Marco_Bernasconi

MA SU COSA COMPRI OGGI? SOLO SULLA SPERANZA

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Marco_Bernasconi Aggiornato   
TVC:FTMIB   Milano Italia Borsa Index
Dopo MOLTI ANNI che sto davanti a questi schermi, non finiro’mai di stupirmi di quanto le emozioni possano guidare i mercati finanziari.
Essi sono pullulati da persone ritenute “smart”, da analisti, da economisti e da “strategyst” che per le persone normali si configurano come dei veri e propri “guru” o stregoni in grado di prevedere l’andamento del mercato.

Chi compra oggi l’eurostoxx future e chi ha comprato venerdi il petrolio non ha fatto altro che implementare il “trade della speranza”.
Non c’e’ altra ragione.
Numeri alla mano, non c’e’ ragione alcuna per acquistare il petrolio. La riunione di oggi dei maggiori produttori di petrolio mondiali e’ saltata. E’ stata rinviata a giovedi nella speranza che gli stessi trovino un accordo su quanto e come tagliare per fronteggiare uno squilibrio tra domanda ed offerta senza precedenti. L’intervento che vogliono porre in essere i paesi dell’OPEC+ e’ un taglio del 10% della produzione mondiale, circa 10 milioni di barili al giorno. Tale taglio e’ ben distante dal gap tra domanda ed offerta che ammonta al momento a 35 milioni di barili al giorno. Il tentativo ulteriore e’ quello di rendere partecipe l’America nel tavolo dei negoziati e convincerla a partecipare ai tagli. Trump si e’ gia’ mostrato riluttante a tale ipotesi.
Chi compra oggi il petrolio e’ come se festeggiasse un pareggio tra due squadre di calcio in una partita in cui una e’ in vantaggio di 3 a 0 e viene segnato il goal del 3 a 1 a pochi minuti dalla fine.

Ma ancora piu’ sorprendente e’ l’ottimismo o meglio dire l’incoscienza di chi compra questa mattina l’eurostoxx future sul + 4% basando tale acquisto sul calo del numero dei contagi e delle morti in alcuni paesi del globo.
Se facessimo commentare questi comportamenti ad uno statistico, ci prenderebbe per matti.
Perche’? perche’ i numeri su cui si basano gli acquisti sono imprecisi, approssimativi, incompleti e di scarso significato statistico. Nessun paese e’ ancora stato in grado di fare una mappatura completa della popolazione tale da suddividerla tutta, o quasi, tra casi infetti, casi “di probabile infezione”, casi da terapia intensiva, morti per coronavirus, morti per cause esterne.
La verita’ e’ diversa da quella dei numeri che vengono pubblicati. I casi di coronavirus sono probabilmente molti ma molti di piu’. Moltissimi casi di persone con sintomi, non tamponate, non vengono registrati e non rientrano tra le statistiche. Per non parlare poi dei casi asintomatici. Allo stesso tempo, il numero delle morti comunicate tende a sottostimare quello delle morti effettive. Molte persone muoiono in casa senza che venga fatto loro un tampone.
I numeri che vengono pubblicati giornalmente sono solo una stima di massima, approssimativa, che ha la funzione di dare un’idea vaga sulla situazione.
E su queste stime vorremmo e dovremmo basare le nostre scelte di investimento?
E ancora piu’ grave, su queste stime i governi dovrebbero decidere come gestire le fasi del ritorno alla normalita’?
Unico modo per uscirne e’ quello di mappare la popolazione nel modo piu’ capillare possibile. Imporre la compilazione di un questionario su internet, sul sito del governo, in cui tutti i cittadini dichiarano se negli ultimi due mesi hanno o non hanno avuto sintomi, di che tipo, per quanto tempo. Tale compilazione deve essere continuamente aggiornata dai membri di ogni famiglia in modo da consentire al governo di sapere con chi e’ in contatto una persona infetta o con sintomi e quante persone puo’ contagiare. Vanno poi previste delle forme di isolamento delle persone infette in strutture apposite in modo da evitare i contagi inter-familia.
Se tutto questo non avviene, si continua a rincorrere un fantasma senza riuscire a catturarlo.

E cosi’ scatta il trade della speranza. La voglia di uscire da questa situazione orribile, mista alla voglia di vedere i mercati tornare a salire spinge gli operatori ad acquistare i futures come se tutto sia finito, come se domani si tornasse improvvisamente alla normalita’.

In questo delirio di ottimismo si aggiungono anche gli strategyst.
E cosi’, ad esempio, lo strategyst di JPMorgan parla di possibile “floor” dei mercati finanziari perche’ il numero di stati USA con una crescita dei contagi superiore al 20% e’ sceso da 40 a 10 e tale pattern presenta una correlazione molto elevata con la volatilita’.
Contemporaneamente, gli stessi strategyst di JPMorgan parlano di target per lo S&P500 a 2750-2850 per il 2020, non lontano dalle quotazioni attuali.
Il floor, invece, sarebbe in area 2100.

In sostanza, l’idea degli strategyst, e’ che i rischi sui mercati sono venuti meno solo perche’ il numero di contagi non sale piu’ in modo esponenziale, ma presenta una crescita (una crescita e non un calo!) meno marcato.

In preda alle emozioni del momento e alla voglia di vedere che tutto torni alla normalita’, gli stessi strategyst dimenticano di considerare la scarsa attendibilita’ di queste statistiche e ignorano i dati macro sulla disoccupazione USA, dati che mostrano senza dubbio ed in modo molto oggettivo la gravita’ della situazione.

Fatte queste considerazioni, una lezione abbiamo imparato da questa situazione. Se davvero il virus dovesse scomparire cosi come accaduto in Cina, i mercati potrebbero prezzare velocemente una ripresa. Riteniamo, tuttavia, che al momento non ci siano affatto i presupposti ed i numeri per ritenere estinto il virus.
Rinnoviamo il nostro invito ad approfittare di tali rimbalzi per implementare strategie di copertura dei portafogli azionari.
Commento:
L’analisi di preapertura ed i commenti che invio durante la giornata non costituiscono indicazioni di operatività . Si tratta di rumors provenienti dai miei contatti nelle trading room italiane e internazionali. E’ il pensiero degli operatori professionali, che a volte può essere completamente diverso dall’operatività indicata che è frutto dell’analisi tecnica del mio metodo per quello specifico giorno. I commenti vanno invece intesi e interpretati come “sentiment” dell’operatore professionista in una ottica temporale più ampia.

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