Peter_Braganti

WisdomTree - Tactical Daily Update - 17.11.2023

MCX:NATURALGAS1!   Natural Gas Futures
Le Borse si sforzano di vedere positivo: finita la fase di rialzo dei tassi?
Brusco calo prezo del petrolio: offerta abbondante e domanda sottotono.
Incontro Biden – Xi Jinpin non ha infuso ottimismo alle Borse asiatiche.
Inflazione in forte discesa a 2,9% in Euro-zona ad ottobre: positivo!


Ieri mattina, 16 novembre, i listini azionari asiatici, dopo 3 dedute positive, hanno bruscamente corretto, trascinati al ribasso dall’Hang Seng di Hong Kong che ha chiaramente sofferto del calo sopra le attese dei prezzi delle case in Cina. L’indice Bloomberg del settore immobiliare&costruzioni cinese e’ sceso -1,4%, ma anche la tecnologia e’ stata bersagliata dalle vendite: l’Hang Seng tech ha perso oltre -2%.

A giocare in negativo sul “mood” delle borse mondiali c’e’ stato anche il crollo del prezzo del petrolio, innescato dall'aumento delle scorte Usa e dai rinnovati timori che la domanda cinese possa essere piu’ debole del previsto: il WTI (greggio di rferimento Usa) ha perso -4,2% a 73,4 Dollari/barile, ed e’ al minimo da 3 mesi.

A parte Francoforte, +0,28%, e Madrid +0,33%, tutti listini europei hanno chiuso in calo: Milano, che con 2 settimane di crescita quasi continua era salito ai massimi da luglio, ha perso -0,71%, Parigi -0,57%, Londra -1,06%, Amsterdam -1,17%. Negli Usa chiusure marginalmente negative, attorno a -0,2% sia per S&P500 che Nasdaq.

Macro Usa: cresce il numero delle nuove richieste settimanali di sussidi di disoccupazione, +13 mila a 231 mila, portandosi ai massimi degli ultimi 3 mesi, e superando le attese a 220 mila: il numero di lavoratori che stanno ricevendo sussidi in via continuativa e’ aumentato a sua volta di 32 mila a 1.865.000.

Le condizioni della manifattura nell'area di Filadelfia anche a Novembre sono risultate in area di contrazione: l'Indice relativo, calcolato dalla locale Federal Reserve e’ risalito da -9,0 a -5,9 punti, facendo leggermente meglio delle attese di -7,5 punti, ma segnando il 16’ dato negativo degli ultimi 18 mesi.

Il tema “Banche centrali-tassi d’interesse” resta focale per i mercati: negli Usa un nuovo aumento del costo del denaro, secondo le indicazioni del FedWatch Tool di Cme Group, è dato praticamente per escluso nelle riunioni di politica monetraia dicembre e gennaio.

Sono invece aumentate al 35% le probabilita’ che la Federal Reserve possa iniziare a tagliare i tassi già a marzo, poco piu’ di 2 anni dopo l’inizio del piu’ memorabile ciclo di rialzi della storia recente. Staremo a vedere, ma il mercato dei Treasury bond sembra crederci: i prezzi dei “Govies” Usa salgono su tutte le scadenze ed i rendimenti calano, con quello del decennale a 4,46%.

L’ex Direttore del Consiglio economico nazionale degli Stati Uniti, Larry Summers, sostiene che il rallentamento dell'inflazione Usa è stato più rapido del previsto, ma ha rimarcato che portare l’inflazione al target del 2% potrebbe rivelarsi ancora ostico.





Secondo Mary Daily, Presidente della FED regionale di San Francisco, la credibilita’ della Federal Reserve soffrirebbe qualora essa dichiarasse prematuramente la vittoria sull'inflazione e dovesse poi tornare ad alzare di nuovo i tassi.

Sul fronte della Banca centrale Europea, sia il Presidente Christine Lagarde che il vice Luis de Guindos, intervenuti ieri a Francoforte all'European Systemic Risk, non hanno voluto fornito indicazioni utili sulla prospettiva della politica monetaria.

La Signora Lagarde ha pero’ sottolineato come "i Governi europei abbiano i debiti pubblici più alti dopo la 2’ Guerra mondiale, e che le risorse del Recovery Fund finiranno nel 2026”. Le Banche centrali avranno ancora un ruolo fondamentale, “ma non possiamo aspettarci che assumano così tanti rischi". L'Unione del mercato dei capitali sara’ determinate per completare con successo transizione verde e digitale.

Il comparto obbligazionario non sembra troppo preoccupato dai “debiti sovrani”, e continua ad esprimere nuovi cali dei rendimenti.

Lo spread tra Btp decennale italiano e omologo Bund tedesco e’ sceso a 173 punti base stamattina, 17 novembre, nel giorno in cui si attende il giudizio sul debito pubblico italiano da parte di Moody's: l’Italia ha già superato l’esame di S&P, Dbrs e Fitch, ed il rendimento del decennale benchmark italiano oggi cala di -8 bps a 4,25%.

L’inflazione al consumo (CPI), continua a scendere in Euro-zona, passando dal 4,3% di settembre al 2,9% di ottobre, e questo dato permette ai listini azionari europei di migliorare “il passo” nella mattinata, per progressi medi di +0,7 alle 13.30 CET.

Nelle prime ore del giono avevamo misurato chiusure miste in Asia-Pacifico: Tokio +0,46%, Hong Kong di nuovo la peggiore, -1,94%, forse delusa dai modesti progressi nelle relazioni diplomatiche USA-China dopo l’incontro Biden-Xi e dal dietro-front di Alibaba, che ha deciso di rinunciare a quotare la propria divisione Cloud facendo crollare i prezzi della propria azione ad Hong Kong.

Da segnalare che secondo gli ultimi dati disponibili (fine settembre), i Treasury Usa detenuti dalla Cina sono diminuiti di 27,3 miliardi di Dollari, segnado la variazione negativa mensile più alta nell'ultimo anno. La Cina detiene ora 778,1 miliardi di Dollari in Treasury bonds, il livello minimo dal 2009.

Dopo la “debacle” di ieri, il prezzo del petrolio accenna ad una reazione, e segna +1,1% a 73,8 Dollari/barile (WTI). (13.30 CET).

I futures sul mercato azionario Usa indicano riaperture poco variate, in media -0,1%, per i principali listini di Wall Street. Il prezzo dell’oro “allunga” nuovamente verso quota 2.000 Dollari/oncia.


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