Peter_Braganti

WisdomTree - Tactical Daily Update - 04.03.2022

TVC:SX5E   Indice Stoxx 50
Le notizie dall’Ucraina deprimono le Borse europee piu’ delle altre.
Proseguono attacchi e anche trattative per il cessate il fuoco, ma con difficolta’.
Materie prime ancora in forte rialzo! Pesa l’incertezza sull’export russo.
Peggiora la prospettiva economica: Banche Centrali meno “hawkish”?


I mercati finanziari sono sempre piu’ sensibili alle tragiche notizie provenienti dall’Ucraina e ieri, 3 marzo, hanno atteso i risultati della seconda giornata di colloqui tra le delegazioni di ucraine e russe su un possibile accordo di “cessate il fuoco”.

L’economia russa comincia a soffrire delle pesanti misure sanzionatorie decise da quasi tutti i Paesi stranieri, che includono il congelamento delle riserve estere, l’esclusione di sette banche dallo SWIFT (sistema internazionale di regolamento), divieti di sorvolo e di sbarco e lo stop alle attivita’ di molte aziende straniere nel Paese. La Borsa di Mosca ieri e’ rimasta chiusa per il 4’ giorno.

Per gli investitori internazionali il mercato russo finanziario russo al momento e’ “non investibile”: le azioni delle sue Societa’ quotate saranno rimosse dagli indici dei mercati emergenti dal 9 marzo da Msci e gia’ dal 7 marzo da Ftse.

In serata di ieri, 3 marzo, è stato raggiunto un accordo sui corridoi umanitari e su un cessate il fuoco selettivo e temporaneo. E’ stato anche concordato un terzo incontro tra le parti per la prossima settimana. Speriamo che sia onorato.

Purtroppo in diverse localita’ ucraine sono continuati i bombardamenti, che non hanno risparmiato abitazioni e scuole, come a Mariupol, importante porto commerciale sul Mare di Azov, e a Cernìhiv.

Il Presidente russo Putin ha detto di non voler tornare indietro e che quello russo e ucraino sono un unico popolo. Questi concetti sono stati ribaditi anche nella telefonata di oltre un’ora tra Putin e l’omologo francese Macron. Forze militari russe di terra e di mare starebbero preparando l’assalto di Odessa, altro fondamentale porto sul Mar Nero.

In Russia crescono il dissenso interno e le proteste contro l’intervento militare da parte di semplici cittadini, figure influenti dell’imprenditoria, ma anche di aziende semi-statali, come Lukoil, dichiaratamente contro l’offensiva militare scatenata in Ucraina.

Gli Stati Uniti starebbero studiando nuove sanzioni per gli oligarchi russi, le loro tamiglie e le loro ricchezze.

I listini azionari europei ieri, 3 marzo, hanno chiuso con pesanti perdite: Milano -2,3%, Parigi -1,8%, Londra -2,5%, Madrid -3,6%, Francoforte -2,1%. Wall Street, dopo un avvio positivo, ha chiuso in “rosso”: Dow Jones -0,3%, Nasdaq -1,6%.

I prezzi delle materie prime energetiche sono in forte tensione, col petrolio Wti che ha superato 116 Dollari/barile, ai massimi dal 2008, dopo che il cartello dei maggiori esportatori Opec+ ha confermato il suo programma di 400 mila barili addizionali mensili, ignorando l’impennata dei prezzi e la difficolta’ a reperire/negoziare il greggio russo.

Anche il prezzo del gas e’ estrememente volatile e sulla trading venue di riferimento europeo di Amsterdam ha toccato ieri 200 Euro/megawattora, per poi ridimensionarsi a 160.

La dipendenza europe dalle importazioni di gas naturale russo e’ elevata, pur con notevoli differenze, passando da oltre 90% della Finlandia, al 40-45% di Italia e Germania e scende attorno e sotto il 20% di Francia e Spagna, che importano gas dall’Algeria.

Stamattina, 4 marzo, l’Europa si sveglia con la tragica notizia di bombardamenti e incendi vicino alla centrale nucleare di Zaporizhazhia, la più grande d'Europa. Ci sono volute diverse ore di apprensione prima che le autorità ucraine dichiarassero "non compromesse le strutture essenziali".

Alla fine della mattinata (ore 13.00 CET), il petrolio WTI è in rialzo dell'1%, recuperando parte della correzione del -2,2% di ieri, il Gas Naturale e’ poco sopra 160 Euro/mwh, e l’oro si rafforza a 1.950 Dollari/oncia, +1% (ore 13.00 CET)

Sul fronte del reddito fisso prosegue il forte calo dei rendimenti che ha caratterizzato tutta la settimana, in un tipico movimento di “flight to safety”: quello dei Treasury Note decennale e’ +1,77%, quello del BTP 10 +1,5%, quello del Bund -0,04%.

Gli acquisti a “protezione” dei portafogli spingono il Dollaro a 1.097 Euro, massimi da 22 mesi, la Sterlina a 0,925 ed il Franco Svizzero a 1.01.

Continua anche la corsa al rialzo dei prezzi delle materie prime agricole ed in particolare di grano, mais e soia. L’inflazione, purtroppo, ricevera’ una nuova spinta rialzista.

Analisti e investitori si interrogano anche sulle prossime scelte delle Banche Centrali, che in presenza di un contesto rapidamente aggravato, potrebbero scegliere di rallentare ed attenuare le previste mosse restrittive.

Il Chairman della FED (Banca Centrale Usa) Powell ha avvalorato l’ipotesi di un aumento di 0.25%, invece di +0,50%, al Federal Open Market Committe della prossima settimana.

Stamattina le borse dell'Asia-Pacifico hanno segnato pesanti cali: Tokyo -2,3%, Hong Kong -2,6%, CSI 300 cinese -1,1%, Kospi coreano -1,1%, Sensex indiano -2%.

Alle 13.30, le Borse europee perdono in media -3,8% ed i future su Wall Street preludono a riaperture con cali medi del -1,2%.

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