamo che la EMA200 è usata dagli istituzionale per acquistare).
RICORDIAMO CHE IL TRADING E' UNA MATRIOSKA, ANALISI DI BREVE SU TF1D E INFERIORE E MEDIO SU TF1W, QUINDI PRENDETE LE VOSTRE DECISIONE IN BASE ALLA VOSTRA' PREFERENZA.
📌 Scenario Atteso
Discesa in zona 5500-6000 punti, tenendo sott'occhio l'RSI14 in caso si creino nuove divergenze rialziste (da guardare su TF1W) e la banda centrale (che funge da supporto) quelle inferiore teoricamente fungerà da salvagente per la ripresa e la ripartenza del dell'indice in questione.
RICORDIAMOCI CHE GENERALMENTE I PREZZI SCENDONO A UNA VELOCITA DOCCIA RISPETTO A QUANDO SALGONO.
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SCUSATE QUALCHE ERRORE QUA E LA CHE SICURAMENTE HO COMMESSO, E' LA PRIMA VOLTA CHE PUBBLICO UN IDEA SU TRADING VIEW.
LASCIATEMI UN LIKE SE VI E' PIACIUTA LA MIA IDEA!
Market SymphonyMarket Simphony in chiave di Dollaro.
È la lettura di tutto il resto.
L’80% del commercio globale è regolato in dollari.
Se il dollaro sale, tutto ciò che è prezzato in dollari diventa più caro per chi non usa il dollaro e questo raffredda domanda, importazioni, produzione e investimenti.
Quando il DXY si impenna:
- l’Europa rallenta
- i mercati emergenti soffocano
- le merci diventano più care
- i flussi si spostano verso USA
Il dollaro è un misuratore del risk-off
Se gli investitori hanno paura, dove scappano? Sul dollaro.
È la valuta rifugio per eccellenza, più dell’oro.
Quindi:
DXY in salita = mercato che si copre
DXY in discesa = mercato che rischia
Tutto il risk-on mondiale vive e muore sulla direzione del dollaro. È un misuratore del risk-off.
Il dollaro è l’antagonista naturale di stock, commodities e bond
Non perché è cattivo, ma perché funziona così:
- Se DXY sale, le aziende USA fanno meno margine all’estero.
- Se DXY sale, petrolio e metalli tendono a scendere (sono quotati in USD).
- Se DXY sale, i bond globali devono offrire più rendimento per competere.
Il dollaro forte è come mettere un freno a mano sull’economia globale.
Il dollaro controlla i flussi di capitale.
I grandi fondi, quando il dollaro parte, non si mettono a filosofeggiare:
trasferiscono capitali negli USA perché vogliono proteggere il valore del portafoglio.
Dollaro forte =
- flussi in entrata su treasury
- flussi in entrata su mega-cap USA
- fuga di capitali dagli emergenti
- stress su commodity e carry trade
Il DXY anticipa tutto
L'indice del dollaro è lo strumento più veloce del mercato. Prima si muove lui, poi reagiscono:
- equity
- materie prime
- bond
- volatilità
Petrolio (CL)
È il termometro dell'economia globale. La produzione di beni è fortemente energivora. Una discesa del prezzo indica minore domanda = minore produzione = calo del fatturato. L'equity ne risente. Il petrolio anticipa gli indice azionari, anche quando questi salgono in divergenza grazie alla tenuta dei settori difensivi (Servizi, Lusso, ecc.)
Metalli (DBB)
ETF basato sui futures di rame, zinco e nichel.
Le prospettive di medio-lungo termine della produzione si riflettono sulla domanda di questi metalli, che ne sono il cuore. Se i grandi produttori di beni sono ottimisti, la domanda cresce; se sono pessimisti, la domanda ristagna o cala.
! Non è l’inflazione a far salire i prezzi dei metalli, sono i metalli che la generano quando la domanda aumenta (vedi 2020/2021).
Equity
Ovviamente qui dominano S&P 500 e Nasdaq. Dove vanno loro, prima o poi anche gli altri si adeguano. Tuttavia, non si tratta solo di investimento: si cerca di anticipare le svolte dell’economia reale o reagire, più o meno rapidamente, agli altri driver. C’è molta speculazione pura e semplice che influenza i prezzi. Prima o poi, però, anche l’equity dovrà adeguarsi agli altri indicatori.
Rendimenti obbligazionari (TNX)
Il TNX misura il rendimento del Treasury USA a 10 anni, uno dei pilastri del sistema finanziario globale. Il suo andamento è influenzato da inflazione, aspettative sulla FED e condizioni macro.
Spesso si muove in sintonia con il dollaro perché rendimenti più alti attirano capitali verso i Treasury, sostenendo il DXY.
