Peter_Braganti

WisdomTree - Tactical Daily Update - 01.02.2022

TVC:NDQ   US 100 Index
Lo spread BTP/Bund cala di -8 bps dopo la rielezione di Mattarella a Presidente.
Seconda giornata di rimbalzo del Nasdaq: +3,4%, dopo +3,1% di venerdi.
Scende inflazione tedesca a gennaio, ma meno delle attese.
Rendimenti in calo per i Govies Usa: curva straordinariamente “flat”.


Ieri, 31 gennaio, la Borsa italiana ha festeggiato la conferma per un secondo mandato, di Sergio Mattarella come Presidente della Repubblica, anche perche’ vi legge implicitamente la permanenza di Mario Draghi nel ruolo di Primo Ministro fino alla scedenza naturale del Parlamento, a Marzo 2023.

Anche gli altri listini Europei avevano da subito mostrato un’intonazione positiva e dopo un ridimensionamento a meta’ giornata, hanno ritrovato slancio nella fase finale. A parte il Ftse100 di Londra, invariato, osserviamo il FtseMib italiano a +0,9%, il Dax tedesco a +1,0%, il Cac francese a +0,5%.

Finale di mese brillantissimo per Wall Street, dopo 4 settimane di debolezza e anomala volatilità: il Nasdaq ha guadagnato +3,4% dopo il +3,1% di venerdì 28, il Dow Jones +1,2% e lo S&P500 +1,9% riducendo il saldo mensile a -5,3%.

Tornando all’Italia, i dati preliminari sul Pil 2021 indicano un ottimo +6,5% anno su anno, anche se ormai gli occhi sono puntati sul 2022 per il quale le stime del Governo indicano un robusto +4,0%, frutto anche della maggior spesa pubblica indotta dal Recovery Plan dell’Unione Europea.

La continuita’ dei vertici dello Stato ha favorito i titoli del debito pubblico italiano: lo spread di rendimento tra Btp e Bund decennali si e’ ridotto di circa 8 punti base fino ai 128 bps della chiusura di ieri, 31 gennaio.

Secondo alcuni analisti ed esperti di mercato obbligazionario, il quadro politico piu’ certo potrebbe favorire un’ulteriore contrazione dello spread sino a 110 bps, nonostante la fine del programma PEPP (Pandemic Emergency Purchase Program) confermato dalla Banca Centrale Europea per aprile di quest’anno.

Le speranze del nuovo Governo tedesco per un rallentamento dei prezzi al consumo sono state in parte disattese: l'inflazione CPI (consumer price index) armonizzata agli standard europei è scesa al +5,1% a gennaio da +5,7% di dicembre: gli analisti puntavano a +4,3%, ma l’aumento del +14% del petrolio ha rovinato i piani...

A proposito di petrolio, stamani, 1’ febbraio osserviamo il prezzo del WTI in discreto calo, -0,9% a 83,3 Dollari/barile. Le persistenti tensioni tra Russia e gli Stati Uniti e l’Unione Europea sul possibile intervento militare russo nelle province ribelli del Donbas Ucraino, hanno aiutato il greggio a riportarsi ai massimi dal 2014, alla vigilia del meeting dell’Opec+ che inizia domani, 2 febbraio.

Il Cartello dei maggiori esportatori dovrebbe ratificare un altro aumento della produzione mensile di 400 mila barili, ma non si escludono colpi di scena.

Il mercato valutario ha vissuto ieri la prima giornata di indebolimento del Dollaro Usa verso Euro, dopo il recente movimento che l’aveva spinto sino a ridosso di 1,11, ai massimi da 18 mesi. Stamani leggiamo 1.127, -0,4% (ore 13.00 CET).

Il mercato obbligazionario e’ in lento e talvolta imprevedibile movimento: negli Usa il rendimento del Treasury Note a dieci anni è sceso (ore 12.30 CET) a +1,75%, quello a 2 anni a +1,16%, comprimendo il loro differenziale a 60 bps: proprio quel che si dice “flattening della curva”.

In un certo senso e’ come se gli operatori finanziari assegnassero una minor probabilità ad un rialzo dei tassi da +0,50% a marzo. A sostanziare questo scenario ci sono le dichiarazioni di Mary Daly della Fed di San Francisco ed Esther George di quella di Kansas City, che hanno sottolineato l’mportanza della gradualita’ e misura dei futuri rialzi.

Le Borse europee chiudono la mattinata con rialzi medi vicini a +0,9%, mentre i future su Wall Street non hanno una direzione precisa dopo la “sparata” di ieri sera.

Le borse azionarie in Asia Pacifico hanno chiuso in rialzo stamattina, 1’ febbraio, pur prive delle maggiori piazze della Greater Cina, chiuse per festeggiare il Nuovo Anno dedicato alla Tigre. Segnaliamo il Nikkei giapponese +0,3%, il BSE Sensex indiano +1,3% e l’ASX australiano +0,7%, in parallelo all’annuncio, da parte della Banca Centrale Australiana di terminare il programma di stimoli.

La borsa nipponica non ha granche’ reagito ai buoni dati sul tasso di disoccupazione in discesa, e al PMI (Purchasing managers index) manifatturiero finale di gennaio, rivisto al rialzo e vicino ai massimi dal 2014, trainato da nuovi ordini e prospettive occupazionali. Il Giappone sta anche allentando le misure di contenimento anti-Covid, forte della discesa dei contagi.

Le cryptovalute restano vicine ai minimi degli ultimi 6 mesi, e pressoche’ dimezzate in valore dai massimi di Novembre 2021. Tuttavia sembrano aver trovato una qualche stabilita’ dopo il violento sell-off di meta’ gennaio.

Bitcoin a 38.400 Dollari, -0,1% (ore 12.45 CET), all’indomani del monito del Fondo Monetario Internazionale a El Salvador, unico Paese che ne ha sancito l’adozione ufficiale. L’FMI ritiene che tale scelta comporti rilevanti rischi per la stabilità e l'integrità del sistema finanziario del Paese.

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