Il “Trump trade” ieri si è esteso, tardivamente, all’Europa. Wall Street festeggia con nuovi record, bene azioni bancarie e small-mid caps. Prosegue la corsa di bitcoin, spinto dal favore di Trump e dall’effetto di “rarità”. Borse asiatiche in calo, temono i dazi della futura Amministrazione Trump.
Contagiate dall’euforia post-elettorale di Wall Street, cioè dal cosiddetto "Trump trade", ieri le Borse europee sono riuscite a recuperare parte dello svantaggio della scorsa settimana: Milano +1,6%, Francoforte e Parigi +1,2%, Londra +0,7%.
Positiva anche Wall Street: Dow +0,7%, Nasdaq e S&P500 +0,1%, mentre continua il momento molto tonico delle azioni bancarie e delle capitalizzazioni minori: spicca il +2,3% dell'indice KBW delle Regional Banks, e l’indice Russell 2000 delle small-mid caps, salito +1,5% riavvicinando il record storico del 2021.
Va detto che il cieIo delle Borse non è sgombro di nubi: basti pensare alle paure di un nuovo scontro sui commerci tra Stati Uniti e Cina, ma anche tra USA ed Europa, alle potenziali ricadute sull’inflazione della deregulation economica auspicata dal nuovo Presidente, ed ai rischi di eccesso di spesa e debito pubblico.
Tuttavia è evidente che alcuni “trades” post-elettorali siano ben alimentati da flussi di denaro: ad esempio quello su bitcoin, oltre US$ 80 mila, grazie al favore di Trump per le cryptovalute, o quello sul Dollaro, coi Treasuries Bonds che rendono bene e attirano capitali dell’estero.
ll cross Euro/Dollaro è sceso a 1,064 da 1,072 di venerdì 8, al minimo da aprile, e quello Euro/Yen giapponese è salito a 163,82, da 163,70, testimoniando la debolezza della divisa nipponica dovuta alla cauta narrativa della Bank of Japan su un possibile rialzo dei tassi: il rapporto Dollaro/Yen è salito a 153,4 da 152,6.
Il prossimo cruciale appuntamento “macro” è quello coi dati sull’inflazione Usa, in calendario per domani, 13 novembre, ma assai rilevante sarà anche lo speach del Chairman della Federal Reserve, Jerome Powell, previsto l’indomani, giovedì 14.
Per l’inflazione al consumo di novembre le attese sono di una risalita da 2,4 a 2,6%, con un incremento di +0,2% mensile, identico a quello del mese precedente: l'indice “core”, che esclude cibo ed energia, dovrebbe similmente segnare un aumento di +0,2% mensile e di +3,3% anno su anno, ancora ben sopra il 2% target.
Da questi 2 eventi si potrebbero cogliere le intenzioni sulle future mosse della Banche centrale (FED): secondo il FedWatch Tool del Cme Group, c'è il 69% di possibilità che la Fed decida un nuovo taglio di -25 bps al prossimo meeting nella settimana pre-Natalizia.
Chi non partecipa all’euforia post elettorale è il prezzo del petrolio con quello del Wti (West Texas Intermediate) sceso a 68,6 Dollari/barile, -2,6%, anche per lo scarso impatto sulla domanda di greggio stimato per il piano di stimoli all’economia cinese, che vuole chiaramente privilegiare le fonti rinnovabili ed i mezzi di trasporto elettrici.
In discesa, dopo la spettacolare galoppata di quasi +40% da inizio anno, il prezzo dell'oro, scivolato ai minimi da ottobre attorno a 2.605 Dollari/oncia. La perdita si riduce a poca cosa per gli investitori europei, visto il recupero del US Dollar sull’Euro.
Il movimento di forte recupero post-rielezione di Trump di bitcoin e delle altre “crytocurrency” ha basi fondate: il futuro Presidente (alias il Presidente eletto) ha ripetutamente espresso il suo favore per gli asset digitali, inoltre il pieno controllo dei Repubblicani al Congresso favorirà il varo di norme a sostegno delle criptovalute.
Oggi, 12 novembre, tutte le Borse asiatiche e dell'area Pacifico sono in calo, con la Borsa di Hong Kong che ha chiuso a -2,9%: pesanti anche Shanghai, -1,4%, Shenzhen, -1,0%, Seoul, -1,9% e Tokio, -0,5%. Tra gli operatori cresce l’attesa ed il timore per i prossimi dazi prospettati dal Presidente eletto Usa Trump.
Ad essere particolarmente deboli sono le azioni dei produttori asiatici di semiconduttori, dopo che l’attuale Amministrazione Usa ha introdotto ulteriori restrizioni alle vendite di chip alla Cina.
Taiwan Semiconductor Manufacturing ha perso oltre -3%, la coreana Samsung Electronics quasi -2%, la cinese Smic (Semiconductor Manufacturing International Corporation) circa -3,0%.
Le Borse europee sono partite in calo e terminano la mattinata con cali medi di -0,9% (ore 12.00 CET), guardando sia ai dati congiunturali in arrivo in settimana, che probabilmente confermeranno l’attuale ristagno economico del vecchio Continente, che a quello sull'inflazione americana di mercoledì, atteso in rialzo da 2,4% a 2,6%.
Inoltre c’è molta apprensione per l’imminente annuncio delle nomine “chiave” della futura Amministrazione Trump ed in particolare per quelle del Segretario di Stato e del Consigliere di Sicurezza nazionale: i candidati più accreditati sembrerebbero Marco Rubio e Mike Waltz, fedelissimi del Presidente e noti “falchi” verso la Cina.
A fine mattinata i future su Wall Street anticipano riaperture in frazionale calo, in media -0,4%, mentre non si ferma la corsa delle “cryptovalute”: bitcoin +4,4% sopra 85.400 Dollari (nuovo record storico) ed ethereum, +0,8% a 3.216 Dollari.
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