La decisione di politica monetaria della Federal Reserve di mercoledì 17 settembre sarà determinante per la traiettoria dei mercati azionari statunitensi alla fine del 2025. A seconda della scelta di Jerome Powell, gli scenari vanno dal crollo borsistico a un nuovo record storico, passando per fasi più neutre di consolidamento.
Si delineano cinque opzioni, ciascuna con implicazioni specifiche per l’S&P 500 e il Russell 2000, che descrivo di seguito.

Primo caso: assenza di pivot.
Se la Fed decidesse di mantenere i tassi invariati per tutto il 2025, a causa di un’inflazione troppo resiliente, lo scenario sarebbe chiaramente ribassista. La mancanza di sostegno monetario soffocherebbe la dinamica del mercato, provocando un crollo del 20–30 % dell’S&P 500, che scenderebbe tra 4.800 e 5.000 punti. Il Russell 2000, più fragile e sensibile all’ambiente macroeconomico, arretrerebbe verso la sua zona di supporto critica di 1.600–1.700 punti.
Secondo caso: un pivot tecnico limitato.
La Fed potrebbe accontentarsi di un unico taglio dei tassi a settembre o ottobre, giustificato da un aggiustamento puntuale al mercato del lavoro. In questo caso, il mercato non lo vedrebbe come un segnale forte di allentamento monetario, ma piuttosto come un gesto circostanziale. Risultato: un calo dell’S&P 500 verso l’area di 6.000–6.100 punti e una correzione parallela del Russell 2000 intorno ai 2.000 punti.
Terzo caso: il pivot reale e sano.
Questo è lo scenario più favorevole per Wall Street. La disinflazione si conferma verso il 2 %, l’occupazione resta sotto controllo e la Fed avvia un vero ciclo di tagli dei tassi a partire da settembre o ottobre. In questo contesto, la tendenza rialzista di fondo riprenderebbe tutta la sua forza: l’S&P 500 si dirigerebbe verso 6.700–7.000 punti, mentre il Russell 2000 uscirebbe dalla fase di consolidamento e supererebbe il record di novembre 2021.
Quarto caso: il pivot malsano.
Qui la Fed abbassa i tassi in un contesto più fragile: l’inflazione rimane intorno al 3 %, ma è soprattutto il deterioramento del mercato del lavoro a dettare la decisione. Il mercato potrebbe comunque trovare sostegno grazie alla riduzione del costo del credito. L’S&P 500 manterrebbe il suo precedente record di 6.200 punti e probabilmente punterebbe ai 6.700 punti. Il Russell 2000, più sensibile alle condizioni di finanziamento, trarrebbe pieno beneficio da questo allentamento, superando anch’esso il suo massimo storico del 2021.
Quinto caso: il Fed Put in situazione di emergenza.
Infine, nello scenario più cupo, uno shock occupazionale provocherebbe un intervento brutale della Fed, con un «jumbo cut» e una serie di rapidi tagli. Sebbene questo sostegno potrebbe contenere la recessione, la reazione immediata sarebbe un calo marcato: l’S&P 500 entrerebbe in bear market prima di una possibile ripresa legata all’allentamento monetario. Il Russell 2000 seguirebbe lo stesso percorso.
DISCLAIMER GENERALE:
Questo contenuto è destinato a persone che hanno familiarità con i mercati finanziari e gli strumenti di investimento, ed è fornito a scopo puramente informativo. L’idea presentata (inclusi commenti di mercato, dati e osservazioni) non rappresenta un prodotto del dipartimento di ricerca di Swissquote o delle sue affiliate. Questo materiale ha lo scopo di evidenziare le dinamiche di mercato e non costituisce consulenza in materia di investimenti, legale o fiscale. Se sei un investitore al dettaglio o non hai esperienza nel trading di prodotti finanziari complessi, è consigliabile consultare un consulente autorizzato prima di prendere decisioni finanziarie.
Questo contenuto non è destinato a manipolare il mercato né a promuovere comportamenti finanziari specifici.
Swissquote non fornisce alcuna garanzia circa la qualità, completezza, accuratezza o non violazione di tale contenuto. Le opinioni espresse sono quelle del consulente e sono fornite esclusivamente a scopo educativo. Qualsiasi informazione relativa a prodotti o mercati non deve essere interpretata come raccomandazione di una strategia o operazione di investimento. Le performance passate non garantiscono risultati futuri.
Swissquote e i suoi dipendenti e rappresentanti non potranno in alcun caso essere ritenuti responsabili per danni o perdite derivanti direttamente o indirettamente da decisioni prese sulla base di questo contenuto.
L’uso di marchi di terze parti è a scopo informativo e non implica approvazione da parte di Swissquote né che il titolare del marchio abbia autorizzato Swissquote a promuovere i propri prodotti o servizi.
