Risk-off mood in pieno svolgimento: inflazione alle stelle, tassi in ascesa. Il rallentamento europeo e’ una realta’, recessione possibile nel 2’, 3’ trimestre. Rendimenti dei Governativi europei ai massimi dal 2018 e non sembra finite. Crisi senza fine delle crypto-valute: resteranno solo le piu’ forti?
Ieri, lunedi’ 13 giugno, nuova seduta negativa dopo il venerdì nero della scorsa settimana. Milano, arrivata a perdere oltre -3%, ha recuperato nel finale, terminando a -2,8%, Londra -1,6%, Francoforte -2,5%, Parigi -2,7%.
Non e’ andata meglio a Wall Street, dove lo S&P500 e’ crollato a –3,9%, tornando in area “orso", ovvero oltre -20% dall’ultimo picco: male anche Dow-Jones -2,8%, Nasdaq -4,7%.
La svolta restrittiva apertamente annunciata dalla Banca Centrale Europea (ECB), che alzera’ dopo 11 anni di politica monetaria ultra-espansiva (i.e. “interessi zero”) i tassi a Luglio, disturba la prospettiva di crescita economica e gli investitori si chiedono se e di quanto peggioreranno le prospettive degli utili aziendali.
Non e’ piu’ un “tabou” immaginare e parlare di recessione negli Usa ed in Europa, col dubbio fondato che in qualche Paese, come Germania ed Italia, sia gia’ in atto. Per gli Stati Uniti, secondo un sondaggio informale di Bloomberg, la recessione arriverebbe solo a inizio 2023, ma non per questo meno dolorosa.
La riunione della Banca Centrale Americana (FED) di oggi, 14 giugno, e domani, fornira’ indicazioni utili a prefigurare il percorso di rialzo dei tassi che, per il momento, il mercato ipotizza in un aumento di +0,5% a giugno, senza tuttavia escludere un balzo di +0,75%, vista l’impennata dell’inflazione al consumo (CPI) comunicata venerdi’ scorso.
Il deterioramento ulteriore della prospettiva inflattiva ha spinto al rialzo il rendimento dei Treasury decennali USA, a nuovi massimi da novembre 2018: solo ieri, 13 giugno, è salito da +3,16% a +3,34% e, in parallelo, il differenziale tra il rendimento del “10 ed il 2 anni” è diventato negativo di 4 punti base.
La curva dei rendimenti “invertita” ha spesso rappresentato in passato l’anticipazione di una recessione economica. In ogni caso, vedere rendimenti sopra +3% sulla scadenza a 2 anni di un Governativo AAA (il migliore rating) ci dice che e’ finita la lunga e a tratti surreale fase del “doping” monetario, che ha tanto favorito l’accesso al credito a famiglie ed imprese.
Sotto crescente pressione anche i Governativi europei, col rendimento del Bund tedesco 2 anni, anch’esso con rating AAA, ma in Euro, tornato dopo oltre 10 anni, sopra +1%. Il Bund decennale “parametro” su cui si calcolano gli “spread” europei, ha toccato ieri +1,6%: quello dell’omologo BTP italiano ha superato +4%, record dall’autunno 2013.
Lo spread tra Btp e Bund tedeschi decennali ha toccato 245 punti-base, e suona come un campanello di allarme. Il debito pubblico italiano e’ solo cresciuto, da decenni a questa parte, combinandosi con una crescita economica inferiore alla media europea, con le sue ricadute sulle entrate fiscali. E’ un problema europeo e non solo nazionale, la Banca Centrale Europea lo sa bene. Dopo l’annuncio dello stop a fine giugno degli acquisti di titoli sul mercato col programma APP (Asset Purchase Program), la paura dei mercati e’ che il debito sovrano di alcuni Paesi periferici della Unione Europea possa essere bersaglio di iniziative speculative. Nelle parole del suo Presidente Christine Lagarde, l’ECB conservera’ margini di interento discrezionali, flessibili e rapidi, qualora si rendesse necessario contrastare l’eccessiva dilatazione degli spread: per ora, tuttavia, la scelta e’ stata quella di non anticipare dettagli di un’eventuale intervento sul mercato. Le paure degli investitori impattano anche sul mercato valutario, dove l'Euro ieri, 13 giugno, ha chiuso deboleissimo a 1,042, vicino ai minimi di 4 settimane. Similmente, prosegue il calo dello Yen giapponese, ormai prossimo al minimo storico di 134 verso Dollaro, per la gioia degli esportatori nipponici. Nel mondo “valutario” fa piu’ impressione il crollo delle criptovalute, che accentuando il movimento ribassista degli asset rischiosi:
Bitcoin, Ethereum & co. hanno perso circa -20% in una seduta. Cade il mito della “de-correlazione, della anti-ciclicita’, della riserva di valore” ma, a giudizio di molti, lo straordinario potenziale della tecnologia blockchain avra’ la sua rivincita. Non aiutano, per il momento, le ricadute reputazionali dei flash-crash di Terra-Luna, della momentanea sospensione dell’attivita’ della società di prestito di criptovalute Celsius e della piattaforma Binance per un problema tecnico dovuto ad una "transazione bloccata". Nel frattempo il valore di mercato delle “crypto” e’ passato dai 3 trilardi di Dollari di novenbre a meno di 1. Ancora su’ il prezzo del petrolio, dopo che ieri, 13 giugno, e’ rapidamente rientrato un tentativo di calo: il Brent guadagna oggi +0,6% a 121,6 Dollari/barile, che combinato al Dollaro ai massimi sull’Euro “ipoteca” qualunque scenario di raffreddamento dell’infllazione europea a giugno. Borse in calo stamane nell’area Asia-Pacifico, mentre le Borse europee, partite con un tentativo di rimbalzo, hanno virato in negativo a fine mattinata, testimoniando diffuso pessimismo. Futures su Wall Street marginalmente positivi, ma poco attendibili, nell’attuale mutevole contesto. (ore 12.00 CET).
Nel grafico, lo spread BTP-Bund decennali, che avvicina quota 250 bps ai massimi dal 2018.
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