Il focus di questa settimana, non va dimenticato, è certamente il dato sull’inflazione americana, atteso mercoledì pomeriggio con l’uscita dei numeri sui prezzi al consumo (cpi), ma anche quello sui prezzi alla produzione, in uscita oggi pomeriggio. Ma ieri sono comunque uscite, nel pomeriggio, le aspettative di inflazione al consumo, sempre per gli Usa, e relative al 2025. Il dato ha lasciato le previsioni invariate al 3% a luglio 2024, come a giugno.

Le aspettative sui prezzi delle materie prime per l'anno a venire sono diminuite per la benzina e il cibo, ma sono aumentate per l'assistenza medica, l'istruzione universitaria e per gli affitti. Le aspettative di crescita del prezzo medio delle case sono invece rimaste invariate al 3%.

Nel frattempo, le aspettative di inflazione a tre anni sono diminuite bruscamente di 0,6 punti percentuali al 2,3%. Anche quelle a cinque anni sono rimaste stabili al 2,8%. Altrove, la crescita mediana degli utili prevista per un anno a venire è diminuita di 0,3 punti percentuali al 2,7% e la misura della disoccupazione è scesa di 1,0 punti percentuali al 36,6%.

REAZIONE BLANDA DELL’EQUITY

Il mercato azionario si è mosso poco, in una ennesima seduta di consolidamento, a bassa volatilità. Il mercato, nonostante i dati Usa della settimana scorsa, siano usciti migliori delle attese, si aspetta che la Fed tagli per la prima volta il costo del denaro nel mese di settembre, anche se c’è incertezza sull’entità del taglio, che secondo alcuni, potrebbe anche essere di 50 punti base.

Probabilmente saranno decisivi i dati sui Nfp di inizio settembre. A sentire i rappresentanti della Fed, che di volta in volta sono intervenuti in queste ultime settimane, non è certo il taglio del costo del denaro, ma probabilmente questo fa parte di una retorica necessaria per tenere i mercati un po’ sulle spine ed evitare che la bolla dell’equity possa amplificarsi.

VALUTE

Sui cambi c’è ben poco da dire con volatilità bassissima e trading range persistenti, con il solo Chf che si muove in presenza costante di una Snb non certo contenta di osservare la forza eccessiva della divisa. EurUsd in 40 pips di range tra 1.0910 e 1.0950 mentre il Cable è risalito a ridosso di 1.2800. La forza della valuta britannica è ricomparsa dopo le dichiarazioni aggressive di Catherine Mann della Boe, la quale ha messo in guardia contro l'autocompiacimento nonostante i recenti cali dell'inflazione, sottolineando che le pressioni inflazionistiche rimangono forti.

Ha evidenziato i continui aumenti nei prezzi di beni e servizi e ha avvertito che le pressioni salariali potrebbero persistere per anni. L'inflazione dei servizi continua a superare il 5% annuo, complicando gli sforzi per mantenere un obiettivo di inflazione nominale del 2%. Mann ha anche sollevato preoccupazioni sull’eccessivo rialzo dei salari.

Gli investitori sono ora in attesa dei dati sull'inflazione previsti per mercoledì, che dovrebbero mostrare un aumento dell'indice dei prezzi al consumo del Regno Unito al 2,3% dal 2%. Sarà il primo dato dopo il recente taglio dei tassi di 25 punti base della Banca d'Inghilterra e potrebbe rappresentare il primo aumento di quest'anno.

D'altro canto, le statistiche sulla forza lavoro previste per domani potrebbero rivelare un rallentamento nella crescita dei salari. Sempre sul fronte cambi le oceaniche anch’esse ferme così come lo Jpy che sembra indebolirsi verso i target che abbiamo richiamato più volte a 148.20 50 area.

istantanea

TURCHIA, TORNA L’INFLAZIONE

Il tasso di disoccupazione destagionalizzato in Turchia è salito al 9,2% a giugno 2024, la lettura più alta da agosto 2023, accelerando da un 8,5% rivisto a maggio e ben al di sopra delle previsioni dell'8,2%. Il numero di disoccupati è aumentato di 234 mila rispetto al mese precedente a 3,305 milioni, mentre l'occupazione è scesa di 341 mila a 32,522 milioni.

Allo stesso tempo, Il tasso di disoccupazione giovanile per coloro che hanno un'età compresa tra 15 e 24 anni è aumentato di 1,7 punti percentuali al 17,6%. EurTry ancora a ridosso dei massimi a 36.80.

AUSTRALIA, FIDUCIA DEI CONSUMATORI

L'indice di fiducia dei consumatori del Westpac-Melbourne Institute australiano è salito del 2,8% mese su mese, raggiungendo il massimo degli ultimi 6 mesi, in una dinamica di un'inversione di tendenza rispetto al calo dell'1,1% di luglio e ben al di sopra delle stime di mercato di un aumento dello 0,5%.

Il dato ha segnato il maggiore rialzo da febbraio, poiché i tagli alle tasse e altre misure fiscali sono diventati più evidenti mentre i timori sugli aumenti dei tassi si sono attenuati. Nel frattempo, le opinioni dei consumatori sulle condizioni economiche per i prossimi 12 mesi sembrano mostrare un cauto ottimismo, mentre Il sentiment sull’occupazione è rimasto coerente con un graduale rallentamento del mercato del lavoro.

Buona giornata e buon trading.

Saverio Berlinzani




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