Non è però una correlazione meccanica: nei periodi di stress può capitare che il dollaro salga mentre i rendimenti scendono per effetto dei flussi di fuga verso i bond.
Volatilità
È il Gran Finale della sinfonia. Il VIX misura la volatilità a 30 giorni basandosi sulle opzioni At The Money (sul prezzo attuale). In pratica, indica la paura in tempo reale su un orizzonte di circa un mese.
Lo SKEW calcola la volatilità sulle opzioni out Of The Money (prezzi futuri), usate soprattutto dallo smart money per copertura contro rischi imprevedibili. Se sale, non solo segnala timori di eventi negativi, ma indica anche che ci sono titoli da coprire. Se scende, significa che c’è poco da coprire: le mani forti hanno già ridotto le posizioni.
La divergenza con l’S&P 500 anticipa la discesa dell’equity (vedi il periodo pre-Covid). In un mercato sereno, dovrebbe muoversi in sintonia con l’S&P 500 (rumore a parte).
E veniamo finalmente all'analisi intermarket.
Ho considerato le probabilità assegnando ad ognuno dei quattro principali driver un punto sulla base dell'analisi: +1 se probabile rialzo / 0 se neutro / -1 se probabile discesa. Il tutto su un orizzonte di 3-4 mesi.
DXY:
Graficamente è intenzionato a proseguire il recupero dopo il minimo di luglio, Ciclicamente dovrebbe salire a chiudere il ciclo inverso annuale in circa 12-14 settimane, un trimestre per l'appunto. Punteggio: +1
Petrolio:
In netto calo da circa 2 anni, la sequenza ribassista è inequivocabile; i tempi per trovare il minimo di chiusura ciclica sono simili al DXY (Correlazione congrua) Punteggio:-1
DBB
È il barometro anticipatore del manifatturiero. Graficamente indica una domanda stagnante con probabile discesa a livelli più bassi. Punteggio: 0
SPX
Struttura ciclica in raffreddamento e probabile chiusura del ciclo annuale inverso (la partenza di un nuovo ciclo inverso quindi procura la discesa) Al momento la correlazione con il DXY è consona. Punteggio: -1
Il punteggio finale è quindi -1 leggibile come una discesa controllata dell'equity, anche se parecchio dipenderà dalla volatilità, ora in aumento, che potrebbe imprimere maggior velocità alla discesa.
N.B
Le correlazioni intermarket, per quanto diffuse e utili, non sono leggi fisiche. Sono relazioni probabilistiche osservate sul comportamento storico dei mercati, non formule matematiche certe. Usarle è razionale e perfettamente sensato, a patto di ricordare che funzionano in media, non sempre.
Per questo motivo un’analisi basata sulle probabilità diventa realmente efficace solo se accompagnata da un risk-management coerente.
La presente è la mia visione e non rappresenta un incentivo ad operare, investire o disimvestire.
Correzione conclusa?L’indice questa settimana ha toccato la sma20 weekly ed è ripartito come fa il più delle volte
Una correzione light del 7-8% circa dai massimi
Grossi volumi nella sessione di venerdì con molti titoli che hanno reagito al proprio supporto
Guardando al passato il pattern attuale somiglia molto a quello post COVID con un ulteriore anno di crescita prima del ritorno del bear market con inevitabile discesa alla sma200 weekly
Penso che la prossima parte della correzione sarà costituita da una rotazione settoriale perché i dubbi sulla sostenibilità delle quotazioni del settore IA rimarranno fino alle prossime trimestrali
Non penso che siamo già arrivati allo scoppio della bolla IA, al momento tutto sta ancora in piedi ma se (o quando) le società che hanno investito pesantemente inizieranno a non vedere i ritorni previsti la valanga sarà inarrestabile.
SPX L'S&P500 fa registrare volumi in acquisto record da Aprile!Buon venerdì 21 Novembre 2025 e bentornati sul canale con un aggiornamento tecnico a stretto giro sull'indice S&P500.
Una price action che mostra i muscoli e dei volumi da non sottovalutare.
Rimango in attesa, osservando con attenzione gli sviluppi nelle prossime 2-3 sessioni che diranno molto su quello che potrebbe essere il destino a breve termine dell'indice.
Buona serata e buon fine settimana
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Perché guardare i grafici ogni 5min ti rovina sonno e salute...Buona serata a tutti,
Il primo dei tre video di questa sera lo voglio dedicare a un tema che mi è particolarmente a cuore e che probabilmente toccherà molti di voi, come ha toccato anche me ormai diversi anni fa: parliamo di ansia, di sonno che manca, di giornate cariche di stress. Parliamo di quella stramaledetta over-esposizione ai grafici che il più delle volte può portare a un disequilibrio nella nostra vita che è poi difficile scrollarsi di dosso.
