Marco_Bernasconi

PETROLIO... SE HAI UN ETC LA COLPA DEL CROLLO E' TUA

MIL:BRNT   WISDOMTREE BRENT CRUDE OIL
Pensavamo di averle viste tutte? Ci sbagliavamo. Ci siamo abituati in questi anni al concetto di tassi negativi, frutto di una finanza malata dove chi prende a prestito denaro, incassa anche gli interessi. Abbiamo finito per convincerci che sia normale, quando, di fatto non lo e’.

Ieri ne abbiamo imparata un’altra. Anche le commodities possono prezzare a prezzi negativi. What?? Si.. questo e’ quello che e’ accaduto ieri sera con il WTI che ha chiuso attorno ai -37 USD al barile.
Di chi la colpa? Della finanza e dell’industria finanziaria.
Un conto e’ parlare di eccesso di offerta, di problemi di stoccaggio, della necessita’ di vendere a sconto se non a prezzi simbolici il petrolio pur di liberare storage capacity, un altro e’ essere costretti a vendere il petrolio a prezzi che non hanno senso perche’ la finanza e’ diventata prevalente nel mondo reale.

Il sell off che abbiamo visto ieri sul WTI che ha portato ad un crollo senza precedenti e’ stato causato dall’impossibilita’ da parte degli investitori finanziari di ricevere il petrolio oggetto del contratto future. Nessuno di noi operatori finanziari e’ nella condizione di ricevere la consegna fisica del petrolio alla scadenza del future. Ne consegue che tutti dobbiamo rollare la posizione o chiuderla.
E se nessuno vuole comprare? Questo il problema che si e’ verificato ieri sera. In pochi, quasi nessuno era disposto ad acquistare il future in scadenza oggi perche’ nessuno (se non pochissimi eletti) era in grado di far fronte alla consegna fisica.

Questa inefficienza, meramente di natura tecnica, ha solo indirettamente a che fare con l’imbalance tra domanda ed offerta sul mercato del petrolio. Al contrario essa dipende da quanto siano preponderanti le posizioni finanziarie rispetto a quelle degli operatori commerciali. Quanto piu’ le prime prevalgono, tanto piu’ la distorsione si verifica dato che solo gli operatori commerciali possono di fatto ottenere la delivery fisica.
E mentre in passato, gli operatori commerciali erano ben contenti di acquistare a leggero sconto il future in scadenza proprio per lucrare su questa inefficienza, nella giornata di ieri lo hanno fatto solo a condizione che ne valesse veramente la pena. L’assenza di luoghi fisici su cui “storare” il petrolio ha fatto si che gli operatori commerciali acquistassero solo a particolari condizioni.. condizioni impensabili.
Il Sell off di ieri sera e’ quindi figlio della finanza speculativa, quella che tramite gli ETC consente a chiunque, anche a chi non conosce il funzionamento dell’ETC o del relativo sottostante, ad esporsi su questo mercato.
Il grafico sopra esposto mostra l’aumento settimanale dei flussi in entrata su uno degli ETC piu’ diffusi. Nelle ultime settimane, complice il ribasso del prezzo del petrolio, tutti sono corsi a “scommettere” su questa asset class aumentando enormemente il numero di contratti futures da rollare alla scadenza mensile!
I gestori degli ETC hanno dovuto procedere al roll over delle posizioni dalla scadenza di maggio a quella di giugno e hanno senza dubbio esacerbato il movimento di ieri.
Ma non e’ finita qua. A queste vendite si aggiungono quelle fatte dai broker retail per chiudere forzatamente le posizioni in futures detenute dai propri clienti. Molti dei clienti retail che acquistano futures sul petrolio non conoscono le scadenze dei futures, ne’ sanno che il futures sul petrolio e’ a consegna fisica. E cosi i broker sono costretti a chiudere forzatamente le posizioni onde evitare di dover andare a Cushing in Oklahoma a ritirare i barili di petrolio oggetto del contratto.
Al di la degli aspetti anche comici di questo evento, che mette in evidenza l’inefficienza di alcuni mercati e la necessita’ di creare due forme di contratti, uno a consegna fisica per gli operatori commerciali e uno a regolamento in cash per gli operatori finanziari, e’ necessario, come al solito fare altre considerazioni.
Quali le conseguenze del sell off di ieri?

1) Qualche broker potrebbe trovarsi in difficolta’. Broker molto esposti al business retail potrebbero trovarsi ad anticipare per conto dei clienti i pagamenti legati alle vendite a prezzo negativo del future con effetti devastanti sui conti.
2) Alcuni operatori finanziari professionali possono avere registrato delle perdite importanti nella giornata di ieri. Esse si rifletteranno nella necessita’ di liquidare posizioni su altre asset class per far fronte ad eventuali riscatti.
3) Il movimento di ieri del petrolio aumenta i rischi di pressioni deflazionistiche su cui abbiamo scritto nel report di ieri mattina.
4) La situazione nel mercato petrolifero statunitense potrebbe aggravarsi in modo sensibile. Molte compagnie petrolifere andranno in chapter11 e non riusciranno ad onorare i propri debiti. Questo avra’ un impatto sull’andamento degli ETF highyield USA in cui molte di queste obbligazioni sono inserite.
5) Molto probabile che la discesa del prezzo del petrolio continui nei prossimi giorni. La scadenza di giugno quota attualmente a 21.40 USD. Ma attenzione! Gran parte di quel prezzo incorpora gli elevati costi di magazzino. Il prezzo del petrolio sul mercato cash e’ quello che conta e che guidera’ i movimenti del future. E’ molto probabile assistere ad ulteriori discese del prezzo del petrolio fino a sotto 10 USD al barile. E siamo conservativi.
• OPERA SOLO quando le probabilità sono a tuo favore.
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