Un fine anno col botto (in negativo)

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La seduta di trading di lunedì 29 dicembre 2025 rimarrà impressa nella storia recente dei mercati delle commodity come un caso di studio esemplare di convergenza negativa.
Questo movimento non può essere derubricato a semplice "presa di profitto" di fine anno. Sebbene la componente stagionale e la scarsa liquidità tipica del periodo tra Natale e Capodanno abbiano giocato un ruolo di amplificatore , la genesi del crollo è multifattoriale e profondamente radicata in cambiamenti strutturali avvenuti simultaneamente su tre fronti: regolatorio, geopolitico e finanziario.
a un lato, l'intervento draconiano del Guangzhou Futures Exchange (GFEX) in Cina ha imposto limiti operativi severi proprio a partire dal 29 dicembre, soffocando la speculazione che aveva gonfiato i prezzi nel mercato asiatico. Dall'altro, l'improvvisa accelerazione dei colloqui di pace tra Stati Uniti, Russia e Ucraina ha drasticamente ridotto il premio al rischio geopolitico, facendo temere (o sperare, a seconda della prospettiva) un ritorno dei flussi di metallo russo sui mercati occidentali senza restrizioni. Infine, il contagio proveniente dal mercato dell'argento, colpito da un aumento dei margini da parte del CME Group, ha innescato una spirale di liquidazioni, che ha trascinato al ribasso l'intero complesso dei metalli preziosi.
Nonostante la violenza del movimento odierno, il palladio conserva una performance annuale straordinaria, con un guadagno year-to-date (YTD) che si attesta a circa il 72%
Sicuramente ci sarà da monitorare attentamente i mercati il prossimo anno che si preannuncia già da adesso molto interessante e volatile, almeno per quanto riguarda i metalli.

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