In questo video c'è anche parte della mia storia passata, e del perché io abbia deciso di lasciare stare i timeframe bassi, quelle candele a 5, 15, 30min che nient'altro non fanno - per noi investitori - che tanto rumore.
Auguro a tutti un buon ascolto, con la speranza che il contenuto possa essere utile a tanti all'interno della Community.
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SP500 ecco cosa potrebbe accadere nei prossimi mesiDivergenza ribassista mensile. Prendiamo come esempio nel grafico di sinistra la divergenza settimanale inquadrata, la struttura è praticamente identica, ora quindi potremmo avere un sp 500 che potrebbe quasi toccare la EMA50 mensile in febbraio/marzo in zona 5500-5700.
SPX US🌎La prima ondata dell'attuale impulso si è conclusa e ora siamo nella seconda.
L'obiettivo della seconda ondata è stato raggiunto: il gap è stato chiuso.
Una rottura di 6870 confermerà che stiamo entrando nella terza ondata.
Questo segnale si adatta bene al rally di Capodanno.
Inoltre, l'aspettativa di un taglio dei tassi da parte della Fed, così come la fine dello shutdown, sosterranno lo slancio rialzista.
SPX ES1! Non perderti questo video sull'indice S&P500!Di nuovo buon mercoledì 19 Novembre 2025 e bentornati sul canale con un nuovo aggiornamento tecnico sull'indice S&P500.
Tante cose stanno accadendo e tanti aspetti relativi a price action e volumi vanno monitorati... con grande grande attenzione.
Forse tra i miei video più importanti pubblicati fino ad ora. Non perdetelo.
Buona visione e grazie
storno finito?Bullish gartley su spx500, anche bullish cypher su US30 daily. ABC fatto, hanno bucato a stento il minimo de 7 novembre.
I titoli che fanno nuovi minimi sia su nyse che nasdaq non indicano bottom e neppure la put call ratio indica minimo di periodo.
Potremmo essere entrati in una fase di tranding range in cui vendere sui massimi e comprare sui minimi? in una fase cosi attendere i segnali per poi seguire il trend risulterebbe letale.
Al moment sul vix, partendo dal massimo di ottobre, si è formata una bearish gartley
Vorrei ricordare che il tick sul nasdaq era in forte acquisto fino a circa 10 giorni fa. nel 2026 l'sp 500 dovrebbe comunque andare verso o sopra 7500 punti, sia che storni a 6000 e sia che resti in laterale tra 6600 e 7000 per altri 2-4 mesi
Fine imminente del buco nero statistico negli Stati Uniti!Il lungo shutdown del governo federale americano ha avuto un impatto eccezionale sulla pubblicazione di alcune delle statistiche economiche più importanti del paese. Indicatori come il report sull’occupazione (NFP), l’inflazione PCE o il CPI costituiscono la spina dorsale della politica monetaria della Federal Reserve e influenzano profondamente la volatilità dei mercati finanziari. Il loro ritardo crea quindi un vero e proprio “buco nero” statistico.
Perché questi indicatori sono in ritardo?
Due agenzie federali sono state colpite:
• il Bureau of Labor Statistics (BLS), responsabile di NFP e CPI;
• il Bureau of Economic Analysis (BEA), che pubblica l’inflazione PCE e i dati su reddito e spese delle famiglie.
Durante lo shutdown, queste agenzie hanno dovuto sospendere la raccolta, l’elaborazione e la validazione dei dati. A differenza di una semplice pausa amministrativa, ciò disorganizza catene statistiche complesse basate su indagini presso imprese e famiglie. Alcuni dati non possono essere recuperati subito perché dipendono da scadenze rigide, spiegando perché alcune serie possano risultare incomplete, riviste in ritardo o addirittura cancellate.
Il caso dei Non-Farm Payrolls (NFP)
Il report NFP di ottobre —normalmente pubblicato a inizio novembre— è stato completamente bloccato. I segnali del BLS indicano che questo report potrebbe essere parzialmente o totalmente compromesso, in particolare l’indagine sui nuclei familiari, più difficile da ricostruire.
Il report di settembre, anch’esso ritardato, ha ora una data di pubblicazione chiara: giovedì 20 novembre 2025.
Per il report di ottobre non esiste ancora una data ufficiale. Le stime più probabili suggeriscono una pubblicazione a fine novembre o inizio dicembre, a condizione che la qualità dei dati sia ritenuta accettabile.
Il caso dell’inflazione PCE
Anche l’inflazione PCE di ottobre —prevista per il 31 ottobre— è stata bloccata. Il BEA ha annunciato una revisione dell’intero calendario, ma senza fornire subito nuove date certe.
