Le Banche Centrali Usa ed Europea alle prese con un’inflazione troppo alta. La crescita dei prezzi delle materie prime non conosce sosta. Il petrolio sale ancora dopo che Opec+ conferma solo gli aumenti programmati. Giornata nera per la tecnologia ed il Nasdaq: il Mondo senza le maggiori Apps per diverse ore.
Una seduta ad alta volatilita’, quella di ieri, 4 ottobre, per le Borse europee, che dopo un breve “transito” in positivo, hanno chiuso in calo: il FtseMib italiano a -0,6%, il Dax tedesco a -0,8%, il Ftse100 britannico a -0,2%, e il Cac40 francese a -0,6%. I mercati temono i forti rialzi dell'inflazione in Europa, dopo che per mesi era stata percepita come un fenomeno transitorio e riguardante soprattutto gli Stati Uniti.
La pervicace convinzione della Banca Centrale Europea sulla temporaneita’ dell’aumento dei prezzi sembra incrinarsi. Ieri, il vicepresidente della BCE Luis de Guindos ha ammesso che l’attuale aumento dell'inflazione non dipende solo da un effetto di confronto con un 2020 depresso, ma anche da componenti di natura più strutturale", quali i “colli di bottiglia” dell'offerta, le distorsioni nei mercati di beni e servizi e l'aumento incontrollato dei prezzi dell'energia.
Anche la Banca Centrale Americana (FED) sta cambiando la retorica della “transitorieta’”, dopo che il dato di Pce (Personal Consumption Expenditures Price Index), che e’ l’indicatore dell’inflazione piu’ osservato dalla Federal Reserve, è salito del +0,4% a settembre, oltre il +0,3% stimato, e su base annua è aumentato del +4,3%, la crescita annuale piu’ elevata dal 1991. Ieri, 4 ottobre, il Presidente della Fed di St. Louis Bullard, si è detto preoccupato sui rischi di un rialzo incontrollato dell’inflazione, con un messaggio che suona un po’ dissonante rispetto a quello relativamente rilassato e piu’ volte ribadito del Presidente Jerome Powell. La corsa delle materie prime non conosce sosta e affligge il morale degli investitori. L’indice Bloomberg Commodity Spot ha segnato ieri un record e dai minimi di marzo 2020 e’ quasi raddoppiato.
Il petrolio e’ l’infausto protagonista dei rincari dei prezzi delle commodities: stamane, 5 ottobre, un barile di WTI (West Texas Intermediate) è in ulteriore rialzo a 78,0 Dollari, record dal 2014, dopo che ieri l’Opec+ (Organizzazione dei 13 maggiori esportatori + partners) ha confermato l’aumento della produzione di 400 mila barili/giorno ogni mese, deludendo le attese dei mercati di un’accelerazione del ritmo. Il gas naturale sale a sua volta del +3,5% 9ore 13.00 CET)
In Cina continua a creare apprensione il destino del gruppo immobiliare Evergrande, le cui azioni, assieme a quelle delle sue controllate, sono state sospese dalle contrattazioni sulla Borsa di Hong Kong, alimentando la speranza, per ora non suffragata dai fatti, di un’imminente acquisizione del 51% della controllata Evergrande Property Services Group, per circa 40 miliardi di Dollari di Hong Kong, (alias 4,4 miliardi di Euro), da parte del gruppo Hopson Developments.
A Wall Street le cose sono andate anche peggio che in Europa, con forti vendite sul comparto tecnologico che hanno spinto il Dow Jones a -0,94%, l’S&P a -1,3% e il Nasdaq, naturalmente piu’ colpito, a -2,1% e a quasi -8% dai massimi assoluti di settembre. Pesantemente vendute Netflix, Alphabet, Apple e soprattutto Facebook, che ha chiuso a -6% circa, impattata da 2 due eventi negativi di rilievo.
Un ex dipendente ha denunciato pratiche di business scorrette, con cui l’azienda avrebbe privilegiato i profitti alla tutela della privacy e della salute degli utenti, specie di quelli piu’ giovani. In curiosa contemporaneita’ si riscontravano malfunzionamenti di WhatsApp, Instagram, Facebook e Messanger, che hanno interessato oltre 2 miliardi di utenti nel Mondo.
Stamattina, 5 ottobre le chiusure delle borse asiatiche sono differenziate: l’Hang Seng di Hong recupera la debolezza iniziale per segnare +0,3% finale, il Nikkei giapponese, -2,2% ed il Kospi coreano, -1,8%, restano depressi, il CSI300 di Shanghai&Shenzhen recupera sul finale a +0,7%.
La mattinata europea delle Borse ha un tono costruttivo, con rialzi medi del +0,8% (ore 13.00 CET), in sintonia coi futures di Wall Street che anticipano aperture mediamente in recupero del +0,4%.
Poco da segnalare sul mercato dei cambi, con l’Euro/dollaro che “gioca” attorno a quota 1,16, ed anche su quello obbligazionario. Il rendimento Treasury Usa 10 anni e’ stabile appena sotto +1,5%, quello del Bund tedesco a -0,22% e quello del Btp italiano a -0.82% (spread 104 bps). Qualche tensione al rialzo si osserva sui bond high yield, ma e’ presto per parlare di allargamento dei “credit spreads”.
Le criptovalute ritrovano la fiducia dei mercati ed hanno in media recuperato interamente le perdite determinate dalla loro messa al bando da parte del Governo cinese. Bitcoin e’ oltre i 50 mila Dollari.
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