Swissquote è il marchio commerciale che rappresenta le attività di: Swissquote Bank Ltd (Svizzera) regolata da FINMA, Swissquote Capital Markets Limited regolata da CySEC (Cipro), Swissquote Bank Europe SA (Lussemburgo) regolata dalla CSSF, Swissquote Ltd (Regno Unito) regolata dalla FCA, Swissquote Financial Services (Malta) Ltd regolata dalla MFSA, Swissquote MEA Ltd (UAE) regolata dalla DFSA, Swissquote Pte Ltd (Singapore) regolata dalla MAS, Swissquote Asia Limited (Hong Kong) autorizzata dalla SFC e Swissquote South Africa (Pty) Ltd supervisionata dalla FSCA.
I prodotti e i servizi Swissquote sono destinati esclusivamente a chi può riceverli secondo la legge locale.
Tutti gli investimenti comportano un certo grado di rischio. Il rischio di perdita nel trading o nel possesso di strumenti finanziari può essere significativo. Il valore degli strumenti finanziari, comprese azioni, obbligazioni, criptovalute e altri asset, può aumentare o diminuire. C’è un rischio importante di perdita finanziaria quando si acquistano, vendono, detengono, si fa staking o si investe in tali strumenti. SQBE non fornisce raccomandazioni specifiche su investimenti, transazioni o strategie.
I CFD sono strumenti complessi e comportano un rischio elevato di perdere denaro rapidamente a causa della leva finanziaria. La maggior parte dei conti al dettaglio perde capitale quando fa trading con i CFD. Dovresti valutare se comprendi il funzionamento dei CFD e se puoi permetterti di correre tale rischio.
Gli asset digitali non sono regolamentati nella maggior parte dei paesi e potrebbero non essere soggetti a norme di protezione dei consumatori. In quanto investimenti altamente volatili e speculativi, non sono adatti a investitori con bassa tolleranza al rischio. Assicurati di comprendere ogni asset digitale prima di operare.
Le criptovalute non sono considerate valuta legale in alcune giurisdizioni e sono soggette a incertezze normative.
L’uso di sistemi basati su Internet può comportare rischi elevati, tra cui frodi, attacchi informatici, interruzioni di rete e comunicazione, furti di identità e phishing legati agli asset digitali.
Si delineano cinque opzioni, ciascuna con implicazioni specifiche per l’S&P 500 e il Russell 2000, che descrivo di seguito.
Primo caso: assenza di pivot.
Se la Fed decidesse di mantenere i tassi invariati per tutto il 2025, a causa di un’inflazione troppo resiliente, lo scenario sarebbe chiaramente ribassista. La mancanza di sostegno monetario soffocherebbe la dinamica del mercato, provocando un crollo del 20–30 % dell’S&P 500, che scenderebbe tra 4.800 e 5.000 punti. Il Russell 2000, più fragile e sensibile all’ambiente macroeconomico, arretrerebbe verso la sua zona di supporto critica di 1.600–1.700 punti.
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La Fed potrebbe accontentarsi di un unico taglio dei tassi a settembre o ottobre, giustificato da un aggiustamento puntuale al mercato del lavoro. In questo caso, il mercato non lo vedrebbe come un segnale forte di allentamento monetario, ma piuttosto come un gesto circostanziale. Risultato: un calo dell’S&P 500 verso l’area di 6.000–6.100 punti e una correzione parallela del Russell 2000 intorno ai 2.000 punti.
Terzo caso: il pivot reale e sano.
Questo è lo scenario più favorevole per Wall Street. La disinflazione si conferma verso il 2 %, l’occupazione resta sotto controllo e la Fed avvia un vero ciclo di tagli dei tassi a partire da settembre o ottobre. In questo contesto, la tendenza rialzista di fondo riprenderebbe tutta la sua forza: l’S&P 500 si dirigerebbe verso 6.700–7.000 punti, mentre il Russell 2000 uscirebbe dalla fase di consolidamento e supererebbe il record di novembre 2021.
Quarto caso: il pivot malsano.
Qui la Fed abbassa i tassi in un contesto più fragile: l’inflazione rimane intorno al 3 %, ma è soprattutto il deterioramento del mercato del lavoro a dettare la decisione. Il mercato potrebbe comunque trovare sostegno grazie alla riduzione del costo del credito. L’S&P 500 manterrebbe il suo precedente record di 6.200 punti e probabilmente punterebbe ai 6.700 punti. Il Russell 2000, più sensibile alle condizioni di finanziamento, trarrebbe pieno beneficio da questo allentamento, superando anch’esso il suo massimo storico del 2021.
Quinto caso: il Fed Put in situazione di emergenza.
Infine, nello scenario più cupo, uno shock occupazionale provocherebbe un intervento brutale della Fed, con un «jumbo cut» e una serie di rapidi tagli. Sebbene questo sostegno potrebbe contenere la recessione, la reazione immediata sarebbe un calo marcato: l’S&P 500 entrerebbe in bear market prima di una possibile ripresa legata all’allentamento monetario. Il Russell 2000 seguirebbe lo stesso percorso.
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This content is written by Vincent Ganne for Swissquote.
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Declinazione di responsabilità
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