Mercato lavoro Usa ancora forte, ma non cambia scenario per la FED.
Pechino comincia ad ammorbidire le regole Covid, salgono Borse asiatiche.
L’Euro si rafforza, ha recuperato +9% dai minimi di ottobre verso Dollaro.
Opec+ ha confermato le quantita’ esportate e guarda alle sanzioni russe.
L'economia americana continua a spingere forte e a novembre ha creato 263 mila nuovi posti di lavoro, stracciando le attese di 200 mila: il tasso di disoccupazione è rimasto stabile al 3,7%, ma Wall Street l’ha presa, almeno inizialmente, male, perche’ significa che i ripetuti rialzi dei tassi di interesse da parte della Banca centrale (Federal Reserve, FED), non hanno ancora prodotto il rallentamento desiderato.
L’assioma “alta crescita-alta inflazione” non e’ pero’ cosi’ inattaccabile, visto che a partire da agosto l’inflazione sta dando segnali di rallentamento, al pari degli indici del settore delle costruzioni.
I listini azionari europei, già deboli nella mattinata, sui dati del mercato del lavoro americani sono leggermente peggiorati ed hanno terminano in calo: Londra -0,01%, Parigi -0,17%, Milano -0,26%, mentre tiene il segno positivo Francoforte +0,27%.
Come accennato, la prima reazione di Wall Street ai dati sull'andamento del mercato del lavoro e’ stata negativa, con perdite oltre il -1%, ma il recupero e’ stato quasi totale in chiusura: Dow Jones +0,1%, S&P500 -0,1%, e Nasdaq -0,2%.
I dati sul mercato del lavoro Usa a novembre hanno invece rafforzato il Dollaro. L’Euro si e’ indebolito fino a 1,048 contro Dollaro e a circa 141,8 vs Yen giapponese.
Fine settimana movimentato sul fronte energetico: l'Opec+ (cartello dei maggiori esportatori), domenica 4 ha deciso di lasciare invariati i livelli giornalieri di produzione, dopo il grande taglio di 2 milioni di barili/giorno varato lo scorso ottobre.
Evidentemente il “cartello” aspetta di capire cosa accadra’ sul mercato con l’entrata in vigore dell'embargo europeo al greggio russo che inizia oggi, 5 dicembre, e sul prossimo price cap a 60 Dollari/barile.
Sul tema delle sanzioni occidentali alla Russia su petrolio e gas, ha creato disappunto la posizione cinese: la portavoce del Ministero degli Esteri cinese, alla domanda riguardante la possibile adesione al price-cap proposto dal G7 (Gruppo delle maggiori economie mondiali), ha dichiarato che con la Russia "c'è cooperazione e mutui benefici" sul versante energetico.
Sul fronte macro europeo si segnala stamane, 5 dicembre, che l’Indice S&P Global PMI (Purchasing managers Index) dei servizi di novembre e’ sceso per il 4’ mese consecutivo a 48,5 da 48,6 di ottobre, al minimo da febbraio 2021. Il PMI composito dell'Eurozona è salito invece a 47,8, come stimato e sopra a 47,3 di ottobre.
Cina: e’ ufficiale l'allentamento degli obblighi di test Covid in alcune grandi citta’, tra cui Hangzhou e Shanghai: e’ il primo passo che Pechino accetta di compiere per alleviare la drastica politica di contenmento del virus implementata sinora.
L’IMF (Fondo monetario internazionale) ha indicato nel weekend come una “ricalibratura” delle misure anti-Covid contribuirebbe alla stabilità finanziaria e a sostenere la ripresa dell’economia cinese e globale.
L’effetto benefico si e’ visto sulle chiusure di alcune Borse asiatiche di stamattina, 5 dicembre: Hang Seng +4.5%, CS1300 +1.9%, trascinate soprattutto dalle azioni del comparto tecnologico, come testimoniato dall’Hang Seng Tech, balzato oltre +6% sulla corsa di Alibaba, Tencent, ed altri. Poco mosso il Nikkei giapponese, +0,15% e negativo il Kospi coreano, -0,62%.
La prospettiva che l'economia cinese possa riprendere slancio dall’addolcimento delle restrizioni anti-Covid concorre a spingere al rialzo il prezzo del petrolio: il WTI (greggio di riferimento Usa) avanza del +2,4% a 81,9 Dollari/barile.
In rialzo anche il prezzo del metano europeo che sul TTF di Amsterdam segna +1,6% a 137 Euro/Megawattora (ore 12.30 CET), ma che a inizio mattinata aveva toccato anche 144 Euro sulla prospettiva che in Nord Europa le temperature stazionino sotto la media nelle prossime 2 settimane.
Sul fronte macro USA, e’ atteso nel primo pomeriggio l'indice ISM (Institute for supply management) dei servizi di novembre: sebbene in leggero calo, dovrebbe restare sopra 50 punti e pertanto in area di espansione. Nel corso della settimana, sempre negli Usa, avremo i dati della bilancia commerciale, i prezzi alla produzione e la fiducia dei consumatori calcolata dall’Universita’ del Michigan.
In Europa, il vice-Presidente dell’ECB De Guindos ha dichiarato nel weekend di prevedere un movimento costante di ritracciamento dell'inflazione nel 1’ trimestre 2023, mentre sul fronte dei “tassi” ha ribadito la logica “data driven”, cioe’ basata sui dati macro che saranno publicati, ma anche l’attenzione ai rischi di recessione.
Le Borse europee sono partite incerte stamattina, metabolizzando senza traumi le deludenti stime definitive degli indici PMI di novembre nell'Euro-zona, e senza enfatizzare i segnali di ammorbidimento della politica Covid-zero in Cina.
A fine mattinata registriamo cali medi del -0,2% per i maggiori listini azionari europei, mentre sono in frazionale calo anche i future su Wall Street.
Il Dollaro perde quota smentendo il mini-rally di venerdi’, e scambia attorno a 1,056 contro Euro, ai minimi da fine giugno. (ore 13.00 CET).
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