WisdomTree - Tactical Daily Update - 03.11.2023Si chiude la migliore ed insperata settimana per le Borse Usa e Eu.
Il nuovo “mantra”: finita la lunga fase del “tightening” monetario.
Il “risk appetite” va confermato, ma si vede su bond, azioni e cambi!
Europa: quadro macro debole, aiutera’ inflazione a scendere ancora.
Il mondo degli investimenti spera e crede che la fase piu’ aspra di politica monetaria, quella basata sull’aumento dei tassi di interesse sia stata raggiunta e che d’ora in poi si parlera’ della prospettiva di “easing monetario”. La decisione delle Banca Centrale Usa (FED-Federal Reserve) di lasciare invariato il costo del denaro ha avuto un altissimo “valore indicativo”, innescando un certo ottimismo.
Lo testimoniano i recenti robusti rialzi di Wall Street e delle altre principali Borse mondiali, la “riscoperta” delle azioni “tecnologiche” ed anche il forte calo dei rendimenti dei titoli governativi e delle obbligazioni societarie in Usa ed in Europa.
Non sorprende che gli asset finanziari che hanno tratto maggior giovamento dalla narrativa “piu’ morbida” della FED siano stati quelli che avevano sofferto di piu’ dell’aspettativa di “tassi più alti e a lungo”.
Le Borse europee ieri, 2 novembre, hanno chiuso con brillanti progressi e vicino ai massimi di seduta: Milano +1,77%, Parigi +1,85%, Madrid +2,02%, Francoforte +1,49%, e Londra +1,53%, dopo la decisione comunicata oggi dalla Banca di Inghilterra di lasciare i tassi stabili al 5,25% (!).
I rendimenti in calo dei “Governativi europei” segnalano fiducia e avvalorano scenari di calo dei tassi: lo spread tra Btp decennali italiani e omologhi Bund tedeschi e’ sceso ieri 2 novembre a 190 punti base, “rivedendo” i livelli di settembre: in parallelo il rendimento del decennale benchmark italiano e’ calato di -13 punti base a 4,58%: per confronto, quello del Bund tedesco e’ sceso di -7bps a 2,68%.
Seduta di sontuosi guadagni anche a Wall Street: Alphabet, Nvidia, Microsoft, Tesla, sono salite tra + 2 e +4%. Guardando ai 3 indici principali notiamo il Dow Jones e lo S&P500 a +1,7%, ed il Nasdaq a +1,8%.
Piccoli segnali di indebolimento sul versante occupazionale Usa: nella settimana chiusa il 28 ottobre, le richieste di sussidio di disoccupazione sono salite di 5 mila a 217 mila unita’, un po’ sopra il consenso che indicava 210 mila: le richieste di tipo “continuativo”, cioe’ percepite da almeno 10 settimane consecutive, sono cresciute di 35 mila a 1,818 milioni, valore storicamente basso, ma il piu’ alto da aprile.
Cresce invece oltre le attese, al tasso annualizzato del 4,7%, la produttività nel 3’ trimestre, ed in parallelo il costo del lavoro è diminuito di -0,8%, contro le attese per un +0,7%.
Come accennato, la Banca di Inghilterra (BoE) ha deciso una pausa sui tassi di interesse, lasciando il “repo-rate” a 5,25%, cosi’ come nella riunione di settembre, quando aveva deciso, dopo 14 rialzi consecutivi che avevano portato i tassi al record dal 2008, uno stop agli aumenti.
Lo spread di rendimentto tra BTp 10 anni italiano e Bund tedeschi di pari scadenza ha confermato l’area “190 punti base” dove era scesa mercoledi’: il rendimento del Bund benchmark 10 anni è sceso a 2,7%, quello del BTp a 4,6%, minimo da 2 mesi.
Il rasserenemento dei mercati e’ stato notato anche su quello valutario: il cross Euro/Dollaro e’ risalito a 1,062 da 1,054 di mercoledi’ 1’ novembre: tra gli altri cross di rilevo l’Euro/yen a 159,8 (da 159,2) e il Dollaro/Yen a 150,5 (da 151,09).
Tra le commodities energetiche nella giornata di ieri sono prevalsi gli acquisti sia di greggio, col Wti a 82,1 Dollari, +2,1%, che di metano europeo, +2,2% a 44,8 Eur/mwh.
Anche stamattina, 3 novembre, sembra prevalere un umore positivo ed una maggior propensione al rischio, nella convinzione che la Federal Reserve non aumentera’ ulteriormente i tassi di interesse dopo i cali marcati dell’inflazione.
Sul versante europeo, Isabel Schnabel, membro del Board dell’ECB (Banca centrale europea) non esclude futuri rialzi del costo del denaro, segnalando che e’ servito un anno per portare l’inflazione dal 10,6 del picco 2022 al 2,9% di ottobre, ma c’e ancora strada da fare per “centrare” il target del 2,0%.
In scia alle brillanti chiusure europee e americane di ieri, stamattina hanno brillato anche i maggiori indici azionari asiatici: Tokyo era chiusa per festivita’, ma Shanghai ha guadagnato +0,71%, Taiwan +0,68%, Mumbai +0,55% Seul +1,08%, Sidney +1,14%, Hong Kong +2,42% e Singapore +2,11%.
In Europa rialzi minimi, in media +0,3% (ore 13.30 CET) per le principali borse, che “tirano il fiato” dopo una settimana di rialzi: forse risentono di un quadro macro europeo che continua a segnalare debolezza: le esportazioni tedesche, -2,4% mensile, e la produzione industriale francese di settembre, -0,4% mensile, dopo il -0,1% di agosto, sono state sotto le attese.
Negli Usa, occhi puntati sul rapporto sul lavoro americano, dove si stima un moderato rallentamento a 170 mila nuovi posti a ottobre, in calo dai 336 mila di settembre: sara’ interessante valutare l’impatto del dato sui rendimenti dei titoli Treasury decennali Usa, protagonisti di un calo di oltre 30 punti base nell’ultima settimana, sino al di sotto quota 4,70%.
Positivi, di circa +0,3%, i future sui maggiori indici Usa, ma il destino di Wall Street sara’ peculiarmente impattato dal rapporto sul “Labour market”.
Scendono le quotazioni del greggio, Wti -0,8% a 81, Dollari/barile, e crescono quelle dell'oro, +0,4% a 2002 Dollari/oncia. (ore 13.30 CET)
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