Il FMI vede rallentamento della crescita globale e rischio recessione in US e EU.
Borse stanche e senza ragioni valide per salire. E se fosse una “bear trap”?
In Italia siamo pronti all’inverno: stoccaggi pieni, ma a che prezzi?!
Il super Dollaro resta forte, e non piace a nessuno.


L'attesa per i dati di giovedi’ 13 sull'inflazione americana di settembre, col loro impatto sulle prossime mosse restrittive della FED (Banca centrale americana - Federal Reserve) e le massicce vendite di azioni del comparto tecnologico innescate dalle limitazioni decise dal Governo Usa sulla vendita di tecnologia alla Cina, hanno pesato anche ieri, 11 ottobre, sui mercati finanziari.

Tutti i listini europei hanno chiuso in calo: Londra -1,1%, Milano -0,9%, Francoforte -0,4%, Parigi -0,1%. Discese differenziate per Wall Street: S&P500 -0,7%, Nasdaq -1,1%, e lieve ecupero del Dow Jones, +0,1%.

Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha intanto ridimensionato le stime di crescita per l'economia mondiale, sottolineando i crescenti rischi di recessione, in molte aree del Mondo, nel 2023.

Secondo l’FMI il rialzo dei tassi d’interesse in contrasto all'inflazione, l’impennata dei prezzi di energia e cibo aggravati dall'aggressione russa all'Ucraina, il rallentamento cinese coi suoi nodi irrisolti della crisi sanitaria ed immobiliare, ridimensioneranno la crescita globale al +3,2% nel 2022 ed al +2.7% nel 2023. Anche gli analisti di Goldman Sachs ritengono probabile ed imminente fase recessiva in Usa ed Europa.

La guerra in Ucraina prosegue con il secondo giorno di bombardamenti da lunga distanza coi quali la Russia mira a distruggere infrastrutture militari ed energetiche. In merito ad un possibile incontro tra il Presidente americano Biden e l’omologo russo Putin in occasione del prossimo G20, il Ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha detto che il Cremlino, se invitato, potrebbe accettare. Staremo a vedere..

Nel Regno Unito i titoli del debito pubblico sono di nuovo sotto pressione, dopo che la Banca d'Inghilterra (BoE) ha aumentato gli interventi di liquidità per “sedare” i mercati, sinora senza grandi risultati: la BoE ha annunciato ieri, 11 ottobre, nuove misure, per mettere in sicurezza i fondi pensione britannici, in difficolta’ per i forti cali di valore dei propri assets.

Gli acquisti di emergenza di Gilts (titoli governativi del Regno Unito), saranno aumentati da 5 a 10 miliardi di Sterline e riguarderanno per metà titoli Inflation-linked, massicciamente detenuti dai Fondi Pensione a prestazione definita (“defined benefit”). La notizia ha aiutato il cambio Sterlina/Dollaro USD a superare “quota 1,10” e a ridurre leggermente i rendimenti dei Gilts.

Come dicevamo, e' forte l’attesa dei mercati per i dati sull'inflazione Usa: oggi, 12 ottobre, e’ la volta dei prezzi alla produzione, mentre domani quella dei prezzi al consumo: soprattutto da essi dipenderanno le scelte di nuovi aumenti dei tassi da parte della Banca centrale, al momento stimati in ulteriori +75 punti base al meeting di novembre.

Se quello di settembre rappresentara’ il dato consuntivo piu’ recente, e’ interessante notare come le aspettative sull'inflazione Usa ad un anno, a settembre, siano scese da +5,74% a +5,4%: lo rivela l'ultimo sondaggio effettuato dalla FED regionale di New York: era a +6,8% a giugno.

Se la prospettiva ad un anno indica un “rientro” dai picchi estivi, non cambia, per ora, la convinzione di diversi membri della FED di un necessario ed energico rialzo dei tassi: la Presidente della Fed regionale di Cleveland, Loretta Mester, ha rimarcato ieri che la FED e’ ancora lontana dall’obbiettivo di ridurre l'inflazione e che, pertanto, procedera’ nella stretta monetaria.

In Italia ha sorpreso positivamente il dato sulla produzione industriale, che ad agosto ha registrato una crescita migliore delle stime, +2,3% annuale nel dato destagionalizzato, vs attese “flat”’. L’Istat (Istituto nazionale italiano di statistica) ha fornito anche il dato tendenziale, cioe’ corretto dell’”effetto di calendario”, che sale +2,9%.

Crisi del gas: l’Italia e’ pronta ad affrontare la stagione invernale con tranquillita’: lo ha affermato il Ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani: "Gli stoccaggi sono pieni: avremo problemi coi prezzi molto alti, ma confidiamo chi il prossimo 20 ottobre il Consiglio d’Europa trovi un accordo sul price cap al gas”.

Interrogato sul tema del rigassificatore di Piombino Cingolani, pur ammettendo di non avere certezze, si e’ detto speranzoso che le autorita’ locali capiscano che la sicurezza nazionale dipende dalla disponibilita’ della grossa nave rigassificatrice e che decidano responsabilmente accettandola, visto che la nave resterebbe a Piombino solo 3 anni, improrogabilmente.

Ieri, il prezzo del petrolio WTI (West Texas Intermediate) e’ sceso sotto la soglia dei 90 Dollari/barile: oggi lo ritroviamo a 89,7 (ore 13.30 CET). Volatile ed erratico quello del metano europeo, a 157 Euro/megawattore sul mercato TTF olandese.

Sul mercato valutario, si conferma la forza del Dollaro Usa, che scambia a 0,971 (+0.1%) verso l’Euro, e nel “cross” contro yen ha toccato 146,2 (+0,2%), al massimo da 24 anni. Sulla debolezza della valuta giapponese puo’ avere inciso negativamente il dato sugli ordini di macchinari, scesi più del previsto ad agosto.

Mercati azionari europei piatti a fine mattinata e future su Wall Street in leggero recupero (ore 13.30 CET).

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