Ogni giorno che passa, il mercato sembra comprendere sempre meno quale sia la vera strategia di Trump e della sua nuova amministrazione in economia, politica estera, quindi geopolitica, e infine politica economica.
Se da un lato il Presidente mantiene il solito decisionismo e determinazione in ogni sua affermazione, d’altro canto non è semplice legare logicamente ogni intervento verbale tra le tantissime esternazioni che rilascia. Non è facile poi comprendere quante di queste dichiarazioni si trasformino in atti formali e quali no, anche perché ci mettono del loro sia Elon Musk, sia il segretario al tesoro Scott Bessent, anch’essi molto attivi ma non sempre in linea con il Presidente.
Sappiamo che Musk ha dato una sforbiciata importante al settore pubblico, attraverso la Commissione che si occupa di efficienza del settore pubblico (Doge), e i riflessi sul mercato del lavoro cominciano a farsi sentire (basti osservare gli ultimi dati sui licenziamenti, i cosiddetti challenger layoffs).
Sappiamo che Trump aveva introdotto i dazi del 25% a Messico e Canada, poi rinviati di un mese, da febbraio a marzo, poi però reintrodotti al 4 marzo, ma successivamente sospesi almeno per quelli relativi a quei beni e servizi inseriti nel trattato di libero scambio tra gli Usa e i due paesi confinanti (USMCA).
Il che significa probabilmente che vuole negoziare e ottenere promesse di collaborazione per sconfiggere l’importazione illegale di droga e di forza lavoro irregolare. Con la Cina sta giocando come al gatto col topo, ma sa anche che il gigante asiatico ha i mezzi per contrastarlo, una su tutte la svalutazione dello Yuan.
In politica estera, sta cercando la pace tra Russia e Ucraina, escludendo l’Europa, ma senza grande convinzione, specie in seguito all’incontro fallito con Zelensky. In politica economica, parla di deregolamentazione e defiscalizzazione, chiedendo però alla Fed di tagliare il costo del denaro, che sembra una contraddizione in termini, considerato che le politiche promesse sarebbero inflattive, eccetto forse il ridimensionamento del settore pubblico, che potrebbe provocare una recessione.
La Fed si muove con cautela anche se gli ultimi dati fanno pensare a un taglio del costo del denaro prima del previsto. Sui mercati, tutto ciò ha prodotto movimenti caotici, che prima vedevano il dollaro salire, e poi scendere rapidamente. Le borse tenevano i massimi, specie quelle Usa, nonostante le promesse di dazi draconiani, almeno all’inizio, ma poi hanno invertito la rotta, scendendo, con i dazi che sono stati applicati solo parzialmente.
Situazioni apparse irrazionali, ma si sa, i mercati spesso sfidano la logica. Poi la questione geopolitica e l’inserimento dell’Europa, con il possibile riarmo attraverso investimenti nel settore della difesa, fuori dai vincoli di bilancio, un qualcosa che i mercati vedono come una opportunità di rilancio dell’economia. E così l’Euro è balzato a 1.0887 da 1.0380 in poche sedute, ma resta il caos, l’incertezza, ed è difficile fare delle ipotesi su quel che potrà accadere e sulla vera volontà di Trump che, sembra di capire, stia usando i dazi come grimaldello per deprezzare il biglietto verde, forse l’unica strada per ridurre l’enorme deficit commerciale (131 miliardi di dollari di incremento mensile).
AZIONARI IN DISTRIBUZIONE
Le azioni statunitensi hanno registrato una giornata volatile venerdì, con Wall Street che si è ripresa dalle perdite precedenti, in un contesto di incertezza legata, come già detto, alla politica commerciale della nuova amministrazione.
L'S&P 500 ha guadagnato lo 0,6% e il Nasdaq Composite è salito dello 0,7%, mentre il Dow Jones ha recuperato 222 punti. Le azioni hanno invertito le perdite nonostante il fatto che il presidente della Fed Powell abbia affermato che la banca centrale non ha fretta di tagliare i tassi di interesse, anche se le prospettive economiche sono offuscate dalle tensioni commerciali e dall'incertezza politica.
Tuttavia, i dati economici hanno mostrato risultati contrastanti in seguito a dei Non Farm Payrolls, il rapporto sui posti di lavoro, più deboli del previsto, 151K a febbraio, mentre il tasso di disoccupazione è salito al 4,1%. L'incertezza che circonda le politiche commerciali di Trump ha anche aggiunto nervosismo al mercato, nonostante le sue esenzioni temporanee sui dazi per le merci provenienti da Canada e Messico.
Broadcom è salita dell'8,4% dopo aver pubblicato risultati ottimistici, mentre Costco è crollata del 7% a causa dei deboli utili. Il mercato ha registrato la settimana peggiore da settembre, con il Dow e l'S&P 500 in calo di oltre il 2% e il Nasdaq in perdita del 3%.
