Mercato del lavoro Usa sin troppo forte: la “stretta” delle FED e’ una certezza.
Tensioni geopolitiche e prospettive di recessione pesano sulle Borse mondiali.
Vertice Capi di Stato EU a Praga: “fumata nera” sul price cap sul gas.
Rendimenti obbligazionari in rialzo e spreads in allargamento, purtroppo.. [/b


Chiusure pesanti per le Borse mondiali nella seduta conclusiva settimanale di venerdi’ 7: la forza del mercato del lavoro Usa ha il perverso effetto di accentuare la discesa di Wall Street, poiche’ analisti e investitori concordano che l'economia Usa è abbastanza forte da reggere probabili e robusti rialzi dei tassi da parte della Federal Reserve (FED-Banca Centrale Usa).

I leader europei riuniti a Praga venerdi’ scorso non hanno trovato un'intesa sul “tetto” al prezzo del gas, poiche’ “qualunque strumento che determini un artificiale intervento sui prezzi comprometterebbe la sicurezza dell'approvvigionamento, e quindi richiede cautela”: ne e’ convinto il Cancelliere tedesco Olaf Scholz.
Ogni decisione sul tema e’ rimandata al vertice europeo del 20-21 ottobre.

Il Presidente americano Joe Biden ha invitato i leader mondiali a prendere seriamente la velata minaccia del Cremlino di ricorrere ad armi nucleari tattiche per ribaltare le sorti del conflitto scatenato dalla Russia in Ucraina.

Il risultato e’ che l'ultima seduta della scorsa settimana e’ finita male: Francoforte -1,5%, Parigi e Milano -1,1%, Londra -0,1%. A Wall Street le cose sono andate anche peggio: Dow Jones -2,1%, S&P500 -2,8%, e Nasdaq -3,8%.

I dati macro piu’ attesi di venerdi’ scorso erano quelli sul mercato del lavoro in Usa: a settembre l'economia americana ha creato 263 mila nuovi posti di lavoro, sopra le stime di consenso di 255 mila, ed il tasso di disoccupazione è calato al 3,5% dal 3,7% di agosto. Numeri che avvalorano uno scenario di “tightening” (aumento dei tassi) nelle prossime 2 riunioni di politica monetaria (FOMC) della Federal Reserve.

Nel corso della settimana appena iniziata saranno pubblicati i verbali dell’ultimo FOMC che gli analisti teneteranno di interpretare per anticipare le mosse della banca centrale. Nel frattempo, venerdi’ 7, il Presidente della FED regionale di New York John Williams ha ribadito l’impegno a ridurre l'inflazione e riequilibrare l'attività economica.

Attenzione spasmodica, questa settimana (giovedi’ 13), per il dato sull'inflazione Usa: il consenso degli analisti e’ per un rallentamento dal +8,3% annuo di agosto al +8,1%. Il dato “core” (ex cibo ed energia) e’ purtroppo atteso ancora in crescita, da +6,3% a +6,5%.

Questa settimana inizia la pubblicazione delle relazioni trimestrali (3’ trimestre) negli Usa. Secondo un’indagine di Bloomberg presso analisti ed investitori, il 60% degli intervistati ritiene che i conti trimestrali della “coroporate America” saranno relativamente deludenti e accompagnati da parole caute sulla parte finale dell’anno.

Venerdi’ il prezzo del gas sulla piattaforma TTF di Amsterdam ha subito un’ulteriore discesa fino a toccare -11% a 156 Euro/megawattora, minimo da luglio. Stamane, 10 ottobre, il prezzo scende ancora a 145 Euro/megawattora, -7% dalla chiusura di venerdì 7 (ore 10.30 CET). Petrolio in calo: -0,9% a 91,9 Dollari/barile per il WTI (West Texas Intermediate).

L’inflazione elevata impatta pesantemente le vendite al dettaglio di agosto in Italia: --0,4% in valore e -1,1% in volume, coi beni non alimentari -0,3% in valore e -0,9% in volume, e quelli alimentari -0,5% in valore e -1,4% in volume. Su base annua l'effetto dell'inflazione e’ amplificato: le vendite salgono +4,3% in valore, ma scendono del -2,1% in volume.

Torna a far parlare di se’ il regno Unito: la banca centrale britannica (BOE) si dice pronta ad aumentare i suoi acquisti giornalieri di Gilt (titoli governativi UK) e varare misure aggiuntive a supporto del debito pubblico e della Sterlina britannica, messi in difficolta’ dal maxi-piano di tagli fiscali del nuovo Governo di Liz Truss, poi ridimensionato.

Sul fronte asiatico si riaccende lo scontro commerciale tra Cina ed Usa: Pechino ha dichiarato che le restrizioni imposte venerdi’ 7 dagli Usa su chips e componentistica elettronica avranno ripercussioni inevitabili sulla crescita mondiale e sulle catene di approvvigionamento. Le nuove regole includono il blocco delle spedizioni di un'ampia gamma di chip da utilizzare anche nei sistemi di difesa.

In Asia, l’attività dei servizi in Cina, dopo 4 mesi di espansione, e’ tornata a calare a settembre, a causa delle nuove restrizioni imposte contro il coronavirus che hanno indebolito la domanda privata e la fiducia delle imprese. L'indice Ciaxin Pmi (Purchasing Managers Index) è sceso a 49,3 punti, da 55,0 di agosto, in area di contrazione (cioe’ sotto 50).

Dopo una settimana di chiusura per festività, le borse della “greater China” ripartono maluccio: Hang Seng di Honk Kong -2,9%, CSI300 di Shanghai&Senzhen -1,6%, Kospi coreano -0,2%’ Tokio e’ chiusa.

Tensione sui rendimenti del mercato obbligazionario: il Treasury Usa a 10 anni “paga” +3,9%, col differenziale negativo tra 2 e 10 anni a 43 bps. Il rendimento del BTP decennale italiano supera il +4,7%, con lo spread Btp italiani - Bund tedeschi decennali sopra 250 bps (ore 11.00 CET).

Borse europee in calo medio del -0,8% a meta’ mattina, mentre Wall Street chiusa per “Columbus Day”.


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