Non molla invece il dollaro, ad eccezione dell'USD/JPY che venerdì ha perso sorprendentemente, con una price action molto strana, quasi 300 punti. Una discesa non veloce, nel senso che possiamo tranquillamente escludere l’intervento della BoJ, che di solito, quando compra JPY, fa crollare i prezzi di centinaia di pips in pochi minuti. Ciò che è accaduto forse si spiega con una liquidazione di posizioni di carry trades per liberare liquidità da parte di investitori di un certo peso, che probabilmente potrebbero voler uscire dall’equity e dai carry simultaneamente, in una fase delicata come quella attuale, caratterizzata da incertezza futura e da problematiche di cui abbiamo spesso fatto cenno, ovvero dei rapporti geopolitici tra gli USA della nuova amministrazione Trump e il resto del mondo, unitamente ai problemi interni legati alle promesse elettorali in contrasto con la necessità di dare un occhio anche al debito pubblico. In ogni caso, USD/JPY in discesa con possibili target prossimi in area 153.00.
Diversamente, sugli altri cambi contro dollaro la pressione del biglietto verde rimane fortissima, con la moneta unica a ridosso di 1.0500, così come il Cable a 1.2620. Non vi è cenno di grandi correzioni fino ad ora, in ragione del fatto che, dopo gli ultimi dati, Eurozona e UK hanno bisogno di stimolare il rilancio economico attraverso una riduzione dei tassi. L’inflazione infatti è ormai stabilmente al di sotto del 2%, target fissato dalle due banche centrali delle due aree. Cable sembra avere più strada da percorrere al ribasso rispetto alla moneta unica, dato che EUR/GBP sembrerebbe aver violato le prime resistenze rilevanti a 0.8335-0.8340 area. Target appare lontano, sopra 0.8450.
Oceaniche in difficoltà, soprattutto AUD/USD che non è lontano dai supporti chiave di 0.6350-0.6400 area. NZD/USD è già quasi sui supporti analoghi posti a 0.5790-0.5840. CHF stabile anche se sembra ci sia del fuoco che cova sotto la cenere per quel che riguarda la lotta tra risk on e risk off, con quest’ultimo che sembra riemergere. Infine, la salita inarrestabile di USD/CAD, non lontano da 1.4150, prossima resistenza.
EQUITY, SVANISCE L’EFFETTO TRUMP?
Chiusura in netto ribasso per Wall Street venerdì, con l'S&P 500 in calo dell'1,3%, il Dow in perdita di 305 punti (-0.70%) e il Nasdaq in ribasso del 2,4%. Gli investitori hanno reagito alle dichiarazioni del presidente della Fed Jerome Powell, il quale ha messo in evidenza la forza dell'economia, un mercato del lavoro resiliente in un contesto di inflazione persistente, che inevitabilmente portano ad abbassare le aspettative di molteplici riduzioni del costo del denaro. Le vendite al dettaglio di ottobre hanno infatti superato le previsioni, salendo dello 0,4%.
La borsa ne esce con ribassi inevitabili, anche perché l’euforia post-elettorale legata alle promesse di futuri stimoli all’economia da parte della nuova amministrazione sembra perdere di slancio, dopo aver illuso analisti e investitori sul fatto che le borse potessero continuare a crescere ad oltranza. E invece non è così, ma è anche normale che non lo sia. Meraviglia semmai l’euforia generalizzata post-elezioni, anche perché comunque eventuali stimoli alimenterebbero ulteriormente l’inflazione e la Fed, a maggior ragione, si troverebbe costretta a combatterla alzando i tassi.
E così le borse sono scese, il settore tecnologico ha registrato perdite significative, con grandi aziende come Nvidia (-3,2%), Amazon (-4,2%), Meta (-4%) e Alphabet (-1,7%) che hanno chiuso pesantemente in rosso. Anche le azioni farmaceutiche hanno perso quota dopo la notizia che Trump potrebbe nominare Robert F. Kennedy Jr. a capo del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani, che viene definito scettico sulla questione dei vaccini. Nel corso della settimana, l'S&P 500 ha perso il 2,2%, il Dow è sceso del 2,3% e il Nasdaq è sceso del 2,9%, invertendo la tendenza al rialzo post-elettorale guidata dall'ottimismo per le politiche del presidente eletto Trump.
EUROZONA, PREVISIONI DI MIGLIORAMENTO
Le previsioni della Commissione europea per l'autunno 2024 prevedono una crescita dello 0,8% nell'area dell'euro per quest'anno, la stessa delle precedenti previsioni rilasciate nel secondo trimestre di quest’anno. Mentre l'inflazione continua a diminuire e i consumi privati e la crescita degli investimenti riprendono, con la disoccupazione ai minimi storici, la crescita è destinata ad accelerare gradualmente nei prossimi due anni, ha affermato il commissario europeo per l'economia Paolo Gentiloni.
Per il 2025, le previsioni di crescita sono state riviste al ribasso all'1,3% dall'1,4% e per il 2026, l'economia dell'eurozona è prevista in crescita dell'1,6%. L'economia tedesca è ora prevista in contrazione dello 0,1% quest'anno, un'inversione rispetto alla crescita dello 0,1% prevista in precedenza. Guardando al futuro, si prevede che l'economia tedesca si espanderà dello 0,7% nel 2025 e dell'1,3% nel 2026.
Sul fronte dell'inflazione, nonostante una leggera ripresa a ottobre, in gran parte guidata dai prezzi dell'energia, l'inflazione complessiva nell'area dell'euro è destinata a più che dimezzarsi al 2,4% nel 2024, dal 5,4% nel 2023, prima di attenuarsi più gradualmente al 2,1% nel 2025 e all'1,9% nel 2026.
USA VENDITE AL DETTAGLIO ROBUSTE
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti sono aumentate dello 0,4% su base mensile a ottobre 2024, dopo un aumento rivisto al rialzo dello 0,8% a settembre e al di sopra delle previsioni di mercato dello 0,3%. Escludendo il settore automobilistico, le vendite al dettaglio sono aumentate dello 0,1%. Nel frattempo, le vendite escludendo i servizi di ristorazione, i concessionari di auto, i negozi di materiali edili e le stazioni di servizio, che vengono utilizzati per calcolare il PIL, sono diminuite dello 0,1%. I dati sulle vendite al dettaglio non sono adeguati all'inflazione e includono principalmente beni.
SETTIMANA ENTRANTE
Sarà una settimana relativamente tranquilla negli Stati Uniti, con i riflettori puntati sui dati PMI manifatturieri e dei servizi, insieme agli aggiornamenti del mercato immobiliare come permessi di costruzione, inizio lavori edilizi e vendite di case esistenti. Sul fronte della politica monetaria, i discorsi dei funzionari della Federal Reserve e del presidente della BCE Christine Lagarde attireranno l'attenzione di tutti noi, ovviamente, così come le decisioni sui tassi di interesse da Cina, Turchia e Sudafrica e i verbali delle riunioni della RBA.
Ma non dimentichiamo che usciranno i dati sull’inflazione in Canada, Regno Unito, Sudafrica e Giappone, mentre la Germania pubblicherà i dati sui prezzi alla produzione. Sono previsti anche i PMI flash di novembre per Australia, Giappone, India, Francia, Germania, Eurozona e Regno Unito. Nel frattempo, saranno pubblicati i dati sulla bilancia commerciale per Spagna, Eurozona, Svizzera e Giappone. Infine, Canada e Regno Unito pubblicheranno i dati sulle vendite al dettaglio unitamente all’indice di fiducia dei consumatori GfK in Inghilterra. Buon trading e buona settimana.
Saverio Berlinzani
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