Inflazione al galoppo in Europa a giugno: media +8,6%.
Ora FED e ECB dovranno agire con energici aumenti dei tassi.
L’economia europea verso la recessione nel 3’ trimestre? E’ possibile.
Sembra prendersi una pausa la corsa dei prezzi delle materie prime.

Il rischio che le maggiori economie sviluppate scivolino nella recessione sta diventando la principale paura dei mercati. I vertici delle banche centrali americana (Federal Reserve) ed europea (ECB) hanno detto chiaramente che la politica monetaria diventera’ sempre piu’ restrittiva per combattere l’inflazione.

I maggiori indici azionari europei hanno chiuso negativi l’ultima seduta del semestre: Milano -2,5%, Londra -1,8%, Francoforte -1,6%, Parigi -1,8%. Piu’ contrastata Wall Steet, col Dow Jones a +0,6%, il Nasdaq a -0,2%, e lo S&P500 a +0,1%: questultimo ha chiuso il primo semestre del 2022 in calo del -21%, la peggior variazione semestrale dal 1970.

L’inflazione continua a salire, in ogni parte del Mondo, ma specialmente in Europa e negli Usa, dove punta alla “doppia cifra”, incidendo sul potere di acquisto e sul morale delle famiglie e sui margini di guadagno delle aziende. Stamane il dato sull’inflazione al consumo di giugno nell’Euro-Zona ha toccato +8,6% annuale, in ulteriore accelerazione dal +8,1% di maggio.

Il comparto obbligazionario sembra guardare oltre la situazione corrente e chiude il semestre della risalita dei rendimenti, con una settimana di cali: quello del Treasury Note Usa decennali e’ sceso stamani, 1’ luglio, sino a +2,96%, da +3,11% della mattinata di ieri. Il rendimento reale, sulla scadenza a dieci anni, è positivo di circa +0,6%, ai minimi delle ultime tre settimane.

Il movimento sembra in parte dovuto alla discesa delle aspettative sull’inflazione Usa, testimoniato dal calo dell’indicatore PCE, quello che misura l’inflazione al consumo negli Stati Uniti con il paniere ritenuto piu’ attendibile dalla Federal Reserve. Conforta che sino a maggio la spesa per consumi, depurata dall’inflazione, sia salita del +4,7% annuale, in linea con le stime di consenso.

Anche sul fronte dei Governativi europei si respira un’aria piu’ tranquilla: il rendimento del BTP decennale italiano è sceso a +3,25%, da 3,39% del giorno prima e si colloca ben sotto il +4,2% misurato a inizio giugno, che aveva molto allarmato.

Ad una “tenuta” dei titoli del debito pubblico italiano potrebbe aver contribuito la convinzione del Primo Ministro Mario Draghi che il Governo proseguira’ sino a fine legislatura ((marzo 2023), con la pur litigiosa maggioranza attuale, e che la ECB starebbe per finalizzare i termini del Piano “anti-frammentazione” che consentira’ interventi flessibili, discrezionali e rapidi di acquisto di titoli sul mercato.





Che una possibile recessione in Europa sia un rischio concreto sembra avvalorato anche dal fatto che il Presidente del Consiglio di vigilanza dell’ECB, Andrea Enria, in un'audizione alla Commissione Affari Economici al Parlamento Europeo, ha annunciato che la Banca Centrale chiedera’ alle maggiori banche di includere uno scenario recessivo nei loro business plan, e raccomandato cautela sui dividendi.

Migliora il quadro macro cinese: l’attività manifatturiera e’ in ripresa, cosi’ come la domanda di servizi: entrambe segnano un rimbalzo a giugno dovuto all'allentamento delle restrizioni anti-covid a Shangha e Pechino.

Dopo tre mesi in area di contrazione (alias sotto 50), per la prima volta da febbraio l’Indice PMI (Purchasing Managers Index) dei servizi ha superato quota 50 punti, e col sorprendente 54,7 batte le previsioni che indicavano in media 49,7.

Sopra 50, (a 50,2) anche l'indice PMI manifatturiero, in ripresa da 49,6 di maggio. Spicca tra gli tutti i sub-indici, quelle relativo alle costruzioni, salito a 54,7 punti, un balzo considerevole rispetto ai 47,8 di maggio.

Stamane, il secondo semestre 2022 e’ iniziato male per la borse dell’Asia- Pacifico, parallelamente alla nuova debolezza di molte materie prime gia’ notata ieri, ed al recupero dei prezzi delle obbligazioni.

Il Nikkei giapponese perde -1,7%, anche per la sorpresa negativa dell’indice Tankan sulle aspettative delle grandi industrie manifatturiere: nel 2’ trimestre e’ inaspettatamente crollato a 9 da 14 del primo, e stime di consensus di 13.

L’Indice cinese continentale CSI300 di Shanghai&Shenzen ha chiuso in negativo, -0,3% dopo un avvio in recupero, ignorando il fatto che l’indice Caixin sulle aspettative dei direttori acquisti delle aziende manifatturiere, nella parte relativa alle previsioni, sia balzato a giugno a 51,7, da 48,1 di maggio.

Hong-Kong festeggia oggi la fine del periodo coloniale inglese con la Borsa chiusa. Sul tema, toni decisamente morbidi sono stati usati dal Presidente cinese Xi-Jinping, che ha dichiarato che "non c'e' motivo di cambiare il modello “un Paese-due sistemi” che regola efficacemente i rapporti tra Hong Kong e Pechino da 25 anni. “Hong Kong e Macao mantengono il loro sistema capitalista e godono di grande autonomia”.

Il petrolio WTI (greggio di riferimento Usa) è stabile attorno 105,4 Dollari/barile, reduce dal -3,7% di ieri dovuto alla cautela sulla domanda espressa nella riunione dell’Opec+ (cartello dei maggiori esportatori).

Borse europee incerte per tutta la mattinata, futures su Wall Street anticipano aperture in lieve calo. (ore 13.30 CET).

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