Marco_Bernasconi

Benvenuti nel mondo della fanta finanza...

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Da Powell alla RBA, ognuno dice la sua sull’impatto del Coronavirus
E anche questa mattina siamo chiamati a riflettere e a scrivere sul tema del coronavirus, che da ieri ha un nome proprio: Covid-19.
Siamo costretti a parlarne perche’ continua ad essere il tema del momento. Oggetto di studio e’ l’impatto dello stesso sull’economia Cinese e, a cascata, sulle altre economie del globo.

L’intervento di ieri sera di Jerome Powell davanti al congresso e’ stato piuttosto rassicurante. Egli ha descritto l’economia USA “in good place, performing well con segnali di ripresa della crescita economica mondiale e di un minore rischio sul fronte commerciale”. In merito al Coronavirus, egli avrebbe dichiarato che la FED continua a monitorarne l’andamento alla luce dell’impatto che potrebbe avere sulla crescita Cinese e sulle altre economie del globo. La domanda che si pone la FED e’ se gli effetti che il coronavirus avra’ sull’economia Cinese nel primo trimestre dell’anno saranno poi “persistent” e quindi “material”.
Al momento la FED non riesce a dare una risposta a questa domanda.
Solo se gli effetti di rallentamento che il coronavirus sta avendo sull’economia Cinese, si protrarranno per un lungo tempo (persistency) allora gli effetti sulle economie dei partner della Cina (Paesi Asiatici in primis ma anche Europa e USA) diventeranno “material” cioe’ significativi.
Al messaggio piuttosto rassicurante di Powell che ha spinto le azioni USA a toccare nuovi massimi e i future Europei a rafforzarsi ulteriormente overnight, si contrappongono le view piuttosto caute delle istituzioni del mondo delle commodities. E cosi, proprio ieri, il dipartimento dell’agricoltura USA ha abbassato le stime di consumo del cotone prodotto in USA di un milione di balle proprio a causa dell’impatto sulla domanda di cotone legato alla diffusione del Covid-19. E’ seguita poi la previsione sulla domanda di petrolio rilasciata dalla Energy Information Administration. Secondo tale istituzione, la domanda di petrolio calera’ di 880.000 barili al giorno nel trimestre in corso.
Molto cauta anche la RBA, la Banca Centrale Australiana. Mentre essa considera piuttosto limitati i danni macro derivanti dagli incendi di dicembre, l’atteggiamento e’ molto piu’ cauto di fronte allo “spilllover” degli effetti del Coronavirus.
Senza mezzi termini la RBA parla di “serious downside risk” e che difficilmente gli effetti macro negativi possano limitarsi ad un solo trimestre. La Cina “sits in the middle of a lot of supply chains”. Questo il problema principale.
E mentre la RBA evidenzia in modo oggettivo la presenza di rischi, i mercati azionari continuano ad ignorarli. E non solo. Lo strategyst di UBS parla di “exceptionalism del mercato azionario”. Di fatto si sta verificando un paradosso finanziario frutto dell’applicazione bendata di algoritmi matematici nella scelta di asset allocation.
L’equity continua ad essere l’asset class su cui conviene investire. Questo perche’ la vola continua ad essere molto bassa ed i rendimenti delle azioni espresse in termini di utili/prezzo o dividendo/prezzo continuano ad essere sempre piu’ interessanti in termini relativi contro bond.
In sostanza, e’ la discesa dei rendimenti dei Treasury a far salire le azioni. Ed il paradosso sta appunto qua. Mentre i rendimenti dei primi scendono per scontare uno scenario di rallentamento macro associato al coronavirus, le azioni salgono perche’ diventano piu’ cheap rispetto ai bond e quindi piu’ interessanti.
In sintesi, tanto piu’ i bond people diventano bearish sull’economia, tanto piu’ le azioni salgono.
Il paradosso e’ appunto questo. Per assistere ad uno storno dei mercati azionari, i mercati finanziari (azioni escluse) dovrebbero iniziare a prezzare una ripresa economica. Solo in quel momento, la salita dei rendimenti dei bond associata ad uno scenario di maggiore crescita e di politiche monetarie meno accomodanti, farebbe scattare le vendite sulle azioni, perche’ considerate meno interessanti in termini relativi.
Benvenuti nel mondo della fanta finanza.

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