Borse in lieve flessione, osservando dati macro e relazioni trimestrali. L’economia Usa è forte, riducendo le attese sull’”easing monetario”. Giappone alle elezioni politiche: Governo LibDem in calo di consenso? Occhi aperti sui PMI Usa ed EU: quelli EU dei servizi potrebbero deludere.
Le Borse europee ieri hanno chiuso in calo la 1’ seduta della settimana: Milano e Madrid -0,7% Parigi e Francoforte -1,0%, Amsterdam -0,5%.
I dati macro più rilevanti della settimana saranno gli indici Pmi (Purchasing managers Index) in Europa e negli Usa, che daranno conto della salute della manufattura e dei servizi. I dati micro più osservati saranno invece quelli delle relazioni trimestrali, la cui pubblicazione è in pieno svolgimento negli Usa, e al suo avvio in Europa.
Sorprendentemente, ieri i mercati non hanno dato grande peso alla nuova importante mossa espansiva della Banca Popolare Cinese, che ha abbassato i tassi d’interesse sui principali prestiti a nuovi minimi, nè alla “deflazione” dei prezzi alla produzione in Germania, -1,5% annuo, che dà la misura della crisi industriale.
Anche Wall Street ha chiuso incerta, in attesa dei conti delle Big tech di imminente uscita: Dow Jones -0,80%, S&P500 -0,18%, e Nasdaq che fa eccezione con +0,3%. Dobbiamo considerare che le Borse Usa sono reduci da 6 settimane consecutive di rialzo, con Dow Jones e S&P500 che venerdì hanno aggiornato i loro massimi storici.
Questa settimana è quella più intensa per le trimestrali, coinvolgendo circa il 20% delle Societa quotate. Fino a ieri, del 14% circa delle società dello S&P500 che hanno rilasciato i numeri trimestrali, l’80% circa ha battuto le attese, e sia fatturati che utili sono cresciuti +4% circa anno su anno: occhi aperti sulle prossime pubblicazioni!
Ieri sono tornati a salire i rendimenti dei titoli di Stato europei, compresi quelli italiani, che avrebbero dovuto giovarsi dei giudizi neutro/positivi emessi Venerdì 18 da Standard&Poor’s e da Fitch.
Lo spread tra il rendimento del BTp decennale benchmark italiano e quello dell’omologo Bund tedesco si è allargato di +6 bps, a 123, ed il rendimento del BTp benchmark è risalito a 3,51% da 3,36% di venerdì scorso. Sono in rialzo anche i rendimenti dei Treasury Usa: il 10 anni “paga” 4,20% e la curva torna ad irripidirsi.
Negli States i sondaggi più recenti assegnano crescenti probabilità di vincere le elezioni presidenziali del 5 novembre all'ex Presidente Donald Trump: ciò sta rafforzando il Dollaro, nell’aspettativa che la politica tariffaria e fiscale “trumpiana” sia inflattiva e induca la Banca centrale a mantenere alti i tassi, rafforzando la valuta Usa.
Ieri, 21 ottobre, l’Euro ha ceduto -0,3% sul Dollaro a 1,083, e altrettanto sullo Yen a 162,7: il cross Dollaro/Yen è salito +0,5% a 150,2, vicino ai massimi storici. Il Dollar index incorpora questa ritrovata forza ed è prossimo a quota 104.
Parlando di record non possiamo non segnalare quello dell’oro, ormai sopra 2741 US/oncia.
La “simpatia” dell’ex Presidente Trump verso le monete digitali, che potrebbe portare ad un approccio più “soft” della loro regolamentazione, ha contribuito a spingere in alto il prezzo di Bitcoin, ai massimi da 3 mesi sopra 67.200 Dollari e l'indice BBG Galaxy Crypto Index, +7,8% nell'ultimo mese, con Bitcoin oltre +11%.
Oggi, 22 ottobre, le Borse EU sono cedevoli, -0,4% medio alle 12.30 CET, forse contagiate dalle chiusure incerte di ieri sera a Wall Street: sarà una giornata priva di dati macroeconomici di rilievo: l’attenzione sarà catalizzata dalle prime trimestrali Europee e di alcune big Usa tra cui Verizon, General Motors e Lockheed-Martin.
A Tokio il Nikkei ha chiuso in calo di -1,4%, anche per la crescente incertezza sull’esito delle elezioni politiche previste questo fine settimana, dalle quali potrebbe emergere un calo di consenso per il Partito Liberal-democratico oggi al Governo.
Anche in Giappone siamo alla vigilia dell’avvio della pubblicazione delle trimestrali, dalle quali si attende la conferma del buon momento della “corporate Japan”, specie dopo che il tentato recupero dello Yen, ai minimi da 3 mesi vs US$, sembra fallito: lo troviamo a 150.7, ma nottetempo ha superato anche il livello 151.
Le maggiori Borse cinesi sono invece positive: Shenzhen +0,53% e Shanghai 0,92%. Stabile Hong Kong, +0,05%, a dispetto del taglio dei tassi maggiore delle attese parte della Banca Popolare Cinese (PboC) di ieri, mirato a stimolare la crescita economica.
I future sui maggiori indici di Wall Street sono negativi, in media -0,6% (ore 12.30 CET) e sembrano risentire delle dichiarazioni del Presidente della Fed regionale di Kansas City Jeffrey Schmid in cui esprime il suo favore per un rallentamento nella velocità di riduzione dei tassi d’interesse.
Il quadro generale Usa è assai confortante: i dati macro recenti e le prime relazioni trimestrali testimoniano la buona salute dell'economia Usa, col famoso GDPNow della Fed Atlanta che indica ora +3,4% di crescita del PIL 2024.
Ciò non mette in discussione il progressivo taglio del costo del denaro, quanto piutosto la sua velocita’: i mercati continuano a credere in una riduzione di -25 bps al prossimo meeting della FED del 7 novembre.
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