Le proiezioni degli economisti indicano una pubblicazione intorno al 26 novembre 2025, potenzialmente in forma parzialmente “imputata” (con stime statistiche per colmare i dati mancanti).
Conseguenze per i mercati
L’assenza di questi dati chiave costringe gli investitori e la Fed a navigare alla cieca. La volatilità potrebbe rimanere elevata fino alla pubblicazione completa o parziale di questi indicatori, che dovrebbero tornare gradualmente a un calendario normale a partire da dicembre.
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La mappa segreta dei Mercati: il misterioso ciclo di BennerDa oltre un secolo, nella finanza compaiono grafici che sembrano più strumenti divinatori che vere analisi economiche. Tra i più noti c’è la “stampa di Benner”, una tabella che pretendeva di indicare con largo anticipo gli anni di boom e quelli destinati ai ribassi più violenti.
Ciclo di Benner: cos’è e cosa significa per il mercato oggi
Il Ciclo di Benner (Samuel T. Benner, 1875) è una griglia storica che individua anni di panic, good times e hard times sulla base di ripetizioni temporali (es. 16–18–20 anni per il grande panico; 8–9–10 anni per i picchi).
A prima vista la tabella di Benner può sembrare un cimelio d’altri tempi. Eppure, nei suoi primi decenni, stupì per la capacità di anticipare molte delle principali turbolenze americane.
Diversi anni indicati come “panic years” coincisero infatti con crisi reali:
• 1873, il Panic of 1873 vissuto direttamente da Benner.
• 1884, la crisi bancaria di New York.
• 1893, una delle recessioni più profonde del XIX secolo.
• 1907, il celebre Panic of 1907 che aprì la strada alla nascita della Federal Reserve.
• 1930 e 1937, due momenti chiave della Grande Depressione.
• 1973, lo shock petrolifero che travolse l’economia globale.
• 1987, il crollo del Black Monday.
Per anni la stampa apparve quasi una bussola misteriosa, così affidabile da finire appesa alle pareti di molti operatori finanziari dell’epoca.
I limiti della previsione
Il quadro però cambiò con la globalizzazione, il ruolo crescente delle banche centrali e la trasformazione tecnologica dell’economia. I cicli legati a ferro, agricoltura e prezzi delle materie prime persero centralità, e l’accuratezza del modello iniziò a ridursi:
• Il 1995, indicato come anno critico, fu invece un periodo di pieno boom tecnologico.
• La crisi del 2008, la più grave dagli anni ’30, non rientrava affatto nelle sue previsioni.
Oggi la tabella è più un documento storico che un vero strumento operativo (ammesso che lo sia mai stato). Rimane però affascinante: rappresenta uno dei primi tentativi di leggere i mercati attraverso cicli ricorrenti.
Perché è utile ma non magico
Benner fornisce contesto di rischio strutturale — non un calendario di crash. Può aiutare a tarare l’asset allocation e il position sizing: nei periodi identificati come più rischiosi conviene ridurre la leva e preferire la liquidità; nei periodi favorevoli si può avere maggiore esposizione azionaria, ma sempre con gestione attiva del rischio.
Secondo le ricostruzioni contemporanee del ciclo di Benner, il 2026 rientra in una fase di transizione: il ciclo segnala una maggiore probabilità di terminare una finestra favorevole entro il periodo 2024–2026 e di avvicinarsi a una fase meno espansiva nei successivi anni. Questo non è un’oracolo di fine bull-market, ma un segnale di “maggiore prudenza” statistica: aspettatiamoci una probabilità aumentata di maggiore volatilità e di rendimenti mediamente inferiori rispetto ai migliori anni del ciclo, senza però escludere picchi locali o continuazioni del trend rialzista guidate da fattori fondamentali.
Pertanto:
1) non usare Benner come trigger operativo
2) considerare opportunità di accumulo disciplinato se i fondamentali locali lo supportano
3) Attenzione alle elezioni americane di mid-term nel novembre 2026
S&P500 a Rischio: Dal 29 Ottobre può essere partito un Ciclo ...L’S&P500 è entrato in una zona di allerta massima.
Sul timeframe 8 giorni il massimo del 29 ottobre 2025 può rappresentare la partenza non solo di un T+2i, ma anche di cicli molto più ampi (T+4i, T+5i, fino a un possibile T+9i).
🔍 Livelli principali del Metodo Ciclico 3.0:
6657,68 $ (Eclipse T+4) → sotto → ritest → respinti = rischio ciclo superiore
6400 $ → prima area di supporto sano
6360,58 $ (swing T+5i inverso) → se preso → rischio annuale/biennale/quadriennale inverso
Il minimo del 10 ottobre è swing di un T+4 inverso: se violato, il quadro peggiora sensibilmente.
📌 Siamo in una zona che definisce il trend dei prossimi mesi/anni.
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