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WisdomTree - Tactical Daily Update - 05.02.2025

Nasdaq di nuovo tonico, grazie all’exploit di Palantir.
Unione Europea, Cina, Canada e Messico rispondono ai dazi Usa.
Dietro agli strali trumpiani si avverte la ricerca di un compromesso.
Commodities nuovo “darling” dei mercati? Ottimismo su metalli industriali.


Il 2025 è iniziato sotto il segno dell'incertezza economica globale, principalmente a causa delle politiche commerciali aggressive messe in atto dagli Stati Uniti, che potrebbero causare una reazione a catena nelle economie di tutto il mondo.
La risposta della Cina ai nuovi dazi imposti dagli Stati Uniti ha messo in allarme i mercati finanziari, creando un ambiente volatile che si riflette anche sulle principali piazze borsistiche, ma senza esiti disastrosi.
Gli analisti internazionali si trovano a dover fare i conti con un panorama incerto, in cui la guerra commerciale tra le due superpotenze economiche rappresenta solo uno degli aspetti di una congiuntura mondiale complessa.
A questo si aggiungono le sfide globali, come il cambiamento climatico e gli squilibri geopolitici, che minacciano di minare la stabilità economica a lungo termine. Nel frattempo, tuttavia, la pubblicazione di molte relazioni trimestrali in Usa conforta sulla “tenuta” della corporate America in termini di redditività corrente e prospettica.
Le azioni intraprese dal presidente americano, come l’imposizione di nuovi dazi sulle importazioni cinesi, hanno provocato una serie di ripercussioni a livello mondiale.
La Cina, rispondendo alle tariffe statunitensi con misure altrettanto punitive, ha colpito settori strategici come il carbone e il gas naturale liquefatto (GNL) statunitensi, introducendo tariffe che entreranno in vigore dal 10 febbraio.
Nonostante la reazione della Cina non sia stata eccessivamente rigida, gli analisti vedono in questa risposta la volontà di evitare un’escalation che potrebbe avere effetti devastanti su entrambe le economie. Tuttavia, la stessa Cina ha chiarito di essere pronta a difendere i propri interessi economici, senza fare un passo indietro sulle proprie politiche commerciali.
L’Europa, che da tempo si trova nell’occhio del ciclone commerciale statunitense, teme di essere la prossima vittima della politica protezionistica di Trump. In particolare, l'Unione Europea è preoccupata per i possibili dazi su auto e prodotti industriali, misure che potrebbero danneggiare gravemente un settore già in difficoltà.
L’industria automobilistica europea, e in particolare quella tedesca, è sotto pressione, con il timore che le minacce di Trump possano compromettere ulteriormente la competitività delle case automobilistiche europee sul mercato globale.



La possibilità che l’Europa diventi l’obiettivo di nuovi dazi rende l’incertezza ancora più alta per gli investitori, con possibili ricadute sul settore bancario e su altre aree sensibili dell’economia europea.

Ieri la Borsa di Milano ha chiuso in rialzo, oltre il +1%, grazie soprattutto all'exploit di Ferrari, che ha registrato un +8,04% dopo aver pubblicato i risultati positivi del quarto trimestre 2024, con una crescita dell'utile netto del 21%.
L’economia italiana, altamente integrata nei mercati globali, si trova a dover affrontare le ripercussioni di queste politiche commerciali internazionali, con le previsioni economiche che indicano possibili effetti negativi sulle esportazioni e sull’industria. I settori più colpiti dalle incertezze e dai minacciati dazi Usa sono quelli industriali, energetici e automobilistici.
A Wall Street, gli indici hanno registrato un'accelerazione, con il Nasdaq Composite in particolare in evidenza, grazie alla performance di aziende tecnologiche come Palantir, che ha registrato un aumento del 24% dopo aver pubblicato un bilancio trimestrale molto positivo.
Sul fronte delle materie prime, l’oro ha raggiunto un nuovo massimo storico, toccando i 2.858,12 dollari l’oncia, mentre il petrolio ha visto un calo di circa 7 dollari/barile dal picco di metà gennaio, a causa delle preoccupazioni legate alla guerra commerciale. Nonostante il rialzo delle scorte di petrolio negli Stati Uniti, il mercato ha reagito a questi dati con una certa moderazione, mantenendo una certa instabilità.
L’industria automobilistica europea si trova ad affrontare una situazione difficile, con il sentiment degli operatori del settore che ha raggiunto un nuovo minimo. La concorrenza della Cina e le minacce di dazi sui prodotti automobilistici hanno reso ancora più fragile la posizione competitiva delle case automobilistiche tedesche, in particolare.
Il pessimismo nei confronti dell’industria automobilistica tedesca si riflette nelle cifre relative al Business Climate Index, che è sceso a -40,7 punti, il livello più basso da anni. Le aziende del settore hanno abbassato le proprie previsioni sui mercati esteri e interni, con un calo significativo delle vendite e una pressione crescente sul mercato del lavoro.
Nonostante le tensioni commerciali, la Cina continua a considerare l'Europa come un partner strategico fondamentale. In occasione del 50° anniversario dei legami diplomatici tra Pechino e Bruxelles, la Cina ha ribadito la propria disponibilità a collaborare con l’Unione Europea per affrontare le sfide globali, tra cui i cambiamenti climatici e l’instabilità economica con l’obiettivo quello di rafforzare la stabilità mondiale in un periodo di crescente frammentazione geopolitica.

La Cina ha inoltre sottolineato l’importanza di non permettere che la guerra commerciale con gli Stati Uniti abbia un impatto negativo sulle relazioni con l’Europa, cercando di favorire un dialogo costruttivo per affrontare le sfide comuni.

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