Borse laterali, aumentano i timori sulle prime mosse di Trump. Il Ceo di Nvidia prevede boom di AI, ma affossa azioni del quantum computing. Cina: l’inflazione scomparsa propaga scetticismo sulla ripresa. BCE verso nuovi tagli dei tassi: più incerto lo scenario della FED.
Le Borse europee ieri, 8 gennaio, hanno chiuso in negativo una giornata segnata da molta volatilità, con gli investitori preoccupati per le prospettive economiche 2025, influenzate sia dalle decisioni delle Banche centrali che dalle politiche commerciali dell'amministrazione Trump. Un'informazione diffusa dalla CNN ha fatto tremare i mercati: il Presidente eletto Usa starebbe valutando la dichiarazione di un'emergenza economica nazionale, che potrebbe giustificare l'imposizione di dazi universali sia su alleati che su rivali. Questa notizia ha influenzato negativamente l'azionario europeo, che aveva provato un rialzo durante la mattinata. Nonostante il contesto disturbato, Milano è riuscita a chiudere in progresso, +0,5%. Al contrario, Parigi e Amsterdam sono scese -0,5%, mentre Francoforte ha registrato -0,1% e Londra +0,1%. Wall Street ha iniziato la seduta in negativo, ma ha recuperato e ha chiuso contrastata. Il Dow Jones +0,25%, S&P500 +0,16%, Nasdaq -0,06%. Nel frattempo, i rendimenti dei Treasury americani sono aumentati, raggiungendo i livelli più alti dal 2008, spingendo il Dollaro a rafforzarsi. L’andamento dei tassi d’interesse rimane un tema caldo: la Banca Centrale Europea (BCE) potrebbe decidere di adottare misure più incisive per sostenere l’economia della zona euro, dato che i dati economici, come gli ordini tedeschi nel settore manifatturiero, sono deludenti (-5,4% mese su mese a novembre). Tuttavia, sul fronte tedesco ci sono anche segnali positivi, come la crescita della produzione industriale (+1,5%) e il buon andamento delle esportazioni. Negli Stati Uniti, la Federal Reserve potrebbe adottare un approccio più cauto nella politica monetaria, dato che i dati macroeconomici mostrano un’economia solida, ma anche un’inflazione elevata. Le minute dell’ultima riunione della Fed (17-18 dicembre) indicano una volontà di rallentare i tagli dei tassi. Al momento, le probabilità di mantenere i tassi invariati al 4,25%-4,50% fino a giugno 2025 sono del 33,3%. Anche se la Fed non si aspetta che i dazi abbiano un grande impatto sull’inflazione, riconosce che i conflitti geopolitici e i dazi potrebbero aumentare la pressione sui prezzi. I mercati sono inoltre in attesa dei dati sul mercato del lavoro, con il numero di sussidi disoccupazione sceso ai minimi da un anno, ma quelli sui posti di lavoro nel settore privato (ADP) inferiori alle attese (122.000 posti contro le stime). Il settore tecnologico è stato sotto pressione, dopo che il CEO di Nvidia, Jensen Huang, ha dichiarato che la diffusione dei computer quantistici di un certo tipo richiederà tra i 15 e i 30 anni, con Nvidia che avrà un ruolo cruciale nello sviluppo di questa tecnologia. Il titolo Nvidia ha visto un rialzo, ma i titoli delle aziende nel settore quantistico sono crollate: Rigetti Computing (-50%), IonQ (-25%) e D-Wave Quantum (-31%). Il Dollaro prosegue il rialzo, spinto dall’aumento dei rendimenti dei Treasury Usa e dalle previsioni sui dazi di Trump. Ciò ha causato una discesa dell’Euro sotto 1,03, toccando il minimo a 1,0273, e anche la Sterlina britannica si è indebolita. Lo Yen giapponese ha raggiunto il minimo di 6 mesi, avvicinandosi a 160 per Dollaro. Il prezzo del petrolio mostra notevoli fluttuazioni: il WTI (greggio di riferimento Usa) ha superato 75 Dollari/barile, ma è stato poi oggetto di vendite. A supporto dei prezzi ci sono stati i dati sulle scorte di petrolio negli Stati Uniti, scese di 959.000 barili, ma le scorte di benzina e distillati sono aumentate. Il gas naturale in Europa ha continuato a scendere, arrivando intorno ai 45 Euro/MWh. Restando nel mondo delle commodities, il rame ha visto un piccolo rialzo, con il prezzo superiore ai 9.000 dollari/tonnellata. La produzione di rame della cilena Codelco è aumentata leggermente, raggiungendo 1,328 milioni di tonnellate nel 2024, superando le stime di 1,325. L’oro torna a guadagnare terreno, superando 2.660 Dollari/oncia, per le preoccupazioni legate ai dazi e alle politiche economiche di Trump, che hanno alimentato gli acquisti di beni rifugio. Il prezzo del Bitcoin è sceso a 94.500 dollari, dopo aver raggiunto il picco di 102.000 all'inizio del 2025. Il mercato obbligazionario resta teso con il rendimento del Treasury decennale sceso a 4,66%, dopo aver toccato il 4,70%. Sull’obbligazionario europeo, lo spread tra il BTP decennale italiano e il Bund tedesco è salito leggermente, a 115 punti, col rendimento del BTP decennale a 3,68%, da 3,63%, mentre quello del Bund decennale è saliti al 2,54% Oggi, 9 gennaio, le Borse europee sono partite in lieve calo, mentre le Borse Usa saranno chiusi per la commemorazione l’ex presidente Jimmy Carter. Il timore di un possibile aumento dell’inflazione nel 2025, alimentato dalle politiche di Trump, specie sui minacciati dazi, continuano a influenzare i mercati. Le piazze asiatiche, in particolare Tokyo, Nikkei -0,94%, registrano flessioni. Le Borse cinesi sono rimaste pressoché stabili, mentre quelle di Corea del Sud, Giappone, India, Australia e Taiwan sono scese. L’inflazione cinese è rimasta bassa (0,1% a dicembre), nonostante le misure di stimolo adottate da Pechino.
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