Inflazione, rallentamento crescita e stretta monetaria deprimono le azioni. Economia Eurozona soffre piu’ di Usa e Asia di inflazione e conflitto in Ucraina. Rendimenti obbligazionarisempre piu’ su’: BTP 10 anni sopra il +3,2%. Molta retorica e protocollo nella parata del 9 Maggio in Russia.
Venerdi’ 6 le Borse europee hanno chiuso in calo una settimana difficile, con lo sguardo attento alla riapertura delle Borse Usa, reduci dal tonfo di giovedi’ 5, dove aveva spiccava il -5,0% del Nasdaq, 3’ peggior calo giornaliero nella storia dell’indice.
Milano (FtseMib) ha segnato -1,2%, sopra i minimi, Londra (Ftse100) -1,5%, Francoforte (Dax40) -1,6%, e Parigi (Cac40) -1,73%. In chiusura, pesante anche Wall Street: Dow Jones -0,3%, S&P500 -0,6%, Nasdaq -1,4%.
Per S&P500 e Nasdaq100 siamo rispettivamente alla quarta e quinta settimana consecutiva di calo! Morgan Stanley parla di una fuga precipitosa di investitori professionali, soprattutto hedge funds, mentre il “retail” avrebbero mantenuta invariata l'esposizione ai mercati azionari.
Il quadro macro europeo peggiora: in Germania la produzione industriale e’ calata bruscamente a marzo, -3,9% rispetto a febbraio, facendo peggio delle attese del mercato, che indicavano -1,3%. Anche la variazione anno su anno, -3,5%, fa peggio del -0,4% del consensus Bloomberg.
La guerra in Ucraina non si placa, ma per la Russia una vittoria e’ difficile ed onerosissima, per perdite umane, di armamento e per il crescente isolamento internazionale. Laconiche e ricche di retorica le dichiarazioni del Presidente Russo Putin nel Giorno della Vittoria: l’Occidente e la Nato premevano ai nostri confini, l’operazione speciale “preventiva” in Ucraina era inevitabile...etc.
Intanto pero’ i Paesi del G7 (maggiori potenze economiche mondiali) hanno deciso di interrompere molo presto l'importazione di petrolio russo, cosa su cui lavora faticosamente anche l'Unione Europea, alle prese con l'Ungheria che continua a porre il proprio veto.
Non si placano neppure le paure che gli aumenti dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale Usa (Federal Reserve, FED) possano essere troppo rapidi e massicci, rallentamento l’economia e risultando comunque tardivi ed insufficiente a placare un'inflazione galoppante.
Tuttavia, per ora, l’economia Usa corre e crea nuovi posti di lavoro: venerdi’ 6, i dati sull’occupazione hanno nuovamente stupito per la loro forza: in aprile sono stati creati 428 mila nuovi occupati, sopra le attese di +391 mila, associati ad un tasso di partecipazione al 62,2%, a livelli pre-pandemia, e tasso di disoccupazione stabile, 3,6%.
Il problema delle aziende Usa e’ piuttosto quello di trovare personale qualificato: cio’ si riflette sulla pressione al rialzo dei salari orari, cresciuti +0,3% mensile su marzo e +5,5% annuo, un ritmo che, pur non eguagliando quello dell’inflazione al consumo (CPI) e’ molto elevati in assoluto. Molta attesa, quasta settimana, al dato sui prezzi al consumo di mercoledi’ 11.
La salita dei rendimenti dei titoli governatici non conosce sosta: quello dei Treasury decennali Usa e’ salito ulteriormente a +3,19%, quello dei Btp italiani a +3,22% (massimo dal 2018), quello del Bund a +1,17%: lo spread tra BTP e Bund 10 anni vola a 205 bps (ore 12.45 CET) e cominia ad essere preoccupante....
Il prezzo del petrolio e’ molto volatile: dopo che l’Opec+ (cartello dei maggiori esportatori mondiali) nell’ultima riunione della scorsa settimana ha confermato la diciplinata ascesa mensile dell’offerta, il WTI (greggio di riferiemento Usa) aveva guadagna oltre +2% avvicinando 111 Dollari/barile. Oggi, 9 maggio, per la paura di un rallentamento globale, perde -2,7% a 107,7 (ore 12.45 CET).
Alla prospettiva di una minor crescita della domanda globale, si contrappongono le preoccupazioni per una riduzione dell’offerta, per il possibile impatto dello stop alla importazioni di greggio russo decise da Europa e G7. Tra i paesi esportatori “non Opec” miglior invece la prospettiva di offerta di Usa ed Iran.
Sul mercato valutario si impone nuovamente la forza del Dollaro, dopo l’effimero ritorno a 1,06 verso Euro, visto che stamane 9 maggio, lo rivediamo ai massimi dal 2018 a 1,054 verso Euro e 131,3 verso Yen giapponese.
Le Borse asiatiche hanno chiuso deboli stamattina: il CSI 300 di Shanghai&Shenzen ha perso -0,8% anche a causa dei dati sulla bilancia commerciale cinese di aprile, che ha visto le esportazioni salire del +4% annuale, in forte calo dal +14% di marzo, seppure sopra le attese.
La Cina registra un lieve calo dei nuovi contagi Covid-19, attorno a 4 mila, concentrati a Shanghai. Il premier Li Keqiang, in un convegno sul lavoro ha raccomandato agli imprenditori di salvaguardare l’occupazione, che sta soffrendo molto per le restrizioni alla mobilita’, come rivela il tasso di disoccupazione risalito ai massimi da maggio 2020, a +5,8%.
Il Nikkei giapponese ha perso -2,5%, Hong Kong è chiusa per il compleanno del Buddha, il Kospi coreano ha perso -1,3%, l’ASX200 australiano -1,5%, il Sensex indiano -1%.
Le borse Europee, a fine mattinata, perdono in media -1,2%, mentre i futures su Wall Street preludono a riaperture negative, -1% medio. Quinto calo consecutivo del bitcoin, -5% a 33.300 Dollari, minimi da metà gennaio.
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