Mercati azionari erratici, tra paura di recessione e valuazioni contenute. Nei prossimi mesi banche centrali alzeranno i tassi ma poi, nel 2023… Il Presidente cinese Xi cerso il terzo mandato, ma la Cina non corre piu’... I primi numeri trimestrali rivelano la forza della “corporate America”.
Venerdi’ 14 le Borse europee sono partite in rialzo dopo che la sera prima i listini americani avevano vissuto una delle sedute piu’ bizzarre: l’Indice S&P500 era infatti passato da perdere oltre -2% a chiudere a +2,6%. I dati sull’inflazione di settembre, peggiori delle attese, avevano immediatamente avvalorato nuove strette monetarie, affossando le azioni.
Poco dopo, per ragioni imperscrutabili, Wall Street metteva a segno il rimbalzo “intra-day” piu’ incredibile dell’anno, variamente attribuibile all’iniziativa dei “dip buyers” (coloro che “acquistano” su ipotetici minimi) o chiusure di posizioni speculative ribassiste (“short closure”).
Alla chiusura europea di venerdi, tuttavia, gli entusiasmi si erano gia’ spenti, e le principali borse europee conservavano solo parte dei guadagni: Milano +0,7%, Francoforte +0,9%, Parigi +1,2%, Londra +0,1%. Clima ben piu’ depresso, dopo l’altalena del giorno prima, a Wall Street: S&P500-2,4% e Nasdaq -3,1%.
Il tema della “stretta monetaria” della banca centrale (Federal Reserve – FED) resta caldo: il Presidente della FED regionale di San Francisco Mary Dali si aspetta almeno 2 aumenti ravvicinati dei tassi, con target 4,5%-5,0%, specie dopo il dato, ancora troppo alto, dell'inflazione. Anche la collega della FED di Kansas City Ester Giorgio prevede aumenti, ma invoca gradualita’.
Il quadro macro americano si e’ arricchito venerdi’ del dato sulle vendite al dettaglio a settembre: +0,3% mese su mese, come ad agosto, un filo sopra le attese di +0,2%. Migliora l'indice di fiducia del consumatori calcolato dall'Università del Michigan: il dato preliminare di ottobre segna 59,8, sopra al 58,0 precedente ed al 58,9 del “consenso”.
Sempre negli Usa si registra l’avvio delle pubblicazioni dei dati trimestrali di molte “blue chips” bancarie quotate: tra esse JPMorgan-Chase, Wells Fargo, Morgan Stanley e Citigroup. Tutte hanno mostrato un sensibile miglioramento del margine di interesse, figlio dell’aumento dei tassi, ma anche un deterioramento della qualita’ dei prestiti, che hanno richiesto di irrobustire gli accantonamenti.
Sulla stampa economica del weekend e’ stato dato un insolito spazio alla discussione che ci sarebbe in seno alla Banca Centrale Europea (ECB) sul tema della riduzione degli attivi dell’isituto centrale che, per effetto di ripetute iniziative di quantitative easing (aqcuisto di bond sul mercato) hanno superato i 5 trilliardi di Euro.
L’idea sarebbe di iniziare ad essere “venditori netti” (i.e. “quantitative tightening”) nel 2023, seppur in un contesto di rialzi dei tassi anti-inflazione.
Crisi energetica europea: il prezzo del metano europeo continua a scendere sulla notizia che gli stoccaggi (riserve strategiche) in Europa sono salite al 91% (95% in Germania), e che il Presidente turco Erdogan ha annunciato la prossima costruzione di un “hub” (terminale di smistamento) per il gas russo vicino ai confini UE: risultato, metano al TTF-Amsterdam ai minimi da 3 mesi: Eur 134/mwh (ore 13.00 CET.
Sempre sul tema delle “nuove vie del gas” il gruppo energetico italiano Eni-Snam, ha ottenuto il via libera dall’Autorita’ antitrust della Commissione UE alla creazione di una joint-venture col monopolista algerino per realizzare un gasdotto transmediterraneo (Transmed).
La crisi politico-finanziara britannica si arricchisce di un nuovo capitolo: il Premier Liz Truss, dopo la rimozione del Ministro delle Finanze Kwarteng, ha annunciato il ridimensionamento delle discussa manovra di taglio delle asse da 24 miliardi di Sterline, anche per "rassicurare i mercati".
L’effetto immediato e’ stato un calo dei rendimenti dei Gilt (titoli del debito pubblico): quello del decennale e’ scivolano sotto il 4%: aveva superato il 5% pochi giorni fa. Anche la Sterlina ha recuperato verso Dollaro ed Euro, ma resta molto volatile. Occhi puntati sul neo Cancelliere dello Scacchiere Jeremy Hunt che parlera’ oggi, 17 ottobre.
Sempre in tema di rendimenti dei “Govies”, troviamo quello del Treasury 10 anni Usa vicinissimo al 4%, con la curva dei rendimento per scadenza che resta invertita: il differenziale tra 2 e 10 anni, e’ 48 bps a favore della scadenza piu’ breve. Lo spread tra Btp e Bund decennali inizia la nuova settimana attorno a 237 bps, col rendimento del 10 anni italiano a +4,69%, -8 bps rispetto a venerdi’ 14.
Si è intanto aperto nel weekend il 20’ Congresso del Partito Comunista cinese. Il Presidente Xi, vicinissimo al 3’ mandato, ha sottolineato l'importanza dello sviluppo tecnologico e del ringiovanimento del Paese, della lotta al Covid, e della prospettiva di riunificare Cina e Taiwan....
Avvio di settimana incerto per le Borse asiatiche: Nikkei giapponese -1,2%, Hang Seng di Hong-Kong +0,4% cosi’ come Shanghai e Shenzhen. Per ragioni imprecisate, l'Ufficio nazionale di statistica cinese ha annunciato il rinvio della pubblicazione dei dati sulla crescita del GDP (Prodotto interno lordo) del terzo trimestre, previsti per domani.
Le borse europee ritrovano ottimismo, e chiudono la mattinata con progressi medi del +0,8% (ore 13.00 CET), nella settimana cruciale per la Commissione europea, che cerca l’accordo tra i 27 Paesi sul tema del “tetto” al prezzo del gas. Futures sul Wall Street positivi di +1% circa.
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