Continuo aumento dei prezzi delle materie prime e dell’inflazione. Dati macro tedeschi confermano rallentamento europeo. Rendimenti dei Governativi europei ancora in risalita. L’economia cinese potrebbe ripartire dopo i lock-down primaverili.
Ieri, 7 giugno, seduta in calo per le maggiori Borse europee: nessuna sorpresa, visto che lo scenario macro e politico resta perturbato, con la minaccia di un’inflazione che potrebbe salire ancora in parallelo all’ascesa continua dei prezzi delle materie prime. L’inflazione elevata, combinata con politiche monetarie via via piu’ restrittive aumetano il rischio di stagnazione o recessione economica in Europa e Stati Uniti.
Non a caso, la Banca Mondiale (World Bank) ha tagliato le stime crescita 2022 di tutte le economie sviluppate, principalmente a causa di un’inflazione “sopra target”.
Oggi, 8 giugno, riunione del Consiglio direttivo della Banca centrale europea, che fornira’ nuove stime sull'inflazione ma non riservera’ sorprese sul fronte dei tassi: il primo rialzo, dopo 10 anni di immobilita’, e’ previsto solo nella riunione di luglio.
Dunque, alla chiusura di ieri, 7 giugno, arretramenti generalizzati per i listini europei: Milano -0,8%, Londra, Parigi e Francoforte -0,7%. Con un inaspettato guizzo dell’ultima ora, Wall street ha invece chiuso con buoni rialzi, prossimi a +1% sia per il Nasdaq che per lo S&P500.
Sul fonte macro europeo si moltiplicano i segnali di rallentamento: in Germania gli ordinii industriali sono calati ad aprile del -2,7% mensile e del -6,2% annuale. Nello stesso mese, la produzione industriale è cresciuta su base mensile del +0,7% contro il +1% atteso dagli analisti, ma e’ scesa del -2,2% su base annuale.
Qualche spiraglio di ritorno ad una crescita robusta si apre invece per la Cina, dove l'allentamento delle misure anti-Covid a Pechino e Shanghai dovrebbe ridare slancio a consumi, produzione industriale ed esportazioni del Paese, con riflessi positivi sulla crescita economica globale.
La crescita dei prezzi delle materie prime non conosce sosta: il prezzo del petrolio WTI (greggio di riferimento americano) e’ salito di oltre +1% sopra 120 Dollari/barile. Un po’ di sollievo sul versante energetico europeo lo da’ invece il prezzo del gas, che torna ai livelli pre-guerra in Ucraina, attorno a 80 Euro/megawattora.
Il prezzo del frumento oggi, 8 giugno, cala per il secondo giorno, dopo la sgradita impennata di lunedì 6 giugno. Il Ministro della Difesa turco Hulusi Akar segnala “progressi significativi" nei negoziati con Russia, Ucraina e Nazioni Unite per raggiungere un accordo che sblocchi l'esportazione via mare di grano dai porti ucraini sul Mar Nero.
Il ripegamanto dei prezzi di alcuni cereali non ha impedito che ieri siano stati raggiunti nuovi massimi storici dell’indice Bloomberg Commodity.
Calma relativa sul mercato valutario, con l'Euro attorno a quota 1,07 Dollari, in attesa del meeting della Banca Centrale Europea. Calo ulteriore, invece, per lo Yen giapponese, che nel fixing col Dollaro Usa torna ai livelli di aprile 2002, indebolito dalla politica monetaria “super-accomodante” della Banca del Giappone (BoJ).
Il cross Dollaro-Yen e’ attorno a 132,5, dopo un rapido passaggio a 133 Yen (ore 13.00 CET).
Stamattina 8 giugno, le Borse asiatiche, contagiate dalle chiusure positive di Wall Street di ieri, hanno chiuso mediamente in rialzo. Il Nikkei giaponese ha cosi’ chiuso ai massimi da oltre 2 mesi, trainato da titoli tecnologici ed energetici. L’economia Giapponese nel primo trimestre si e’ contratta meno di quanto anticipato: -0,5%, contro il -1% della prima lettura.
Anche le Borse della “greater China” hanno segnato i massimi da due mesi: l'indice Shanghai Composite e’ salito +0,7%, massimi da inizio aprile. L'Hang Seng di Hong Kong ha segnato +2,2%, il Kospi coreano si e’ accontentato di +0,4%, ed il Taiex taiwanese ha chiuso gli scambi a +1% (ore 13.00 CET).
Il Sensex indiano ha perso il -0,4%, dopo l’aumento dei tassi di +0,5% da parte della Banca Centrale Indiana (Reserve Bank of India): il consensus stimava un incremento di +0,4% a 4,80%, mentre la decisione e’ stata di portare il “refinancing rate” a +4,9%.
La Banca Centrale Indiana prevede e intende contrastare un’inflazione che permane oltre la soglia di tolleranza del +6%. Reazioni comunque contenute anche sul cambio Rupia/Dollaro Usa. Nelle stesse ore la Banca Centrale Thailandese ha deciso di lasciare invariati i tassi.
In Europa, dopo una partenza incerta, gli indici azionari sono peggiorati e, a fine mattinata, si registrano cali mesi del -0,6%. Maggiore tensione si rileva sul mercato obbligazionario dove lo spread di rendimento tra Btp decennali italiani e omologhi Bund tedeschi si e’ spinto sino a 212 punti base, col BTP decennale che rende +3,46%.
I futures sui maggiori indici di Wall Street anticipano riaperture in calo attorno a -0,7%, probabilmente disturbati dal coninuo rialzo del prezzo del petrolio che fa temere un brutto dato sull’inflazione Usa a maggio, previsto per venerdi’ 10.
Leggero rialzo del prezzo dell'oro, +0,2% a 1.850 Dollari/oncia, mentre tornano gli acquisti sulle cryptovalute: Bitcoin +4,1% a 30.800 Dollari. (ore 14.00 CET)
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