Marco_Bernasconi

A guardare il grafico verrebbe voglia di comprare… MA 😒😈

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Petrolio: ancora elevato il rischio downside
A guardare il grafico verrebbe voglia di comprare… eppure i rischi di ulteriore pressione ribassista sul petrolio sono concreti.
La combinazione di un’offerta ancora piuttosto sostenuta ed una forte contrazione della domanda sta mettendo forte pressione ai prezzi del petrolio che ora flirtano con i supporti in area 50 USD al barile ma che potrebbero scendere ulteriormente qualora nelle prossime settimane non si assista ad un cambio degli equilibri tra domanda ed offerta.
Partiamo dalla domanda. La diffusione del coronavirus in Cina ha portato non solo ad un prolungamento della festivita’ del new year Holiday ma sta impedendo a molte delle fabbriche cinesi di riaprire i battenti. Alcune di esse riapriranno tra oggi e domani, altre preferiscono aspettare. Troppo elevato il rischio di contagio soprattutto nelle fabbriche del settore tech e auto in cui migliaia di persone vengono messe assieme a lavorare in linee produttive. E cosi, i numeri parlano gia’ chiaro. Le importazioni di petrolio dalla Cina sono scese a 8 milioni di barili al giorno nell’ultima settimana di gennaio. Trattasi di un calo del 27% che potrebbe estendersi ulteriormente con l’aggiornamento delle statistiche per la settimana appena trascorsa. Le societa’ di raffinazione di petrolio Cinese hanno gia’ tagliato la quantita’ di petrolio da raffinare di 2 milioni di barili al giorno.
Non sono tardate, quindi, le revisioni al ribasso della domanda di petrolio da parte delle societa’ di consulenza. L’analisi condotta da Energy Aspect evidenzia una forte contrazione della domanda globale nel trimestre in corso, in parte recuperata nella seconda parte dell’anno.
Nel mese prossimo e’ molto probabile che la domanda Cinese di petrolio continui a subire delle contrazioni. La stima corrente e’ per una contrazione del 10% che andrebbe ad impattare direttamente i 4 paesi maggiormente esposti alla domanda Cinese vale a dire l’Arabia Saudita, l’Iraq, gli Emirati Arabi ed il Kuwait.
Ma il problema del petrolio non e’ solo un problema di domanda, ma anche di offerta.
In primo luogo, potrebbe riversarsi sul mercato del petrolio un’offerta per 1 milione di barili al giorno proveniente dalla Lybia. Al momento gran parte della produzione in Lybia e’ sospesa a causa della chiusura dei porti ma potrebbe riaprire gia’ questa settimana in seguito al dibattito in seno all’ONU.
C’e’ poi la questione dell’OPEC+. E’ lento, troppo lento il processo decisionale dell’OPEC+ nel reagire a questa crisi. Il rischio e’ che qualsiasi decisione presa sia tardiva. La scorsa settimana la riunione della Joit Committe aveva portato i paesi Arabi a proporre un taglio della produzione di 600.000 barili al giorno. Tale proposta e’ rimasta sul tavolo a causa di un atteggiamento particolarmente attendista dei partner Russi che hanno chiesto maggior tempo per valutare lo scenario del mercato nei prossimi mesi. E cosi, non solo il meeting previsto per marzo non e’ stato anticipato a febbraio, ma al momento qualsiasi interventismo da parte dell’OPEC+ e’ sospeso.
Nel frattempo, in tale contesto, le posizioni short sul petrolio continuano ad aumentare.
In sole due settimane, le posizioni short sul petrolio sono piu’ che raddoppiate ad indicazione della view piuttosto bearish degli operatori sulla commodity.
Come spesso indicato in questi giorni, seguire l’andamento del prezzo del petrolio e’ molto importante. Il suo prezzo funge da barometro della percezione del rischio macro legato alla diffusione del coronavirus. Molto probabile che ulteriore debolezza del prezzo del petrolio possa portare gli indici azionari a scendere ulteriormente.
Ritengo che al momento sia elevato il rischio downside sul mercato azionario e che gli operatori stiano ancora sottostimando gli effetti macro e micro dell’attuale situazione di stallo dell’economia Cinese.

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