VALUTE
Il mercato dei cambi resta ancorato ai movimenti dell’EurUsd che dopo aver toccato 1.0887, ha corretto venerdì in serata di 50 pips, ma senza sfondare i supporti. Le correzioni tecniche sembrerebbero dovute, ma in questo contesto di alta volatilità e avversione, il momentum al rialzo appare ancora forte.
Questa notte sono usciti i prezzi al consumo in Cina, scesi dello 0,7% anno su anno a febbraio 2025, superando le stime di mercato di un calo dello 0,5% e invertendo un aumento dello 0,5% nel mese precedente. Si tratta del primo dato deflattivo dal gennaio 2024. Ciò potrebbe alimentare un po’ di ripresa del biglietto verde, non solo contro Euro ma anche contro gli altri rapporti valutari.
NON FARM PAYROLLS
L'economia statunitense ha aggiunto 151.000 posti di lavoro a febbraio 2025, in aumento rispetto ai 125.000 rivisti al ribasso di gennaio e rispetto alle previsioni di 160.000. L'occupazione ha registrato un trend in aumento nell'assistenza sanitaria, attività finanziarie, trasporti e assistenza sociale.
Nel frattempo, l'occupazione nel governo federale è diminuita di 10.000, riflettendo già parte dell'impatto dei licenziamenti DOGE, sebbene si preveda che gli effetti dei tagli alla spesa federale e delle tariffe peseranno di più sul mercato del lavoro nei prossimi mesi.
Si sono verificate perdite di posti di lavoro anche nel commercio al dettaglio e l'occupazione ha mostrato pochi cambiamenti nell'estrazione di petrolio e gas, ma anche edilizia, e commercio all'ingrosso.
SALARI ORARI USA
I guadagni orari medi per tutti i dipendenti delle buste paga private non agricole degli Stati Uniti sono aumentati di 10 centesimi, ovvero dello 0,3% in un mese, a 35,93 dollari a febbraio 2025, dopo un aumento rivisto al ribasso dello 0,4% a gennaio, in linea con le previsioni di mercato.
A febbraio, i guadagni orari medi dei dipendenti del settore privato della produzione e non di supervisione sono aumentati di 9 centesimi, o dello 0,3%, a 30,89 dollari. Negli ultimi 12 mesi, i guadagni orari medi sono aumentati del 4%, dopo un aumento rivisto al ribasso del 3,9% nel mese precedente e leggermente al di sotto delle aspettative di mercato del 4,1%.
SETTIMANA ENTRANTE
Questa settimana, i dati più significativi saranno l’inflazione e i prezzi alla produzione Usa, ma anche le offerte di lavoro JOLTS e l'indice di fiducia dei consumatori del Michigan.
Nel Regno Unito, attenzione al dato del Pil, la produzione industriale e la bilancia commerciale dei beni. Anche la Germania pubblicherà i dati sulla bilancia commerciale e sulla produzione industriale.
Nel frattempo, va ricordata la decisione della Boc sui tassi. In Cina, saranno pubblicati, come negli Usa, Cpi e Ppi. Ancora, inflazione in diversi paesi emergenti come India, Brasile, Russia e Polonia. In Australia, attenzione alla fiducia delle imprese NAB e la fiducia dei consumatori Westpac.
Buona settimana!
Saverio Berlinzani
Qualsiasi materiale fornito non tiene conto dell’obiettivo di investimento specifico e della situazione finanziaria di chiunque possa riceverlo. I risultati passati non sono un indicatore affidabile dei risultati futuri. AT fornisce un servizio di sola esecuzione. Di conseguenza, chiunque agisca in base alle informazioni fornite lo fa a proprio rischio.
Le informazioni qui fornite non costituiscono una ricerca di investimento. I materiali non sono stati preparati in conformità ai requisiti legali volti a promuovere l’indipendenza della ricerca di investimento e in quanto tali devono essere considerati come una comunicazione pubblicitaria. Tutte le informazioni sono state preparate da ActivTrades (altresì “AT”).
Le informazioni non contengono una raccolta dei prezzi di AT, né possono essere intese come offerta, consulenza, raccomandazione o sollecitazione ad effettuare transazioni su alcuno strumento finanziario. Non viene fornita alcuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o alla completezza di tali informazioni.
Le informazioni ed i contenuti pubblicati non costituiscono in alcun modo una sollecitazione ad investire o ad operare nei mercati finanziari. Non sono inoltre fornite o supportate da TradingView. Maggiori dettagli nelle Condizioni d'uso.
Le informazioni ed i contenuti pubblicati non costituiscono in alcun modo una sollecitazione ad investire o ad operare nei mercati finanziari. Non sono inoltre fornite o supportate da TradingView. Maggiori dettagli nelle Condizioni d'uso.