Peter_Braganti

WisdomTree - Tactical Daily Update - 15.12.2022

TVC:DXY   Indice Dollaro americano
FED alza I tassi di 50 bps, come previsto, ma Powell e’ piu’ falco di come sperato
Anche la BCE alzera’ I tassi di +0,5%: attenzione alle parole della Lagarde.
BCE aggiornara’ (in peggio) attese su crescita e inflazione 2023. Attenzione!
La Cina non riparte: deludono produzione industriale e consumi.

La giornata di ieri sui mercati azionari europei e’ stata naturalmente influenzata dall'attesa per le decisioni sui tassi della Banca Centrale Usa (Federal Reserve-FED): in linea con l’aspettativa di consenso, la FED ha annunciato un rialzo di 50 punti base, una misura inferiore agli ultimi 4 rialzi di 75 punti.

Un rialzo della stessa misura è previsto dalla Banca Centrale Europea, che alle 14.30 di oggi, 15 dicembre, annuncera’ la mossa restrittiva e illustrera’ lo scenario 2023, con un focus sui primi segnali di rallentamento dei prezzi, ma anche dell’economia.

Al termine di una seduta poco dinamica, si sono registrate piccole variazioni negative: Parigi -0,2%, Francoforte e Milano -0,3%, Londra -0,1%. Wall Street, nelle ultime 2 ore di contrattazioni dopo l’annuncio, tra oscillazioni marcate, ha chiuso con perdite frazionali: Dow Jones -0,4%, S&P500 -0,6% e Nasdaq -0,8%.

Il Chairman della FED, nel dibattito con giornalisti ed analisti, ha ribadito la forte volonta’ della Banca Centrale a proseguire nella sua politica restrittiva avviata circa 1 anno fa, e destinata a permanere ancora "per un certo tempo". Insomma, i recenti cali dell’inflazione non consentono ancora una revisione della “stance” (attitudine), sebbene la frenata dei prezzi abbia favorito un aumento piu’ contenuto dei tassi.

Col +0,5% di ieri il benchmark rate è salito a +4,5% e, nonostante la narrativa di Powell sia stata piu’ “hawkish” (da falco) di quanto si sperasse, la reazione di Wall Street e’ stata, alla fine, contenuta. Resta il fatto che il dato di inflazione al consumo (CPI) di novembre (+7,1% annuale) lascia ben sperare in futuri cali, che potrebbero favorire un ammorbidimento della politica monetaria nel 2023.

La crescita dei prezzi, anche in Europa, resta al centro delle decisioni della Banca Centrale: anche per l’ECB si attende un rialzo di 50 punti base, piu’ basso rispetto a i 75 decisi nelle ultime 2 riunioni, ma un’attenzione speciale sara’ dedicata alle parole che pronuncera’ il Presidente Lagarde sul tema della “traiettoria e del ritmo” dei rialzi nel nuovo anno: un “path” (sentiero) troppo ripido spingerebbe verso la recessione.

Oltre all’ECB, si riunisce anche il comitato di politica monetaria della Banca d'Inghilterra: anche da quest’ultima ci si attende un rialzo da +0,5%. Dagli Uffici Studi di entrambe arriveranno anche le stime aggiornate su crescita e inflazione 2023, mentre da Bruxell (ECB) giungeranno le prime indicazione sulla riduzione degli attivi di bilancio (alias “Quantitative Tightening”).

Come gia’ sottolineato dal Vice-Presidente De Guindos, si tratta di una cruciale nuova componente del processo di normalizzazione della politica monetaria. Verosimilmente si iniziera’ dai bond acquistati col programma APP (Asset purchase program), mentre difficilmente riguarderà quello emergenziale PEPP (Pandemic emergency purchase), dove l’ECB vorrebbe conservare discrezionalita’.

Ieri, 14 dicembre, nell’attesa del meeting dell’ECB, si e’ ampliato lo spread tra BTP decennali e Bund, salito sino 192 punti base rispetto ai 188 punti della vigilia: a cio’ si e’ associato un aumento del rendimento del Btp decennale, risalito in chiusura a +3,85%, dal 3,78% del giorno prima. Ci attendiamo volatilita’ e rischio di “allargamento” dello spread se narrativa e previsioni dell’ECB fossero “severe”.

Sul fronte macro globale, dalla Cina arriva la conferma della perdurante debolezza congiunturale: dopo che ieri la produzione industriale era calata su base mensile deludendo le aspettative, stamane anche le vendite al dettaglio di novembre, col calo del -5,9%, hanno mancato le attese di +3.7%!!

Complice anche un deficit commerciale giapponese più ampio del previsto, i listini azionari dell’Asia-Pacifico sono risultati piuttosto deboli e a soffrire di piu’ sono stati i titoli della tecnologia e dell'elettronica.

Nella mattinata “asiatica” il Dollaro si è rafforzato, riflettendo la conferma ufficiale della politica monetaria restritiva che finisce per alimentare una maggiore avversione al rischio. In attesa delli decisioni di politica monetaria della Banca centrale Europea, l’Euro scambio attorno 1,066 Dollari e 144,6 Yen giapponesi. Il Dollaro torna a guadagnare sulla valuta giapponese sino a 135,7.

Sul versante delle materie prime, notiamo il prezzo del petrolio invariato, a 77,3 Dollari/barile (WTI-West Texas Intermediate), mentre quello del gas naturale europeo, sulla piattaforma TTF di Amsterdam sale +1,8% a 134 Euro/megawattora. (ore 13.30 CET).

Le Borse europee, a fine mattinate, sono leggermente negative, con cali medi del-0,4%, ma e’ chiaro che prenderanno una direzione piu’ netta dopo l’annuncio dell’ECB delle 14.00 CET. I futures sui maggiori listini di Wall Street preludono a riaperture in calo, poco sotto il -1%, scontando ancora il messaggio “da falco” della FED. (ore 13.30 CET)

Segnaliamo oro ed argento deboli stamane, 15 dicembre: il prima cala -1,7% sotto 1.790 Dollari/oncia, il secondo, reduce da una galoppata che nell’ultimo mese e mezzo gli ha fatto guadagnare oltre +20% fin sopra 24 Dollari, perde -3,2% a 23,4 (ore 13.00 CET).

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