Peter_Braganti

WisdomtTree Tactical Daily Update - 01.10.2021

SP:SPX   Indice S&P 500
Aumentano i segnali di indebolimento della crescita economica Usa.
L’inflazione in Europa e’ ai massimi degli ultimi 20 anni. Fenomeno passeggero.!?
Timori dei Governi europei per i rincari autunnali di elettricita’ e gas.
Banche Centrali Usa ed EU spinte ad avviare una timida “stretta”.


Ieri, 30 settembre, ultima seduta del mese e del trimestre, le Borse europee hanno annullato la partenza positiva e sono scivolate “in rosso“: il FtseMib italiano -0,21%, il Cac40 parigino -0,62%, il Dax tedesco -0,72%, il Ftse100 inglese -0,39%.
Settembre è stato il peggior mese del 2021 ed il primo di vero calo, con lo Stoxx600 europeo a -3,2%. Non e’ la fine del Mondo, ma qualcosa su cui riflettere.

L’aumento dei prezzi delle materie prime, soprattutto di quelle energetiche, le difficolta’ di approvvigionamento e l’inflazione piu’ persistente del previsto, sono una minaccia alla crescita economica globale.

I dati diffusi ieri parlano di un’inflazione in Germania che e’ la piu’ alta dal 1992, +4,1% anno su anno a settembre, ma e’ tutto il “Vecchio continente” a soffrirne: in Francia i prezzi al consumo sono in accelerazione, +2,1% annuo da +1,9% in agosto, mentre in Italia si registra +2,6%, da +2,2% di agosto.

La Presidente della Banca Centrale Europa Christine Lagarde ha di nuovo ribadito che l’attuale elevata inflazione e’ dovuta soprattutto a componenti volatili come quelle energetiche: un giudizio simile a quello del suo omologo Usa Jerome Powell, ma i Governi europei non nascondono preoccupazione.

Quello francese deve gia’ fronteggiare la protesta del movimento “gilets jaunes” contro gli aumenti dei carburanti, quello italiano alloca 3,5 mld Euro di budget statale per limitare l’impatto sui consumatori dell’aumento delle bollette di elettricita’ e gas.

Dopo la chiusura degli scambi europei anche Wall Street, che era partita positiva, e’ andata peggiorando, fino ad una chiusura pesante: Dow Jones -1,59%, Nasdaq -0,44%, S&P 500 -1,19%, per un calo nel mese di settembre di -4,8%, il peggiore da marzo 2020.

Il quadro macroeconomico Usa fornisce dati misti, segnalando un andamento incerto dell'economia. La nuova lettura del Pil del 2’ trimestre segnala una crescita del +6,7% contro +6,6% della prima stima, trainata dai consumi personali, +12% anno su anno.
L'indice PMI (Purchasing managers Index) dell’area di Chicago e’ sceso a settembre a 64,7 punti dai 66,8 di agosto, al livello piu’ basso degli ultimi 7 mesi e ben sotto le attese.

Le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione sono cresciute di 11 mila a 362.000: le attese erano per un calo di 16 mila a 335.000. Uragano Ida, incendi, ma anche colli di bottiglia nella manufattura hanno contribuito negativamente a questo dato deludente.

Sul fronte politico Usa, si registra, in positivo, il raggiungimento di un accordo per evitare lo stop delle attività della “pubblica amministrazione” per superamento del budget federale e, in negativo, che i Democratici hanno nuovamente differito il voto sul piano infrastrutturale, nella difficile ricerca di un accordo coi Repubblicani.

La congiuntura economica e’ in rallentamento anche in Giappone: la produzione industriale ad agosto è diminuita, -3,2%, per il secondo mese consecutivo, soffrendo difficolta’ negli approvvigionamenti di componenti industriali, soprattutto di chips per l'industria automobilistica. Il calo di agosto, che segue al -1,5% di luglio, è peggiore del previsto.

Questo nuovo segnale di rallentamento dell’economia dell’area asiatica fa il paio con quello di ieri sull'industria cinese, dove l'Indice dei responsabili acquisti (i.e. Pmi), che misura la “salute” della manifattura, è sceso a 49,6, da 50,1 ad agosto, al livello più basso da febbraio 2020, ed in area di contrazione.

Ieri, 30 settembre, i prezzi delle materie sono tornati a salire: l’Indice Bloomberg Commodity, +1,2%, e’ stato trascinato dal +1,8% dell’oro, tornato sopra 1.755 Dollari/oncia.

Sul fronte valutario l'Euro interrompe la fase di debolezza verso il Dollaro e scambia a 1,1590 (+0,1%). Oggi il prezzo del petrolio e’ in lieve calo: il Wti (West Texas Intermediate) segna 74,7 Dollari/barile, -0,4% (ore 13.30 CET)..

Stamane, 1’ ottobre, le Borse dell’Asia-Pacifico hanno registrato chiusure pesanti. Il Nikkei giapponese ha perso il -2,3%, sebbene la Banca del Giappone abbia pubblicato un buon Indice Tankan sulle aspettative delle grandi aziende di produzione. Nel terzo trimestre e’ cresciuto a 18, da 14, quando il consenso indicava 13. L’Indice ha riavvicinato i massimi degli ultimi 3 anni.

Tra gli altri, ASX200 australiano -2,0%, Kospi coreano -1,3%, Taix di Taipei -1,8%, Sensex indiano -0,9%. I mercati di Shanghai, Shenzen e Hong Kong sono chiuse per festivita’.
I future su Wall Street indicano aperture mediamente in calo del -0,4%, mentre le Borse europee, a fine mattinata, perdono in media il -0,5%, dopo un avvio ancora piu’ stentato.

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