Peter_Braganti

WisdomTree - Tactical Daily Update - 07.12.2023

TVC:NDQ   US 100 Index
Borse ancora solide e orientate al recupero “natalizio”.
Dati macro confermano il “soft landing” dell’economia Usa.
Petrolio in calo vertical: WTI sotto 70 Dollari/barile su dato scorte Usa.
L’export cinese torna a crescere, ma incombe possible downgrade Moodys!


Le Borse mondiali stanno rafforzando la convinzione che l’intensa fase di “stretta monetaria” abbia superato il picco e, anzi, cominciano a “pregustare” tagli dei tassi nel 2024, alimentando quelle che in molti descrivono come “rally natalizio”.

Le prossime riunioni di politica monetaria dell’EBC (Banca centrale Europea) e della FED (Banca centrale Usa-Federal Reserve), previste il 13 e 14 dicembre, non toccheranno i tassi di interesse, ma molti economisti ed analisti prevedono 3 o 4 tagli nel corso del 2024, a partire da giugno, per un totale di 75-100 bps.

La probabilita’ di un taglio dei tassi d’interesse nel corso del 2024 da parte della FED e’ piuttosto alta ed e’ avvalorata da numerosi dati macro che segnalano rallentamento: ad esempio, quelli di ieri sul mercato del lavoro che hanno rivelato una “job creation” sotto alle attese: il settore privato, a novembre, ha creato 103 mila nuovi posti di lavoro rispetto ad ottobre, meno dei 128 mila previsti.

Ancora, nel 3’ trimestre, la produttività per addetto è cresciuta oltre le attese, mentre il costo del lavoro è inaspettatamente sceso. Il deficit della bilancia commerciale ad ottobre è cresciuto a 64,3 miliardi Dollari, facendo peggio delle previsioni di 64,1. Insomma, questo basta a scongiurare il rischio di nuovi aumenti del costo del denaro ed ad alimentare la speranza di prossimi tagli, forse gia’ a marzo...

Tra le Borse europee Milano, +0,8%, ha primeggiato, consolidando, sopra 30 mila del FtseMib i progresi recenti: Francoforte ha aggiornato il suo massimo storico, superando 16.600, con +0,78%: bene anche Parigi, +0,66%, Londra, +0,35%, e Madrid +0,20%. Tra i settori premiati troviamo quelli piu’ tipicamente ciclici, come l’automobilistico, le materie prime e il turismo/viaggi.

Chiusura in calo, dopo un avvio positivo, per Wall Street: Dow Jones -0,19%, S&P 500 -0,39%, Nasdaq -0,58%, trascinata al ribasso dai cali del settore petrolifero energetico innescati dal forte ribasso del prezzo del petrolio: il WTI West Texas Intermediate) e’ scivolato 70 Dollari/barile dopo il dato inatteso dell’aumento delle scorte di benzina negli Usa.

Sul fronte ECB si registrano le dichiarazioni di Isabel Schnabel, membro del Board, che ha definito “improbabili” nuovi rialzi dei tassi dati i cali “significativi” dell’inflazione, ma non si e’ sbilanciata sui possibili tagli, che il mercato considera invece probabili nella primavera prossima. Piu’ severo il giudizio del collega slovacco Peter Kazimir per il quale un taglio nel 1’ trimestre è “fantascienza".

Sul mercato obbligazionario prosegue il calo dei rendimenti e l’aumento dei prezzi dei “Governativi” europei, mentre si e’ stabilizzato, attorno 173 bps, il differenziale di rendimento (“spread”) tra BTP decennali italiani ed omologhi Bund tedeschi. Il rendimento del BTP decennale benchmark e’ sceso sotto 4,0%, ai minimi da 5 mesi.

L’economia tedesca resta sofferente, ma non peggiora: i nuovi ordini al settore manifatturiero ad ottobre sono scesi -3,7% mensile e -7,3% annuale (fonte Destatis - Ufficio Federale di Statistica). I nuovi ordini, esclusi quelli di “grande scala”, sono aumentati +0,7% a ottobre, indicando stabilizzazione. La produzione industriale tedesca ad ottobre e’ calata -0,4% su base mensile per il 5’ mese consecutivo.

Nel 3’ trimestre 2023 il GDP destagionalizzato dell'Euro-Zona e' calato -0,1%, dopo che nel 2’ trimestre era aumentato +0,1%. Il dato alimenta la prospettiva di crescita 2023 attorno ad un modesto +0,6%, praticamente dimezzato rispetto alle stime di inizio anno.

Nella mattinata di oggi, 7 dicembre, chiusure deboli per la maggioranza delle borse asiatiche, a cominciare da Tokio, -1,76%, dopo che il Governatore della Banca centrale, Kazuo Ueda, ha ventilato una potenziale svolta nella politica monetaria, sino ad oggi estremamente accomodante.

Il rendimento del Bond governativo decennale giapponese è salito di 10 bps a circa 0,75%, complice anche la debolezza della domanda durante l’asta di un JGB trentennale, mentre il recupero dei rendimenti ha rafforzato lo Yen, che ha guadagnato circa +1,0% sul Dollaro Usa.

Sulle borse cinesi ha inciso in negativo la minaccia di declassamento del rating da parte di Moody's causata dalla persistente crisi del comparto immobiliare, ed in positivo la crescita inattesa del surplus nel commercio estero che a novembre ha segnato 68,4 miliardi Dollari, dai 66,5 miliardi di novembre 2022 e molto sopra ai 58 miliardi stimati dagli analisti.

In particolare, l’export torna positivo , +0,5% (vs attese di -1,1%) dopo 7 mesi di calo, a fronte di un calo di -0,6% dell’import, che era previsto in crescita di +3,3%. La mancata ripresa del commercio internazionale è uno dei punti piu’ critici per Pechino, e causa della penalizzazione dei multipli valutativi delle proprie azioni quotate.

Hong Kong ha perso -0,80%, Shanghai -0,09%, Shenzhen -0,14%. Tra le altre borse dell’area Asia-Pacifico Seul ha perso -0,13%, Taiwan -0,47% e Mumbay -0,19%. La Borsa indiana, coi forti guadagni 2023 ha superato per la 1’ volta la capitalizzazione di 4 mila miliardi di Dollari, valore che lo approssima a quella di Hong Kong.

A fine mattinata le Borse europee sono poco variate, in media -0,2%, mentre i future su Wall Street si sono riportati in positivo, in media +0,5% (ore 13.30 CET).

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