C'è un fermento incredibile intorno all'oro ultimamente, e i numeri parlano chiaro: i flussi di capitale che si stanno riversando nei fondi legati all'oro sono ai massimi dal lontano 2015! Ma cosa sta succedendo? Perché questa improvvisa e massiccia "corsa all'oro"? Beh, non è un caso, ma un effetto collaterale di una vera e propria "guerra dei capitali" che si sta giocando tra Europa e Stati Uniti.
Cerchiamo di capire meglio. Sembra che il buon vecchio Trump stia, diciamo così, rendendo un po' più complicato per la finanza europea mettere le mani sui titoli di stato americani in dollari. Come se avesse chiuso un po' i rubinetti, insomma. E cosa fa l'Europa di fronte a questa situazione? È costretta a guardare in casa propria, cercando di supplire con le obbligazioni europee.
Il problema, però, è che per mantenere queste obbligazioni europee appetibili, con tassi accettabili, la Banca Centrale Europea (BCE) si trova quasi costretta a spingere forte sull'acceleratore dell'abbassamento dei tassi d'interesse. Un bel rompicapo, non c'è che dire.
E gli investitori istituzionali, quelli che muovono le grosse cifre? Beh, si trovano un po' spaesati. Non sanno letteralmente dove mettere i loro soldi! Da una parte, i titoli di stato americani presentano un'incertezza legata alle politiche di Trump. Dall'altra, quelli europei sono sotto pressione per via della politica monetaria della BCE. È come essere tra l'incudine e il martello.
E qual è la soluzione quando regna l'incertezza e i porti sicuri tradizionali sembrano un po' meno sicuri? Semplice: si parcheggia tutto nell'oro! Il metallo giallo, da sempre considerato il bene rifugio per eccellenza, sta diventando la coperta di Linus per molti investitori che cercano di proteggere i propri capitali in questo scenario un po' turbolento.
Quindi, questa corsa all'oro non è solo una moda passeggera, ma il sintomo di tensioni finanziarie e geopolitiche ben precise. Staremo a vedere come si evolverà la situazione, ma per ora, l'oro brilla più che mai!
Cerchiamo di capire meglio. Sembra che il buon vecchio Trump stia, diciamo così, rendendo un po' più complicato per la finanza europea mettere le mani sui titoli di stato americani in dollari. Come se avesse chiuso un po' i rubinetti, insomma. E cosa fa l'Europa di fronte a questa situazione? È costretta a guardare in casa propria, cercando di supplire con le obbligazioni europee.
Il problema, però, è che per mantenere queste obbligazioni europee appetibili, con tassi accettabili, la Banca Centrale Europea (BCE) si trova quasi costretta a spingere forte sull'acceleratore dell'abbassamento dei tassi d'interesse. Un bel rompicapo, non c'è che dire.
E gli investitori istituzionali, quelli che muovono le grosse cifre? Beh, si trovano un po' spaesati. Non sanno letteralmente dove mettere i loro soldi! Da una parte, i titoli di stato americani presentano un'incertezza legata alle politiche di Trump. Dall'altra, quelli europei sono sotto pressione per via della politica monetaria della BCE. È come essere tra l'incudine e il martello.
E qual è la soluzione quando regna l'incertezza e i porti sicuri tradizionali sembrano un po' meno sicuri? Semplice: si parcheggia tutto nell'oro! Il metallo giallo, da sempre considerato il bene rifugio per eccellenza, sta diventando la coperta di Linus per molti investitori che cercano di proteggere i propri capitali in questo scenario un po' turbolento.
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Declinazione di responsabilità
Le informazioni ed i contenuti pubblicati non costituiscono in alcun modo una sollecitazione ad investire o ad operare nei mercati finanziari. Non sono inoltre fornite o supportate da TradingView. Maggiori dettagli nelle Condizioni d'uso.
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